Mi sembrava inutile aprire un nuovo topic per un solo capitolo extra di questa storia, quindi lo posto qui di seguito.
Per la gioia delle fan di Kain (
what? Io ho delle fans? dove??), ecco a voi...
ARATOS
***
Questa stanza è così fredda. C'è un ritratto appeso a una parete e di certo è l'unica nota di colore qui, oltre al rosso.
Mi soffermo a pensare. Chi sono realmente? Cosa faccio in questo posto? Ho vaghi ricordi... pensieri sbiaditi di, forse, un'altra vita. Sento che ho rimosso dalla memoria cose importanti, cose a cui tenevo. Cose che non riavrò indietro.
L'unico attimo che ora ricordo è stato il mio risveglio. Mi hanno ripreso dall'oblio cui ero condannato, permettendomi di rinascere come demone. Non provo nulla, né sentimenti, né dolore, né gioie. Sono una sorta di pupazzo animato da una volontà estranea alla mia.
- Sicché tu saresti il nuovo arrivato... Aratos.
La voce femminile alle mie spalle arriva fredda eppure curiosa. Io però non ho interesse a vedere chi sia questa donna, né voglio sapere che voglia da me. Mi limito solo a rispondere con un banale, meccanico,
si.
Lei non sembra apprezzare la cosa. Sento che sbuffa spazientita prima di pararsi davanti ai miei occhi.
- Non tollero di essere ignorata!
La fisso un istante. Per essere un demone è davvero bella. Sembra compiaciuta dal mio sguardo ed è sul punto di sorriderne... ma le lascio morire l'azione sulle labbra, tornando a ignorarla totalmente.
- Razza di...
- Smettila, Shilla!
Un'altra voce fa eco nella stanza.
Si presenta un tizio pallido e vestito come un normale mortale. Non è un vampiro, percepisco la sua forza. Scorgo una certa somiglianza tra i due. Si avvicina.
- Ti chiedo perdono per parte di mia sorella. Shilla è come una bambina capricciosa senza controllo.
- Sei odioso Evran!
Lui fa un sorrisetto soddisfatto.
- Il tuo odio mi rende più forte, sorella.
Poi si rivolge a me.
- Come avrai capito il mio nome è Evran. Io e Shilla siamo stati incaricati di prenderci cura di te.
- Cura? In che senso, spiegati.
- Sei un demone ora, ma non sei ancora capace di controllare le doti che ti sono state date alla tua rinascita. Noi ti aiuteremo a svilupparle e controllarle.
- Capisco.
- Bene. E ora vieni, inizierai con me.
Seguo Evran senza curarmi di Shilla, che mi fissa inferocita per il mio totale disinteresse nei suoi riguardi.
***
In questo posto il tempo sembra non esistere. Non dormo, non mangio, non ho alcun genere di necessità primaria da soddisfare. Confesso che è noioso vivere in questo modo.
Evran mi ha spiegato ogni cosa e ho iniziato le prime apparizioni nelle vite di poveri malcapitati. A quanto pare non coinvolgiamo solo creature a noi simili, ma anche normalissimi esseri umani.
Mi posso definire il paggetto della Morte... è questo quel che faccio, marchio le anime di coloro che devono inevitabilmente morire.
La cosa che però mi ha colpito nel profondo è stato l'apprendere che non porto messaggio di morte solo ad adulti e anziani... come ora, che devo dire a una bambina malata che presto la porterò via dai suoi orsacchiotti e dalle sue bambole.
Lei mi fissa con i suoi occhi azzurri. È così pallida.
- Non soffrirò vero?
- Non proverai alcun dolore...
Trovo sia rivoltante tutto questo... ma queste sono le regole della vita.
Myra mi fissa ancora, incuriosita. Non ha avuto paura nel vedermi comparire nella sua stanza.
- Hai detto di essere un demone... allora perché non sei brutto?
La domanda, così infantile e innocente, sfiora qualcosa che non pensavo di avere. Sorrido... per la prima volta.
- Non lo so perché ho questo aspetto. Ma è meglio che io sia così piuttosto che un mostro.
- Già. E comunque, lo sai che sei più bello se sorridi?
Piccola Myra... con quale coraggio potrò tornare e portarti in un mondo privo di tutto quel che hai amato fino a ora?
Le accarezzo la testa, passando la mano tra i suoi capelli biondi. Sembra una bambola di porcellana. Le do la buonanotte e svanisco come ero comparso.
***
Potrebbero essere trascorsi giorni, settimane, mesi, anni. Non lo so.
Sono un solitario, me ne sto lontano dagli altri demoni, rinchiuso nella mia camera. Non comprendo la necessità del letto se non posso nemmeno dormire.
Shilla entra nella mia stanza senza nemmeno bussare. Quell'abito la fa apparire sempre signorile quando, al contrario, è una vera strega.
- Ti ho cercato per l'intero palazzo!
- Il motivo?
Si avvicina, mi posa una mano sul viso.
- Semplicemente perché ti voglio.
Non faccio in tempo a proferire parola che incolla le sue labbra alle mie. Per un secondo sono tentato di catapultarla contro il muro, il problema è affrontarla dopo. È potente, di gran lunga più di me. E per quanto la cosa mi faccia senso, devo stare ai suoi capricci.
Se non altro il letto è servito a qualcosa...
Shilla è come un animale selvaggio, non sa cosa sia il controllo né sa quando è il momento di dire basta. Sono dovuto ricorrere a trucchetti per levarmela di torno. Non sopporterei oltre l'idea di stare tra le sue braccia. Però... sento che ho vissuto tutto questo. E vorrei tanto poter ricordare.
Evran arriva a infrangere i miei pensieri, sedendosi vicino a me.
- Sei qui... immagino ti sia sottratto alle grinfie di mia sorella.
- Già. Mi ha preso per il suo giocattolo. - sospiro.
- E' fatta così. Lei usa l'arte della seduzione sia su umani sia su demoni e simili. Gli unici ad essere immuni al suo fascino siamo io e Nergal.
- Lei non mi suscita nulla. Temo però quel che potrebbe fare dopo se la rifiutassi.
- Mah... secondo me dovresti semplicemente mandarla al diavolo. Per quanto cocciuta sia, presto o tardi capirà che deve lasciarti perdere. Ah, prima che me ne dimentichi. Ti stava cercando Nergal. Vuole parlarti.
Mi reco da lui, mi affida un incarico e lascio la stanza intenzionato a levarmi di mezzo questa incombenza. Ha detto che quando ero un essere umano conoscevo queste persone... nella mia mente si formano volti inconsistenti che svaniscono in un attimo. Non credo che potrei ricordarli.
Pronuncio la formula che serve per presentarmi a questa donna. Mi vede e sussulta colta dallo spavento. Poi nel suoi occhi si accende qualcosa.
- Kain...?
- No, non sono Kain. Il mio nome e Aratos.
- Che stai... che stai dicendo?!?
- L'uomo che tu conoscevi come Kain è morto. Io sono rinato al suo posto, come demone.
Sembra sconvolta.
La guardo a lungo, provando qualcosa di strano. Il suo viso mi è familiare.
- Quindi... non ricordi nulla...
- Nulla.
Tra le lacrime mi parla di quel che ci è stato tra lei e l'uomo che ero. E mi mostra una foto del figlio che le ho lasciato prima di sacrificare me stesso per lui.
Mi scoppia la testa, mi fa male il petto. Che mi succede? Non ero forse immune al dolore?!?
- Luna...
Il suo nome mi esce dalle labbra... Luna... la mia Luna... ora ricordo tutto!
So di averla affidata alle cure di quel che era stato il mio migliore amico eppure non posso rinunciare a sentire ancora le sue labbra. Quel momento sembra durare un'eternità. Quando finisce, però, sono costretto a dirle perché sono da lei.
- Immaginavo sarebbe accaduto... di nuovo. E ora non puoi impedirmi di seguire il mio destino.
Egoisticamente la prenderei subito per portarla via con me, ma non posso farlo. Ho pur sempre quel figlio che ha bisogno di lei, c'è anche il piccolo Erik che crollerebbe nel perdere sua madre. E c'è Aaron... un fratello, un amico e un rivale, ma pur sempre l'uomo che ha potuto arrivare dove non sono giunto io. Ha reso felice questa donna anche per parte mia.
- Non posso... non posso accettare la tua vita Luna.
- Ma perché?!?
- Perché hai ancora troppo da perdere. Scegli qualcun altro, qualcuno cui vuoi risparmiare sofferenze inutili in questo mondo, ma non te stessa.
Mi rivela un nome, una donna che ormai non riceve più nulla dalla vita se non l'umiliazione di vivere tra pazzi, rimasta sola dopo la perdita di sua madre. Diane avrà modo di ricongiungersi ai suoi.
- Solo... non farla soffrire.
- Non se ne renderà nemmeno conto.
La saluto, sentendomi ferire da ogni suo singolo singhiozzo, e spero di non rivederla più in queste circostanze. Guardo ancora una volta la foto di mio figlio. Mi scende una lacrima... avrei voluto vederlo crescere. Mi sta bene così, so che diventerà un bravo ragazzo.
***
Non ho più visto Luna da quella volta.
Nergal è rimasto contrariato per come ho svolto questa missione ma alla fine se l'è fatta passare.
Siamo allo stesso livello ora e affrontarsi si rivelerebbe un suicidio per entrambi. Per questo preferisco continuare con la mia vita solitaria.
Mi è arrivato un altro incarico, un'altra vita da prendere...
- Sento i tuoi occhi su di me, in questo istante. Chiudili... sto arrivando...
***
=3 Spero vi sia piaciuto questo extra. Forse un pò troppo sentimentale per la nuova vita di Kain, ops, Aratos.
Commenti dietro le quinte...
Kain:
e finalmente ho la fama che merito! Ma vai, ma vieni! Sono un grande!
Sto look malefico e lo sguardo assassino saranno la mia carta vincente anche in futuro.
Voci di Sims dai camerini: goditeli sti giorni da sim adulto! Quando sarai anziano non avrai più sto fascino!
Kain: ma perché mi smontano sempre quando sogno un pò di gloria?
Povero Kain!