TERZA PROVA SETTIMANALE

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nith85
view post Posted on 4/5/2009, 21:00 by: nith85
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Ailea&Dulcinea

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DULCINEA
Ero nella foresta, a caccia di quelli che da un po’ sono la mia unica fonte di nutrimento: gli orsi! Vagavo facendomi spazio fra le verdi e fluenti fronde cercando di carpire da quale punto remoto della foresta provenissero gli odori. Camminavo lesta, la pioggia cominciava a bagnarmi i capelli e i piedi che sprofondavano nella terra bagnata mi costringevano a rallentare il passo. Ad un tratto mi parve di inciampare, caddi e presi a rotolare lungo un tunnel fatto di terra e foglie secche. Poi il buio...
Al mio risveglio mi ritrovai in un luogo che mai i miei occhi avevano avuto modo di vedere da quando avevo messo piede sull’isola. Mi sollevai, arrancandomi al una parete. Presi a scarmigliarmi i capelli bagnati dalla pioggia. Uno strano sentore di pericolo scomparve non appena mi accorsi di una finestra, piccola e ferrata che lasciava penetrare un sottile fascio di luce. Mi avvicinai facendo attenzione a non espormi ai raggi del sole. Notai una immensa distesa di mare che circondava il luogo in cui mi trovavo, non potevo far molto e soprattutto non capivo come diavolo avevo fatto ad arrivare fino a li.
Mi spostati per recuperare una lanterna che illuminava uno scorcio di parete che mi accorsi essere fatta di marmo nero. Cominciai ad illuminare lungo il percorso che stavo percorrendo quando mi accorsi di non essere sola. Una creatura alata giaceva inerme sul pavimento. Mi chinai, posai la lanterna e presi a scuoterla...

AILEA
Per tutti gli angeli che cosa tremenda il fatto di risvegliarsi quando, un istante prima, eri tranquillamente in volo! E non tanto per il risveglio in sé quanto per il fatto che –ok, probabilmente per un qualche difetto nella mia persona- l’aprire gli occhi rischia di portare a situazioni davvero disastrose! Insomma..un momento sei in volo..plani sbattendo le ali poi PUF, vuoto e di nuovo luce con una sensazione di smarrimento tale che il primo pensiero logico, a ragione, qual è? Ricordi il cielo, l’aria, le ali e, ovviamente, riprendi ciò che hai lasciato in sospeso, mica intendi precipitare per aver accidentalmente chiuso gli occhi eh! Che ne dicano l’esperienza con il ramo nell’ala qualcosa mi ha insegnato e...ok, quella volta non avevo chiuso gli occhi, anzi, mi sono guardata bene dal farlo che già precipitare non è bello ma se poi vai pure alla cieca finisco come un sacco di patate e altro che ramo nell’ala! Peccato che in questo caso 1- non ero in volo, o almeno, non più (anche se proprio peccato non deve essere, insomma, mi sono evitata un ramo se non altro) 2- nel gesto di sollevarmi le ali sono proprio andate per conto loro e, non le avrò infilzate in un complesso arboreo, tuttavia qualcosa colpì, e quel qualcosa non ne fu per niente contento, percependolo finire a qualche passo indietro, seguito a ruota dal rumore di qualcosa di metallico che fece ondeggiare pericolosamente la poca luce presente. Quindi, non solo avevo colpito una fanciulla in procinto di aiutarmi per l’ennesima volta (che ormai sta diventando abitudine, mio malgrado..e per fortuna che l’angelo sono io) facendola quasi ruzzolare a terra, ma altro stava ruzzolando davvero, urtata dal movimento della donna. E capì pure perché la luce ondeggiava ipnoticamente assieme a quel rumore metallico. Una lanterna! E non c’erano altre luci! In un misto tra rammarico, piume, scuse e quant’altro fece prima la donna a muoversi che io a spiaccicar parola.
“Per tutti gli angeli...!” riuscì a esclamare, anche se più che esclamazione la mia voce assunse un tono talmente rammaricato nei confronti della donna che un sussurro avrebbe potuto esser definito l’acuto di un tenore all’Opera di Parigi. “M-mi dispiace...sono così rammaricata” non potevo certo porre grandi giustificazioni a mia difesa e mi preoccupai anche maggiormente quando, una volta recuperata la lanterna, la luce mi permise di mettere dovutamente a fuoco la donna....o meglio, più che lei...il suo pallore mortale. Ecco, il senso di colpa farsi strada..l’avevo fatta sbiancare poverina..chissà che colpo doveva essersi presa ...e per fortuna che non ero nulla di spaventoso..credo..il solo pensiero bastò a farmi controllare di esser sempre me stessa..rassettando la veste e toccandomi il viso. Si sa mai...

DULCINEA
Uno sbatter d’ali e la lanterna mi scivola dalle mani, finendo sul pavimento poco più distante da me. Perdo l’equilibrio ma tuttavia riesco a restare inginocchiata di fianco a quella creatura che sempre essere un angelo.
E’ spaurita, lo avverto e il che mi provare una strana sensazione di piacere, ma aimè devo tener fede al patto con Manuel. La guardo assottigliando appena lo sguardo. “ehi ma che diavolo fai? Cerca di fare più attenzione, non c’è sufficiente spazio per le tue ali in questa stanza”
Vorrei poter trovare risposte in lei, dopotutto dovrebbe essere portatrice di luce e conoscere la strada per tornare all’isola. Almeno queste sono le mie speranze, non ho alcuna intenzione di rimanere a lungo chiusa in questa stanza. Mi innervosisce.
Ritorno a guardarla cercando di capire se ha idea di dove ci siamo cacciate.
“Come sei finita qui?”
La aiuto a sollevarsi da terra e attendo delucidazioni, anche se ho il vago sentore che ne sappia anche meno di me!

AILEA
Posso quasi percepire i miei occhi aprirsi maggiormente per lo stupore. E più passano gli istanti più questo aumenta. Come sono finita qui? Bella domanda! E io che volevo chiederlo a lei, sembra una donna così forte e decisa...che risposta potrei mai darle che non rasenti già l’ovvio della situazione? Richiudo la bocca, ricacciando indietro la domanda che stavo per porle, non trovando nulla di meglio per sopperire alla mia evidente mancanza mi guardo appena alle spalle, sistemando le ali a controllare che vi siano ancora. Si muovono lievemente, accarezzando la vuota tenebra attorno alle nostre figure...niente dolore. Tutto Ok, tanto basta per rifocillarmi di ottimismo e sorridere alla mia compagna d’esperienza.
“A esser sincera, dolce dama...era la domanda che stavo per porvi” gli insegnamenti dell’arcangelo erano chiari, voce ferma ma dolce che così i nostri interlocutori possono esserne rassicurati nonostante la situazione. “vi porgo nuovamente le mie scuse per prima…” imperante far ben penetrare il concetto che non era nella mia volontà causarle alcunché, anzi. E a proposito di cause..è ancora così pallida..”prima però, se mi permettete, è il caso di occuparmi della vostra salute...siete così pallida..” allungo poi una mano a toccarle confortante il braccio. Istintivamente la ritraggo per un breve lasso di tempo “...e fredda!” lascio trasparire un sottile senso di allarme, mi sfugge, è inevitabile. Tuttavia tento di riprender terreno, calma e sangue...che il Signore non me ne voglia ma pensare al freddo e abbinarlo alla fanciulla davanti a me non posso che sentire apprensione nel dubbio che possa non star bene. Sapendo ormai che la pelle della ragazza è così gelida vi poso le mani più delicata, dandomi tempo per abituarmi a quella temperatura. “Vi aiuto io...” almeno su questo potevo farlo e gli occhi mi si chiudono ricercando quella quiete sensazione che precede il mio mio Dono.
E...
La quiete c’è, il Dono no. Apro un occhio, osservando le mie mani. Niente luce celestiale lungo la mia pelle, niente sensazione di pace nell’aria... “Ma...” Apro anche l’altro occhio e rigiro le mani, confusa...cosa stava succedendo? Guardo negli occhi la donna, in quell’oro liquido così magnetico in cui non interpreto minor smarrimento.


DULCINEA
Male, si davvero male! Odio non sapere dove mi trovo, mi innervosisce più di quanto io non lo sia già in questi ultimi giorni. Senza considerare che mi ritrovo qui con una delle creature più angeliche che popolano l’isola, la voglia di saltarle al collo è smisurata ma devo necessariamente controllare il mio istinto. Le sorrido, non vorrei si preoccupasse più di quanto non lo sia già.
“Sto bene, state tranquilla piuttosto cosa vi turba signorina?”
Vediamo di tranquillizzarla, non vorrei ritrovarmi a doverle anche asciugare le lacrime, santi numi non credo che lo sopporterei. Mi allontano cercando di recuperare la lanterna, non che io ne abbia bisogno, ci vedo perfettamente anche al buio… ma magari così la creatura si tranquillizza. Ritorno da lei e la guardo con il sorriso più delicato che posseggo attendendo con pazienza una sua risposta.

AILEA
Ho come la percezione che i ruoli inizino a invertirsi e non è cosa proprio auspicabile. Rigiro di nuovo le mani, provando a richiamare il Dono ma niente, nulla…solo silenzio…anzi, non proprio silenzio..vi è aria che scorre..come filtrando da qualche parte..e ciò mi porta a guardare attorno, ma l’oscurità è così fitta che non riesco a orientarmi. Fortuna che la lanterna crea un minimo di chiarore, almeno riesco a vedere la donna“A dire il vero…non so quanto sia da turbamento…anche se, si, sono un po’ confusa…” le mostro le mani come dovesse vederci chissà quale meraviglia. E in effetti, non che siano proprio una meraviglia, ma dovrebbero emanare una tenue luce “ non riesco a richiamare il mio Dono...” le sorrido, cordiale come sempre, come se stessimo in realtà prendendo una tazza di thè in una comoda coperta sulla sabbia della spiaggia. Ma il dubbio si insinua…come è possibile che non riesca a evocare la Luce? Arrivata sull’isola non sono più riuscita a sentire le voci dei piani alti, ora, in questa stanza –o, almeno, credo sia tale- nemmeno posso accedere a ciò che mi consentirebbe di portar sollievo, non a me, ma al mio prossimo. Si ripercuote nella memoria l’esperienza delle ore trascorse in quella prova..in cui poco avevo potuto compiere per esser di sostegno alle creature presenti. Ma dal poco al nulla ce ne passa….e se qui non fossi riuscita nemmeno in quel poco? Che l’Altissimo potesse illuminarmi perché non so come avrei potuto esser salda in quella fragilità data dalla mia inesperienza. “Chiedo comunque venia, non voglio esser per voi causa di turbamento e..davvero da maleducata ancora non mi sono presentata. Onorata di conoscervi, dolce fanciulla, il mio nome è Ailea..” talvolta il sorriso è quanto di più complesso vi possa esser da fare…ma mai l’avrei fatto mancare, in quel nulla, in quel poco, poteva davvero esser tanto.

DULCINEA
Le sorrido, non è mia intenzione incuterle terrore più del dovuto. Ritrovarmi sola con una creatura in preda al panico non è situazione auspicabile. Mi siedo sul pavimento al sul fianco guardando incerta le sue mani che paiono normalissime. A cosa avrà voluto riferirsi con la parola dono? Forse al suo potere? E’ questo che la turba? La guardo e tento di prenderle le mani per rincuorarla. In un modo o nell’altro riuscirò a capire come uscire da qui, anche se apparentemente non vi sono vie di uscita se non quella minuscola finestra ferrata da cui non passerebbe nemmeno uno scoiattolo.
“ti riferisci ai tuoi poteri Ailea?” mi rendo conto di non averle nemmeno detto il mio nome così le sorrido e la guardo. “è comprensibile che tu ti sia dimenticata di presentarti vista la situazione… io sono Dulcinea!”
Evito di dirle che sono una vampira, meglio restare sul vago!

AILEA
Dunque questo è il nome della mia compagna. Dulcinea. Ne faccio quasi lo spelling mentalmente, sillabandone ogni singola lettera per apprezzarne dovutamente ogni minima inclinazione. Dulcinea. E’ un bel nome e, si, immagino sia perfetto davvero per la donna che mi sta seduta di fronte. Dulcinea. Un nome che evoca un senso di dolcezza avvolgente e deliziosamente denso di sfumature..un nome dalle tinte calde quanto il primi raggi di primavera, si avvolge sulla figura rendendo meravigliosamente piacevole il contrasto con la stessa. Dolcezza insita in una forza decisa e fiera. Calore che si fonde irradiando quasi luce in quella pelle lattea e così gelida al tatto. Il contatto delle sue mani, un gesto così semplice, così gradito…scalda l’animo quanto la sua pelle non riesce a compiere. “Hai un nome meraviglioso Dulcinea…” non riesco a trattenere un sospiro ammirato, è davvero così bella…di una bellezza ammaliante, ogni gesto, anche il più semplice, possiede una grazia così perfetta da farmi pensare che lei meriterebbe davvero posto tra i cori celesti. Ma divagavo nel pensiero, incantata dalla perfezione della donna tanto da non poter fare a meno di osservarla. “..per quanto riguarda la vostra domanda..” poiché me l’aveva posta, ne ero certa. Era un eco distante in confronto all’apprezzare la sua presenza, ma sia mai che facessi mancar risposta. “…credo che li definiate poteri..si, in genere Elbereth li chiama così!”

DULCINEA
Elbereth! L’adorabile elfo che spesso ho visto in compagnia di Arlinn e che tempo fa mi aveva anche cucito un vestitini fatto di fogliame. Elbereth, si ero quello il suo nome! Se non altro, in quel momento ero certa che si trattasse di un’ abitante dell’isola, una creatura di PoG. Si il suo odore era troppo invitante per i canini di una vecchia vampira.
“Oh dunque conoscete la piccola Elbereth!” Le dissi con un sorriso e continuai a guardarla in quei candidi occhi. Ma le sue affermazioni non mi lasciarono una sensazione di turbamento, anzi! Mi preoccupavo solo di non darlo a vedere e posso dire di essere avvezza a simili atteggiamenti, almeno quando sono con Arlinn è così! Ma continuai a parlarle, se non altro riempivo quello strano silenzio che solo a tratti veniva interrotto dal tipico rumore che incontrano il vento.
“Dunque Ailea, siete davvero molto gentile, ma adesso dovremmo cercare di capire come fare ad uscire da qui, o almeno vorrei capirne i motivi se mai ve ne siano. “ Mantenni un tono gentile e rassicurante sebbene le sensazioni che stavo provando erano altre. Continuai a tenerle la mano che mi riscaldava appena la pelle.
“Voi ne avete idea cara?”

AILEA
Scossi la testa in senso di diniego “No, mi spiace…” osservando in giro, se giro potevo dire dato che se non fosse stata per la lanterna non avrei visto a un palmo dal naso, potevo definire solo che poggiavamo su un pavimento di lucido marmo nero…era quasi ipnotico l’osservarlo amalgamarsi con quella tenebra pressoché totale. Tenendo la mano alla cara Dulcinea feci cenno di volermi alzare…almeno avremmo potuto esplorare quell’ambiente…sperando non fosse nulla di spaventoso come alla prova. Ci sollevammo assieme e, poco dopo, la lanterna fece bella figura di sé nella mano che era rimasta libera. L’alzai quanto bastava per illuminare più avanti, facendo qualche passo incerto. In fondo..meglio assicurarsi che il pavimento continuasse seriamente a procedere.

DULCINEA
Mi alzai e prosegui tenendo il passo della mia compagna di avventura. Procedevamo facendo entrambe attenzione a dove mettessimo i piedi. Evidentemente anche lei aveva partecipato alla prova che mi aveva visto vittoriosa qualche giorno fa. Costatai con sommo dispiacere che le mie perplessità al riguardo di possibili vie di fuga erano certezze. Non potevamo uscire di li e non avevamo i nostri poteri.
“Pare che non vi siano vie di scampo Ailea, quindi dovremmo utilizzare il tempo per fare qualcosa di utile. Sono sicura che non appena sarà il momento ci porteranno via di qui”
Non ne ero poi così convinta, infondo non ricordo di aver subito la mia punizione per aver violato il patto con Manuel ! Che sia proprio questa? Oppure è solo una sfida che mi lancia l’oscuro?
Chiusa in una stanza con un angelo e resistere alla fame…

AILEA
La bella dama aveva proprio ragione…non vi era uscita da quella stanza ma, se dovevo vedere il lato positivo, almeno non ero da sola! “Avete ragione Dulcinea!” affermai, rimettendomi seduta…tanto valeva restar comode e, in mancanza di sedie, potevamo comunque arrangiarci egregiamente. In un fruscio di veli mi ritrovai a guardarla dal basso…era così solenne nel suo imperante sguardo dorato che non potei che restarne ulteriormente ammirata. Le feci cenno di sedersi a sua volta, gradivo la sua vicinanza e la sua schietta sicurezza non poteva che farmi pensare che, se c’era un motivo per cui eravamo lì, certo con lei avrei potuto superare qualunque cosa. “Vi prego, accomodatevi…purtroppo non abbiamo a disposizione nulla di più comodo del pavimento, tuttavia l’importante è che almeno quello ci sia!” sospirai, sistemando la lanterna in modo che ci illuminasse con la sua dolce luce “…forse dobbiamo semplicemente attendere…ritengo che a ogni situazione vi sia un motivo che porta le nostre persone a intraprendere determinate esperienze. Anche se oscuro appare attualmente il motivo, sono convinta che insieme arriveremo a una soluzione, lady Dulcinea”

DULCINEA
Da quando sono giunta sull’isola ho avuto modo di conoscere creature pure e gentili ma Ailea era davvero una delle più pure che io avessi mai visto, ed anche i miei canini se ne erano accorti purtroppo. Tentai di nasconderli trattenendo le labbra serrate mentre prendevo posto accanto a lei sul pavimento. Non potevo azzannarla e forse nemmeno volevo. Di sicuro non era quello il motivo per cui eravamo lì. Prendemmo a chiacchierare del più e del meno. Cercavo di farle domande per placare la preoccupazione di entrambe e soprattutto per non sentire la fame.
“Dunque dolce Ailea, voi risiedete a Point of God questo mi è chiaro e credo anche di aver capito che siete un angelo” Le sorrido raccogliendo la mano sul mio grembo e giocando appena ad intrecciare le mie dita alle sue. “da quanto tempo siete a No Return?”

AILEA
“A essere onesta..” e posso dire con sicurezza che per un angelo è il minimo sindacale richiesto, come un’aspettativa che non si può eludere. Con un dito grattai lievemente la tempia, fu più forte di me, un vago senso di imbarazzo nel non poter affermare con decisione da quanto durasse la mia permanenza su quest’isola..tutto assumeva dei contorni così sfuocati, confusi…
“..temo di aver perso il senso del tempo…quest’isola possiede così tanto fascino e cose interessanti da scoprire e osservare che proprio non mi sono preoccupata di tener conto dei giorni…e ora mi è impossibile darvi una definizione precisa. Voi, piuttosto? Se posso essere indiscreta…”

DULCINEA
Le sorrisi sfoderando ancora una volta il sorriso più rassicurante che posseggo e continuando a giocare con la sua mano le feci intendere che non era per nulla indiscreta dato che la prima a rivolgerle la stessa domanda ero stata io.
“Circa due mesi, anzi adesso che ci penso proprio ieri erano due mesi” Scostai una ciocca ribelle di capelli che mi era ricaduta libera sulla spalla e la unii al resto della coda. “in effetti Ailea il tempo sembra essere volato, anche se considerando il tipo di creatura che sono mi sembra anche piuttosto ovvio che due mesi siano passati così in fretta” Sollevai il viso e ripresi a guardarla sorridendo.

AILEA
Già, era proprio appropriato parlare di tempo….in fondo, proprio temporalmente parlando, più restavo assieme a Dulcinea più non potevo che soffermarmi sempre più ad ammirarla. Minuti oppure ore, chissà quanto tempo passò…ma è proprio vero che quando si è in gradita compagnia esso vola e si disperde perdendo di rilevanza, lasciando un piacevole trascorso attorniato da un’altrettanto lieta conversazione. Per questo adoravo le nuove conoscenze…rendeva il tutto così..meraviglioso!
“A esser onesta io sono sempre stata una frana a tener conto del tempo…non sono abituata a porvi peso anche se, in effetti, dovrei…” ci riflettei attentamente..”…è buona cosa se voi riuscite a non tenervi conto, non trovate che ciò ci dia modo maggiormente di apprezzare ciò che ci circonda? Siete una creatura davvero meravigliosa…avete un sorriso che incanta, è una gioia aver occasione di parlare con voi, Dulcinea..”

DULCINEA
Chi ha detto che gli angeli possono essere creature molto noiose? Probabilmente in passato l’ho pensato anche io lo ammetto, ma temo che dovrò ricredermi! Questa creatura, oltre ad essere estremamente affascinante, è davvero dotata di una gentilezza e di una spontaneità che raramente ho avuto modo di riscontrare nei miei simili! E poi ammettiamolo ricevere complimenti, da una donna poi, è sempre cosa gradita! La guardai ammirata!
“Sei davvero gentile Ailea e devo ammettere che è una sensazione reciproca. Sei dotata di una bellezza così… Angelica” risi per l’ovvietà di ciò che avevo detto “ e non posso darti torto, purtroppo per noi creature immortali a volte è davvero difficile apprezzare ciò che la vita ci offre. Diamo tutto per scontato e non dovremmo affatto poiché non vi è nulla di certo”

AILEA
“..ritengo…” asserì riprendendo parola “..che a maggior ragione l’eternità dovrebbe dar modo di rinnovare il proprio animo cogliendo attorno al proprio essere quei dettagli unici che rendono ogni giornata lieta d’esser vissuta. Poiché se è vero che immortalità reca su di sé la consapevolezza certa di un’immutabile realtà, è altrettanto veritiero che, persino in un’eterna esistenza, mai sussisterà giorno uguale a un altro, fosse anche per pochi istanti, ma lo renderebbe comunque memorabile per chi sa apprezzarne la sfumatura”
Ecco, iniziavo a straparlare! E me ne scusai pochi istanti dopo, sentendomi le gote più calde rispetto a qualche istante prima “Perdonate, ma la vostra compagnia è talmente lieta che inizio a straparlare, e non vorrei mai sobillarvi di parole”

DULCINEA
Continuai a stringerle la mano che ormai mi dava un senso di calore che mai avevo provato prima. LO so è strano che una creatura come me provi simpatia per una creatura così all’opposto come Ailea, ma non potetti fare a meno di notare che la sua compagnia era davvero piacevole.
“No Ailea non scusarti, non ne hai motivo. Non mi infastidisci affatto anzi è un vero piacere parlare con te” le sorrisi nuovamente e ripresi a parlare… “ e poi quello che dici è così profondo! Ma purtroppo non tutti sanno cogliere quelle sfumature di cui parli… se fosse così probabilmente non esisterebbe tutto questo male”
Non so perché parlavo in quel modo, infondo io di certo, nonostante non potessi esercitare la mia creatura di assassina, non potevo definirmi una creatura appartenente alla sponda del bene…
“Ma forse è per questo che esistono creature come te, per illuminare la via di coloro che navigano nelle tenebre…”

AILEA
“Cara Dulcinea..” erano davvero belle le sue parole, non potevo non apprezzarle. Anche se a molto meno era votata la mia esistenza “ guidare non è il mio compito…scopo della mia esistenza e sostenervi, lenire le vostre sofferenze..portarvi consiglio, anche se..” risi appena, coprendomi la bocca con la mano che era rimasta libera dalla dolce stretta della creatura “..non sono brava con le parole..sono poco più che una novizia e, ai miei occhi, non vi è creatura che non meriti il nostro sostegno, fosse anche solo uno sguardo. Bene e Male sono sempre esistiti e sempre esisteranno…avete il dono unico del libero arbitrio che vi consente di scegliere tra le due strade, consapevoli che l’una e l’altra non si escludono a vicenda…vi è sempre possibilità di trovare la Luce quanto le Tenebre..non siamo noi, in quanto angeli, a guidarvi…quanto voi a scegliere…”

DULCINEA
Dovevo aspettarmi una risposta del genere, che credevo che un angelo potesse darmi una spiegazione diversa da quella che mi propinavano i religiosi sulla terra? No, era ovvio che non poteva essere così! Ma non avevo nessuna voglia di impelagarmi in una conversazione teologica, così preferii annuire alle sue parole.
“Si Ailea avete ragione, ognuno di noi può scegliere, ma sono certa che qualora il tuo compito fosse stato quello di guidare le creature verso la luce, saresti stata in grado di svolgerlo egregiamente. Anche se come dici tu sei una novizia”
Avvicinai appena un po’ la lanterna… la luce si stava affievolendo lentamente!

AILEA
Per tutti gli angeli, ci mancava anche di restare di nuovo al buio! “Oh…oh…” mi sfuggi letteralmente e mi appiattì quasi al pavimento guardando la luce nella lanterna affievolirsi “ Dulcinea, avete qualcosa per poter ravvivare la fiamma?” nel mentre mi raddrizzai di nuovo sulle ginocchia, guardandomi attorno come a cercare qualcosa in tal senso ma…eravamo in una stanza chiusa, e l’unica cosa presente eravamo noi e la lanterna.

DULCINEA
Per me il buoi non rappresentava affatto un problema anzi, era la mia dimensione. Ma non quella di Ailea evidentemente! Le cinsi le spalle con un braccio e la feci appoggiare a me…
“no Ailea, purtroppo non ho nessun mezzo per ravvivare la fiamma, ma non temere ci sono io qui con te, ci vedo molto bene anche al buio. E comunque sembra che il tempo a nostra disposizione stia per terminare. Spero di poterti rincontrare sull’isola.” Le sorrisi e non fui nemmeno sicura che riuscì a notarlo…
La lanterna smise di illuminare la stanza! Ed ad un tratto lo stesso buio che mi aveva avvolta quando ero arrivata in quella stanza mi riportò esattamente dov’ero un’ora prima!
 
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