TERZA PROVA SETTIMANALE

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..Kady..
view post Posted on 8/4/2009, 01:49




"Il bene e il male non hanno alcun limite, fuorché quello di esistere entrambi."
Vittorio Emanuele Orlando




Un ora. Una. Bene e Male. Insieme.

Aether ha deciso di sfidare la sorte e rinchiudere una creatura di Point of Good, con una creatura di Point of Evil per una sola, lunghissima ora in una stanza vuota. Niente armi. Niente mobili. Niente poteri. Solo voi ed il vostro interlocutore.
Come andrà a finire?


REGOLE
- Mettetevi d'accordo con un altro giocatore a vostra scelta e scrivete un post a due mani da almeno 50 righe.
- Ovviamente se voi sceglierete di postare con un pg buono, il vostro collega dovrà postare con un pg malvagio.
- Un pg può postare una sola volta con un solo compagno. Questo significa che se io sceglierò di postare con Yuna e Charon, non potrò successivamente postare con Yuna e Psiche.
- Non potete postare senza un accompagnatore, ovvero non potrete usare un vostro pg buono ed uno cattivo insieme nello stesso post.

Questa prova è stata creata con lo scopo di permettere a due pg completamente diversi di conoscersi, quindi siete pregati di non postare con due creature che fondamentalmente si conoscono già ed in una stanza chiusa non avrebbero assolutamente niente di interessante da dirsi.
(Per esempio, se io scegliessi Yuna e Psiche, il post risulterebbe sicuramente noioso dal momento che le due sono amiche, mentre sarebbe piacevole leggere che so, Yuna e Lucas o Yuna e Aleesha, visto che questi personaggi si conoscono tra loro poco e niente).

AMBIENTAZIONE
La stanza ha pareti e pavimenti di marmo nero, ha una piccola finestrella sbarrata da cui non si vede alcun fiume o foresta, solo una distesa infinita di mare. Non siete ovviamente dentro al Castello. E' notte, dunque all'inizio, quando verrete chiusi dentro la camera, non capirete subito di essere in due. Incastonata in un pezzo di marmo sulla parete c'è una piccola lanterna che illumina giusto un metro intorno ad essa, il resto è completamente buio. Non c'è la porta per uscire, venite portati dentro la stanza addormentati, quando vi sveglierete, inizierà la vostra lunghissima ora di chiacchiere... o silenzio.

(E qui mi verrebbe da aggiungere: FATE IL VOSTRO GIOCO)


I vincitori verranno scelti con voto popolare alla scadenza della prova.

La prova durerà fino al 03. 05. 09



Edited by ..Kady.. - 30/4/2009, 19:05
 
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_mika_chan_
view post Posted on 21/4/2009, 13:32




COPPIE
In questo post saranno inserite le COPPIE per la terza prova.



-Yuna&Lucas
-Gabriel&Belial
-Oneerya&Seras
-Morgan&Nesea
-Harlan&Elbereth
-Psiche&Cassiel
-Charon&Arlinn
-Ailea&Dulcinea
-Elyss&Penelope
-Nerha&Skhyron
-Jackson&Avren
-Logan&Lilith
-Loki&Brunilde
-Daventh&Diantha
-Prince&Nickolas

Per dare le coppie inviate un PM a me e provvederò ad inserirle qui. Grazie.

Edited by _mika_chan_ - 25/4/2009, 21:10
 
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_mika_chan_
view post Posted on 27/4/2009, 14:28




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http://www.koinup.com/Elisiella/work/137181/



Harlan
Apro gli occhi e sbatto le palpebre quattro o cinque volte. Il buio non mi permette di vedere bene ma sento di non essere nella mia stanza. Sono a terra, il pavimento è freddo. Di scatto mi metto seduto e mi guardo intorno. Una piccola finestra e una lanterna posta li in alto ad illuminare pochissimo la stanza. Mi accorgo però di non essere solo. Di scatto la mano va al pugnale ma mi accorgo che non c’è. Sono privo di armi. Mi appoggio al muro e guardo dall’altro lato della stanza dove sento provenire il rumore. La mia voce rompe il silenzio: “Chi c’è?”

Elbereth
Apro gli occhi ed è buio, giusto una piccola lice che contrasta questa oscurità così piena, non ho una grande simpatia per le tenebre, soprattutto se non so dove sono, come in questo momento ad esempio..
Sfioro con le mani le pareti, sono fredde, non c’è nessun punto di riferimento, niente che possa anche solo essermi di aiuto per orientarmi, respiro, cercando di mantenere la calma e il pieno controllo delle mie azioni avvicinandomi alla luce. Trattengo a stento un urlo, quella voce mi sembra di conoscerla : “Harlan?”

Harlan
Alzo un sopracciglio nel sentirmi chiamare. E’ qualcuno che evidentemente mi conosce. Cerco di mettere a fuoco. Capelli biondi. Oh quale piacevole sorpresa, l’elfa di PoG.. Elbereth. Mi alzo in piedi e faccio qualche passo verso di lei.
“Elbereth! Cosa ci fai qui?” cerco di mantenere il tono più calmo possibile. La sorpresa è comunque molta, lo ammetto. E la stanza sembra priva di vie di fuga.. se questo è uno scherzo di Aether giuro che dovrò ringraziarla.

Elbereth
Che diavolo di scherzo è questo?
Con Harlan in una stanza senza via di uscita, perfetto direi data la situazione.. certo il mio istinto di scappare in sua presenza qui è totalmente inutile quanto dannoso dato che mi agita ancora di più e poi.. sono davvero sicura che voglio fuggire davvero?
“Harlan, sei davvero tu? Non so davvero il motivo per cui mi trovo qui” prendo un respiro “Tu hai un idea di cosa stia succedendo?”

Harlan
La guardo cercando di rimanere tranquillo, capisco che la mia presenza non possa certo esserle del tutto indifferente. Capisco che sicuramente diffidenza e paura sono sempre presenti in lei, in fondo io sono una creatura di Poe. Cerco di sorriderle dolcemente “Non ho idea del perché siamo qui.. forse uno sciocco scherzo di Aether. Ma non avere paura, anche se siamo soli mi metterò qui sotto 2 mi sposto vicino alla luce in modo che lei possa vedermi. Sto in piedi e appoggio le spalle al muro “soprattutto ti rimarrò a distanza va bene?” cerco in tutti i modi di tranquillizzarla.

Elbereth
Sorrido, certo, apprezzo i suoi gesti, come non potrei?Lo guardo mentre si posiziona sotto la luce in modo che io possa vederlo e cerco di farmi passare questa agitazione che ora come ora è davvero difficile da vincere, ma dietro il mio sorriso è palese. Credo che avere l’occasione di rivederlo non può non rendermi felice..
“Scusami è che non mi piace troppo il buio, ti ringrazio per essere così comprensivo”

Harlan
“Non preoccuparti” continuo a guardarla ma non mi sposto dalla mia posizione. Cerco di capire i suoi pensieri. Se per me rimanere con lei qui è un’ottima notizia per lei invece può essere motivo di pericolo. “Io sono abituato al buoi per cui a me non preoccupa più di tanto ma in effetti immagino che a te possa non piacere” come al solito le sorrido, cercando di mantenere il viso rilassato e più tranquillo possibile “Ieri ero venuto in spiaggia a cercarti ma poi si è messo a piovere” mi scappa una leggera risata, una di quelle che sembrano totalmente sincere e sciocche “Mi sono bagnato come un idiota però ti ho lasciato un messaggio al castello..” prendo fiato e poi titubante riprendo a parlare “L’hai trovato?”

Elbereth
Certo che l’ho trovato, il mio nome e la sua iniziale, mi sento avvampare il viso e spero solo che nel buio della stanza possa non rendersi conto dell’effetto che quel gesto ha avuto davvero su di me.
Mi piace la sua risata ed è così diversa l’immagine che mi trasmette.. certo il ragazzo che adesso è qui di fronte a me non sembra nemmeno quello che ho incontrato per la prima volta sulla spiaggia.
Sorrido e torno a guardarlo.
“Si l’ho trovato.. mi dispiace che tu ti sia bagnato, ma è stato davvero dolce il tuo pensiero e mi è piaciuto moltissimo. Sai ti ho preparato dei biscotti, ma non li ho con me in questo momento..”

Harlan
“Ah già, i tuoi famosi biscotti” sorrido di nuovo… questa ragazza è davvero positiva… e la cosa mi piace ancora di più.. “vorrà dire che me li porterai la prossima volta che ci vedremo” mi sposto un po’ dal muro e faccio un passo verso di lei “Non vedo l’ora di assaggiarli” la guardo negli occhi e sorrido. Cerco di stabilire un contatto, visto che Aether ci ha dato questa possibilità devo sfruttarla fino in fondo. Altrimenti sarebbe sciocco farla fuggire via così.

Elbereth
“Certo.. la prossima volta, sono certa che le occasioni non mancheranno”
Lo vedo avvicinarsi verso di me ma l’unica cosa che riesco a fare è sorridere a mia volta ricambiando il suo sguardo, adesso la paura è un po’ passata e anche il buio sembra essere meno pesante, forse sono solo i miei occhi che si sono adattati all’oscurità o forse, finalmente riesco a rilassarmi solo un istante.

Harlan
La guardo per bene scrutando ogni espressione del suo volto. Il fatto che mi sembra più tranquilla mi permette di continuare il mio approccio. Ogni passo e movimento è studiato per tranquillizzarla. Continuo a guardarla per un lunghissimo istante e decido di provare ad entrare in confidenza “Mi sei mancata..” Le parole mi escono piano, lentamente e ben scandite.. poi distolgo lo sguardo e mi soffermo a guardare fuori. Il mare..“Il mare.. tutte le volte che lo guardo mi viene in mente il tuo viso..”

Elbereth
Di nuovo..di nuovo sento che torno ad arrossire, abbasso gli occhi dai suoi che parlare guardandolo mi porterebbe solo a tartagliare parole senza senso.
"Le tue parole sono splendide Harlan" sorrido e mi guardo i piedi appena visibili alla fioca luce della lanterna "anche io ti ho pensato molto, ogni volta che ho visto le tue rose nella mia camera, ogni volta che mi è capitato un attimo per pensare a quello che nn riesco a capire"

Harlan
Mi volto e la guardo inclinando la testa “cos’è che non riesci a capire Elbereth? Magari posso aiutarti” allungo la mano e le accarezzo un braccio ma è questione di un attimo. Subito ritiro la mia mano e la passo dietro la testa come se fossi imbarazzato “Le rose che ti ho regalato ormai saranno appassite.. Te ne porterò di nuove, sempre che tu voglia” sospiro e la guardo, fingendo imbarazzo.

Elbereth
La sua mano sul mio braccio, mentre un brivido mi passa lungo la schiena provo a tornare a guardarlo negli occhi, sorrido imbarazzata, sforzandomi davvero di non guardare altro che lui.
"Le cose che non riseco a capire.. non so se tu puoi aiutarmi Harlan, è qualcosa perfino difficile da spiegare ed è qualcosa che in qualche modo riguarda te.."
Ecco che torno a guardarmi i piedi, l'imbarazzo per essermi esposta così non mi consente di reggere il suo sguardo.

Harlan
Le sue parole sono musica per le mie orecchie. Questo mi fa pensare che forse in parte sono riuscito ad interessarla a me. Forse tutto sommato non era così impossibile come pensavo. Sorrido e la guardo e provo a sfidare la sorte. Le prende una mano e la rinchiudo tra le mie e torno a guardarla “mi dispiace che quello che ti turba riguardi me… vorrei davvero poterti aiutare ma non so che fare. Mi piaci Elbereth però.. se per te non è lo stesso e vuoi che me ne vada lo farò e non ti disturberò mai più” sospiro e rimango a guardarla in attesa di un suo gesto.

Elbereth
Porto l'altra mia mano sulla sua e sorrido, piano piano parlare mi risulta molto più semplice..
"Non è colpa tua.. sono io che non riesco a fare chiarezza Harlan, sono io che non conosco molto bene quello che mi sta succedendo, io non voglio che tu te ne vada.."
Sospiro e abbasso lo sguardo: "e se le mie indecisioni e paure ti porteranno ad allontanarti lo capirò.."

Harlan
Osservo la sua mano sopra la mia e sorrido "No, non me ne andrò a meno che tu non voglia che io me ne vada. Sono intenzionato a dimostrarti quanto posso essere diverso.... e solo per te Elbereth.. perché mi piaci.." alzo lo sguardo su di lei e mentre le sorrido la luce fioca che illuminava la stanza si abbassa. L’oscurità ci sta avvolgendo e io ne approfitto per avvicinarmi al suo volto. Prima di fare qualsiasi cosa però le parlo “Vorrei baciarti.."

Elbereth
Un bacio, non so più nemmeno quanto tempo è passato dall'ultima volta che le mie labbra hanno incontrato quelle di qualcun'altro..
è in questo momento che tutti i miei dubbi mi assalgono di nuovo.. chiedergli di fare un passo indietro oppure acconsentire?
Ed è solo con un leggero movimento della testa che annuisco e aspetto che sia lui ad avvicinarsi.

Harlan
Annuisce. Ed io che credevo di prendermi un sonoro schiaffo. Invece mi ha dato il permesso. Abbasso quindi del tutto la testa per arrivare a sfiorare le sue labbra. Le sfioro appena, leggermente, cercando di essere il più dolce e delicato possibile. Aspetto che anche lei ricambi il mio gesto prima di baciarla davvero, come si deve.. e come un demone sa fare… le sue labbra su le mie. Le metto una mano sul viso accarezzandolo delicatamente mentre continuo a baciarla. Dentro sorrido per la facilità con cui sono riuscito a raggiungere il mio scopo.

Elbereth
Chiudo gli occhi appena le sue labbra sfiorano le mie, la sensazione che tutto stia andando troppo in fretta..
Ricaccio il senso di colpa per un'azione forse sbagliata, per una decisione presa senza le giuste riflessioni, ma per una volta mi lascio andare, mentre nella mia testa sento solo una gran confusione.

Harlan
Mi allontano da lei e la guardo sorridendo “Non lo diremo a nessuno.. sarà il nostro segreto finché non ti sentirai pronta.. Va bene?” le accarezzo di nuovo una guancia e continuo a sorriderle cercando di rassicurarla. Vedo nel suo sguardo la preoccupazione di questo gesto e voglio farle capire che non è mia intenzione spaventarla ma proteggerla “Non credo che altre occasioni ricapiteranno presto per cui, stai tranquilla..”

Elbereth
Sorrido, mi sento non so, quasi in colpa per quello che ho appena fatto, in colpa verso me stessa per esser stata così impulsiva. Ma una cosa che nessuno sa è come in fondo non sia mai accaduta no? O almeno il fatto che sia accaduta solo per noi basta a consolarmi... Non mi va di condividere con nessuno questo bacio, non ancora..
"Grazie, ti sarei molto grata se rimanesse una cosa tra no.."

Harlan
Annuisco per rassicurarla.. in fondo adesso mi basta così, sapere che ho un posto nel suo cuore. Le sorrido e le accarezza di nuovo la solita guancia poi mi avvicino per lasciarle un ultimo bacio, sento che il tempo a nostra disposizione è scaduto. Le pareti intorno stanno scomparendo e l’oscurità nasconde ogni cosa. Riesco a mala pena a sfiorarle le labbra poi il buio, il nulla e mi ritrovo catapultato nella mia stanza, nel mio letto. Mi tiro su e guardo intorno… che abbia solo sognato?

Elbereth
Le nostre labbra si sfiorano un'ultima volta, incrocio una sua mano sul mio viso, quando riapro gli occhi sono nel mio letto, non può essere stato solo un sogno, abbraccio il cuscino e guardo fuori dalla mia finestra, non credo riuscirò a chiudere occhio stanotte..



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http://www.koinup.com/mika_chan/work/137183/

 
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Roxyna3
view post Posted on 30/4/2009, 18:01




Charon
Aprire gl’occhi ed essere costretto a sbattere le palpebre per inumidirli. Una mano alle tempie, un leggero mal di testa. Sintomi del sonno, e io non dormo. E soprattutto, non sono dove dovevo essere, nella mia stanza. Un profumo dolce e delicato, già sentito, e misto a sangue mi arriva alle narici. Giro il viso e incontro solo il pavimento freddo. Buio, non difficile ambientarsi all’oscurità per un vampiro, ma per un uomo appena svegliato si.
Mi alzo e il dolce profumo si fa più forte, accompagnato da un sommesso lamento, evidentemente non sono l’unico a ritrovarsi spaesato in quella che sembra una stanza.
Una lanterna, incassata nel muro, illumina fiocamente un paio di ali che sicuramente all’esterno brillerebbero, come la brina svegliata ai primi raggi del sole. L’odore dolce e fresco di una fata della neve ora mi fa sorridere, malsano. Appoggio la schiena contro il muro e attendo che si svegli.

Arlinn
Nel sonno allungo la manina cercando Evren,ma l'unica cosa che sento è della pietra fredda. Istintivamente apro subito gli occhi,non vorrei averlo ricoperto nuovamente col mio scudo di ghiaccio..ma l'unica cosa che i miei occhietti vedono è buio,tanto buio. Lui non è qui,ed io non son nella grotta.
Cerco di metter a fuoco la stanza,appena sveglia la vista non è delle migliori e l'unica cosa che scorgo in lontananza è una piccola lanterna. Non illumina un granchè e non mi è di molto aiuto. Non riesco a capire dove io mi trovi e come sia arrivata fin qui,così dopo esser restata un po' ad ascoltare i rumori di quella stanzetta,mi dirigo verso la piccola lanterna e guardandomi intorno domando ad alta voce: C'è qualcuno?
Non so perchè ma mi si gela il sangue,e questo per una fata della neve è alquanto strano..Resto in silenzio attendendo una risposta,sempre che questa arrivi.

Charon
La sua voce ha confermato ogni singolo dubbio, Arlinn; l’ingenua fatina della neve che proprio pochi giorni fa avevo rincontrato al fiume, casualmente proprio quando era ferita.
Un’altra annusata, e il primo odore che mi era saltato al naso ora mi rassicura anche su questa seconda affermazione: è ancora ferita e molto più di quando io l’avevo puntata come possibile preda. Sorrido e mi lascio scivolare lungo la pareti, sedendomi a terra. “Ben svegliata, Arlinn…”
La solita voce suadente del vampiro, mi tengo all’ombra della lanterna, gl’occhi scuri non si possono vedere.

Arlinn
Ecco la risposta che attendevo,ma arrivata a questo punto forse sarebbe stato meglio esser da sola in quella stanza. Mi porto con le spalle al muro,e una mano si porta alla gola. Quella voce la riconoscerei tra mille in questo momento,è Charon,il vampiro che pochi giorni prima aveva tentato di mordermi..o forse è più esatto dire uccidermi. “Charon? Anche tu qui?”
Provo a creare uno dei miei scudi,ma a quanto pare in questo luogo la magia non funziona,prendo un gran respiro e cerco di calmarmi.

Charon
Non sento la sua mente, evidentemente qui i poteri non funzionano, poco male, non ne ho bisogno per fare quello che mi pare di una spaurita fatina.
Buon odore la paura, allettante e piacevole. Prendo una sigaretta dal taschino e la accendo allungandomi fino alla lanterna, così alla luce potrà anche vedermi. Solo per un attimo, vampiri e luce o fuoco non sono un binomio eccezionale. “Già, anche se il *qui* al momento non saprei definirlo…” Faccio un tiro gustandomi il sapore del fumo, da poco scoperto. “Sei ferita…” constatazione. Eccitante constatazione.

Arlinn
Sarà che i vampiri incutono già un certo timore,sarà che la luce di questa lanterna non è il massimo,ma Charon illuminato, o poco illuminato, fa ancora più paura. O forse son solo io che mi preoccupo per nulla,d'altronde mi trovo..no ci troviamo..in un luogo diverso.
A quanto pare neppure lui sa dove siamo,è una magra consolazione,almeno so che non è stato lui a portarmi qui mentre dormivo. Mi guardo la mano e tasto il collo,le ferite cavoli.. abbozzo appena un sorriso. “Ehmm si.. ma non era una domanda vero?” ovvio che quella non era una domanda,era una constatazione.
Quel fumo mi fa tossire,puzza.. “devi per forza fumare quella roba puzzolente?”

Charon
“Non per forza, ma è piacevole.. Sai, l’ho scoperto sull’isola” ho come l’impressione che in questo posto ci rimarremo per un po’, tanto vale iniziare una discussione. Magari prima del pasto.
La guardo, continua a tenersi la mano sulla ferita del collo. Sorrido e faccio un altro tiro. “Arlinn, raccontami qualcosa di te, di PoG…”
Non lo bene perché glielo chiedo, non mi interessa molto quella parte dell’isola, ma c’è tempo prima di invitarla a cena.

Arlinn
“Raccontarti qualcosa di me? Strano..avrei giurato che fossi li li per saltarmi addosso e mangiarmi...ma forse mi sbagliavo” sorrido,ecco son sempre la solita che si preoccupa per nulla. Cosa vuoi che facciamo? Ma due chiacchiere ovvio. “ Beh ci son tante cose che potrei dirti.. come ad esempio,che forse sento le farfalle nello stomaco” scoppio a ridere..perchè gli racconto delle farfalle nello stomaco? Cosa vuoi che gliene importi.. “Ma piuttosto, mi chiedevo come fosse andata a finire l'altro giorno..quando Dulcinea e Psiche t'hanno fermato..spero che tu non le abbia ferite” lo guardo male,come se questo bastasse ad ammonirlo.

Charon
Un tonfo al petto, come se mi avesse preso a pugni. Una semplice frase buttata li per curiosità mi ha colpito come una sberla. “Più o meno…” guarda se mi devo sfogare con una fatina.
“Farfalle nello stomaco eh… Stai diventando grande fatina” sorriso stranamente, sembra così ingenua e tocca dei discorsi invece alquanto interessanti.

Arlinn
“Cosa vuol dire più o meno? Stanno bene?” mi avvicino a lui,inginocchiandomi quasi di front e guardandolo negli occhi,o almeno ci provo con tutto quel buio.
Mi gratto la testolina con la mano non fasciata,il fatto che io gli sia vicina con le mie ferite in questo momento non mi interessa proprio.
Muovo appena le aluccie “ Sentire le farfalle nello stomaco significa che sto diventando grande?” inclino la testolina,di queste cose ancora non ci capisco nulla,magari lui saprà chiarirmi qualche idea.

Charon
“Più o meno si, stanno bene” di certo non mi dilungo in questi discorsi con lei, non sono affari suoi e sto già abbastanza male per conto mio.
"Comunque si, le cosidette farfalle nello stomaco significano che stai diventando grande, ma non vedo perchè dovrei spiegartele io certe cose".
La vicinanza al suo sangue ora è a dir poco eccitante, fatico a trattenermi.

Arlinn

"oh è vero che voi creature di POE siete di poche parole" continuo a fissarlo,ora che siamo vicini lo vedo anche meglio.
"Lo so che non son affari miei..ma se tu e Psiche state assieme..insomma.. teoricamente non avresti dovuto farle nulla,dovresti proteggerla e non farla stare più o meno bene" ora mi morde..lo sento..non son affari miei.

Charon
Che voglia di farla tacere, finere di torturarle il collo già provato, la bene nasconde male l'odore del sangue. Invece, mi sforzo di respirare, forse siamo qui per qualche prova e se uccido potrei rischiare qualcosa.
"ragazzina.." a occhio e croce è giovane, molto givane, e non solo nell'aspetto " tu non hai la minima idea di cosa voglia dire amare una persona e la contempo essere attirati dal suo sangue, mio unico nutrimento" sbuffo, è incredibile come questo discorso mi sembri sempre stupido. Certi sentimenti dovrebbero essere più forti della sete.

Arlinn
"no direi proprio di no" scuoto la testa,un pò mi spiace per lui,non dev'esser facile questa situazione.
"però..anche la persona con cui..ehmm. sto io, da quanto ho capito è attratta dal mio odore..però non si azzarderebbe mai a farmi del male" gli sorrido speranzosa. "Forse dovresti impegnarti di più e trasformare quei brutti pensieri in qualcosa di positivo..prova a concentrarti su qualcosa quando ti vengono,come se t'aggrappassi ad uno scoglio insomma!"

Charon
Scoppio letteralmente a ridere, insomma, una fatina deve venire a farmi la predica e darmi consigli?
"Quanto sei ingenua, Arlinn" respiro ancora il suo profumo, ormai mi sto quasi abituando "Non è così facile quanto a dirlo, non puoi nemmeno lontanamente capire cosa vuol dire.." Al solito, che sia una fatina o chissà chi, quando si parla di cose personali tendo a chiudermi e a non espormi più di tanto.

Arlinn
Mi imbroncio appena,ogni volta che parlo qualcuno scoppia a ridermi in faccia. Sbuffo.
"Sarò ingenua e non capirò tante cose,questo è vero..ma..se tu la ami devi riuscirci" gli poggio una manina sulla sua,sguardo fiducioso " sarà una cavolata per voi ma.. se c'è l'amore ogni cosa è possibile" muovo le aluccie,forse le farfalle nello stomaco mi stanno facendo crescere sul serio.

Charon
"E tu che ne sai, ti sento così sicura di quello che dici..." la guardo dritta negl'occhi, è veramente convinta, anche se sembra ancora così sprovveduta. Accetto il suo contatto, o è molto coraggiosa, o è molto sciocca.

Arlinn
"Oh ma perchè ci credo e ho tanta fiducia nelle cose e nelle persone" prendo la sua manina tra le mie e gliela stringo forte "devi convincertene pure tu,sennò non funziona"

Charon
"a dare troppa fiducia alle persone alle volte non è cosa buona, si rischia solo di rimanere ancora più scottati, poi..." Sospiro e accetto quella stretta di mano, ho anche ritirato i canini. "ah fatina, fatina, fatina.. Proverò incredibilmente ad ascoltarti"

Arlinn
"bravo vampiro..vedrai che non te ne pentirai!" mi sporgo a dargli un bacino sulla guancia, son felice di essergli stata un minimo utile. Mi guardo intorno..sbatto gli occhietti e quando li riapro son nuovamente nella mia grotta accanto ad Evren..il mio drago..

Charon
Un bacino da una fatina, non so se ridere o meno. non ho nemmeno il tempo di salutarla, e forse dirle "grazie" che mi ritrovo di nuovo nella mia stanza, accanto alla donna che amo.
 
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Unintended_alone
view post Posted on 30/4/2009, 20:49




Skhyron
Stranamente mi sveglio in una stanza..ha pareti e pavimenti di marmo nero, ha una piccola finestrella sbarrata da cui non si vede alcun fiume o foresta, solo una distesa infinita di mare. Non sono di sicuro nel Castello. E' notte.Non sò se sono solo..Incastonata in un pezzo di marmo sulla parete c'è una piccola lanterna che illumina un metro intorno ad essa, il resto è completamente buio...Non c'è la porta per uscire...mi guardo intorno frastornato..vedo una luce distante..e mi avvicino alla lanterna sempre di più finchè percepisco un'altra presenza

Nerha
Piano piano mi desto dal mio sonno.Sento freddo,fa freddo,e sotto di me non c'è certo il mio morbido materasso a sostenermi.Apro gli occhi ma ciò che vedo è solo il buio interotto appena dalla labile luce di una lanterna appesa a un muro che non conosco,e dalla luce della luna che filtra da una finestrella,mi mette carponi a tastare il pavimento,quando mi pare di un'altra presenza muoversi…


Skhyron

...annuso meglio l'odore..e riconoscendolo chiamo -Nerha..

Nerha
Sento una voce maschile chiamare il mio nome,la cosa non mi piace per niente:-Chi è la? Dico con non poco nervosismo.Non è normale trovarmi in una stanza completamente buia e senza uscite con uno sconosciuto che tuttavia conosce il mio nome…Ma poi lo sconosciuto si presente,anzi si ripresenta…E’ Shkyron un demone che ho conosciuto qualche giorno fa sulla spiaggia e con il quale ho scambiato qualche parola fugace…

Skhyron
Non mi riconosce all'inizio..poi si ricorda e si avvicina quanto basta a vedere la mia figura e mi urla contro dicendomi dove l'abbia portata,perché si trova li..ma io siccome non c'entro nulla...le dico quello che è successo e che l'ho trovata lì sentendo il suo odore..si calma un pochino e tasta il pavimento per trovare una via d'uscita..la affianco porgendole la mano per aiutarla a tirarsi su dopo avrele detto che sicuramente non ci sarà nessun modo per uscire...scanza la mia mano bruscamente...sospiro dicendole che non le succhierò il sangue o cose del genere allontanandomi di qualche passo…

Nerha
Ho riconosciuto Shkyron ma questo non significa che possa starmene tranquilla e accettare quella situazione del tutto pazzesca!Non sento i miei poteri e la cosa mi turba…Sono del tutto inerme e la sensazione di stare in gabbia mi rende irrascibile…Devo sfogarmi con qualcosa,devo almeno capire.Odio non avere tutto sotto controllo…

Shkyron
Si appoggia con la schiena contro il muro buio e scivola sino a terra..ci rendiamo complici di quanto ci sia successo da quando ci ritroviamo lì ma nessuno dei due sà darsi spiegazioni.. .si avvicina alla finestra sbarrata quasi fossimo in prigione..e la scuote cercando di aprirla..ma non ci riesce..mi avvicino anche io alla finestra osservando il mare calmo in lontanza...Neanche lei sente i suoi poteri,mentre il mio sguardo si perde nelle onde lontane del mare mi rende partecipe del dubbio del perché siamo lì insieme… rispondo alla domanda con sincerità..non lo so..non lo so davvero..


Nerha

E’ solo una coincidenza trovarmi qui?Con lui?Perchè proprio noi?Dovremmo avere qualcosa che ci accomuna se siamo li…O qualcosa che ci rende tanto diversi.Le differenza tra noi sono le più percettibili:lui è di Poe,io di Pog…Ma nel suo modo di parlare c’è calma,tranquillità.Sulle prime mi rende diffidenti…Insomma come fa ad accettare una situazione simile?

Shkyron
Crede che ci sia qualcosa che ci accomuna se siamo ancora lì..ma per quanto io mi sforzi di pensare a cosa potrebbe essere..non mi viene in mente nulla..Il tempo passa…e ad un tratto mi chiede se ho paura..un angolo delle mie labbra si alza in un sorriso e le rispondo di no rivolgendole la stessa domanda alla quale risponde anche lei di no ricambiando il mio mezzo sorriso…incrocio per un attimo il suo sguardo e lo distolgo immediatamente..le chiedo..come faccia a non avere paura di me…


Nerha

Come faccio a non avere paura di lui?Beh tanto per cominciare è innocuo!E poi per secondo…beh se pur avessi paura di lui non lo darei a vedere,mai mettere in evidenza le proprie debolezze.Tuttavia non è solo per la mancanza dei suoi poteri che non ho paura di lui…Sento che in questo momento posso fidarmi malgrado possa considerarlo un rivale,fuori da questan stanza…

Shkyron
ho qualcosa che la spinge a fidarsi di me…le chiedo con stupore cosa sia che la spinge a fidarsi di uno come me.. e aggiungo che non la considero una rivale come lei ci ha definiti poco prima.. nel senso che non arriverei mai a ferirla..a farle del male..mi risponde che è proprio quello che la spinge a fidarsi di me… mi dice che percepisce sincerità nelle mie parole …per me è quasi un sollievo…

Nerha
Dopottutto l’unica cosa che mi rimane da fare è rassegnarmi alla situazione e viverla con più serenità.Per fortuna che c’è Shkyron a infodermi calma,due pazzi nevrotici chiusi in una stanza sarebbero stati di troppo!Ci sarebbero state scintille anche senza poteri magici!L’unica cosa che mi turba è questo freddo che sembra entrarmi nelle ossa,dopotutto ero vestita per andare a dormire…

Skhyron
le chiedo anche se le crea disagio che le stia accanto ed anche a quello mi risponde di no..dinuovo un sollievo per me…mi dice anche che è meglio se stiamo vicini per il freddo che c’è…annuisco e vedendola tremare dal freddo mi avvicino sedendomi accanto a lei… le chiedo se ha freddo e i piccoli brividi sul suo corpo parlano per lei…le appoggio un braccio attorno alla spalla portandola ad adagiarsi sul mio corpo per riscaldarla.. o per lo meno non farla morire di freddo…

Nerha
Odio il contatto umano.Ma qui la realtà la percepisco in modo diverso,è ovattata,quella stanza è un piccolo mondo dove posso far accadere tutto.Non mi allontano quando si avvicina per farmi caldo,anzi la prendo molto bene visto che sto letteralmente tremando!Mi stringo a lui,a uno sconosciuto,e mi viene la voglia di sapere un po’ più di lui…Mi ricordo che durante il nostro primo incontro mi aveva rivelato di volersi trasferire a Pog…

Skhyron
…Mi domanda anche del perché mi trasferirò a POG,me l’ero lasciato sfuggire il giorno che siamo incontrati sulla spiaggia… la mia risposta è vera nature pura… le rispondo che è per la creatura più bella e meravigliosa che io abbia mai incontrato…

Nerha
Amore?E’ solo l’amore per una donna che lo spinge a compiere un passo cosi difficile?Sarò insensibile ma non riesco a capirlo,o forse è solo perché io non ho mai provato un simile sentimento.Mi rendo conto per la prima volta che quell’ardore,quella forza che leggo nelle sue parole dettate da tanto trasporto,mi manca un po’.E lo invidio…

Skhyron
Per Nèmesi, potrei fare qualunque cosa … sembra dispiaciuta in qualche modo.. sentendola ancora un po’ fredda mi sfilo la giacca adagiandola sul suo corpo mentre si tira su a rimettersi seduta composta…parliamo un po’ anche di lei e sembra che piano piano iniziamo a capirci..Ad un tratto dal nulla esce una porta strana…di legno intagliato…mi alzo avvicinandomi ad essa ed appoggio cauto una mano sulla maniglia guardando per un attimo Nerha che nel frattempo si è avvicinata a me…torno a guardare la porta fiutando qualche odore…sento quello della folta vegetazione a POE e POG… apro la porta di scatto e ci ritroviamo di nuovo al fiume tra POG e POE….siamo liberi…salutandoci sorpresi avanziamo ogni uno ai nostri castelli senza aprire bocca…

Nerha
E’ cosi si ritorna alla realtà come se niente fosse,ma qualcosa ho capito grazie a Skhyron:voglio amare…

Skhyron e Nerha


 
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mary&dory
view post Posted on 1/5/2009, 22:16




Daventh&Diantha



Daventh
Il freddo del marmo posto sotto la mia pelle mi ridestò repentinamente. Non mi ero reso conto di alcun spostamento. Non ero più nel mio letto, di questo né ero sicuro, la buia stanza in cui mi trovavo non aveva alcunché di familiare. Sbattei le palpebre, affinché le pupille si abituassero a quel buio profondo, notai una piccola finestra, ed una lanterna che illuminava precariamente la stanza.
Mi alzai, tastando lentamente la parete. Cercavo un pomello, una maniglia, una chiave per poter uscire da quel luogo a me sconosciuto.

Diantha
Socchiusi gli occhi piano, cercando di abituarli al buio, all’oscurità che avvolgeva ancora ogni cosa attorno a me, un po' intontita cercai di capire dove mi trovavo tastando le pareti... e intanto mille domande affollavano i miei pensieri: "Dove mi trovo? Come ci sono arrivata qui? E soprattutto... come ho fatto ad addormentarmi?" ...e mentre ero assorta in questi pensieri sentii un respiro oltre al mio... sentii di non essere sola.

Daventh
Acquisii in un attimo una perfetta posizione eretta. Le mie pupille scure ormai avevano oscurato completamente le mie iridi celesti. Un movimento nell’ombra attirò la mia attenzione. Mi voltai, fulmineo, ed osservai i lineamenti snelli di un essere sollevarsi. Non provavo timore, non sentivo necessario quel sentimento, al momento. Socchiusi le labbra e, con un tono che ricordava i venti gelidi siberiani, parlai: “Chi siete?”

Diantha
La sua voce gelida e sicura mi fece raggelare il sangue... senza che io potessi controllarle le mie ali cominciarono a battere lievemente... raggelata non trovai il coraggio di avvicinarmi a quell'essere e con voce timorosa e flebile dissi ... "Voi chi siete? Dove sono?"

Daventh
Notai un improvviso movimento alle spalle della creatura. Appoggiai fulmineo una mano sul pugnale che portavo attaccato alla cintola, il contenitore era vuoto. Restai sorpreso di ciò. Non avevo né poteri né armi. In caso di attacco avrei risposto solamente con le mie nude mani.
Quella creatura era immobile, e nel momento in cui proferì parola mi resi conto che non avevo alcun motivo per cui provare timore. Risi sonoramente. Ero rinchiuso in una stanza vuota ed oscura con una ragazzina. “Se solo avessi la consapevolezza di ciò, secondo voi starei ancora qui a perdere tempo?” risposi seccato alle sue domande. O meglio risposi solo alla seconda in quanto non avevo alcun interesse a mostrarle la mia identità.

Diantha
La sua voce sprezzante e vagamente conosciuta mi procurava un sottile fastidio... non sapere con chi stessi parlando mi inquietava... decisi di rispondere ugualmente... "E così anche voi siete stato portato qui privo di sensi... scusatemi... pensavo foste voi la causa di tutto ciò... in ogni caso il mio nome è Diantha" restai nel mio angolino senza muovermi... in fondo non sapevo se quell'essere fosse pericoloso oppure no...

Daventh
Inarcai un sopracciglio ascoltando ciò che diceva.
Diantha, un nome che decisamente non mi era nuovo, ma che nella mia mente non suscitava alcun interesse. “Io la causa di tutto? Che pensiero gentile signorina.” Notando la sua riluttanza all’avvicinarsi, lo feci io cautamente.
Alle spalle della ragazzina vi era una piccola finestra sbarrata, potevo vedere chiaramente il mare che si stagliava infinito nella notte. La luce della lanterna illuminava i contorni della creatura, lasciando nell’ombra i lineamenti del viso. Feci un ultimo e lungo passo verso di lei, mi trovavo ad un passo dal suo esile corpo ed ancora non potevo osservare per bene il suo viso.”Se solo vi giraste cara, Diantha, potrei vedere il vostro viso.”

Diantha
Era vicino... troppo vicino... mi inquietava la sua presenza, la sua figura vagamente visibile mi suscitava brutte sensazioni... era come se un ricordo lontano fosse tornato a tormentarmi... ma in ogni caso non si era dimostrato ostile... era solo una mia sensazione... e poi... poteva essere il mio unico alleato in quella situazione assurda... quindi mi voltai... lasciando che la luce della lanterna investisse il mio viso tracciandone i contorni... "Ora sareste così gentile da fare lo stesso?"

Daventh
Osservai dapprima la precaria lanterna ed in seguito il viso della ragazzina. Inclinai il capo. No, non né conoscevo le fattezze. Solo il nome risuonava, ancora, nella mia mente.
Con un breve passo mi avvicinai al muro, tentando di mostrare i miei chiari lineamenti. La mia altezza non aiutava, non ero completamente illuminato, così, mostrando un briciolo di gentilezza, mi abbassai leggermente. Ora la luce poteva delineare perfettamente il mio viso.
Riacquisii, velocemente, una posizione eretta. “Perfetto, Diantha. Ormai conoscete il mio viso quindi mi sembra inutile non farvi presente il mio nome. Sono Daventh. Il Drow.”
Ripensai così alle parole di Alariel, al fatto che ero differente e quasi sorrisi di cio’.

Diantha
Un Drow.... il mio cuore batteva all'impazzata... indietreggiai lentamente... trovandomi presto spalle al muro... Daventh... questo nome... dove avevo sentito questo nome... possibile che lo avessi già conosciuto? possibile che lui fosse il pallido Drow di cui tutti parlavano? il mio cuore non voleva saperne di calmarsi... guardavo un po' in tutte le direzioni cercando freneticamente una via di fuga... non avevo scampo... ero sola con un Drow... avevo la consapevolezza che stanotte la mia vita sarebbe finita…

Daventh
Appoggiai la schiena al muro riflettendo sul tempo che avremmo dovuto passare in quella stanza.
Nel mentre stavo pensando, notai, con la coda dell’occhio, Diantha lentamente allontanarsi. Mi voltai leggermente perplesso. “Qualcosa vi spaventa?” La mia schiena non si mosse di un millimetro. Restai, tranquillo, appoggiato al muro. Non avevo la minima idea di cosa potesse spaventare la fanciulla.

Diantha
“Voi mi spaventate!" lo guardai con uno sguardo di disprezzo misto a paura... anche se il mio destino era forse già segnato non avrei lasciato che lui facilmente potesse arrivare a me... sentivo che il mio potere non scorreva più nelle mie mani... non potevo difendermi...le parole uscirono dalla mia bocca come frecce... colme di disprezzo.. "Siete un Drow"

Daventh
Quel suo modo di constatare che ero un Drow, era particolarmente irritante. Mi voltai completamente verso di lei e la osservai arcigno. “E dunque? Qualcosa che non va con la mia natura?” Il mio tono di voce era glaciale. Non amavo essere criticato, né tanto meno additato per la mia natura. Mi avvicinai e le alzai il viso violentemente. “Non fatemi irritare signorinella, non ho alcuna intenzione di passare del tempo in questa stanza con un individuo tremolante e spaventato. Non desidero consolare una fatina impaurita. Non sono una balia”.
Non le lasciai il mento, la fissai negli occhi attendendo una sua reazione.

Diantha
Quella mano sul mio viso... come aveva osato toccarmi con quelle mani sporche di sangue innocente?... gliela spinsi via e lo allontanai con tutte le mie forze "Non mi toccare!!!" gli urlai in faccia e lo guardai come se fosse il peggior essere sulla faccia della terra... e probabilmente lo era sul serio...

Daventh
La guardai, non comprendevo una così violenta ed improvvisa paura nei miei confronti. Non ostacolai i suoi gesti e tornai nella posizione che avevo tenuto prima. La osservavo, non un filo di preoccupazione attraversava il mio viso. “Dunque, siete impazzita o questa vostra paura è giustificata?” Chiesi pacato, cercando di non peggiorare la situazione in quel buco che ci conteneva. Non avevo molto interesse ad avere una sua spiegazione, ma almeno volevo accertarmi di non essere stato rinchiuso con una matta in una stanza.

Diantha
"Quale giustificazione migliore della tua stessa natura? Un Drow... un assassino a sangue freddo... peggiore dei licantropi e dei vampiri... almeno loro sono condannati per natura a cibarsi di sangue... voi Drow..." la gola mi si chiuse a pronunciare quella parola ma ripresi a parlare con voce flebile "Non lo fate per sopravvivenza... siete dei mostri"

Daventh
Appoggiai stufato due dita sull’attaccatura del naso. Quella donnina aveva la capacità di farmi arrabbiare. “Mostri dite?” riflettei su quelle parole, non mi ero mai visto sotto quella strana prospettiva. Era strano. Nulla di quel che facevo, o che la mia razza faceva mi aveva mai turbato. Era un semplice stile di vita, almeno così mi avevano insegnato. “Io agisco come preferisco. Non mi serve una fatina a farmi cambiare idea sulle mie azioni!” Nel mio tono si contraddistingueva, perfettamente, la rabbia. Tolsi la mano da mio viso ed incrociai le braccia al petto.
Inclinai il capo e sorrisi. “Quindi ogni mia azione vi spaventa a morte ora?” Risi di ciò.

Diantha
Quella sua risata non faceva altro che inquietarmi ancora di più... maledetto... rideva delle mie paure... dovevo calmarmi, non potevo dargli il vantaggio di essere l'unico con una mente lucida "Ridi delle mie paure? ti prendi gioco di me?" strinsi i pugni... dovevo fargli capire che non ero così spaventata da non reagire... "Come se io non sapessi tu chi sei in realtà?... mi ricordo di te..." dannazione perché lo avevo detto... non ero nemmeno sicura che fosse lui... anche se quello sguardo... non potevo dimenticarlo... lo vidi una sola volta molto tempo fa eravamo entrambi piccoli e lui come me era rinnegato dalla sua gente poiché considerato diverso...

Daventh
Sorrisi macabro. “Non mi prendo gioco di voi, cara. Mi diverte semplicemente il terrore che vi attraversa lo sguardo.” Mi staccai dal muro, non trovavo più alcun motivo per restare sotto la luce. Rendermi visibile non rendeva il gioco divertente. Ma mentre rivolgevo le spalle alla ragazza qualcosa attirò la mia attenzione: “Mi ricordo di te”. Un brivido mi attraversò la schiena. Si ricordava di me. Sapeva chi ero. Com’era possibile una cosa simile?
Mi voltai e repentino mi avvicinai a lei, alle sue spalle. Il mio respiro sul suo collo. “Vi ricordate di me, ed io non ho alcun ricordo di voi. Che disdetta!” Mi mostrai tranquillo anche se dentro di me un tumulto di pensieri, ricordi spezzati mi lacerava.

Diantha
"Non sono sorpresa che voi non ricordiate" sforzai un sorriso, per nascondere la paura... il suo fiato sul mio collo non aiutava... ma continuai a parlargli "eravamo due bambini... forse questo nome vi porterà alla memoria dove ci siamo incontrati... Nòre Isil... il villaggio che la vostra gente ha fatto cadere in rovina... sacrificando sangue innocente alla vostra spietata dea" mi girai di colpo guardandolo negli occhi... l'odio nei miei occhi era palese... non mi importava cosa mi avrebbe fatto... la mia rabbia non conosceva paura adesso.

Daventh
Mi sentivo stranamente inquietato. Il respiro mi si ruppe. Per una attimo, che mi sembrò eterno, ci fu solo il silenzio.
La guardavo, non ricordavo di lei, non ricordavo di Nòre Isil. Ma qualcosa nelle sue parole rievocava ricordo sfocati. Ricordi che mi erano stati prontamente eliminati dalle mie infantili membra.
Feci un passo indietro, appoggiandomi una mano sul viso. “Non dite oscenità! Io non vi conosco, il mio passato mi è stato cancellato ed io non ho alcun motivo per farlo ridestare! Non desidero ricordare!” Avevo impiegato anni per smettere di cercare il filo conduttore della mia vita passata. Anni d’ombra, anni di solitudine e terrore. E dopo tutta quell’immensa fatica, ora c’era lei a distruggere tutto. Non era giusto, minimamente giusto.

Diantha
"Non possedete ricordi della vostra infanzia?" Possibile? Possibile che dicesse la verità? "Meglio per voi... vorrei dimenticare anche io di avervi visto... di aver visto il vostro popolo... mi ricordo di voi perchè inizialmente pensai che fossimo uguali... due diversi.... due esseri a nostro modo maledetti... ma questo è stato prima di vedere di cosa era capace la vostra gente..."

Daventh
“No, non possiedo alcun ricordo.” Risposi sincero. Quei suoi occhi indagatori mi uccidevano. Mi sentivo sporco. Lo ero, in effetti.
Sospirai sonoramente. Non potevo restare nell’ombra, non potevo non conoscere il mio passato. Mi si stava presentando, apertamente, davanti ai miei occhi l’unica mia fonte di conoscenza. Appoggiai le mie mani sulle sue spalle, strinsi quasi come cercando di ancorarmi a quell’unico filo che legava la mia vita.
Ma mentre stavo per proferir parola, il fiato mi si spezzò in gola. Appoggiai una mano sul collo. Non potevo parlare. Ogni mio arto, ogni mio organo non rispondeva più al mio comando. Sentii, in seguito, il freddo del marmo accogliere il mio corpo caldo.
E fu così che mi ridestai, sudato, nel mio letto. Il respiro irregolare, il cuore impazzito. Era stata tutta un’illusione? Il frutto di una bevuta di troppo?
Scossi il capo e mi alzai frastornato. Lento mi avvicinai alla finestra e restai così, silenzioso, a riflettere, mentre l’alba salutava, gioiosa, queste lande oscure.

Diantha
Sembrava sincero... non ricordava ... mi mise le mani sulle spalle...anche se sembrava minaccioso però non mi sentii in pericolo... in quel momento mi dimenticai quasi che fosse un Drow... ma proprio mentre stava per chiedermi qualcosa sentii un torpore lungo tutto il corpo... le immagini diventarono sfocate e non sentii più le sue mani sul mio corpo... un battito di ciglia... e quando riaprii gli occhi ero nella mia stanza, nel mio letto... ma fui subito consapevole di una cosa... non era stato un sogno...

SPOILER (click to view)

M&D

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Edited by mary&dory - 2/5/2009, 16:03
 
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Prince e Nickolas



Nickolas
Apro gli occhi in un colpo solo. Sono disteso a terra, il pavimento è freddo, sebbene non possieda un vero corpo la temperatura gelida del marmo riesce quasi a penetrarmi dentro. Non capisco. Mi sono svegliato. Vuol dire che dormivo. Ma non ricordo di essermi addormentato. Io, se dormo, lo decido da solo e lo faccio come e quando mi pare. Qualcuno mi avrà giocato un brutto scherzo. Non capisco come ci sia riuscito. Sarà sicuramente opera di chi in quest’isola si diverte ad avere il potere. Nessun altro potrebbe mai farmi una cosa simile.
Non mi alzo subito. Mi metto soltanto in ginocchio. Non riesco a capire dove sono. Non conosco questo posto, non mi pare di esserci mai stato prima. Solo in un angolo c’è una piccola lanternina che emana una flebile e delicata luce. Purtroppo illumina solo poche mattonelle attorno ad essa. Non si riesce a vedere altro. Anche se stropiccio gli occhi non riesco a scorgere oggetti o cose attorno a me. I miei occhi devono ancora abituarsi al buio.

Prince
Buio. L’oscurità più assoluta mi avvolge a tal punto che non riesco neppure a capacitarmi della posizione in cui mi trovo. Senz’altro sono disteso, sento i piedi nudi gelare al contatto con il pavimento e rabbrividisco. Piano cerco di alzarmi, o quantomeno mettermi seduto. Tasto il marmo sotto le mie mani e cerco un appiglio per tirarmi su. Dietro di me c’è una parete, all’apparenza sembra composta di pietre, scure anch’esse suppongo, non distinguo alcun colore se non il nero del buio. Poggio la schiena al muro e cerco di riflettere, le gambe incrociate come le braccia al petto. Ricordo soltanto che mi trovavo al fiume, poi il nulla. Mi chiedo se è trascorso più di un giorno prima di svegliarmi, mi domando se sono stato rapito, o se è solo un’altra prova, come quella affrontata poche settimane fa. Ma a differenza di quella, mi trovo solo nell’oscurità. Sbatto ancora gli occhi, questa volta mi sembra di vedere una luce, come intrappolata tra sottili sbarre che riconosco come parte di una finestra. Una prigione? Non mi avvicino, ma sposto lo sguardo in cerca di qualcosa di concento e chi mi dia un indizio sul posto in cui mi trovo. Avverto dei rumori provenienti dal punto opposto al mio. Topi, forse. Alla parete di fronte a quella con la finestra individuo una lanterna, ma la flebile luce emanata da essa non basta se non a illuminare gli immediati dintorni e a permettermi di riconoscere il materiale di composizione della stanza. Marmo nero sia alle pareti che al pavimento. Sbatto ancora le palpebre sperando di vedere qualcosa in più del nulla.

Nickolas
Mi alzo finalmente in piedi e cammino adagio verso la luce. Da lì proseguo a tastare tutto il muro con le mani. E’ freddo anch’esso. Nero e gelido. Avanzo di lato, lentamente provando a cercare a tentoni un appiglio, qualcosa che somigli alla maniglia di una porta, un catenaccio, qualsiasi cosa. Devo muovermi con estrema cautela. Non immagino chi abbia potuto portarmi qui né perché l’abbia fatto. Non so neppure se sono solo. Oltre alla piccola lanterna scorgo soltanto ora una minuscola finestra con le inferiate davanti. Dove diavolo sono? Cos’è questo posto? Sento una specie di fruscio, ma non riesco a comprendere da che lato della stanza provenga
Mentre continuo ad avanzare a tentoni lungo i muri inciampo col piede in qualcosa che intralcia il mio avanzare e inevitabilmente cado a terra.

Prince
Gli occhi si stanno pian piano abituando al buio, finalmente distinguo una figura che si avvicina tentoni a me. Io rimango impassibile nella mia posizione. Che sia chi mi ha portato qui dentro? Che voglia spiegarmi il perché della strana situazione? La riconosco chiaramente come una figura maschile, sto per parlare, per chiedergli chi è e cosa cerca da me, ma, colpa della sua disattenzione, inciampa su di me e cade rovinosamente sul pavimento. Stringo gli occhi, cercando di vederlo meglio, ormai sono certo che, chiunque egli sia, non è chi mi ha mandato qui. Corrugo la fronte, una creatura bionda e di sesso maschile si trova distesa a poca distanza da me, le sue gambe ancora riversate sulle mie.
“Ma chi cazzo..”, non termino la frase che lo spingo con forza in avanti, levandomelo di dosso. Mi alzo in piedi e rimango in silenzio con le braccia conserte, lo sguardo che si muove dalla creatura alla finestra e alla lanterna.

Nickolas
Come un’idiota non riesco a tenermi eretto senza appigli e cado addosso a questa “cosa” che mi si para di lato all’improvviso durante la mia perlustrazione. Come potevo vederlo? I miei occhi stanno, per quanto possono farlo, scrutando il muro con la massima attenzione, più che gli occhi sono le mie mani a scrutare il muro in ogni angolo, ero così concentrato e attento a palpare il marmo per trovare una via di uscita che qualsiasi altra cosa non aveva importanza. E invece, non solo inciampo su di essa, ma questa “cosa” parla pure! Non sono solo! C’è un’altra creatura con me. Un essere maschile per la precisione. Ora ne scorgo i lineamenti. Non c’è dubbio. Non sono sicuramente le sembianze di una bella ragazza. La voce me ne dà una conferma.
Mi rialzo per rimettermi in maniera dignitosa a posto, mi sistemo la camicia e sbatto la polvere via dai pantaloni.
“Chi diavolo è a intralciarmi?” Chiedo mantenendo un tono serio e deciso, ma allo steso tempo calmo e pacato.

Prince
Osservo il mio compagno di cella alzarsi in piedi e pulirsi gli abiti, mentre io rimango immobile con le spalle contro il muro. Una voce maschile, pacata, chiede chi è a intralciarlo. A intralciarlo? Non sono di certo un oggetto! Infilo le mani nelle tasche e rifletto ancora sulla possibile risposta. Decido di non parlare e rimango in silenzio nella mia posizione. Lo studio con attenzione, i capelli sono biondi come quelli di Ailea, ma di certo non è un angelo. A giudicare dal modo di parlare sembra essere di Point of Evil, che assurda situazione è mai questa?

Nickolas
Silenzio. Non ottengo alcuna risposta. Le ipotesi sono varie. O non può parlare per qualche malformazione, o ha paura o si sta preparando ad agire contro di me per qualche assurdo motivo. Gli occhi si sono abituati al buio e vedo quest’essere seduto a terra appoggiato al muro completamente fermo e zitto. Non so se tentare di provocarlo per ottenere una sua reazione o lasciarlo perdere e continuare quello che stavo facendo. Non so chi sia né cosa voglia da me, per ora non posso sottovalutare la situazione. Non devo perderlo d’occhio, anche se è complicato essendoci solo una fioca luce ad illuminarci. Sono comunque abbastanza tranquillo, continua a non reagire. Bene allora proseguirò nei miei intenti. Mi rimetto nuovamente a tastare i muri per cercare la mia via di uscita da quel posto.

Prince
Mi dirigo senza indugi alla fioca luce emanata dalla lanterna appesa al muro, mi appoggio al muro sotto di essa e osservo il mio compagno di cella. Sembra star esaminando la situazione, esattamente come me. Ed ecco che riprende a camminare, forse era questo che faceva prima di piombarmi addosso. Man mano che si avvicina alla luce riesco a vederlo meglio. Ha una cicatrice sull’occhio e i capelli, lisci e biondi, sono proprio come li avevo visti al buio. Il silenzio, interrotto solo dallo strascicare dei suoi passi, mi infastidisce più del solito e la curiosità, mio peccato più grande, si impossessa di me. Voglio sapere dome mi trovo e perché.
“Chi sei?” A voce bassa parlo per la prima volta, potrei anche sussurrare talmente regna il silenzio

Nickolas
Finalmente sembra muoversi. Mi fermo, ruoto lentamente la testa verso di lui. Si è messo sotto la lanterna, forse desiderava farsi vedere. La sua pelle sembra talmente chiara sotto quella luce. E ha uno strano tatuaggio sul volto, sembra un ragno. Mah… de gustibus…
Poi si decide a parlare, non per dire qualcosa di sensato, ma per chiedermi chi sono. Che potrebbe anche sembrare sensato da parte sua, probabilmente si starà chiedendo da che parte sto. Ma in questo momento trovavo più sensato se si fosse proposto di darmi una mano a cercare il modo di uscire da lì.
Decido di esitare un attimo a rispondergli, lo fisso un po’ negli occhi, serio e deciso. Accenno appena a un ghigno e poi con calma rispondo. “Nickolas” mi limito a dirgli. “Ora che lo sai sei soddisfatto?”

Prince
Sfacciato. Non perdo la mia calma e rispondo pacatamente.
“Non considererei una soddisfazione avere a che fare con tipi come te” E’ di Point of Evil, senza dubbio. Per quanto io possa essere taciturno e scontroso a volte, avverto in lui un chè di malvagio. “Prince..” Mi presento anch’io, per buona educazione. Avrei dovuto immaginare che dietro un aspetto tanto angelico si nascondesse una creatura malvagia. L’aspetto inganna, ed io ne sono testimone. Non ho intenzione di parlargli ancora, mi auto convinco che non ne vale la pena. Riprendo la mia esplorazione e in pochi passi sono alla finestra con le sbarre. Sento lo sguardo di Nickolas puntato su di me. Un vento fresco e leggero mi inonda il viso, al di là delle sbarre in ferro vedo una distesa di acqua in movimento, nessun riflesso su di essa, è notte e in cielo non ci sono stelle. Davanti a me il mare. Cerco di ricordare come sono finito qui dentro, di elaborare un piano per uscire, ma niente. Solo buio e silenzio intorno a me.

Nickolas
Bene! Ha anche il coraggio di dire qualcosa. Non posso fare a meno di trattenere una piccola risata a denti stretti. Però sembra inerme, perché oltre a quella frase non dice e non fa altro. Si limita soltanto ad affacciarsi a quell’insulsa finestra da cui non si può uscire, e che per me potevano anche fare a meno di costruire. Anche il suo viso sembra spento. Un tipo davvero pacato e io con quelli così non mi diverto perché sono inutili come esseri. Continuo a seguirlo con lo sguardo. Mi piacerebbe sapere cosa pensa… o forse no? Cosa mai potrà pensare uno come lui? Non sembra un combattente. Anche se siamo in due di sicuro questo non mi aiuta. La via di fuga da questa cella squallida me la devo trovare da solo, che se aspetto lui ci posso anche marcire qui dentro. Ma non posso esimermi dal dirgli quel che anch’io penso di lui “Anch’io non considero soddisfacente stare qui con te. Di certo non mi stai aiutando ad uscire. Forse non t’importa di tornare là fuori…”

Prince
Lo sguardo verso il mare che tanto adoro, rispondo alla sua provocazione e abbozzo un sorriso. “Non aiuto chi si diverte nel far soffrire gli altri” In fondo, perché dovrei farlo? Perché aiutare ad uscire un essere tanto superficiale da torturare povere creature per il solo gusto di farlo? E’ di Point of Evil e se è li che abita un motivo ci sarà. Le creature come lui mi ricordano troppo mio padre, mi riportano alla mente tutta la povera gente sacrificata per divertire mio padre. E l’odio entra a far parte della creatura buona quale sono che non attacca se non per difendersi. E in questo momento la cosa che più voglio dopo uscire dalla squallida cella in cui mi trovo, è difendermi.

Nickolas
Un ghigno più marcato si disegna sulle mie labbra. “C’è chi si diverte col sangue e chi invece raccogliendo fiori nei prati”. E tu appartieni sicuramente alla seconda categoria, penso tra me. Ho capito che appartiene alla razza dei buoni fin dal primo momento. Per fortuna che ci sono i buoni nel mondo. Sennò non ci sarebbe più alcun divertimento. Istintivamente mi porto una mano alla tasca laterale dei pantaloni. Cazzo. Non ho il pugnale. E non credo affatto che me l’abbia preso lui. Cosa se ne farebbe. Chi ci ha chiuso qui mi ha tolto le armi. E io come gioco con questo? Lo dovrei strozzare subito? Bah, magari una volta usciti, ma adesso la cosa che più mi preme è andarmene da qui. E forse, costui è un essere che non merita di morire. No, forse merita di vivere questa sua vita monotona nella convinzione di essere nel giusto.
“Aiuta almeno te stesso ad andartene!” e mentre lo dico riprendo a perlustrare il muro. Se troverò la porta di sicuro non glielo dirò.

Prince
Strano. Ero convinto mi stesse per attaccare. Mi stringo nelle spalle pensando tra me e me e mi volto verso di lui. Lo vedo esaminare ogni singolo punto delle pareti e sorrido. Ho già guardato io, non c’è via di uscita. Ma allora, come ci hanno condotti qui? Metto le mani in tasca e muovo le dita dei piedi scalzi, il pavimento è freddo. Mi concentro sulle lastre di marmo sotto di me e cerco di riscaldarle, non so quanto tempo dovrò stare rinchiuso qui dentro con quell’essere, ma vale la pena rimanere quantomeno al caldo. Ma.. Mi sforzo di più e.. Niente, sembra che i miei poteri non funzionino qui dentro. Ecco spiegato perché Nickolas non mi ha attaccato.
“E’ inutile. Ho già esaminato ogni singolo punto della stanza, non c’è nient’altro che il nulla. E da questa finestra riesco a vedere solo il mare, un enorme distesa di mare. Né isole, né alberi, né nient’altro ci possa condurre via di qui. Non vedo nemmeno alcun messaggio che ci spieghi cosa fare, dunque per me è solo questione di tempo..”
Come al solito parlo più con me stesso che con colui che ho di fronte, ma lo guardo senza distogliere i miei occhi da lui e da ciò che sta facendo.

Nickolas
Nel sentire quelle parole mi fermo di colpo e mi giro a guardarlo con sguardo serio. Lui è lì, quasi immobile e con le mani in tasca e ormai sembra totalmente arreso. Mantengo gli occhi fissi su di lui mentre mi sposto dal muro per andargli appena più vicino. “E quando avresti esaminato la stanza, se te ne stavi seduto quando ho inciampato su di te mentre mi davo da fare? Dovresti credere più nelle tue forze e mai perdere la speranza…” Ma che cavolo dico? Gli do consigli adesso? Che faccia pure come crede, non mi riguarda. Mi avvicino alla finestra per guardare fuori da lì per la prima volta da quando sono dentro quella sorta di cella. E’ davvero come ha detto Prince: solo l’immensità del mare ci circonda e nient’altro.
Nella stanza non ci sono neppure oggetti utili da utilizzare per tentare di segare le sbarre. Nulla. Solo noi due e una lampada. Davvero uno scherzo di cattivo gusto.

Prince
Adesso si azzarda anche a darmi dei consigli? So quel che dico e se ancora non ha trovato via d’uscita questa ne è la conferma. Si avvicina alla finestra, sento la sua spalla scontrarsi contro la mia mentre si avvicina. Sorrido soddisfatto quando si rende conto che quel che dicevo corrispondeva a verità. Scocciato mi allontano e mi dirigo verso la lanterna, allungo un braccio per afferrarla, inizialmente sembra opporre resistenza, ma finalmente la afferro tra le mani. Velocemente esamino ogni punto della cella facendomi luce con la lanterna, assolutamente nulla. Lo guardo come chi ha finalmente dimostrato di aver ragione, la lanterna che mi illumina il viso. Torno accanto a lui che si trova ancora alla finestra con le sbarre e gli porgo la lanterna. Non dico nient’altro, non ha senso.

Nickolas
“Mai sentito parlare di passaggi segreti tu, vero? Pensavi davvero che dopo averci chiuso qui ci avrebbero messo una porta a disposizione per uscire?” lo fisso sempre negli occhi dopo averlo seguito mentre cercava di dimostrarmi a suo modo le sue teorie. Evidentemente no, non ne ha mai sentito parlare. Aspetta che la porta gli piombi dal cielo, che una maniglia gli compaia davanti e non comprende il fatto che se non vi sia un’uscita visibile davanti ai nostri occhi non vuol dire che non vi sia un’uscita in assoluto. Io invece detesto stare a guardare e aspettare che qualcuno si ricordi di me. Non faccio mai affidamento sul fato né su alcuno. Ma questo è un mio modo di pensare che a quanto pare il mio compagno non condivide, e di prove me ne ha date a sufficienza. Però adesso inizio veramente a innervosirmi.

Prince
Effettivamente non avevo pensato alla possibilità di passaggi segreti. Con una mano continuo porgere la lanterna al mio compagno, con l’altra afferro la sbarra della finestra e la stringo tra le mani, come a volermi assicurare che non ci sia un qualche bottone che serva ad aprirci una via d’uscita. Ma niente, lascio la presa e osservo Nickolas alla luce della lanterna. Ho avuto modo di conoscere le prove di Aether attraverso quella dei quattro elementi naturali, ma nessun passaggio segreto. Solo prove su prove pericolose e che per poco non hanno ucciso delle creature. Mi sembra dunque impossibile che il portarci via dall’isola e rinchiuderci in una stanza buia possa risolversi semplicemente grazie ad un passaggio segreto. Dev’esserci qualcosa di più complesso dietro. Forse il suo intento era quello di farmi impazzire, imprigionandomi in situazioni pietose e senza poteri in una stanza insieme ad una creatura opposta a me. Ma non avrebbe senso, non uno scopo preciso. Scuoto la testa distogliendo la mia mente da questi stupidi pensieri e mi rivolgo a Nickolas “Non so, mi sembra tutto così assurdo. Sarebbe una prova troppo semplice se si risolvesse attivando un passaggio segreto nascosto chissà dove. Mi riuscirebbe senz’altro più complicato passare una settimana rinchiuso al buio insieme a te. E non per il fatto di rimanere al buio di certo.”

Nickolas
Prince continua a porgermi la lanterna dalla debole luce, ma noto il suo sguardo quasi assorto in qualche pensiero relativo a cose di cui sono all’oscuro. Magari ci è già passato e ha preso l’abitudine… I miei occhi continuano a cercare i suoi per tentare di percepire cosa gli passi per la mente. Forse è qui da più tempo di me e di cose del genere ne ha già subite.
Rido divertito alla sua battuta, che comunque trovo alquanto irritante, pur se condivido lo stesso pensiero. “I passaggi segreti sono creati apposta per le menti acute che riescono a trovarli. E io spero di farlo al più presto perché non penso di riuscire a resistere qui dentro con te più di un giorno” e mentre affermo ciò mi avvicino a lui con sguardo deciso e sicuro, il mio solito ghigno disegnato sulle labbra. Voglio provocarlo e aspetto che sia lui a fare la prima mossa, per vedere che faccia farà quando si accorgerà che sarò immune ai suoi attacchi. Lui ci può anche marcire qui dentro, può morire di sete e di fame. Io invece posso vivere anche senza. E’ la legge del più forte. E tra noi due sono io.

Prince
Ride. Lo osservo incuriosito finchè non mi si avvicina con aria di sfida. Abbozzo un sorriso provocatore, probabilmente non sa che qui dentro i poteri non funzionano e che, quasi di sicuro, gli hanno sfilato qualsiasi tipo di arma che aveva addosso. Avvicino il mio volto al suo, guardandolo dritto negli occhi e continuando a sorridere. Sono io il buono, lui è il cattivo. Dunque cosa aspetta ad attaccarmi? Non vedo l’ora di gustarmi la sua espressione confusa non appena si accorgerà di non avere poteri, né armi. Intravedo il suo braccio che si muove verso di me e stringo i pugni. E’ una provocazione quella che aspetto. Improvvisamente sento un rumore, non riesco a distinguerne la natura, e mi ritrovo con gli occhi chiusi. Li riapro piano e una luce quasi mi acceca, mi volto e vedo la finestra di camera mia, sono disteso sul mio letto e tutto sembra normale. La stanza è esattamente come l’ho lasciata l’ultima volta in cui ci ho dormito. Che abbia solo sognato? E’ la prima volta che sogno qualcosa che non abbia già visto, e sembrava così reale.. Le sue parole risuonavano così vivide nelle mie orecchie, mi sembra ancora di sentirle.

Nickolas
Il mio pugnale ho già constatato di non averlo. Affrontare qualcuno a mani nude in realtà m’infastidisce e lo faccio se è proprio necessario. La cosa più divertente è quando rispondono alle mie provocazioni pensando davvero di riuscire a colpirmi e vedere la loro delusione sul volto quando si accorgono che sul mio corpo non compare alcuna offesa. Prince non accenna a iniziare un attacco, devo pure cominciare io…bah… ma nel mentre sollevo un braccio lui scompare. Tutto scompare! Per un attimo penso di essermi dissolto involontariamente, e con sorpresa e mezza delusione mi ritrovo in camera mia, davanti al comò in cui tengo la mia roba migliore. Apro il cassetto e mi preparo il tutto con la solita calma, mi siedo sprofondando nella mia poltrona preferita e fumo.

(spero non abbia dimenticato nulla per strada col copia e incolla)
 
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_mika_chan_
view post Posted on 3/5/2009, 22:23




Oneerya&Seras



SPOILER (click to view)
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Oneerya
che buio! perchè è così buio? ecco, si sono scaricate di nuovo le lucciole dentro la lampada che Lapin mi ha costruito, è la mia lucina notturna. Io ho paura del buio, perchè già mi perdo quando ci vedo...figuriamoci quando non ci vedo. E poi perchè sono per terra? Forse sono caduta di nuovo, sognando di finire dentro la botola... mi tocco gli arti, l'ultima volta mi sono incrinata una costola sognando di fare i tuffi dalla scogliera, invece era il letto e sotto mica il mare, ma il parquet. E soprattutto...dov'è Lapin? Non mi piace quando non c'è lui a proteggermi, sono tranquilla solo quando vedo le sue orecchiette pelose nel raggio di 5 metri da me. "Lapin? Sei andato a prendere le lucciole d'emergenza?"

Seras
Sbatto gli occhi e cerco di focalizzare dove sono. Ad un tratto è diventato tutto buoi e la temperatura si è abbassata. Mi rendo conto di essere stata trasportata in qualche luogo, ma non lo conosco. In breve tempo metto a fuoco, in fondo noi vampiri riusciamo a vedere benissimo anche al buio. Una finestra dalla quale non esce molta luce e poi una luce fioca di una lampada. Non faccio in tempo a guardarmi in torno per vedere se sono sola quando sento una voce. Lapin? No non sono un coniglio, se il mio francese non mi inganna.. Guardo verso di essa e mi accorgo che è una ragazza dai capelli biondi e la pelle chiarissima.. sembrerebbe una creatura di PoG ma non la conosco. I miei occhi rossi che al buio rispendono ancora di più la fissano.
“Mi piace non sono un lapin, ma un vampiro… spero non vi offendiate”

Oneerya
Occhi rossi, come quelli dei conigli. La voce mi è sconosciuta, mi sto quasi abituando alle tenebre e mi sembra di distinguere un sacco di capelli biondi come i miei, ma niente orecchie. Mi alzo in piedi e le tendo la mano "Ma no, io non mi offendo mai" Cavolo, adesso però mi viene un dubbio di quelli brutti..."Hai detto vampiro? Non ti sarai mica mangiata Lapin! E magari adesso vuoi mangiarti me!”
Istintivamente indietreggio e inciampo nel mio vestito, ho problemi di equilibrio fin dalla tenera età...e ovviamente finisco a terra. Mi rannicchio in un angolino, Lapin dice che funziona, che fanno così anche i porcospini, solo che io non ho le spine e non sono nemmeno...ok, certe parole non si dicono, lasciamo stare.

Seras
La guardo venirmi incontro e le sorrido, mi sembra una brava ragazza, ma non faccio in tempo a tenderle la mano che si riallontana subito “io non mangio gli esseri umani.. da quando sono qui mi nutro solo di sangue in bottiglia” poi guardo davanti a me e non la vedo più. Abbasso lo sguardo e la ritrovo a terra rannicchiata nell’angolo . mi tiro su un po’ il vestito e mi avvicino “Senti io sono Seras e non voglio farti nulla… questa è casa tua?”

Oneerya
“Sera? Non è che anche tu sei caduta dal letto e hai battuto la testa? Guarda che è notte..." Ok, mi sa che questa è più fuori di me...forse non è pericolosa...speriamo. "No, non è casa mia...siamo dentro la botola!"

Seras
Non ho capito un tubo, notte, botola. Mi avvicino e mi siedo accanto a lei. Solo ora noto le sue orecchie e sorrido “non credo sia una botola mia dolce elfa.. però hai ragione a dire che è notte” metto la testa sulle ginocchia e le sorrido. “non mi hai ancora detto come ti chiami”

Oneerya
Non è un vampiro cattivo, ha solo qualche problema nel riconoscere i momenti della giornata, ma in fondo chi non ha qualche problema? Le sorrido, è così carina, anche se i suoi occhi sono attraversati da una specie di velo...spero che sia malinconia e non la cataratta. "Io sono Oneerya, ma se vuoi puoi chiamarmi Uendi oppure Marianna. E tu?" Non mi ha ancora detto il suo nome, o se ne ha più di uno come me

Seras
Ora capisco cosa voleva dire con sera e scoppio a ridere “Ohmanuel scusami….. io sono Seras con la S finale… però se vuoi puoi chiamarmi Victoria, è il mio secondo nome” cerco di smettere di ridere e mi asciugo le lacrime “come mai…. Marianna hai così tanti nomi te?” la osservo mentre gesticola con la mano e muove le orecchie. Questa ragazza è davvero solare, forse un po’ svampita ma chi sono io per giudicare?

Oneerya
Che strana lingua quella dei vampiri, aggiungono una s alla fine delle parole...quante cose si imparano qui a Return! Victorias è carina, magari diventiamo amiche e la invito a casa a mangiar lo stufato. Niente sangue in bottiglia, però, che mi fa impressione. "Non lo so, Lapin mi chiama così e se lo dice lui io mi fido...comunque Victorias è proprio un bel nome! Ti piace lo stufato?"

Seras
Alzo un sopracciglio, che mi stia prendendo in giro? No mi sa che è proprio toccata…. Continua a parlare di conigli.. magari è il suo amico immaginario, meglio non contraddirla “No, bevo solo sangue, mi dispiace.. però poso farti compagnia mentre lo mangi con il tuo amico coniglio eh?” mi fermo a guardarle le orecchie che si muovono in continuazione. Che belle.. sono quasi ipnotiche a pensarci bene.. magari è il suo potere. Scuoto la testa e torno a guardarla sorridendo.

Oneerya
Ci rimango un pò male, soprattutto all'idea che qualcuno possa preferire il sangue allo stufato. Insomma, il sangue è liquido, puzza e sporca dappertutto...ma non voglio contraddirla, è la mia nuova amica. "Sì, io e Lapin abbiamo una casetta con l'orto in mezzo al bosco...tu ce l'hai un orto che coltivi con qualcuno a cui vuoi tanto bene?

Seras
Scuoto la testa sorridendo “no, niente orto” ma parla ancora di questo coniglio.. vorrei davvero capire se esiste o meno “Scusa Marianna ma questo *lapin* è reale? O magari vive nel mondo dei tuoi sogni?” speriamo non ci resti male perché se scoppiasse a piangere sarebbe un bel casino. Cerco di sorriderle tranquilla.

Oneerya
Ma che domande...neanche fossi una pazza visionaria che vede la realtà distorta! "Lapin è un bianconiglio, è realissimo e tanto bello...così biondo, le orecchie tutte morbide, sempre tutto elegante con le sue magliette rosa...e poi sa un sacco di cose, mi sta insegnando tutto quello che so!" Mi scappa un sospiro "Nei miei sogni è ancora meglio, ma sono contenta anche così"

Seras
Cerco di non riderle in faccia e assumo in espressione seria e interessata “Dunque è un bianconiglio eh?” non ho la più pallida idea di cosa sia ma ovviamente faccio finta di si e annuisco “capisco.. e dimmi Marianna.. siete per caso fidanzati? E’ il tuo *principe azzurro?” cerco di mettermi a ragionare come lei e libero la mente da ogni pensiero. Questa ragazza mi fa ridere e avevo bisogno di ridere e non pensare ad altro.

Oneerya
Ecco, ci sono delle parole che mi fanno venire subito da piangere. Principe Azzurro è una di quelle, soprattutto perchè non ne ho mai avuto uno, ma anche perchè pensare a un povero ragazzo cianotico mi metta un sacco di compassione. Mi spuntano i lacrimoni, quando sono triste non riesco a trattenerli "Lui non mi vuole! Mi dice che sono carina, che il mio stufato è tanto buono e che come spargo la cacca di leocorno io non la sparge nessuno...però credo di non piacergli...che poi non è che non gli piaccia io, secondo me a lui non piacciono le ragazze...hai presente i fiumi? c'è la sponda di qua e quella di là...se io sono su questa sponda, lui è sull'altra sponda...non so se ci siamo capite...io però una volta gli avevo anche chiesto di sposarmi, solo che lui non ha capito e a momenti mi rompo l'osso del collo"

Seras
Rimanere seri è un impresa non da poco però ci provo, in fondo questa ragazza mi sembra davvero disperata. Devo trovare le parole giuste per consolarla, intanto le porgo un fazzolettino che non sopporto le lacrime “Ma magari lui è un ragazzo timido e un po’ impacciato, magari il tuo bianco coso li, non ha mai avuto una fidanzata e quindi non sa come fare. Però dimmi una cosa, visto che avete messo su l’orto insieme, non abitate anche assieme? Magari lui aspetta solo che sia tu a farti avanti.. e poi, scusa se te lo dico ma parlare di matrimonio con un ragazzo come lui non è stato un po’ prematuro?”

Oneerya
Prendo il fazzolettino e non resisto all'impulso di abbracciarla "nemmeno io ho mai avuto un fidanzato, non lo so come ci si comporta! Lui mi racconta tante cose, pensa che una volta ho perso apposta un'infradito per fare come cenerentola e lui se l'è tenuta come fermacarte...non funziona come nelle favole, Victorias!"

Seras
Mi abbraccia di colpo. Sgrano gli occhi e poi sorrido e ricambio l’abbraccio “si che funziona come nelle favole piccola elfa.. basta avere pazienza e tanta tenacia.. vedrai che sarà preoccupatissimo in questo momento non trovandoti in camera. Sarà a cercarti ovunque. E quando tornerai da lui ti abbraccerà e ti terrà stretta a se per non farti fuggire.. vedrai che andrà così” le asciugo gli occhi pieni di lacrime e le prendo il viso tra le mani “forze e coraggio Marianna!”

Oneerya
Le parole di Victorias mi danno un sacco di forza e pure di coraggio, sembra che lei sappia così tante cose sull’amore! Magari non è una vampira, forse è la Fata Madrina in incognito. Adesso però vorrei tornare da Lapin, perché sono convinta che mi abbraccerà stretta stretta, come dice la mia nuova amica “Sei così saggia, Victorias…per caso quando trasformi la zucca in carrozza non è che riesci a metterci anche il navigatore per la mia casetta? Sai, ho qualche problemino di orientamento…”

Seras
Scoppio nuovamente a ridere e scuoto la testa. Questa elfa mi farà diventare matta “Tutto ciò che vuoi Marianna.. l’importante è che tu la smetta di piangere.. sii risoluta! Con il tuo principe! Fagli vedere chi sei e cosa vuoi! E vedrai che ricambierà il tuo amore.. perché non si può non amare una creatura bella come te” L’abbraccio un’ultima volta e poi le bacio la fronte. Mi stacco da lei e faccio qualche passo indietro. Il suo odore adesso è dentro le mie narici e il mio massimo di sopportazione è al limite.. “Ti prego sii felice.. almeno tu, che vivi a PoG sii felice anche per me..” Le sorrido dolce,mente e la guardo. E’ meravigliosa.. una creatura così pura e sincera.. in parte la invidio, vorrei saper essere come lei.. ma non è possibile.. io non sarò mai come lei, neppure se andassi a vivere a PoG. Gli occhi si velano di tristezza, ma credo che lei non abbia visto perché quando alzo lo sguardo mi accorgo di essere di nuovo nella mia stanza, da sola. Sospiro e mi ritrovo a sorridere.
Andrò alla spiaggia uno di questi giorni, per vedere se l’elfa Marianna è davvero reale.

Oneerya
Victorias ha una risata bellissima, mi piace vederla ridere, perché le va via il velo di tristezza che sembra oscurarle il visino…e a me dispiace quando le persone sono tristi. Se potessi usare il mio potere le farei vedere qualcosa di stupendo, mi farei raccontare il suo sogno più grande e glielo regalerei per qualche minuto, perché grazie a lei ora so cosa fare. Darle un bacino! Anche lei mi abbraccia, e sento già di volerle un sacco di bene “Grazie Fata Madrina! Poi ti faccio sapere come va, eh!” Ma…che succede? Toh, la lampada si è riaccesa. Lapin deve essere andato a prendere le lucciole di scorta.

Edited by MedeAthena - 4/5/2009, 23:37
 
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°Magggg°
view post Posted on 4/5/2009, 13:07




Yuna & Lucas

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Yuna

Mi sveglio con la testa pesante e dolente, quasi fossi stata drogata e poi buttata su questo freddo pavimento scuro. Non so dove sono, riesco a malapena a tenere gli occhi aperti per via del l’incessante pulsare delle mie tempie.
Con un po’ di forza cerco di mettermi seduta, qualsiasi sia la persona che mi ha chiuso in questo posto non lo ha fatto sicuramente con gentilezza.
Sono scalza e ho freddo, tanto freddo. Striscio appena verso la parete e mi ci appoggio, ora riesco a notare anche una piccola finestrella dalla quale traspare il buio della notte e qualche piccola stella lontana.
Richiudo gli occhi e cerco di rilassarmi quando improvvisamente sento un rumore, come di una mano che sbatte con forza sul marmo, sbatto le palpebre e smetto di respirare.
Non sono sola?

Lucas

Sono ormai sveglio da oltre venti minuti quando la giovane Veela rinchiusa come me in questa stanza assolutamente anonima, riprende conoscenza dal suo lungo sonno. La vedo perfettamente, nonostante l'illuminazione assolutamente scarsa della stanza in cui entrambi siamo finiti senza conoscerne il motivo. La conosco, Yuna... La osservo strisciare contro il muro come un animale in cattività. La osservo mentre scruta la piccola stanza con gli occhi celesti, in cerca di notizie sul suo attuale...coinquilino.
Mi alzo in piedi lentamente e con disappunto, appurando di non possedere il potere primario della mia stessa esistenza. L'essere ombra e in essa vivere. Osservo le mie stesse mani così concrete e reali, allungo un braccio verso un angolo in ombra e non riesco a fondermi con essa. Colpisco il muro con rabbia. Poi la mia attenzione torna sulla Veela. Muovo qualche passo nella sua direzione lento e assolutamente misurato. Sono perfettamente visibile ma non necessariamente troppo vicino.
"Buonasera Yuna..."

Yuna

Mi volto istantaneamente in direzione della voce e aggrotto la fronte. Il demone d’ombra? Se la vista non mi sta giocando brutti scherzi sì, è proprio lui.. nell’immenso buio riesco a distinguere la sua figura grazie alla fioca luce di una lanterna appena distante da noi.
“L….. Lucas?” – sono sorpresa da tante cose. Prima di tutto dalla situazione bizzarra, che senso ha chiudere due persone che non hanno praticamente niente in comune, in una stanza oscura? In secondo luogo perché ci hanno chiusi qui? E soprattutto com’è che riesco a vederlo nell’ombra..?
Alzo le sopracciglia evitando di mascherare il mio stupore, ma non mi muovo.. resto seduta per terra, chissà forse lui saprà qualcosa più di me riguardo questa strana serata.

Lucas

Leggo lo stupore negli occhi della Veela. Un enorme punto interrogativo stampato sul volto aggraziato che so bene nascondere molto più di quanto non lasci ad intendere. Mi avvicino di un altro passo, ad ogni mio movimento riprendo a testare i miei poteri e ad ogni passo mi rendo conto che sono assolutamente annullati. Cancellati completamente dalla mia natura. Osservo Yuna negli occhi mentre diverse domande fanno capolino nella mia mente. Tra cui vari e blandi perchè, in fondo, su quest'isola, nulla segue una logica ben precisa, quindi, non vedo quale spiegazione potrei ricavarne in proposito. Privato dei miei poteri e chiuso in una stanza con una persona che mi è assolutamente estranea, se non per la mia totale indifferenza verso la sua esistenza.
Le sono di fronte, altri due passi e potrei quasi toccarla. Nessuna espressione sul mio volto. "In carne ed ossa....purtroppo...." rispondo alla sua domanda mentre un angolo delle mie labbra si solleva in un sorriso amaro, a degna constatazione dell'assurdità della nostra attuale posizione.

Yuna

Alzo un sopracciglio sentendo la sua risposta, mi verrebbe da dirgli ‘oh il piacere è tutto mio, Lucas!’ ma non so quanto possa essere ragionevole mettersi a litigare in un contesto simile. Dopo tutto la cosa è reciproca ed è ovvio che entrambi vorremmo essere in un altro posto ora piuttosto che qui dove tra l’altro non c’è nemmeno un mazzo di carte per passare il tempo.
Noto che riesce a guardarmi negli occhi e a restare nel contempo lucido, il che mi fa pensare che o sto sognando o mi hanno tolto i poteri o lui ne è immune.. e sinceramente non so quale tra le tre alternative possa essere la peggiore.
Sospiro e provo ad alzarmi, la schiena fa un po’ male ed inizio seriamente a chiedermi se mi abbiano scaraventata qui dentro o cosa.
“Immagino che questa sia l’ennesima prova dell’isola” – mi guardo intorno tastando la parete e camminando intorno alla stanza. A quanto pare non c’è nemmeno una porta – “non ci posso credere … ”

Lucas

Interessante l'essere in grado di sostenere lo sguardo di simili creature. Noto con piacere che, nella sventura dell'esser privato dei miei poteri non son solo. In piedi, immobile al centro della stanza la osservo girando appena la testa, mentre percorre operosa il perimetro della stanza alla ricerca, del tutto inutile di una via d'uscita.
"Credeteci pure Yuna, non sembra esservi modo di uscire..." Il mio tono di voce perfettamente calmo, una sorta di ghigno vagamente malsano ma indispettito permane sul mio volto. Mi sposto, contro il muro e rimango in piedi con le spalle appoggiate a questo e le braccia conserte. L'ennesima prova dell'isola. Beh, in fondo poteva andarci peggio. Rimango ad osservar la mia compagna di sventura, e penso ragionevolmente che se non abbiamo i poteri sia per darci un chiaro avviso che non è contemplata alcuna violenza nei confronti della creatura che divide con noi questo fastidio della reclusione. Le punto comunque gli occhi addosso, incuriosito dalla sua reazione. Dal canto mio, sono assolutamente tranquillo.
"Non ci resta che attendere...."

Yuna

Attendere, certo. Attendere quanto? Un ora, un giorno, una settimana … il mio pensiero va subito a Logan come giusto che sia. E’ stato anche lui rinchiuso con qualcuno o questa specie di prova è toccata solo a me e Lucas? Mi vengono i brividi per un attimo al pensiero che possa esser finito in una stanza con Xavier o peggio ancora con Belial.. ed il ‘bello’ di tutto ciò è che se dovessero anche solo sfiorarsi io patirei con loro e per giunta anche doppiamente. Porto una mano alla testa e accarezzo la fronte come se servisse a scacciar via i brutti pensieri.
“Attendere..” – ripeto a mia volta sollevando lo sguardo alla ricerca del suo.. – “o impazzire. Non abbiamo molta scelta.” – mi metto in punta di piedi per guardare fuori da quella piccola finestrella creata giusto per permetterci di respirare e noto che cielo e mare si fondono insieme senza lasciare spazio ad altro. Non siamo al fiume dunque.. ed ovviamente appartenendo a due parti diverse, nemmeno al castello.
Grandioso.

Lucas

Attendere o impazzire, eccezionale davvero... Peccato che la seconda ipotesi non sfiori minimamente il mio pensiro ne le mie prospettive in proposito.
"Impazzire Yuna? Cosa vi porta a un così triste pensiero?" Rimango comunque immobile con la schiena appoggiata al muro freddo e umido. Cerco di pensare in maniera razionale ad una soluzione. Mi chiedo se effettivamente anche Yuna ha perso tutti i suoi poteri, o se in fondo non abbiam perso altro che la nostra natura.
"Pensate davvero che la mia compagnia forzata vi possa indurre alla pazzia? In fondo....so bene che avete passato di peggio...o di meglio, dipende dai punti di vista."
Torno a guardarla negli occhi, assolutamente poco interessato alla sua risposta, e, al contrario, estremamente incuriosito e stranito dall'essere in grado di sostenere lo sguardo di una Veela senza perder alcuna delle mie facoltà.
La mia espressione rimane la medesima. Divertita, e vagamente amareggiata.

Yuna

Mi viene da ridere a sentir quelle parole – “Veramente parlavo del dover stare qua dentro lontano dal mio compagno, Lucas. Ho frequentato persone molto più fredde e indifferenti di voi e grazie al Cielo non sono mai impazzita” – mi rigiro sempre verso la finestra e respiro a pieni polmoni quell’aria fresca mischiata all’odore della salsedine che rilascia il mare, poi, d’improvviso, una forte fitta alla spalla mi costringe a rimettermi composta ed allungarvi una mano.
La sento umida e naturalmente intuisco subito che sta sanguinando, vorrei mettermi ad urlare ma mi limito a chiedermi cosa accidenti stia facendo Belial, sperando con tutta me stessa che non sia un richiamo a lui, perché se così fosse, vista la situazione in cui mi trovo, sarebbe molto, molto scomodo.

Lucas

Nuovamente le parole della Veela passano in secondo piano, lasciando spazio a ben altro avvenimento che cattura la mia attenzione. La osservo come, in una frazione di secondo, porta la mano a sfiorar la spalla, dove immediatamente il tessuto chiaro dell'abito che indossa si tinge appena della tinta vermiglia del sangue. Avvenimento assolutamente ingiustificato visto che nulla in quel momento avrebbe potuto in qualche modo spiegare una ferita apertasi senza alcuna ragione, senza che nulla sfiorasse la sua pelle.
Piego la testa incuriosito da quest'evento, poi senza chiederle alcun permesso, tolgo la sua mano e osservo la spalla, spostando appena il lembo del vestito.
"Interessante..." non dico altro. Esisto da abbastanza tempo da conoscere le conseguenze di taluni avvenimenti.
Rimango ad osservare Yuna con espressione vagamente compiaciuta, e non di meno inquietante.

Yuna

Faccio una smorfia mentre la cicatrice, che in realtà mai è diventata tale e mai lo diventerà, continua a sanguinare impregnando la spallina che sono costretta ad abbassare poiché mi procura ancor più fastidio. Respiro profondamente e chiudo gli occhi cercando di non concentrare la mente sul dolore, penso che se Belial la smettesse di andare in giro per il Castello a sbatter le ginocchia ovunque, questo non succederebbe.. e immaginandolo mentre impreca contro lo spigolo di qualche mobile, mi rilasso appena.
Capisco subito che una persona come Lucas, prettamente infernale e con abbastanza esperienza alle spalle, abbia afferrato al volo il significato di una ferita che sanguina improvvisamente e senza un apparente motivo.
“Già..” – passo istintivamente una mano sulla fronte sporcandola appena di quel rosso vivo, caratteristico del sangue fresco, nuovo.. e ringrazio il cielo di non essere finita in una stanza con un vampiro.
Tutto sommato, mi è andata bene.
Forse.

Lucas

Mi appoggio con le spalle al muro accanto a lei e sollevo le sopracciglia, osservando quella ferita perenne che le deturpa la pelle delicata.
"Un ricordino davvero interessante Yuna, chi ha avuto....l'onore?" mi ritrovo a far domande di cui conosco già la risposta per la sola necessità di far una conversazione che, se non fossimo rinchiusi tra queste quattro umide mura privati di ogni tipo di potere, eviterei volentieri.
Rimango dunque ad osservarla accendendo una sigaretta senza pormi l'inutile problema di crear disturbo alla mia temporanea coinquilina e compagna di questa alienante prova.

Yuna

“Vi interessa davvero saperlo, Lucas? – strappo un pezzetto di lembo della gonna per asciugare la ferita ed evitare che la stanza, già abbastanza chiusa, non si riempia di quell’odore caratteristico, quasi nauseante che rappresenta il sangue – “Non siete tenuto a parlarmi per forza” – mi volto a guardarlo per un istante.. non so come un uomo possa mostrarsi così indifferente verso il mondo, ed essere così ostile nei confronti di chi nemmeno conosce.. ancora ricordo quando io e Lilith siamo cadute dalla scogliera.. o quando Charon mi ha assalita e lui è rimasto lì.. a guardare come se sotto il vampiro ci fosse nient’altro che un cumulo di pietre.
Per quel che mi riguarda può anche tacere per tutto il tempo, dal momento che, a quanto pare, proviamo l’uno per l’altra esattamente la stessa cosa.
Tossisco. Odio il fumo, mi ha sempre dato un immenso fastidio. Ma immagino che l’unica mia alternativa al sopportare sia smettere di respirare.

Lucas

Non posso che ridere a quell'affermazione, assolutamente conscio della pessima ma realistica impressione che devo aver dato alla giovane veela in occasione dei nostri passati incontri. Ma sinceramente, non vedo motivo per cui preoccuparmi di una creatura che non ha alcun legame con me, insomma, perché perder tempo inutilmente.
Mi sposto appena davanti a lei, appena infastidito dalla mancanza del mio potere, ma, se non altro, posso star certo che anche la mia attuale compagna di disavventura è stata colpita dalla stessa sventura.
"Vedete Yuna, mi incuriosisce alquanto questa....faccenda...." alzo le spalle indifferentemente a dimostrare l'esatto contrario delle mie parole. "Insomma...siete pur sempre una creatura di Point of Good... perché legare la vostra persona ad un demone...non mi sembra affatto una scelta coerente...". Mento sapendo di mentire, ma se proprio son costretto a dividere con lei queste ore, almeno troviamo interessanti argomenti di discussione...

Yuna

E va bene.. anche se non credo a mezza parola della prima parte della sua frase cerco comunque di instaurare quel minimo di dialogo che poi alla fine tanto male non fa. Essendo il compagno di Lilith, una gran donna e soprattutto una persona lodevole, questo demone qualcosa di speciale deve pur averla.. oltre allo strato di invisibile ghiaccio di cui si circonda.
Dunque sospiro profondamente – “Sono stata due settimane a Point of Evil.. ma immagino che lo sappiate benissimo” – lo guardo per un istante e poi mi perdo a fissare un punto nel buio.. ricordando quei momenti, i momenti di quel patto creato inconsciamente dalla parte di me stessa che ho sempre cercato di soffocare fin dal mio arrivo a Return – “E.. non so è stato come se fossi ritornata ciò che ero prima..” – aggrotto la fronte mentre parlo – “.. è stato come avere una doppia personalità e non potermi ribellare alle scelte della parte di me che tende al male.” – ed è la pura e semplice verità, ad oggi non farei ne ripeterei mai niente di simile anche se il tempo trascorso nel Castello di Point of Evil mi è servito a capire quanta forza di volontà e coraggio mi serviranno per vincere contro ciò per cui sono nata – “Se potessi.. credo che mi libererei di questo fardello all’istante..” – queste ultime parole sono più una confessione a me stessa che una confidenza al Demone d’ombra che mi ascolta – a patto che lo faccia – in silenzio.

Lucas

Roteo gli occhi, lo sapevo prima ancora che cominciasse a parlare. Le piccole confidenze di Delilah sono come sempre ben presenti nella mia testa. Mi sembra di risentire le stesse parole che più di una volta Xavier ha sussurrato alla sua giovane moglie e che per proprietà transitiva sono arrivate a me in un soffio.
"Ve ne liberereste davvero Yuna? Ne siete proprio certa?" non conosco molto di quello che possa esser l'animo di una Veela, ma mi basta saperla donna per intendere che dentro di lei, dietro quella facciata di belle parole e finto pentimento, non saprebbe rinunciare ad un legame, per quanto esso deleterio sia per la sua persona.
"Perchè non lo chiedete direttamente al demone con cui avete stipulato il patto Yuna" -come sempre mi tengo lontano da ogni riferimento preciso, non amo mostrare troppo di conoscere gli affari altrui- "sono certo che conosce la maniera di rompere questo patto che a quanto pare vi portate addosso come un peso più che un vantaggio....".
Devo essere sincero? Non ho idea di quali siano i modi di liberarsi di queste scocciature, ma se son riuscito io a liberarmi, pur pagandolo a caro prezzo, del legame con Lucifero, son certo che questa bazzecola è facilmente risolvibile...

Yuna

“Se fossi *sola* probabilmente no.. non me ne libererei semplicemente perché non ne avrei motivo.. essere legata a due angeli.. sapere di essere al sicuro dal momento che non mi lascerebbero mai morire mettendo a rischio la loro stessa vita..” – lascio cadere la frase da se.. forse pecco appena di egoismo a pensare una cosa simile.. eppure ancora una volta è semplice realtà quella che affermo. Ma non sono sola, amo Logan.. la mia luce, l’unica persona in grado di tenermi coi piedi saldi a terra, il mio primo punto di riferimento. Ed ogni giorno rimpiango di aver stipulato quel patto credendo che lui mi avesse abbandonata mentre in realtà combatteva per ritornare da me.
Mi siedo per terra, stanca forse più di questo discorso affrontato ormai con più di qualche persona, che altro. Rivolgo ora la mia attenzione verso il demone rispondendo alla sua seconda domanda – “Non lo farebbe mai..” – abbasso le palpebre per un istante – “.. per un innumerevole quantità di motivi”.

Lucas

Rimango in piedi ancora per qualche secondo, poi più che altro per fastidio che per educazione, mi siedo a terra portandomi alla sua stessa altezza.
"Siete dunque condannata...." e mi viene da ridere a quelle parole così vicine a quella che credevo esser la mia condizione.
"Non ditemi che una donna si rassegna a questa realtà Yuna...non fate ulteriormente cadere la stima che ho di voi suvvia..." roteo gli occhi, chissà che quel minimo di orgoglio di donna non si risvegli e movimenti un po' questa serata.
"In fondo Yuna....volere è potere sapete?"

Yuna

Mi lascio andare ad una, seppur breve, risata – “Oh Lucas, dal momento che sappiamo entrambi che una volta fuori di qui, con la più ottima delle probabilità ci riparleremo tra due mesi... non credo di dovermi preoccupare della vostra stima nei miei confronti.” – faccio una piccola pausa – “… comunque! Non è rassegnarsi.. è semplicemente assumersi la responsabilità delle proprie azioni .. se ci fosse un modo per scioglierlo che non implicherebbe avere il suo consenso …” – alzo le spalle – “ …. Non si tratta di potere.. si tratta di sopravvivenza.. comodità.. e Belial non rinuncerà mai ad una delle poche creature in grado di uccidergli tutti i nemici solo versando qualche lacrima. E questo io sono arrivata a capirlo in pochi giorni.. ergo lo sapete benissimo anche voi.”
Mi fermo a pensare alla sera del mio incontro con l’Oscuro.. e mi chiedo francamente per quale motivo NON gli ho chiesto quale era il contraccolpo da ricevere per sciogliere il patto.. chissà.. magari il nostro Angelo decaduto lo sa davvero.. sorrido di un sorriso appena velato di furbizia.. Lucas se voi sapeste.. mi avete dato una davvero grande idea …

Lucas

Mi rialzo in piedi, leggendo nello sguardo della giovane Veela intenzioni che non pensavo avrei notato mutare in un così breve scambio di opinioni.
"Lasciate che vi dia un indizio mia giovane amica..." E mi vien da ridere alle mie stesse parole consapevole che difficilmente le mie parole potrebbero risultare affidabili... "Esiston persone che sono state in grado di romper patti con entità ben più pericolose del nostro buon Belial..." E non posso fare a meno di ripensare a quando la giovane Dulcinea venne colpita dal fastidioso sigillo dell'erinni. "Sono certo Yuna...che se ci pensate bene troverete...la chiave per liberar la vostra vita da questa seccatura...".
Nessun patto è eterno giovane Veela. Se son riuscito io stesso a liberarmi del legame con colui che mi creò secoli fa...non vedo motivo per cui per voi non dovrebbe essere lo stesso.
In fondo...sempre di angeli caduti stiamo parlando....

Yuna

Mi rialzo in piedi anche io, con in mente un nuovo obbiettivo che so bene sarà complicato da raggiungere. Sorrido a quelle parole che dette da una persona come Lucas, da una creatura con la quale prima di questa particolare notte non ho mai avuto niente a che fare, mi lasciano sia sorpresa sia carica di nuovi propositi riguardo i patti. Nonostante io sia fondamentalmente certa di non potermi fidare al cento per cento del suo consiglio, mi sento comunque in dovere di ringraziarlo, perché pur non sapendolo ha riaperto in me quella speranza che ormai avevo seppellito in fondo al cuore.
“Vi ringrazio” – chino la testa annuendo e quando la risollevo noto che ora il buio intorno a me è quello della mia stanza, della nostra stanza.
Mi chiedo se questa bizzarra prova è capitata anche a te mentre mi stendo al tuo fianco e finalmente, dopo tanto, mi addormento con una nuova luce nell’anima.

Yuna
Lucas


 
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RebelGrrrl
view post Posted on 4/5/2009, 19:23




SPOILER (click to view)
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BELIAL

Riapro gli occhi portandomi una mano alla fronte che poi passa sino ad incontrare i miei capelli. Non ho il cilindro. "Maledizione"impreco.
Sbatto gli occhi fino ad aprirli e mi guardo intorno: una stanza semi illuminata. Solo una lampada in un angolo illumina un pezzetto imbarazzante di stanza. Non ricordo come ho fatto ad arrivare sino qui e la cosa mi irrita alquanto, devo ammetterlo. Davanti a me una finestrella con una strana ombra proiettata contro, mi rialzo con gesto veloce dal luogo in cui mi trovavo e la raggiungo. Sopra il davanzale il mio copricapo, il mio cilindro nero. Lo infilo sistemandolo sulla mia testa poi volto le spalle ad osservare meglio quel rettangolo murato. Non una porta, non un segnale che mi possa far capire in che diavolo di luogo sono finito. Neppure fuori lo scenario è d'aiuto. Solo mare infinito.
Ottimo.
Ad un tratto sento un fruscio provenire da un angolo, mi preparo ad un qualsiasi attacco, ma con mio sommo rammarico mi accorgo di essere senza poteri.
Impreco di nuovo. Chi si trova con me in questa stanza ne pagherà le conseguenze di certo.
Sono incazzato, si. Decisamente.
"Chi va là?" alzo la voce per farmi sentire dalla presenza che si nasconde nell'ombra.

GABRIEL

Ero sulla torre, la più alta del castello ad attendere le prime luci fulve dell’alba, i primi raggi di sole pronti ad illuminare l’infinita linea dell’orizzonte che delimita i confini di questa sperduta isola. Chiudo gli occhi, stanco. Al mio risveglio ciò che mi si apre davanti agli occhi non è più il mare, ma bensì una buia stanza, fredda e ombrosa.
Grullo, e circospetto tento di capire dove sono… il perché della mia presenza lì! Non ne ho la più pallida idea. Mi accosto ad una parete nascosto nell’ombra. Il tatto sostituisce la vista!
Ma poi una luce una finestra, una fioco raggio di sole illumina la stanza. Prego e cerco conforto per trovare la forza di non lasciarmi trasportare dalla paura, sono una creatura divina, celeste e coraggiosa ed ogni mia speranza è riposta nella fede.
Ad un tratto una voce, che con tracotanza echeggia nella stanza.
Una voce cupa, torva e maligna… la sua voce! Belial…
Muovo dei passi in avanti, quella luce… la seguo!
Mi mostro… non c’è bisogno di proferir parola lui sa perfettamente chi sono!

BELIAL

Appena la figura mi si mostra agli occhi non riesco a non trattenere un ghigno. Gabriel, l'angioletto dalle ali candide, quello che ora piange ogni giorno per il suo povero fratello portato sulla cattiva strada dal sottoscritto. Quale gioia rivederlo qui con tutte le sue splendide ali bianche e quel perenne stato di trans come si trovasse sempre fra le nuvole più alte del cielo.
Sogghigno, regalandogli il mio miglior sorriso e inclino la testa di lato muovendo alcuni passi verso di lui.
"Gabriel... Qual piacere avervi qui..."
Non riesco a credere che possa essere stato lui a portarmi qui, troppi buoni sentimenti e bontà d'animo. No. Però mi divertirebbe parecchio che pensasse che sono stato io a portarlo qui.
Alzo entrambe le sopraciglia in attesa di una risposta.

GABRIEL

Non so perché ma sentivo che il mio giungere in questa stanza fosse frutto di una mente diabolica come quella di Belial. L’angelo decaduto, guerriero dell’esercito dell’Oscuro, fido servitore degli inferi. No, nessuno era più in grado di lui di smuovermi dalle mie speranze di pace eterna. Lui che ha avuto l’infidia di separarmi dalla mia metà, dal mio amato fratello.
Un odore pesante mi invade le narici, ma l’unica cosa che posso fare al momento è affrontare la triste verità. Chiuso in una stanza con lui!
“Salve, mi perdoni l’insolenza che di certo non fa parte della mia persona… ma non posso esimermi dal dire di provare la stessa cosa per quanto mi riguarda!”
Mi fa male, mi corrode il cuore, è come se una lama mi conficcasse le membra! Non è da me rivolgermi con tali parole nei confronti degli altri esseri… ma con lui… con lui è diverso!!
Muovo pochi passi avanzando verso di lui, cercando la luce, mia unica guida!

BELIAL

Mille flash si fanno strada dentro di me. Flash di ricordi indelebili di tempi passati quando i due fratelli sono stati separati. Ricordo ogni singolo istante, ogni singolo sforzo che ho dedicato a questi due angeli puri tentati da uno stesso angelo come loro. Ho sentito l'Altissimo sconfitto sfogare la Sua rabbia sulla mia schiena mentre ridevo e mi beffavo di lui per avergli sottratto un figlio.
Se lui si muove verso la luce, io al contrario mi muovo verso l'angolo più scuro della stanza. Ognuno prenda le sue parti dunque.
"Non fa parte della vostra persona l'insolenza, ma a quanto pare la riservate tutta a me." schiocco la lunga contro il palato in segno di disappunto e lo guardo severamente. In realtà ne sono tremendamente divertito poichè so quanto lui mi tema.
"Un angelo della vostra portata non dovrebbe parlare così nei confronti di nessuna creatura" mi lascio scappare una risata. Poi ritorno al fulcro del mio pensiero. "Sapete perchè siamo qui, Gabriel?" giro la testa ad osservare quella stanza stretta e buia.

GABRIEL

Tenebre e luce, odio e amore, bene e male chiusi in quattro mura senza poter sfuggire e tirarsi indietro. Non per codardia ma semplicemente per non risvegliare ricordi che con fatica son riuscito ad assopire con il passare dei secoli. Ora qui mi ritrovo a dover fare nuovamente i conti con l’artefice del mio dolore. Gli risposi:
“La riservo a voi per un motivo che ben conoscete, e non c’è alcun bisogno di rivangarlo. Ne siamo consapevoli entrambi”
Guardavo i suoi occhi vitrei, vuoti quasi spenti e pensavo a quanta sofferenza devono aver assistito. Infondo gli occhi sono lo specchio dell’anima, un anima nata pura come poche ma corrotta con l’inganno.
Credevo fosse stato lui a trascinarmi qui, ma a quanto si evince dalle sue domande non è così. Lo guardo dubbioso!
“Speravo potesse darmi lei una spiegazione su questo incontro Belial. Ma evidentemente esseri più potenti lo hanno stabilito per noi. E non credo che la scelta sia stata affidata al caso! Non credete anche voi?”
I miei occhi riflettono la mia preoccupazione!

BELIAL

"Ho vissuto abbastanza da credere che nulla è affidato al caso, Gabriel, ma fa parte di un disegno ben preciso." inizio a camminare lungo il muro dell'angolo buio della stanza. Quanto mi ci vorrebbe per saltargli alla gola premere sino a sentirne spirare l'ultimo respiro? Davvero poco, ma resisto all'impulso, sono certo che la serata si volgerà a qualcosa di ben più costruttivo.
"Evidentemente chi ci ha portati in questo luogo non bada di certo alle conseguenze..." butto lì la frase piena di significati, i più disparati. Che tipo di conseguenze? Per il corpo? Per lo spirito? Il tutto nel niente.

GABRIEL

“Stranamente mi trovo in accordo con lei, anche se suppongo che l’artefice di questo disegno non sia lo stesso per entrambi”
Mi si avvicina, lo guardo ,so che vorrebbe incutermi terrore, ma non è così! Non posso credere sia così, la fede, la speranza che ogni creatura sia figlio di Dio me lo impedisce. E il mio interlocutore è senza dubbio stato forgiato nelle sfere celesti!!
Mi sistemo i capelli prima di rispondergli, portando la lunga coda dorata sulla spalla.
“O forse si!” Dovevo trovare un modo per aprigli gli occhi, per mostrargli la strada che da millenni ha smarrito e forse è questo il motivo per cui mi ritrovo adesso qui con lui, in questa buia e fredda stanza sperduta nell’oceano!

BELIAL

Non posso fare a meno di guardarlo in quegli occhi fulgidi e luccicanti di luce divina, quella che in un tempo aleggiava nei miei occhi e che ora riflette solo l'unica e vera certezza del mondo: il male.
So perfettamente cosa potrebbe dirmi, non sono uno sprovveduto, ci sono stato. Ero l'angelo più bello del paradiso insieme a Lucifero, la stella del mattino, adorato dal padre che poi non ha esitato a strapparmi le ali e negarmi il perdono. E' questo l'Altissimo? Be', sono compiaciuto del mio operato e di ciò che ho compiuto insieme ai miei compagni.
"Mi trovo a contraddirvi, Gabriel... Credo invece sia lo stesso, sapete?" voglio vedere cosa risponderà a questa provocazione e se comprenderà l'effettivo significato della frase.
Non mi muovo arrestando il mio passo verso di lui. Per ora.

GABRIEL

Strano come una creatura, un tempo, metà virtuosa, metà angelo, possa essere ora un perfetto tentatore. Scaponire Belial è di certo il compito più difficoltoso che in tutta la mia esistenza mi è stato affidato. Ma evidentemente, il Signore mi ha ritenuto degno di svolgere questa ardua missione di redenzione. La stranezza sta nel fatto che fino ad ora solo lui ha segnato punti a suo favore separandomi da mio fratello, arruolandolo fra le sue schiere di soldati al servizio dell’oscuro.
Mi provoca, come se davvero io non fossi in grado di percepire il gelo delle sue parole.
“ Sicuramente è lo stesso Belial, stiamo parlando di nostro Padre, colui che ci ha generati. Ma suppongo che il disegno a cui voi vi riferite non è lo stesso a cui penso e credo io. Il mio è connotato di pace eterna, di amore e credo che lei ne abbia dimenticato il significato. Forse avete bisogno di qualcuno che vi illumini la strada cosicché possiate ritrovare la retta via e ristabilire l’ordine. Anche voi infondo siete nato con il mio stesso compito”
Sostengo il suo sguardo con rigore e attendo risposta…

BELIAL

Meraviglioso! L'angelo caritatevole che cerca di mettermi sulla buona strada verso la luce. Questo mi piace anche più di una semplice tortura fisica... La tortura psicologica. Dunque vediamo di accontentare questo splendido angioletto bianco.
Mi appoggio con le spalle al muro incrociando le braccia al petto, non stacco gli occhi da lui.
"Dunque, vi ascolto... Illuminatemi." calco volutamente la parola visto che proprio di luce si sta parlando. "Sono certo che vi riferite a voi, vero? Sapreste quindi guidarmi sulla vostra strada senza esitazione e senza... Umiltà?" un sorriso beffardo mi compare sul volto.

GABRIEL

Mi stupisce che una creatura, seppur demoniaca come lui, si rivolga ad un angelo tacciandolo di non avere umiltà. Forse, insieme alla pazienza e alla buona fede è una delle nostre caratteristiche principali. Di sicuro sta semplicemente tentando di smuovermi, ma non sa che ogni suo tentativo di scatenare in me un sentimento di ira risulterà pressoché invano. Muovo alcuni passi verso di lui senza perdere la connessione visiva, in realtà la risposta mi sembrerebbe alquanto ovvia, ma preferisco non risultare maleducato.
“ Sapete benissimo Belial, che non sono di certo io a stabilire chi debba essere divulgatore della parola di Dio. Sono nato per questo, così come voi. Non posso esimermi dal farlo o non avrebbe senso la mia missione. Infondo io e lei siamo uguali, l’unica differenza è che lei ha preferito momentaneamente –sottolineo con tono più deciso la parola- il vizio alla virtù. Ma a tutto si può porre rimedio. E vi garantisco che fino a che avrò vita, non potrò sottrarmi al disegno divino di riportare la luce nei peccatori”
Sono a un passo da lui, che mi guarda con la sua espressione standard che vorrebbe incutermi terrore!

BELIAL

Gli scoppierei volentieri a ridere in faccia, è di un divertimento davvero unico questo angelo. Inizio a vedere i lati positivi di questa nostra forzata prigione.
"Momentaneamente, certo..." alzo entrambe le sopraciglia canzonandolo beatamente, le braccia ancora incrociate sul petto. "Vi prego dunque di continuare, cosa potrebbe farmi cambiare idea? Sono curioso sul serio, Gabriel..." annuisce e sostengo senza sforzo il suo sguardo trattenendo una fragorosa risata.

GABRIEL

Mi pianto dritto davanti a lui che mi guarda beffardo come al suo solito. Pensa davvero che il suo prendersi gioco di me possa destabilizzarmi. Ha dimenticato davvero tutto o quasi sulle caratteristiche di noi portatori di pace.
“Io credo Belial, che voi non abbiate ben compreso cosa voglia dire redimersi. Io non posso far altro che mostrarvi la via insegnatami dal Signore, non posso far altro che far risplendere quella luce che già possedete dentro di voi.”
Muovo le mani, quasi a voler sostenere con più forza la mia tesi.
“Il resto lo farete da solo, è un lungo percorso che dovrete compiere con le vostre forze. Io non posso far altro che spianarvi la strada”

BELIAL

"Certo!" esclamo fingendo un entusiasmo finto quanto enfatizzato. "Seguirò gli insegnamenti dell'Altissimo, colui che regna nell'Alto dei Cieli! Non vedo l'ora..." torno appena più serio, solo un ghigno sul volto. Un ghigno in cui è racchiusa tutta la mia malvagità e la verità della vita "Non vedo l'ora di aggiornarmi sul nuovo tipo di trattamenti che riserva ai propri figli una volta che perdono la strada... Ditemi" assottiglio lo sguardo "strappa ancora le ali agli angeli?" solo una breve pausa prima di sollevare un sopraciglio e riprendere l'interessante discorso in cui ci siamo imbattuti.
"Sapete che ha strappato le ali anche al vostro adorato fratello? Dovreste scoprirgli la schiena, sono certo che ha ancora due belle cicatrici lì dietro... Forse ha avuto l'accortezza di non lasciarle perennemente aperte, tuttavia credo che nel momento stesso in cui gli privavano di queste" indico con un gesto fluido della mano le ali di Gabriel candide anche in mezzo alle tenebre "deve aver urlato parecchio..." sorrido affabile come aver affermato la più semplice e banale delle tesi.

GABRIEL

Non posso non restare turbato da queste parole, non posso rivolgere un pensiero preoccupato al mio adorato fratello. Certo lo so, lui ama provocarmi e sa benissimo che parlarmi di Joshua è come rigirare il coltello nella ferita, la ferita più profonda che ho e che non credo si rimarginerà presto. Anche se non ho mai perso la speranza.
Conosco esattamente il trattamento riservato agli angeli che hanno smarrito la strada, mio fratello me ne ha parlato anche se non con piacere. Leggevo il dolore nelle sue parole, così come lo leggo adesso in quelle del mio interlocutore, non deve essere stato semplice per lui, così come per tutti quelli che come Belial hanno dovuto sopportare di passare dall’eterna luce all’eterna tenebra. Ma tutti noi sappiamo cosa accade se non si rispettano le regole.
Lo guardo, sono quasi invogliato a sfiorarlo ma sono convinto che non la prenderebbe di buon grado, così mi limito a rispondergli.
“So perfettamente cosa accade agli angeli che non rispettano il volere di nostro Signore, so quanto deve essere doloroso per voi, così come lo è stato per mio fratello. Ma provate ad immaginare cosa ha provato nostro padre vedendosi tradito dalle creature che più gli sono vicino… tuttavia sono certo che non aspetti altro che voi tutti vi meritiate il suo perdono”

BELIAL

"Credete che io voglia il suo perdono? Credete davvero che meriti il perdono un essere che crede di essere il Supremo Re dei Cieli che vanta la gloria e la bontà capace di perdonare ed invece lascia che ai propri figli vengano strappate le ali? Dov'è... Il Padre tuo quando le persone soffrono sulla terra? Dov'è quando uno dei suoi figli prediletti fa del male e fa decadere un altro suo figlio? Eh?" parole sputate velocemente, ma comprensibili. Veloci come pietre scagliate con rabbia, ma consapevoli di essere pregne di ragione. "Dov'è... L'Altissimo quando la notte la gente disperata lo implora?"
Giro appena intorno a lui trovandomi spalla a spalla. Ci guardiamo negli occhi. Il bene e il male; la luce e la tenebra; ali candite e ali scarlatte inesistenti. Questo siamo ora. Tutto questo mi fa sorridere, scoppierei a ridere di gusto, ma non lo faccio. Mi trattengo, solo lo osservo.

GABRIEL

Crede davvero di mettermi in difficoltà? Non posso credere che una creatura intelligente come lui non sappia che questo, quello di cui mi sta parlando è solo frutto dell’uomo. Lo guardo in quegli occhi azzurrini che riflettono appena la fioca luce che proviene dalla finestra.
“Belial, dovreste sapere che in questo caso il mio e TUO padre non ne ha la minima colpa.” Alzo appena il tono della voce come a voler dar fermezza alle mie parole piene di verità.
“Se esiste il male è solo colpa dell’uomo che non ha saputo gestire certe situazioni… come si dice: il libero arbitrio!”

BELIAL

"Il libero arbitrio..." sorrido tranquillo, mi aspettavo questo tipo di risposta. La propinano ogni volta che gli si pone davanti un simile quesito. Tautologia risposta di comodo. "La stupita scusa di chi non muove un dito per far sì che il dolore, la sofferenza scompaia." non accenno ad abbassare lo sguardo, so quello che dico. "L'Altissimo soffre così tanto per gli esseri umani che compiono efferatezze e inveiscono contro di lui, ma lui non fa assolutamente nulla per far cambiare loro idea. Non gli regala speranza e così la speranza muore, la speranza non esisto perchè il VOSTRO padre non vuole donarla." sollevo un sopraciglio "Piuttosto egoistico da parte sua e qui mi chiedo" gesticolo appena con la mano per aria fendendo ormai quel tepore che si è formato nell'angusta stanza "è quindi contemplato l'egoismo nell'Alto dei Cieli? Voi mi risponderete di no... Io invece dico di si, poichè Lui è seduto su un trono di luce, gli angeli sono tutti al di sotto di lui che si erige a Re assoluto, mantiene per sè ogni segreto più sacro, la speranza e la felicità non donandola a chi realmente ne avrebbe bisogno... Annullandole... I buoni sentimenti non esistono, Gabriel..." ora la mia espressione è seria e austera, autoritaria, ma divertita. Se ho abbandonato quel luogo insieme agli altri i motivi erano i più nobili e i più veritieri.

GABRIEL

Sospiro rammaricato dalle sue parole di odio, non lo sopporto, non sopporto che sia proprio lui a rinfacciarmi queste questioni. I miei occhi sono fissi nei suoi, non un gesto, non un esitazione, solo la mia voce.
“Belial se ciò che dite è davvero veritiero allora non si spiegherebbe l’esistenza di noi angeli, noi siamo la mano di NOSTRO padre, siamo nati per recar sollievo al dolore che gli umani stessi causano a loro in prima persona o ai loro simili. E’ questo il nostro scopo, questo il modo in cui Lui offre il suo aiuto”
Inchino la testa senza staccare lo sguardo da lui. Muovo un passo in avanti avvicinandomi ulteriormente e senza esitare domando a tono.
“Forse l’oscurità, le tenebre e il male che avete provocato ve lo ha fatto dimenticare!?” Sollevo appena le sopracciglia “e poi se tenete così tanto al bene e alla misericordia perché siete il primo a causar dolore al prossimo, Belial?”

BELIAL

"Poichè è molto più semplice rimanere negli inferi e regnare con la sicurezza di non cadere mai piuttosto che innalzarsi nel Cielo e in un secondo cadere e precipitare." sogghigno, il suo tono è irratato, sento il suo odio nei miei confronti. Buffo che un angelo provi odio nei confronti di qualcuno e questo non fa altro che confermare la mia tesi e traggo questo sua debolezza rigirandola a mia favore. Appoggio la mia mano sulla sua spalla e sempre lo guardo negli occhi.
"Non vi arrabbiate, Gabriel... L'ira è un peccato capitale, ricordatevelo... Un angelo come voi non dovrebbe provarne..."

GABRIEL

Non sa quanto si trovi in errore, la mia non è ira… non potrei mai provarne, pur volendo non ne sarei capace considerando il fatto che non so neppure cosa sia. La sua mano fredda è sulla mia spalla, ma il mio sguardo non risente di questo gesto anzi si fa ancora più penetrante. Mi provoca come sempre ma non ha davanti a se mio fratello!
“Non sapete nemmeno ciò che dite Belial, io non sono per nulla irritato, il mio è solo rammarico nel vedere un angelo come voi, il più bello di tutta la sfera celeste essere così convinto di aver fatto la cosa giusta!”
Il mio tono è alto, è vero ma non per questo è di offesa. Poso la mia mano sulla sua che risiede al momento sulla mia spalla.
“Siete davvero convinto che non si possa cadere anche all’inferno Belial?”

BELIAL

Certo, si, solo rammarico. Quanto ci vorrebbe a farla sfociare in rabbia? Davvero poco, ma forse questo lui non lo sa. Mi stavo quasi dimenticando quanto fosse diventente dialogare con gli angeli.
Non so quello che dico, mi pare ovvia, solo sono stato uno dei primi demoni giunti all'inferno. Qui l'unico confuso e che nega la realtà è lui.
"Si può credere a ciò che si vuole, Gabriel... Il problema è che le tenebre avranno sempre la meglio sulla luce..." volto gli occhi un istante a guardare nella sua completezza la stanza semibuia, dove, appunto, la luce è poco più che una fiammella mossa dal vento. "Come in questo luogo dopotutto... Vostro fratello è stato molto più bravo a cogliere questo aspetto della realtà..." sorrido di nuovo affabile. Quanto sarà passato oramai dacchè siamo qui? Un'ora quasi?

GABRIEL

“Questa è solo una piccola stanza, provate a guardare fuori… la luce domina! Persino di notte quando calano le tenebre ci pensa la luna ad illuminare la terra. Mi spiace contraddirvi ma eravate in errore Belial”
Ha toccato il mio punto debole, mio fratello, Joshua, colui che ha preferito seguire la notte piuttosto che la luce eterna. Vorrei rispondere ma avverto una profonda sensazione di torpore, i miei occhi fanno fatica a restare aperti, le mie gambe iniziano a cedere sotto il mio peso… Lo guardo cercando di capire se anche lui avverte la mia stessa condizione.
“Belial, ho sonno”
Queste le mie ultime parole, poi un tonfo seguito dal buio più profondo.

BELIAL

"Dove c'è la luce, ci sono per forza le ombre e le tenebre... E non è possibile il contrario. La luce si spegne molto più velocemente di come si creano le tenebre" sussurro in un ghigno compiaciuto. Cosciente del fatto che per lui non esiste nulla di ciò gli è stato professato, annebbiato dall'acciecante luce dell'Altissimo. Poi lo guardo accasciarsi al suolo e sento le forze venire meno... Esattamente come quando sono stato condotto qui. Appoggio le spalle al muro e chiudo gli occhi, il mio ritorno è vicino.
Requiem per gli angeli stanotte.

 
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view post Posted on 4/5/2009, 21:00
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DULCINEA
Ero nella foresta, a caccia di quelli che da un po’ sono la mia unica fonte di nutrimento: gli orsi! Vagavo facendomi spazio fra le verdi e fluenti fronde cercando di carpire da quale punto remoto della foresta provenissero gli odori. Camminavo lesta, la pioggia cominciava a bagnarmi i capelli e i piedi che sprofondavano nella terra bagnata mi costringevano a rallentare il passo. Ad un tratto mi parve di inciampare, caddi e presi a rotolare lungo un tunnel fatto di terra e foglie secche. Poi il buio...
Al mio risveglio mi ritrovai in un luogo che mai i miei occhi avevano avuto modo di vedere da quando avevo messo piede sull’isola. Mi sollevai, arrancandomi al una parete. Presi a scarmigliarmi i capelli bagnati dalla pioggia. Uno strano sentore di pericolo scomparve non appena mi accorsi di una finestra, piccola e ferrata che lasciava penetrare un sottile fascio di luce. Mi avvicinai facendo attenzione a non espormi ai raggi del sole. Notai una immensa distesa di mare che circondava il luogo in cui mi trovavo, non potevo far molto e soprattutto non capivo come diavolo avevo fatto ad arrivare fino a li.
Mi spostati per recuperare una lanterna che illuminava uno scorcio di parete che mi accorsi essere fatta di marmo nero. Cominciai ad illuminare lungo il percorso che stavo percorrendo quando mi accorsi di non essere sola. Una creatura alata giaceva inerme sul pavimento. Mi chinai, posai la lanterna e presi a scuoterla...

AILEA
Per tutti gli angeli che cosa tremenda il fatto di risvegliarsi quando, un istante prima, eri tranquillamente in volo! E non tanto per il risveglio in sé quanto per il fatto che –ok, probabilmente per un qualche difetto nella mia persona- l’aprire gli occhi rischia di portare a situazioni davvero disastrose! Insomma..un momento sei in volo..plani sbattendo le ali poi PUF, vuoto e di nuovo luce con una sensazione di smarrimento tale che il primo pensiero logico, a ragione, qual è? Ricordi il cielo, l’aria, le ali e, ovviamente, riprendi ciò che hai lasciato in sospeso, mica intendi precipitare per aver accidentalmente chiuso gli occhi eh! Che ne dicano l’esperienza con il ramo nell’ala qualcosa mi ha insegnato e...ok, quella volta non avevo chiuso gli occhi, anzi, mi sono guardata bene dal farlo che già precipitare non è bello ma se poi vai pure alla cieca finisco come un sacco di patate e altro che ramo nell’ala! Peccato che in questo caso 1- non ero in volo, o almeno, non più (anche se proprio peccato non deve essere, insomma, mi sono evitata un ramo se non altro) 2- nel gesto di sollevarmi le ali sono proprio andate per conto loro e, non le avrò infilzate in un complesso arboreo, tuttavia qualcosa colpì, e quel qualcosa non ne fu per niente contento, percependolo finire a qualche passo indietro, seguito a ruota dal rumore di qualcosa di metallico che fece ondeggiare pericolosamente la poca luce presente. Quindi, non solo avevo colpito una fanciulla in procinto di aiutarmi per l’ennesima volta (che ormai sta diventando abitudine, mio malgrado..e per fortuna che l’angelo sono io) facendola quasi ruzzolare a terra, ma altro stava ruzzolando davvero, urtata dal movimento della donna. E capì pure perché la luce ondeggiava ipnoticamente assieme a quel rumore metallico. Una lanterna! E non c’erano altre luci! In un misto tra rammarico, piume, scuse e quant’altro fece prima la donna a muoversi che io a spiaccicar parola.
“Per tutti gli angeli...!” riuscì a esclamare, anche se più che esclamazione la mia voce assunse un tono talmente rammaricato nei confronti della donna che un sussurro avrebbe potuto esser definito l’acuto di un tenore all’Opera di Parigi. “M-mi dispiace...sono così rammaricata” non potevo certo porre grandi giustificazioni a mia difesa e mi preoccupai anche maggiormente quando, una volta recuperata la lanterna, la luce mi permise di mettere dovutamente a fuoco la donna....o meglio, più che lei...il suo pallore mortale. Ecco, il senso di colpa farsi strada..l’avevo fatta sbiancare poverina..chissà che colpo doveva essersi presa ...e per fortuna che non ero nulla di spaventoso..credo..il solo pensiero bastò a farmi controllare di esser sempre me stessa..rassettando la veste e toccandomi il viso. Si sa mai...

DULCINEA
Uno sbatter d’ali e la lanterna mi scivola dalle mani, finendo sul pavimento poco più distante da me. Perdo l’equilibrio ma tuttavia riesco a restare inginocchiata di fianco a quella creatura che sempre essere un angelo.
E’ spaurita, lo avverto e il che mi provare una strana sensazione di piacere, ma aimè devo tener fede al patto con Manuel. La guardo assottigliando appena lo sguardo. “ehi ma che diavolo fai? Cerca di fare più attenzione, non c’è sufficiente spazio per le tue ali in questa stanza”
Vorrei poter trovare risposte in lei, dopotutto dovrebbe essere portatrice di luce e conoscere la strada per tornare all’isola. Almeno queste sono le mie speranze, non ho alcuna intenzione di rimanere a lungo chiusa in questa stanza. Mi innervosisce.
Ritorno a guardarla cercando di capire se ha idea di dove ci siamo cacciate.
“Come sei finita qui?”
La aiuto a sollevarsi da terra e attendo delucidazioni, anche se ho il vago sentore che ne sappia anche meno di me!

AILEA
Posso quasi percepire i miei occhi aprirsi maggiormente per lo stupore. E più passano gli istanti più questo aumenta. Come sono finita qui? Bella domanda! E io che volevo chiederlo a lei, sembra una donna così forte e decisa...che risposta potrei mai darle che non rasenti già l’ovvio della situazione? Richiudo la bocca, ricacciando indietro la domanda che stavo per porle, non trovando nulla di meglio per sopperire alla mia evidente mancanza mi guardo appena alle spalle, sistemando le ali a controllare che vi siano ancora. Si muovono lievemente, accarezzando la vuota tenebra attorno alle nostre figure...niente dolore. Tutto Ok, tanto basta per rifocillarmi di ottimismo e sorridere alla mia compagna d’esperienza.
“A esser sincera, dolce dama...era la domanda che stavo per porvi” gli insegnamenti dell’arcangelo erano chiari, voce ferma ma dolce che così i nostri interlocutori possono esserne rassicurati nonostante la situazione. “vi porgo nuovamente le mie scuse per prima…” imperante far ben penetrare il concetto che non era nella mia volontà causarle alcunché, anzi. E a proposito di cause..è ancora così pallida..”prima però, se mi permettete, è il caso di occuparmi della vostra salute...siete così pallida..” allungo poi una mano a toccarle confortante il braccio. Istintivamente la ritraggo per un breve lasso di tempo “...e fredda!” lascio trasparire un sottile senso di allarme, mi sfugge, è inevitabile. Tuttavia tento di riprender terreno, calma e sangue...che il Signore non me ne voglia ma pensare al freddo e abbinarlo alla fanciulla davanti a me non posso che sentire apprensione nel dubbio che possa non star bene. Sapendo ormai che la pelle della ragazza è così gelida vi poso le mani più delicata, dandomi tempo per abituarmi a quella temperatura. “Vi aiuto io...” almeno su questo potevo farlo e gli occhi mi si chiudono ricercando quella quiete sensazione che precede il mio mio Dono.
E...
La quiete c’è, il Dono no. Apro un occhio, osservando le mie mani. Niente luce celestiale lungo la mia pelle, niente sensazione di pace nell’aria... “Ma...” Apro anche l’altro occhio e rigiro le mani, confusa...cosa stava succedendo? Guardo negli occhi la donna, in quell’oro liquido così magnetico in cui non interpreto minor smarrimento.


DULCINEA
Male, si davvero male! Odio non sapere dove mi trovo, mi innervosisce più di quanto io non lo sia già in questi ultimi giorni. Senza considerare che mi ritrovo qui con una delle creature più angeliche che popolano l’isola, la voglia di saltarle al collo è smisurata ma devo necessariamente controllare il mio istinto. Le sorrido, non vorrei si preoccupasse più di quanto non lo sia già.
“Sto bene, state tranquilla piuttosto cosa vi turba signorina?”
Vediamo di tranquillizzarla, non vorrei ritrovarmi a doverle anche asciugare le lacrime, santi numi non credo che lo sopporterei. Mi allontano cercando di recuperare la lanterna, non che io ne abbia bisogno, ci vedo perfettamente anche al buio… ma magari così la creatura si tranquillizza. Ritorno da lei e la guardo con il sorriso più delicato che posseggo attendendo con pazienza una sua risposta.

AILEA
Ho come la percezione che i ruoli inizino a invertirsi e non è cosa proprio auspicabile. Rigiro di nuovo le mani, provando a richiamare il Dono ma niente, nulla…solo silenzio…anzi, non proprio silenzio..vi è aria che scorre..come filtrando da qualche parte..e ciò mi porta a guardare attorno, ma l’oscurità è così fitta che non riesco a orientarmi. Fortuna che la lanterna crea un minimo di chiarore, almeno riesco a vedere la donna“A dire il vero…non so quanto sia da turbamento…anche se, si, sono un po’ confusa…” le mostro le mani come dovesse vederci chissà quale meraviglia. E in effetti, non che siano proprio una meraviglia, ma dovrebbero emanare una tenue luce “ non riesco a richiamare il mio Dono...” le sorrido, cordiale come sempre, come se stessimo in realtà prendendo una tazza di thè in una comoda coperta sulla sabbia della spiaggia. Ma il dubbio si insinua…come è possibile che non riesca a evocare la Luce? Arrivata sull’isola non sono più riuscita a sentire le voci dei piani alti, ora, in questa stanza –o, almeno, credo sia tale- nemmeno posso accedere a ciò che mi consentirebbe di portar sollievo, non a me, ma al mio prossimo. Si ripercuote nella memoria l’esperienza delle ore trascorse in quella prova..in cui poco avevo potuto compiere per esser di sostegno alle creature presenti. Ma dal poco al nulla ce ne passa….e se qui non fossi riuscita nemmeno in quel poco? Che l’Altissimo potesse illuminarmi perché non so come avrei potuto esser salda in quella fragilità data dalla mia inesperienza. “Chiedo comunque venia, non voglio esser per voi causa di turbamento e..davvero da maleducata ancora non mi sono presentata. Onorata di conoscervi, dolce fanciulla, il mio nome è Ailea..” talvolta il sorriso è quanto di più complesso vi possa esser da fare…ma mai l’avrei fatto mancare, in quel nulla, in quel poco, poteva davvero esser tanto.

DULCINEA
Le sorrido, non è mia intenzione incuterle terrore più del dovuto. Ritrovarmi sola con una creatura in preda al panico non è situazione auspicabile. Mi siedo sul pavimento al sul fianco guardando incerta le sue mani che paiono normalissime. A cosa avrà voluto riferirsi con la parola dono? Forse al suo potere? E’ questo che la turba? La guardo e tento di prenderle le mani per rincuorarla. In un modo o nell’altro riuscirò a capire come uscire da qui, anche se apparentemente non vi sono vie di uscita se non quella minuscola finestra ferrata da cui non passerebbe nemmeno uno scoiattolo.
“ti riferisci ai tuoi poteri Ailea?” mi rendo conto di non averle nemmeno detto il mio nome così le sorrido e la guardo. “è comprensibile che tu ti sia dimenticata di presentarti vista la situazione… io sono Dulcinea!”
Evito di dirle che sono una vampira, meglio restare sul vago!

AILEA
Dunque questo è il nome della mia compagna. Dulcinea. Ne faccio quasi lo spelling mentalmente, sillabandone ogni singola lettera per apprezzarne dovutamente ogni minima inclinazione. Dulcinea. E’ un bel nome e, si, immagino sia perfetto davvero per la donna che mi sta seduta di fronte. Dulcinea. Un nome che evoca un senso di dolcezza avvolgente e deliziosamente denso di sfumature..un nome dalle tinte calde quanto il primi raggi di primavera, si avvolge sulla figura rendendo meravigliosamente piacevole il contrasto con la stessa. Dolcezza insita in una forza decisa e fiera. Calore che si fonde irradiando quasi luce in quella pelle lattea e così gelida al tatto. Il contatto delle sue mani, un gesto così semplice, così gradito…scalda l’animo quanto la sua pelle non riesce a compiere. “Hai un nome meraviglioso Dulcinea…” non riesco a trattenere un sospiro ammirato, è davvero così bella…di una bellezza ammaliante, ogni gesto, anche il più semplice, possiede una grazia così perfetta da farmi pensare che lei meriterebbe davvero posto tra i cori celesti. Ma divagavo nel pensiero, incantata dalla perfezione della donna tanto da non poter fare a meno di osservarla. “..per quanto riguarda la vostra domanda..” poiché me l’aveva posta, ne ero certa. Era un eco distante in confronto all’apprezzare la sua presenza, ma sia mai che facessi mancar risposta. “…credo che li definiate poteri..si, in genere Elbereth li chiama così!”

DULCINEA
Elbereth! L’adorabile elfo che spesso ho visto in compagnia di Arlinn e che tempo fa mi aveva anche cucito un vestitini fatto di fogliame. Elbereth, si ero quello il suo nome! Se non altro, in quel momento ero certa che si trattasse di un’ abitante dell’isola, una creatura di PoG. Si il suo odore era troppo invitante per i canini di una vecchia vampira.
“Oh dunque conoscete la piccola Elbereth!” Le dissi con un sorriso e continuai a guardarla in quei candidi occhi. Ma le sue affermazioni non mi lasciarono una sensazione di turbamento, anzi! Mi preoccupavo solo di non darlo a vedere e posso dire di essere avvezza a simili atteggiamenti, almeno quando sono con Arlinn è così! Ma continuai a parlarle, se non altro riempivo quello strano silenzio che solo a tratti veniva interrotto dal tipico rumore che incontrano il vento.
“Dunque Ailea, siete davvero molto gentile, ma adesso dovremmo cercare di capire come fare ad uscire da qui, o almeno vorrei capirne i motivi se mai ve ne siano. “ Mantenni un tono gentile e rassicurante sebbene le sensazioni che stavo provando erano altre. Continuai a tenerle la mano che mi riscaldava appena la pelle.
“Voi ne avete idea cara?”

AILEA
Scossi la testa in senso di diniego “No, mi spiace…” osservando in giro, se giro potevo dire dato che se non fosse stata per la lanterna non avrei visto a un palmo dal naso, potevo definire solo che poggiavamo su un pavimento di lucido marmo nero…era quasi ipnotico l’osservarlo amalgamarsi con quella tenebra pressoché totale. Tenendo la mano alla cara Dulcinea feci cenno di volermi alzare…almeno avremmo potuto esplorare quell’ambiente…sperando non fosse nulla di spaventoso come alla prova. Ci sollevammo assieme e, poco dopo, la lanterna fece bella figura di sé nella mano che era rimasta libera. L’alzai quanto bastava per illuminare più avanti, facendo qualche passo incerto. In fondo..meglio assicurarsi che il pavimento continuasse seriamente a procedere.

DULCINEA
Mi alzai e prosegui tenendo il passo della mia compagna di avventura. Procedevamo facendo entrambe attenzione a dove mettessimo i piedi. Evidentemente anche lei aveva partecipato alla prova che mi aveva visto vittoriosa qualche giorno fa. Costatai con sommo dispiacere che le mie perplessità al riguardo di possibili vie di fuga erano certezze. Non potevamo uscire di li e non avevamo i nostri poteri.
“Pare che non vi siano vie di scampo Ailea, quindi dovremmo utilizzare il tempo per fare qualcosa di utile. Sono sicura che non appena sarà il momento ci porteranno via di qui”
Non ne ero poi così convinta, infondo non ricordo di aver subito la mia punizione per aver violato il patto con Manuel ! Che sia proprio questa? Oppure è solo una sfida che mi lancia l’oscuro?
Chiusa in una stanza con un angelo e resistere alla fame…

AILEA
La bella dama aveva proprio ragione…non vi era uscita da quella stanza ma, se dovevo vedere il lato positivo, almeno non ero da sola! “Avete ragione Dulcinea!” affermai, rimettendomi seduta…tanto valeva restar comode e, in mancanza di sedie, potevamo comunque arrangiarci egregiamente. In un fruscio di veli mi ritrovai a guardarla dal basso…era così solenne nel suo imperante sguardo dorato che non potei che restarne ulteriormente ammirata. Le feci cenno di sedersi a sua volta, gradivo la sua vicinanza e la sua schietta sicurezza non poteva che farmi pensare che, se c’era un motivo per cui eravamo lì, certo con lei avrei potuto superare qualunque cosa. “Vi prego, accomodatevi…purtroppo non abbiamo a disposizione nulla di più comodo del pavimento, tuttavia l’importante è che almeno quello ci sia!” sospirai, sistemando la lanterna in modo che ci illuminasse con la sua dolce luce “…forse dobbiamo semplicemente attendere…ritengo che a ogni situazione vi sia un motivo che porta le nostre persone a intraprendere determinate esperienze. Anche se oscuro appare attualmente il motivo, sono convinta che insieme arriveremo a una soluzione, lady Dulcinea”

DULCINEA
Da quando sono giunta sull’isola ho avuto modo di conoscere creature pure e gentili ma Ailea era davvero una delle più pure che io avessi mai visto, ed anche i miei canini se ne erano accorti purtroppo. Tentai di nasconderli trattenendo le labbra serrate mentre prendevo posto accanto a lei sul pavimento. Non potevo azzannarla e forse nemmeno volevo. Di sicuro non era quello il motivo per cui eravamo lì. Prendemmo a chiacchierare del più e del meno. Cercavo di farle domande per placare la preoccupazione di entrambe e soprattutto per non sentire la fame.
“Dunque dolce Ailea, voi risiedete a Point of God questo mi è chiaro e credo anche di aver capito che siete un angelo” Le sorrido raccogliendo la mano sul mio grembo e giocando appena ad intrecciare le mie dita alle sue. “da quanto tempo siete a No Return?”

AILEA
“A essere onesta..” e posso dire con sicurezza che per un angelo è il minimo sindacale richiesto, come un’aspettativa che non si può eludere. Con un dito grattai lievemente la tempia, fu più forte di me, un vago senso di imbarazzo nel non poter affermare con decisione da quanto durasse la mia permanenza su quest’isola..tutto assumeva dei contorni così sfuocati, confusi…
“..temo di aver perso il senso del tempo…quest’isola possiede così tanto fascino e cose interessanti da scoprire e osservare che proprio non mi sono preoccupata di tener conto dei giorni…e ora mi è impossibile darvi una definizione precisa. Voi, piuttosto? Se posso essere indiscreta…”

DULCINEA
Le sorrisi sfoderando ancora una volta il sorriso più rassicurante che posseggo e continuando a giocare con la sua mano le feci intendere che non era per nulla indiscreta dato che la prima a rivolgerle la stessa domanda ero stata io.
“Circa due mesi, anzi adesso che ci penso proprio ieri erano due mesi” Scostai una ciocca ribelle di capelli che mi era ricaduta libera sulla spalla e la unii al resto della coda. “in effetti Ailea il tempo sembra essere volato, anche se considerando il tipo di creatura che sono mi sembra anche piuttosto ovvio che due mesi siano passati così in fretta” Sollevai il viso e ripresi a guardarla sorridendo.

AILEA
Già, era proprio appropriato parlare di tempo….in fondo, proprio temporalmente parlando, più restavo assieme a Dulcinea più non potevo che soffermarmi sempre più ad ammirarla. Minuti oppure ore, chissà quanto tempo passò…ma è proprio vero che quando si è in gradita compagnia esso vola e si disperde perdendo di rilevanza, lasciando un piacevole trascorso attorniato da un’altrettanto lieta conversazione. Per questo adoravo le nuove conoscenze…rendeva il tutto così..meraviglioso!
“A esser onesta io sono sempre stata una frana a tener conto del tempo…non sono abituata a porvi peso anche se, in effetti, dovrei…” ci riflettei attentamente..”…è buona cosa se voi riuscite a non tenervi conto, non trovate che ciò ci dia modo maggiormente di apprezzare ciò che ci circonda? Siete una creatura davvero meravigliosa…avete un sorriso che incanta, è una gioia aver occasione di parlare con voi, Dulcinea..”

DULCINEA
Chi ha detto che gli angeli possono essere creature molto noiose? Probabilmente in passato l’ho pensato anche io lo ammetto, ma temo che dovrò ricredermi! Questa creatura, oltre ad essere estremamente affascinante, è davvero dotata di una gentilezza e di una spontaneità che raramente ho avuto modo di riscontrare nei miei simili! E poi ammettiamolo ricevere complimenti, da una donna poi, è sempre cosa gradita! La guardai ammirata!
“Sei davvero gentile Ailea e devo ammettere che è una sensazione reciproca. Sei dotata di una bellezza così… Angelica” risi per l’ovvietà di ciò che avevo detto “ e non posso darti torto, purtroppo per noi creature immortali a volte è davvero difficile apprezzare ciò che la vita ci offre. Diamo tutto per scontato e non dovremmo affatto poiché non vi è nulla di certo”

AILEA
“..ritengo…” asserì riprendendo parola “..che a maggior ragione l’eternità dovrebbe dar modo di rinnovare il proprio animo cogliendo attorno al proprio essere quei dettagli unici che rendono ogni giornata lieta d’esser vissuta. Poiché se è vero che immortalità reca su di sé la consapevolezza certa di un’immutabile realtà, è altrettanto veritiero che, persino in un’eterna esistenza, mai sussisterà giorno uguale a un altro, fosse anche per pochi istanti, ma lo renderebbe comunque memorabile per chi sa apprezzarne la sfumatura”
Ecco, iniziavo a straparlare! E me ne scusai pochi istanti dopo, sentendomi le gote più calde rispetto a qualche istante prima “Perdonate, ma la vostra compagnia è talmente lieta che inizio a straparlare, e non vorrei mai sobillarvi di parole”

DULCINEA
Continuai a stringerle la mano che ormai mi dava un senso di calore che mai avevo provato prima. LO so è strano che una creatura come me provi simpatia per una creatura così all’opposto come Ailea, ma non potetti fare a meno di notare che la sua compagnia era davvero piacevole.
“No Ailea non scusarti, non ne hai motivo. Non mi infastidisci affatto anzi è un vero piacere parlare con te” le sorrisi nuovamente e ripresi a parlare… “ e poi quello che dici è così profondo! Ma purtroppo non tutti sanno cogliere quelle sfumature di cui parli… se fosse così probabilmente non esisterebbe tutto questo male”
Non so perché parlavo in quel modo, infondo io di certo, nonostante non potessi esercitare la mia creatura di assassina, non potevo definirmi una creatura appartenente alla sponda del bene…
“Ma forse è per questo che esistono creature come te, per illuminare la via di coloro che navigano nelle tenebre…”

AILEA
“Cara Dulcinea..” erano davvero belle le sue parole, non potevo non apprezzarle. Anche se a molto meno era votata la mia esistenza “ guidare non è il mio compito…scopo della mia esistenza e sostenervi, lenire le vostre sofferenze..portarvi consiglio, anche se..” risi appena, coprendomi la bocca con la mano che era rimasta libera dalla dolce stretta della creatura “..non sono brava con le parole..sono poco più che una novizia e, ai miei occhi, non vi è creatura che non meriti il nostro sostegno, fosse anche solo uno sguardo. Bene e Male sono sempre esistiti e sempre esisteranno…avete il dono unico del libero arbitrio che vi consente di scegliere tra le due strade, consapevoli che l’una e l’altra non si escludono a vicenda…vi è sempre possibilità di trovare la Luce quanto le Tenebre..non siamo noi, in quanto angeli, a guidarvi…quanto voi a scegliere…”

DULCINEA
Dovevo aspettarmi una risposta del genere, che credevo che un angelo potesse darmi una spiegazione diversa da quella che mi propinavano i religiosi sulla terra? No, era ovvio che non poteva essere così! Ma non avevo nessuna voglia di impelagarmi in una conversazione teologica, così preferii annuire alle sue parole.
“Si Ailea avete ragione, ognuno di noi può scegliere, ma sono certa che qualora il tuo compito fosse stato quello di guidare le creature verso la luce, saresti stata in grado di svolgerlo egregiamente. Anche se come dici tu sei una novizia”
Avvicinai appena un po’ la lanterna… la luce si stava affievolendo lentamente!

AILEA
Per tutti gli angeli, ci mancava anche di restare di nuovo al buio! “Oh…oh…” mi sfuggi letteralmente e mi appiattì quasi al pavimento guardando la luce nella lanterna affievolirsi “ Dulcinea, avete qualcosa per poter ravvivare la fiamma?” nel mentre mi raddrizzai di nuovo sulle ginocchia, guardandomi attorno come a cercare qualcosa in tal senso ma…eravamo in una stanza chiusa, e l’unica cosa presente eravamo noi e la lanterna.

DULCINEA
Per me il buoi non rappresentava affatto un problema anzi, era la mia dimensione. Ma non quella di Ailea evidentemente! Le cinsi le spalle con un braccio e la feci appoggiare a me…
“no Ailea, purtroppo non ho nessun mezzo per ravvivare la fiamma, ma non temere ci sono io qui con te, ci vedo molto bene anche al buio. E comunque sembra che il tempo a nostra disposizione stia per terminare. Spero di poterti rincontrare sull’isola.” Le sorrisi e non fui nemmeno sicura che riuscì a notarlo…
La lanterna smise di illuminare la stanza! Ed ad un tratto lo stesso buio che mi aveva avvolta quando ero arrivata in quella stanza mi riportò esattamente dov’ero un’ora prima!
 
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MedeAthena
view post Posted on 4/5/2009, 22:35




Logan & Lilith



*Logan: Cerco la mano di Yuna con la mia, è un gesto istintivo ormai ad ogni risveglio, ma le mie dita non trovano altro che la pietra fredda e liscia del pavimento. Non è la notte che avvolge i miei occhi con il suo manto di nera pece, mi trovo in una stanza buia rischiarata in un unico punto da una debole luminescenza. I sensi da lupo si allertano e percepisco l’odore di qualcun altro nella stanza. Non è un odore famigliare e mi pongo in guardia. Che tu sia un amico o un nemico sono pronto ad affrontarti.

*Lilith:
Apro gli occhi, mi accorgo immediatamente che qualcosa è cambiato. Non sono nella mia stanza, Lucas non è al mio fianco. Al buio vedo esattamente come durante il giorno, o forse addirittura meglio … la luce mi infastidisce. Un breve sguardo per focalizzare il luogo in cui mi trovo: una camera stretta, spoglia. Non sono sola, mi giro di scatto. Istintivamente porto una mano al grembo, quasi a voler proteggere mio figlio dalla figura che non riesco a riconoscere. La mia voce è ferma, nessun segno di timore: “Con chi ho il piacere di condividere questa assurda situazione?”

*Logan: La voce di una donna fende il silenzio irreale della stanza.“Sono Logan – mi avvicino appena alla lanterna nel mezzo della stanza per dare con i miei occhi una figura concreta a quella voce – Voi chi siete?”Davanti a me ci sono solo tenebre e le ombre tremolanti della lanterna producono poche e irreali figure sul pavimento, ma la donna è ancora celata nell’oscurità.

*Lilith: Compio qualche passo verso la lanterna e permetto alla debole luce di illuminare il mio viso diafano “Logan, che gradevole sorpresa…sono Lilith, e immagino che ricordiate di me.” Sorrido, sollevando solo un angolo della bocca…forse sarebbe meglio definirlo un ghigno altero, il mio biglietto da visita.

*Logan: La regina dei vampiri, mi ricordo di voi”. Il mio sguardo si posa su un particolare che non c’era al nostro primo ed unico incontro, il ventre gravido di Lilith. Non indugio oltre per non essere indiscreto e mi guardo intorno per capire meglio in che posto ci troviamo. Da una piccola finestra davanti a noi si vedono solo le onde infinite del mare aperto. “Che posto è mai questo?”

*Lilith:
“Non ne ho idea, anche se ho la certezza che si tratti di uno scherzo di Aether. Pare divertirsi parecchio a metterci in difficoltà…” Anche il mio sguardo si posa sul mare che rumoreggia fuori dalla minuscola finestra, sembra di essere sospesi in mezzo al nulla. Indubbiamente un’illusione, altrettanto indubbiamente di pessimo gusto. “La Regina dei vampiri e un licantropo…pare che la Madre abbia davvero uno spiccato senso dell’umorismo…non trovate?” Non conosco Logan, e diffido della sua specie: preferisco tentare di comprendere fin da subito chi mi trovo davanti, per potermi comportare di conseguenza.

*Logan: “Oh, certo, molto divertente in effetti” non riesco a trattenere un tono che è un misto di sarcasmo e sconforto. “Un vampiro ed un licantropo, se voleva che ci eliminassimo a vicenda tanto valeva darci subito le armi per farlo” E invece qui siamo senza poteri, me non sono subito reso conto. Osservo la regina Lilith come per studiarla. “Nella mia vita ho incontrato parecchi vampiri, sapete? Avrei indovinato la vostra razza anche senza saperla.” Non nascondo l’astio nei confronti di una specie da sempre nemesi della mia.

*Lilith: “Oh, e immagino che non sia stata una scoperta piacevole, vero Logan?” Mi appoggio con la schiena al muro ed incrocio le braccia, apparentemente rilassatissima. “Per me vale la stessa cosa…il vostro odore vi annuncerebbe anche se tutti gli altri sensi fossero bloccati. “ Lo guardo negli occhi, riducendo i miei a una fessura. Mi dispiace per la Veela sua compagna, ma questo licantropo mi irrita: il disprezzo che le sue parole trasudano non fa altro che alimentare la mia voglia di provocarlo. “E ditemi, non avete riconosciuto la netta superiorità della mia specie sulla vostra, durante gli incontri a cui avete accennato?”

*Logan: “Superiorità” Scandisco bene la parola mentre una risata mi sale in gola. “E dove sarebbe la superiorità della vostra razza, regina? –sottolineo con un cenno forzato del capo l’ultima parola- Forse nel mero uso delle proprie vittime come semplici parassiti? O nel fatto che utilizzate per i vostri affari spesso l’aiuto di altre creature, che sarebbe meglio etichettare come vostri schiavi? Un licantropo non ha bisogno di altri che di se stesso o dei suoi simili. E’ questa la nostra forza, quindi no, non riesco a riconoscere in voi nessuna superiorità”. Lo sguardo corre fuori dalla finestra, se solo ci fosse luna piena stasera.

*Lilith: Mi lascio sfuggire una risata, pare che il mio compagno sia particolarmente orgoglioso…tutto sommato mi fa piacere, detesto la falsa modestia. “Non vedo cosa possa esserci di così orribile nell’avere schiavi, qualcuno che faccia il lavoro sporco al posto mio, per riservare a me la parte migliore…detesto macchiarmi le mani con le creature inferiori, sapete?” Il bambino si agita un po’ dentro di me, mi porto le mani dietro la schiena cercando di mantenere ugualmente l’espressione altera e imperturbabile che ho mostrato fin’ora. “In fondo, cos’altro è il vostro cosiddetto *branco*, se non un gruppo di servitori agli ordini del lupo dominante?”

*Logan: “Non ci sono servitori tra noi, ogni lupo ha il suo compito e contribuisce in egual misura alla sopravvivenza del gruppo” Con la mano tasto la dura superficie del muro intorno a me, quasi a volermi caricare dell’energia del mare che sento vicino. Non mi piace stare chiuso tra quattro mura. “E se un lupo merita di diventare il capobranco allora lo diventa, è la legge della natura, ed è confortante sapere che questa legge vale per tutti noi, che siamo noi stessi gli artefici del nostro destino, che possiamo riscattarci con le nostre forze, cosa che non possono nemmeno sperare gli schiavi dei vampiri.” E deve essere davvero una triste esistenza, penso in silenzio, dover passare tutti i lunghi anni della propria vita in balia dei desideri e dei capricci di simili creature.

*Lilith: “Oh, che quadretto luminoso! Però forse vi sfugge che gli schiavi dei vampiri sono orgogliosi di esserlo, in quanto risparmiati dal destino di morte al quale va incontro la maggior parte delle vittime. Sono servitori, è vero, ma elevati rispetto agli altri…e vi posso assicurare che si tratta di un privilegio concesso a pochi.” Faccio qualche passo verso di lui, guardandolo negli occhi. “Parlate di gruppo, di branco, di legge della natura…e in tutto questo che ruolo ha il libero arbitrio? L’autonomia? L’indipendenza?”

*Logan: “Un lupo può anche essere autonomo, vi sono alcuni lupi che non vivono nel branco”. Come me, mi verrebbe da aggiungere, ma la spiegazione della mia scelta sarebbe lunga e complicata. “Ed in quanto al libero arbitrio, non mi sembra che voi vampiri lasciate molta libertà di scelta ai vostri aiutanti – pronuncio marcatamente l’ultima parola- se sono persone che vi aggradano li trasformate in vostri simili, altrimenti li condannate ad una non vita di umiliazioni e fatiche. “ Lo sciabordio delle onde infrange i pochi attimi di silenzio tra le nostre parole. L’oceano immenso ai nostri piedi mi fa pensare che, dopotutto, c’è un punto della vita in cui una creatura è sola, con se stessa o con la sua nemesi, come per me in questo momento. Sorrido appena “E’ buffo, Lilith, non avrei mai pensato di parlare di tutto questo proprio con una vampira, non in una situazione simile poi”.

*Lilith: “Ma sapete qual è la cosa divertente? A me…del destino dei miei schiavi…non importa assolutamente nulla.” Scandisco bene le parole, e non posso fare a meno di sollevare a mia volta un angolo delle labbra: “Su questo devo darvi ragione, Logan. Nemmeno io avrei mai pensato di potermi intrattenere con un licantropo, senza avere alcun secondo fine…tutto sommato, il bilancio che riguarda la vostra persona non è negativo come quello che ho stilato nei confronti di tutta la vostra specie.” Il tono non lascia intuire chiaramente se si tratta di una facezia o del mio reale pensiero. Ma se penso che costui ama Yuna, e si è sottoposto a non poche prove per starle accanto, ammetto senza ombra di dubbio di non poterlo disprezzare quanto i suoi simili. Ma questo è meglio che non lo sappia.

*Logan: Sorrido, non posso farne a meno in quella situazione paradossale. Ricordo la prima e unica volta che ho incontrato Lilith sulla spiaggia, era in compagnia di un demone, lo cercava spesso con lo sguardo e quel suo atteggiamento mi ricordava molto quello di Yuna nei miei confronti. Per un secondo i miei occhi indugiano di nuovo sul suo ventre, e non riesco a non domandarmi se contiene il frutto del suo amore per quel demone. “Non siamo poi così diversi infondo”

*Lilith: sembra che il bambino si sia accorto di essere l’oggetto degli ultimi sguardi Logan, e scalcia come se volesse dire la sua in questa strana, paradossale conversazione. Mi accarezzo il ventre con una mano, quasi sorridendo “No, in fondo non siamo così diversi…qualunque cosa ha il suo opposto, e un punto in cui si fonde con esso. Forse…anche per licantropi e vampiri è così. Forse quel punto d’incontro è un sentimento al quale nessuno è immune, tanto la più corrotta delle creature delle tenebre quanto il più selvaggio dei lupi. L’amore, Logan..” Abbasso lo sguardo, ho sempre qualche remora a parlare di quel sentimento che fino a qualche mese fa mi era totalmente sconosciuto. Quando alzo gli occhi, sono di nuovo nella mia stanza, immersa nel buio totale. Sola.
 
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11 replies since 8/4/2009, 01:49   849 views
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