The Return Incidents, Topic di Scrittura

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_mika_chan_
view post Posted on 25/3/2012, 23:20




Maya
Le prime luci dell'alba stavano illuminando la stanza. Maya aprì stancamente gli occhi e ci mise qualche momento prima di ricordare dove si trovasse in quel momento. Era nella sua camera, nel suo letto, e accanto a lei c'era qualcuno. Si voltò ed osservò il demone che riposava tranquillamente e ripensò a quanto era successo tra loro solo qualche ora prima. Non ricordava in realtà. Aveva un gran buco nero in testa.. ricordava che si era lasciata andare come lui le aveva detto ma.. poi? Assurdo non ricordarsi certi particolari no? Sarebbero dovuti essere impressi nella sua memoria, eppure sentiva come se una parte di lei adesso, volesse impedirle di ricordare tutto. Osservò le lenzuola che coprivano il suo corpo nudo e d'istinto si voltò a cercare gli indumenti che aveva la sera prima. Erano sparsi sul pavimento, mescolati a quelli di Amon. Si alzò dal letto, senza far rumore, e indossò le mutandine e le maglia del demone. Chissà come era riuscita a lasciare che lui la vedesse completamente nuda la notte precedente. Ancora non riusciva a capacitarsene. Era tutto così strano.. sembrava come un sogno. Eppure era successo, sapeva che era successo si.. ma allora perchè non era impresso nella sua memoria ogni dettaglio? Era stata la sua prima volta, avrebbe dovuto ricordare tutto. C'era qualcosa che al suo risveglio era riemerso, e che non la lasciava entrare.
Si avvicinò allo specchio e d'istinto appoggiò una mano su di esso. Era sempre la stessa, lo sentiva.. l'aver passato la notte con Amon non l'aveva cambiata.. no, aveva ancora le sue priorità.. e il soddisfare Azrael era una di queste. Ma un dubbio le balenò alla mente. Si voltò, nella speranza che Amon si fosse svegliato per porgli una domanda che.. la stava preoccupando.

Amon
Il giovane demone ancora dormiva nel letto di Maya... completamente nudo, e solo parzialmente coperto dalle lenzuola arrotolate.. raramente si era fermato a dormire con una donna con cui aveva passato la notte.. ma con Maya era diverso.. tutto era diverso e inaspettatamente nuovo. Dormiva ancora quando l'angelo della morte si era alzato e vestito velocemente.. altrimenti probabilmente non glielo avrebbe lasciato fare.
L'unico movimento del suo corpo era il sollevarsi del petto al ritmo del suo respiro, almeno finché il sole che piano piano sorgeva non entrò nella stanza tanto da illuminarla a sufficienza.. allora la mano del demone si mosse nella parte di letto che prima era occupata dalla ragazza come a cercarla, sempre più in là.. sempre ovviamente senza trovarla e solo allora si ridestò dal sonno di scatto riaprendo immediatamente gli occhi grigi e muovendo lo sguardo finché non arrivò a guardare Maya. Sospirò e si passò una mano tra i capelli, parlando in tono basso e senza staccarle gli occhi di dosso però "mm..ti sei già alzata? perchè? torna a letto..." assottigliò lo sguardo guardandola nella sua maglietta nera che indubbiamente, pensò, stava un milione di volte meglio a lei che a lui, e allungò una mano come per invitarla a tornare dov'era.

Maya
Sbatté gli occhi sentendolo parlare e continuò a fissarlo. Si avvicinò un po' al letto ma non aveva intenzione di fare come lui gli aveva appena chiesto. c'era qualcosa che la preoccupava e voleva capire se le sue paure potevano essere fondate "Amon.. Stanotte.. ero.. diversa?" Certo, di tutte le domande che una ragazza dopo la sua prima volta poteva fare al suo compagno questa era la più bizzarra. eppure lei aveva bisogno di sapere se lui si era accorto di qualcosa.. se lei era davvero diversa in quei momenti. Sapeva di Xavier, delle sue difficoltà a gestire se stesso. Sapeva perchè era stata spedita da Azrael. Era per questo, per impedire che potesse accadere lo stesso che era successo a Xavier e bè.. non era mai accaduto. Lei era cresciuta considerandosi solo un angelo della morte, non certo una ragazza. Ma forse aveva dimenticato che dentro di lei c'erano alcuni geni che la rendevamo molto più umana di quanto lei stesse credesse. Sua madre era una lycan e lei, aveva metà del suo patrimonio genetico.
"C'era qualcosa di diverso in me stanotte? O.. è stato tutto.. normale?" parole infelici ma non sapeva come spiegarsi, tanto più che di li a poco avrebbe dovuto soddisfare Azrael e bè.. avrebbe dovuto concentrarsi su quello.

Amon
Sì effettivamente la domanda era abbastanza insolita infatti Amon aggrottò la fronte guardandola per un po' “..cosa?..” già non gli piaceva che lei fosse alzata di fretta...che si fosse vestita ancora prima che lui si svegliasse e soprattutto adesso questo distaccamento era, tra tutte le cose, quello che meno gli piaceva... cominciava a pensare che la ragazza si fosse pentita della scelta appena fatta, si mise a sedere con la schiena poggiata contro la testata del letto e le coperte scivolarono giù scoprendogli tutto il torace e fermandosi nel basso ventre non lasciando intravedere altro ma era abbastanza chiaro che fosse nudo.. “Maya non so cosa intendi con la parola... normale...?” e sì...qualcosa in quella frase un po' lo risentiva...e ancora non aveva capito che la ragazza non ricordasse nulla...sospirò profondamente e rivolse lo sguardo fuori dalla finestra, era la conversazione post sesso più strana che avesse mai fatto, ma d'altronde...era tutto strano e diverso in quella relazione.
“Se proprio vuoi saperlo penso sia stato... bello..” molto più che bello..ma esprimerlo a parole non gli riusciva molto bene, le parole non sono il suo forte e nemmeno è interessato a migliorare sotto questo aspetto.. “ad ogni modo sì...eri.. diversa...” non ha molti termini di paragone visto che era la prima volta che la vedeva in quella situazione specifica..ma non si può dire che fosse la solita Maya glaciale... “più... coinvolta... completamente...” persa? Era questa la parola che voleva usare...ieri notte gli era sembrato veramente che esprimesse tutte tutte le emozioni che provava senza ergere muri a proteggersi..ma dirglielo praticamente in faccia era troppo difficile per lui, e poi non riusciva a capire il perchè di quella domanda, c'era anche lei lì con lui...e chiedergli queste cose è come se non fosse stata cosciente di quello che faceva e questo era abbastanza preoccupante “Maya ma perchè mi stai facendo queste domande?” e il tono della domanda era tra il sospettoso e il deluso..decisamente non era il risveglio che si era aspettato.

Maya
"Ero.. diversa.." quelle erano le uniche parole che in quel momento le erano entrate in testa, di tutto il discorso di Amon. Già.. era diversa, lui l'aveva confermato. E lei ora aveva compreso perchè non ricordava quello che invece avrebbe dovuto ricordare. Per un istante si sentì davvero terrorizzata. Se stava succedendo? Se stava diventando come Xavier.. come avrebbe potuto gestirlo? E come poteva dire ad Amon che.. non si ricordava della sua prima volta con lui?
Alzò lo sguardo verso il demone, quando le pose quell'ultima domanda e lo guardò, cercando un modo per spiegargli quanto accaduto. Si avvicinò al letto e si mise seduta su un lato, sempre guardando il demone. "Credo di.. non ricordare quanto è successo stanotte.. ho un vuoto Amon.. ricordo che mi stavi baciando e che, stavi per togliermi i pantaloni ed io ti ho fermato.. poi.. più nulla.." voleva essere sincera, almeno su questo ma.. non gli avrebbe detto per il momento il motivo per cui non ricordava.. aveva bisogno di capire se era davvero la doppia personalità che tanto aveva fatto disperare Xavier. "so che lo abbiamo fatto.. lo sento ma.. non riesco a ricordarlo" avvicinò una mano al petto e strinse la maglietta con le dita "forse mi è accaduto qualcosa.." già, qualcosa. E poi si voltò fermando il suo sguardo sullo stiletto che era proprio sopra alla scrivania, lo stiletto di Azrael, con cui uccideva contro morte.

Amon
"Maya che diavolo ti succede?" mentre lei pensava a lungo lui l'aveva osservata...senza riuscire a capire cosa le passasse per la testa, non sapeva della storia di Xavier e della doppia personalità quindi non poteva immaginare cosa pensasse la ragazza. Quando lei incontrò il suo sguardo intuì che qualcosa non andasse, ma non sapeva fino a che punto...allungò una mano come per toccarla quando finalmente si mise seduta ad un lato del letto ma la ritirò immediatamente prima di sfiorarle una coscia quando lei proseguì il discorso "che... cosa???" alzò anche la voce spalancando gli occhi grigi e restando a bocca aperta sgomento per le parole di lei.. "tu...non..non ricordi nulla? mi stai dicendo che non ricordi nulla di stanotte?" non riuscì per un po' a pronunciare una sola altra parola rimanendo un po' incredulo con lo sguardo nel suo solo quando la vide stringersi la mano al petto scosse la testa, abbastanza incazzato..ma non con lei..non si capisce nemmeno con chi possa esserlo.. "che cazzo vuol dire che non ricordi niente? cosa è successo?" si avvicinò ancora a lei prendendole il viso con le mani e guardandola bene bene negli occhi come se potesse vederci qualcosa dentro ma ovviamente non fu così... e dopo poco le lasciò il viso lasciando ricadere le mani sul materasso e voltandosi a guardare anche lui lo stiletto non sapendo nemmeno bene perchè... "ha a che fare con... quello che sei?" non lo sapeva nemmeno lui in che senso ma sentiva che il fatto che maya fosse un angelo della morte c'entrava qualcosa nella sua perdita di memoria.

Maya
Lasciò che le prendesse il viso, non si tirò indietro. Sapeva di dargli un dispiacere dicendogli quelle cose ma.. voleva esser sincera per quanto poteva. Sospirò, sempre osservando il pugnale "Forse è per quello che sono.. per quello che devo fare.. forse se ricordassi quello che c'è stato questa notte non poteri poi fare quello che devo fare adesso" si alzò dal letto andando verso la scrivania "Amon.. non è cambiato niente dopo ieri sera, io provo sempre lo stesso sentimento epr te, ne sono certa ma.. non ricordo quello che abbiamo fatto, è vero.. ma forse c'è un motivo.." prese il pugnale e se lo rigirò tra le mani. Alzò lo sguardo verso il demone senza alcuna espressione. Era di nuovo un angelo, e la ragazza che la notte prima aveva condiviso con lui il letto non c'era più.. questo era certo "Forse se ricordassi quanto abbiamo fatto non potrei adesso fare quello che Azrael mi ha chiesto.. sai che devo farlo, vero? E non mi tirerò indietro.." e sapeva anche che Amon non le avrebbe lasciato campo libero.. avrebbe dovuto farcela con le sue sole forze ma.. era certa che lo avrebbe fatto. Ne era sicura, molto più della sera precedente.

Amon
"Vuol dire che dopo che avrai fatto quello che devi ti tornerebbe la memoria?" ci credeva poco ma...doveva chiederlo..almeno poteva esserne sicuro. Era difficile accettare che l'unico che si sarebbe ricordato di quel momento era soltanto lui... certo non lo avrebbe mai detto, mai ammesso... ma avrebbe voluto che restasse nella sua mente indelebilmente come era successo con lui e invece non era così. La osservò alzarsi dal letto sospirando...sapeva perfettamente cosa stava per fare lei... la amava per quello, esattamente per quello che era e si poteva dire che ormai la conosceva "dimmi una cosa prima maya... prima di...tutto il resto..." tentennò un secondo prima di proseguire la frase ma solo perchè la osservò prendere il pugnale e rigirarselo nelle mani...lui era lì...non si spostò di mezzo centimetro da quella posizione semi distesa sul letto..la aspettava... "lo avresti fatto di nuovo? anche se non lo ricordi...se non ricordi cosa da quel momento..se dovessi rispondermi adesso.. sarebbe ancora sì?" era importante questo per lui...prima che lei facesse quello che doveva fare doveva saperlo, annuì piano piano con un piccolo sorriso beffardo sulla faccia quando lei gli disse che doveva farlo.. "so che non ti tirerai indietro... e tu sai allo stesso modo che non ti lascerò vita semplice.." la guardò con un sopracciglio sollevato e mise una mano sotto al cuscino da dove prese il suo di pugnale.. ebbene sì...dormiva con un pugnale sotto al cuscino, e nemmeno stanotte che non era in camera sua ne fece a meno "se vuoi venire a prenderti quello che vuole Azrael...dovrai farlo da sola e con le tue forze...non gli regalerò niente.." ad Azrael ovvio, e dettò questo la aspettò con il pugnale nella mano...non avrebbe usato i suoi poteri e non avrebbe mai colpito maya per uccidere...ma non le avrebbe lasciato prendere nulla senza combattere.

Maya
"Non ne ho idea Amon.. questa è una novità anche per me.." avrebbe ricordato mai? Forse si.. se fosse cambiata.. sicuramente avrebbe ricordato tutto.. ma lei non voleva più cambiare. Era stato uno sbaglio aver creduto di aver tutto sotto controllo. Una cosa era certa, non voleva più *cambiare*.. e se questo voleva dire non lasciarsi più andare con Amon, bè.. forse era quello che doveva fare.. ma avrebbe saputo davvero resistere? Alla domanda di Amon lo guardò cercando di capire quale fosse davvero la verità.. lo amava, si.. anche l'angelo amava quel demone, altrimenti mai gli avrebbe permesso di avvicinarsi così tanto ma.. il fatto di non ricordare, quello.. quello la spaventava molto più di tutto "Non lo so Amon.. sono sincera.. non lo so.. sopratutto ora che non riesco nemmeno a ricordarmelo.. non lo so.." Rifare qualcosa che non ricordava era stupido ed assurdo eppure.. dentro di lei forse sapeva che lo avrebbe fatto di nuovo.. per lo meno l'altra parte di lei, così umana.. e che Maya aveva tenuto lontana per tutto questo tempo. Si avvicinò al letto osservando ogni gesto del demone.. Avrebbero combattuto.. lo sapeva.. ma avrebbe portato a termine quando doveva. Strinse lo stiletto nella mano destra e guardò il demone "Non ho mai chiesto un regalo da che sono venuta al mondo.. e non lo chiederò proprio a te.." e così dicendo gli si avventò contro.. quello che sarebbe successo non lo sapeva ma.. sapeva che non lo avrebbe mai ferito mortalmente.. Aveva bisogno solo di una parte di lui, una piccola parte di lui.. eppure era difficile farlo si.. perchè nonostante fosse un angelo e fosse fedele ad Azrael lei quel demone a cui stava per fare del male, bè.. lei quel demone lo amava.
 
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..Kady..
view post Posted on 26/3/2012, 01:20




Giovedì scorso, dopo l'incontro di Lyra con Belial..

LYRA
<la giovane veela sta rientrando proprio in questo istante a casa sua. E' in ritardo e, come quasi ogni volta che rientra a casa tardi, è palesemente sconvolta. Stavolta però più del solito. Infatti entra di corsa e una volta dentro si chiude di fretta la porta alle spalle, poggiandovisi sopra e sospirando con gli occhi chiusi. Matt riconoscerà all'istante che il suo odore è impregnato di un altro profumo, che è quello di Belial, e sopratutto sentirà che ha il cuore a mille e che sta sudando sia per via della corsa su per le scale, sia per la paura. Non riesce nemmeno a chiamarlo, sta cercando di recuperare un battito cardiaco regolare e darsi una calmata.>

MATT
<il marito vampiro è rimasto a casa con le piccoline...è impazzito tutta la sera sia per pensare a dove sia finita lei così in ritardo, sia per mantenere calme le bamboline che giustamente volevano andar a cercare la mamma di notte per l'isola...chissà di chi era delle due l'idea. Ma soprattutto è la preoccupazione che lo ha fatto uscire fuori di testa...in questo momento ha portato le bambine a casa della nonna per andare subito a cercare lyra...ha aspettato fin troppo per i suoi gusti, quindi quando lyra rientra lo vede vestito un po' alla rinfusa e con le chiavi di casa in mano pronto per uscire subito. Infatti quando sente che lei riapre la porta e la vede entrare così sconvolta si ferma proprio davanti a lei e lascia cadere le chiavi che aveva in mano a terra andando ad abbracciarla subitissimo e in silenzio per il momento, se la stringe per bene lì sulla porta con una mano sulla schiena di lyra e l'altra dietro la nuca con le dita che affondano nei suoi capelli biondi...cerca di calmare entrambi per prima cosa, sente il profumo di belial e sente anche il suo battito e l'agitazione ma per ora non chiede nulla in proposito..prima è meglio ritrovare la calma> va tutto bene...sei a casa ora... <e menomale che non sente odore di sangue e sa che non è ferita, sospira profondamente senza lasciarla da quell'abbraccio> sono morto di paura... <eeh immagina lei povera ._.>

LYRA
<scommetto che l'idea di evadere era di Odile, anzi strano che non sia scappata sul serio! Fortuna che con Yuna sono molto più sotto controllo che col baby sitter Tristan. Ad ogni modo la veeletta si lascia quasi letteralmente cadere tra le braccia del marito> Matt.. <lo stringe con la poca forza che le resta ma sopratutto lascia che sia lui a stringerla perché ciò la fa sentire nuovamente al sicuro e protetta. Rimane in silenzio per alcuni secondi, rispondendogli solo quando le dice che è morto di paura> mi dispiace, sono stata trattenuta da Belial. Non contro la mia volontà.. <precisiamo. Belial non farebbe mai del male a Lyra essendo 'amico' di sua madre. Sospira profondamente e poi scioglie l'abbraccio, raccogliendo la borsa che è finita nel frattempo a terra> mi.. lui mi ha portato un 'regalo', gli è stato chiesto di farlo. <deglutisce, guardando prima la borsetta poi Matt, senza aver coraggio di dire qualsiasi altra cosa. E' già tanto che non sia scoppiata a piangere, conoscendola!>

MATT
<e lui infatti la stringe per bene e a lungo cercando di calmarla accarezzando delicatamente la testolina bionda con la mano sulla nuca..aggrotta la fronte quando gli dice che è stata trattenuta da belial proprio perchè appunto sa che è amico della sua famiglia e anzi lo ha incontrato anche al matrimonio...infati quando aggiunge che non era contro la sua volontà rilassa l'espressione ma la guarda sempre abbastanza preoccupato, anche perchè non capisce allora perchè è così spaventata> sei...stata con belial..allora perchè... <stava per chiedere appunto perchè fosse spaventata mentre lei raccoglieva la borsa ma quando aggiunge il resto della frase rimane qualche secondo in silenzio guardando anche lui la borsa...ha l'espressione di qualcuno che vedrà spuntare una bomba dalla borsa da un momento all'altro> un regalo? che... genere di regalo Lyra? e da chi? ..se è qualcosa che ti ha spaventato così tanto non è... nulla di buono... <distoglie lo sguardo dalla borsa e torna su di lei e vedendola ancora molto provata le prende la manina libera e la avvicina di nuovo a sé sospirando> vieni...calmiamoci un attimo...e...mi spieghi tutto, va bene? <non è nemmeno sicuro di volerlo vedere immediatamente il "regalo" per il momento le interessa di più sapere lei come sta e calmarla..e comincia a fare qualche passo verso il divano sempre tenendole la mano nella sua>

LYRA
<si lascia prendere la mano e portare verso il divano senza obiettare, trascinandosi dietro la borsa per i manici. La borsa stessa va poi a sbattere contro il tavolino, producendo uno strano rumore di metallo al suo interno. Rumore che fa sobbalzare Lyra che urla appena, lasciando ricadere la borsina a terra per coprirsi la faccia con la manina libera. Sembra davvero ci sia una bomba all'interno e, metaforicamente parlando, potrebbe anche esserlo. Un istante dopo Matt se la ritroverà nuovamente tra le braccia, tremante> non mi lascerà mai in pace, vero? Non è solo il fianco, non mi lascerà mai in pace! <da queste parole il vampiro potrà già capire qualcosa, sopratutto potrà capire chi sia questo qualcuno che le ha fatto tale macabro regalo che per ora non mostra> se si avvicina alle bambine, giuro che lo ammazzo! <eh, se sapesse *_*>

MATT
<quando sente il rumore metallico lui non sobbalza ma quando sente l'urletto di lyra sì, spalanca gli occhi e la prende tra le braccia di nuovo come a proteggerla da qualcosa di minaccioso che c'è nella borsa, infatti mentre stringe lei guarda sospettoso la borsa che è caduta di nuovo a terra, sta per parlare ma quando sente cosa dice lei resta impietrito per qualche secondo ricominciando solo dopo qualche istante ad accarezzarla di nuovo la testolina> è stato lui allora... <sorat...ma il suo nome non lo pronuncia...assottiglia lo sguardo stringendola di più a sé, e sospirando profondamente...ha un sacco di rabbia dentro soprattutto per il fatto che non ha mai potuto far nulla contro sorat in nessun modo> non si avvicinerà alle bambine...non lo permetteremo...e adesso basta...non si avvicinerà più nemmeno a te... <eh sì e cosa fai matt? *_* non lo sa nemmeno lui ma basta...non ce la fa più lui immagina lei...le accarezza piano piano il fianco ferito sopra i vestiti e chiude un secondo gli occhi> che cos'è? <il "regalo" intende> allude alle bambine? a te? <nel senso è una minaccia sottoforma di regalo? si sta preoccupando parecchio ovviamente>

LYRA
<scuote la testa, allontanandosi appena da lui, ma giusto il tanto che basta per guardarlo negli occhi> non possiamo fare niente per impedirlo Matt. L'ho detto anche a Victor l'altra sera.. <glielo avrà raccontato immagino> e Dio solo sa se sia riuscito a non commettere qualche idiozia e a non farsi tranciare via la testa. <sospira, mettendosi seduta ma tirandosi dietro anche il marito> non voglio che faccia del male a nessuno di voi, mi sentirei profondamente in colpa. E' evidente che ce l'abbia con me e per quanto angosciante sia, lo preferisco alle minacce nei vostri confronti.. <ovvero preferisce se la prenda con lei, piuttosto che vada a fare male a Matt o alle bambine. Apre poi la borsa, tirando fuori un fagottino di velluto tutto attorcigliato da una catena, perché ha gettato l'oggetto in malomodo e questo ora è intrecciato alla sua morbida custodia. Lo lascia cadere sul divano, indicandolo> guardalo.. <lei però si volta, non riesce a riguardare quella cosa racappricciante, pur sapendo che è solo uno stupido teschio di metallo alla fine.>

MATT
<sospira esasperato e scuote anche lui la testa> Victor non è tuo marito... non convive con questo dolore tutti i giorni..<certo ci tiene anche a lei e ovvio ma non è matt, non è suo marito costetto a vederla soffrire, o spaventata a morte o minacciata tutti i giorni e non poter far niente, si mette seduto anche lui quando lei lo tira verso il divano ma se la tiene sempre vicina vicina passandole un braccio attorno alle spalle per avvicinarla a sé> e allora devo vedere che fa del male a te? che ti spaventa a morte? che ti ferisce? e dio solo sa cos'altro voglia fare? <scuote vistosamente la testa, lo sappiamo che la pensano uguale su questo punto...meglio a lui che al resto della sua famiglia così come pensa lei del resto> ho giurato di proteggerti, amarti e starti vicino tutti i giorni della mia vita... ed è quello che intendo fare...<nel senso "ho giurato di non farmi ammazzare e starti accanto ma anche di proteggerti e intendo fare entrambe le cose"> ce l'ha con te... <questa cosa non la sopporta...è avercela con una creatura che non ha mai fatto del male a nessuno...un innocente nel vero senso della parola ed è impensabile per lui...e infatti scuote nuovamente la testa> io non lo preferisco però Lyra... preferirei se la prenda con qualcuno della sua stazza... <ahahahah e pensi di essere tu matt? come minimo lo incenerisce *_* ma lui non intende di potere ovviamente...sa bene di non essere all'altezza..ma almeno sa che potrebbe meglio sopportare le pressioni psicologiche di sorat rispetto a lyra, quando vede cosa tira fuori lyra sfila il braccio dalle sue spalle e prende in mano l'oggetto sospirando e solo quando lei dice di guardarlo lo fa rotolare in modo che la custodia sfili via e riesca a vedere l'oggetto...rimane qualche secondo in silenzio stringendo il pugno della mano opposta e serrando le labbra> dannazione...<lo sussurra appena e poi scaglia via l'oggetto sul pavimento..e menomale che non usa tutta la forza o ammazzava qualcuno al piano di sotto...sì, ha fatto l'effetto voluto il regalo e ora è pieno di rabbia e preoccupazione...è andato in paranoia..capace che non fa uscire più tutta la famiglia di casa ._. ad ogni modo subito dopo la abbraccia di nuovo anche così girata in un'altra direzione appoggia la testolina sulla sua spalla e la stringe a sé>

LYRA
Non puoi.. <deglutisce, tentando di cacciar via il groppo in gola> non puoi proteggermi da Sorat, Matt, non mantenendo entrambe quelle promesse.. <ovvero appunto proteggerla e starle accanto, perché si farebbe ammazzare> e sopratutto, non risolveresti niente, mi lasceresti terribilmente sola, sola con lui. Nient'altro.. <su Victor non ribatte. Sa benissimo che per il lupo non è la stessa cosa, che non convive con quel dolore e che sopratutto non è suo marito, ma non vuole che si faccia massacrare da Sorat a causa sua.. del resto è Lyra, non sopporterebbe se qualcuno, qualsiasi, si facesse fare del male per difenderla. Gli accarezza piano la guancia, le viene persino da sorridere a sentirlo> sei il marito migliore del mondo Matt, ma ti voglio vivo.. <quindi meglio che quello della stazza di Sorat non sia lui, per intenderci. Ritira poi la mano ed alla reazione del vampiro alla vista dell'oggetto risponde coprendosi di nuovo la faccia con le mani, ma stavolta piange. Si è trattenuta fin troppo ._.> mi dispiace, mi dispiace tanto.. <si lascia prendere tra le braccia, poggiandogli le sue attorno alla vita e continua a ripetere sempre le stesse parole di prima. Come che sia colpa sua, poi. Ma dopotutto, se non avesse fatto quel patto con Layla, niente di tutto ciò sarebbe mai successo, giusto?>

MATT
Sì che posso... <la guarda negli occhioni blu dorati serio serio e sospira> non ho intenzione di andare all'inferno e sfidarlo intimandogli di lasciarti in pace... <e menomale °°> così sì che ti lascerei da sola.. non manterrei nessuna promessa che ti ho fatto..<né proteggerla né starle accanto> e non vedrei crescere le nostre figlie.. e lo sai che non voglio questo... <comunque chiaramente anche lui non vuole che victor si faccia ammazzare, è buono e non ha nulla contro il lupo ci mancherebbe, ha solo voluto dire che non significa che perchè quel discorso valeva per victor vale anche per lui visto che sono due persone molto diversamente legate a lyra ecco> quello che voglio è tenerti lontana da lui... è starti sempre accanto...è non permettere che si avvicini ulteriormente..né a te né alle nostre figlie..<sorvegliate speciali povere °°> se vorrà avvicinarsi dovrà farlo con me presente...non ti troverà mai più sola e indifesa... <anche perchè è appurato che la protezione di lyra non funziona con sorat quindi sì...è indifesa. Si calma quando lei gli accarezza la guancia e sospira profondamente ricacciando la rabbia dentro di sé> sarei il marito migliore del mondo se non permettessi che a mia moglie venga fatto del male..<in ogni senso..sia fisico che psicologico...si sa che si sente tanto impotente perchè non ci riesce, e continua a tenerla tra le braccia quando lei piange guardando l'oggetto da lontano con lo sguardo assottigliato e cullandola piano piano tra le sue braccia cercando di consolarla e calmarla> ssh... amore mio... non è colpa tua.. non è mai stata colpa tua...<e lui lo pensa davvero, non c'entra niente il patto con layla, non poteva prevedere sarebbe successo tutto questo> sei al sicuro ora...non ti lascio più andare via..<dalle sue braccia intende..glielo sussurra vicino all'orecchio mentre la tiene stretta così e le posa un bacio sulla testolina dolcemente>

LYRA
<la prima cosa che fa, o meglio, che tenta di fare, è appunto quella di provare a calmarsi. Iniziando a sollevare il viso e asciugarsi le lacrime, oltre che smettendo di ripetere sempre la stessa cosa. Quando riesce a smettere di singhiozzare lo guarda negli occhi, prendendogli il viso tra le manine umide> mi dispiace lo stesso, tutta questa preoccupazione è solo a causa mia.. <deglutisce. Sparito Lestat è arrivato Sorat ed esattamente come Matt si sentiva in colpa nel dover far sopportare a Lyra il suo master, ora è l'inverso per lei> hai intenzione di starmi appiccicato 24 ore su 24? <sorride appena, ma sempre con gli occhi lucidi> non puoi, e non possiamo nemmeno farlo con le bambine <sospira> sopratutto con Odile, ormai ci scappa di continuo.. <una peste *_* prevedibile, non potevano essere mica tutte e due calme. Gli bacia piano le labbra> tu sei il marito migliore del mondo.. quello che succede attorno a noi non puoi prevederlo.. <sospira profondamente, tremando appena per via del sospiro stesso> non voglio che tu veda Sorat, non deve mai accadere che tu lo veda, ne all'inferno ne in qualsiasi altra parte del mondo.. <e nel dirlo lo stringe a se, manco potesse evitare la cosa semplicemente tenendoselo appiccicato addosso.>

MATT
<anche lui gli passa il pollice sul visino bagnato per tentare di togliere via le lacrime dolcemente, ora non ci pensa che potrebbe diventare umano..vuole solo consolarla e calmarla soprattutto> non a causa tua.. a causa SUA... che è diverso... <è vero anche lui si sentiva in colpa di aver portato lestat nella vita di lyra perchè lui è una sua creatura..ma appunto anche lei rispondeva che non era colpa sua xD sono un circolo vizioso loro due...non si incolperanno mai a vicenda> se sarà necessario anche 25 su 24... <povera... però sa che non è possibile per questo non sorride ma sospira scuotendo la testa> dimmelo tu allora cosa posso fare... perchè mi sembrerà di impazzire ogni volta che non sarete con me..<sia lei che le loro bambine> devo cercare di far capire ad Odile che non può allontanarsi come e quando vuole...ci farà venire un infarto...<certo...ci sei riuscito matt *_* si passa una mano tra i capelli ma quando lei si avvicina per baciarlo ricambia allungando la stessa manina ad accarezzare il visino di lei> vorrei poterlo fare invece...poterlo prevedere e fermare...<eeeh e invece non puoi ç_ç la riprende tra le braccia quando lei lo stringe e trema> nemmeno io voglio che tu lo veda...ma a quanto pare ha deciso ancora una volta che non siamo noi a scegliere...<perchè a lui quel regalo suona tanto come un avvertimento> ed è meglio che siamo insieme in ogni caso che tu da sola no? <la guarda negli occhioni, serio serio ma anche tanto innamorato> noi affrontiamo tutto insieme piccola Howlett... lo hai dimenticato? e anche questo lo affronteremo insieme...

LYRA
<no infatti, non si incolperanno mai a vicenda e ognuno si prenderà responsabilità inesistenti *_*> se io non avessi fatto quel patto <scuote la testa> non dico che mi pento, però se non mi fossi legata ad una sua creatura, questo non sarebbe successo.. <ma figuriamoci se a 18 anni lei e 16 Layla potessero prevedere qualcosa del genere. Toglie le mani dal suo volto e se le mette in grembo, torturandosi le dita> non lo so che cosa puoi fare, stare con me tutto il tempo possibile? <non che le spiaccia, figuriamoci, ma sa che in ogni caso non sarebbero mai 24 ore al giorno, a meno che Matt non se la porti dietro per andare a caccia, o in alternativa muoia di fame °° e che lei non esca più di casa con o senza figlie> e le bambine.. <sospira> per loro è più complicato, stanno crescendo e non capiscono certe cose, la curiosità prende il sopravvento su tutto, persino sui nostri ordini.. <si accoccola tra le sue braccia, rimanendo finalmente ferma che son tre ore che si muove di continuo> non possiamo fermarlo.. <solleva gli occhi su di lui, ricambiando lo sguardo amorevole e annuendo subito dopo> ma possiamo affrontarlo insieme, come sempre.. <ripete le sue parole prima di riabbassare la testolina bionda> non ci arrenderemo, non mi arrenderò a nessun Sorat, fino a che avrò una sola ragione per farlo.. <punta gli occhi sull'animale di metallo, quasi come se fosse una sfida, prima di chiuderli. E' la stessa cosa che ha detto a Belial ed è ciò che pensa realmente>

MATT
Non avresti mai potuto prevedere una cosa simile quando hai fatto quel patto...<appunto...> entrambe non potevate prevederlo... eravate piccole e nessuna delle due ha pensato nemmeno alle conseguenze imminenti...figuriamoci a distanza di anni... <scuote la testa e le prende le manine per evitare che lei se le torturi> stare con te tutto il tempo possibile è solo una delle cose che farò... <quindi è scontato che tutto il possibile lo passerà sempre con loro> e verrò a cercarvi <cercarvi non solo lei...anche perchè lyra è più responsabile essendo mamma...il problema sono appunto le figlie che non capiscono a quell'età> appena non sarete a casa in tempo... <ed essendo vampiro è abbastanza sicuro di ritrovarle abbastanza in fretta> lo so che la loro curiosità la voglia di sperimentare è fortissima... ma devono cominciare a capire che è un brutto mondo.. <vedi lui che giovanissimo lo han ucciso solo perchè era al posto sbagliato al momento sbagliato...e vedi tutto quello che è successo loro in seguito> se lo capiranno magari non andranno in giro con leggerezza lasciandoci a morire di paura... <non vuole spaventarle ma responsabilizzarle...gli sembra arrivato il momento ecco, che poi ci riesca o meno è un altro conto ._. la lascia accoccolarsi stringendola forte a sé e ci pensa lui a muoverla un pochino visto che la culla leggermente annuendo anche lui alle parole successive di lyra> esatto... possiamo affrontarlo insieme... divisi non siamo niente...ma insieme nulla può distruggerci amore... <le sorride appena appena...è proprio appena accennato ma è perchè è contento di sentirla così combattiva e non arrendevole appunto al loro destino> e ne abbiamo tante di ragioni per non arrenderci... tre soprattutto...le più importanti...<le loro bambine e l'uno per l'altra ovviamente...un veloce sguardo all'oggetto lo lancia anche lui ma poi lo distoglie e prende a baciarle la testolina ancora una volta mente lei è ad occhi chiusi> non voglio tenerlo qui... <quell'uccello malefico intende ò_ò> voglio che ce ne disfiamo...

LYRA
<intreccia le dita con quelle di lui, almeno smette appunto di torturarsi le mani> lo so che non potevamo prevederlo. Ma Sorat è una conseguenza del mio gesto, Matt.. questo almeno dovrai pur ammetterlo. <mentre Lestat non è conseguenza di un gesto di Matt, l'ha ucciso e non ha potuto far niente che accettare di 'rinascere' vampiro con un master simile> vorrei potervi offrire una vita tranquilla, davvero.. non una in cui se non si rientra 5 minuti dopo l'orario stabilito si rischia di andare nel panico.. <rimane appoggiata a lui, FORSE ha deciso di star ferma sul serio, salvo il cullarla del marito che è un piacere, naturalmente> sì, lo so. Dico solo che impedire loro di far qualcosa, le porterà sicuramente a volerlo fare giusto per infrangere la regola. Sai, alla loro età si inizia a diventare ribelli e ci si sente poco compresi.. <gli bacia il mento, solo perché da quella posizione è l'unico posto in cui arriva> non ci ha divisi Lestat, non lo farà nessun'altro.. di questo sono certa. <anzi, il vampiro ha 'contribuito' a farli trovare, nel suo maledetto modo, se così si può dire. Annuisce ma non molto convinta> sì, però.. non voglio buttarlo. Ho paura che se dovessi farlo, ritornerebbe sempre al mittente, e sarebbe un incubo <ulei °°> meglio chiuderlo a chiave da qualche parte..

MATT
Ma è una conseguenza che non ti meriti Lyra... la colpa di qualcuno in qualcosa sta quando merita quello che le succede... tu non meritavi questo per esserti legata a Layla tanto tempo fa... la responsabilità non può essere tua se non hai fatto nulla per cercartelo o per meritarlo... <intanto che lei decide di stare ferma finalmente lui se la tiene accoccolata così stretta a lui dolcemente> anche io vorrei potervi offrire la tranquillità e la protezione che meritate...ma lo hai detto tu stessa..non è possibile..e sinceramente a qualsiasi vita tranquilla che avrei mai potuto trascorrere preferisco e preferirò sempre una vita con te...<comunque sia una vita con lei è già la cosa che lo rende più felice al mondo..non farebbe nessuna scelta diversa per restare tranquillo appunto> allora anzichè impedirglielo senza una ragione cercheremo di ragionarci...di far capire loro perchè non è possibile e cercare di responsabilizzarle...se non ha funzionato impedirglielo ci proveremo in un altro modo...<abbassa la testolina anche lui in modo che subito dopo il bacio al mento possa ricambiare con un bacio dolce sulle labbra di lei> di questo ne sono certo anche io... nessuno mai ci dividerà... <le stampa ancora un bacio alle labbra e la guarda negli occhi senza più rivolgerli al regalo di sorat> pensi che potrebbe farlo? rimandarcelo continuamente? <chiude un secondo gli occhi rispondendosi da solo alla domanda..sì...potrebbe farlo e magari lo farebbe ._.> va bene...no, non voglio ritrovarmelo dappertutto cercando di distruggerlo ogni volta...<sì un incubo..ha detto bene lyra °°> ..ma non voglio che le bambine lo trovino...<lui abituato alle cose strane va a pensare anche che possa essere un modo per sorat di comunicare con le bambine o con lyra...è diventato paranoico con tutto quello che gli è successo> lo terremo chiuso a chiave in un cassetto...

LYRA
<aggrotta la fronte, tentando di seguire il filo logico del discorso di Matt. Filo logico che effettivamente c'è, perché sicuramente non merita quello che le è successo> lo so, è stata pura imprudenza, quel patto.. <e lui glielo disse fin dalla prima sera, ma come detto prima non si pente di essersi legata a Layla> ma non credevo che avrebbe portato a tali conseguenze, davvero. <ci mancherebbe, ovvio non lo sapesse> anche io preferisco la mia vita a patto che sia con te, ma ci sono tanti guai che avremmo potuto risparmiarci Mattino. <solleva le gambe sul divano, mettendole sotto il sedere, non si è nemmeno tolta il giubbino di dosso ancora> anche se ogni guaio ci ha portati ad essere ciò che siamo ora.. <ma di Sorat in ogni caso ne farebbe volentieri a meno> con Odile sarà più difficile.. <ricambia il bacino, sbadigliando appena. La paura e la successiva adrenalina in circolo l'hanno sfiancata, come se non fosse già stanca dalle lezioni> penso di sì, penso che quel coso sia maledetto e me lo ritroverei sul davanzale ogni volta se decidessi di buttarlo via. <non vuole nemmeno pensarci, peggio di un film horror °°> chiuso a chiave in un cassetto andrà benissimo, magari nel ripostiglio.. <si stiracchia appena, poi solleva il visino per guardarlo> mi canti la ninna nanna? <ma non hai mica 3 anni! ._.>

MATT
Nessuno lo credeva... sono stato il primo a dire che era imprudente e pericoloso...<no il primo no, fu victor che si incazzò ma va beh si capisce quello che vuole dire xD> ma capii in quel momento i tuoi motivi... e capisco perchè adesso non ti penti di quel legame...non possiamo saperlo...magari se non lo avessi fatto a quest'ora saresti a poe perchè incapace e inconsapevole della tua parte di veela...<di veela in senso negativo ecco...nel senso di creatura letale e del suo potere...in fondo il patto fu proprio per questo che lyra lo stipulò all'epoca e loro non potrebbero sapere dove sarebbero adesso se lei non avesse agito così. sospira profondamente e annuisce> lo so...li avrei risparmiati anche io molti di questi... <soprattutto i più dolorosi...son cose che nessuno dei due ha mai dimenticato, la stringe istintivamente di più quando lei solleva le gambine sul divano e la fa appoggiare con la testolina al suo petto accarezzandola tanto dolce> ma quando penso a quello che abbiamo... non posso fare a meno di pensare che appunto siamo quello che siamo e abbiamo ciò che abbiamo proprio per tutto quello che abbiamo sopportato...<il che non vuol dire che sia contento dei guai °° ma appunto come ha detto lei ora non sarebbero chi sono altrimenti, lo sa che con odile sarà più difficile ma comunque ci proverà...non sarebbe un buon padre altrimenti...sospira profondamente appunto pensando a quanto sarà difficile ma poi abbassa lo sguardo guardandola sbadigliare e sorride appena intenerito...lo immagina quanto sia stanca> non pensarci adesso... <nè a quanto sarà difficile né soprattutto all'uccello maledetto che torna sempre °°> lo metteremo nel mio ripostiglio del disordine e di lì non troverà mai nessuna via d'uscita... <è appena sorridente anche quando lei alza il visino a guardarlo e glielo accarezza fermandosi con le dita sulle labbra di lei> va bene... ti canto quella che cantavi alle nostre bambine da piccole... <che poi son ancora piccole ma dubito si facciano cantare la ninna nanna, è più l'età da fiabe e libri *_*> tu accoccolati come prima...<poi ci penserà lui a riportarla in camera magari...per stanotte le bamboline dormono dalla nonna che è meglio non allarmarle o farsi vedere preoccupati e poi è anche molto tardi immagino, quindi la riappoggia delicatamente a sé baciandole la fronte e abbracciandola come prima..tutta accocolata al suo petto>

LYRA
<io ricordavo che per primo l'avesse detto a Matt, non a Victor. Ma forse ricordo male °° tutto sotto controllo> appunto, non ci siamo mai pentiti di niente di ciò che abbiamo fatto no? Ne del patto ne.. del modo in cui ci siamo messi assieme.. <senza entrare nei dettagli: pugnalandosi e mandando al diavolo un matrimonio pronto da celebrare pur di stare con lui> perché sono state tutte le nostre azioni a farci innamorare e sposare.. <sorride appena, ma il sorriso è rivolto naturalmente alla loro storia d'amore, non alla situazione orribile di stasera> e non intendo smettere di lottare per colpa di un <sospira> macabro scheletro di uccellino.. <addirittura subito dopo ride appena, sentendo le parole del marito> abbiamo un rispostiglio del disordine? Non lo sapevo.. <lo guarda negli occhi, innamorata ma anche infinitamente stanca> grazie. Di esserci, di amarmi.. e di accettare persino di cantarmi la ninna nanna.. <si riappoggia contro il suo petto, anzi diciamo che gli si siede proprio in grembo come farebbe un bimbo che vuol essere cullato prima di dormire> mi raccomando, se mi addormento tu non mi lasciare.. <lyra non crescerà mai *_* ma se non altro si addormenterà e smetterà di pensare per un pò a tutto ciò che succede fuori dalla loro porta.>

MATT
<mmm ora mi hai messo il dubbio °° io mi ricordo che parlarono del fatto che victor si era arrabbiato molto ma probabilmente era per altro e non per il patto e poi lei raccontò del patto prima a lui perchè aveva paura della reazione di vic...è probabile> esatto...e non cominceremo adesso a pentircene...<per cui non accetterà mai che lei dica è colpa mia avrei dovuto far diversamente...> passerà anche questo e... sapremo uscirne più forti di prima... <menomale che ne è convinto lui, ricambia il sorriso accennato e annuisce> eccola la mia piccola Howlett... <che non si arrende mai *_*> riporremo quell'uccellino orribile via e continueremo la nostra esistenza senza lasciarci abbattere...<e certo saranno più prudenti ma non rassegnati ecco, ride anche lui sentendola ridere...ha aspettato tutta la sera di sentire quella risata che ama> certo che ce l'abbiamo! diciamo che... un posto dove esprimere il mio disordine serviva no? <ma anche no matt! avrà fatto casino nel ripostiglio...classico ._.> grazie a te... per le stesse identiche cose... e perchè so che sarà sempre così... <e cioè che lo amerà sempre e ci sarà sempre...magari la ninna nanna cantata da lei a lui la prossima volta ecco! la chiederà xD se la sistema meglio in grambo e la accarezza piano piano sul visino e sul collo> non vado da nessuna parte...ti starò accanto tutto il tempo... <e quindi comincerà a cantare, magari qualche nota non la prenderà bene, magari farà casino con alcune parole xD ma risulterà comunque piacevole da ascoltare...è pur sempre la voce ammaliante di un vampiro no? e soprattutto canta molto dolcemente per farla addormentare...e quindi lo lascerei accoccolato con lei sul divano a cantarle la ninna nanna e starle accanto vegliando il suo sonno tutta la notte..>
 
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Alis3
view post Posted on 27/3/2012, 21:25




[Villaggio, 5 giorni dopo il ferimento di Eve da parte di Maya]

Eve
<la giovane fata angelica è ancora dove l'ha portata calen dopo il ferimento...ancora nella stanza al villaggio distesa a letto...è incosciente da giorni, beh ha perso molto sangue per parecchio tempo e non essendo calen un guaritore o un medico lei stenta un po' a riprendersi. Quindi è sempre lì, distesa sul letto con gli occhi chiusi coperta solo dalla fasciatura, che le circonda parte del petto fino alla schiena dove in realtà c'è la ferita ancora in via di guarigione, e le coperte che coprono fin su al seno. Pallida ed immobile eccezione fatta per il naturale movimento del petto che si alza e si abbassa al ritmo quasi regolare del suo respiro>

Calen
<lui Eve non l'ha mai lasciata sola in questi giorni..si è messo d'accordo con il proprietario della locanda, il quale provvede a fare avere all'elfo sempre bende pulite ogni giorno ed ogni cosa che può servirgli per medicarle la ferita..in questi giorni ha avuto tanto da pensare, non osa nemmeno cosa potrebbe fare se la ragazza non riaprisse gli occhi, non ha mai smesso di starle vicino, nemmeno un istante..ed anche adesso è seduto su una sedia proprio accanto al letto di Eve e le tiene una mano tra le sue accarezzandogliela con dolcezza, ha gli occhi chiusi e mormora delle parole in elfico, sicuramente è una preghiera..>

Eve
<chissà se le preghiere di calen valgono anche per qualcuno che non le merita, ad ogni modo non dovrà pensare ancora a lungo a cosa fare se lei non si risvegliasse perchè un minimo movimento c'è, la ragazza stringe una delle mani di calen che gli stringono la sua dapprima piano piano e debolmente poi sempre più forte come appunto qualcuno che sta cercando di ritrovare la forza per risvegliarsi. Qualche secondo più tardi riapre anche piano piano gli occhi smeraldo respirando più a fondo, ancora non parla ma gira lo sguardo attorno a sé come per rendersi conto di dove si trovi per poi posarlo fisso su Calen accanto a lei e accennare un piccolo, stanco, sorriso...prendendo a parlare sottovoce piano piano> ..ciao... <non riprende conoscenza da giorni e la prima cosa che dice è ciao! Ma giustamente dubito possa sapere da quanto stesse dormendo..secondo lei magari saranno un paio d'ore>

Calen
<suo padre gli ha insegnato che è importante sprecare un po' di tempo anche per pregare e che non c'è niente che non viene ascoltato..e lui ci crede..quando sente la mano di Eve che stringe la sua quasi non ci crede all'inizio, ma spalanca subito gli occhi, come se avesse paura di essersi addormentato e che quella stretta sia solo frutto di un sogno..vedere gli occhi della ragazza aprirsi lui sorride e quello che prova è impossibile da spiegare, le sorride a sua volta, ma credo che Eve non l'abbia mai visto sorridere così..> ciao a te piccolo angelo..sei tornata..<le stringe la mano con delicatezza, ma in quel tocco c'è la fermezza di un ragazzo innamorato che non ha nessuna intenzione di farla andar via di nuovo da lui> sono felice che tu sia di nuovo qui..ormai cominciavo a credere che tu avessi trovato qualcosa di interessante da fare ovunque tu fossi..<cerca di sdrammatizzare, anche perchè non sa bene cosa dire..> come ti senti?

Eve
<lei sbatte le palpebre un paio di volte come qualcuno che appunto si sta appena risvegliando poi al sorriso di calen addolcisce lo sguardo e con l'altra manina gli sfiora le labbra delicata, lei adora quando la chiama piccolo angelo ma non penso glielo abbia mai detto anche se dallo sguardo si capisce più che bene> non sono mai andata via da te... <torna a sorridergli e alle parole successive continua a muovere la manina delicata sul suo viso spostandosi dalle labbra alla guancia dell'elfo> in realtà qualcosa di interessante c'era... ho sognato in queste ore... <in questa frase non saprei da dove cominciare a preoccuparmi xD è sempre pericoloso quando eve sogna! E soprattutto non si è resa conto che è stata incosciente giorni e non ore> ma la realtà è molto meglio direi... <e lo dice riferendosi a lui ovviamente...pensava di non rivederlo quindi l'istinto normale è volerlo baciare e ci prova anche, provando ad alzarsi almeno seduta per riuscire a raggiungerlo...peccato che non è ancora pronta per questi movimenti di scatto infatti le prende una fitta alla schiena e crolla di nuovo distesa prima di raggiungerlo con un'eloquente smorfia di dolore sul viso, abbassa anche la mano che lo accarezzava mentre l'altra la stringe di più alla sua> stavo per rispondere meglio ma... <ma anche se sta meglio è bene che non faccia sforzi subitissimo> fa male... <ci credo, parla tra un respiro e l'altro tenendo gli occhi chiusi>

Calen
<stringe la mano di Eve tra le sue e poi la bacia con delicatezza, è felice..per la prima volta dopo giorni..certo, la ferita che Eve ha sulla schiena è brutta, ma ora che lei si è svegliata è decisamente meno preoccupato..finalmente è tornata..> non sono state ore Eve..sono stati giorni..non sei stata cosciente per giorni..ero preoccupato..ma la sai una cosa? adesso che questa storia è finita mi sento davvero più leggero..<immagina quanto possa sentirsi leggera lei..in fondo è stata Eve a dover convivere con il fatto di sapere di poter anche morire da un momento all'altro..ma anche per lui non è stato un periodo facile, ha vissuto con la paura perenne di poterla perdere da un momento all'altro..quando Eve tenta di baciarlo lui tenta di farla star ferma invece, conosce le ferite provocate dalle sue frecce, ed anche se non l'ha mai sperimentato su se stesso immagina quanto possano far male, le accarezza la fronte con una mano e poi è lui che si abbassa per sfiorarle le labbra con le sue> devi stare ferma..non credo che tu possa muoverti molto sai? e ci sono io qui..penserò a tutto io..tu invece devi rimanere buona qui..e magari non sognare più niente di tragico..<le sorride, immagina che se Eve avesse di nuovo sognato qualcosa di drammatico in questi giorni non si sarebbe svegliata così tranquilla..>

Eve
<sorride appena per il bacio di lui alla mano, ma sgrana gli occhi quando sente che sono stati giorni> giorni? ho... dormito per giorni? Quanto? <mmm... considerando tutto il tempo direi almeno quattro giorni... e ora è la mattina del quinto...ci pensa su un istante e lo guarda un attimo preoccupata> e..tu sei stato sempre qui? <se lo immagina come deve essere avere così paura per chi ami e non vederlo svegliarsi per giorni...al suo posto sarebbe impazzita, chissà che casino avrebbe combinato *_*> ..mi dispiace tanto.. <che abbia dovuto sopportarlo, ma poi sospira alle sue parole successive> ma sì...hai ragione... ora è passata...è tutto passato..<sì si sente infinitamente più leggera è innegabile. Quando poi soffre perchè ha tentato stupidamente di alzarsi la sua faccina sofferente piano piano sparisce quando lui le bacia le labbra e poi riapre gli occhi> hai ragione... è stato stupido..<alzarsi di scatto...sospira profondamente, fa ancora male ma non è insopportabile> no non era niente di tragico...lo giuro...<appunto non sarebbe stata così tranquilla, allunga di nuovo la mano nella sua direzione e con la testolina gli indica il posto vuoto a letto accanto a lei> vieni accanto a me... <lo vuole vicino, vuole sentirlo accanto, sfiorarlo...non è una proposta indecente che comunque non potrebbe farlo>

Calen
<lui coglie subito l'invito di Eve e le si sistema a fianco sul letto, poi prende a giocare con una ciocca di capelli della ragazza, gli è mancata così tanto..> hai giocato a fare la bella addormentata per quattro lunghi giorni..ho avuto paura..<ammetterlo un po' gli costa, o meglio..gli costa dirlo ad alta voce, lui non mette mai troppo in piazza quello che prova..> e me ne sono rimasto qui..aspettando che succedesse qualcosa..l'attesa più lunga e difficile della mia vita..ma ora sei tornata..<le sorride mentre la guarda negli occhi e poi le sfiora la fronte con un bacio> la ferita è brutta, ma dovrebbe guarire tra qualche giorno, gli insegnamenti di mio padre sulle erbe sono finalmente risultati utili..<annuisce tutto orgoglioso del suo papà e poi la guarda tutto curioso> allora piccolo angelo..ti va di dirmi cosa hai sognato in tutto questo tempo?

Eve
<sorride quando lo vede sistemarsi accanto a lei e subito allunga una mano a sfiorargli il viso seguendo i cortorni dei lineamenti lasciandolo giocare con la ciocca dei suoi capelli biondi> quattro giorni? <sbatte le palpebre sospirando profondamente...non ne aveva la minima idea> avresti potuto baciarmi prima però principe azzurro... <nel senso che così l'avrebbe fatta risvegliare *_* ma ne dubito fortemente! Però torna subito seria quando sente che ha avuto paura e lo guarda a lungo negli occhi senza dire una parola per lungo tempo...ovviamente non gli piace che lui sia stato tanto spaventato ma d'altra parte a chi non farebbe piacere sapere di essere così importante per qualcuno> io sarei impazzita al tuo posto... <non ha mai pensato a parti inverse come starebbe se succedesse qualcosa a calen, e non ci vuole nemmeno pensare che probabilmente impazzirebbe davvero, lo ferma prima che possa allontanarsi di nuovo dopo il bacio alla fronte e lo bacia sulle labbra leggera leggera, poi si ferma e lo guarda e subito dopo lo ribacia di nuovo ancora più convinta di prima> già...sono tornata...sono finiti i tuoi quattro giorni da single spiacente...<ironizza per sdrammatizzare che poi ovvio che non era single nemmeno quei 4 giorni xD infatti ride appena appena dolcina appoggiando la fronte a quella del ragazzo> sei stato incredibile...<intende bravo a guarirla ecco...soprattutto non essendo un medico o un guaritore> ho pensato che non ce l'avrei fatta e... invece...starò bene.. <non subitissimo ma è viva...non può solo alzarsi e andarsene in giro a fare sforzi ecco, resta sorridente e parla vicina vicina alle sue labbra a bassa voce per rispondere alla domanda finale> Te... ho sognato te e me... in un posto bellissimo..solo noi e nessun altro...<sorride ma sempre rimanendo vicino alle labbra di lui> così in quel momento... ho...capito che non mi avresti persa...che saremmo stati ancora insieme..ed ero felice...<chissà quando e dove mai si avvererà questa visione..io non lo so e nemmeno lei magari in un futuro chissà>

Calen
<lui lascia che lei giochi pure con il suo viso, non gli sembra vero che finalmente lei possa toccarlo..> ho provato così tante volte a svegliarti con un bacio che nemmeno lo immagini..ero stanco di sentirti russare..<niente, non riesce a smettere di fare il cretino..hanno tanta tensione e tristezza da smaltire questi due..ricambia il bacio sulle labbra e poi le sorride> avresti dovuto vedere la sfilata di elfette single che si sono susseguite alla locanda in questi miei quattro giorni da single..non c'era un attimo di pace..<sì certo..infatti non ha mai messo piede fuori della camera dove ha portato Eve quella sera, se non per procurarsi l'occorrente per medicarle la ferita, anzi, sulla ferita fasciata ci butta anche un occhio per controllare che sia tutto a posto..> quante volte te lo devo dire che hai scelto benissimo scegliendo me? sono bravissimo in tutto, dovresti saperlo..<poi diventa serio guardando ancora la ferita> se avessi avuto dei problemi sarei corso a cercare mia madre..lei ti avrebbe sistemato in due secondi..ma poi ho visto che potevo cavarmela e non me la sono sentita di lasciarti sola..<le accarezza i capelli e torna a sorridere> mi piace questo tuo sogno..perchè si avvererà di sicuro..ed è bello sapere che è così...

Eve
<ride appena appena guardandolo> io non russo! attento a quello che dici Elfo! <gli tiene le mani nelle sue in un gesto come per bloccargliele, sta giocando ma si sente che la stretta non è nemmeno troppo forte..è pur sempre ancora debole ecco> potrei anche fartela pagare molto cara... <ceeerto...ci stiamo credendo *_* però la faccina minacciosa quando dice delle elfette le viene spontanea anche se lo sa che scherza e anche lei non fa sul seriom anzi gli lascia le mani libere> questa si chiama istigazione al plurimo omicidio..<perchè se qualcuna ci provasse davvero con calen è probabile lo faccia sul serio xD> sono fortunate che ancora non posso alzarmi... <accenna una risata ma poi lo vede che lui controlla la ferita visto che lo vede guardare alle sue spalle e torna seria spostandosi anche i capelli tutti da un lato per lasciarlo controllare meglio> ha... preso le ali? <giustamente non può guardarsi alle spalle e non sa se la freccia ha colpito il tatuaggio...è il suo punto debole maggiore, ma fortunatamente le ha mancate di un centimetro...quando si dice la fortuna> io a pog non sarei potuta venire e... beh...nel tempo che saresti andato da lei e tornato non so cosa sarebbe successo... <se non l'avesse medicata costantemente magari sarebbe morta, meglio non pensarci ecco...socchiude gli occhi quando lui le accarezza i capelli e sospira rilassandosi tutta nelle coccole di lui...le sembra anche di sentir meno dolore quando lo ha vicino> sì...si avvererà di sicuro...e al momento non c'è nulla di più rassicurante...

Calen
non fai per niente paura, lo sai? <la guarda sorridendo appena e quando lei sposta i capelli di lato per far sì che lui possa controllarle la ferita osserva tutto attento, anche se aveva già controllato..ne approfitta anche per baciarle una spalla> stai tranquilla..le tue splendide ali sono al sicuro..sei stata molto fortunata Eve..lo siamo stati entrambi..<sì, insomma, lei è ancora viva e sta bene, si sente davvero fortunato, tutta quella storia poteva finire decisamente peggio..poi scuote la testa guardandola> non ti avrei mai portato a PoG..non dopo che ho visto cosa ti succede se ci rimani troppo..adesso però vedi di non approfittarti delle mie meravigliose e perfette cure..voglio che tu ti rimetta in sesto presto..<le punta anche un dito contro, ma è chiaro che sta giocando..in fondo gli piace averla lì..e finchè lei non si è ripresa può continuare a vivere con lei..le sorride e poi si stringe nelle spalle> chissà magari hai sognato il nostro viaggio di nozze! quando tra dieci o quindici anni ci sposeremo..<gli scappa anche da ridere, questo incidente di Eve gli ha fatto male!>

Eve
Lo so... ormai ho perso ogni tipo di credibilità ai tuoi occhi...<ma lo dice ridendo appena...è chiaro che non vuole che la veda minacciosa e che sta solo scherzando, le viene un brividino quando lui le bacia la spalla e lo abbraccia così in quel momento stretto stretto con la testolina sulla sua spalla, fa niente se è nuda e coperta solo dalla fasciatura ora se lo vuole tenere bello stretto> grazie... <glielo sussurra così appoggiata alla sua spalla, è un grazie di tutto...di averle salvato la vita, di essere stato sempre vicino a lei e soprattutto di esserci sempre> io invece credo che mi approfitterò di te e delle tue cure a lungo... stai dicendo che non ti piace? <che lei si approfitti di lui? Beh peccato che non può approfittarsi come si deve xD ride appena staccandosi dall'abbraccio e guardando il ditino di lui che gli punta contro> hai perso anche tu ogni credibilità minacciosa nei miei confronti... <quando sente del viaggio di nozze spalanca gli occhioni> hei! Dieci o quindici anni sono troppi... va bene che tu sarai bello e immortale per sempre ma per me non ne sono poi tanto sicura... <gli angeli sì, ma le fate? E soprattutto come funziona quando si è un po' entrambi? Giustamente non può saperlo e al momento nemmeno ci pensa. Si perde un po' a guardarlo negli occhi e si risistema meglio distesa a letto con una piccola smorfia di dolore per via della schiena, sopporta...prima o poi passerà ecco> lei...mi ha fatto vedere una cosa quella sera... <penso si riferisca a maya, lo dice tornando seria di colpo e sempre senza staccare gli occhi dai suoi> non hai idea di quanto sia stata felice quella sera nel vederti accanto a me..<dopo quando lui è arrivato, vero che era ferita e pure gravemente ma lui stava bene e almeno questo la rendeva felice in tutto quel dolore>

Calen
<la stringe tra le braccia fino a che lei non scioglie l'abbraccio, dopo di che le fa una carezza passandole una mano tra i capelli> lo sai che mai più che bene così come sei..e sai anche che non devi ringraziare..non c'è niente che non farei per te..non devi sentirti mai in debito per quello che è successo quella sera, non sarebbe giusto..<quello che cerca di dire è che non vuole che Eve si senta in debito verso di lui perchè le ha salvato la vita..poi sorride e scuote la testa> non ho detto che non mi piace..ma insomma, sono un elfo che porta i pantaloni io! non sono fatto per stare in casa ad occuparmi di tutto..<no, non c'è abituato..ma sta scherzando..poi si fa serio e la guarda attento, è curioso davvero..> cosa ti ha fatto vedere? <se lo immagina che sta parlando di maya..>

Eve
<lei sorride alla carezzina e poi si prende la mano di lui tenendola tra le due sue...non riesce a tenere le mani lontano da lui, lo deve toccare, accarezzare, abbracciare costantemente...insomma deve sempre sentirlo vicino e attaccato a lei> come sarebbe non sarebbe giusto? mi hai salvato la vita calen... pensi che non debba ringraziarti per questo? e per avermi curato... aiutato...e soprattutto perchè...mi sei stato sempre vicino... <tiene ancora stretta imprigionata la mano del ragazzo tra le sue e alza lo sguardo a guardare lui> vorrà dire che faremo un po' per uno e quando starò meglio mi occuperò io di te anche se stai bene... e starai sempre bene..<ha deciso lei che starà sempre bene! però beh furba la bimba çç se lo vuole tenere un altro po' lì! xD poi appunto torna seria e gioca con le dita di lui intrecciandole alle sue e tenendo sempre lo sguardo sulle mani adesso> mi ha detto che... ti aveva ucciso.. <questo lo dice piano piano quasi che se lo dicesse a voce alta fosse vero> e... mi...ha fatto vedere te... <sottinteso morto ovviamente> era..un illusione credo...<sì chiaro adesso ovviamente>

Calen
<le bacia una manina e riprende a parlarle tutto serio, guardandola negli occhi> non ho salvato solo te quella sera..ho salvato anche me..io penso che tu non debba ritenerti in debito per quello che ho fatto..perchè è stata una cosa così naturale ed ovvia che non merita un ringraziamento..io ci sono e ci sarò sempre, perchè è questo che succede quando ci si sceglie un compagno per una vita..<insomma, per lui quello che ha fatto è così naturale che non vuole essere ringraziato..<poi torna a sorridere, finalmente, e solleva un sopracciglio guardandola anche appena malizioso..>non vedo l'ora che tu ti prenda cura di me..sarò bravissimo a fare il ferito agonizzante..<poi torna serio ed anniusce> era sicuramente una specie di allucinazione..insomma, io sono qui, sono vero e sto bene..Maya ha giocato sporco..appena starai meglio andrò a cercarla..<sì, Eve lo sa che ci andrà..>


Eve
Va bene... niente ringraziamenti... non sono in debito... ho capito..<ha capito solo perchè si è messa nella stessa situazione sua e allo stesso modo anche lei non avrebbe voluto lui si sentisse in debito se le cose fossero al contrario, però una cosa la fa pensare...e pure a lungo, mordendosi il labbro inferiore e tornando a guardarlo> hai salvato anche te? Calen... cosa vuol dire? che avresti fatto se...? sì insomma... hai capito...<se fosse morta...ora lo vuol sapere cosa avrebbe fatto lui anche se oddio...che domanda è? °° infatti è così presa dal discorso serio che non riesce a scherzare per bene e il sorriso per la sua battuta maliziosa si vede che è poco convinto> preferisco che tu faccia l'uomo tutto intero... lo preferisco di gran lunga...<gli bacia un ditino e poi finalmente lascia la mano che teneva in ostaggio> lo so... lo so... sei qui e stai bene..<forse anche per questo che lo tocca continuamente per sentir se è vero? xD> ma è stato orribile... <quando sente che andrà a cercarla spalanca gli occhi sospirando> per favore calen...lei...per favore...ti ucciderà...<ha mai detto tutti questi perfavore? *_*>

Calen
<le accarezza una guancia guardandola negli occhi, ha capito di aver detto quialcosa che l'ha fatta pensare a qualcosa..> cosa avrei fatto? io..non lo so..<e non lo sa davvero, cioè, è una domata a cui non è semplice rispondere..cerca di rimettere un po' in ordine i pensieri e poi riprende a parlare> non posso nemmeno immaginare quello che avrei fatto..certo, la mia vita sarebbe proseguita stentando fino a che non fosse giunta la fine..<insomma, avrebbe continuato a vivere, ma giusto perchè lui ha troppo rispetto per la vita per pensare a farsi fuori..<le bacia di nuovo la fronte e sorride rassicurante> ma non dobbiamo pensarci Eve..insomma, è finita..<poi scuote la testa, serio> lo sai che andrò a cercarla Eve..e non mi ucciderà..devi fidarti di me...

Eve
<sospira profondamente> è..una domanda stupida lo so... e... spero che non sia mai così ma... non mi piace la prospettiva di saperti infelice... non sto dicendo che dobbiamo pensarci...o che succederà ma... insomma devi essere felice anche se dovessi rimanere solo..<ma... va beh ha parlato in modo confusionario e strano perchè appunto è un argomento difficile e che non ha mai affrontato ecco ma intende che anche se lei un giorno non ci fosse più lui deve essere felice e farsi una vita...una cosa semplice eh! cosa che poi al contrario lei non farebbe inoltre ._.> hai ragione lasciamo stare...non ci voglio pensare...<infatti lascia perdere l'argomento e si prende il bacino alla fronte alzando poi la testolina per baciargli le labbra> come faccio a stare tranquilla? tu...non hai visto cosa ho visto io.. <e cioè lui morto, sospira guardando altrove> non si tratta di fiducia...quella ce l'ho in te... è che lei è la morte Calen... cosa pensi che farà quando andrai a cercarla? cosa... le dirai?

Calen
infatti non è una prospettiva che ti deve piacere e nemmeno una cosa a cui devi pensare..c'è una cosa che possiamo fare però..insieme..possiamo far sì che nessuno dei due si trovi mai nella situazione di rimanere da solo..va bene? <le sorride, più rassicurante che può e le bacia anche le labbra> hai ragione..io non ho visto quello che hai visto tu..<lo sguardo gli va verso la freccia che ha colpito Eve..e che si trova nella camera, appoggiata accanto all'armadio> come tu non sai cosa ho visto io..tu hai visto l'illusione di me ferito a morte, io invece ti ho vista davvero con una freccia conficacta nella schiena..ho bisogno di parlare con Maya, io devo sapere se c'è un perchè in tutta questa storia..non le farò niente e non le permetterò di farmi del male..conosco Maya Eve..te lo chiedo di nuovo, fidati di me..

Eve
<annuisce anche lei sospirando appena> hai ragione... sì...facciamo in modo che nessuno dei due si trovi in questa situazione... rimaniamo qui per sempre insieme...<sì pura utopia...ma al momento deve giusto sentirsi rassicurata che andrà sempre tutto bene, quindi si appoggia un pochino a lui avvicinandosi con tutto il corpo e rimanendo appiccicata a lui anche dopo il bacio alle labbra> mi dispiace..<di aver detto che non ha visto quello che ha visto lei, guarda anche lei un attimo la freccia e per un secondo rabbrividisce anche se non dice nulla in proposito...c'è qualcosa in quella freccia che non sopporta..e lei se lo spiega come il fatto solo che l'ha colpita ecco..non sa che c'è ben altro> ma io non sono morta però...lo so che hai avuto paura...e mi dispiace credimi...<ma sentire che lui è morto e vederlo morto secondo lei è ben peggio...per il resto sospira..lo sa che non riuscirà a fermarlo quindi si rassegna> promettimelo... promettimi che non le darai ragione di attaccarti... promettimi che tornerai da me...

Calen
<sorride mentre la guarda, ed è un sorriso dolcissimo, che di rado si vede sul volto di Calen> sarebbe bello se potessimo rimanercene qui per sempre..ma sappiamo entrambi che non è possibile..possiamo però continuare a ritagliarci i nostri spazi..i nostri momenti per essere solo noi due..e nessun altro..<la guarda negli occhi, deciso> ascolta bene quello che sto per dirti Eve..te lo prometto..ti prometto che tornerò e che non mi succederà niente..e poi non vado da nessuna parte..non adesso per lo meno..rimango qui con te..chiudi gli occhi e riposati adesso, va bene?

Eve
Lo so... <che non possono rimanere lì per sempre> ma un giorno sì... un giorno potremmo restare tutto il rempo che vorremo insieme senza doverci separare...<ma appunto per ora devono accontentarsi dei loro spazi che riescono a ritagliarsi, annuisce è ancora vagamente preoccupata...finchè calen non andrà e tornerà sano e salvo non sarà tranquilla> è una promessa...e tu mantieni sempre le promesse...<annuisce ancora accocolandosi meglio a lui e sospirando> io ti credo... <chiude gli occhietti sempre senza lasciarlo mai...ora che si è svegliata non ci dorme da sola senza di lui> va bene... tu però riposati con me... lo so che non hai dormito per niente in questi giorni...<lo immagina..sarà sempre stato accanto a lei preoccupato e immagina che lui sia stanco eccome, quindi dormiranno lì insieme tutta la notte>

Eve & Calen
 
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..Kady..
view post Posted on 29/3/2012, 23:56




'Dodici colonne sostengono del tempo il maniero.
Dodici bestie reggono l’impero.
Il falco è pronto a ergersi fiero. Il cinque è chiave e fondamento vero.
Nel cerchio dei dodici, il dodici è il due invero.
L’aquila spunta per settima, ma è terza davvero.



REN
<sotto il cielo fulvo che caratterizzava l’inferno, si trovava un ragazzino vampiro. Era stato portato in quel posto da sua madre, la vampira Dulcinea, che pensava di proteggere suo figlio dal padre.. quel padre che Ren tanto avrebbe voluto conoscere. Dopo aver appreso il vero motivo della fuga, il vampiro aveva evitato di incontrare sua madre. Passava le sue giornate in compagnia dell’amico Noah. In quel momento, però, si trovava da solo in giardino. Cercava sempre di mostrarsi forte quando era con gli altri ma dentro di se sentiva che aveva bisogno di sfogarsi. Ed era proprio quello che stava facendo, nascosto dietro un cespuglio http://fc02.deviantart.net/fs25/i/2008/175...umbojumbo89.jpg nella classica posizione rannicchiata di chi vuole nascondere le lacrime. Era nato vampiro ma soffriva, soffriva nel pensare che il sangue del suo stesso sangue lo cercava solo per le proprie mire personali. Lui voleva un padre, solo questo. Era così sbagliato forse?>

JAMES
<uno dei capi del sopracitato inferno era appoggiato al vetro di una delle oscure finestre del Castello. Era lì da interi minuti, gli occhi fissi sul bambino che, passando per caso in corridoio, aveva notato e riconosciuto. Fu una cosa istantanea. Quella rara ma viscerale sensazione di conoscere qualcuno da sempre, di conoscerne tutta la vita e il destino. E per quanto riguardava Ren e James, la sensazione non si poteva affatto definire tale, era qualcosa di molto più reale. Il Demone lo conosceva già, si, lo aveva già visto.. ed all'epoca, quel ragazzino di circa 12 anni, ne aveva diciassette appena compiuti> Il leone - fiero volto di diamante, incantesimo che offusca la luce folgorante - al calar del sole arreca mutamento, la morte del corvo palesa il compimento.. <parlottava tra se e se, a bassissima voce, ma alla fine, quasi in un istintivo gesto, si era staccato dalla grande finestra e aveva sceso le scale diretto al giardino. Era giunto il momento per quel bambino ignaro di sapere qualcosa, o meglio, di possederla. Arrivato dunque all'ingresso, si era avviato verso quel cespuglio dietro il quale Ren si nascondeva. Accennò un sorriso, rimanendo in silenzio. Era proprio come lo ricordava, solo un pò.. più piccolo.>

REN
<continuò a piangere in silenzio, ignaro di essere osservato. Ren credeva di esser un vampiro comune, nulla di speciale. Certo, nascere vampiri non era una cosa che accadeva così di frequente sulla terra ma lui era nato su Return e lì, non era affatto cosa rara. Sapeva che avrebbe potuto spegnere i sentimenti e agire come un freddo calcolatore ma non voleva farlo. Non voleva rischiare di non provare più nulla verso le persone alle quali era legato: sua sorella, Ginevra, Noah e.. lei. Odile. Pensava alla sua amica costantemente benché sua madre gli aveva rivelato che suo padre voleva fargli del male. Nonostante lì avesse Noah avvertiva la sua mancanza, gli sembrava di aver lasciato sull’isola la parte più importante di se stesso ed era certo che se lei fosse stata lì lo avrebbe aiutato a superare il suo problema solo con uno dei suoi sorrisi. Avvertì dei passi che, lentamente, si facevano sempre più vicini fino a che si fermarono proprio davanti a lui. Aveva ancora le lacrime agli occhi e non poteva di certo farsi vedere così da qualcuno che, a sua insaputa, già conosceva. Si asciugò gli occhi ma non sollevò la testa, sapeva che i suoi occhi arrossati l’avrebbero tradito> Chi siete? <se solo avesse alzato la testa avrebbe riconosciuto James. Non lo aveva mai visto di persona ma Ren era un fanatico di Cerbero e il suo amichetto infernale gli aveva mostrato un ritratto del suo padrone. Ma non lo guardò. In qual momento l’unica cosa che voleva davvero era sparire>

JAMES
<sotto al braccio stretto contro il petto, il Demone teneva un piccolo libro rilegato in pelle. Libro che, nonostante le sue perfette condizioni interne, lasciava intendere a qualsiasi suo lettore, di essere molto, molto antico. La copertina era infatti visibilmente usurata e graffiata e i bordi esterni delle pagine erano ormai ingialliti da tempo. James si abbasso, lanciando il volume ai piedi del bambino> questo è tuo. Anche se ancora non ne capirai nulla.. <lo prese per il mento e gli fece sollevare la testa> non c'è bisogno che nascondi le lacrime, sento il tuo stato d'animo anche solo restandoti accanto. <gli sorrise, mostrando i canini affilati e pungenti come spilli, perché James, prima di ogni cosa, era un vampiro. Lo era stato per decenni su decenni prima di essere ucciso da sua sorella e finire ai direttissimi ordini dell'Oscuro signore, e non aveva mai rinnegato la sua prima natura. La più amata nonostante tutto, nonostante gli ottimi vantaggi dell'essere ANCHE un Demone di tutto rispetto> James, piacere di ri-conoscerti, Ren. Ora smettila di frignare e sii uomo, su. <gli diede una pacca sulla spalla, classico gesto da uomini, come segno d'incoraggiamento.>

REN
<sentì il tonfo che produsse il libro cadendogli ai piedi ma non sollevò la testa finchè non fu lo stesso James a farglielo fare. Fortunatamente non aveva più le lacrime agli occhi quando gli spalancò. Lo aveva riconosciuto, ma per ragioni del tutto differenti da quelle per cui lo pensava il Demone/Vampiro> Io.. io vi conosco! Dannazione! Voi siete il padrone di Cerbero! <si mise in piedi con l’agilità tipica dei ragazzini accentuata anche dal suo essere vampiro. Stava tentando di guardare oltre le spalle di James alla ricerca del cagnolone. Tutta la sua malinconia era sparita nell’esatto momento in cui aveva capito che c’era la possibilità di vedere l’attrazione più interessante di tutto l’inferno. Ma alle spalle di James si estendeva solo il guardino che ormai conosceva come le sue tasche e non era più fonte di divertimento. Abbassò la testa e, così facendo, si accorse del libro> Mio? <lo raccolse, osservandone la copertina usurata senza sfogliarlo> Mi dispiace ma questa cartaccia non mi appartiene.. <tenendolo con entrambe le mani, lo porse nuovamente al demone, al quale sorrise mostrando anche lui i piccoli canini non del tutto sviluppati> Io credo mi stiate confondendo con qualcun altro. Noi due non ci conosciamo.. cioè.. io vi ho visto in un ritratto ma non ci eravamo mai incontrati prima.. <scrollò le spalle e lo guardò con una buffa espressione accigliata quando ricevette la pacca sulla spalla> Non stavo piangendo. Solo pensando. <no. Non era il tipo che cercava compassione nel prossimo. Lui era forte e non avrebbe pianto mai più>

JAMES
<il Demone sollevò le sopracciglia, guardando lo strano scatto di entusiasmo del ragazzino prima di capire> Ah.. sì, sono il padrone di Cerbero. Che poi padrone è un parolone, diciamo che mi diverto a portarlo a spasso e ci vado molto d'accordo. E poi come morde i peccatori lui, non lo fa nessuno. <si rese conto di aver detto qualcosa di troppo, ma mascherò il tutto con un sorriso prima di cambiare discorso> sì, tuo. E <sospirò> non è cartaccia Ren, è un libro di estremo valore per te e.. <aggrottò la fronte. Non era ancora il caso di parlare del Rubino, della dodicesima, della compagna con la quale il giovane vampiro avrebbe condiviso un sacco di avventure più o meno divertenti e pericolose> ed è bene che tu lo conservi con estrema cura. Siamo d'accordo? Un giorno ti sarà molto utile, devi fidarti delle mie parole, in nome di Cerbero! <si concesse una risata, solo per alleggerire la tensione e far sorridere un pò quel bambino ormai cresciuto. Respinse il libro, lasciando che lo tenesse con se> va bene, stavi solo pensando. Ma lascia che ti dia un consiglio, pensare dietro i cespugli <e nel farlo indicò l'ammasso di foglie scure e ruvide> è un pò contro producente, si rischia di venir scoperti. Meglio trattenere i propri.. pensieri fino a trovare un bagno, o una stanza sicura, almeno.

REN
<non si scompose a sentir parlare di peccatori. Nonostante fosse ancora relativamente piccolo di età, sapeva che la gente moriva. Sapeva che esistevano le torture e sapeva, che egli stesso, ne sarebbe potuto essere fautore. Quindi guardò James con ancor più interesse.> Mi piacerebbe molto vederlo all’opera. Ho girato per tutto il castello ma non l’ho mai trovato. <ascoltò le parole del Demone tenendo adesso lo sguardo curioso e accigliato sul libro. Non aveva idea di quale utilità poteva essergli. Per lui era un libro, null’altro. Non aveva colto la presenza di un’altra persona coinvolta in questa storia e, pertanto, pensò che non ci sarebbe stato nulla di male nel tenere con se un libro, benché provenisse dall’inferno> Io continuo a non capire a cosa possa mai servirmi un libro ma, lo terrò con me.. <non aveva finito. Ren non si fidava così facilmente di chi non conosceva e, se era così importante il fatto che lui dovesse custodire quel volume con cura, almeno avrebbe cercato di ricavarne qualcosa> .. a patto che non diciate a nessuno di avermi trovato qui nascosto nei cespugli.. <oh si, avrebbe certamente seguito il consiglio di James di cercare posti più appartati> .. e che.. <assottigliò lo sguardo, facendosi più tenebroso> .. mi facciate vedere Cerbero. <dopotutto, era un bambino> All’opera. <ed era un vampiro>

JAMES
Vederlo all'opera? <il Demone corrugò la fronte, pensieroso. In effetti Dagon, suo figlio, aveva iniziato a frequentare le sale di tortura ad un'età sicuramente inferiore a quella di Ren. Tuttavia lui era cresciuto là in mezzo, era figlio di una Dea Infernale e aveva imparato fin da quando era in fasce a come ci si muoveva in quel posto> se mi prometti che proteggerai quel libro con tutto te stesso e che avrai fiducia in me, ti prometto in cambio che un giorno ti porterò io stesso a vedere Cerbero all'opera, come dici tu. Ci stai? <si mise seduto sull'erba, l'ampia schiena poggiata sul tronco di un albero così scuro da sembrare nero> per quanto riguarda l'averti visto.. credo di aver già dimenticato dove tu fossi mezz'ora fa. <sorrise, per fargli capire che, appunto, poteva contare s di lui. Per James era importante che Ren si fidasse, sapeva che sarebbe stato così, perché la prima volta che lo aveva visto, nel lontano 1700, i due ragazzi erano già ben ammaestrati. Inoltre, sapeva con certezza che la giovane Odile, sarebbe stata una perfetta creatura di Sorat. Ma naturalmente niente di questo venne detto al ragazzino. Piuttosto il Demone-Vampiro sospirò, battendo una mano sul libro> allora, vuoi saperne qualcosa di più?

REN
Si, perché? <lui amava sperimentare, scoprire. Sua madre lo aveva sempre costretto a non dare libero sfogo alla sua natura di vampiro ma questa, in qualche caso, si manifestava indipendentemente da quello che voleva lui. E poi era un ribelle, non si sarebbe spaventato per un po’ di sangue e per le urla di persone che nemmeno conosceva> In nome di Cerbero, prometto che custodirò questo libro come la più preziosa delle cose. Ma per quanto riguarda la fiducia, io non ti conosco. Quella dovrai conquistartela. <non capiva tutto quel interessamento da parte di James. Lui era un Demone/Vampiro molto potente, uno tra i più temuti. Per quale ragione era così interessato a lui? No. Non poteva fidarsi così facilmente di qualcuno, anche se non poteva negare a se stesso di esserne incuriosito. Si mise seduto sull’erba di fronte a lui, le gambe incrociate e il libro tra le mani. Era di un certo spessore ed era pesante. Le pagine, logore all’esterno, erano praticamente intatte all’interno. Ne accarezzò una e annuì> Si. Perché questo libro è così importante? Di cosa parla?

JAMES
<scosse la testa, stavolta serio> non c'è tempo, Ren. Non hai tutta la vita da passare all'inferno, per tua fortuna, e quando andrai via dovrai essere sicuro di quello che stai facendo. E' un compito da uomini questo e, tra uomini, ci si deve spesso fidare a priori, si deve rischiare, capisci? <deglutì, prima di proseguire, manentendo sempre quell'espressione seria ma facendo attenzione a non risultare severo. Del resto il vampiro che aveva di fronte era poco più di un bambino> parla della tua vita, della tua vita e di quella di una persona che per te diverrà molto importante. <si chiese se la conoscesse già, così si azzardò a provare una tattica strategica. Di solito coi bambini funzionava, era facile farli parlare delle persone che amavano> si tratta di una ragazza che dovrai proteggere.. <sfogliò il libro fino ad arrivare all'ultima pagina. Nella copertina c'era incavato un foro abbastanza lungo e in esso era riposta una meravigliosa chiave d'argento con una pietra rossa nella parte anteriore> il suo nome è Odile. Lei ancora non ha idea, ma crescendo avrà bisogno del tuo aiuto, Ren. E tu del suo. <gli sorrise, senza aggiungere altro, in attesa della reazione del suo piccolo interlocutore.>

REN
<sollevò gli occhi dal libro mentre James gli parlava. Non era proprio il tipo che riusciva a fidarsi a priori della gente. Non si fidava nemmeno delle parole della madre perché lui aveva bisogno di verificare su se stesso. Sempre.> Io non sono un uomo. Sono solo un ragazzino, ma posso provare ad ascoltarti solo perché la mia voglia di vedere il tuo cagnolone è più grande delle mie perplessità. <sorrise, mostrando i suoi piccoli canini al vampiro maggiore che lo guardava con aria severa. Ascoltò le sue parole e, osservando i suoi gesti, notò la chiave che si adagiava sul retro della copertina> e questa cosa è? <gli occhi gli caddero inizialmente sulla catenina alla quale era appesa la chiave che faceva da ciondolo. Poi passò ad osservare la pietra rossa e in quel momento, guardò James con cipiglio preoccupato> Odile? Lei è.. è in pericolo? <fu questo il suo primo pensiero. Non poteva immaginare di averla lasciata da sola proprio quando lei aveva bisogno di lui. Continuò a fissare il demone aspettandosi che lui potesse sapere qualcosa di più. Era chiaro che, qualunque cosa rappresentasse quel libro, se c’era di mezzo Odile, lui l’avrebbe custodito realmente come suo bene più prezioso>

JAMES
Ren, non ti sto chiedendo di capire quello che dico, ti sto chiedendo di fare quello che ti dico.. è un pò diverso. <cercò di non farlo suonare come un ordine, ma James era stato creato come personaggio infernale proprio per questo: comandare e torturare le persone. Sospirò nuovamente, sperando di poter convincere il ragazzo con l'asso nella manica di nome Odile Honeycutt> non ancora. Ora è tranquilla nella sua casa, te lo assicuro. Ma un giorno, ti ripeto, questo libro e la sua chiave saranno molto importanti affinché voi possiate vivere senza pericoli. Un giorno capirai ogni cosa, se ti spiegassi tutto adesso, credimi, non capiresti. Ti basti sapere che se non mi ascolterai e perderai questo libro e la sua chiave, oltre a mettere nei guai te stesso, metterai nei guai anche la piccola Odile. <aveva capito che i due si conoscevano già e la cosa era assolutamente perfetta. In cuor suo, il Demone non vedeva l'ora di cercare il caro Sorat e riferirgli ogni singola cosa> quindi.. <chiuse il libro e lo spinse contro il ragazzino> prendilo con te, proteggilo e custodiscilo nel posto più sicuro che conosci. E, Ren, c'è un'altra cosa.. la più importante di tutte. Nascondi la chiave e la sua pietra in nascondigli separati.. <il giovane vampiro avrebbe scoperto, analizzandola, che la chiave d'argento poteva dividersi in due. Il suo cappuccio, in cui vi era inserito il rubino, si staccava, lasciando libera la chiave. Privata della sua completezza, nessuno avrebbe potuto utilizzarla in alcun modo. Ma a cosa servisse tutto ciò e perché era toccato proprio a Ren, beh, quello era ancora un mistero per molti.>

REN
Me lo state praticamente ordinando. <la cosa non gli suonava molto bene. Ren non amava gli ordini ma se c’era di mezzo la sua Odile in questa faccenda, avrebbe anche potuto abbassare la testa e lasciarsi guidare da James. In ogni caso si rasserenò, quando lo sentì dire che Odile stava bene. Se così non fosse stato, avrebbe girato tutto l’inferno pur di trovare qualcuno che potesse rispedirlo a casa. Era strano che, per quanto fosse ancora un bambino, si sentiva così legato a lei, si sentiva così in dovere di proteggerla, tanto che non sarebbe stato un grande sforzo mettere da parte il suo orgoglio> Va bene. Terrò questo libro con me e lo custodirò dove nessuno potrà mai trovarlo. Non voglio che lei sia in pericolo e non voglio nemmeno sapere altro su questa faccenda. Non capisco cosa ci sia dietro questo gran segreto ma se dite che è importante per noi, io vi credo. Non ci metteremo nei guai. <aveva fatto un passo verso James. Si stava costringendo a fidarsi perché non aveva altra alternativa. Lui era l’unico che poteva spiegargli il significato di quegli oggetti ed era certo che, quando sarebbe arrivato il momento, lo avrebbe fatto. Si riprese il libro e, una volta tra le sua mani lo aprì fino a ritrovarsi di nuovo davanti la chiave. Aveva un che di esoterico, di misterioso, che lo indusse ad afferrarla> In due posti, separati.. <si udì un click. La chiave si era separata in due parti, una complementare dell’altra> Wow.. <sollevò un angolo delle labbra e guardò il vampiro mentre ricomponeva l’oggetto e lo risistemava nel suo contenitore> .. ho già un’idea su come custodirla.. separatamente. <e la sua idea, comprendeva proprio lei. Odile.>

JAMES
<il Demone sorrise e annuì allo stesso tempo> esatto, te lo sto ordinando. Libero non non eseguire, Ren, libero di scegliere da te cosa fare. Ma io ti giuro solennemente di aver detto la verità, e fossi in te mi darei retta. Il tempo vi spiegherà ogni cosa, per adesso basta che tu faccia quanto richiesto, del resto cosa ti costa? Dovrai semplicemente proteggere un libro e, se crescendo ti accorgerai che ti ho mentito, potrai venire qui a suonarmele di santa ragione.. <seppure quella fosse solo un parte di tutta la grande verità nascosta dietro la chiave, era pur sempre verità> mi fido di te, giovane vampiro, non voglio nemmeno sapere quale sia questa tua idea.. <gli poggiò una mano sulla spalla> perché so già che farai la scelta giusta. <certo che lo sapeva, li aveva incontrati nel lontano 1700, proprio grazie a quella chiave. Gli sorrise poi, alzandosi in piedi> ora andiamo, ti accompagno a riporre in libro in valigia, poi facciamo un giro per il Castello. Ti assicurò che con me sarà molto più divertente e istruttivo che con qualsiasi altro qua dentro. <naturalmente, James conosceva l'Inferno come e meglio delle sue tasche.>

James & Ren


Spiegazioni per chi non capisse un H:
Odile e Ren, crescendo, acquisiranno entrambi il potere di viaggiare nel passato.
James e Sorat hanno incontrato i due in uno di questi viaggi, esattamente nel 1700, che però avverrà nel gioco solo quando Odile avrà 16 anni e Ren 18.
I viaggiatori nel tempo sono stati in tutto 12 secondo le profezie, Odile e Ren sono gli ultimi in vita. In quanto tali importanti per innumerevoli creature.
Per questioni di gioco, sarà vietato a qualsiasi altro pg applicare questo potere.

Si ricorda che, essendo in grado di viaggiare all'indietro nel tempo, i due personaggi potranno incontrare i vecchi (e deceduti, nel presente) viaggiatori prima di loro. Uno di questi sarà il nonno di Liz, gli altri 9 NPG sono a vostra disposizione.

Un infinito ed immenso grazie a Kerstin Gier e alla sua "Trilogia delle Gemme", che ci ha permesso di lavorare con la fantasia per ricreare la magica atmosfera dei suoi libri (LEGGETELI!) coi nostri pg ♥
 
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view post Posted on 2/4/2012, 18:53
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Mercoledì notte. Point of Evil.


ADAM
Quelli per l’angelo, erano stati davvero giorni duri. La sua vita si era riempita di problemi e lui sembrava davvero sul punto di esplodere. Aveva cercato Guen nella foresta, al villaggio, al castello, in spiaggia.. in ogni luogo dell’isola e non l’aveva trovata. Sapeva che non poteva essere sparita in quel modo e aveva la sensazione che qualcuno, potesse sapere dove si trovava. Non conosceva i suoi genitori, sapeva solo il nome di sua madre ma, sapeva che c’era un membro della sua famiglia al quale era molto legata. In quel momento stava entrando nel cortile del castello di PoE. Lo sguardo colmo di rabbia e disperazione. Era stanco di aspettare. Era stanco che altri si intromettessero nella sua vita. Aveva sbagliato, ma era realmente intenzionato a rimediare al suo errore prima che fosse tornato angelo. Prima che Guen si trovasse ad avere a che fare con quella parte di lui. Lei doveva sapere. Una volta al centro del cortile, si fermò nei pressi della fontana e, guardando verso le finestre delle stanze illuminate, iniziò ad urlare "EPHRAM.. EPHRAM.." non aveva idea della stanza in cui alloggiava il vampiro ma di una cosa era certo, avrebbe urlato per tutta la notte, fino a farsi sanguinare le corde vocali, se fosse stato necessario. Prima o poi, lo avrebbe sentito "EPHRAM.. VIENI FUORI BRUTTO BASTARDO!" era giunto al limite della pazzia.

EPHRAM
Il vampiro, a differenza dell'angelo impazzito, era perfettamente tranquillo e aveva cominciato a convivere con la sua nuova *non vita*, lasciando il passato alle spalle -passato in cui rientravano sua moglie e sua nipote- e si stava dedicando al suo presente. Il suo rpesente era la caccia al momento e dopo aver sperimentato le sue arti su alcune ragazze dell'isola (tra le quali la stessa Lisa) adesso si era deciso a tornare al castello. Sicuramente sarebbe riuscito qualche ora dopo, perchè non amava troppo stare in quel posto. Troppi ricordi che gli facevano pensare al passato, passato di cui ora voleva disfarsi.
Non ebbe nemmeno messo un piede in giardino che si sentì chiamare a gran voce dall'Angelo. Avrebbe desiderato fare marcia indietro e scoparire di nuovo nella foresta ma l'ultima frase dell'angelo lo costrinse a fermarsi. Si avvicinò, in assoluto silenzio e, alle sue spalle, gli rispose "Grazie epr il bastardo ma.. onestamente un vvampiro non può essere brutto, è contro ogni regola e logica.." non disse altro.. voleva capire perchè Adam era così incazzato.

ADAM
Lui, al contrario del vampiro, non poteva lasciarsi il passato alla spalle perché, il passato, avrebbe rappresentato il suo futuro e Guen era ciò che voleva nella sua vita, se lei sarebbe mai stata capace di perdonarlo. Non sentì Ephram arrivare, come avrebbe potuto farlo del resto un comune fatato? Se lo ritrovò alle spalle prima ancora che avesse il tempo per voltarsi e urlare in quella direzione. Ma tacque, quando sentì la sua voce. “in base a quale regola e logica la bruttezza di una creatura può essere stabilita solo in base al suo aspetto esteriore?” Non stava addossando su Ephram tutte le colpe, era consapevole di averne anche lui ma, se il vampiro non lo avesse intralciato, adesso nessuno dei due l’avrebbe persa. Guen non avrebbe subito la delusione di sentirsi tradita dalle due persone di cui si fidava di più. Si voltò, con gli occhi iniettati di rabbia. Lo avrebbe preso a pungi se solo non avesse saputo in partenza che sarebbe stata una battaglia persa. Si limitò a guardarlo, con sguardo deciso. “lei dov’è?” Non aveva idea del fatto che la ragazza aveva parlato anche con Ephram e che era scappata. Lui sperava solo che Ephram potesse condurlo da lei.

EPHRAM
"Credo sulla base della mia logica e quindi.. è giusto quanto ho detto" stava diventando pure supponente adesso.. continuava a peggiorare -caratterialmente parlando- proprio perchè convinto che non ci fosse più nulla per cui valesse la pena *vivere*. Ed del resto si sa, le persone lasciate sole tendono a diventare scontrose ed arroganti. Ed Eprham stava proprio diventando questo. Osservò il ragazzo voltarsi verso di lui pieno di rabbia e si domandò tra se il motivo per cui un ex angelo poteva essere così poco.. pacifico.. Si ritrovò a pensare che forse, della cosa, in effetti ben poco gli importava.. o meglio, ben poco gli importava di Adam.
"Lei.. chi? Perdonami ma.. al momento nmon leggo ancora nel pensiero.. e mi risulta difficile capire di chi tu stia parlando.." mentiva? Forse.. Ma anche se sapeva che quel lei era riferito a Guen.. perchè avrebbe dovuto darsi da fare a dirgli qualcosa? E poi Eph.. non sapeva nulla..
Aspettò quindi la risposta di Adam prima di continuare a parlare.

ADAM
“Tu non hai logica, tu sei un folle.. Ephram. Lo sei sempre stato. Ma non ti è bastato incasinare la tua di vita, o quella di Anthea, hai voluto incasinare anche la mia e, peggio ancora, quella di Guen.” Si trattenne dall’afferrarlo per la maglia, ma non c’era bisogno di gesti fisici per intuire che era ostile nei suoi riguardi. La ruota della fortuna di Adam aveva iniziato a girare nel senso inverso. Prima la storia con Ginevra, poi la perdita della sua parte angelica. Il casino con Guen, sua sorella ferita a morte. No. Adesso era stufo ed era intenzionato a rimettere tutte le cose al proprio posto partendo dalla cosa che gli premeva più di tutte. “Sai benissimo di chi sto parlando. Della ragazza dalla quale mi hai voluto allontanare insinuando ancora più dubbi nei miei pensieri già confusi. Ho sbagliato a darti retta. Non avrei mai dovuto ascoltarti.. ho pensato che volessi il bene di tua nipote invece eri solo, geloso. Geloso che lei potesse condividere la sua fiducia con me. Sei uno stronzo, Ephram. E quel che è peggio è che non te ne accorgi.” L’avevano ferita, entrambi. Ma lui pensava di essere stato l’unico ad averlo fatto apertamente. L’aveva allontanata e, quel che supponeva era che Guen si fosse rifugiata tra le braccia di suo zio. “Dimmi dov’è, e ti prometto che mi assumerò io tutte le colpe..” Non era necessario che Guen sapesse che anche suo zio l’aveva ‘tradita’. Ma, purtroppo, lei lo sapeva già.

EPHRAM
"Io non ho incasinato la vita di nessuno.. non parlare di quello che non sai, sopratutto per quanto riguarda Anthea.. non sai un cazzo, quindi.. vedi di parlar d'altro" era serio, molto serio. Soprattutto quando si parlava di Anthea, Ephram si incavolava subito. Era una ferita aperta, che difficilmente si sarebbe chiusa.. lei lo aveva ferito nel modo peggiore che lui si potesse aspettare.. si sentiva abbandonato e lei, invece di dimostrargli l'opposto, se n'era andata chissà dove.. come Guen del resto. Le donne della sua vita lo avevano abbandonato e bè.. era certo che adesso le cose non sarebbero più ritornate come prima.
"Io non ti ho insinuato alcun dubbio Adam, hai fatto tutto da solo. Io ti ho dato un consiglio, consiglio che tu hai voluto seguire.. quindi non prendertela con me. Sei tu l'idiota senza spina dorsale che s'è lasciato convincere da un *estraneo*. Si vede che il tuo *amore* per Guen non era così forte dopo tutto. Io voglio il bene di Guen, è questo che ne tu ne lei capite.. tu non sei adatto a lei e lei non doveva affezionarti a te.." scosse la testa alle sue parole "Geloso? Di te? Ma non dire cazzate! Tu non sei adatto per lei, te lo ripeto.. non potresti mai renderla felice. Guardati! Sei un casino assurdo! Come puoi prenderti anche solo cura di una come Guen? Non potresti mai.. ed io ho fatto bene ad intrometttermi!"
Si voltò, dandogli le spalle. Non voleva dire altro e aveva tutta l'inenzione di andarsene. Dov'era Guen? Non lo sapeva.. ma di certo non lo avrebbe detto ad Adam.

ADAM
Lui Anthea l’aveva incontrata e sapeva più di quanto Ephram potesse aspettarsi. Ma non menzionò quell’incontro. Dopotutto quelle erano state confidenze tra amici. “Certo, io non devo parlare di quello che non so. Ma tu ti sei sentito autorizzato ad intrometterti in qualcosa che non ti riguarda” Dopotutto, se quella sera non avesse incontrato il vampiro dopo l’incontro con Castiel, lui avrebbe raccontato a Guen la verità, l’avrebbe coinvolta nella sua vita e sarebbe spettato a lei, a quel punto, scegliere. “Certo, io sono stato un’idiota a fidarmi di un estraneo che credevo volesse il bene di sua nipote. Dopotutto tu la conoscevi meglio di me e avresti dovuto sapere cosa avrebbe preferito Guen. Io ammetto le mie colpe. Ammetto di aver sbagliato ma non credere di aver giocato pulito, Ephram. Sei stato subdolo e non hai pensato al fatto che Guen avrebbe voluto scegliere da sola se incasinarsi o meno la vita con me. Spettava solo a lei. Ne a me, ne a te. Perché in amore, alle volte, bisogna saper lasciare l’altro libero. Libero di decidere.” Fece una lunga pausa, sospirando. “ Ma cosa ne sai tu di tutto questo? Tu, che ti lasci trasportare dall’istinto senza pensare che le tue azioni possono avere conseguenze devastanti per gli altri..” Indietreggiò di qualche passo quando il vampiro si voltò. Aveva intuito che Ephram non sapeva dove si trovava la drow vampira. Probabilmente lei si era rifugiata in un posto dove nessuno avrebbe potuto trovarla ma lui non si sarebbe di certo arreso. “Io la troverò, Ephram. E quando la troverò farò di tutto per farle capire che è lei che voglio al mio fianco. Che a te stia bene o no, non mi interessa. Mettiti da parte Ephram. Non è la tua battaglia questa”

EPHRAM
Ephram non sapeva del loro incontro ma, per come stava messo al momento, non era ilc aso che Adam glielo dicesse. "Mia nipote mi riguarda.. Guen è la mia famiglia.. quindi non fare paragoni assurdi, ok?" era Adam l'estraneo, non lui. Era Adam che si intrometteva nella sua famiglia, non Ephram. "Tu non sei nemmeno in grado di tornare ad essere quello che sei, come puoi anche solo pensare di conivolgere nei tuoi casini MIA nipote? Adam sei uno stupido.. e è stato davvero meglio così, fidati.." Si voltò quando sentì la parola amore, e lo guardò sgranando gli occhi "Amore! Vi conoscete da una settimana e parli di amore! Ma smettila Adam! La tua è solo un'infatuazione, come quella di Guen.. l'amore è ben altra cosa.." lo guardò fulminandolo a sentire quelle parole. SApeva che parlava di lui ed Anthea, non era stupido e la cosa lo irritava tanto "Le conseguenze devastanti di cui parli, si verificheranno se continuerai a fingere che non hai problemi.. e a voler a tutti i costi Guen nella tua vita.. io ho avvisato entrambi.." sia vvicinò quindi all'angelo, il suo volto era a pochi centimentri da quello di lui "Non ho alcuna battaglia da affrontare, ne con te, ne con lei.. non è la mia battaglia ma continuerò a proteggere Guen.. e se la farai soffrire mi metterò in mezzo, contaci"

ADAM
“Certo, è la tua famiglia. Ma è il caso che tu capisca che il fatto che la felicità di Guen riguardi te, non esclude che possa interessare anche a me.” Infondo, vederla sorride, era ciò che lui più di tutto il resto voleva. Scosse la testa, stavolta era Ephram che parlava senza essere a conoscenza dei fatti. “ Sai una cosa, Ephram? Sono giorni ormai che ho in mio possesso l’unica cosa che mancava per riprendermi la mia parte angelica. Potrei diventare angelo anche in questo momento stesso se lo volessi. Il problema è che non voglio e sai perché? Perché la cosa che mi interessa adesso è solo trovare lei. Spiegarle. Scusarmi e dirle che si, io mi sono innamorato..” Era vero, erano passate poche settimane da quando si conoscevano, ma Guen era diventata il centro dei suoi pensieri. Si dice che si capisce quanto una persona sia importante nell’esatto momento in cui si è persa. Era il caso di Adam. Lo guardò, sostenendo il suo sguardo per nulla intimidito. “Proteggerla. Non la proteggerai tenendola lontana da me, Ephram. Piuttosto, dovresti occuparti di te stesso e della tua vita adesso..” E questo era un consiglio che gli dava perché sapeva che, anche se Ephram faceva di tutto per nasconderlo, stava soffrendo per amore anche lui.

EPHRAM
Lo ascoltò in silenzio per un po' e poi, alla fine, scosse la testa "Se puoi davvero tornare in te e non lo fai, è solo per paura. Hai una fottuta paura che le mie parole siano vere, che tu una volta tornato in te scopra che non provi quell'amore che ora sbandieri ai quattro venti. Mi dispiace ma, se tu fossi un po' più furbo faresti ciò che devi per ritornare te stesso e solo dopo andresti a cercare Guen dichiarandole tutto il tuo amore. Ma no.. aspetta.. forse *dopo* non lo faresti.." lo guardò un'ultima volta con il disprezzo negli occhi "Come ho detto, non la meriti, non sei degno di lei. ed ho fatto bene a fare quello che ho fatto. Dici che io devo occuparmi della mia vita? e da quando sei il massimo esperto tu? Tu che nemmeno riesci a metterti in piedi.. che ti lasci convincere da chiunque.. Io non vado in giro ad urlare il nome di altri per sfogare la mia rabbia.. io non sono così coglione da aver paura della mia natura.. Io sono un *non morto* eppure scusami tanto ma.. sono molto più vivo di te.."
Fece un passo indietro e poi si voltò dandogli le spalle, era stanco di sentire certe lamentele da parte di uno che nemmeno aveva il coraggio di affrontare se stesso. "Sai, quando mi piangevo addosso proprio come fai tu ora, e davo la colpa agli altri delle mie sventure, facevo schifo. Ero patetico e nessuno voleva avere a che fare con me. E adesso capisco perchè! Sei una lagna Adam.. Non hai il coraggio di affrontare la tua vita, ma pensi solo a correre da lei per dirle quanto la ami.. Sei egoista.. e quello che stai facendo non è amore.. è puro egoismo. Tira fuori le palle, affronta i tuoi problemi e poi torna da lei.. Io è questo che ti ho detto e che ho detto anche a Guen. Non mi pento di essermi messo in mezzo, non mi pento di averti detto di lasciarla perdere. E te lo dirò finché avrò voce: L A S C I A L A P E R D E R E. tu non potrai mai farla felice. Non riesci nemmeno a far felice te stesso! guardati! Troppo preso ad aver paura!"
No, non lo sopportava. Gli sembrava di rivedere se stesso, quando cercava di fare contenti tutti, quando voleva essere quello che gli altri desideravano fosse.. e quando sbagliava, continuamente. Adesso era stufo. Adesso aveva deciso di fregarsene e vivere la sua vita. Ci sarebbero state conseguenze, ovvio.. ma lui stesso ne stava soffrendo delle azioni altrui.. Chi diceva di volergli bene, l'aveva abbandonato.. e lui era stanco di rincorrere chi, non desiderava altro che trovare un modo per scappare da lui.

ADAM
“Cosa pensi di sapere su quello che voglio io, Ephram? E’ vero, sono stato uno stupido a darti retta ma almeno io ho intenzione di rimediare. Ho intenzione di trovarla e di cercare insieme una soluzione. Sarei egoista se pensassi solo a me stesso in questo momento, se non ne parlassi con lei prima di ritrovare me stesso. Quando si è in due, bisogna esser disposti a condividere. Tu, invece, cosa stai facendo?” Lo guardò, quasi con disprezzo. Non gli piaceva giudicare il prossimo ma quello che vedeva davanti a se era solo un vampiro che, come lui, aveva smarrito se stesso. “Tu non stai vivendo. Sei morto dentro, Ephram e pensi di poter risolvere i problemi della tua vita sfuggendo da essi. Occupandoti della vita degli altri. Cercando di reprimere la tua rabbia, la tua solitudine mascherandola dietro questa bella facciata menefreghista. Io non sarò certo un esperto ma almeno una decisione l’ho presa. Io so cosa voglio e non è di certo quello che tu hai cercato di distruggere” Indietreggiò anche lui. Aveva deciso di perlustrare tutta l’isola, mare, monti, terra.. ogni caverna o buco in cui Guen si sarebbe potuta nascondere. Non avrebbe dato retta ad Ephram. Non stavolta. “Cosa c’è di sbagliato nella paura? Pensi che i forti non dovrebbero provarne?” Scosse la testa. Se non si fosse trovato in quella situazione tragica, gli sarebbe scappato un sorriso. Ma in quel momento l’unica cosa che provava per il vampiro era pietà, pietà per il modo in cui si era chiuso in se stesso. “Non c'è speranza senza paura né paura senza speranza.” E mentre si allontanava da lui, pensò che lui non avrebbe mai perso la speranza di ricongiungersi alla persona che, più di tutto il resto, voleva nella sua vita. Questo non era egoismo. Era amore.

Adam&Ephram
 
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Martedì Pomeriggio. Villaggio.


ADAM
<e' pomeriggio e il fatato http://i2.listal.com/image/1655527/600full...ll-giardina.jpg ha passato giorni interi nella foresta nella vana speranza di incontrare Guen e potersi spiegare con lei. Non è stato molto fortunato e, adesso, sta vagando per il villaggio per tentare la sua ultima possibilità di trovare la drow vampira lì. Nonostante i mille problemi con la sua natura, i suoi pensieri sono costantemente fissi sul modo imbarazzante in cui si è comportato, cercando di allontanare Guen per proteggerla. Non ha pensiero che non sia rivolto a lei e, proprio mentre cammina per una via solitaria del villaggio, gli sembra di scorgere una creatura che si sta allontanando da lui coperta da un mantello> Guen! <ma non è lei, ne è certo quando costei si volta guardandolo in malo modo> Scusatemi, vi avevo scambiata per.. <sospira, incapace di proseguire. Si appoggia a una parete per passandosi la mano tra i capelli. Sembra dimagrito e stanco. Probabilmente non dorme da un bel po’. Non ha affatto un bell’aspetto e avverte come la sensazione che anche la ricerca di oggi, non porterà a nulla di buono. Anzi.>

CALEN
<questo pomeriggio il fatato non incontrerò la sua bella mi sa..lui sta passando i suoi giorni a prendersi cura di Eve e la cosa non gli dispiace, ma esce davvero poco dalla stanza nella locanda al villaggio dove ha portato la ragazza, cercare Adam era decisamente tra le sue priorità anche se non ci ha mai provato davvero preso com'è ad occuparsi si lei..era in giro, infatti, per procurarsi delle nuove bende, la ferita sulla schiena di Eve migliora, ma ancora non è certo guarita..> Adam! <appena vede l'angelo sorride appena, è felice di averlo incontrato, forse nemmeno Calen ha un bell'aspetto, non sono stati giorni facili, anche se da quando Eve si è svegliata sta decisamente meglio..gli si avvicina, ma non sa bene cosa dirgli, sa che non si ricorda della sorella, quando gli è abbastanza vicino da non esser costretto ad urlare continua a parlare> ti stavo cercando..ho bisogno di parlarti, è importante..<spera veramente che si ricordi di chi sia lui..altrimenti sarà una cosa lunga..>

ADAM
<purtroppo Adam non ha ancora recuperato i suoi ricordi su Eve nonostante sia al corrente di avere una sorella. Nel suo ultimo incontro con la ragazza hanno avuto modo di parlare del loro legame e, fortunatamente, gli ha anche parlato del suo amore per Calen. Per questo, quando di sente chiamare e volta la testa nella direzione dell’elfo, lo riconosce all’istante anche se non accenna a spostarsi dal muro su cui è poggiato con la schiena. Calen, ciao.. <non è un saluto carico di entusiasmo. Non riesce a sorridergli e nemmeno si preoccupa di nascondere il suo malessere, tanto è convinto di non riuscire neppure a sembrare sereno. Alle parole successive del cognato, segue un’espressione allarmata. Non vede Eve da parecchio tempo, preso dai suoi di problemi non so è nemmeno prodigato a cercarla. Si rende subito conto, però, che la “questione importante” di cui deve parlargli Calen, riguardi proprio l’angioletta> Non è un buon momento per me, Calen. Ma suppongo che si tratti di.. <fa una pausa, aggrottando la fronte. Ancora gli fa strano pensare che ha una sorella> ..Eve. Quindi ti ascolto. Cosa è successo? A giudicare dalla tua espressione non mi sembra nulla di buono..

CALEN
<a lui sembra già un buon risultato che Adam non abbia bisogno di una rinfrescata di memoria su chi sia l'elfo che si trova di fronte..però aggrotta la fronte alla prima frase del ragazzo> mi dispiace se non è un buon momento per te..<in verità non gli dispiace poi molto, anzi, si è quasi offeso..insomma, non gli piace che lo tratti come un qualcosa che lo distoglie da i suoi pensieri> ma io credo che tu dovresti ascoltarmi, perchè sì..si tratta di Eve..ed il fatto che tu non ti ricordi niente di lei non significa che non sia tua sorella e lei, adesso, ha bisogno di te..<lo dice tutto serio, guardandolo negli occhi, è importante che Adam ascolti..> è stata ferita, qualche giorno fa..ha rischiato di morire, ma adesso sta bene..mi sono preso cura di lei notte e giorno, la ferita non è ancora guarita, ma sta migliorando..forse le mie parole non ti toccano, ma lei ha bisogno di suo fratello..ed era giusto che tu sapessi cosa è successo..

ADAM
<nonostante Calen gli sia di fronte e nonostante abbia notato il tono infastidito con cui gli ha risposto, non sembra che le sue parole lo stiano distogliendo dai suoi pensieri. Infatti nemmeno gli risponde inizialmente perché l’ultima cosa di cui ha bisogno è litigare con lui. Ma, seppur i suoi ricordi su Eve non sono presenti nella sua mente, quando Calen va avanti e gli dice che è ferita, beh.. lo guarda con la fronte aggrottata e una certa preoccupazione negli occhi. Sembra perfino arrabbiato> Che cosa hai detto? <stenta a credere al fatto che Eve sia stata in pericolo di morte. L’angioletta gli aveva parlato anche della sua visione sulla freccia ma non può ricordarselo, perché è accaduto prima che lui si dimenticasse si lei. Si stacca dalla parete e, preso dalla rabbia e dalla frustrazione, afferra Calen per il bordo della camicia, o quel che ha addosso, guardandolo negli occhi> Lei adesso dov’è? <non sa se vuole ascoltare altro. Piuttosto vorrebbe potersi accertare di persona sulle condizioni della ragazza> Perché me lo stai dicendo solo adesso? <perdonalo Calen e cerca di capirlo se puoi. Non sta molto bene ultimamente e questo è l’ennesimo problema che si aggiunge alla già lunga lista di guai nella sua vita. Al di la di tutto, un legame con Eve lo avverte in quanto, sono fatti della stessa pasta. Sono gemelli. Sapere che lei è ferita gli fa davvero male>

CALEN
<ad Adam gli va bene che Calen è un elfo abbastanza equilibrato, o meglio..diciamo che ha decisamente pazienza..quando il fatato lo afferra per la camicia non si scompone nemmeno più di tanto ed è troppo sicuro di sè perchè la cosa gli faccia davvero effetto> Adam..ti ho detto che adesso sta bene..<lo ripete, magari questa volta lo ascolta> è stata ferita da una freccia..da una delle mie frecce in effetti..<calen ha anche ricominciato a girare con il suo arco e ce l'ha con sè anche adesso> ma non sono stato io a farle del male..te lo sto dicendo solo adesso perchè non potevo lasciarla da sola, ha ripreso conoscenza pochi giorni fa..per quattro giorni è stata quasi come morta..è nella locanda, al villaggio..non potevo portarla in altri posti..<ad Eve Pog fa male e lui a PoE non ci mette piede..> posso capire quanto la notizia possa farti stare in pensiero, anche io ho un fratello, perderei la testa se qualcuno gli facesse del male..<lui non sa del morso di Catherine all'elfino, era con Eve quando è successo..poi il piccola sarto è partito per l'inferno ed ancora non si sono rivisti..> ma so prendermi cura di lei..non permetterei mai che le succedesse qualcosa di male..<si sente tanto in colpa per quello che è successo ad Eve, ma non c'era assolutamente niente che lui potesse fare per evitarlo..>

ADAM
<purtroppo Adam non è propriamente in se. In questi giorni è stato messo a dura prova ed è giunto al limite della sopportazione con la notizia su Eve. Non è colpa degli effetti di PoG, in quanto da fatato appartiene a quel posto. Ma, sempre da fatato, non ha la pazienza che avrebbe mostrato di avere da angelo> Voglio che mi porti da lei. Adesso. <sembra che ancora non abbia capito che la sorella è fuori pericolo. Ma si rende conto che non ha alcun senso sfogare tutta la sua rabbia sul povero Calen. Dopotutto è la sua donna quella che è stata ferita. Lo lascia, abbassando appena lo sguardo> Mi dispiace, Calen. Sto esagerando. Sono certo che non è stato facile per te vederla.. <quasi morta. Sospira, portandosi una mano tra i capelli. Un ragazzo disperato. Ascolta tutta la storia e, solo alla fine, torna a guardarlo negli occhi> Non c’era bisogno che specificassi, lo so che non sei stato tu. Ma allora chi? Chi le ha fatto questo? <non sa nulla della vita di sua sorella. Non conosce nemmeno la sua spiccata attitudine a cacciarsi nei guai> allora, se capisci, potresti portarmi da lei alla locanda. Avrei voglia di vederla.. <questa volta il tono è molto più pacato. Non lo dice con rabbia, tutt’altro. Adesso è triste. Estremamente triste perché nella sua vita non fa bene proprio niente>

CALEN
posso portarti da lei anche adesso se vuoi..sono sicuro che sarebbe felice di vederti..<quando Adam finalmente lo lascia accenna ad un sorriso, in fondo è felice della reazione di Adam, dimostra che anche se il ragazzo non si ricorda di Eve tiene comunque a lei..> non può ancora alzarsi, ma sta recuperando velocemente.. <fa un piccolo sospiro poi scuotendo la testa> non è stato facile, ma sapevamo che sarebbe successo..ti dirò che adesso che è tutto finito mi sento molto più leggero..mi dispiace solo di non essere riuscito ad evitarlo..<poi si fa appena pensieroso, non sa se sia il caso di dire ad Adam il nome di chi ha ferito sua sorella> è stata Maya, vive a PoE ed è un angelo della morte..non so perchè lo abbia fatto, alla mia mente sfugge il motivo gran parte di quello che fa chi vive dall'altra parte del fiume, ma voglio andare a cercarla appena Eve starà meglio, devo almeno provare a capire cosa l'ha spinta a ferirla..e soprattutto perchè l'ha ferita con una delle mie frecce..<erano mesi che Maya aveva una freccia di Calen e che lui gliela richiedeva indietro..la ragazza gliel'ha ridata a modo suo diciamo..si stringe nelle spalle, è un po' rassegnato perchè proprio non riesce a capire..> vuoi andare da lei adesso? andiamo allora..<fa un passo indietro ed indica la strada con un gesto della testa, se Adam vuole andare dalla sorella lui ce lo accompagna anche subito..>

ADAM
<annuisce, anche lui vuole vederla e starle accanto anche se il più lo ha fatto Calen e infondo è giusto così> Farebbe piacere anche a me. Sai.. è strano non ricordare di avere una sorella ma certi legami sono più forti della memoria. Io, voglio starle vicino per quello che posso.. <dopotutto, pur vivendo a PoE, è sempre un fatato dall’animo buono. Si stacca dalla parete alla quale era appoggiato e posa una mano sulla spalla di Calen> Certe cose non possono essere evitate, purtroppo. L’importante è che grazie a te lei si sta riprendendo. Non oso nemmeno immaginare se non avesse avuto te al suo fianco. Io, in questo stato, servo davvero a poco.. <sospira anche lui, abbassando la testa. Ma, quando sente il nome di chi ha ferito Eve, solleva la testa e guarda l’elfo con gli occhi sgranati> Maya? <no, questa proprio non se l’aspettava> Sei.. sei sicuro che sia stata lei? Io.. <sta pensando che può anche essere colpa sua se Eve è stata colpita, dato che l’ultima volta in cui ha visto l’angelo della morte hanno litigato> .. io la conosco. E l’ultima volta in cui l’ho vista non è andata molto bene, spero che non l’abbia fatto per colpire me.. anche se qualunque sia il motivo, non avrebbe dovuto farlo. Ah.. maledizione a lei! <stringe il pungo e poi annuisce> si, vorrei vederla subito, Calen. Ho già fatto passare molto tempo e credo che in questi casi, si ha bisogno del proprio fratello.

CALEN
è quello che le ho detto anche io quando mi ha raccontato che tu non ti ricordi più di lei..è impossibile dimenticarsi davvero di avere un fratello.. <soprattutto quando si tratta del proprio gemello..poi scuote la testa guardandolo negli occhi> io credo che sia inutile pensare a quello che sarebbe potuto succedere..preoccuparsi per un qualcosa che non è davvero avvenuto porta solo problemi inutili..<poi annuisce, è sicuro che sia stata Maya, perchè gliel'ha detto Eve chiaramente..e poi perchè quella conficcata nella schiena della ragazza era la sua freccia e lui le sue frecce le riconoscere tra milioni..> sono sicuro che sia stata lei..è stata Eve a dirmelo...anche io conosco Maya e, qualsiasi sia stato il motivo per cui l'ha ferita ho bisogno di parlarle..è stata lei, ne sono sicuro, la freccia che ha ferito Eve era una delle mie..<si fa un po' pensieroso mentre si avvia verso la locanda del villaggio> per quale motivo tu e Maya avevate discusso? credi davvero che il motivo fosse tale da spingerla a colpire tua sorella per arrivare a te? sai..a volte mi capita di pensare che forse un motivo vero non ci sia..a volte penso che sia successo e basta..o meglio, io non credo nel caso Adam..<insomma, è un elfo e lui crede che qualsiasi cosa succeda per un motivo, ma magari un motivo che nessuno può comprendere nell'immediato..> ma forse nemmeno Maya saprebbe spiegare il perchè di quello che ha fatto..<sta dando fiato ai suoi pensieri, è chiaro che non si aspetta una risposta vera da Adam..>

ADAM
Già. Lo credo anche io. <quando un legame è così forte, è impossibile spezzarlo. Sospira ripensando anche a Guen e poi ascolta Calen seguendolo verso la locanda> Si è vero, inutile ragionare in termini di se e ma. L’importante è che Eve sia viva. <annuisce, continuando a camminare> Abbiamo discusso perché io ho conosciuto la parte più intima di Maya, quella che cerca di tenere nascosta, sepolta nel profondo di se stessa. Vedi, esiste un legame speciale tra tutti gli angeli e anche se io al momento non lo sono, sento di doverla aiutare. <scuote la testa. Ha promesso alla Maya umana che non l’avrebbe mai evitata ma adesso, non lo sa più cosa farebbe se dovesse incontrarla. Adesso che sa cosa ha fatto a sua sorella> E’ strano, però. Gli angeli della morte seguono una rotta ben precisa quando devono mietere le proprie vittime. E soprattutto non sbagliano mai. Quindi escluderei che Maya lo abbia fatto perché Eve era sulla sua lista. Ci deve essere dell’altro.. <si passa una mano sulla fronte, sta cercando di pensare lucidamente come avrebbe fatto se fosse stato completamente se stesso> .. e non capisco nemmeno il motivo per cui abbia usato la tua freccia. Pensava forse che qualcuno avrebbe potuto dubitare del fatto che potessi essere stato tu? <lo guarda, scuotendo poi la testa> E’ ignobile..

CALEN
<lui Maya l'ha vista piangere..ma ha promesso che non ne avrebbe mai fatto parola con nessuno e Calen non infrangerebbe mai una promessa..> forse non lo sai..ma ho chiesto a tua sorella di sposarmi dopo che mi aveva raccontato della visione che aveva avuto.. o meglio..volevo sposarla quella sera..è stata una cosa che ho fatto di getto, senza pensare..una cosa che non è da me..non sono solito agire senza pensare a quello che faccio..ma avevo davvero paura che dopo non ci fosse più il tempo per farlo..<ha avuto paura di non fare in tempo, era come se non solo Eve avesse i giorni contati, ma in qualche modo anche lui> lei non ha accettato, è sicuramente stata più lucida di me nonostante fosse lei quella che rischiava la vita..io non so perchè Maya lo ha fatto, so solo che mi ha quasi portato via la donna che amo..e che devo almeno sapere se c'è un perchè..<continua a camminare e per qualche secondo se ne rimane in silenzio perso nei suoi pensieri> non credo che volesse far ricadere la colpa su di me..perchè mai avrei dovuto voler fare del male ad Eve? e se davvero avessi voluto ucciderla non avrei mai sbagliato mira..il mio arco non sbaglia mai..ha usato una mia freccia perchè la persi il primo giorno in cui io e Maya ci siamo conosciuti..forse per lei è stato solo un modo divertente per farmela riavere..

ADAM
<anche Adam l’ha vista piangere e per lo stesso motivo di Calen, non ne fa parola. Ma si intuisce che ha conosciuto una Maya che pochi hanno conosciuto. Ascolta il racconto di Calen sulla sua dichiarazione d’amore e non può evitare di pensare ancora una volta a Guen. Lui, al contrario dell’elfo, ha sbagliato tutto. Sospira> Capisco, lo hai fatto per amore. E’ come se a livello viscerale tu sentissi che Eve non sarebbe.. <morta, ma è indelicato dirlo> .. insomma sentivi che in ogni caso non l’avresti persa. E’ stato un gesto molto bello il tuo e credo che, in un’altra circostanza, Eve avrebbe accettato. Deve amarti molto, Calen. Ed è chiaro che si tratta di un amore perfettamente ricambiato. <continua a camminare affianco all’elfo, perdendosi anche lui nel silenzio. Non capisce il motivo per cui Maya ha attaccato Eve. Davvero non ci arriva e concorda con Calen che è il caso di scoprirlo> Sono d’accordo. E’ giusto che tu l’affronti solo, fai attenzione. Sono certo che tu abbia i tuoi mezzi per difenderti ma è sempre un angelo della morta. E’ una ragazza che ha represso anche l’ultima delle emozioni umane. Non correre rischi inutili proprio adesso che Eve è fuori pericolo. <gli appoggia una mano sulla spalla, scuotendo la testa> Se lo ha fatto solo per divertimento allora è ancora più ignobile. Sai, io credo che le ragioni siano da ricercare dall’assenza di amore nella sua vita. Maya è una ragazza molto sola e probabilmente la sua era solo gelosia. Gelosia per quello che tu ed Eve siete stati capaci di provare l’un per l’altra.

CALEN
<scuote la testa..lui davvero non sa spiegarsi cosa l'ha spinto quella sera, ma è certo di averlo fatto perchè è sicuro di amare Eve..> Non lo so..io ho avuto davvero paura di perderla, forse è proprio per quello che l'ho fatto, volevo che diventasse mia moglie e basta..<scaccia l'aria con la mano, fare certi discorsi un po' lo imbarazza, non che si vergogni di quello che prova, è più una questione di carattere..> io non voglio affrontare Maya con chissà quali intenzioni di vendetta..è solo una ragazza..e non credo nemmeno che sia vero che abbia represso ogni emozione umana, sono sicuro che c'è molto di più sotto quella scorza dura che si porta in giro..nessuno è refrattario ai sentimenti..<calen è anche figlio di sua madre..e non riesce a pensare davvero che possa esistere qualcuno indenne ai sentimenti> e so como difendermi se sarà necessario..non ho nessuna intenzione di farmi ammazzare Adam, stai tranquillo..non voglio certo morire proprio adesso che almeno si prospetta un po' di serenità..e probabile che sia invidia..non lo so..<se non si fosse capito è piuttosto dubbioso sul motivo che abbia spinto Maya a ferire Eve> ma l'invidia per quello che proviamo io ed Eve l'uno per l'altra non è altro che la prova di quanto Maya sia più simile ad una ragazza che ad un freddo angelo della morte..

ADAM
<scuote la testa, non perché non è d’accordo con ciò che ha detto Calen, anzi. Sta solo facendo le sue riflessioni> E’ strano, no? Che ci si accorga quanto una persona è importante quando si crede di averla persa.. <sospira. Lui l’ha provato sulla sua pelle adesso che non riesce più a trovare Guen. Ma lascia perdere questo discorso> si, c’è molto di più sotto quella corazza Calen, ma non credo sia così disposta a far venire fuori le sue emozioni reali. Gli angeli, della morte e non, sono molto bravi nel reprimere i propri sentimenti. Te lo dico per esperienza personale.. <lui,per prima, è stato spietato> voglio solo sperare che return la cambi, proprio come ha cambiato me.. perché non può essere sempre così fortunata nell’incontrare gente come te o me, che non provi sentimenti di vendetta. <continua a camminare, guardandosi attorno alla ricerca della locanda nella quale si trova Eve. E’ impaziente di vederla e di starle vicino come un fratello fa con la propria sorella> Lo spero anche io. Per voi, che abbiate un po’ di serenità, e per Maya.. che trovi la sua vera personalità.

CALEN
<lui non legge nel pensiero e non ha nemmeno nessun potere che gli consenta di comprendere le emozioni altrui e non può capire quella che passa per la testa di Adam..arrivati di fronte alla porta della locanda si ferma ed accenna ad un sorriso> l'importante è non accorgersene troppo tardi..<poi scuote la testa prima di stringersi nelle spalle> Adam io non ho nessuna intenzione o interesse nel fatto che Maya faccia uscire le sue vere emozioni..erano solo considerazioni basate su quello che ho visto da quando la conosco..può fare quello che vuole della sua vita, ma credo di doverle chiedere delle spiegazioni dato che ha quasi rovinato la mia..<insomma, lui non è sua madre che fa della scoperta delle emozioni per tutti una crociata ed una missione di vita..> siamo arrivati..<poggia una mano sulla maniglia della porta della locanda e torna a sorridere> adesso andiamo da tua sorella, vedrai che sarà felice di vederti..
 
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view post Posted on 5/4/2012, 21:49
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Questa mattina, in spiaggia.

<_Vic_> <e’ mattina presto e dopo la meravigliosa serata di ieri, il lupo si trova in condizioni pietose in spiaggia. Durante la notte è riuscito a trascinarsi al limitare della foresta e ad appoggiarsi al tronco di un albero. E’ rimasto in quella stessa posizione per tutto questo tempo e al momento sembra che sia privo di sensi. Purtroppo Victor non è abituato a sopportare il dolore per tutto questo tempo, avendo sempre avuto il fattore rigenerante dalla sua, e di conseguenza tutte le spine che ha conficcate nella carne fanno un male che non riesce a sopportare. Quindi nulla, è lì che sembra morto se non fosse che il petto si muove su e giù debolmente>

<elle> <una raggazzina questa mattina invece si è svegliata presto per ragioni che a noi sono sconosciute, probabilmente perchè suo padre le ha fatto capire che non occorre stressarlo così tanto che non ha intenzione di impiccarsi da un giorno all'altro. Comunque sia si trova anche lei in spiaggia, sta passeggiando tenendo il fidato Brownie per le briglie. Dev'essere smontata da cavallo da poco per godersi la sabbia fresca sotto i piedi, dato che nell'altra mano tiene le scarpine. Il fatto è che avendo i piedi nudi pesta tutto quello che ci può stare sulla sabbia, sangue compreso. Infatti è proprio buttando l'occhio su un piedino he si accorge che quel rosso non è molto naturale. Si guarda attorno, notanto una scia lasciata da qualcuno che sembra essersi trascinato> Ma cosa.. <tira le briglie di Brownie seguendo la scia finchè, da lontano, non individua la sagoma di Victor> Ti pareva.. <il bello è che si avvicina con calma, molta calma -_->

<_Vic_> <sangue che, tra l’altro, continua a sgorgare da tutto il suo corpo dato che le spine sono ancora tutte conficcate nella sua carne. Tiene gli occhi chiusi, se non avesse avuto quella corporatura mastodontica probabilmente sarebbe già morto per il dolore, ma lui no. Lui è vivo nonostante non è messo affatto bene. Lentamente, però, pare che si stia riprendendo dal lungo sonno. Gli pare di avvertire un odore conosciuto che si avvicina, non sente ancora il dolore lancinante ma non appena Elle si è fatta più vicina, inclina la testa di lato, sempre tenendo gli occhi chiusi> Layla.. <è in stato di shock e ha scambiato i loro odori. Ciò lascerà intuire alla ragazza che, questa volta, è messo molto peggio di tutte le altre volte in cui l’ha trovato coperto di sangue>

<elle> <in realtà questo fa pensare a Elle che Victor sia un gran pezzo di st..upido, perchè pensa solo a Layla, ovviamente, tanto che si ferma a un metro da lui guardandolo torva mentre esamina le condizioni del lupo, ho come idea che le piacerebbe da matti infilare tutte quelle spine ancora più in profondità> No, ti è andata male.. <ah, il sarcasmo. Sbuffa, lasciando perdere il cavallo e avvicinandosi al lupo. Poggia una mano sul viso di Vic, alzandogli il mento e aprendogli un occhio con l'altra> Mi vedi? Riesci a tirarti su almeno fino al cavallo? Pesi troppo per me..

<_Vic_> <più che altro, contribuisce ad aumentare i dubbi che Elle ha già sul fatto che Victor voglia sua madre. quando non è così. Tuttavia quando lei parla si accorge di aver sbagliato a valutare la provenienza di quell’odore e, nel sentire la risposta di lei, sembra quasi sollevato. Tant’è che solleva un angolo delle labbra> Elle, sei tu.. <cerca di aprire entrambi gli occhi, dopo che lei gli ha sollevato la palpebra. Vorrebbe poterle evitare quello scempio, soprattutto visto che è stato a ridurlo così, ma proprio non ce la farebbe ad arrivare in un posto sicuro da solo> Si ce la faccio.. <in realtà non è proprio vero. Ha perso del sangue che non si è rigenerato e le spine contribuiscono a fargli perdere quel poco di forze che gli sono rimaste. Ma è Victor, non ammetterà MAI di essere in difficoltà. Cerca di piegare le gambe e appoggiando una mano, anch’essa insanguinata, al tronco, tenta di mettersi su>

<ellina> No, la fata turchina.. <ok, è vero che Elle è sempre un sacco sarcastica, specialmente con lui, ma in questo caso, se il lupo fosse un po' più lucido sentirebbe anche qualcosa di più nella voce della ragazzina, come rabbia, o forse addirittura odio> Bene, perchè io non riuscirei a sollevarti.. <no, infatti il massimo che fa è reggerlo per un braccio, sostenendolo come può, mentre con l'altra mano fa avvicinare il cavallo il tanto che basta perchè Victor ci si possa appoggiare contro almeno, per aiutarsi a montarci in groppa> Chi hai fatto incazzare per ridurti così da schifo? <lo intuisce, forse, dato che ha saputo di Gael, ma è bravissima a fingere di non sapere assolutamente niente>

<_Vic_> <a Victor garba questo sarcasmo, perché al momento riesce a leggere solo quello nel suo tono di voce> La fata turchina ha i capelli azzurri.. <non si creda che ha detto questa frase tutta d’un fiato. Tutt’altro. Ci ha impiegato diverso tempo per pronunciare l’ultima parola. Sta cercando di raccogliere le sue forze per non dover appoggiarsi completamente ad Elle con il rischio di schiacciarla. E ce la fa, arrivando vicino a Brownie sul quale si carica non nella classica posa a gambe aperte sul dorso della bestia, ma messo a pancia in giù sulla sella> Un fioraio.. <riesce anche a scherzare :o ma no, via. Di certo non le dice che è stato Sorat. Sicuramente per Elle saperlo a return non deve essere una bella notizia. E non deve essere bello nemmeno sapere che lui stesso ha riportato Gael da Layla ma figuriamoci se il quello stato riesce a leggergli il pensiero>

<ellina> E il lupo cattivo mangia le bambine.. <e con questo? Niente, deve fare la simpatica, tanto a fargli notare che al momento il lupo cattivo è quello nella situazione critica. Simpatica, vero? Come caratteraccio direi che ha preso da entrambi i nonni, sia Harlan che Evren. Aspetta che da solo riesca ad aggrapparsi a Brownie, di nuovo aiutandolo come può, ovvero poggiando le mani del lupo attorno al pomello della sella, così almeno ha qualcosa a cui aggrapparsi> Un fioraio? Sei anche meno simpatico del solito oggi.. <scuote la testolina bianca, toccando il collo al suo cavallo come a scusarsi del lavoro sporco che gli sta facendo fare, poi si avvia tenendo Brownie per le redini, dove sta andando non è ancora chiaro, ma si sta inoltrando nella foresta> Ti porto a casa, fattela andare bene.. <ecco dove stanno andando>

<_Vic_> Bambine? Quali bambine? <si ricorda della loro ultima conversazione, prima che scoprisse cosa Layla prova per lui. Sa che non vuole essere definita una bambina e, dato che senza l’aiuto di Elle forse sarebbe rimasto chissà quanto su quella spiaggia, cerca di ingraziarsela. Sapesse..> Non ho mai detto di essere simpatico.. <no, infatti, non è una caratteristica che gli appartiene. Una volta in sella, dunque, lascia che sia Elle a portare le redini della situazione. Strano si affidi a qualcuno ma in questo caso non ha molta scelta. O fa così o niente. Dopotutto è un tipo pragmatico lui> A casa tua? <no. Questa non gli sta bene. Suppone che a casa ci sia Ethan e lui, sinceramente parlando, non ha proprio intenzione di vederlo. Non adesso che le cose non sono ancora chiare. Gita la testa per guardarla mentre lei avanza nella foresta. In quella posizione le spine che ha sull’addome si conficcano completamente nella carne e deve soffocare un gemito di dolore prima di parlare> Trova un altro posto e.. <fa una pausa, per riprendere fiato> .. evita le buche. Il fioraio ha fatto un bel lavoro con le sue spine..

<ellina> <alza gl'occhieti al cielo, facendo apposta di beccare una buca nel terreno e facendoci passare Brownie, ma ovviamente non è colpa sua se il terreno della foresta è accidentato.. Vero? *_*> Non guadagnerai punti così.. <perchè debba guadagnarseli non si sa, probabilmente perchè ne ha persi un sacco dato che nella sua testolina perfida il lupo ci ha provato con sua madre, forse per questo lo ha detto. Ma sicuramente in questo momento non si capiranno mai, quindi tutto quello che dice Elle sembra solo molto sarcastico e ironico> Per fortuna, perchè sarebbe stata solo una grossa bugia.. <l'essere simpatico, si lascia anche andare a un sorrisino mentre si volta per guardare il lupo, ritornando poi a prendere i vari sentieri che portano al delimitare del villaggio> No, Vic.. è il posto migliore dove portarti, è il più sicuro e il più vicino e, soprattutto, non c'è nessuno.. <a lei interessa che non ci sia Layla nei dintorni e la è sicuro che la demone non ci metterebbe piede nemmeno a morire, anzi, ha notato con piacere che Layla ha svuotato la villetta di tutte le sue cose. Che Ethan ci metta naso, non c'è pericolo> Quindi, ora taci e lasciami fare o ti faccio rotolare giù da Brownie e ti lascio qui.. <ma, un bel caratterino, non c'è che dire>

<_Vic_> <quando sobbalza, per via della buca sulla quale *accidentalmente* passa Brownie, stringe i denti> Maledizione, Elle. Fai attenzione. O il tuo cavallo sembrerà un tappeto di sangue! <chissà, almeno della pulizia della bestia gli importa di più della sua devastante situazione di salute fisica. Ritorna a far ciondolare la testa sul fianco del cavallo, mentre la camminata verso la casa prosegue. Lui sa che Layla ed Ethan si sono mollati, quindi è certo che almeno non corre pericolo di incontrare la demone. Ma Ethan? Quello sarebbe un grosso problema perché, nonostante lui non abbia colpe, sicuramente sarebbe una situazione imbarazzante. Spera solo che Ethan non sia al corrente della sbandata di Layla> Non voglio guadagnare punti. Non mi servono.. <forse solo qualcuno di sutura> .. e in ogni caso non capisco nemmeno perché avrei dovuto perderne. Non sto facendo alcuna gara. <no, nella tua testa. Ma forse in quella della bianchina si. Stringe entrambe le mani sul bordo della sella e alla fine annuisce> Fai come vuoi. Ma avrebbero dovuto dirti che non è una mossa coraggiosa minacciare chi non è in grado di difendersi.. <adesso fa la vittima? No, sta solo cercando di non pensare alla spina che ha conficcata nel petto e che, arrivata quasi allo sterno di adamantio, gli da un dolore allucinante. Tanto che si ritrova ancora una volta a serrare le labbra>

<ellina> Il cavallo si pulisce.. <dice solo quello, guardando il povero Brownie che sopporta in silenzio. Ah, se gl'animali potessero parlare quante ne avrebbero da dire. Intanto a forza di camminare arrivano nei pressi della villetta http://data.whicdn.com/images/15756657/tum...1_500_large.jpg che a differenza di questa è colorata di azzurro con le imposte bianche, come Layla ed Elle desideravano. Probabilmente a Victor fregherà ben poco di come sia la casa esternamente, gli basterà essere in salvo. Si morde la lingua prima di accennare al fatto che secondo lei una gara la sta facendo, proprio contro suo padre per prendere il cuore di Layla, ma fa prima a cambiare discorso, indicandogli la casetta> Siamo arrivati, ora.. Smonta lentamente da Brownie perchè non voglio prenda paura <ovviamente, teme per il cavallo mica che lui si faccia male!> E.. Bè aggrappati a me.. <perchè il cavallo si ferma fuori dalla staccionata, per entrare fino dentro c'è bisogno di qualcuno che sorregga Vic> E chi sarebbe quello non in grado di difendersi, Victor? Il tempo di levarti quelle spine poi potrai tornare a fare.. Il grosso.. <la smorfia la vede e in cuor suo è anche dispiaciuta che lui soffra, ma al momento nella sua testa viene prima tenerlo lontano da Layla>

<_Vic_> <non dice più nulla per tutta la durata del tragitto. Per come è messo ha sprecato anche fin troppo fiato per parlare e, attualmente, non può permettersi di sprecare le sue forze dato che Sorat è stato chiaro. Le sue ferite si sarebbero rimarginate da sole e, solo allora, sarebbe tornato in possesso del suo fattore rigenerante. Si tiene stretto con le mani alla sella di Brownie che poveretto, avrà bisogno di una doppia razione di fieno dopo la fatica alla quale è stato sottoposto. Solleva appena la testa solo quando Elle afferma che sono giunti a destinazione. I colori dell’abitazione, invece, lo fanno sorridere perché si capisce perfettamente a cosa sono abbinati. Infatti si volta anche a guardare Elle accennando un sorriso sghembo prima di scendere dal groppo della bestia, stringendo ancora una volta le labbra> Ce la faccio da solo. <si, certamente. Fino alla staccionata è vero che ci arriva senza il supporto di Elle. Ma da questa alla porta ha sicuramente bisogno del suo aiuto, infatti si appoggia alla sua spalla con l’avambraccio, sperando che lei non si catapulti> Le ferite guariranno da sole. Non ho i miei poteri.. ci vorrà più di qualche ora questa volta. Intanto sbrighiamoci prima che anche le gambe mi abbandonino definitivamente.

<ellina> <lei che non è telepatica non può sapere a cosa si riferisca quel sorriso, quindi risponde al lupo con una smorfia dubbiosa. Tiene sempre Brownie per le redini intanto che Vic smonta, per tenere il cavallo fermo ed evitare che uno dei due si faccia male> Come vuoi.. <infatti si scosta il tanto che basta a non tenerlo su ma, volendo, il tanto che basta anche per farsi riacchiappare subito se dovesse servire una mano a Victor e, infatti, subito si rimette sotto di lui per sostenerlo, passandogli un braccio attorno alla vita.. O quel che riesce della vita del lupo dato che è il doppio di lei> Dio.. Quanto pesi Victor! <lo sottolinea con una vena di ilarità pure mentre si fa avanti fino a portarlo alla porta> Bè qui puoi starci quanto vuoi, è disabitata.. <ora si legge anche tanto dolore> Ma almeno così la usiamo per qualcosa.. <infondo, le dispiace vedere tanto lavoro di suo padre sprecato, quindi almeno, appunto, in qualche modo la vuole usare> Aspetta.. <sta cercando le chiavi nella tasca dei jeans, fortuna che le porta sempre con sè. Apre la porta, lasciandola spalancata per ora, preoccupandosi di tirare dentro solo il lupo>

<_Vic_> <avrebbe volentieri evitato di appoggiarsi a lei. E’ un lupo è come tale ha un certo orgoglio ed è già stato messo a dura prova anche ieri con Sorat, anche se non si è sottomesso a lui neppure per un secondo. Comunque fa quel che può che non sovrastarla completamente con i suoi chissà quanti chili e alla sua battuta, ride ancora una volta per nascondere il dolore che in realtà sta provando nel compiere tutti quelli sforzi> E’ il prezzo da pagare per avere uno scheletro di adamantio. Ma stai tranquilla, non voglio partecipare ad alcun concorso di bellezza.. <stringe gli occhi quando, arrivati davanti alla porta può staccarsi per un attimo dalla ragazza per sorreggersi allo stipite nel mentre che lei cerca le chiavi. Lo sente, dall’odore, che in quella casa ormai non c’è più nessuno e, anche se Elle non può accorgersene, non è felice della cosa. Lui stesso ha sempre creduto nel rapporto Layla ed Ethan> Mi dispiace, Elle.. <e questo lo dice seriamente anche se ho il presentimento che la ragazza non capirà al volo che si sta riferendo al fatto che i suoi genitori si sono mollati>

<ellina> Anche il nonno <harlan> ha uno scheletro piuttosto robusto e anche la ma.. Layla <si deve sempre correggere, acciderbolina> manco solo io, in realtà.. <perchè lo ha detto? Bè sono le classiche cose che si dicono quando qualcuno accenna a qualcosa che è familiare e che sai di aver già visto o sentito da qualche parte. Quando apre la porta riporta il suo corpicino sotto quello di Vic per sostenerlo di nuovo, guidandolo fino a uno dei divani http://data.whicdn.com/images/18176152/mis...ior-1_large.jpg -entrano da dove si vede luce nella foto, esattamente di fronte ai divani- e lasciandocelo cadere sopra proprio di peso. Il mi dispiace ha fatto finta di non sentirlo, non vuole nemmeno porsi il problema che sia riferito a qualcosa o a qualcuno> Ora sta fermo, buono e macchia il meno possibile che poi devo pulire io.. Vado a prendere il necessario.. <e infatti lasciandolo li qualche minuto solo sparirà in una porticina che probabilmente porta al bagno di servizio>

<_Vic_> <lui se lo ricorda dello scheletro di Layla, perché la prima volta che l’ha vista l’ha praticamente presa a calci. Infatti annuisce cercando di scacciare quel ricordo dalla sua mente. Le cose sono molto diverse attualmente, anche se non più semplici> Chissà, magari un giorno verrà anche a te. Anche se ti basta la lingua per difenderti.. <si, perché Elle sa il fatto suo e non è una ragazzina ingenua. Non lo è mai stata nemmeno da bambina. Quindi entra, ormai allo stremo delle forze cade sul divano di peso, tanto che è una fortuna se non si divide in due. Geme appena, per il dolore delle spine> Non vado da nessuna parte.. <e come potrebbe del resto? E’ già un miracolo che sia riuscito a mettersi in piedi per arrivare fino a quel rifugio che, nonostante tutto, sembra così accogliente. Era da tempo che non finiva in una casa come quella ed è inevitabile che i ricordi vadano al passato> Fanculo.. <questo lo dice quando è rimasto solo, per riprendersi da quei pensieri. Si guarda il petto, la camicia ormai è devastata tanto quanto il suo petto. Se la sbottona e con le unghie, inizia a togliersi le prime spine> Prendi una pinzetta.. <perché ce le sono alcune proprio sottopelle ormai>

<ellina> <occhio che lo prende per un complimento questo, infatti accenna anche un sorriso a Vic. Aspetta che il lupo si sia ben sistemato sul divano, o meglio che vi si accasci per bene, prima di sparire nel bagnetto e tornare con tutto l'occorente e, al suo dire delle pinzette, lo guarda con il cipiglio di una che sa il fatto suo> Ma no, dai! Io che pensavo di togliertele con un piede di porco.. <ah, la simpatia. Scuote la testolina bianca raccogliendosi i capelli in una coda alta prima di mettersi all'opera. Dato che Vic ci ha pensato da solo a sbottonarsi la camicia fa prima a togliergliela del tutto, stendendo un'asciugamano dietro la schiena del lupo così, se si appoggia al divano, fa meno danni> Dio stai da schifo.. <almeno è sincera. Con la mano ferma quella di Victor, scuotendo la testa> Stai buono, hai le mani sporche e rischi solo di far peggio.. <va ad aprire tutte le imposte delle finestre in modo da aver luce quanto basta per poter procedere all'estrazione delle spine con le pinze appunto. Ma mano che le toglie le poggia in una ciotolina e poi, con un batuffolo di cotone imbevuto nel disinfettante, pulisce le diverse ferite>

<_Vic_> <ma era sicuramente un complimento. A Victor piace questo aspetto del carattere di Elle e infatti non è la prima volta che lo dice. Gira la testa verso il bagno, guardandola con la fronte aggrottata> Non cantare vittoria, potrebbe servire anche quello con questa.. <indica la spina che ha conficcata completamente nel petto, quella che gli fa più male di tutte. Poi si lascia denudare anche se è strano per lui che sia proprio Elle ad aiutarlo in questa faccenda, sapendo chi lo ha ridotto così e soprattutto il motivo. Non ha idea di cosa sappia la ragazza ma al momento non gli passa nemmeno per la testa di leggerle il pensiero. Dopotutto, conoscendola, se Elle avesse saputo la verità, lo avrebbe lasciato morire sulla spiaggia. E’ evidente che non ha affatto intuito che lei abbia un piano ben diverso> Non è la cosa che un uomo vorrebbe sentirsi dire quando è stato appena spogliato da una ragazza, Elle.. almeno fingi attrazione.. <dove la prenda questa voglia di scherzare non lo so, ma quando lei inizia l’operazione di microchirurgia, stringe tra le mani la pelle del divano e serra le labbra tentando di sottrarsi a quel contatto. L’ho già detto che per lui il dolore duraturo è un’esperienza nuova> Cristo! <no, è stato Sorat> Brucia.. <mi ricordano vagamente Belle e la bestia :o>

<ellina> Quella la lasciamo per ultima.. <un po' sadica perchè intuisce che è quella che lo fa star peggio? Probabile, ma detta così sembra solo perchè le è più pratico levargliela per ultima, dato che immagina da li uscirà anche un po' di sangue e non vuole coprire le altre ferite che poi rischia di lasciarlo pieno di spine> Oh già scusa, dimenticavo che non ti sto togliendo spine ma che ci sto provando.. <il bello è che ora lo guarda tutta languida davvero, e le viene meravigliosamente naturale dato il potere ereditato dalle madre> Scusami, Victor, se sono indelicata.. <il momento passa subito non appena lo sente imprecare> Posso ricattarti? Perchè questa scena di te che dici che ti brucia non voglio dimenticarla.. <quasi ride, continuando a pulirgli il petto dalle spine> Sono tantissime, quel fioraio doveva davvero essere arrabbiato.. <e lei è contentissima che fosse così arrabbiato *_*>

<_Vic_> <lui se potesse, se la strapperebbe a morsi quella spina, ma lascia fare a lei che sicuramente sa, più di lui, quel che sta facendo> Fai come credi. Basta che continui e non perdi tempo a cercare di infilarmi sotto le tue lenzuola, Elle.. <che detta così potrebbe anche sembrare che non vuole perché ha un’altra donna nella testa, ma ovviamente lui sta continuando sulla sua linea *scherzo così evito di mandare tutta la casa in frantumi*> E non guardarmi così.. <perché appunto gli ricorda troppo Layla e la cosa non gli piace. Si rilassa più che può appoggiando la schiena sull’asciugamano che Elle ha sistemato sul divano e chiude gli occhi, si sta concentrando per stare fermo mentre lei continua con il disinfettante> Pensi che mi importi qualcosa che qualcuno sappia che mi fa male? <si, gli importa. Ma in ogni caso non si lascerebbe ricattare> Era arrabbiato perché gli ho sottratto la rosa che aveva curato più di tutte. Quella per cui ha dovuto lottare tanto affinchè sbocciasse.. <che bel paragone di Gael con la rosa. Elle ne sarà lietissima potendo intuire di chi sta parlando in realtà>

<ellina> <ridacchia, ma non è per nulla divertita, anche se lo sembra> Magari quando non sembrerai uno scolapasta potrei anche ripensarci.. <ora le sporca le lenzuola, insomma, quindi non si può fare. fortuna che sta volta anche lei ha percepito il tutto solo come una battuta, senza pensare a Layla> Così come? almeno pensi ad altro mentre ti tolgo spine da.. <abbassa lo sguardo, togliendone una molto vicina ai pantaloni, lo sta facendo apposta> ovunque.. <ma come niente fosse riprende a fare il suo sporco lavoro> Si, rovinerebbe la tua reputazione.. Ma puoi pagare il mio silenzio, volendo.. <la metafore purtroppo la coglie fin troppo bene, anche se lei pensa stia parlando di Layla, da come dice di averla colta lei si immagina fin troppo bene COME, anche se ovviamente sta sbagliando tutto> Pronto? <gli indica la spina più grossa ma, senza aspettare risposta, prendendola con due dita gliela toglie>

<_Vic_> Attenderò con ansia quel momento, allora. <chiude gli occhi, sia per evitare quelli di lei, sia per perdersi tutta l’operazione che Elle sta facendo con le spine. Più procede più si abitua al dolore di quelle più piccole. Anche se il grosso deve ancora venire> A cosa altro dovrei pensare? Cristo, Elle.. siamo a casa tua.. <e quindi? Lui per primo non si è mai fatto problemi del genere, ma in questo caso particolare è una situazione un po’ strana dato che, solo una settimana fa o giù di lì, la madre della ragazza gli ha rivelato che prova qualcosa per lui. Apre un occhio solo, poi l’altro, sollevando un sopracciglio, quando lei gli toglie la spina vicina ai pantaloni> A quelle ci penso io. <sia mai si verifichi un qualche incidente. Con lui ci si può aspettare qualsiasi cosa quando si tratta di contatti> e sentiamo, in che maniera vorresti essere pagata? <la guarda, sempre con quella espressione che ha del malizioso, finchè lei non estrae quella meledetta spina dal petto e lui si sforza per non gridare un’altra volta, anche se la pelle del divano si trappa leggermente, sotto la stretta del suo pugno d’adamantio. Poi ride.>

<ellina> La speranza è l'ultima a morire.. <a intendere che di sua spontanea volontà con Victor ci farebbe tutto fuorchè certe cose, peccato che facendo la gatta con il lupo -uno zoo- nella sua testa sia dar fastidio a sua madre, quindi continua a scherzarci come se niente fosse> E quindi? Pensi che il divano su cui sei seduto sia immacolato? Sarebbe solo una volta in più per lui.. <questo lo dice apposta, ovvero per fargli sapere che sua madre e suo padre facevano l'amore spesso e volentieri e ovunque, sempre molto convinta che a Victor innamorato di Layla dia fastidio *_*> di cos'hai paura, che sbagli mira con la pinzetta? <fa la gnorri, ovviamente, continuando a estrarre e disinfettare> Non lo so, sei tu il mercenario qui, mica io.. <ovviamente eh! Lo guarda facendo gl'occhiolino, poi si ferma, guardando a turno lui e il divano> Victor! Ora ti rimetto ogni spina che ho tolto e in un posto dove non vorresti averne nemmeno l'ombra! Non c'è niente da ridere! <le ha rotto il divano :OOO>

<_Vic_> <_Vic_> Devo considerarlo un invito formale, Elle? <chissà come mai Ethan non l’ha affatto nominato oggi, seppure una qualche battutina sul fastidio che causerebbe a suo padre ci sarebbe stata. Probabilmente si sente in colpa verso il fatato, seppure lui non abbia fatto nulla, se non cercare di aiutare Layla e quindi, tutti loro> Una volta in più, potrebbe essere quella fatale, Elle. Sei fortunata che in questo stato, l’ultima cosa che posso permettermi è quella di saltarti addosso.. perché lo avrei fatto, se avessi continuato a farmi le fusa a questo modo. <solleva un braccio, dal divano ormai strappato, e le blocca il polso con la mano> No. Ho paura che tu possa farti male a scherzare con il fuoco, Elle. <perché se con Layla un motivo per tenere le zampacce a posto lo aveva, con lei no. E se le provocazioni continueranno, probabilmente lui non si conterrà> Il mercenario sono io, ma sei tu ad avere il coltello dalla parte del manico, davvero non ti viene in mente nessuna cosa da chiedermi? <abbassa la testa, per guardare la ferita aperta sul letto. Si rende conto che gli fa male, solo adesso che la guarda> Maledizione! Guarda cosa mi hai fatto! <lei!> Chi se ne frega del divano, ne riprenderai un altro.. <e dicendo ciò, torna a riappoggiarsi allo schienale, chiudendo gli occhi. E’ stremato>

<elle> No, credo che per certe cose non servano gli inviti.. No? <ovviamente, intanto che parlottano comunque lei si da da fare con le sue pinzette da chirurgo> che faccio le fusa ancora non me lo avevano detto, ma è un bel modo di interpretare i miei innocenti <._.> occhioni dolci.. <occhioni che sbatte, guardandolo appunto a mo di cerbiatta, ma che socchiude subito quando le blocca il polso> Non sto scherzando con nessun fuoco, Victor, ti solo togliendo le spine e, se stai fermo, continuo a farlo, altrimenti puoi pure farlo da solo.. <muove il polso per farsi mollare, guardando a sua volta la ferita e andando subito a tamponargliela e disinfettargliela> Hai appena detto che in queste condizioni qui sei inutile, lupo, quindi ne riparleremo quando sarà in grado di alzare almeno un braccio senza strapparmi i mobili.. <perchè lo sta ancora guardando il suo povero divano ferito> Smettila di lamentarti e girati, piuttosto.. <perchè dopo che gli benda la ferita più grande, c'è ancora tutta la schiena da fare> No, TU me ne riprenderai un altro.. <ovvio!>

<_Vic_> Sei tu l’esperta, perché non me lo dici tu se servono o meno? <ha sempre gli occhi chiusi mentre le parla. Le ha anche lasciato il polso in maniera tale lei potesse continuare con le pinzette> E c’è sempre una prima volta per tutto, non mi sembra così sconveniente dire che mi stai facendo le fusa dato che non ti fai nessun problema a togliermi le spine in luoghi dove non batte il sole. Se vuoi continuare posso anche spogliarmi completamente, ma non so se ti conviene.. <scuote la testa, riaprendo gli occhi per guardarla con espressione seria> Un lupo, non è MAI inutile sotto certi punti di vista. Ho detto che non posso saltarti addosso ma non che, nonostante tutto, non lo farò.. <il tono della voce è serio, ma non si capisce bene se lo sta dicendo per scherzare o se lo farebbe davvero. Dopotutto è un uomo ed Elle una ragazza, single. L’età per Victor non è mai contata. Comunque obbedisce, una volta che lei lo ha bendato, e si volta stendendosi sul divano con i piedi che fuoriescono dal braccio dato che lui è lungo più di due metri> Sei sicura di volerti fidare dei miei gusti? Forse prima dovresti vedere casa mia, così ti farai un’idea di cosa è per me un divano.. <non credo che ad Elle piacerebbe>

<elle> <lo guarda, con un sopracciglio alzato e molto maestrina> non servono, se dovessero servire gli inviti non sarebbe quello che è.. <°°> nel senso, se uno ti dice che vuole fare certe cose non c'è più gusto a farle no? <che discorso complicato, questo> Lascia perdere.. <sarà decisamente meglio> No, grazie Victor, per questa volta puoi tenere su le mutande.. <gli viene anche da ridere, se la sentisse Ethan parlare così gli prenderebbe un colpo> Te lo dico io allora che non faremo un bel niente, mi hai appena rotto un divano, sei sporco di sangue, hai spine ovunque.. E ti serve una doccia.. <si sposta, aspettando che si giri e quando lo fa si adagia comodamente sul di dietro di Victor.. Giustamente le ha rotto il divano, ora lui fungerà da tale> No, ma ovviamente mi accompagnerai a prenderne uno.. Oppure mi porterai da elros, magari sa aggiustare anche divani.. <e intanto inizia a togliergli le spine anche dalla schiena> una sola cosa.. <ora pare seria> Non andare di sopra, sotto puoi fare quello che vuoi.. Ma non su.. <perchè c'è la camera dei suoi e lui non vuole ci metta piede, le sembrerebbe di profanare qualcosa di estremamente sacro. Quindi seppur gli abbia dato i comfort di una casa, dormirà sul divano>

<_Vic_> Ma se non ci fossero inviti, anche taciti, si tratterebbe di violenza sessuale. Ti piacerebbe più così? <aggrotta la fronte quando lei gli si siede sul di dietro, incrociando le braccia sotto la testa per stare più comodo. Non è affatto in forze o probabilmente avrebbe adottato una delle sue tattiche per sedurre e poi ritrarsi. Ma in questo caso non riesce nemmeno a mantenersi in piedi e pare che gli occhi gli si chiudano da soli> l’unica cosa di cui ho bisogno adesso è una donna, Elle. <non è vero, ha bisogno di dormire ma lo dice perché ormai, non si sa come e perché, la conversazione ha preso questa piega> Dubito si possa riparare, te ne prenderai un altro e io lo porterò in spalla fin qui. Dopotutto sono un mercenario, no? E i mercenari ripagano i favori che hanno avuto.. <questo è il suo modo per dirle grazie> Non ho intenzione di restare qui più del dovuto, stai tranquilla.. <dovesse capitargli di incontrare Ethan, e non è il caso. Poi tace, lasciando che lei finisca di estrarre le spine da tutta la schiena. Chiude anche gli occhi, cercando di non pensare a quello che è accaduto con Sorat, a quello che è accaduto con Layla e, soprattutto, cercando di non pensare a quello che dirà Elle, quando scoprirà il motivo per cui è ridotto in quello stato>

<elle> No, Victor, nemmeno un po'.. E detto da te ancora meno.. <perchè può far la scema quanto vuole pensando di dare fastidio a Layla, ma alla fine il pensiero di dover andare oltre con Victor un po' paura le fa, specialmente quando lui è grande cinque volte lei e parla di violenza così gratuitamente> Bè, te ne porterò una in allegato col pranzo, ma ora prenderebbe paura chiunque a vederti <sempre delicata> quindi.. Lasciami finire.. <infatti continua a spinzettare per tutta la schiena di Victor> Bene, allora appena starai meglio mi accompagni.. <al resto gli picchietta le pinzette in testa> ci stai finchè lo decido io.. <ovvero fin quando gli garberà tenerlo sott'occhio in modo che non veda Layla *_* Che poi lei da quella casa farà avanti e indietro non glielo sottolinea, di certo per lei Victor è abbstanza grande e grosso da potersela cavare da solo dopo le prime cure>


Biglietto che Elle farà recapitare a Odile:

Ciao, Principessa! No, non ti sto scrivendo perchè me ne sto per andare di nuovo, tranquilla. Sono a casa mia, cioè.. La casa dove dovrei stare con i miei, ma dato che è vuota l'ho usata come rifugio momentaneo per Victor. L'ho trovato questa mattina in spiaggia tutto disastrato, non vuole dirmi cosa gli è successo ma penso di averlo intuito, te ne parlo appena ci vediamo, ti dico solo che credo sia stato qualcuno che si è veramente arrabbiato perchè Victor ha portato Gael a Layla, ma non parliamo di loro che mi viene il malumore! Questa sera dormo qui, così controllo che Victor non vada a fare la vittima da Layla, o dalla tua mamma, perchè non si sa mai con lui, sono quasi propensa a sperare che non si riprenda mai perchè così non sarà più un pericolo! Quasi quasi gli metto il sonnifero nell'acqua, potrei farlo, no? Potresti aiutarmi a tenerlo sempre legato in cantina, magari.. Sarebbe il nostro ostaggio! Forse meglio di no, credo si arrabbierà un sacco poi..Se non mi vedi tornare, mi ha scambiato con la colazione!
ti voglio bene, Elle


Elle&Victor

Edited by nith85 - 5/4/2012, 23:05
 
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view post Posted on 7/4/2012, 17:04
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Oggi, foresta comune, Casa sull'albero, tramonto

"Faremo i conti più tardi io e te, vai a strafogarti di eucalipto, con la pancia piena sarai una preda più facile!"
Nemmeno se quello fosse stato un nemico vero, la vampira guardò il koala con aria di sfida, muovendo addirittura la mano come a dire che non doveva ancora cantare vittoria, nonostante fossero 1 a 0 per Hector. L'animale l'aveva avuta vinta poco prima in un battibecco riguardo al rifarsi le unghie sulla ringhiera della terrazzina davanti alla casa.
Ok, ora stava sfidando un koala. Stava parlando con lui come se fosse un nemico giurato, ci mancava soltanto gli tirasse uno schiaffo con il guanto e lo sfidasse a singolar tenzone. Dagon aveva ragione, quella non era lei. Si chiese se non stesse iniziando seriamente a impazzire, forse il prossimo passo era iniziare a parlare da sole, era sicuramente peggio farsi domande e anche rispondersi ad alta voce da sole che prendere seriamente un duello con un koala.
Si appoggiò al legno del davanzale esterno, chiudendo gl'occhi e prendendo un bel respiro profondo. Rimase in quella posizione qualche momento, cercando di capire cosa c'era che non andava in lei da un po' di giorni. Già, cosa le stava capitando? Le parole del demone, la sera prima, l'avevano fatta sinceramente riflettere e, forse, era giunta a una conclusione. Aveva iniziato ad andare in corto circuito in un istante ben preciso, ovvero quando aveva visto Dagon ricoperto di sangue e lividi e, dietro tutto quel caos di ferite, il suo sguardo. Poteva ancora vederlo davanti a sè se solo si concentrava un po': occhi grigi e arrabbiati, accesi d'argento in netto contrasto col rosso scuro del sangue. Aveva avuto paura, paura per lui, paura di lui. E la sua reazione era stata la più stupida che potesse mai avere, cercare di rigirare la situazione in modo da sembrare lei quella colpita. Dio, che idiota. Lo aveva sempre fatto quando si sentiva attaccata, attaccava a sua volta per difendersi, quando sarebbe bastata una semplice parola, un semplice scusa, un mi dispiace sentito. Non aveva ancora imparato a gestire bene tutte queste senzazioni così forti che provava da quando aveva scoperto quanto era intenso amare qualcuno e, se è vero che sbagliando si impara, si era ripromessa di non voler mai più vedere quello sguardo negl'occhi dell'uomo a cui era -letteralmente- legata.
Il senso di colpa era ancora li, lo sentiva stretto addosso come un cappotto e si rese conto che era stato quello a renderla così.. Diversa. Non sapeva nemmeno come descriverlo, se non come un peso opprimente contro il cuore che le faceva dolere ogni muscolo, ogni fibra, ogni vena, tanto da non riuscire a ragionare lucidamente. O forse era proprio il contrario, la faceva ragionare anche troppo. Doveva essere questo l'effetto del senso di colpa: se prima davanti a un problema reagiva d'istinto, ora ci pensava non una, ma mille volte. E ogni volta che un pensiero nuovo si affacciava nella sua mente, il problema si ingrandiva e non riusciva più a districarsi da quella fitta rete di pensieri confusi, perdendo ciò che l'aveva sempre distinta, il buttarsi di testa in qualsiasi situazione senza pensare a tanti se e a tanti ma, solo a quello che la rendeva veramente felice. Dio, aveva affrontato un lycan solo per poter restituire una spada ad un'amica! Si era buttata da un'altezza assurda con una spalla fratturata solo per poter stare tra le braccia di Dagon! Se n'era infischiata delle raccomandazioni, sempre, per avere quel che desiderava e ora, invece, era lei a farle a sè stessa, nonostante il sangue che le usciva copioso dal taglio sul palmo della mano le ricordasse ogni secondo quanto Dagon soffrisse a non averla e quanto lei stessa desiderasse lui sopra ogni rassicurazione. Doveva tornare lei.. Col suo caratteraccio imprevedibile e a volte odioso, è vero, ma pur sempre lei, la ragazza di cui il demone si era innamorato e che sentiva esserci ancora da qualche parte, sotto a tutto quel peso, dentro il suo cuore.
Sbattè le palpebre un paio di volte, le pupille di adeguarono alla luce sempre più calante della sera e, attraverso il vetro, osservò Dagon riposare. Non aveva un cuore umano, ma poteva percepire il ritmico e lontano ticchettio di quello di metallo del demone. Sentiva lo scorrere lento del sangue nelle sue vene e il dolce respiro che gli faceva alzare e abbassare il petto, come un'onda lontana. Seppure riposasse poteva scorgere quel cipiglio serio sul suo viso, era stufo di doversene stare fermo a letto e non poteva di certo biasimarlo.
Aveva bisogno di lui e lui aveva bisogno che lei glielo dimostrasse. Ma prima di tutto aveva bisogno di dimostrare a sè stessa che poteva ancora agire d'istinto, poteva ancora fare qualcosa che agl'occhi di qualcuno poteva sembrare solo stupido, ma, ai suoi, era un gesto sentito per provare che era ancora Ginevra e che, soprattutto, non si sarebbe arresa.
Si staccò svelta e silenziosa dalla finestra, entrando in casa solo per recuperare la sua borsa di pelle nera e riportarla fuori con sè. Era il momento ideale per fare quell'incantesimo, il tramonto. Il sole, la luce, se ne andava per lasciare spazio alla notte, il buio. Bè, lei non stava per fare lo stesso? Non stava per calare il buio sui suoi occhi dopo tanta luce? Non sarebbe proprio diventata cieca, ma quasi. Si sedette con la schiena appoggiata contro alla parete di legno, le gambe incrociate. Dispose due candele davanti a sè, rosse, di un rosso talmente scuro da sembrare nero e le accesse con una parola sussurrata a fior di labbra in una lingua sconosciuta ormai da secoli, per non dire millenni. Prese dalla sua borsa vari oggetti che dispose in grembo e, pian piano iniziò a cantilenare una lenta nenia che sembrava provenire dal più remoto abisso del mare, tanto suonava antica e struggente. Mentre quelle parole legavano la sua vista alla sola figura del demone, da una delle bende che teneva in grembo staccò quello che era niente meno che sangue raggrumato di una delle ferite del demone, almeno era stato facile recuperarlo senza doverlo in qualche modo rubare a Dagon stesso, e lasciò che questo cadesse sulla prima fiamma. Quando ebbe fatto lo stesso col suo sangue, lasciando gocciolare la sua mano sopra la seconda candela, entrambe le fiamme parvero crescere fino a formare un luminoso cerchio di fuoco che inglobava entrambe le candele. Prese l'ultimo oggetto che aveva in grembo, un rubino e, con l'aiuto della telecinesi, lo mandò in mille irrecuperabili pezzi. Portò la mano piena di finissima polvere rossa vicino alla bocca e, con un'ultima parola, soffiò quello che restava del minerale nel mezzo del cerchio di fuoco. Seppe che l'incantesimo aveva funzionato nello stesso istante in cui si alzò un vento fortissimo che, oltre a spettinarle i capelli, spense il fuoco, non lasciando più traccia nè delle fiamme nè del rubino. Il vento, così come era arrivato, cessò dopo pochi secondi. Si sentiva stanca, fisicamente, ma rinvigorita e pronta a dimostrare a lei e a Dagon che era tornata e che ora si sarebbe meritata di nuovo la sua fiducia.
Si rialzò perchè voleva assicurarsi di aver davvero perso la vista o almeno, parte di essa. Perchè vedeva ancora tutto attorno a sè, la casa, gli alberi, persino Hector che dal ramo sopra la sua testa si era goduto tutto lo spettacolo e che, come se avesse capito, le lanciò una foglia di eucalipto in segno di approvazione. Scese la passerella, restando a terra in silenzio alcuni minuti. Lei stessa sapeva rendersi invisibile agl'occhi degl'altri e lo fece, ascoltando i passi di una creatura in avvicinamento. Nello stesso istante in cui questa la sfiorò col suo profumo, capì di averla vicino, ma non la vide. Sentiva il battito del suo cuore, il rumore del suo respiro e dei piedi, che avrebbe detto scalzi, sul terreno erboso. Poteva quasi dire con certezza che aveva dei lungi capelli ricci solo per come l'aria si muoveva diversa intorno a lei e che, probabilmente, non era nemmeno un elfa pura, ma era sicura fosse una donna. Poteva dire tutte queste cose grazie ai suoi sensi vampirici, poteva addirittura ascoltarne i pensieri grazie alla telepatia, ma non poteva osservarla con gl'occhi come avrebbe potuto fare solo poco fa.
Lasciò che la creatura se ne andasse, ignara di essere appena passata a fianco di una vampira, tornando visibile solo quando il profumo di quell'elfa era solo una scia lontana. Rapida risalì fino in casa, rimettendo in ordine la borsa e le candele come fossero sempre state li e, osservando dalla finestra Hector che pacifico sgranocchiava la sua cena sul ramo, si strinse sopra il vestito la camicia del demone che si era appena infilata, appoggiandosi alla parete, rivolta verso Dagon, in attesa che, aprendo gl'occhi, notasse che sul suo viso c'era di nuovo il sorriso furbo e sicuro di chi aveva appena ottenuto qualcosa.

Ginevra {e Hector}
 
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RebelGrrrl
view post Posted on 9/4/2012, 17:35




<_Belial> <l'ora dei mostri è arrivata. Belial esce solo di notte, di giorno il sole gli irrita la pelle e sia mai. Stasera indossa un completo nero http://acidbuttercup.tumblr.com/post/19901...evil-villianing confezionato dalla sua sarta elfica di fiducia. Magari senza pelliccia e con gli anfibi pesanti, ma il resto è così. Sta passeggiando per il villaggio. Pare sia arrivato il circo e in città vi è tutto un vociare e una musica di fisarmonica. Stasera è così.. E lui si rigira il bastone da passeggio costeggiando loschi vialetti umidi e oscuri..>

<{Nathaniel_}> <l'approssimazione di un cadavere angelico giace, incastrato tra dei sacchi di iuta e delle balle di fieno, alle spalle di un carrozzone del circo. Potrebbe sembrare un qualche macabro burattino gettato tra i rifiuti: un pezzo di pane sbocconcellato accanto ai piedi nudi e le carte dei tarocchi che formano una specie di strana scia; un sentiero tra un tavolino rimediato,ora riverso, poco distante e l'improvvisato giaciglio dove Nathaniel sembra molto assorto a fissare il cielo primaverile con gli occhi pesti e praticamente chiusi. Un lemure con un cappellino rosso da clown sta leccando i resti di una bottiglia ormai vuota qualche metro più in là. Un'ultima carta del mazzo stretta tra le dita dell'angelo fluttua a terra: il mago.>

<_Belial> <il buon Belial sembra solo passeggiare tranquillamente per il villaggio, senza meta. Ma non è così. Si sta dirigendo verso un punto in particolare: fra i sacchi di iuta e delle balle di fieno dietro ad un carrozzone. Svolta l'angolo, svolta il carrozzone ed ecco che vede subito un corpo esanime di un angelo molto più di là che di qua. Sospira alzando gli occhi al cielo e si avvicina, senza curarsi del lemure, al corpo dell'angelo. Lo tocca con la punta dell'anfibio scuotendone la carne della pancia. Sa che è vivo.. Quando la sua attenzione è colpita dalla carta che gli è scivolata dalle mani. La osserva inclinando la testa verso il terreno.>

<{Nathaniel_}> <l'angelo continua a fissare un punto non meglio definito della volta celeste, si lecca distrattamente le labbra secche e dopo un paio di colpi di tosse poco incoraggianti, borbotta qualcosa>...niente più letture per stanotte...<agita vagamente una mano, ma il gesto sembra costargli decisamente troppa fatica quindi rinuncia quasi subito> ..mele caramellate a metà prezzo prima di chiusura...andate...domani...<biascica portandosi l'altra mano a toccare un livido sulla tempia>....e non ci posso fare nulla se lei via ha tradito con il contorsionista!

<_Belial> <sospira nuovamente passandosi una mano sul volto con aria rassegnata.> Nathaniel, tu e il contegno non vi incontrerete mai, vero? <scuote la testa.> Che domande sciocche.. <si china in ginocchio sul viso dell'angolo osservandogli con curiosità il livido sulla tempia che si sta toccando.> Abbiamo fatto i bagordi stasera? <sorride mellifluo scoprendo i denti. Si sistema il cilindro in modo da scoprirsi il volto.> E' sempre un piacere venire a cercarti, è divertente scoprire in che stato ti troverò, amico mio..

<{Nathaniel_}> <l'angelo si ritrova a fissare un paio di pupille nere e sottili affogate in un iride pallida, per un attimo rimane disorientato, poi cerca di inarcare le sopracciglia e alzare gli occhi al cielo, ma questo tentavi di mimica facciale gli causa una discreta fitta alla tempia che lo fa desistere a metà del gesto.> Sono assolutamente deliziato di essere di tuo intrattenimento...<sibila prima di tentare di scostare il caduto con una debole spinta e arrancare per mettersi seduto in una posizione quantomeno vagamente dignitosa, o almeno difendibile.> ...se cerchi anche tu il contorsionista fa marchette due tende più avanti, magari andate d'accordo...potete scambiarvi le tutine di paillettes..

<_Belial> Sempre nei miei pensieri, ti cerco apposta perchè in te vedo un sincero amico.. <ma per piacere! Viscido che non è altro. Lascia che Nath si rimetta seduto spostandosi e rimettendosi infine in piedi.> Quello che sembra essersi fatto stuprare da una banda di domatori di leoni non sono di certo io.. <ribatte, ma se la ride sotto i baffi con sommo divertimento e pure una punta di malizia. Capirai..> Hai letto le carte stasera.. Interessante.. Vorrei che le leggessi anche a me, magari scopro qualcosa di interessante sul mio futuro.. Sarebbe divertente, non credi? <si rigira il bastone da passeggio con una mano.>

<{Nathaniel_}> Nessun domatore <si appoggia sui gomiti dopo essersi pulito un taglio al lato della bocca, il risultato di qualche pugno ben assestato> solo gli stallieri che non hanno gradito abbia detto la verità alla piccola stella del loro rodeo <si volta da una parte, tossisce e sputa un grumo di sangue massaggiandosi la mascella.> Come ben saprai, da contratto, sono messaggero di verità..anche se in questo caso, mi sembrava alquanto palese. <lo stomaco dell'angelo brontola rumorosamente sotto le costole visibili attraverso la maglietta lisa, Nathaniel apre la bocca per continuare a parlare, ma è costretto a voltarsi di nuovo verso il lato dei sacchi per liberarsi di un po' di bile sopra i magri resti della sua cena.>

<_Belial> Oh, capisco.. <annuisce storcendo le labbra.> Questa verità ti è costato un colorito pallido e sangue da tutte le parti.. amico mio, io ce la metto tutta per rimettere in sesto il tuo prezioso corpo e tu sembri fare di tutto per demolirlo.. Insomma.. <sospira esasperato e quando Nath si gira lui lo segue con lo sguardo. La fronte aggrottata, non può non notare il brontolio che proviene dal suo stomaco.> Appunto.. Lo fai anche morire di fame.. Vuoi che ti recuperi qualcosa? <sorride tornando a guardarlo in volto.> Tutto ciò che vuoi, serivizio immediato..

<{Nathaniel_}> <con un ultimo colpo di tosse aggrotta le sopracciglia facendo riaprire un taglio al centro del livido sulla tempia, passandosi l'avambraccio sulla bocca si volta verso il caduto e lo fissa con un misto di rabbia e disgusto. Prende fiato e con un ultimo gesto che sembra portargli via le forze afferra il colletto inamidato della giacca di Belial.> Sono giorni che non riesco a tenere nulla dentro a questo corpo, nulla più di qualche boccone!<gli urla in volto con le labbra ancora impastate di sangue.> Sono giorni che sento solo vagamente la fame e sono giorni che vado in giro vedendo assurdità che si rivelano miraggi e fuochi fatui! <boccheggia, la fronte imperlata di sudore mentre cerca di fissare l'altro attraverso gli occhi che bruciano.> Quindi, ti prego, di smetterla con queste cazzate melliflue che ti escono dalla bocca.

<_Belial> Oh.. <si lascia prendere per il colletto trascinando il peso del corpo verso Nath. Ascolta tutte le parole che gli vomita contro con stupore. Non si riprende subito, ma quando lo fa amplia le labbra in un ghigno.> Quanta rabbia.. Sono riuscito nell'arduo compito di smuovere i tuoi sentimenti pacifici.. <inarca un sopraciglio e ricambia schiacciandolo col peso del corpo contro il legno del carrozzone.> Non fare in grand'uomo con me, amico mio.. <sibila molto simile ad un serpente.> Potrei decretare la fine di tutte le anime a te care velocemente quanto una farfalla sbatte le ali e non credo che sia quello che vuoi, giusto? Quindi ora ti metti calmo.. <lo dice molto serio. Come alterna i sorrisi alla crudeltà lui... In ogni modo torna a sorridere e si risistema il colletto della camicia che gli è stata sgualcita. Affronto!> L'assenza di fame non la vedo come un male dal momento che anche prima non ingurgitavi nulla.. Ti preserva del tempo prezioso.. <inarca un sopraciglio.> E sulle visioni.. Quelle mi interessano.. Vuoi condividerle con me? <si porta una mano al petto.>

<{Nathaniel_}> <quando la sua schiena sbatte contro il legno ruvido, gli manca l'aria, è costretto a cambiare la presa sulla giacca del caduto, non per minacciarlo, ma per aggrapparsi mentre il mondo sembra perdere i contorni e sfumarsi per qualche secondo. Delle risate distanti gli arrivano come lamenti ovattati alle orecchie prima di scuotere la testa per chiarirsi le idee, un rivolo di sangue lo costringere chiudere un occhio che sembra piangere una solitaria lacrima rossastra.> Sibila le tue minacce, se non sei capace di altro quando hai finito di tirare fuori corvi e scorpioni dal tuo cilindro. Credi che le mie anime siano così deboli? Sono io ad essere grato del loro sostegno e della loro fiducia, io che traggo forza da esse...mai sentito parlare di amore reciproco? <domanda con una vaga smorfia che potrebbe essere l'ombra di un sorriso.> Pensavo che preferissi muovere il re sulla scacchiera, ignorare i pedoni: non calpestarli.<commenta lasciando lentamente la presa convulsa che aveva sulla manica dell'altro.> Cosa può interessarti dei vaneggiamenti di un pazzo sul baratro Belial? O serbi qualche perversa fantasia che prevede gli incubi di un angelo custode. Che ti frulla nel cervello?





Nathaniel
<quando la sua schiena sbatte contro il legno ruvido, gli manca l'aria, è costretto a cambiare la presa sulla giacca del caduto, non per minacciarlo, ma per aggrapparsi mentre il mondo sembra perdere i contorni e sfumarsi per qualche secondo. Delle risate distanti gli arrivano come lamenti ovattati alle orecchie prima di scuotere la testa per chiarirsi le idee, un rivolo di sangue lo costringere chiudere un occhio che sembra piangere una solitaria lacrima rossastra.> Sibila le tue minacce, se non sei capace di altro quando hai finito di tirare fuori corvi e scorpioni dal tuo cilindro. Credi che le mie anime siano così deboli? Sono io ad essere grato del loro sostegno e della loro fiducia, io che traggo forza da esse...mai sentito parlare di amore reciproco? Pensavo che preferissi muovere il re sulla scacchiera, ignorare i pedoni: non calpestarli.<commenta lasciando lentamente la presa convulsa che aveva sulla manica dell'altro.> Cosa può interessarti dei vaneggiamenti di un pazzo sul baratro Belial? O serbi qualche perversa fantasia che prevede gli incubi di un angelo custode, che ti frulla nel cervello? < domanda con una vaga smorfia che potrebbe essere l'ombra di un sorriso.>

Belial
<non si fa scrupoli di strapazzare Nathaniel, per quanto lascia che si regga alla sua giacca. Il polsino si macchia di sangue stantio proveniente dalla mani dell’angelo, ma Belial non se ne cura tralasciando questo inconveniente.> E tu credi che non abbia mai piegato anime forti quanto abeti secolari ai miei voleri? <sibila con deviato senso materno, schiacciando il corpo di Nath con il suo. Gli accarezza una guancia con fare materno constatando che non si brucia più come un tempo e questo cattura ulteriormente la sua attenzione.> Ma questa è un’altra storia, non starei qui a discuterne.. Ci sono tante altre cose interessanti che potremmo fare noi due, non credi? Ma lasciami dire che l’amore reciproco è un valore di cui son certo esistano esempi lampanti, amico mio.. Che ammirazione e che gaudio, potrei quasi vomitare.. Peccato che sia così raro, raro quasi come ciò che scorre nelle tue vene.. <sorride sornione e si allontana dal povero corpo martoriato. Tuttavia si cura di mantenerlo in piedi in modo che non cada.> Vedi.. Tu ti sottovaluti, chi lo dice che tu sia un pedone, Nathaniel? Ho tante fantasie su di te, amico mio, ma non sarebbe opportuno svelarle tutte qui.. Così.. Squallido, non trovi? Al contrario mi interessano parecchio i tuoi incubi.. E sarai così gentile da raccontarmeli.. <e suona molto simile ad un ordine impartito con gentilezza melliflua.> Questa parte mi interessa, senza nulla togliere alle varie fantasie riguardo la tua persona…

Nathaniel
<il tocco appena accennato delle dita di Belial lascia una tenue scia sulla pelle dell’angelo, quasi come se il suo fosse stato un graffio e non una carezza> Pensavo che fossi tu l’esperto in materia di deviazioni mentali, non dirmi che sei a corto di idee, un blocco creativo forse? <cerca di schiacciarsi contro la parete di legno per evitare il contatto, quel retrogusto di zolfo che si mischia con l’acido che già gli blocca la gola. E’ troppo stanco e malridotto per rendersi conto che la sensazione di nausea è più dovuta ai postumi dei calci nello stomaco piuttosto che alla vicinanza del caduto, questa volta.> Ti prego, non lasciare che i miei indegni vaneggiamenti contaminino la purezza dei tuoi pensieri! Sono però perplesso su come tu sia riuscito ad allontanarti sempre prima di goderti il mio spettacolo profetico. <lo fissa sbattendo le palpebre per scacciare il bruciore dovuto alla ferita che gli sanguina nell’occhio, infine inarca le sopracciglia in un’esagerata espressione di stupore> ma forse non avevi preventivato questo effetto collaterale del tuo piccolo chimico? Il folle che urla nel deserto non era previsto? Ti ho forse deluso? <cerca di sottrarsi goffamente alla presa del caduto per potersi alzare, sembra che la testa gli risulti troppo pesante e che, ovunque sia finito il suo senso dell’equilibrio, al momento risulti assente.>

Belial
Non svelo mai i miei segreti, sai? E’ come se un illusionista svelasse i trucchi del mestiere.. A tal proposito proprio stasera dovrebbe esibirsi un illusionista parecchio bravo, mi han detto.. <sorride sghembo, lasciandosi andare in una tenue risata che termina con un sospiro. Lo spinge contro il muro avvicinando il suo capo all’orecchio malconcio di Nathaniel. Ne scruta il profilo come un critico che sta osservando un quadro di difficile significato, ma sorride pacato. O meglio è un ghigno ben celato da un sorriso affabile.> I tuoi vaneggiamenti mi solleticano come poche cose.. <allo sguardo di stupore risponde inarcando un sopracciglio, pare perplesso.> Tu? Deludermi? Non credo proprio.. Se non riponessi in te tutte le mie speranze ti avrei già fatto mostra della mia sfrenata fantasia.. <scoppia a ridere ritenendo questo più una battuta che una minaccia, il modo di fare rimane scherzoso e canzonatorio. Davvero inquietante per il contorno della scena che si sta svolgendo..> Allora? Vogliamo parlare come persone civili, Nathaniel? Dimmi cosa hai visto.. <lo invita a proseguire con una mano convinto che Nath gli saprà dire qualcosa di interessante per intrattenersi durante la notte.>

Nathaniel
< Sospira con aria sconfitta e si asciuga lentamente la ferita sulla tempia. Prende fiato, l’aria bloccata tra i denti in un sibilo quando allontana le dita, umide e appiccicose di sangue, dal taglio. Stacca qualche ciocca lurida dalla fronte, mentre qualche accordo di violino e una melodia stonata aleggiano nell’aria. In un gesto repentino spinge il caduto lontano da sé, La cosa sembra avere ripercussioni sul suo precario equilibrio e deve appoggiarsi ad un sacco per non slittare definitivamente a terra. Ancorato alla stoffa ruvida, si trascina in piedi passandosi una mano sugli occhi spalancati a cercare una qualche superficie che non sembri fluttuargli intorno in una distorta danza in tre dimensioni mentre barcolla spaesato per qualche passo.> Perché non vai a goderti lo spettacolo applaudendo mentre balla sugli alluci in un letto di lampadine a basso consumo rotte? <sbotta prima di appoggiarsi ad un barile pieno d’acqua per gli animali. Fissa la superficie nera e non troppo limpida, intervallata da fili d’erba e chicchi di mangime> Ricordi..<bisbiglia a labbra serrate quasi le parole fossero forzate fuori dalla sua bocca. Si passa distrattamente una mano attorno al collo tracciando le cicatrici sbiadite vicino alle scapole in un gesto che ha un che di abitudine> Credo di aver visto qualche film di una vita: non una delle mie. Forse quella di questo corpo. Forse una delle tue.<sussurra le ultime parole prima di infilare la testa nel barile e riemergere qualche secondo dopo scrollandosi come un cane bagnato e spargendo acqua e detriti di fieno attorno a sé. La fiala, attaccata alla sua catena, sbatte ritmicamente contro la maglia ormai di un qualche colore indefinito. L’angelo serra le mani sul bordo del catino, nonostante la doccia fredda sembra quasi accaldato, il respiro corto, vagamente affannato; fissa il panorama attorno a sé come se avesse ancora problemi a regolare lo sguardo e misurare le distanze, le pupille due spilli quasi invisibili nell’iride che sembra espandersi e sfumare nei capillari irritati che gli affollano la retina.>

Belial
<non è dato sapere se quella melodia che sente Nath sia reale o meno, sia vicina o lontana, ma Belial pare sentirla e la fischietta per qualche istante. Lascia lo spazio vitale all'angelo in modo che egli possa trovare appoggio nel suo barcollare, lo trafigge con lo sguardo poiché sente che vi è qualcosa che deve sapere. Qualcosa che sicuramente gli cambierà la serata. In bene o in male lo decreterà dopo. Inclina infine il capo.> Trovo che sia più divertente.. <risponde alla domanda tagliando corto.> Visto che era facile? <nota il gesto della mano che si porta al collo e alza un angolo delle labbra, un sorriso che dice più di mille parole. Sa cosa si nasconde sotto la maglia logora dell'angelo, in fondo è la stessa cosa che nasconde lui dietro una camicia inamidata e di un bianco scintillante. Si avvicina al barile e quando Nath è piegato gli poggia una mano sulla schiena continuando il disegno delle sue cicatrici come sentisse esattamente che percorso seguono. Le sente contro le sue, se si concentra un secondo. Chiude gli occhi ed inspira assaporando il rumore tintinnante della fiala che sbatte contro la catena dei pantaloni di Nath.> Dimmi di cosa parla.. Questo film... <sussurra tenendogli appoggiata una mano sulla schiena.> Siamo più fratelli di quel che potessimo immaginare entrambi... <conclude mentre allunga leggermente il collo per osservare i loro profili riflessi sul pelo dell'acqua scura del catino. Distorti e increspati dalla superficie.>

Nathaniel
<muove le spalle come a volersi scrollare di dosso la strana sensazione di ragni che tessono lungo la sua schiena; cerca di modulare il respiro, ma la sua gola è bloccata da un nauseante gusto dolciastro e le sue narici piene di un profumo di fiori in decomposizione. L'aria attorno a lui si è fatta pesante come in una serra, il calore è quasi palpabile mentre sfuma i contorni del panorama e l'acqua sembra più densa mentre riflette la sua espressione da animale in trappola. Si volta a fissare il volto accanto al suo: le linee del viso troppo simmetriche, come assemblate in un immaginario di estetica fredda e surreale, la pelle perfetta tesa in un'espressione studiata. Eppure , da qualche parte, in un fotogramma sconnesso nella sua testa ha visto quegli stessi tratti deformati da rabbia, o dolore, o entrambi; ha visto la maschera spezzarsi prima di essere travolto da altri momenti, da altri ricordi.
Alza una mano per pararsi gli occhi, per bloccare un secondo la scena che non è sicuro si stia svolgendo fuori o dentro la sua testa, a metà movimento, però, allunga la stessa mano verso il caduto, ma la ritrae istintivamente, il palmo appena scottato dal contatto. Fissa la macchia rossa che fiorisce sulla sua pelle, si allunga verso le sue dita per poi diluirsi in un rosa intenso; si aspetta di vedere insetti sgusciare via da sotto le proprie unghie dopo aver risalito le sue falangi. Le note del violino si sono trasformate in un fischio insistente ed è costretto ad inclinare il viso per portarsi la mano libera su un orecchio, ma è inutile: ha perso il filo che lo teneva ancorato alla realtà e le immagini sembrano voler strisciare fuori dal suo corpo affollandosi contro le sue tempie in una serie di dolorosi flash.>

Belial
<può percepire al di sotto della pelle di Nath ogni pensiero, come fosse ad esso collegato da un cordone ombelicale invisibile.> Lo so cosa vedi.. <sussurra. La sua voce è nitida anche se appena sibilata. Ogni singola sillaba schiarita, in modo che l'angelo possa carpirne il significato nonostante lo stato di totale confusione.> Dolore.. Sofferenza.. Rabbia.. Un rabbia che tu non hai nemmeno mai immaginato potesse esistere.. <e' una cantilena salmodiata lentamente mentre si avvicina a Nath e lo sorregge con un braccio intorno alla vita. Un abbraccio fraterno distorto dal sibilo di parole imbrattate di miele che nascondono significati decisamente inquietanti.> E' ciò che ho provato io, sai? La prima volta che siamo incontrati e.. perché mai lasciarti andare così? Senza una motivazione valida.. Tu per me sei.. Speciale.. <sembra ridere, ma è forse è solo il suono del vento mischiato a quel violino lontano e solitario.> Siamo uniti da qualcosa che credevo nemmeno esistesse.. Ti scorre nelle vene in questo momento e ne senti il bisogno.. Lo so.. Che lo vuoi.. <sogghigna dell'ambiguità della sua affermazione senza alcun ritegno.> Hai mai.. Visto un angelo dannato piangere? Gli occhi che pizzicano quel tanto che basta da far impazzire.. Io sì.. E sono certo che ora.. Lo vedi anche tu, proprio qui.. <con la mano opposta gli punta una tempia rigirando l'indice sulla pelle sottile.>

Nathaniel
<mentre il suo cervello sembra vomitare immagini e suoni sempre più confuse e violenti Si domanda come qualcuno possa voler provare, volontariamente un dolore così intenso. Sono lampi che scoppiano nella testa, fracassandoti le tempie con la loro furia e il loro clamore, prima di accorgerti di essere tu la causa di quel suono, la gola arida per le grida. Un dolore vivo, come semi i piantati dentro di te che sbocciano, crescono; fiori di un viola intenso, il colore del sangue nelle vene, si avvinghiano ai tuoi polmoni e li abbracciano succhiandoti l’aria, mentre le loro spine sono spilli che perforano i tuoi organi, nutrendosi di te: sino a quando non vivi per loro e ogni tua azione è sofferenza, ogni tuo pensiero è agonia. Mentre le immagini come una marea recedono in un mero miraggio, un fuoco fatuo che brucia al centro della sua mente, l’angelo si lascia andare ad un singhiozzo, un singolo respiro strozzato, prima di rendersi conto delle sue stesse lacrime che increspano la superficie dell’acqua.> Questo corpo, quest’anima sono fatti per il peso di una sofferenza umana, non questo…non questo.<afferra lentamente la mano del caduto contro la sua tempia e la stringe nella propria fino a sentire il proprio palmo riprendere a pulsare in un sordo dolore che profuma di fiori bruciati> Risparmiami il tuo strazio, qualunque ne sia la causa, io non…<sussurra cercando di distaccarsi da quelle immagini e da quel tormento, ma è contro la sua stessa natura abbandonare il prossimo, contro ogni fibra del suo essere ignorare un’anima sofferente. Si lascia cadere in ginocchio, provato anche fisicamente da quei pensieri che sembrano annientarlo.
Non può fuggire da quei mostri fatti di dolore, da quelle belve affamate di disperazione: non l’ha mai fatto; ha sempre aperto le sue braccia lasciandosi travolgere da essi, confortando la loro desolazione, respirando la loro tristezza finchè di loro non rimaneva che polvere e amarezza. Chiude gli occhi, avvolge la mano del caduto tra le sue e, avvicinandola alle proprie labbra, mormora una preghiera sconnessa, forse per sé forse per l’altro, forse è l’ultima difesa che gli è rimasta. Mentre salmodia parole confuse lascia dondolare la testa che ormai pulsa e brucia come sotto l’effetto di una febbre, infine sembra trovare una momentanea tregua poggiando la fronte che scotta contro le ginocchia dell’altro continuando a sussurrare una litania fatta di respiri e parole spezzate. >

Belial
Tu non..? <sorride socchiudendo gli occhi, sembra godere della musica di violino provenire da lontano. Forse è davvero un violinista del circo che si sta esibendo per i fratelli circensi. Poco importa, l’atmosfera è perfetta. Per lui.> Non credi che il corpo umano sia così.. Fragile? Gli umani sono gli ultimi di una lunga catena di creature, sono le più fragili.. Al loro organismo basta un nulla per autodistruggersi lentamente.. prima una cellula poi l’altra e di nuovo un’altra.. Fino al declino che loro chiamano morte.. Il corpo che abiti quanto era malato? Quanto gli rimaneva da vivere? E’ bastato solo un piccolo virus per farlo infettare.. Il suo sangue.. Era diventato impuro, lo stava portando alla morte.. E questa morte te la sei trascinata fino a qui. Fino al momento in cui non sono arrivato io.. Saresti morto.. Buffo, no? Sofferenza liquida che ti scorre nelle vene come la droga scorreva nelle vene di questo bel corpo.. E’ la sofferenza più sublime che tu possa mai sentire questa.. E ne vuoi ancora.. Io lo so. Sento il tuo sangue che chiama.. Urla e spasima.. Non puoi allontanarti dalla sofferenza che senti perché è il tuo compito… Ma al contempo semplicemente temi di volerne ancora… E ancora… E ancora… Stesso corpo, stesso destino, Nathaniel.. Lo stantuffo che spinge fino in fondo, l’ago nella carne come un cordone ombelicale attaccato a ciò che ti fa uscire dalla realtà e ti trascina in un mondo fatto di morbide ali di fata e colori accesi… E’ uno spettacolo a cui non assistevo da tempo. Sei speciale.. Davvero.. Davvero speciale.. <gli stringe la mano in una presa fraterna. O almeno sembrerebbe visto da fuori, ma scavando in profondità non si vedrebbe altro che sofferenza, dolore e lacrime. Con la mano opposta gli sfiora una guancia e con il pollice compie giri concentrici, quasi volesse consolare l’angelo da tutta quella confusione. La camicia di Belial è talmente fradicia di sangue che ormai sono poche le chiazze rimaste pulite.> Devi solo dire che lo vuoi.. <suona tanto ambiguo, quanto raccapricciante.>

Nathaniel
<le parole del demone spezzano le sue preghiere, non è più cosciente se stia pregando per il suo corpo, per l'anima dannata che gli sta di fronte o forse per la sua stessa anima. Le lacrime bruciano come acido sul suo viso martoriato e vorrebbe solo chiudere gli occhi, riposare, sognare in un letto di rampicanti mentre lo ricoprono e lo soffocano, lentamente, nel loro abbraccio. Se l'assoluzione, il perdono, venissero sotto forma di una fialetta d'argento berrebbe da quel calice, ma l'indulgenza che porta appesa al collo ha un prezzo più alto da pagare.
L'odore di fiori e fumo lo avvolge, reclina la testa, perché sa che ha già dichiarato la sua resa, sa che non può distaccare la sua anima dal corpo che la ospita e quello stesso corpo, carne e sangue: ha già deciso. Vuole continuare a sognare, sprofondare in quel profumo nauseante, respirare quel fumo acre, sentire quella linfa scorrere nelle proprie vene: non è la strada per il paradiso, ma verso un Eden artificiale fatto di piante carnivore che divorano la tua pelle con i loro petali osceni fatti di carezze al veleno . Eppure, a che pro privarsi di esso? Non è forse quello stesso fine che va perseguendo la sua anima? Uno stato di catatonico oblio ed è così stanco di lottare.
Porta una mano al collo, accarezza la catena che riposa sulle sue scapole, nel punto in cui la fiala tocca il petto si è formata come una venatura scura sul suo corpo, un livido violaceo che macchia il suo petto. Con dita tremanti l'accarezza prima di strapparla via in un gesto deciso e fissa con occhi febbricitanti la superficie lucida come l'olio.
Porta l'altra mano alla propria guancia, copre quella dell'altro per poi allontanarla da sè mentre poggia nel palmo aperto del caduto la fiala. Adagio, chiude le dita di Belial sopra il ciondolo, tiene il pugno del caduto stretto tra le mani mentre abbassa il capo, posa delicatamente le proprie labbra sulle nocche pallide e perfette dell'altro mormorando un "amen" leggero come un bacio contro la pelle fredda del demone.>

Belial
<si umetta le labbra dopo aver parlato, quasi volesse assaporare sino all’ultima goccia le parole che ha riversato sul povero Nathaniel. Le cicatrici ormai aperte che vomitano sangue scuro sulla camicia, ma non sembra più farci caso. E’ quello che cerca, è quello che vuole, in fondo. Piega le ginocchia fino a trovarsi col viso di fronte a quello di Nath e gli posa le labbra sulla fronte.> Condivideremo questo dolore per renderlo solo nostro.. Unico.. Verrai con me in un mondo che non ti saresti nemmeno mai sognato che esistesse.. Te lo prometto.. <sussurra contro la fronte pallida oltre l’innaturale dell’angelo. Parole sussurrate tanto piano che si perdono nell’aria intrecciandosi con le note del violino lontano.> Amen.. Fratello.. <porta una mano dietro il collo di Nath sino a spingerlo contro di sé. Fino a che i suoi occhi non incontrano quelli dell’angelo. Gli occhi di Belial sono estremamente chiari, lucidi. Una lucentezza piena di dolore desiderato fino a che non fa male nel profondo. Dentro e fuori nella completezza di un sentimento cui Belial ha dedicato l’intera esistenza. Sentirlo dentro di sé, ora, è come ricevere dell’ambrosia sulle proprie labbra. Cola fino all’esofago e poi entra nello stomaco e lo riscalda con note dolci. Il volto di Belial è vagamente umido una volta che strofina una guancia contro le labbra di Nath per umettarle, quasi lo volesse abbeverare con la propria sofferenza. Prende infine la fiala e la stringe con forza nel pugno e raccoglie quel liquido tanto raro quanto prezioso. Solo poche gocce entrano nella fialetta, ma non è ancora finita: il resto verrà terminato nella propria stanza con la dovuta calma. Prende l’angelo sotto le spalle e lo appoggia contro il morbido fieno.> Ora dormi… Mio caro fratello..

Nathaniel
<il sapore acuto del sale sulle labbra bruciate mentre le sue palpebre si chiudono, occhi freddi e taglienti come frammenti di vetro l'ultima immagine impressa nella sua mente. Lo sguardo di una bellezza affilata come la raffinata lama di un rasoio: anche fissarla troppo a lungo ha un prezzo; puoi sentirla penetrare nelle tue iridi, nei tuoi pori, tagliare in profondità la tua carne per tatuarsi suoi tuoi tessuti.
E' questo che sente scorrere nelle proprie vene: non un liquido alieno, ma quegli stessi frammenti di vetro: fluttuano nella corrente del suo sangue, trascinati dalla sua stessa vergogna. Poi è solo silenzio e un respiro tiepido vicino al suo orecchio, un soffio leggero impregnato del profumo di fiori velenosi e e dell'eco di promesse sottili e delicate come aghi.>


Belial - Nathaniel



Edited by RebelGrrrl - 11/4/2012, 22:41
 
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Alis3
view post Posted on 17/4/2012, 16:45




[Qualche settimana fa, dopo l'incontro di Adam con calen, in una locanda al villaggio.]

ADAM
<arrivato alla locanda nella quale si trovava Eve, accompagnato da Calen, Adam http://i2.listal.com/image/1655527/600full...ll-giardina.jpg stava salendo le scale per recarsi da sua sorella. L’elfo gli aveva raccontato come erano andate le cose. Sapeva che era un miracolo se lei si era salvata e, ancora, sapeva chi era stata a procurarle quella ferita mortale. Non voleva più nemmeno chiedersi il motivo perché, qualunque esso fosse stato, non c’erano giustificazioni. Stando al racconto di Calen, Eve non meritava quella sofferenza. Era un angelo anche lei e, nonostante sapesse che lui e sua sorella avevano preso strade differenti –non lo ricordava, ma lei viveva a PoE-, non era giusto quel che le era capitato. Non era giusto che lui non si prendesse cura del sangue del suo sangue. Della sua gemella. Arrivato dietro la porta, esitò un attimo prima di bussare perché non sapeva quale scenario aspettarsi. Avrebbe potuto resistere a un altro duro corpo come quello di vedere il corpo di Eve martoriato? Abbassò la testa, sospirando. Poi aprì la porta> Eve, sono Adam.. <nella stanza regnava il silenzio>

EVE
<lei riposava da quando Calen era uscito dalla stanza...odiava restare a letto costantemente e non poter uscire...ma doveva riconoscere che aveva ancora bisogno di riposo, quindi anche se di malavoglia si costringeva a rimanere buona a letto e a non fare sforzi. Era distesa sotto le coperte con la fasciatura alla schiena che le circondava anche il petto e sopra una camicia da notte delicata bianca con pochi ricami, niente di troppo vistoso. Appena il ragazzo bussò alla porta si svegliò, sbattendo un paio di volte gli occhi smeraldo ma senza voltarsi per vedere chi stava entrando in quel preciso momento, per lei era abbastanza chiaro di chi si trattasse> Calen... sei già di ritorno? <una vocina debole e un po' confusa dal sonno, e subito dopo un respiro profondo di chi appunto si sta riprendendo dal sonno, solo che quando sente chi è veramente le viene da girarsi di scatto verso la porta...pessima scelta...perchè le prende una fitta alla schiena e socchiude gli occhi tentando di nascondere la smorfia di dolore sul viso con scarso successo> A..adam... sei...sei tu... <prende un respiro da una parola all'altra tenendo un attimo gli occhi chiusi...odia farsi vedere debole e soprattutto dal fratello poi> non..non mi aspettavo venissi..<però né è felice..non se lo aspettava perchè appunto non sapeva lei dove fosse e poi non si ricorda di lei anche se sa della sua esistenza>

ADAM
<entrò nella stanza, chiudendosi la porta alle spalle. Non riusciva ad orientarsi molto bene, ma riconobbe presto la figura di Eve distesa di spalle e coperta. Avanzò verso il letto, finchè non capì che era sveglia. Scosse la testa> No, Calen è rimasto di sotto. Credo volesse lasciarci un po’ di privacy.. <sorrise. Poi la raggiunse, di scatto quando capì che stava per voltarsi. Calen gli aveva detto dov’era ferita e sapeva quanto potesse essere fatale la punta di una freccia> No, Eve.. <ma ormai era tardi e lei si era voltata> .. non avresti dovuto girati in quel modo. <scosse la testa, preoccupato, appoggiandole una mano sulla guancia mentre la guardava dall’alto. Leggeva la sofferenza sul suo volto e, quelle stesse emozioni, si riflettevano nel suo> Se lo avessi saputo prima sarei corso qui, Eve. Mi dispiace averti lasciata da sola in tutto questo. <sapeva che lei non era da sola. Sapeva che aveva Calen ma, sapeva anche, quanto per lei dovesse essere importante avere il proprio fratello accanto. Dopotutto lui, in quel momento, si sentiva completamente solo. Se si fosse ricordato di lei, forse, sarebbe stato diverso. Si sedette sul bordo del letto e le prese la mano per stringerla tra entrambe le proprie. Poi la baciò> Mi dispiace davvero.. <e si riferiva un po’ a tutto. Allo stato in cui era ridotta. All’averla lasciata sola. All’essersi dimenticato di lei. Chiuse gli occhi, tenendo sempre la mano della sorella vicina alle sue labbra>

EVE
Va...va tutto bene... <non era vero e le faceva male la ferita per il modo in cui si era girata, ma non era preoccupante ecco e non voleva lui si preoccupasse o che la vedesse stare male, socchiuse gli occhi un secondo poggiandosi contro il cuscino stavolta facendo attenzione a non fare movimenti bruschi e sorrise appena per la carezza di lui> perchè avresti dovuto? in fondo tu... anche se sai chi sono non ricordi... <sospirò, era la cosa che più le faceva male forse...il fatto che adam non ricordasse assolutamente niente della sua gemella> avrei potuto farti chiamare, mandarti un biglietto ma... <scosse piano piano la testa> ho pensato che..non sarebbe stato giusto...<in fondo lui probabilmente non si ricordava nemmeno i sentimenti e l'affetto che prova per lei quindi non le è sembrato il caso di chiamarlo, dopo il bacio alla mano che lui continuò a tenere vicino al suo viso lei cercò di sdrammatizzare, gli diede un piccolissimo pizzico alla guancia con la manina che ancora lui teneva vicino e sorride> non fare quella faccia... non sono ancora morta.. hai ancora il tempo di ricordarti di me... e guarda che ci conto.. <lo guardò dritto negli occhi con i suoi smeraldo identici a quelli della madre e in qualche modo anche se cercava di sdrammatizzare si notava che in quell'affermazione qualcosa di serio c'era>

ADAM
<annuì, pur riconoscendo che non stava così bene come lei stessa diceva> E andrà meglio Eve, vedrai che riuscirai a riprenderti completamente.. <lui lo sperava e avrebbe fatto di tutto per aiutare il sangue del suo sangue> Perché non avrei dovuto, invece? <scosse la testa,continuando a tenere la sua mano vicina alle sue labbra> Il fatto che io non abbia i ricordi che mi legano a te, non vuol dire che non riconosco l’importanza del legame tra due fratelli. Se fossi stato io al tuo posto, ti avrei voluta accanto Eve.. avresti dovuto farmelo sapere. <sicuramente non avrebbe potuto fare nulla più di quello che aveva fatto Calen, ma per lo meno, avrebbe potuto donarle l’affetto che un fratello può dare alla propria sorella. Dopotutto loro due erano da soli. Erano l’unica famiglia che avevano. Chiuse gli occhi, ripensando un momento ai loro genitori. A lui mancavano e, in una situazione come quella, una madre sarebbe potuta essere la cura per ogni male. Sospirò, riaprendo gli occhi> Puoi scommetterci. Troverò qualcuno che possa ridarmi ciò che ho perso. Ammetto che ultimamente non è un buon periodo nemmeno per me.. <lei sapeva che aveva smarrito la sua grazia> .. ma non lascerò che quei ricordi vadano smarriti. Te lo prometto. <si chinò su di lei per baciarle la fronte. Poi si sollevo per guardarla negli occhi e sorriderle> E’ sorprendente quanto tu le somigli. Vorrei che fosse qui adesso.. <parlava di Diantha, naturalmente>

EVE
<piano piano riuscì a sorridere più convinta man mano che il dolore alla schiena si attenuava> Oh lo so... e tornerò ad essere la sorella fastidiosa che sono sempre stata... <però appunto poi si ricordò che lui non aveva ricordi della sorella fastidiosa che lei era stata e sospirò alla sua domanda successiva> riconoscere il legame tra fratelli non è la stessa cosa che provarlo... <abbassò lo sguardo smeraldo scuotendo piano la testa> ma non è colpa tua e... sì... avrei dovuto fartelo sapere..hai ragione.. <difficilmente dà ragione al fratello è un evento storico! peccato che lui non ricorderà che non lo fa spesso> lo so... è un pessimo momento lo immagino... non solo hai perso la memoria, ma anche parte dei ricordi... e... non so...qualcosa mi dice che hai perso anche qualcos'altro che ancora non so... <in fondo lo conosceva, lui non poteva più dire il contrario ma lei sì invece e qualcosa le diceva così, ma non lo forzò a parlarne, dopo il bacio alla fronte si appoggiò alla spalla del fratello con il capo e chiuse gli occhi> probabilmente le sarebbe venuto un colpo a vederci così...<lei ferita e che era stata sul punto di morire, lui senza parte di ricordi e senza grazia, sì probabilmente a diantha sarebbe venuto un colpo eccome xD> ma forse anche io vorrei che fosse qui... <almeno provare il conforto di una madre...una cosa che non aveva mai provato e le serviva, ma un pezzo della sua famiglia però era lì, il pezzo più importante direi, l'unico che c'era sempre stato e che era sempre una parte di lei. Lo strinse in un abbraccio debole senza guardarlo negli occhi semplicemente rimanendo appoggiata al suo braccio con la testolina> non stringere troppo... <era una richiesta di abbraccio? probabile...ma non lo avrebbe mai ammesso apertamente e richiesto>

ADAM
<ricambiò quel sorriso, contento di vederla reagire. Se l’avesse ricordato, avrebbe saputo che Eve non era solita abbattersi. Ma non era così, quindi penso che era molto coraggiosa> Sinceramente, Eve..preferisco una fastidiosa sorella al non averne affatto il ricordo. E in ogni caso, non è la stessa cosa, hai ragione.. eppure sono qui e sono disposto ad aiutarti per quel che può servire. <sospirò pensando al discorso che gli aveva fatto l’elfo che, confidandosi con lui, gli aveva rivelato che aveva chiesto alla sorella di sposarlo> Calen è stato davvero bravo con te. Ti ama molto e dovresti ritenerti fortunata ad averlo al tuo fianco. Non potrei sperare di meglio per te di un marito come lui.. <fu inevitabile ripensare a Guen, quindi. Erano giorni che la cercava ed era lei il suo principale motivo di sofferenza> E non solo Eve. Sai.. <sospirò, tenendo lo sguardo basso mentre le parlava. Si sentiva in colpa per quello che aveva fatto a Guen e anche affrontare lo sguardo della sorella risultava complicato> .. ho conosciuto una ragazza. Una ragazza davvero speciale ma, da completo imbecille, ho rovinato tutto. E’ una storia lunga, molto lunga e non voglio annoiarti.. ma ho fatto un casino e adesso lei è sparita. Sono giorni che la cerco ma niente. Non c’è.. <si strinse a lei, regalandole quell’abbraccio attento e allo stesso momento delicato. Gli piaceva sentirla vicino, si sentiva completo con Eve> Lo vorrei tanto anche io.. <avere lì sua madre. ricambiò l’occhiata e poi le sorrise, dolcemente> Ma ho te e so che in qualunque caso potremmo sempre contare l’uno sull’altra. Perché è così che fanno i fratelli vero? <almeno lui sperava di averlo sempre fatto per lei. E in realtà era così>

EVE
<rise piano piano alla prima affermazione del fratello...almeno la prendeva bene quando non si deprimeva perchè lui non si ricordava di lei> Ridimmelo quando avrai riacquistato i ricordi che preferisci una sorella fastidiosa al non averne affatto... <lei sapeva che effettivamente era così, ma non erano soliti dirselo però apertamente> comunque... grazie per essere qui... <lo disse velocemente schiarendosi la voce subito dopo come se non volesse darci troppo peso e sorrise subito per le parole su calen> Infatti è così... mi ritengo molto..molto fortunata ad averlo al mio fianco... e ovviamente non perchè mi ha salvato la vita...<non solo infatti...ma proprio perchè lo amava anche lei e moltissimo> però prima di poterci sposare mi sa che il mio testimone dovrà fare una piccola cura per sua la memoria...vorrei che sapesse chi solo almeno... <chiaramente si riferiva a lui...anche senza dirlo apertamente...ma d'altronde se adam avesse avuto memoria avrebbe saputo che non poteva esserci nessun altro che lui al posto di testimone, fece poi una lunga pausa mentre ascoltava cos'altro aveva perso adam e sospirò scuotendo la testa> lo sapevo che si trattava di altro... ho solo una domanda da fare prima che mi racconti tutto...perchè ora sai che mi racconterai tutto...<anche se brevemente ormai aveva destato la sua curiosità..e poi i problemi d'amore di adam già una volta si erano rivelati pericolosi ed è ovvio che ora lei voglia tenersi aggiornata sempre e comunque> lei lo merita? merita che tu ti senta così? merita le tue attenzioni e i tuoi sentimenti? o è una seconda Ginevra...<è chiaro per lei che ginevra non meritava proprio nulla di tutto ciò per come lo aveva trattato, intanto si perse in quell'abbraccio senza staccarsi e stringendosi un pochino di più a lui senza ancora guardarlo> non c'è bisogno nemmeno di dirlo Adam... noi non ce lo diciamo...ma ci siamo sempre sì...

ADAM
<lui cercava di sorriderle, anche se aveva davvero poco per cui essere felice. La sua vita stava andando a rotoli e, sapere che lei era stata ferita, era stato il colpo di grazia> Da come lo dici, sembra che io non abbia mai detto nulla di simile prima d’ora. Non mi stupirei, sai? So che quando sono in possesso della mia grazia so essere molto stronzo.. <aveva anche imparato ad imprecare, ma questo ad Eve forse non dispiaceva completamente> Già. Anche lui ti ama molto. <e non poteva che provare una sorta di invidia per loro due, anche se in ogni caso ne era felice> Stai parlando di me? Oh.. <non se lo aspettava, appunto perché lui quei ricordi non li aveva e non poteva sapere di essere l’unico per lei> .. allora vedrò di sbrigarmi a trovare una soluzione, non voglio che ritardiate la data per me, anche se tu dovresti prima pensare a riprenderti completamente.. <le accarezzò la testa, stando a sentire quello che Eve aveva da dirgli. In realtà non sapeva da dove iniziare con la storia, ma su una cosa era certo. Guen non era affatto come Ginevra. Tra lui e Guen era nato tutto così spontaneamente e in maniera così pulita, che non c’era proprio da fare paragoni con l’altra vampira con cui aveva un patto di sangue> In realtà credo di essere io a non meritare lei, Eve. E’ una ragazza che non ha nulla a che vedere con Ginevra. E’ timida, riservata, mi comprende e io con lei non sento di sbagliare. Anche se ho fatto un guaio. L’ho allontanata da me per la paura che, una volta tornato angelo, io potessi ferirla. <si passò una mano tra i capelli, scuotendo la testa prima di riappoggiarla a quella della sorella> Sono stato un’imbecille e adesso ho la sensazione di aver rovinato la cosa più bella che potesse capitarmi..

EVE
Infatti non lo hai mai detto... ma non conta cosa si dice no? basta cosa si dimostra...a me basta... <ed era vero, d'altronde non gli aveva mai nemmeno detto che gli voleva bene lei a lui, ma era palese che fosse così...non c'era bisogno di dirlo> e poi sentirti dire che sei stronzo non ha prezzo te lo assicuro! <appunto perchè di solito non imprecava xD infatti ride portandosi una mano alle labbra e smettendo poco dopo per rispondere al resto> tranquillo...non c'è niente da ritardare...non ne abbiamo ancora riparlato...non c'è nulla di definitivo e...nemmeno una nuova proposta...<insomma calen glielo aveva proposto di getto quando lei pensava di stare per morire e voleva sposarla lì su due piedi...ma non le ha fatto una proposta nuova per un matrimonio nel senso classico del termine> ci sarà tempo sia per riprendermi che perchè tu trovi la memoria... e non fare quella faccia! non ci sarebbe nessun altro al posto tuo Adam...<e non è detto nel senso che visto che non c'è nessuno tanto vale ci sia lui, ma lo disse proprio inteso come non avrebbe mai potuto pensare a nessun altro che non sia stato adam, era importante per lei e lui lo avrebbe saputo in normali circostanze. Sentì poi il resto senza interromperlo per niente e assumendo un'espressione seria mano mano che lui raccontava> Prima di tutto... se cominci col pensare che non la meriti..non la avrai mai... <ecco hai sbagliato fin dall'inizio adam! XD> e seconda cosa...sì..sei un emerito imbecille...<bello sentirselo dire dalla sorella *_* ma si sa che lei non ha mai avuto problemi a dirglielo apertamente> ma se veramente lei ha provato e prova qualcosa per te hai modo ancora di rimediare... hai sempre sbagliato con la tua assurda paura Adam... <anche quando lei si fidanzò all'inizio insistendo che era un angelo e non poteva permetterselo> se vuoi veramente che lei ora creda nei tuoi sentimenti devi metterla da parte...<la paura non guen ovviamente> devi dimostrare che sai lasciarti andare e forse sarai ancora in tempo per non perderla...forse...<è il forse che immagino che preoccupi °°>

ADAM
Conta cosa si fa, si. e spero di avertelo dimostrato almeno con i fatti.. <lo aveva fatto anche in quel momento, andando da lei nonostante non avesse i ricordi e nonostante stesse cercando Guen per tutta l’isola. Non avrebbe mai potuto ignorare il fatto che sua sorella, la sua gemella, fosse stata ferita a morte> E questo è niente, dovresti sentirmi quando impreco davvero. Sono diventato vergognoso, ma non posso farci niente. Sono un fatato in tutto e, a quanto pare, i fatati non si fanno scrupoli ad imprecare soprattutto se risiedono a PoE.. <continuò a tenerla stretta a se, facendo attenzione a non farle male. Annuiva mente parlava di Calen, perché lui sapeva che l’elfo aveva avuto davvero serie intenzioni di sposare sua sorella, ma riconosceva che non spettava a lui dirlo> In ogni caso credo che Calen sia davvero un bravo ragazzo e io sarei felice di testimoniare per il vostro amore, Eve. Non credo ci sia nulla di più bello al mondo di un amore consolidato.. <cosa che lui, evidentemente non aveva perché troppo condizionato dalle sue paure. Sospirò, stando ad ascoltare quanto lei avesse da dire a riguardo. Poi la guardò con espressione infinitamente triste. Lei gli mancava molto> Io non so più nemmeno cosa pensare. So che lei si è fidata di me. So che non lo aveva mai fatto con nessuno prima e io ho preso la sua fiducia e l’ho praticamente calpestata. Mi sono lasciato trascinare da una persona che pensavo ne potesse sapere più di me su di lei.. <dato che Ephram era lo zio> .. e ho capito troppo tardi che l’unica persona che doveva scegliere era lei. <sospirò, abbassando lo sguardo> Lo so, Eve. Sono un imbecille ma non voglio arrendermi. Non voglio credere che lei non abbia provato le stesse mie sensazioni. Le abbiamo condivise e se sono riuscito a renderla felice anche per un solo istante, sono certo che posso farlo ancora. La troverò e poi troverò un modo per riconquistare la sua fiducia..

EVE
Certo che lo hai fatto... te l'ho detto l'altra volta no? hai rinunciato al paradiso e alla tua vita per la mia... <e forse forse tutti sti problemi che stava avendo anche in quel momento erano determinati da questa scelta fatta per lei e lei ci pensò appunto ma evitò di dirlo, abbassò solo un momento gli occhietti ma subito dopo tornò a sorridergli come niente fosse> e poi ora sei qui... ti servono altre prove? <rise appena quando sente delle imprecazioni> scusa ma mi fa sinceramente strano che tu dica parolacce e imprechi...mi chiedo se sia una cosa di tutti i fatati...<no ma ce la vediamo a diantha che impreca e dice parolacce? xD> Allora quando sarà il momento fatti trovare tutto intero e possibilmente con tutti i tuoi ricordi al solito posto... <sorride appena per poi tornare seria non appena lui torna a parlare della ragazza che ha perso ascoltandolo e facendo un sospiro tra una frase e l'altra> Io lo so che volevi farlo a fin di bene... e soprattutto so cosa c'è dietro tutto questo... <l'esperienza dei loro genitori, una vita passata a crescere in paradiso come soldato e la consapevolezza di sapere com'è la sua natura...non che la recente esperienza con Ginevra...son tutte cose che secondo lei sono attenuanti e sono alla base delle paure e del modo di reagire di Adam> va bene hai commesso un errore... chi non commette errori? lo sai meglio di me..siamo tutti imperfetti...<tranne Dio in persona appunto> ed è ovvio che non devi arrenderti... non ti azzardare ad arrenderti! <gli punta anche un ditino contro minacciosa ma con un piccolo sorriso sul volto> cerca solo di farle capire che sbagliare è normale, <certo dipende dagli sbagli, alcuni sono imperdonabili ma a lei non sembra questo il caso> ma hai capito il tuo errore e non vuoi perderla per un solo errore... che potresti ancora renderla felice...se prova qualcosa per te non ti negherà una seconda occasione...

ADAM
Si me lo hai detto.. solo che io non lo ricordo. Non mi sembra nemmeno possibile che il me stesso di prima abbia potuto fare una cosa del genere.. <beh, non gli sembrava possibile perché in quel momento, non poteva capire fino in fondo cosa volesse significare provare amore fraterno. Anche se si, era lì con lei. Infatti annuì> No. Non mi serve alcuna prova.. <cercò di sorriderle come poteva, cercando di consolarla con il suo fraterno abbraccio> Per quel giorno sarà nuovamente il tuo salvatore. Con tutti i ricordi al loro posto. E’ una promessa.. <come avrebbe fatto, ancora non si sapeva. Ma sicuramente a Return qualcuno in grado di aiutarlo c’era. Doveva solo scoprire chi. Ma adesso era concentrato sull’ultimo sconvolgimento della sua vita. Eve aveva ragione ad attribuire le sue paure a quello che era accaduto ai loro genitori. Chi meglio di lei avrebbe potuti capire, dopotutto? Aggrottò la fronte> Certo che lo sai. Sei mia sorella e sai cosa ha dovuto fare un angelo che si era innamorato e aveva messo su famiglia. Io non volevo che lei, un giorno, si potesse trovare di fronte a quello che ha dovuto passare nostra madre. Ma spettava a lei scegliere, non a me. Per questo sono stato uno stupido ed è per questo che sarà davvero difficile conquistare nuovamente la sua scarsa fiducia nel prossimo.. <appoggio la guancia sulla testa di Eve e chiuse gli occhi> .. io.. credo di essermene innamorato. <era la prima volta che lo diceva ad alta voce di fronte a qualcuno. Ma gli era venuto spontaneo. Gli era venuto da cuore>

EVE
Ah non ti sembra possibile eh? Ma grazie mille! <intende che non gli sembri possibile che lui ha rinunciato al paradiso per non farla morire, però rise e gli diede un pugnetto debolissimo sul braccio mentre lo disse..si vedeva che non era arrabbiata...sa in che condizioni era lui e a parti alterne non avendo alcun ricordo e alcun amore fraterno forse lei avrebbe reagito in maniera molto, molto diversa...forse nemmeno sarebbe lì al posto suo> E so che le promesse le mantieni qualsiasi natura tu abbia e qualsiasi ricordo abbia perso...<riferito alla promessa di lui di essere sé stesso e con i ricordi di lei per quel giorno, abbassò solo lo sguardo quando sentì la storia della loro famiglia> Già... chi meglio di me lo sa... però questo non mi ha impedito di trovare l'amore a mia volta...<guardò il fratello sospirando profondamente> lasciati andare Adam...ed andrà bene...<si appoggiò anche lei a lui ma la frase successiva la fece spostare di scatto spalancando gli occhioni smeraldo> innamorato? davvero? <piano piano si aprì un sorriso sulle sue labbra e con entrambe le manine lo spinse per il braccio debolmente cercando di farlo alzare dal letto> allora cosa aspetti? alzati... non è a me che devi dirlo..vai a cercarla! diglielo Adam..diglielo! <era sicura che se anche lei provava quello per suo fratello non sarebbe stata indifferente e lei era felice che per la prima volta Adam si fosse lasciato andare così...tutto ora stava nel dirlo alla persona giusta...e sperare ricambiasse.>

ADAM
<sembrava essere pentito per quanto aveva detto, non voleva essere sgarbato ma conosceva il distacco che poteva avere quando era completamente se stesso> Scusami, non volevo offenderti è che io.. <sospirò, passando una mano sulla guancia di Eve per carezzarla delicata mentente, aveva capito che lei stava solo scherzando ma lui si era pentito comunque per aver detto quelle parole ad alta voce. Gitò la testa per guardarla, annuendo> Già, le mie promesse. Ultimamente faccio un po’ fatica a mantenerle.. <naturalmente si stava riferendo a quanto era accaduto con la drow vampira> .. ma ci sto lavorando e vedrai che troverò chi mi possa aiutare a mantenere questa.. <scosse la testa quando lei lo guardò quasi stupita> Non riesci a crederci, vero? Nemmeno io. E’ la prima volta che lo dico ad alta voce. Ma sai, questa è una situazione un po’ differente. Non credo che lei voglia sentirselo dire prima che le cose siano tornate apposto. Sempre ammesso che io la trovi e che riesca a parlarle.. <non era abituato a gestire certe situazioni, erano del tutto nuove per lui. Però si alzò dal letto e si piegò su di lei per baciarle la fronte> Non faccio altro da giorni, Eve. La sto cercando disperatamente.. <e non avrebbe di certo smesso. Le sorrise, un sorriso spento e triste> Andrò a cercare Calen. Tu cerca di rimetterti presto.. <e così dicendo si avviò alla porta. Non sapeva se avrebbe trovato Guen quella sera. Non disperava ma sapeva che sarebbe stata un’impresa ardua. Chiuse la porta alle sue spalle e poi chiuse gli occhi. Quello che lo aspettava ora non era più nelle mani di un dio superiore a tutti. Era nelle sue mani e lui, era pronto ad andare incontro al proprio destino. Era pronto a lasciarsi finalmente andare e smettere di avere paura>

Adam & Eve
 
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Alis3
view post Posted on 27/4/2012, 02:03




[Lunedì notte, dopo l'incontro di Amon con Calen]

L'angelo biondo stava aspettando il suo ragazzo già da qualche ora, era alla locanda, aspettava...aspettava... Calen non mancava mai un appuntamento, Calen non era mai in ritardo...aveva una strana angoscia... paura, eppure si ripeteva che non era niente, magari ha incontrato suo fratello e si è fermato al suo negozio a parlare, magari ha avuto un contrattempo, forse doveva svolgere delle commissioni...doveva essere così...era sicuramente così e allora perchè quell'angoscia?
Uscì fuori, sul balcone della stanza e si appoggiò alla ringhiera scrutando la strada dove sapeva sarebbe dovuto giungere il suo elfo, illudendosi così che questo bastasse a farlo giungere prima, eppure non lo vedeva, i minuti passarono e non lo vedeva arrivare.
Qualcosa però vide avvicinarsi...un uomo, qualcosa di rosso, come una macchia si espandeva dalla sua spalla, anche in lontananza quel rosso vivido era visibile, non era Calen, riuscì a distinguere il colore scuro dei capelli, anche se mano a mano che si avvicinava vide che sull'altra spalla aveva un arco e una faretra...aggrottò la fronte guardandolo meglio, si sporse oltre la ringhiera più che poteva e vide meglio ad ogni passo del ragazzo, la spalla era ferita, ecco tutto il sangue cos'era...aveva una fasciatura fatta alla meglio, sembrava mal messo eppure camminava, e... un particolare la colpì come un pugno allo stomaco, le frecce, la faretra...l'arco...non erano armi comuni, erano quelle di Calen...lei lo sapeva, le conosceva come le sue tasche, non si sarebbe potuta cofondere. Il cuore le salì in gola e mano a mano che lui si avvicinava batteva più forte mentre il pensiero correva a migliaia di possibili situazioni, anche orribili che le spezzavano il cuore, che spiegassero perchè aveva lui le armi di calen ed era coperto di sangue.
Il demone intanto alzò gli occhi al cielo, la presenza di un angelo che lo osservava, per quanto quell'angelo non appartenesse più al paradiso riusciva a sentirla, le anime non potevano sfuggirgli in nessun senso, sorrise fermandosi sulla strada...da quando era diventato così fortunato? Non la stava nemmeno cercando, aveva minacciato il suo ragazzo ma non aveva idea di dove lei fosse e invece era lì...a sua disposizione, in vista...era decisamente la sua notte fortunata, alzò una mano, quella con la spalla sana, l'altra era miracolo riuscire a muoverla e la salutò, la ricordava bene... quell'angelo dagli occhi smeraldo che lo aveva aiutato a sapere di elise quando aspettava ciel e potè informare Sorat sul parto grazie al suo aiuto, ma ora era passato tanto tempo e lui non era mai stato un tipo riconoscente. “Eve... ora entrerai in camera e mi aprirai la porta della stanza... dobbiamo parlare.” Anche la ragazza lo riconobbe, lo aveva incontrato una sola volta e di certo non lo aveva aiutato per generosità, ma riscuotere un favore in questo mondo era la moneta di scambio più forte che ci fosse, solo che ora tutto questo non aveva importanza...era successo una vita fa, ancora prima che lei conoscesse Calen...ora solo una cosa era importante lui aveva l'arco del suo ragazzo, era ferito e Calen non era con lui...era terrorizzata e il fatto che conoscesse Amon o no non era per niente importante, le parole del demone però le udì comunque e anche se non voleva, non voleva che entrasse lì ma anzi avrebbe preferito uscire, correre a cercare lui, chiedergli dove fosse... non poteva farlo...quelle parole erano diverse, se ne accorse...non era affatto una richiesta, non aveva scelta. Entrò in camera e si avviò alla porta per aprirgliela...aspettò alcuni interminabili minuti, il cuore non smetteva di battere all'impazzata...aveva un solo pensiero in mente, non quello che stava per succedere, non quello che poteva farle, ma Calen...solo lui, sempre lui.
Ci mise più del necessario per riuscire a raggiungere la camera dell'angelo, entrò alla locanda, barcollava appena, aveva perso molto sangue e continuava a perderne anche se non moltissimo dopo che si era fasciato con un pezzo di tessuto dalla sua stessa maglia, nel tentativo di fermarne la fuoriuscita. Ma il dolore, quello non poteva fermarlo e ora era la cosa che più lo spingeva a salire in quella camera, il dolore sì, ma quale? Quello alla spalla? Era solo la sete di vendetta per quello? O c'era una rabbia e un dolore più profondo che nemmeno con sé stesso voleva ammettere? scosse la testa per spazzare via ogni pensiero e annebbiamento che in quel momento lo rallentavano e deciso arrivò alla porta della stanza appena socchiusa con la ragazza bionda che guardava oltre la porta il demone che si stava avvicinando. Lui spalancò la porta non curandosi che questa andò per poco a sbattere contro il fianco della ragazza, ma lei non si curò minimamente del dettaglio e subito lo incalzò con le domande “Dov'è lui? Che gli hai fatto? ...devo andare da lui!!” per qualche secondo il demone non rispose, sospirò solamente come infastidito da quelle domande, la sua mente in quel momento non poteva tollerare tante domande tutte insieme e il tono preoccupato e distrutto di lei... gli ricordava cose che non voleva sentire, che non voleva pensare... “Zitta... non andrai da nessuna parte finchè non lo dirò io...” e anche questo non era un consiglio..non si sarebbe mossa da quella stanza purtroppo. Lui si avviò all'interno della camera spostandola e dirigendosi dritto verso il bagno, ma quell'angelo non era il genere di angelo composto e sereno che aspetta il suo destino inerme, non poteva uscire dalla stanza vero, ma qualcosa doveva fare...non sarebbe rimasta lì aspettando che Amon le facesse chissà cosa..soprattutto perchè calen era là fuori e lei voleva rivederlo...sperava, pregava addirittura dentro di sé di poterlo rivedere. Appena il demone le diede le spalle afferrò la lampada sulla cassettiera e si avventò contro di lui pronta a colpirlo alla testa..pronta a tramortirlo, ucciderlo se necessario, pur di scappare al suo potere ma così non andò...lui si voltò in tempo mettendo il braccio tra sé e la lampada facendola così andare in frantumi ma senza l'effetto auspicato dalla ragazza...le afferrò poi il polso facendole cadere l'arma improvvisata dalla mano, lei urlò cercando di divincolarsi...ma quanta forza ancora aveva lui in corpo per fermarla? Non aveva perso abbastanza sangue da non riuscirci? Effettivamente no... non era in piene condizioni fisiche ma riusciva comunque a tenere testa ad un'angelo esile come Eve, la spinse all'indietro con forza con il braccio stesso con cui le teneva il polso e la lasciò cadere all'indietro sulla cassettiera, la forza con cui ci era finita contro era tale che tutti gli oggetti rimanenti caddero in pezzi sul pavimento..lei gli urlò contro..non aveva intenzione di cedere... “Devi dirmi dov'è?! Che gli hai fatto?! Lasciami andare da lui!!” era furiosa...disperata...non aveva bisogno di altre domande, non aveva bisogno di chiedere per sapere che lo aveva incontrato e che era successo qualcosa, le prove erano tutte di fronte a lei. Si scagliò nuovamente contro il demone, senza alcuna arma adesso, si maledisse in questo momento perchè non ne portava mai nessuna con sé ma sperava bastasse la forza della disperazione, ma nemmeno questa volta bastò, lui le afferrò nuovamente il polso, la fece girare su sé stessa imrpigionandola con il suo stesso braccio contro il corpo di lui, l'unico modo per tenerla ferma utilizzando una mano soltanto...imprecò ad alta voce poi...troppi movimenti, troppa forza, troppo dolore... “Dannazione! ora o stai ferma o ti uccido davvero te lo giuro!” la portò fino al letto dove la spinse lasciando andare il suo polso... lei ricadde sul morbido almeno stavolta e chiuse gli occhi appena un istante...stava per ritornare a rialzarsi...per continuare ma lui parlò ancora...prima di lei... “Resta ferma lì! Non alzarti da quel letto... e soprattutto non urlare!!” fu lui questa volta ad urlarle contro con tutta la rabbia che aveva in corpo...non sopportava quelle urla, in qualche modo doveva fermarle e per il momento non aveva intenzione di mettere fine alla sua vita.
In quel preciso istante dalla porta d'ingresso ancora aperta fece capolino l'elfo proprietario della locanda, probabilmente attirato dal baccano degli oggetti rotti e dalle urla, ma non fece in tempo nemmeno ad urlare o scappare...Amon si girò di scatto, il suo occhio ridotto a fessura divenne nero di colpo solo per una frazione di secondo, ma quella frazione di secondo bastò...l'elfo alla porta ricadde a terra senza vita...Eve non poteva saperlo ma il demone gli aveva strappato l'anima dal corpo senza dargli il tempo di aiutarla. Seguì un silenzio assoluto, lei riusciva a pensare solamente a Calen... vedendo quell'uomo morto sulla porta pensò solo a cosa potesse aver fatto a lui, distesa sul letto, si strinse le ginocchia al petto senza possibilità di alzarsi e non riusciva nemmeno a guardare in faccia il suo aggressore. Amon lasciò cadere l'arco di Calen sul letto sospirando, un sospiro di dolore...non ce l'avrebbe fatta ancora per molto, quindi lasciò la ragazza sul letto e si diresse in bagno alla ricerca di qualcosa con cui stabilizzare almeno la ferita alla spalla. La stanza era ormai sottosopra, il sangue di amon era in ogni dove, soprattutto una lunga scia che dal letto correva verso il bagno, Eve sul letto sentì dall'altra stanza i rumori provenienti dal bagno, il cercare... aprire mobili, gettare qualsiasi cosa si trovasse davanti sul pavimento ma non le importava..non le importava niente di tutto questo. Allungò la manina sottile sul copriletto fino a sfiorar con le dita l'arco che giaceva sul letto insieme a lei, lo avvicinò a sé e chiuse gli occhi... “Dimmi che è vivo... solo questo.. per favore... per favore...” non aveva mai chiesto qualcosa in quel modo, aveva paura sì...del suo orgoglio in questo momento rimaneva ben poco, fece passare le dita sul legno intagliato dell'arco, quasi lo accarezzasse...gli occhi le pizzicavano... aveva le lacrime pronte lì ad uscire ma non voleva...con tutta sé stessa non voleva e non poteva lasciare che lui la vedesse piangere..e soprattutto doveva sperare... non poteva essere finita.
Il Demone nel bagno aveva trovato l'occorrente per medicarsi, questa sera era stato fortunato non c'era che dire, aveva trovato l'elfo che cercava, aveva trovato un modo per fargliela pagare anche per qualcosa che non aveva commesso e aveva trovato il suo punto debole in poco tempo e un modo per sopravvivere almeno alla notte..non aveva da lamentarsi. Prese il disinfettante e cominciò a pulirsi la ferita appoggiando una mano insaguinata contro lo specchio per cercare di sopperire al dolore e cercare di non svenire per il sangue perso, una volta finito cucì velocemente la ferita come meglio poteva nel poco tempo a disposizione, poi si fasciò altrettando velocemente e uscì verso la camera ancora a petto nudo, la maglia ormai era andata, strappata, macchiata, inutillizzabile. Solo allora si degnò di rispondere alla ragazza sul letto... l'aveva sentita sì e per qualche secondo aveva anche pensato di rassicurarla almeno in merito...ma quella era un'altra persona, adesso così lontana da quell'ammasso di rabbia e delusione che era ora. “Non ti devo dire niente... ho già pagato il mio debito con te...non ti ho uccisa...non ancora almeno..questo è più che sufficiente..” si voltò scostando lo sguardo da lei e prese un foglio dallo scrittoio e una penna...scrisse poche righe velocemente e ripiegò il foglio in modo che lei non potesse vedere cosa ci fosse scritto e rivolto a chi, poi prese una freccia dalla faretra di Calen e la conficcò nella porta d'ingresso con il biglietto... si voltò verso Eve e con la testa fece segno di seguirlo.. “Ora da brava mi seguirai ovunque io vada...non farai altre domande..anzi facciamo così...non parlerai affatto, che ora non sono in vena, fino a che non saremo giunti a destinazione...” così dicendo imbracciò la faretra sulla spalla buona e l'aspettò sulla porta.
L'angelo non poteva fare altro che eseguire le sue parole, lasciò l'arco sul letto...grata che amon non si fosse ricordato di prenderlo, le sue parole non l'avevano rassicurata e aveva ancora una paura atroce, tremenda...ma non le avevano nemmeno fatta perdere la speranza...se Calen era ancora vivo e lei pregava, sperava, ci doveva credere che così fosse... non sarebbe stato disarmato. Si alzò dal letto camminando mestamente e in silenzio verso il demone, non sembrava nemmeno viva... camminava per inerzia solo perchè doveva farlo, scavalcò senza toccare il corpo senza vita dell'elfo della locanda e seguì il suo aggressore, senza fare domande, senza sapere dove sarebbero andati..perdendosi nella notte.


[Nel biglietto attaccato sulla porta con la freccia c'è scritto quanto segue]

Ho qualcosa che ti appartiene... questa sera mi hai già dimostrato quanto sei debole cedendo alle mie provocazioni e dovendo subire la mia vendetta per ben due cose adesso... ora almeno dimostrami quanto sei forte e vieni a riprenderti ciò che è tuo... sai dove sono.
Non farmi aspettare troppo, non sono conosciuto per la mia pazienza e benchè sia ancora viva mi stanco presto dei nuovi giocattoli.


Amon&Eve
 
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view post Posted on 5/5/2012, 16:54
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Questa notte, dopo l'incontro tra Odile e Catherine.

Fin dalla prima volta in cui aveva sentito piangere quel neonato tra le braccia di sua madre, aveva pensato che lo avrebbe amato per sempre. Si era presa cura di lui ogni momento della sua infanzia, lo aveva aiutato a crescere, a camminare, a parlare. Gli aveva insegnato tutto quello che lei stessa sapeva sulla loro natura ma, forse, non gli aveva mai detto quanto immenso fosse il sentimento che provava per lui.
Seduta sulla sabbia, lasciava scivolare le mani sui granelli che le solleticavano la pelle. Sentiva l’aria salmastra invaderle le narici, pizzicarle la gola ma non era per quello che piangeva. L’alba stava per sorgere e non riusciva a togliersi dalla mente il testo di un libro che aveva letto.

“Mi sono bruciato gli occhi..Impossibilitato a veder la realtà che mi circonda, spaventato dall'irrealtà che sogno, vedo solo la vita che mi ha preceduto, un'esistenza fatta di ricordi e sensazioni assaporate, null'altro mi rimane. “

Un tenue raggio di sole, donava sfumature rosate alla gocciolina che le percorreva la guancia pallida. Non aveva smesso di piangere da quando aveva lasciato il castello di PoG per rifugiarsi in un angolino di spiaggia, completamente sola con se stessa. Voleva estirpare dalla sua mente, dal suo cuore, il freddo che avvertiva. Era come se i suoi sentimenti si fossero congelati nel momento esatto in cui aveva saputo che era stata tradita dal suo stesso sangue. Ma più cercava conforto nel calore della luce appena nata, più sprofondava nel vortice dell’odio. Poteva davvero odiare suo fratello. Lo stava facendo.
Cercò di concentrarsi sull’amore che continuava a provare per Stephan, ma ancora una volta parole dure e pungenti, le riecheggiarono nella mente.

“Mi sono bruciato gli occhi.
Ricordo una notte lontano da casa, vagavo in boschi bui piangendo per la morte della mia amata. Era stata strappata dalle mia braccia per esser sepolta nella terra da un male artificiale, parto dei nostri giorni. Il mio amore era morto con lei, sapevo che non sarei riuscito a guardare un altro viso di donna, non volevo dimenticar il suo dolce volto. Volevo veder esclusivamente lei finchè la morte non ci avesse fatti ricongiungere. “

Si lasciò cadere sulla sabbia, rannicchiandosi come un bambino nel ventre materno. Come il bambino che lei stessa portava in grembo, anche se non ne era consapevole. E chiuse gli occhi, stremata.

Due occhi azzurri fissavano l’immagine disperata della vampira che aveva trovato rifugio sulla spiaggia. L’aveva seguita da quando aveva lasciato il castello e ormai erano ore che era lì fermo nella foresta a guardarla. Riusciva a sentire il suo dolore anche a quella distanza, ma non aveva trovato il coraggio di avvicinarsi a lei nonostante morisse dalla voglia di rivederla. Guardava i suoi lunghi capelli neri sparpagliarsi sulla superficie dorata della spalla. La sua pelle cerea che aveva assunto un colorito più vivo. Inspiegabile per una vampira, ma non era certo quello il momento per porgersi certe domande.
Scese con agilità dal ramo sul quale si era nascosto. Lei stava dormendo ma non poteva lasciarla lì, Armand non avrebbe dovuto ritrovarla perché se fosse successo, sarebbe stata la fine dei giochi. Si mosse con estrema lentezza per raggiungerla. Non voleva svegliarla. Più si avvicinava, più sentiva il senso di colpa montare dentro di lui. Aveva rovinato la vita di sua sorella e lo aveva fatto solo per soddisfare il suo egoismo. Si era trasformato in un mostro solo per appagare se stesso. Quando le arrivò vicino, restò fermo a fissare quel corpo che gli appariva così fragile. Sentiva l’odore di sangue venire dal collo di sua sorella e sapeva cosa fossero quei segni. Chiuse gli occhi e si abbassò su di lei e allungò la mano per toccarle i capelli in una leggera carezza. Catherine si mosse appena, bisbigliando nel sonno.
“Stephan..”
Era come se un paletto gli si era conficcato dritto nel cuore. L’aveva privata della sua felicità e continuava a sperare nel suo perdono. Era da folli. Quel perdono non sarebbe mai arrivato, neppure da una creatura così amorevole come lo era lei. Chiuse gli occhi e si chinò maggiormente per sollevarla tra le proprie braccia. Doveva riportarla a PoG prima che qualcuno, chiunque, si accorgesse della sua presenza. Era la prima volta che la prendeva in braccio. l’ultima volta in cui l’aveva vista era poco più di un bambino mentre in quel momento, tra le sue braccia, sembrava leggera come un soffio di vento. Si girò su se stesso e si incammino lungo il sentiero che, attraverso la foresta, lo avrebbe condotto nella zona dell’isola in cui mai si era avventurato. Camminava lentamente, nascondendosi all’ombra delle altre fronde che facevano da sentinelle sopra le loro teste. Gli animali della foresta stavano iniziando a svegliarsi ma era tutto estremamente silenzioso, come se la natura si inchinasse di fronte al dolore che entrambi stavano provando. Gli sembrava solo di avvertire un lieve sfarfallio, ma pensò che si trattasse di un’illusione. La speranza che sua sorella non avesse perso la sua umanità.
“Perché lo hai fatto..”
Fu la flebile voce di Catherine a rompere quel silenzio. Fu quella domanda a riportarlo alla dura realtà. Lei sapeva cosa era successo e lui non aveva ancora trovato una giustificazione plausibile per il suo comportamento perché ormai si era convinto che quella giustificazione, non esistesse.
“Non dovresti parlare, Catherine. Nessuno deve sapere che sei qui. Ti sto riportando a PoG”
La vampira aprì gli occhi e sollevò la testa per cercare quelli del fratello. Era così cresciuto, era diventato forte e sentiva la sua stretta decisa attorno al suo corpo. Le cadde una nuova e sofferta lacrima.
“Dimmi perché lo hai fatto, Ren..”
Continuò a guardare dritto davanti a se per evitare quegli occhi colmi di dolore. Non sopportava l’idea di vederla soffrire, non sopportava di esser stato lui la causa della sua sofferenza. Non rispose perché qualunque cosa avesse detto, non sarebbe bastata a riportare il sorriso su quelle labbra.
“Il tuo silenzio mi uccide più di quello che hai fatto..”
Credeva di meritarsi una spiegazione perché in fondo a se stessa, sapeva quale era il vero motivo per cui suo fratello si era spinto a tanto. Odile aveva ragione. Armand aveva usato la debolezza di Ren e la sua inesperienza, lo aveva fatto cascare nella trappola di quel mostro con tutte le scarpe. Ma aveva bisogno di sentirselo dire. Voleva sentire la sua voce, voleva che fosse lui a raccontarle come erano andate le cose. Ma tutto ciò che sentì fu..
“Mi dispiace, Catherine.”
Era sincero. Era realmente dispiaciuto e amareggiato. Ma ormai non poteva più tornare indietro qualunque cosa dicesse. Sua sorella aveva pagato le conseguenze delle sue azioni. Avanzò ancora di quale metro, poi finalmente abbassò la testa per guardare quelle lacrime che gli bagnavano la maglietta. Diamine, pensò, cercando di trattenere il desiderio imperioso di uccidere quel vampiro con le sue stesse mani.
“Io giuro che un giorno quel vampiro avrà ciò che si merita.. lo giuro sulla mia testa Catherine”
I suoi occhi brillavano di rabbia. Il pianto di sua sorella lo devastava più di quanto lo devastasse il senso di colpa. Aveva solo 14 anni, era un vampiro molto giovane, ma un giorno sarebbe diventato forte e, quel giorno, sarebbe arrivato quando ormai Armand si sarebbe dimenticato della sua esistenza. Ma Catherine scosse la testa, sollevando una mano per afferrare il mento del fratello.
“Non farai nulla di simile, Ren. L’unica cosa che devi giurarmi è che mi starai accanto. Sempre. Non posso permettermi di perdere anche te”
Non lo aveva perdonato. Il suo dolore non glielo permetteva. Ma non voleva nemmeno escluderlo dalla sua vita, non poteva pensare di non averlo più al suo fianco. Dopotutto quella era una partita ancora aperta e aveva bisogno di contare sulle persone che facevano parte della sua famiglia. Ren aggrottò la fronte lasciando che la rabbia scemasse. Non si aspettava certo un perdono, ma anche il desiderio di sua sorella di averlo ancora nella sua vita gli ricordava quanto fosse stato infimo ciò che aveva fatto.
“Non dovresti nemmeno più volermi vedere..”
Riprese a guardare di fronte a se quando Catherine gli lasciò andare il mento. Sentiva che erano quasi giunti al castello e, presto, avrebbero dovuto dividersi perché Ren era troppo giovane per affrontare gli effetti che il bene aveva sul male.
“Infatti non voglio..”
Lasciò ricadere la testa sul petto del fratello.
“.. ma non durerà per sempre.”
Prima o poi lo avrebbe perdonato. Lo sapeva. Lo sentiva. Ma la sua ferita era troppo fresca per riuscire a provare un minimo di sollievo. Il breve tratto che percorsero, trascorse nel più totale silenzio. Nessuno dei due disse più una parola. Arrivarono nel giardino appena illuminato dall’alba e Ren mise giù sua sorella che con un movimento delle gambe gli aveva lasciato intuire che avrebbe proseguito da sola. Lei si incamminò verso il portone, sempre silenziosa. Lui la guardava allontanarsi con un groppo che gli saliva nella gola. Quanto avrebbe desiderato rincorrerla e stringerla. Ma fu la vampira a voltarsi di scatto e, giratasi verso di lui, iniziò a corrergli incontro per gettarsi finalmente nelle braccia che si erano allargate pronte ad accoglierla. Non si dissero nulla, bastava quell’abbraccio a parlare per loro.
Bastavano le loro lacrime a dire che nessuno, nemmeno il più forte dei vampiri, avrebbe mai potuto spezzare il legame che li teneva uniti.
Condividevano il sangue, erano parte della stessa famiglia, erano nati dalla stessa madre..
.. ma si amavano perché per capirsi, non avevano bisogno di parole.

Catherine&Ren



(Dopo l'abbraccio, Catherine tornerà a casa di Lyra e Matt, mentre Ren tornerà a PoE)
 
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view post Posted on 7/5/2012, 19:18
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Inferno, alcune settimane fa

Dulcinea

Erano passati pochi giorni da quando Ren aveva lasciato l’inferno. Sua madre lo aveva cercato disperatamente ma l’unica cosa che aveva trovato era stata la sofferenza. Non aveva idea del fatto che suo figlio fosse scappato con suo padre, ma qualcuno aveva fatto di tutto pur di tenerla all’inferno. Un demone, probabilmente una sentinella, l’aveva trovata nei corridoi del castello e l’aveva torturata, per ore. Senza un apparente motivo. In realtà un motivo vi era, ma Dulcinea non sarebbe mai nemmeno riuscita a supporlo. Non sapeva CHI era suo figlio, non sapeva cosa sarebbe stato capace di fare. Non sapeva che creature molto potenti, oltre Georgian, erano interessate a lui. Devastata in ogni fibra fisica e morale, era stata abbandonata nella stanza delle torture, legata per polsi e caviglie a una ruota che non aveva nulla a che fare con la fortuna. Il sangue le colava dai polsi lacerati, dalla testa, nel petto, molto vicino al cuore, aveva conficcato un paletto di legno. Non abbastanza per ucciderla, ma per metterla fuori gioco sicuramente si.

Aleesha

Anche se ormai era morta, Aleesha era ancora la vitalità in persona. Non stava un attimo ferma e si poteva dire che ormai grazie a questo suo continuo correre avanti e indietro conosceva l'inferno molto bene. Lo stesso, purtroppo, valeva per suo figlio. Suo figlio che non vedeva da un paio di giorno e, quando succedeva, era talmente per breve tempo che non aveva nemmeno un momento per salutarlo. Dopo aver appreso della storia di Maya da suo padre, Noah era diventato sfuggente anche con lei, ma se prima era disposta a lasciargli i suoi spazi, ora era preoccupata per lui. Come tutti i bambini cuoriosi sapeva che i luoghi meno sicuri erano sicuramente quelli che lui prediligeva e, infatti, ora era proprio nel corridoio delle torture che lo cercava. "Noah!" Lo chiamò una volta, aprendo una prima porta che si aprì su una stanza nuova. Quel bambino era così terribilmente umano e in pericolo in un posto simile, eppure lo preferiva li che non solo a Return. "Noah!" Richiamò il figlio, aprendo una seconda stanza. Diede una rapida occhiata in giro, un corpo tumefatto e ferito giaceva appeso sulla ruota delle torture. Quanti ne avevi già visti? Davvero tanti, infatti senza indugiare oltre stava già per richiudere la porta, certo non erano affar suo le pene di quella creatura, quando qualcosa in quel volto straziato le fece spalancare gl'occhi e correre dentro di colpo. "Dulcinea! Per Elvira, cosa.." Cosa le era successo? Bè che era stata torturata le pareva fin troppo ovvio. Iniziò a esaminare ogni ferita e ogni taglio, indugiando insicura con lo sguardo sul paletto.

Dulcinea

Al contrario della lupa,la vampira era l’esatto opposto della vitalità. Non solo per via della sua natura così intimamente legata alla morte, ma proprio perché sembrava che nulla di *vivo* fosse rimasto in lei appesa a quella ruota micidiale. Era rimasta lì per chissà quanto tempo e, dopo tutto il sangue perduto, il suo colorito era diventato violaceo, la pelle quasi rinsecchita e i bulbi oculari, a momenti, le uscivano dalle orbite. Ma non era morta, non completamente. In lontananza le arrivò l’odore di una persona che conosceva molto bene, sentiva delle urla lontane. Non riusciva ad essere certa che si trattasse di Aleesha perché anche quando la lupa parlò dopo essere entrata in quella stanza, quelle parole non le arrivarono chiare nella mente. Era come se l’amica stesse farfugliando e, sebbene tutto la riconducesse a lei, sapeva che all’inferno c’erano demoni capaci di emulare gli altri esseri. “S..” Non riusciva a parlare, né tantomeno a muoversi. Ma non aveva perso lo spirito combattivo che faceva parte di lei. Restò in silenzio qualche attimo per racimolare tutte le sue forze poi disse una sola parola. L’unica che le avrebbe fatto capire se quel’ombra sfocata che vedeva, era proprio Aleesha. “Sangue”.

Aleesha

"Chi è stato.. Vorrei sapere chi ha provato a fare questo.." scuote la testa incredula di aver trovato Dulcinea in quelle condizioni. Continua a girarle intorno cercando di capire com'è messa e, alla fine, sotto tutto quel sangue trova i legacci che la tengono ancorata alla ruota. "SAngue, certo, ma non ora.. Prima devo tirarti fuori di qui.." Sospira, appoggiandosi col corpo addosso alla vampira "Ti darei da bere il mio, ma.." bè, è morta, non le farebbe bene, anzi, peggiorerebbe e basta. "Quando ti senti cedere appoggiati a me, va bene?" Ora le scioglierà i nodi dei legacci, ovviamente il peso di un corpo morto le franerà praticamente addosso, ma è l'unico modo che ha per toglierla da quella ruota letteralmente infernale e poi aiutarla con il paletto " Restisti, farà male, ma.. Oh ti prego Dulcinea, ci sono io!" Era dispiaciutissima delle condizioni dell'amica, così subito inizia ad armeggiare col nodo del primo braccio.

Dulcinea

Per quanto volesse, non riusciva nemmeno a sforzarsi per parlare. I legacci le stringevano polsi e caviglie fino a farla sanguinare, ma non era per quello che avvertiva quel peso opprimente sul petto. La punta del paletto le sfiorava appena il cuore e sentiva che, con un movimento sbagliato, il suo corpo si sarebbe potuto trasformare in cenere. “ah.. ah.. ah..” Non era una risata la sua, ma un urlo soffocato di terrore quando la lupa le si posò sul suo corpo. Non aveva mai temuto così tanto la morte con il quel momento. Aveva paura di perdere tutto quello che aveva costruito, di non poter rivedere i suoi figli. E in quei pensieri che si lasciò scivolare sul corpo dell’amica, quasi inconsapevole di avere un braccio libero. “Aiutami..” Era quello che stava facendo, ma con quel paletto nel petto, era difficile percepire la realtà lucidamente.

Aleesha

"Sh, calma Dulcinea.. Sto cercando di fare piano.."
Infatti, per come poteva, cercava di tenersela addosso senza sfiorare il paletto che, anche se non sapeva essere così vicino al cuore, immaginava comunque tenesse la vampira a un passo dalla morte. Una volta slacciato un polso, passò al secondo, cercando di usare sempre il suo corpo come sostegno per l'amica: non era facile, ma ci riuscì liberandole entrambi i polsi. "Ora viene la parte più difficile.. Devi ascoltarmi, Dulcinea.. Un piccolo sforzo poi non ti chiedo più nulla.. Ti devo liberare le caviglie, ma rischi di rovinarmi addosso e muovere il paletto.." Chiuse gl'occhi un istante e, quando li riaprì, una pedana, che niente non era se non una semplice lastra di metallo creata dalla sua illusione, stava ai piedi della vampira, esattamente a sfiorarne le piante. "Quando senti una caviglia libera appoggiati alla lastra e cerca di tenerti su, si tratterà di un secondo, sarò velocissima a liberare anche l'altra e portarti via.." aspettò un cenno di assenso da parte di Dulcinea, poi iniziò a slacciare i cordini della prima caviglia da liberare.

Dulcinea

Calma. Era davvero quello di cui aveva bisogno, ma non riusciva a smettere di pensare a quello che aveva subito per mano di chi nemmeno sapeva cosa volesse da lei. Era stata torturata senza un’apparente motivo e tutto quello che lei voleva, era solo trovare suo figlio. Le parole della lupa le arrivarono in lontananza, come un’eco appena udibile. Poi sentì entrambi i polsi liberi ma non aveva la forza necessaria per reggersi all’amica e le cadde addosso a peso morto. Aveva capito che, una volta libera dai legacci, avrebbe dovuto cercare di sostenersi da sola e, dopo aver annuito alle parole dell’amica, avverti la sensazione di qualcosa di solido sotto i piedi. Non si chiese cosa fosse e da dove era apparsa quella pedana, ma quando la sua caviglia fu finalmente libera, raccolse tutte le forze che le erano rimaste e appoggiò il piede per terra. “E’ freddo..” Era strano che una vampira sentisse freddo, all’inferno poi. Ma era a un passo dalla morte, dalla morte vera. Girò appena la testa per guardare Aleesha e abbozzò un mezzo sorriso sofferente. Non poteva ancora permettersi il lusso di parlare, ma in qualche modo doveva ringraziarla e quello era il metodo meno dispendioso di energie.

Aleesha

Non voleva contare troppo sulle poche energie di Dulcinea così, non appena vide il suo piede sulla lastra e la sentì parlare, rapida passò alla seconda caviglia, liberando finalmente la vampira da quella orribile ruota della tortura. "Ecco, ci siamo.. Ora sei al sicuro" Non lo era ancora, non di certo con quel paletto infilato nel petto, ma almeno ora era libera e, una volta fatta sparire la pedana così come era apparsa, prese in braccio l'amica, stendendola a terra dolcemente, in modo da non farle sbattere la testa sul freddo pavimento. "Devo toglierti il paletto, Dulcinea.. Cercherò di fare il più piano possibile, ma non prometto niente.. Poi ti porto via e io e Xavier ti aiuteremo, va bene?" Guardò il paletto per interminabili secondi, aveva paura di farle del male, di poter far peggio. Ma certo sarebbe andata sempre peggio anche lasciandole il paletto in corpo, quanto sangue aveva già perso? Dall'odore le sembrava fin troppo. "Ok, al mio tre.. Respira veloce.. Uno.. Due.." lo estrasse prima del tre, con un colpo deciso.

Dulcinea

Aspettò ad occhi chiusi che l’amica la liberasse completamente dalla ruota sulla quale era stata torturata. Non sentiva più i polsi e le caviglie ma quello che più le faceva male, era il paletto che la teneva sospesa tra la vita e la morte. Cercò di tenersi in piedi come meglio poteva, cercando di far forza sulle sue gambe. Sapeva che Aleesha non l’avrebbe mai lasciata da sola a morire e quando capì che ormai si trovava distesa sul pavimento, aprì gli occhi per guardare l’amica. “Fa male..” voleva che facesse presto, voleva liberarsi di quel paletto e trovare suo figlio che pareva svanito dall’inferno. Ma quando la lupa strappo via il paletto con un colpo deciso, il suo estremo dolore venne fuori sotto forma di un urlo acuto. Un fiotto di sangue schizzò, sporcandole appena il viso. Se sentiva come se le avessero strappato via il cuore ma, man mano che i secondi passavano, avvertiva che la sensazione opprimente che sentiva al petto, stesse scomparendo. Allungò la mano per afferrare quella di Aleesha e la strinse. Poi, dopo qualche minuto, trovò la forza di parlare. “Voglio.. andare.. via..” Non poteva più restare in quella stanza che era avvolta dalla sofferenza non solo di esser stata torturata, ma anche che qualcuno avesse potuto fare le stesse cose al suo bambino.

Aleesha

"Lo so che fa male tesoro, lo so.."
In realtà non lo sapeva, ma poteva immaginarlo. D'altronde non era lei quella che per poco era perita dopo un attacco di Morgan? Probabilmente, si disse, la punta affilata del paletto non andava troppo lontano ai denti acuminati della lupa che un tempo era stata sua madre e che, nel suo cuore, ancora lo rimaneva. Voleva urlare con Dulcinea quando sentì il suo dolore, ma in quel momento doveva dimostrarsi forte, un fermo sostegno per l'amica, ma dentro di sè era veramente dispiaciuta di averle provocato dolore, anche solo per aiutarla. Strinse la mano della vampira, sorridendole cauta ma fiduciosa, come se non si fossero appena rimepite entrambe del sangue di Dulcinea. "Ora ce ne andiamo, Dulcinea.. Ti porto da noi, va bene? Probabilmente Noah e Ren stanno giocando insieme da qualche parte, vedrai che tra un paio d'ore torneranno a casa e tuo figlio vorrà vederti sorridere.." Con attenzione sollevò il corpo della vampira tra le braccia, senza il minimo sforzo apparente, e tenendola stretta a sè iniziò a scivolare fuori da quella stanza degli orrori, attenta a non incrociare nessuno che potesse reclamare quel corpo ferito che aveva con sè.

Dulcinea

Lasciò che la lupa la portasse via dalla stanza, il più lontano possibile da quella sofferenza. Ora che si trovava tra braccia amiche sentiva di potercela fare. Lei doveva farcela perché, nonostante ormai fossero grandi, i suoi figli avevano bisogno di lei. Ren soprattutto. Rimase in silenzio finchè non furono fuori e, una volta in corridoio, lasciò ricadere la testa sulla spalla di Aleesha. Poi sospirò, prima di sforzarsi per parlare. “Vuoi dire che anche Noah non è a casa?” Lei sperava che il piccolo umano potesse sapere dove si trovasse suo figlio, sperava di ricavare informazioni utili da lui. Ma a quanto pare erano spariti entrambi e, dopo quello che avevano fatto a lei, stentava a credere che i bambini stessero semplicemente giocando. Scosse piano la testa. “Non è una coincidenza che siano spariti entrambi, Aleesha..” In quel momento doveva solo pensare a riprendersi, ma il suo primo pensiero erano sempre stati i suoi figli. “E inizio a credere che nemmeno quello che è accaduto a me sia una pura coincidenza..” Parlava intervallando lunghe pause a ogni due parole, ma non avendo più quel paletto nel petto le veniva più semplice cercare di parlare. “Dobbiamo trovarli. Dobbiamo capire chi c’è dietro questa storia, Aleesha..” Ma non era il caso di parlarne nel bel mezzo del corridoio infernale. anche se lei non sentiva la presenza di nessuno oltre a loro due, questo nonvoleva significare che non erano osservate.

Aleesha

"Noah ha scoperto da suo padre cos'è successo tra noi e Maya e ora.. Ora si fa vedere a casa davvero poco e ci evita, non vuole parlarci.." Sospirò "deve prima capire da che parte stare, credo.." Purtroppo per loro Noah sapeva dov'era l'amico Ren, dato che i due si erano visti prima della partenza del vampiro, ma non avrebbe mai rivelato i segreti dell'amico. Poi aggrottò la fronte, immaginava che Noah stesse fuori di casa proprio con Ren, non di certo con qualcun altro o da solo. "Vorresti dire che Ren non è più con te, Dulcinea? E dove può essere altrimenti?" iniziava a temere per l'incolumità del suo di bambino, anche se non era poi così piccola, i ragazzi, all'inferno, crescevano a vista d'occhio. Nel mentre contiò a camminare, attenta ad essere veloce ma cauta allo stesso tempo per non rischiare di provare ulteriori malori alla vampira. "Appena Noah tornerà a casa potremmo chiedergli quello che sa, sta tranquillo.. è vero che siamo all'inferno, ma nessuno qui a motivo di fare del male a te o a Ren.." O almeno era questo che lei pensava.

Dulcinea

Annuì con fermezza. Conosceva la storia di quella famiglia e il modo in cui erano morti lei e Xavier. Poteva benissimo immaginare il desiderio di una figlia che vuole uccidere il proprio genitore, lei stessa provava lo stesso desiderio nei riguardi di suo padre. Ma sapeva che persona fosse Aleesha. Lei i suoi figli li amava. “Mi dispiace, Aleesha. So quanto tieni ai tuoi figli. Entrambi..” Sospirò, mentre si lasciava trasportare lungo il corridoio. Scosse la testa, riappoggiandola poi sulla spalla della lupa. “Non lo vedo da giorni ma credevo che fosse con Noah. Non ho idea di dove sia e sono estremamente preoccupata. L’inferno è pericoloso per un ragazzino come lui..” Lei ne aveva avuto la riprova. Chiuse gli occhi mentre sospirò. “Non lo so Aleesha. Credo che ci siano persone estremamente interessate a mio figlio, tanto da volermi togliere di mezzo. Quello che non mi spiego è come siano arrivate qui..” Non sapeva che suo padre e il padre di Ren, avevano più di un contatto negli inferi. “Spero che Noah torni presto a casa..” e lo sperava non solo per lei, ma anche per l’amica che aveva già dovuto lasciare una figlia. Si lasciò andare a una smorfia di dolore. la ferita al cuore le doleva, era stata davvero vicina alla morte. più di quanto lo era mai stata. se poteva ancora sperare di rivedere le persone che amava, era merito di Aleesha. "Grazie, Aleesha.."

Aleesha

"Credo che siano loro che non l'abbiano ancora capito però, sai?"
Sorrise, mandando sul ridere quella frase che in realtà le metteva davvero trsitezza. Forse Noah no, non era ancora a questi livelli, ma era ormai certa che con Maya un rapporto fosse irrecuperabile. Intanto continuò a camminare, i corridoi si facevano mano a mano più luminosi, sebbene la luce rimanesse pur sempre fioca e tetra come si confaceva a un luogo del genere. "Noah torna a casa la notte, certo tardi per non farsi vedere da noi, ma ritorna.. Ma non c'è Ren con lui, spesso si fermava a dormire da noi, ma se non è con Noah, non saprei cosa dirti.. Qui nessuno lo conosce e, seppur ci sia della pessima gente, non ho mai visto far del male gratuitamente a un bambino" e infatti non era andata così, ma loro certo non potevano saperlo. "Persone tipo chi, Dulcinea?" Intanto, tra camminare e parlare, erano ormai arrivate alle stanze della lupa e di Xavier. Con una pedata degna del fratello, Aleesha aprì la porta, poggiando delicatamente il fragile corpo dell'amica sul divano. "Mi ringrazierai quando ti vedrò stare meglio, poi Ren lo cercheremo insieme e tartasseremo Noah di domande.." Non poteva sapere che quella sera nemmeno Noah sarebbe rientrato.

Dulcinea

“Non è necessario che loro lo capiscano. L’importante è che sia così per te..” Perché una madre, ama sempre i propri figli.. qualunque cosa accada. Chiuse gli occhi quando intrapresero il corridoio appena più illuminato, con le poche forze che le restavano non riusciva di certo anche a sopportare la luce, seppur fioca che fosse. Annuì, lasciando che l’amica la conducesse fin dove lei e il suo compagno risiedevano. “Speravo anche io di saperlo con tuo figlio. Di saperlo a casa tua. Quando ho deciso di venire all’inferno è perché sapevo che avrei potuto contare su di voi” Fece una pausa per riprendere fiato e riaprì gli occhi quando si sentì adagiare sulla superficie morbida del divano. Provò una leggera sensazione di sollievo e si portò una mano al petto dove sentiva che quello squarcio era ancora aperto. “Credevo che qui fossimo al sicuro, ma inizio a credere che lo abbiano trovato” Parlò prima che l’amica le chiedesse di chi pensava si trattasse e, a quella domanda, richiuse gli occhi sospirando “Mio padre.. e suo padre”. Sentiva che le forze le stavano venendo meno e che aveva bisogno di riposare. Non era saggio farlo in quelle condizioni, ma non riusciva a controllare il sonno che, lentamente, stava prendendo possesso del suo corpo. Riuscì ad annuire, nella speranza che Noah avesse potuto aiutarle. Ma non sarebbe andata così. Quella notte, le due madri, avrebbero pianto entrambe la scomparsa dei loro figli.
 
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view post Posted on 18/5/2012, 13:30
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Ieri notte


Non sarebbe stata una sera come le altre.
Lo capì quando, aprendo la porta, si ritrovò davanti la madre di tutte le cose e persone che popolavano l’isola. La donna eterea che lo aveva voluto lì. Distolse lo sguardo da quell’immagine accecante, rivolgendolo alle nuvole in fuga che sembravano pesci dalle squame d’argento, increspate dal vento più impetuoso che quella primavera aveva conosciuto. Non era certo di sapere il motivo di quella visita, ma prima che potesse parlare, la donna lo sorpassò per entrare in quella che, a tutti gli effetti, era diventata la sua dimora. Passarono dei minuti e, quando il colore del giorno fu completamente scolorito, si voltò per seguire la donna all’interno della casa. Si guardarono entrambi negli occhi, consapevoli che c’erano molte cose da dire riguardo alla fuga del lupo. Ma nessuno dei due parlò. Non prima che Victor si apprestasse a serrare porte e finestre sotto lo sguardo attento della donna che chiedeva riservatezza. Non appena l’unica fonte di luce divenne solo candela accesa sul tavolo, Aether si mosse percorrendo con le dita la mensola impolverata che si trovava sopra il camino spento.
“Non sono qui per parlare delle motivazioni che ti hanno spinto a nasconderti su questa montagna.. rilassati, Victor.”
Questo era quanto il lupo voleva sentire per sciogliersi e rivolgere finalmente alla donna uno sguardo indagatore. Se non era lì per quello, doveva esserci un altro motivo e doveva essere davvero importante se l’aveva spinta a cercarlo proprio quando lui non voleva farsi trovare.
“Tuttavia, questo non significa che io possa tollerare ancora per molto la scarsa importanza che stai dando al tuo lavoro.”
Scostò il dito dalla mensola e, strofinandolo con l’altro, si rese conto che quella casa, molto probabilmente, non era mai stata pulita. Il suo sguardo era severo e il lupo si limitò ad annuire. C’era solo un motivo che lo spingeva a mettere da parte i suoi compiti ed erano le donne. Aether aveva ragione, non era tollerabile.
“Avevo bisogno di riordinare le idee, non sono concentrato in questo momento.. e se non sono concentrato l’unica cosa che posso fare starmene alla larga da tutto e da tutti..”
La padrona dell’isola tacque, avvicinandosi a lui per fargli sollevare il volto con una mano posata sotto il suo mento e guardarlo negli occhi.
“Dov’è finito l’essere più ignobile e menefreghista che un tempo rispondeva al nome di Victor Creed?”
“Le persone crescono, Aether. E crescendo imparano molte più cose su stessi. Ma sono praticamente certo che non siete venuta qui per psicoanalizzarmi.”
Non aveva voglia di parlare di quella storia, per lui era sepolta ormai. Aveva allontanato da sé quella ragazza e si era assicurato che, se mai l’avesse rincontrata per caso, lei lo avrebbe evitato. La madre gli lasciò andare il mento e tornò nei pressi del camino, dandogli le spalle.
“Hai ragione, non sono qui per questo. E poi, pare che qualcuno si sia già preso cura di te.. come ai vecchi tempi.. è buffo, non credi?”
Girò la testa per mostrargli un sorriso beffardo. Dopotutto gli abitanti dell’isola erano il miglior passatempo che avevano lei e le sue figlie.
“Aether.. con tutto il rispetto. Non credo che questi siano affari che la riguardino. Mi avete assoldato per lavorare per voi, non per immischiarvi nei miei affari personali. Quindi gradirei che veniste al dunque.. quale motivo vi ha spinto fin qui, su queste montagne?”
Il sorriso sul voltò della madre si tramutò in uno sguardo che non lasciava spazio al minimo dubbio. Non tollerava che qualcuno le parlasse in quel modo, soprattutto chi avrebbe dovuto lavorare per lei piuttosto che correre dietro le gonnelle delle ragazze.
“Victor,mio caro Victor.. dovresti sapere che se sei ancora su quest’isola è solo perché credo che nel tuo campo sia il migliore. Ma non sopporto il modo in cui mi parli, soprattutto quando dovresti essermi riconoscente, e non sopporto gli scansafatiche. Sono qui per rimediare e per darti l’ennesima possibilità di riscattarti. Devi recarti in un posto e aggiustare quello che c’è da aggiustare. Questa volta tocca a te, mio caro..”
Il lupo aggrottò le sopracciglia, trattenendo il moto d’ira che sentiva nascere dentro di lui. Non avrebbe mai permesso a nessuno di parlargli come se fosse un bambino delle elementari, ma mettersi contro Aether era praticamente un suicidio. Incrociò le braccia sotto al petto e annuì.
“Dunque, cosa dovrei fare?”
“Chiudere gli occhi..”

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Tutto quello che accadde nell’istante in cui il lupo chiuse gli occhi, era fuori perfino dalla sua comprensione. Il modo in cui si era sentito quando fu avvolto dalla luce, lo fece barcollare quando sentì che il suolo che poco prima era venuto a mancare sotto i suoi piedi, era riapparso dal nulla. Come se si fosse materializzato.
In effetti, era proprio quello che era successo.
Riaprì gli occhi e quello che vide in un primo momento, fu una grande confusione. Aether era svanita e, più si abituava al buio, più si rendeva conto che quella non era la sua casa in montagna. Sembrava una di quelle casette tipiche del villaggio, con i mobili bianchi e ornati di pizzo, molto rustici. Tutto era sottosopra e avvertiva un forte odore di sangue. Un carillon suonava una nenia www.youtube.com/watch?v=l_jGhtjY3j8 che risultava inquietante in quella casa vuota che parlava di morte. Ci mise qualche istante a riprendersi completamente dal teletrasporto improvviso. Iniziò a guardarsi attorno e al suo fianco, vicina al divano, c’era una sedia a dondolo che cullava l’aria. Non sembrava ci fosse nessuno in quella stanza, eppure riusciva ad avvertire una presenza. Il battito di un cuore che andava scemando sempre di più. Continuò a far vagare lo sguardo nella stanza, fino ad accorgersi di una porta semisocchiusa proprio alle spalle della sedia che dondolava nel vuoto. Assicuratosi che se avesse mosso un passo non sarebbe caduto, si avviò verso quella direzione e vide che due corpi privi di vita, erano riversi sul pavimento. Entrambi sembravano voler bloccare l’ingresso in quella stanza, ma nessuno dei due vi era riuscito. Li scavalcò, aprendo la porta consapevole che non vi erano sorprese ad aspettarlo. Con cautela scrutò cosa vi era in quella camera che sembrava uno sgabuzzino adibito a camera per bambini, molto accogliente e calda. Le pareti erano giallo pallido e tutto sembrava immacolato. Nemmeno uno schizzo di sangue.
C’erano due culle in quello spazio così ristretto. Una affiancata all’altra, divise solo da un fasciatoio, e sul bordo di ognuna di esse, erano incisi dei nomi sul legno. Passo lo sguardo sulla prima incisione.
“Lach..” Poi passò alla seconda. “Lain..”
Il suo fu solo un leggero bisbiglio che non riuscì a coprire quel battito affievolito che si era fatto più vicino. Si apprestò a raggiungere la prima culla. Era vuota. Poi si voltò per sondare la seconda.
Ciò che vide per prima cosa fu una macchia di sangue che spiccava sul bianco delle lenzuola. Sopra di essa vi era rannicchiato un neonato, dal ventre squarciato che era sul punto di morire. Era una scena raccapricciante,perfino per lui che era abituato a sentire l’odore così intenso della morte. Quel bambino non poteva avere più di una settimana di vita ed il fato era già stato tanto crudele con lui.
“Cristo, Aether. Stavate scherzando, vero?”
Si aspettava una risposta che non arrivò mai. La madre era stata chiara, stavolta spettava a lui mettere a posto le cose e doveva farlo da solo. Ma il suo sangue non aveva ancora riacquistato la sua forza rigenerativa da quando Sorat lo aveva maledetto. Stava pensando a cosa avrebbe potuto fare, ma doveva pensare in fretta perché quel bambino non aveva ancora molto tempo a disposizione. Si inchinò sulla culla e, nel momento in cui fu vicino a quel viso così pallido, la creatura emise un rantolo sofferente, ma allo stesso tempo inconsapevole.
E fu in quel momento che capì cosa avrebbe dovuto fare.
Per quel bambino c’era una sola possibilità per sopravvivere: diventare un licantropo.
Fece l’unica cosa che poteva fare e poi attese, attese seduto sulla sedia a dondolo con la creatura che aveva reso suo figlio, stretto tra le braccia. Era morto.
Dalle finestre iniziarono a spuntare i primi raggi del sole. Stava iniziando ad albeggiare e perfino il vento aveva cessato di soffiare, rendendosi forse partecipe del destino che era spettato a quella povera creaturina innocente. Il carillon suonava e risuonava la sua melodia mentre Victor guardava quel volto così minuto che non aveva affatto riacquistato quel colorito tipico dei neonati. Erano tante le domande che si stava ponendo. Molti il dubbi sulla riuscita della trasformazione. Non aveva mai reso qualcuno un suo simile e più guardava quel volto, più sentiva crescere in lui il desiderio di proteggerlo. La voglia che quel bambino aprisse gli occhi. I ricordi sondarono tempi lontani. Tempi in cui lui era stato bambino e non aveva ricevuto l’affetto che ci si aspetterebbe di ricevere dai genitori. Pensando a ciò, fece una promessa a se stesso: se quella creatura fosse sopravvissuta alla trasformazione, lui se ne sarebbe preso cura. Lo avrebbe cresciuto e gli avrebbe insegnato a stare al mondo. Tornò a guardare quel viso..
.. il bambino aprì gli occhi splendidamente azzurri.
Era vivo. Era sopravvissuto. Era guarito.
Il lupo sorrise, forse felice come ormai non era da tempo, mentre il bambino stringeva la sua manina sul suo pollice.
“Benvenuto al mondo, piccolo Lachlain..”


Mi domando se le stelle sono illuminate perchè ognuno possa un giorno trovare la sua..
Victor

Prima che ti trovassi ero morto,anche se respiravo. Ero cieco ,anche se ci vedevo. Poi sei arrivato tu...e mi hai risvegliato alla vita.
Lachlain



 
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view post Posted on 22/5/2012, 19:10
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"Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.

Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.



Caldo, caldo soffocante. Urla indistinte provenivano da ogni direzione, destra, sinistra, dal basso, dall'altro, non faceva differenza. Per un momento credette di essere nel mezzo di una folla inferocita: qualcuno urlava, qualcun'altro piangeva, qualcuno ancora sembrava supplicare, qualcuno addirittura minacciava. Non avevano ancora capito che non potevano fare niente per tornare indietro? Lei invece si, le bastarono infatti pochi secondi per capire dove era finita, che posto era quello.

Aprì finalmente gl'occhi, le urla si zittirono, e, per un momento, dovette ricredersi. Da quando in qua all'inferno c'era il sole? Si accorse che i piedi, nudi, poggiavano su un tappeto d'erba che morbido era dir poco e che pareva distendersi fino a perdita d'occhio. Dove diavolo -era il caso di dirlo- era finita? Per qualche istante pensò addirittura che ci fosse stato un'errore allo smistamento. La sua anima in paradiso? Che barzelletta era mai quella? Il solo fatto che per nutrirsi doveva uccidere le aveva per sempre negato quel posto da quando era poco più alta di un folletto! Ad un'occhiata più accurata, però, si accorse che il caldo torrido era ancora presente, infatti l'aria davanti a lei tremolava, come se sotto quel prato infinito ci fosse dell'acqua bollente.. O forse lava, o sangue, chissà.
Decise di avanzare, stare ferma li non l'avrebbe riportata dall'uomo che le sembrava di aver già lasciato da un'eternità. Quanto tempo era passato? Non poteva dirlo con certezza, poteva essere un secondo come un'ora o un giorno, comunque un tempo già troppo grande. Si sentiva vuota e, soprattutto, in colpa per aver infranto una promessa: lo aveva lasciato e non poteva perdonarselo, la sola idea di averlo fatto soffrire la distruggeva più della morte stessa. Doveva tornare indietro e, a costo di scalare l'inferno fino all'uscita, ce l'avrebbe fatta.
Camminando, si accorse che il prato iniziava a scendere, con una pendenza sempre più ripida, tanto che si trovò a doversi aggrappare con le mani a quell'erba soffice per non rischiare di ruzzolare chissà fino dove. Forse qui i pensieri venivano resi realtà e la sua idea di scalare l'inferno era stata resa reale. Simpatici, questi demoni, davvero.
Continuò per quello che le sembrò un tempo infinito: in poco tempo si ritrovò sudata, sporca di terra e con fili d'erba tra i capelli, una modella degna di una rivista patinata. Avrebbe voluto avere davanti quello che ha detto "la morte ti fa bella".. Col cavolo!
Dal nulla il caldo aumentò, così come la ripidità di quel prato che, ormai, era diventato una parete.. Si inclinava sempre di più, fino a non lasciarle alcuna presa: cadde in quello che alla fine era davvero un fiume di sangue in ebollizione. Chiuse gl'occhi, incapace anche di urlare, e quando ormai si aspettava l'impatto con il liquido bollente, sentì invece qualcosa di freddo e duro sotto la guancia. Rialzandosi, capì di essere finita dal nulla in un corridoio di pietra. Cosa stava succedendo? Qualcuno si stava probabilmente divertendo a farla impazzire, scaraventandola da un posto all'altro senza darle pace, senza farle trovare la via d'uscita. Ma quel corridoio aveva qualcosa di familiare e le bastarono pochi sguardi per riconoscerlo. Si trovava nel castello delle Dee e quel corridoio in particolare portava alla stanza di Dagon. Era stato lui a portarla fino li? La stava aiutando a raggiungerlo? Scosse la testa, ignorando le mille domande che le si accavallavano nella mente per proseguire senza indugiare troppo. Arrivò davanti alla porta tirando un sospiro di sollievo, era proprio la porta che ricordava e poteva sentire l'odore del suo uomo come se fosse li accanto a lei. Abbassò più volte la maniglia, ma la porta non si apriva. Per poco non morì una seconda volta quando una figura dai lunghi capelli candidi le comparì vicino, spaventandola. Il primo impulso fu quello di farle del male.. Una donna davanti alla camera di suo marito? Doveva avere davvero un motivo valido per trovarsi li, ma prima che Ginevra potesse soltando aprire bocca la donna scosse la testa, sorridendole e indicandole di nuovo la maniglia. Non poteva entrare? Dagon non era in camera? E questa cosa ne sapeva dei movimenti di SUO marito? Aprì di nuovo la bocca per protestare, ma la donna sorrise di nuovo e le fece segno di aspettare prima di entrare. La indicò, facendole notare quanto fosse in pessime condizioni e per un attimo si vergognò di presentarsi così, quando la donna che aveva davanti non era solo bellissima, era anche perfetta e pulita. Senza dire una parola, le porse il vestito che le era apparso dal nulla tra le mani. Ginevra lo prese, esaminandolo. Era lungo, di un tessuto nero talmente morbido e leggero che scivolava tra le dita. Glielo mostrò da ogni lato, poi la invitò a indossarlo. Accettò, un vestito non poteva farle male e poi, almeno, si sarebbe fatta trovare in condizioni decenti. Si accorse subito che non era un vestito qualunque.. Sembrava.. Da cerimonia. I suoi dubbi vennero confermati dal secondo regalo della fanciulla: le pose in capo quello che non poteva essere nient'altro che un velo da sposa,nero anch'esso, incorniciato sul capo da una corona di rose nere.. Con tanto di spine, che le si conficcarono nelle tempie, facendole scorrere rivoletti di sangue sul viso. La ragazza non sembrava preoccupata di averla appena incoronata col sangue e quel dolore, per Ginevra, non era nemmeno paragonabile a quello atroce che aveva sentito quando le avevano sparato, per cui non ci badò, anzi, ringraziò silenziosamente la ragazza che finalmente le fece un cenno di assenso verso la porta. Posò la mano sulla maniglia, ora titubante, e questa si aprì subito, rivelandole finalmente ciò che sperava.. Dagon. Era in piedi, davanti a lei, esattamente come se lo ricordava, vestito come la prima sera che uscirono insieme, elegante e tremendatamente sensuale. Rischiava di perdere già l'uso delle gambe perchè avevano iniziato a tremarle al solo vederlo. Lo raggiunse, poi aspettò a qualche passo da lui. Dagon -perchè era sicura fosse lui davvero e che tutto quello che era successo finora fosse solo un qualche brutto scherzo- coprì la distanza che li separava, mostrandole cosa teneva in mano, cosa aveva in serbo per lei. Il suo cuore, proprio come se lo ricordava, fresco, adagiato su quel cuscino scuro come il più prezioso dei gioielli. Le lacrime iniziavano già a rigarle gl'occhi per la felicità di rivedere di nuovo il suo cuore, quando Dagon, guardandola con odio e rabbia, prese un coltello e lo taglio nel centro esatto, facendolo rovinare a terra in due metà perfette. Non meritava il suo cuore, non meritava il suo amore, non meritava di sposarlo. Era questo che le stava dicendo mentre continuava a guardarla come se fosse la peggiore delle creature esistenti. Nemmeno si accorse che dal cuore iniziò a uscire del sangue, prima a gocce, poi a fiotti, fino a diventare un fiume in piena che la travolse, inghiottendola nel suo corso mortale. Riemerse poco dopo, tossendo e aggrappandosi.. Alla riva. Alzò lo sguardo. Londra. In realtà era ancora all'inferno, lo capiva bene dalla temperatura e dal quel vago sentore sinistro che solo una tortura infernale poteva imprimere su ogni cosa. Si trovava su una delle rive del Tamigi di questa Londra infernale, a poca distanza da un ponte. Dal ponte. Un altro di quei ricordi che non avrebbero mai potuto cancellarle. E infatti, su quel ponte, appoggiato al bordo murato come se niente fosse, c'era di nuovo Dagon. Bello, possente, noncurante degli sguardi che attirava su di sè. Solo. Aspettava lei? Se lo augurò, perchè la solo vista dell'uomo che amava la spronò a farsi forza, a uscire da quel finto fiume terreno e a issarsi sulla riva, strappando la parte finale del lungo vestito, ormai ridotto male dalla corrente.
Lo aveva perso di vista un secondo, e in quell'unico battito di ciglia tutto era cambiato. Dagon non era più solo. Con lui c'era sua madre. Sua cugina. Sua zia. Le sue amiche. Era circondato da donne che conosceva e non solo, anche elfe di cui si ricordava a malapena di aver visto al villaggio o umane intraviste per le strade di Londra. Ed erano tutte addosso a suo marito. Sembravano degli avvoltoi su una carogna o peggio ancora delle tigri affamate addosso alla preda. Se lo contendevano, le vedeva sbracciarsi, farsi largo a spintoni, prendersi per i capelli le une con altre pur di riuscire ad avvicinare Dagon e toccarlo e, chi ci riusciva, lo facevo in un modo talmente lascivo da darle la nausea. Vedere quelle espressioni soddisfatte e maliziose sulle donne che lei stessa amava le dava il voltastomaco. Ma la cosa peggiore di tutte era il volto di Dagon, un dio radioso in mezzo a una folla adorante. E ne era soddisfatto, aveva perso tutto l'interesse che poteva avere per lei, era concentrato su quel branco disarmante di donne che lo venerava. Si girò, la guardò, e sogghigno. Povera stupida Ginevra, cosa pensava, che aspettasse lei? Glielo aveva detto, vero, che se non tornava da lui sarebbe finito in pasto a qualcun altra? E lei aveva perso tempo, si era sicuramente persa per qualche fottuto corridoio infernale, finendo nelle mani di qualche torturatore che ora giocava con la sua anima, trattenendola lontana da lui. Urlò, come non aveva mai urlato, facendo sembrare un gridolino confuso e insignificante quello che aveva emesso quando le spararono. La sentirono anche le donne, che, furiose per la sua intromissione, si tramutarono in un branco di bestie feroci che scattarono, scavalcando il ponte come se nulla fosse, e le arrivarono addosso, in massa, dilaniandole le carni.
Poi tutto diventò buio, e il paesaggio cambiò ancora una volta.
Era quasi sicura di essere tornata a casa, sull'isola, ma le solite impronte infernali le dicevano il contrario, era ancora morta, era ancora un'anima nelle mani di qualcuno che si divertiva a farla girovagare senza meta. Forse avevano capito che, come aveva messo piede all'inferno, voleva già andarsene e cercavano di trattenerla il più possibile.
Si trovava su una strada, ciottoli, sembrava uno dei sentieri qualunque che portavano al villaggio. Lo imboccò, sicura, camminando per un tempo indefinito prima che il paesaggio iniziasse a cambiare. La strada, infatti, finalmente si arrestò, dividendosi in due. Era arrivata a un bivio. Guardò a sinistra: Adam. Corresse subito il suo pensiero, un angelo. Non lo aveva mai visto così.. Angelico. Un enorme paio di ali bianche spiccava dalla sua schiena, nascondendo un po' la luce celeste che lo incorniciava.
Guardò a destra: Dagon. Splendido nei suoi vestiti scuri, lo sguardo profondo, penetrante, misterioro. Erano entrambi rivolti verso di lei. Ma non capiva il perchè di quella situazione. Questa scelta l'aveva fatta molto tempo fa e, anche ora, iniziò a camminare sicura verso destra, diretta verso il suo uomo. Poi si fermò, osservando la scena incredula. Da dietro le gambe di Dagon spuntò un bambino, una copia in miniatura del demone. Capelli scuri, occhi grigi, chiarissimi come un vetro che rifletteva uno specchio d'acqua, e misteriosi, come quelli del padre. Avevano un figlio? Quella pallattola doveva averle fatto davvero male per farla dimenticare di qualcosa di simile. Guardò meglio quel bambino e, pian piano, capì che non era loro figlio. Almeno, non suo, perchè nei suoi tratti non c'era niente di lei. Infatti, affianco a Dagon, c'era una donna. Un'altra donna. Avvolse la vita del demone con un braccio per stringerselo vicino, come era solita fare lei quando passeggiavano, passando una mano sulla testa del bambino, scompigliando i capelli scuri del ragazzino, che rise per quel gesto affettuoso. E Dagon guardava entrambi con quello sguardo, quello sguardo che aveva promesso solo a lei, quello sguardo che la faceva sentire amata, speciale come niente al mondo. Quello sguardo che la faceva sentire sua.
C'era un filo, rosso, era sicura che per gl'altri fosse invisibile, ma lei lo vedeva: collegava lei e il demone. Poteva dire con sicurezza che era color rosso amore. Quel colore forse non esisteva, ma lei era certa di quella tonalità.
Poi il filo si spezzò.
Incredula spostò lo sguardo verso sinistra: l'angelo osservava la famiglia con disappunto, dispiacere e rammarico. Sembrava così sinceramente coltò di sospresa quanto lei che, per un momento, Ginevra pensò che tutto quello stava succedendo veramente, perchè sentì il cuore frantumarsi e andare in mille pezzi come riposò lo sguardo su quella famiglia in cui lei non c'entrava niente. L'angelo le venne vicino e, per una volta, quella figura celeste non le procurò alcun dolore, ma solo pace. Voleva aiutarla, capì. Per cercare di farla sorridere, le fece un regalo: le porse un ciondolo, che riconobbe come il ciondolo della morte che, una volta, aveva rischiato di uccidere lo stesso angelo che aveva davanti.
Non capì quel gesto, non capì l'avvicinarsi di Dagon. Adam si allontanò, tornando dov'era quando era arrivata, da una parte del bivio. Rimaneva solo il demone davanti a lei, la donna e il bambino spariti. La guardò a lungo. Lei abbassò lo sguardo, il ciondolo cadeva in mezzo ai seni, leggermente spostato verso sinistra, all'altezza del cuore, dove il vestito da sposa ormai sgualcito lasciava intravedere la pelle, bianca e cadaverica. Il demone presa la mira. Alzò di nuovo lo sguardo, incrociando quello di Dagon. Poi lui sparò e lei cadde all'indietro, in una voragine scura che si era aperta alle sue spalle.
C'era un secondo filo, questa volta argenteo; ne seguì il corso, come a rallentatore, mentre cadeva. Univa lei e quell'angelo ormai lontano. Anche il secondo filo si spezzò e l'angelo prese il volo.
Dagon rimase a guardarla cadere, sempre più a fondo, sul baratro di quell'infinito burrone, circondato da tutte quelle donne che l'avevano perseguitata fino adesso. Ridevano, ridevano tutti, perchè lei aveva fatto tardi e aveva perso.

In qualsiasi posto finirai, voglio che tu combatta per tornare indietro. Ascoltami, Ginevra.. devi ricordarti quello che ti sto dicendo, non vuoi lasciarmi nelle mani di altre donne, vero?

No che non voleva, nessuna doveva toccare il suo uomo. Era di nuovo finita stesa a terra, contro un pavimento freddo, a dispetto della temperatura calda dell'aria. Questa volta si rese conto di essere in un posto reale. Era un'anima all'inferno, un'anima dell'inferno.

Io sono tuo, mi hai sposato. Non lasciarmi andare, ti prego..

No, era un'anima e apparteneva a una sola persona. Non potevano trattenerla ancora, non contro il suo volere, non quando voleva ancora lottare per ritornare da lui.. Potevano torturarla una vita intera facendole credere quello che volevano, non avrebbe ceduto.

DAGON!



Una sola parola, un urlo prolungato mentre correva per quei corridoi. Doveva andarsene da li e tornare da lui.

Amor condusse noi ad una morte:
Caina attende chi a vita ci spense".
Queste parole da lor ci fuor porte.

Inferno, canto V [Paolo e Francesca]



Anima di Ginevra, Inferno, oggi
 
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