TERZA PROVA SETTIMANALE

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TsukiNoAngel
view post Posted on 2/5/2009, 11:31 by: TsukiNoAngel
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Baby child

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Prince e Nickolas



Nickolas
Apro gli occhi in un colpo solo. Sono disteso a terra, il pavimento è freddo, sebbene non possieda un vero corpo la temperatura gelida del marmo riesce quasi a penetrarmi dentro. Non capisco. Mi sono svegliato. Vuol dire che dormivo. Ma non ricordo di essermi addormentato. Io, se dormo, lo decido da solo e lo faccio come e quando mi pare. Qualcuno mi avrà giocato un brutto scherzo. Non capisco come ci sia riuscito. Sarà sicuramente opera di chi in quest’isola si diverte ad avere il potere. Nessun altro potrebbe mai farmi una cosa simile.
Non mi alzo subito. Mi metto soltanto in ginocchio. Non riesco a capire dove sono. Non conosco questo posto, non mi pare di esserci mai stato prima. Solo in un angolo c’è una piccola lanternina che emana una flebile e delicata luce. Purtroppo illumina solo poche mattonelle attorno ad essa. Non si riesce a vedere altro. Anche se stropiccio gli occhi non riesco a scorgere oggetti o cose attorno a me. I miei occhi devono ancora abituarsi al buio.

Prince
Buio. L’oscurità più assoluta mi avvolge a tal punto che non riesco neppure a capacitarmi della posizione in cui mi trovo. Senz’altro sono disteso, sento i piedi nudi gelare al contatto con il pavimento e rabbrividisco. Piano cerco di alzarmi, o quantomeno mettermi seduto. Tasto il marmo sotto le mie mani e cerco un appiglio per tirarmi su. Dietro di me c’è una parete, all’apparenza sembra composta di pietre, scure anch’esse suppongo, non distinguo alcun colore se non il nero del buio. Poggio la schiena al muro e cerco di riflettere, le gambe incrociate come le braccia al petto. Ricordo soltanto che mi trovavo al fiume, poi il nulla. Mi chiedo se è trascorso più di un giorno prima di svegliarmi, mi domando se sono stato rapito, o se è solo un’altra prova, come quella affrontata poche settimane fa. Ma a differenza di quella, mi trovo solo nell’oscurità. Sbatto ancora gli occhi, questa volta mi sembra di vedere una luce, come intrappolata tra sottili sbarre che riconosco come parte di una finestra. Una prigione? Non mi avvicino, ma sposto lo sguardo in cerca di qualcosa di concento e chi mi dia un indizio sul posto in cui mi trovo. Avverto dei rumori provenienti dal punto opposto al mio. Topi, forse. Alla parete di fronte a quella con la finestra individuo una lanterna, ma la flebile luce emanata da essa non basta se non a illuminare gli immediati dintorni e a permettermi di riconoscere il materiale di composizione della stanza. Marmo nero sia alle pareti che al pavimento. Sbatto ancora le palpebre sperando di vedere qualcosa in più del nulla.

Nickolas
Mi alzo finalmente in piedi e cammino adagio verso la luce. Da lì proseguo a tastare tutto il muro con le mani. E’ freddo anch’esso. Nero e gelido. Avanzo di lato, lentamente provando a cercare a tentoni un appiglio, qualcosa che somigli alla maniglia di una porta, un catenaccio, qualsiasi cosa. Devo muovermi con estrema cautela. Non immagino chi abbia potuto portarmi qui né perché l’abbia fatto. Non so neppure se sono solo. Oltre alla piccola lanterna scorgo soltanto ora una minuscola finestra con le inferiate davanti. Dove diavolo sono? Cos’è questo posto? Sento una specie di fruscio, ma non riesco a comprendere da che lato della stanza provenga
Mentre continuo ad avanzare a tentoni lungo i muri inciampo col piede in qualcosa che intralcia il mio avanzare e inevitabilmente cado a terra.

Prince
Gli occhi si stanno pian piano abituando al buio, finalmente distinguo una figura che si avvicina tentoni a me. Io rimango impassibile nella mia posizione. Che sia chi mi ha portato qui dentro? Che voglia spiegarmi il perché della strana situazione? La riconosco chiaramente come una figura maschile, sto per parlare, per chiedergli chi è e cosa cerca da me, ma, colpa della sua disattenzione, inciampa su di me e cade rovinosamente sul pavimento. Stringo gli occhi, cercando di vederlo meglio, ormai sono certo che, chiunque egli sia, non è chi mi ha mandato qui. Corrugo la fronte, una creatura bionda e di sesso maschile si trova distesa a poca distanza da me, le sue gambe ancora riversate sulle mie.
“Ma chi cazzo..”, non termino la frase che lo spingo con forza in avanti, levandomelo di dosso. Mi alzo in piedi e rimango in silenzio con le braccia conserte, lo sguardo che si muove dalla creatura alla finestra e alla lanterna.

Nickolas
Come un’idiota non riesco a tenermi eretto senza appigli e cado addosso a questa “cosa” che mi si para di lato all’improvviso durante la mia perlustrazione. Come potevo vederlo? I miei occhi stanno, per quanto possono farlo, scrutando il muro con la massima attenzione, più che gli occhi sono le mie mani a scrutare il muro in ogni angolo, ero così concentrato e attento a palpare il marmo per trovare una via di uscita che qualsiasi altra cosa non aveva importanza. E invece, non solo inciampo su di essa, ma questa “cosa” parla pure! Non sono solo! C’è un’altra creatura con me. Un essere maschile per la precisione. Ora ne scorgo i lineamenti. Non c’è dubbio. Non sono sicuramente le sembianze di una bella ragazza. La voce me ne dà una conferma.
Mi rialzo per rimettermi in maniera dignitosa a posto, mi sistemo la camicia e sbatto la polvere via dai pantaloni.
“Chi diavolo è a intralciarmi?” Chiedo mantenendo un tono serio e deciso, ma allo steso tempo calmo e pacato.

Prince
Osservo il mio compagno di cella alzarsi in piedi e pulirsi gli abiti, mentre io rimango immobile con le spalle contro il muro. Una voce maschile, pacata, chiede chi è a intralciarlo. A intralciarlo? Non sono di certo un oggetto! Infilo le mani nelle tasche e rifletto ancora sulla possibile risposta. Decido di non parlare e rimango in silenzio nella mia posizione. Lo studio con attenzione, i capelli sono biondi come quelli di Ailea, ma di certo non è un angelo. A giudicare dal modo di parlare sembra essere di Point of Evil, che assurda situazione è mai questa?

Nickolas
Silenzio. Non ottengo alcuna risposta. Le ipotesi sono varie. O non può parlare per qualche malformazione, o ha paura o si sta preparando ad agire contro di me per qualche assurdo motivo. Gli occhi si sono abituati al buio e vedo quest’essere seduto a terra appoggiato al muro completamente fermo e zitto. Non so se tentare di provocarlo per ottenere una sua reazione o lasciarlo perdere e continuare quello che stavo facendo. Non so chi sia né cosa voglia da me, per ora non posso sottovalutare la situazione. Non devo perderlo d’occhio, anche se è complicato essendoci solo una fioca luce ad illuminarci. Sono comunque abbastanza tranquillo, continua a non reagire. Bene allora proseguirò nei miei intenti. Mi rimetto nuovamente a tastare i muri per cercare la mia via di uscita da quel posto.

Prince
Mi dirigo senza indugi alla fioca luce emanata dalla lanterna appesa al muro, mi appoggio al muro sotto di essa e osservo il mio compagno di cella. Sembra star esaminando la situazione, esattamente come me. Ed ecco che riprende a camminare, forse era questo che faceva prima di piombarmi addosso. Man mano che si avvicina alla luce riesco a vederlo meglio. Ha una cicatrice sull’occhio e i capelli, lisci e biondi, sono proprio come li avevo visti al buio. Il silenzio, interrotto solo dallo strascicare dei suoi passi, mi infastidisce più del solito e la curiosità, mio peccato più grande, si impossessa di me. Voglio sapere dome mi trovo e perché.
“Chi sei?” A voce bassa parlo per la prima volta, potrei anche sussurrare talmente regna il silenzio

Nickolas
Finalmente sembra muoversi. Mi fermo, ruoto lentamente la testa verso di lui. Si è messo sotto la lanterna, forse desiderava farsi vedere. La sua pelle sembra talmente chiara sotto quella luce. E ha uno strano tatuaggio sul volto, sembra un ragno. Mah… de gustibus…
Poi si decide a parlare, non per dire qualcosa di sensato, ma per chiedermi chi sono. Che potrebbe anche sembrare sensato da parte sua, probabilmente si starà chiedendo da che parte sto. Ma in questo momento trovavo più sensato se si fosse proposto di darmi una mano a cercare il modo di uscire da lì.
Decido di esitare un attimo a rispondergli, lo fisso un po’ negli occhi, serio e deciso. Accenno appena a un ghigno e poi con calma rispondo. “Nickolas” mi limito a dirgli. “Ora che lo sai sei soddisfatto?”

Prince
Sfacciato. Non perdo la mia calma e rispondo pacatamente.
“Non considererei una soddisfazione avere a che fare con tipi come te” E’ di Point of Evil, senza dubbio. Per quanto io possa essere taciturno e scontroso a volte, avverto in lui un chè di malvagio. “Prince..” Mi presento anch’io, per buona educazione. Avrei dovuto immaginare che dietro un aspetto tanto angelico si nascondesse una creatura malvagia. L’aspetto inganna, ed io ne sono testimone. Non ho intenzione di parlargli ancora, mi auto convinco che non ne vale la pena. Riprendo la mia esplorazione e in pochi passi sono alla finestra con le sbarre. Sento lo sguardo di Nickolas puntato su di me. Un vento fresco e leggero mi inonda il viso, al di là delle sbarre in ferro vedo una distesa di acqua in movimento, nessun riflesso su di essa, è notte e in cielo non ci sono stelle. Davanti a me il mare. Cerco di ricordare come sono finito qui dentro, di elaborare un piano per uscire, ma niente. Solo buio e silenzio intorno a me.

Nickolas
Bene! Ha anche il coraggio di dire qualcosa. Non posso fare a meno di trattenere una piccola risata a denti stretti. Però sembra inerme, perché oltre a quella frase non dice e non fa altro. Si limita soltanto ad affacciarsi a quell’insulsa finestra da cui non si può uscire, e che per me potevano anche fare a meno di costruire. Anche il suo viso sembra spento. Un tipo davvero pacato e io con quelli così non mi diverto perché sono inutili come esseri. Continuo a seguirlo con lo sguardo. Mi piacerebbe sapere cosa pensa… o forse no? Cosa mai potrà pensare uno come lui? Non sembra un combattente. Anche se siamo in due di sicuro questo non mi aiuta. La via di fuga da questa cella squallida me la devo trovare da solo, che se aspetto lui ci posso anche marcire qui dentro. Ma non posso esimermi dal dirgli quel che anch’io penso di lui “Anch’io non considero soddisfacente stare qui con te. Di certo non mi stai aiutando ad uscire. Forse non t’importa di tornare là fuori…”

Prince
Lo sguardo verso il mare che tanto adoro, rispondo alla sua provocazione e abbozzo un sorriso. “Non aiuto chi si diverte nel far soffrire gli altri” In fondo, perché dovrei farlo? Perché aiutare ad uscire un essere tanto superficiale da torturare povere creature per il solo gusto di farlo? E’ di Point of Evil e se è li che abita un motivo ci sarà. Le creature come lui mi ricordano troppo mio padre, mi riportano alla mente tutta la povera gente sacrificata per divertire mio padre. E l’odio entra a far parte della creatura buona quale sono che non attacca se non per difendersi. E in questo momento la cosa che più voglio dopo uscire dalla squallida cella in cui mi trovo, è difendermi.

Nickolas
Un ghigno più marcato si disegna sulle mie labbra. “C’è chi si diverte col sangue e chi invece raccogliendo fiori nei prati”. E tu appartieni sicuramente alla seconda categoria, penso tra me. Ho capito che appartiene alla razza dei buoni fin dal primo momento. Per fortuna che ci sono i buoni nel mondo. Sennò non ci sarebbe più alcun divertimento. Istintivamente mi porto una mano alla tasca laterale dei pantaloni. Cazzo. Non ho il pugnale. E non credo affatto che me l’abbia preso lui. Cosa se ne farebbe. Chi ci ha chiuso qui mi ha tolto le armi. E io come gioco con questo? Lo dovrei strozzare subito? Bah, magari una volta usciti, ma adesso la cosa che più mi preme è andarmene da qui. E forse, costui è un essere che non merita di morire. No, forse merita di vivere questa sua vita monotona nella convinzione di essere nel giusto.
“Aiuta almeno te stesso ad andartene!” e mentre lo dico riprendo a perlustrare il muro. Se troverò la porta di sicuro non glielo dirò.

Prince
Strano. Ero convinto mi stesse per attaccare. Mi stringo nelle spalle pensando tra me e me e mi volto verso di lui. Lo vedo esaminare ogni singolo punto delle pareti e sorrido. Ho già guardato io, non c’è via di uscita. Ma allora, come ci hanno condotti qui? Metto le mani in tasca e muovo le dita dei piedi scalzi, il pavimento è freddo. Mi concentro sulle lastre di marmo sotto di me e cerco di riscaldarle, non so quanto tempo dovrò stare rinchiuso qui dentro con quell’essere, ma vale la pena rimanere quantomeno al caldo. Ma.. Mi sforzo di più e.. Niente, sembra che i miei poteri non funzionino qui dentro. Ecco spiegato perché Nickolas non mi ha attaccato.
“E’ inutile. Ho già esaminato ogni singolo punto della stanza, non c’è nient’altro che il nulla. E da questa finestra riesco a vedere solo il mare, un enorme distesa di mare. Né isole, né alberi, né nient’altro ci possa condurre via di qui. Non vedo nemmeno alcun messaggio che ci spieghi cosa fare, dunque per me è solo questione di tempo..”
Come al solito parlo più con me stesso che con colui che ho di fronte, ma lo guardo senza distogliere i miei occhi da lui e da ciò che sta facendo.

Nickolas
Nel sentire quelle parole mi fermo di colpo e mi giro a guardarlo con sguardo serio. Lui è lì, quasi immobile e con le mani in tasca e ormai sembra totalmente arreso. Mantengo gli occhi fissi su di lui mentre mi sposto dal muro per andargli appena più vicino. “E quando avresti esaminato la stanza, se te ne stavi seduto quando ho inciampato su di te mentre mi davo da fare? Dovresti credere più nelle tue forze e mai perdere la speranza…” Ma che cavolo dico? Gli do consigli adesso? Che faccia pure come crede, non mi riguarda. Mi avvicino alla finestra per guardare fuori da lì per la prima volta da quando sono dentro quella sorta di cella. E’ davvero come ha detto Prince: solo l’immensità del mare ci circonda e nient’altro.
Nella stanza non ci sono neppure oggetti utili da utilizzare per tentare di segare le sbarre. Nulla. Solo noi due e una lampada. Davvero uno scherzo di cattivo gusto.

Prince
Adesso si azzarda anche a darmi dei consigli? So quel che dico e se ancora non ha trovato via d’uscita questa ne è la conferma. Si avvicina alla finestra, sento la sua spalla scontrarsi contro la mia mentre si avvicina. Sorrido soddisfatto quando si rende conto che quel che dicevo corrispondeva a verità. Scocciato mi allontano e mi dirigo verso la lanterna, allungo un braccio per afferrarla, inizialmente sembra opporre resistenza, ma finalmente la afferro tra le mani. Velocemente esamino ogni punto della cella facendomi luce con la lanterna, assolutamente nulla. Lo guardo come chi ha finalmente dimostrato di aver ragione, la lanterna che mi illumina il viso. Torno accanto a lui che si trova ancora alla finestra con le sbarre e gli porgo la lanterna. Non dico nient’altro, non ha senso.

Nickolas
“Mai sentito parlare di passaggi segreti tu, vero? Pensavi davvero che dopo averci chiuso qui ci avrebbero messo una porta a disposizione per uscire?” lo fisso sempre negli occhi dopo averlo seguito mentre cercava di dimostrarmi a suo modo le sue teorie. Evidentemente no, non ne ha mai sentito parlare. Aspetta che la porta gli piombi dal cielo, che una maniglia gli compaia davanti e non comprende il fatto che se non vi sia un’uscita visibile davanti ai nostri occhi non vuol dire che non vi sia un’uscita in assoluto. Io invece detesto stare a guardare e aspettare che qualcuno si ricordi di me. Non faccio mai affidamento sul fato né su alcuno. Ma questo è un mio modo di pensare che a quanto pare il mio compagno non condivide, e di prove me ne ha date a sufficienza. Però adesso inizio veramente a innervosirmi.

Prince
Effettivamente non avevo pensato alla possibilità di passaggi segreti. Con una mano continuo porgere la lanterna al mio compagno, con l’altra afferro la sbarra della finestra e la stringo tra le mani, come a volermi assicurare che non ci sia un qualche bottone che serva ad aprirci una via d’uscita. Ma niente, lascio la presa e osservo Nickolas alla luce della lanterna. Ho avuto modo di conoscere le prove di Aether attraverso quella dei quattro elementi naturali, ma nessun passaggio segreto. Solo prove su prove pericolose e che per poco non hanno ucciso delle creature. Mi sembra dunque impossibile che il portarci via dall’isola e rinchiuderci in una stanza buia possa risolversi semplicemente grazie ad un passaggio segreto. Dev’esserci qualcosa di più complesso dietro. Forse il suo intento era quello di farmi impazzire, imprigionandomi in situazioni pietose e senza poteri in una stanza insieme ad una creatura opposta a me. Ma non avrebbe senso, non uno scopo preciso. Scuoto la testa distogliendo la mia mente da questi stupidi pensieri e mi rivolgo a Nickolas “Non so, mi sembra tutto così assurdo. Sarebbe una prova troppo semplice se si risolvesse attivando un passaggio segreto nascosto chissà dove. Mi riuscirebbe senz’altro più complicato passare una settimana rinchiuso al buio insieme a te. E non per il fatto di rimanere al buio di certo.”

Nickolas
Prince continua a porgermi la lanterna dalla debole luce, ma noto il suo sguardo quasi assorto in qualche pensiero relativo a cose di cui sono all’oscuro. Magari ci è già passato e ha preso l’abitudine… I miei occhi continuano a cercare i suoi per tentare di percepire cosa gli passi per la mente. Forse è qui da più tempo di me e di cose del genere ne ha già subite.
Rido divertito alla sua battuta, che comunque trovo alquanto irritante, pur se condivido lo stesso pensiero. “I passaggi segreti sono creati apposta per le menti acute che riescono a trovarli. E io spero di farlo al più presto perché non penso di riuscire a resistere qui dentro con te più di un giorno” e mentre affermo ciò mi avvicino a lui con sguardo deciso e sicuro, il mio solito ghigno disegnato sulle labbra. Voglio provocarlo e aspetto che sia lui a fare la prima mossa, per vedere che faccia farà quando si accorgerà che sarò immune ai suoi attacchi. Lui ci può anche marcire qui dentro, può morire di sete e di fame. Io invece posso vivere anche senza. E’ la legge del più forte. E tra noi due sono io.

Prince
Ride. Lo osservo incuriosito finchè non mi si avvicina con aria di sfida. Abbozzo un sorriso provocatore, probabilmente non sa che qui dentro i poteri non funzionano e che, quasi di sicuro, gli hanno sfilato qualsiasi tipo di arma che aveva addosso. Avvicino il mio volto al suo, guardandolo dritto negli occhi e continuando a sorridere. Sono io il buono, lui è il cattivo. Dunque cosa aspetta ad attaccarmi? Non vedo l’ora di gustarmi la sua espressione confusa non appena si accorgerà di non avere poteri, né armi. Intravedo il suo braccio che si muove verso di me e stringo i pugni. E’ una provocazione quella che aspetto. Improvvisamente sento un rumore, non riesco a distinguerne la natura, e mi ritrovo con gli occhi chiusi. Li riapro piano e una luce quasi mi acceca, mi volto e vedo la finestra di camera mia, sono disteso sul mio letto e tutto sembra normale. La stanza è esattamente come l’ho lasciata l’ultima volta in cui ci ho dormito. Che abbia solo sognato? E’ la prima volta che sogno qualcosa che non abbia già visto, e sembrava così reale.. Le sue parole risuonavano così vivide nelle mie orecchie, mi sembra ancora di sentirle.

Nickolas
Il mio pugnale ho già constatato di non averlo. Affrontare qualcuno a mani nude in realtà m’infastidisce e lo faccio se è proprio necessario. La cosa più divertente è quando rispondono alle mie provocazioni pensando davvero di riuscire a colpirmi e vedere la loro delusione sul volto quando si accorgono che sul mio corpo non compare alcuna offesa. Prince non accenna a iniziare un attacco, devo pure cominciare io…bah… ma nel mentre sollevo un braccio lui scompare. Tutto scompare! Per un attimo penso di essermi dissolto involontariamente, e con sorpresa e mezza delusione mi ritrovo in camera mia, davanti al comò in cui tengo la mia roba migliore. Apro il cassetto e mi preparo il tutto con la solita calma, mi siedo sprofondando nella mia poltrona preferita e fumo.

(spero non abbia dimenticato nulla per strada col copia e incolla)
 
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11 replies since 8/4/2009, 01:49   849 views
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