The Return Incidents, Topic di Scrittura

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°Magggg°
view post Posted on 22/10/2011, 19:58




JUDE

Il buon Jude, ormai impegnato esclusivamente nella ricerca della propria madre, si trova nei pressi della spiaggia, nel punto in cui la foresta si dirada e la sabbia prende il posto del terriccio umido che nasconde le radici degli alberi. E’ l’alba, il cielo rosato si riflette sul mare colorandone le increspature come se si trovasse in un paesaggio fatato. La spiaggia è deserta, può sentire l’aria frizzante delle prime ore di luce carezzargli la pelle e scompigliargli i capelli. Fa qualche passo verso la scogliera, ha bisogno di pensare, di riflettere, e a quell’ora del mattino gli sembra quasi che l’aria sia più leggera e la mente più libera per accogliere qualsiasi pensiero e ragionamento. Arriva a metà della spiaggia, quando nota un’ombra che gli pare essere conosciuta, seduta sugli scogli in posizione di meditazione. Si avvicina ancora qualche passo, sino a riconoscere suo fratello, evidentemente impegnato nelle sue preghiere. Spegne la sigaretta che tiene tra le labbra e si avvicina di qualche passo, senza fare troppo rumore però. Gli arriva alle spalle e con le mani sprofondate nelle tasche dei pantaloni lo osserva come se fosse in attesa di chissà cosa.

NARWAIN

La vita passa, la famiglia si allarga, i figli vanno e vengono e l’apocalisse si sta avvicinando a grandi falcate… Eppure c’è qualcuno a cui tutto ciò non interessa. Lui, nonostante tutto ciò che gli accade intorno, continua la sua quieta esistenza, fatta di preghiera, meditazione, armonia con gli elementi e ovviamente della sua famiglia. Se i problemi non ci sono è inutile crearli, e se i problemi arrivano allora vanno affrontati nella maniera più pacifica e razionale possibile. Questo è Narwain, un concentrato di pace, amore ed armonia, che pare quasi splendere, tra le ombre di Point of Evil. A volte il destino è strano, ma in fondo, lui sta benissimo così. Sta parlando con qualcuno, mentre seduto a terra, con le gambe incrociate e le mani poggiate sulle ginocchia, lascia che la luce dell’alba ne illumini il viso e le labbra, incurvate in un dolce sorriso, come se fosse perso in un discorso decisamente piacevole…
“A presto…” sono le sue ultime parole mentre riapre gli occhi e inspira profondamente, poi parla nuovamente, senza voltarsi a guardare la figura che è in piedi alle sue spalle.
“Buongiorno Jude… sei mattiniero…”

JUDE

Rimane immobile alle spalle del proprio fratello, cercando di comprendere ciò di cui sta parlando, ma la voce di Narwain è così bassa, quasi stesse sussurrando, che non riesce a percepire nulla se non le ultime parole che dice, e quelle, ovviamente, riferite a lui.
Con l’espressione di un bambino colto con le mani nella marmellata quasi si sentisse in colpa di aver rubato un momento dell’intimità del giovane drow, si schiarisce la voce e fa qualche passo avanti.
“Non volevo disturbarti… perdonami…” poi però si rende conto che ha bisogno sia di parlare con Narwain della situazione della loro madre, visto che probabilmente nessuno si è degnato di dirglielo, e soprattutto anche di quella tranquillità che solo suo fratello, nonostante abbiano passato insieme ben poco tempo, è in grado di trasmettergli. Si siede quindi accanto a lui, incrociando le gambe a terra, e si schiarisce la voce. “Non pensavo ti avrei trovato qui… Ma meglio così, avevo bisogno di parlarti… della mamma… e non è una cosa piacevole…”
Sembra quasi vergognarsi di quello che sta per dire, come se in un certo senso, fosse responsabile dell’accaduto.

NARWAIN

La sensibilità di chi è cresciuto con gli elfi, apprendendo tutto ciò che riguarda il contatto con la propria anima, e con quella degli altri, va oltre quella che può essere la semplice immaginazione. E per chi non conosce i veri poteri di chi è chierico della maggiore divinità elfica, può essere complicato comprendere quanto essi riescano ad entrare nel profondo durante la loro meditazione, tanto da essere in grado di percepire, con chiarezza quasi disarmante, tutte le anime presenti in un determinato luogo. Come se potessero osservarle.
Narwain non è impreparato alla notizia che sta per dargli suo fratello, e forse sarà in grado di stupire il giovane Jude, ammettendo di essere al corrente di ciò che è accaduto, proprio grazie alle parole della propria madre. Sorride quindi, inspirando profondamente e raccogliendo la spada che teneva piantata nella sabbia, per poggiarsela sulle ginocchia.
“Non mi disturbi affatto Jude, anzi, a dire il vero, se questo fortuito incontro non sarebbe avvenuti, sarei venuto io stesso a cercarti… la tua aura risplende ancora, non sarebbe stato difficile in fondo…”
Si volta finalmente a guardare il fratello negli occhi. Quelli completamente bianchi di Narwain a volte possono sembrare inespressivi e in parte inquietanti, ma a ben guardarli, esprimono molto più di quanto non sembri.
“So della mamma… se devo essere sincero, parlavo con lei, fino a qualche secondo fa… mi ha chiesto di cercarti…”

JUDE

Ascolta le parole di Narwain in silenzio, guardando di tanto in tanto lui, di tanto in tanto il mare il cui colore muta lentamente seguendo quello del cielo. Aggrotta appena la fronte nell’apprendere che la persona con cui sembrava parlare Narwain era la loro madre Lui non si era nemmeno accorto che ci fosse qualcuno sulla spiaggia li con loro, e la cosa lo indispone non poco.
“Ah… fantastico dunque, quindi a quanto pare tutti riescono a vederla, tranne il sottoscritto… quasi quasi non serve nemmeno che lei torni normale visto che riesce ad avere una vita sociale perfettamente normale anche così!”
Sbuffa e scuote la testa, poggiando i gomiti sulle ginocchia e tornado a guardare davanti a se.
“Salutamela quando la vedi di nuovo, dille che anche al sottoscritto farebbe piacere riuscire a dirle due parole… almeno a salutarla se non altro…”

NARWAIN

Si aspettava in fondo una reazione simile, ciò che non si aspettava, è che Jude fosse davvero incapace di percepirne la presenza. Era un angelo dopotutto e il sangue che gli scorre nelle vene, non è certo cambiato.
Ride appena però, portandosi un pugno davanti alle labbra e scuotendo appena la testa.
“Non essere sciocco Jude, non penserai che te lo faccia per dispetto… e comunque… prima di tutto non riesco a vederla nemmeno io… semplicemente riesco a mettermi in contatto con lei tramite la sua aura… e poi… non credo nemmeno che tu non sia davvero in grado di percepirla… solo… magari non ci hai mai provato davvero… Sei un angelo… la tua sensibilità non ha niente da invidiare alla mia… ma sei arrabbiato e sai… rabbia e concentrazione, sono due pessime compagne…”.
Non abbandona mai il sorriso, tornando a guardare in avanti, cercando di capire cosa stia realmente osservando Jude.
“La mamma è preoccupata per te… molto… preoccupata per te… Ieri sera è riuscita ad incontrare tuo padre sai? Le ha detto… che tu e lui avete avuto qualche problema… dovresti fidarti di tuo padre sai? Conosce… molte cose del mondo… la riporterà indietro…”

JUDE

Rotea gli occhi ascoltando le parole iniziali di suo fratello, da quando sua madre è sparita, tutti cercano di dirgli quello che deve e che non deve fare, e alla fine della fiera lui è l’unico a non riuscire ad ottenere nulla di ciò che vuole. E al momento, la sola cosa che vorrebbe è riavere sua madre…
Si aspettava in un certo senso le parole di suo fratello, ciò che non si aspettava, è che in un certo senso difendesse suo padre. Attende che suo fratello finisca di parlare, poi aggrotta la fronte e si volta a guardarlo come se avesse detto chissà quale eresia.
“Chi ti ha posseduto Narwain? Tu… come cazzo fai a difendere mio padre? E’ colpa sua se la mamma è in questo stato, ma forse a te questo non l’ha detto… o sbaglio? A lui… non interessa di riportarla indietro Narwain, a lui interessano solo i suoi comodi… che diavolo ti ha detto per comprarti? E bravo con le parole… ma non ti fidare… non farti prendere in giro…”
Alza appena la voce, è iroso di natura, una qualità squisitamente genetica… deve certo ringraziare i suoi genitori se ha ereditato questo splendido carattere…
Fa quindi per alzarsi in piedi, scuotendo la testa.
“Ero venuto per informarti… visto che sai già tutto, allora non ha più senso che io rimanga…”

NARWAIN

Nel momento in cui Jude inizia a parlare, non sembra affatto stupito, a dire il vero gli sembra semplicemente di sentir parlare se stesso fino a qualche tempo prima. La pensava nello stesso modo, con la differenza che Belial non era certo suo padre, e lui era più che giustificato a parlare in quel modo. Non si aspettava però che anche Jude la vedesse nello stesso modo. Sospira e quando il ragazzo di alza da terra per andarsene, gli prende un braccio osservandolo e sollevando le sopracciglia.
“Jude, credo che dovresti ascoltarmi un momento… e credo soprattutto, che tu volessi qualcosa di più, del darmi delle semplici informazioni… sbaglio forse?”
Continua a guardarlo negli occhi attendendo che suo fratello torni a sedersi, e lo stesso fa lui, poi sospira e riprende a parlare.
“Sei giovane Jude e non sai molte cose… anche se non certo per colpa tua… Vorrei che mi ascoltassi… Non ho alcun interesse a difendere tuo padre a prescindere… sai Jude, prima di conoscere certe cose, la pensavo esattamente come te… mi sono ricreduto, ma nessuno mi ha fatto il lavaggio del cervello… Sai bene qual è la giustizia che seguo… e se dico certe cose, è perché le ho viste con i miei occhi…”

JUDE

Tutto si aspettava, tranne sentire certe parole provenire dalla bocca di suo fratello. Lo osserva assolutamente stranito, e quando si alza prendendogli il braccio perché lui torni a sedersi, lo stupisce abbastanza da non lasciargli troppa scelta. Conosce bene l’allineamento di Narwain, a dire il vero, era fermamente convinto che per lui, Belial non fosse altro che uno dei tanti malvagi che purtroppo erano entrati a far parte della sua vita, o della vita della sua famiglia. A quanto pare si sbagliava grossolanamente.
L’unico motivo, oltre allo stupore, che lo convince a rimanere ad ascoltare le parole del giovane drow, è che sa benissimo che il fratello è assolutamente, completamente in grado di mentire…
Dunque si siede osservando il fratello negli occhi con espressione non propriamente convinta.
“Ti ascolto… e lo faccio solo perché son convinto che tu non sia in grado di raccontarmi delle cazzate… ma non ti assicuro di crederti… Ci ha provato tante volte anche la mamma, ma non le ho mai creduto…”

NARWAIN

Sospira semplicemente, senza però mai abbandonare il sorriso, quel sorriso pieno di serenità che pare in grado di tranquillizzare anche gli animi più irrequieti.
“Non le hai mai creduto quando ha tentato di parlarti bene di tuo padre… ma quando ti ha raccontato dei suoi sbagli, beh, in quel caso li hai memorizzati tutti… uno per uno… Sai Narwain… è molto più facile credere a ciò che si avvicina a quelli che sono i nostri pensieri e le nostre convinzioni… Ma credere a ciò che deve farci cambiare idea… è sempre molto difficile… io però… l’ho fatto… Credi che tuo padre mi piacesse Jude? Ma nemmeno un po’… ai miei occhi aveva reso mia madre, perché al tempo era solo mia madre, una specie di mostro sanguinario… Mi ero sempre rifiutato di pensare che in fondo lo era sempre stata, e che il suo cambiamento non era altro che una bugia…”
Abbassa lo sguardo un momento, forse in parte vergognandosi di quelle sue stesse parole, tant che scuote il capo e smette di guardarlo negli occhi mordendosi il labbro e fissando l’orizzonte dove cielo e mare si confondono.
“Io ho visto quanto tuo padre ha fatto per la mamma, Jude. L’ho visto con i miei occhi, e mi sono rassegnato a pensare che in fondo, se è viva è solo merito suo. Sai Jude, la mamma è sempre stata molto brava a mettersi nei guai, ed è sempre stato tuo padre a rimediare a tutti i suoi innumerevoli casini. A volte la sventura ci ha messo del suo, ma lui non ha mai fiatato, l’ha sempre raccolta e ne ha rimessi insieme i pezzi… Meglio di quanto non ho potuto fare io… meglio di quanto non avresti potuto fare tu… Sai che è grazie a lui se hai una sorella? Chi credi che l’abbia tenuta in vita mentre Erordia le succhiava ogni goccia di vita durante la gravidanza? Potrei raccontarti mille altri episodi, ma forse devi solo vederlo con i tuoi occhi…”
Torna a guardarlo, stringendosi appena nelle spalle. “A me tuo padre non piaceva per niente… sono stati i suoi comportamenti a convincermi del contrario… non certo lui…”

JUDE

Ascolta le parole di suo fratello come se stesse ascoltando la trama di un racconto di fantascienza. Gli sembra tutto così assolutamente irreale e impossibile che è come se fosse finito in un universo parallelo, in cui tutti sembrano cercare di convincerlo di ciò che per lui è assolutamente impossibile… come se l’universo e la realtà si fossero completamente capovolti. Si passa una mano tra i capelli togliendoseli dal volto, e scuote di tanto in tanto la testa, ma non è in grado di interromperlo sino alla fine. Solo quando Narwain si zittisce ha il coraggio di riprendere a parlare.
“Te l’ha detto lei di dirmi queste cose Narwain? Perché lei ne sarebbe certo capace… Non capisco come possa farlo vista la situazione in cui si trova e visto che si trova così a causa sua… ma so che ne sarebbe in grado…”
Si morde il labbro inferiore tornando a guardare il fratello e poi spostando di nuovo lo sguardo davanti a se.
“Lui avrebbe potuto evitarlo molto tempo fa… avrebbe dovuto fare qualcosa… avrebbe dovuto proteggerla, almeno dai pericoli che lui poteva evitare… è una sua creatura maledizione… perché non ha fatto qualcosa? Sai, credevo che la mamma fosse impazzita e stupida quando gli chiedeva di sposarla, ma forse aveva ragione… Magari sarebbe stato diverso…”

NARWAIN

“O magari sarebbe stato lo stesso… cosa ne sai tu Jude?” parla sempre con il sorriso, mantenendo il tono di voce calmo e pacato.
“Tu mi conosci Jude, o almeno penso che tu abbia imparato a capire come la penso su certe cose. Io ho sposato Nebi, ma io credo nel significato di questo tipo di unione… Perché so che lei ci crede… e capisco anche che per una donna possa essere un momento importante, una sorta di sogno… Ma sai Jude, se io non ci avessi creduto, non l’avrei mai sposata, nemmeno per accontentarla, e non l’avrei sposata nemmeno se fosse stato solo per difenderla o per chiarire la sua posizione. Il matrimonio non è un contratto, e nemmeno un proforma… o ci si crede, o non ci si crede, non esistono vie di mezzo Jude… Credo che se non avessi sposato Nebi, son certo che l’avrei amata nello stesso modo… e se io avessi desiderato sposarla e lei non avesse voluto perché non era ciò in cui credeva, mi sarebbe andato bene nello stesso modo perché sentimenti e convenzioni sono due cose molto diverse… Credi che se lui l’avesse sposata questo non sarebbe successo? Sai, io credo che sarebbe successo comunque, o forse credo che le sarebbe successo di peggio… chissà… Noi non conosciamo il futuro, appena conosciamo il presente… Io credo che ormai tutte le creature che conoscono la mamma sappiano a chi è legata… e al tempo stesso credo che tutte le creature che conoscono tuo padre ormai sappiano chi è la mamma… se quella donna ha fatto quello che ha fatto… l’ha fatto nella completa consapevolezza delle conseguenze… L’avrebbe fatto comunque Jude, il destino non è affar nostro e noi non possiamo cambiarlo… Il solo nostro compito è quello di viverlo… nel bene e nel male… comportandoci nel modo migliore per affrontarlo e… limitare i danni… Non possiamo fare altro… e fidati Jude, la rabbia è il modo peggiore di gestire qualsiasi situazione… Tu non sei uno stupido Jude… Schiarisciti le idee… smetti di pensare con rabbia… scoprirai che ogni cosa è molto più semplice…”

JUDE

Le parole di Narwain gli arrivano addosso come una pioggia di pugni. Forse perché, in un certo senso stupidamente, si aspettava di trovare in lui un alleato, e invece, si è trovato di fronte alla semplice realtà, nel modo più chiaro in cui poteva vederla.
Tiene lo sguardo basso, mordendosi di tanto in tanto l’interno della guancia e riflettendo su ciò che sente.
“Avresti dovuto fare l’uomo politico… il diplomatico… o forse il maestro d’asilo Narwain…”
Lo guarda sollevando un sopracciglio, poi scuote la testa sorridendo e sospira.
“Non a caso sei il figlio maggiore… o forse il tuo buonsenso arriva solo dall’aver passato la tua infanzia lontano dalla pessima influenza della mamma…” poi però senza attendere risposta, solleva entrambi i palmi delle mani. “Sto scherzando…”.
Sospira poi, rialzandosi in piedi e annuendo, appena più serio. “Sarebbe stupido non ascoltare il tuo consiglio… dopo tutto l’impegno che ci hai messo… ci proverò… se mi garantisci che se mi faccio passare l’incazzatura riesco ad essere utile allo scopo e forse… anche a vedere la mamma… in tutti i casi… grazie…”
Sospira un’ultima volta, poi si volta e inizia ad allontanarsi in direzione della foresta. Cambiare le proprie convinzioni non è mai semplice, ma in fondo, dipende solo dai motivi per cui decidiamo di cambiarle….

NARWAIN

Sorride alle parole del fratello, stringendosi appena nelle spalle ma rimanendo seduto per terra.
“Non sono un diplomatico… semplicemente le mie scelte mi hanno obbligato a cambiare punto di vista, e ad accettare cose che erano fuori dalla mia comprensione per poter stare accanto a chi amo… e poi…” gli viene appena da ridere “con due donne in casa, bisogna imparare ad avere molta pazienza… Ti auguro di imparare presto a cambiare il tuo punto di vista sulle cose Jude… la vera maturità non è il saper esser fedeli ai propri punti di vista… bensì adattarli alla vita che viviamo giorno per giorno…”
Sospira infine, congedandosi dal fratello. Lo osserva allontanarsi verso la foresta, prima di tornare a guardare davanti a se.
Chiude poi gli occhi, mentre il sorriso gli si dipinge di nuovo sul volto.
“Hai visto mamma? Ho sempre ragione… no?”

Jude

Narwain

 
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view post Posted on 27/10/2011, 22:10
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...due sere fa, al ritorno dalla foresta di Poe...

L’attraversamento della foresta di Poe mi risulta davvero faticoso. L’aria di morte e sofferenza che si respira al suo interno mi opprime e mi schiaccia come un grosso macigno. Tanto che mi sembra di non riuscire quasi a respirare.
Il mio passo è trascinato, stanco.. e sento sulle spalle la pesantezza di queste infime sensazioni che hanno preso il controllo della mia anima. Ma finalmente, eccolo. Il fiume!
Come raggiungo l’altra sponda il mio stato d’animo subisce un mutamento evidente: quelle maledette sensazioni orribili che mi hanno tormentato nelle ultime ore mi abbandonano all’istante. Puf! Spariscono, si volatilizzano senza neppure che io me ne renda conto. E il mio corpo si rilassa, i lineamenti del mio viso si distendono, la pesantezza dei miei passi lascia il posto ad un’estrema leggerezza e agilità. Le mie mani non sono più strette a pugno, e subito una di esse cerca il mio flauto nella tasca laterale della gamba sinistra dei pantaloni. Voglio vedere se sono ancora in grado di suonare. Lo porto alla bocca e nell’istante prima di dar vita alla prima nota nella mia mente compare il suo volto e le mie labbra sussurrano il suo nome “Deirdre”.
Non ho idea di quale magia oscura risieda in quel posto al di là del fiume, ma per ora voglio solo pensare alla musica. E così, sulle note di una filastrocca irlandese, me ne torno verso il castello.

-Luke Dillon-
 
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~Kaya.
view post Posted on 28/10/2011, 15:26




Qualche sera fa..

Chandra
[Buffo, talvolta, assistere a qualcosa anche quando non lo vuoi. E' buffo perchè non hai controllo su questo, e quelle immagini ti penetrano nella testa dandoti l'assillo. Sapeva che tornare a Point of Good non sarebbe stato facile ma..così lo è anche di più. La figura che è seduta sulla balaustra della balconata è troppo piccina per esser comparata a un adulto. Avvolta in un mantello scuro, questo le mette in ombra il viso, lasciando a stento intravedere l'abito grazioso, in chiffon, e le scarpette di vernice bianca, come quelle delle bambole di porcellana. Avrebbe potuto sembrarlo anche lei, un tempo. Adesso la cosa non è che le importi granchè, a che le occorre, in fondo? Sbatte le ciglia, tornando alla realtà che la circonda, alla solitudine della balconata, a quella notte oscura dominata dalla Luna Nera, per sè solitamente simbolo di una sofferenza atroce. Ormai, quella, non si limita alle notti di Luna Nera, però. Ormai..si è rassegnata, non vi è altro termine per definire l'inezia con cui si trascina, giorno dopo giorno. O.. notte dopo notte. Non sa come mai non riesca a torar viva. Forse..è un segno, l'ennesimo. L'ennesimo auspicio di morte. Le dita piccine grattano il tessuto dal ventre, massaggiandolo un secondo dopo per porre termine a una fitta. La fame..quale tormento. Si pizzica la lingua coi canini che le dolgono per la voglia di esser affondati nella carne di qualcuno, in cerca del nettare necessario al proprio nutrimento. Ma..ora è di nuovo a Point of Good. Il rimorso, il senso di colpa, abbattono il riuscire a concedersi qualcosa del genere, lo sente sbagliato. Quanto fa male osteggiarlo. Una volta di più..maledice la propria natura, il proprio esser nata. Nemmeno si ravvede che, alle proprie spalle, colui che è stato fulcro della visione di poco prima sta risalendo le scale e, a breve, sarà di passaggio proprio lì]

Dante
[Quando avviene una discussione animata tra due persone che tengono molto l'uno all'altra, è inevitabile restarne scossi anche se.. Si è pienamente convinti di aver ragione. In fin dei conti cosa te ne fai della ragione, quando hai perso qualcuno di importante?Se si trattasse solo di qualcuno, poi.. Forse sarebbe più facile. Ma non è così quando tutto si sgretola, e cominci pian piano a perdere tutto ciò che componeva la tua esistenza fino a poco prima. Questi pensieri assillano il mezzo demone, che ancora si tormenta per tutto ciò che è accaduto. Inevitabile pensare a Blanche, a Leah, ed arrivare alla conclusione che in fin dei conti è lui il responsabile. Ma non è soltanto per quella vicenda.. Che prova un forte senso di colpa. Le parole di Leah gli hanno fatto comprendere che ciò che sta accadendo a lei ha colpito tutti i vampiri dell'isola.. Anche coloro che lo sono per metà. Il pensiero rivolto alla piccola Chandra è stato immediato. Come se non ne avesse già passate abbastanza, del resto. Era da lei che Dante voleva iniziare a rimediare ai propri errori, ma fin'ora non è stato possibile.In fondo non può biasimarla.. Comprende il suo rancore, lo merita. Ma deve comunque tentare.. Perchè se l'abbandoneranno anche stavolta.. Tutto sarà finito. Per questo motivo la cerca per tutto il castello. Certo, voleva evitare di incontrare nuovamente Leah ma.. Fortunatamente, ed è strano nominare la fortuna, con lui, pare che abbia deciso di non rientrare più, dopo che se n'è andata. Sarà da Armand?No, non vuole neanche pensarci. Ha altre cose di cui occuparsi, adesso. Salendo le scale, nota quella piccola figura che gli dà le spalle, seduta sulla balaustra della balconata. Difficile che si tratti di un adulto, e a Pog.. Non si trovano altri bambini soli. Facile ipotizzare che sia proprio lei] Chandra.. [Sussurra, avvicinandosi.Non sa ancora come la piccola reagirà alla sua presenza, stavolta. Ma deve comunque tentare, in ogni modo.]

Chandra
[Ferma la mano ad altezza dello stomaco, e tempo di realizzare che i propri pensieri l'hanno estraniata a tal punto da aver ignorato l'approssimarsi di un battito di cuore, e un profumo anche più allettante. Solleva quella stessa mano al cappuccio, per adombrare anche meglio il volto. Non vuole esser guardata, e che ironia pensarlo. Proprio lei, tanto vanesia da amare coccolarsi e curarsi all'estremo, ora preferisce restare nascosta da tutti, anche da sè stessa probabilmente. Nasconde le ferite al viso, e sul corpo, ancora non sanate. Il segno di quel volersi lasciare morire che la spinse, letteralmente, nella tana dei lupi, pur sapendo cosa sarebbe avvenuto. La rigenerazione vampirica è più lenta in caso di ferite provocate dall'argento, o dai lupi, nemesi della razza vampirica da tempi immemori. Figurarsi quando..la tua testa ti suggerisce che, no, non devi nutrirti, perchè è sbagliato. Perchè è inutile. Non risponde, si fa solo più piccola, conscia di non poter negare di esser chi è stato evocato da quel nome. Conscia che Dante non se ne andrà stavolta, con una consapevolezza che tradisce i sensi materiali. Non gli risponde, per il momento. Spera solo che il suo farlo dissuada il mezzo demone dall'avvicinarsi ulteriormente, lasciandola in solitudine. Eppure una parte di sè è lo sa bene, ancora una volta se lo ripete, che..non lo farà. E' Dante, e la sua testardaggine la rammenta, ne ha avuto prova anche pochi istanti fa, in cui uno scorcio di passato le ha mostrato la sua lite con Leah]

Dante
[L'osserva nascondersi ancora di più nel cappuccio, e questo gli fa stringere il cuore. La stessa bambina che curava così tanto il proprio aspetto ora lo cela agli occhi del mondo, perfino agli occhi di chi vorrebbe aiutarla. Ma questo non basterà ad allontanare il mezzo demone. Nè questo, nè il suo silenzio, perchè non esiste muro tanto grande che egli non decida di abbattere, se ciò che si trova aldilà di esso è importante. Così è la piccola Chandra, ed è per questo motivo che non si scoraggia neanche quando gli nega la risposta, e al contrario, sembra farsi ancora più piccola, come se potesse nascondersi. Fa un respiro profondo, prima di richiamarla nuovamente, stavolta proseguendo] Chandra.. Ho bisogno di parlarti. E.. Ti prego, stavolta lascia che lo faccia. [Fa una piccola pausa prima di proseguire, in cui avanza di qualche altro passo verso di lei. Non ha paura, anche se è cosciente che potrebbe ricapitare lo stesso incidente capitato con Leah. E' un rischio che deve correre, senz'altro. Poi se anche lei arriverà ad odiarlo del tutto.. Lo capisce. Ma non può far sì che questo accada senza cercare di sistemare le cose] So che.. Ti sta succedendo qualcosa. Sta accadendo.. A tutti coloro che hanno sangue vampirico in corpo e.. Perfino a.. Leah.. [Abbassa lo sguardo nel pronunciare il suo nome, mentre il tono si fa più amareggiato, ma poi torna a guardarla, più deciso] E so che.. Non puoi affrontare questo.. Da sola. Non puoi.. E non posso permettertelo io. Voglio aiutarti.. Anche se non è quello che vuoi. Non intendo lasciarti sola, Chandra.. Non stavolta. [Non sono solo belle parole le sue.. Ci crede fermamente in ciò che dice. Leah è andata dritta da Armand.. Se Chandra volesse tornare da Lilith, o cercasse anche lei qualche altro vampiro?No, non può permetterlo. Anche a costo di farsi molto male.]

Chandra
[Bisogno di parlarle? E da quando un simile evento? Ironicamente viene da valutarlo. Ma da quando è tornata, per quanto sia stato doloroso il farlo, la sua mente sta gradualmente riuscendo a scorgere gli eventi che l'hanno coinvolta con un pò più di..lucidità. Certo se non si valuta..che adesso aggrapparsi a quella è restare sospesi su un filo, l'ennesimo. E chi afferma di volerla aiutare, bhè, è tutto da vedersi perchè ha paura di come potrebbe essere interpretato..il volerla aiutare. Sa come la vorrebbe interpretata, sa che quell'interpretazione è dovuta alla fame che l'attanaglia. Ma non riesce..a farne a meno, di quel pensiero] Io vi odio..[esordisce la bambina, tenendo gli occhi bassi, nascosti grazie al cappuccio che riesce a nasconderle quel colore verde-dorato, reso cupo proprio per l'assenza di nutrimento] ..odio che non riuscite...ad andare d'accordo. Siete..due testoni, sapete? sia te che Leah. [scrolla le spalle, sminuendo l'importanza delle parole di Dante. Disillusa, convinta certamente che se non è riuscita in un anno a trovare quanto voleva, allora aveva ragione quel ragazzo dai capelli bianchi. Deve solo aspettare che venga a prenderla, con il suo papà] ..sono comunque da sola, zio Dante. Non dipende da voi. Ormai...è chiaro che è..semplicemente così. E' inutile che resti qui, dovresti andartene da questa balconata. Dovresti..cercarla, perchè lo sai quanto è testona, lo sai che per quanto ti dica di andartene e che non ti vuole nella sua vita, lei sta male...tutti e due state male. E' così facile sbagliare Dante..quando ci si sente soli, quando si avverte che non hai più niente che ti lega a quanto consideravi importante..Non biasimarla se, per quanto sbagliato, lei ha cercato chi potesse farla sentire felice, in pace con sè stessa. Se credi che quella felicità sia sbagliata per lei, combatti per farglielo comprendere..non..permetterti di lasciarla andare..sapendo che questo l'allontanerà per sempre. Chi ti dice che sia solo io..che non posso affrontare tutto questo da sola? Io..posso farcela. Sono stata sola così a lungo. Sei sconvolto..per quanto è accaduto, e lo posso comprendere. Ma zio..stai finendo in un baratro, e forse solo lei è riuscita veramente a vederlo. Ha sbagliato, e continuerà a sbagliare..è umana. Proprio come chi vuoi proteggere. Non sfogare su di me il tuo senso di impotenza, credendo che riuscirai a compiere con me quanto senti che ti sfugge dalle mani. Non è..molto carino nei miei confronti quando il tuo posto non è qui. Ma da loro. Ogni momento che tu passi a cercare di convincermi, un pezzo di Leah..e di quell'altra ragazza, si allontana e non potrà essere recuperato. Vi sono così tanti sentieri davanti a te..scegli con cura quello a cui vuoi dare la precedenza perchè, fidati quando ti dico, che un solo piccolo passo può sconvolgere un intero mondo. [si ferma, forse esausta. Si porta una manina al petto, e lì stringe il tessuto, su quella porzione di sè dove non batte più alcun cuore. Chandra fa intendere una conoscenza immensa su qualcosa che a pochi è dato vedere. Quella chimera che è chiamata Futuro. Oh, quello degli altri può vederlo così bene. Ma, purtroppo, non può esser specifica, le parole le muoiono in gola se vi prova..e quante capriole dialettiche bisogna fare per esprimere dei consigli quando non puoi affermare, nel concreto, quanto vorresti fosse conosciuto. Perchè è terribile. E' davvero terribile]

Dante
[Sospira, abbassando appena lo sguardo, quando la sente parlare di odio. Anche Leah l’ha detto.. Ma non dovrebbe sorprendersi, del resto. E’ una cosa che comprende, e che sa di meritare, anche se vorrebbe sistemare le cose. Ma ormai, tornare a come tutto era una volta.. Sembra impossibile. Non si stupisce che lei sappia della furiosa litigata appena avvenuta tra i due. Insomma, magari non sarà cosciente dell’effettivo potere di Chandra adesso, ma hanno urlato così forte che non gli sembrerebbe strano se li avessero sentiti perfino a PoE] Lo sai, allora.. [Sospira di nuovo, rialzando lo sguardo verso di lei] .. E’ che la situazione.. E’ più complicata del previsto. [Paradossale quanto lui liquiderebbe la cosa così.. Mentre Chandra fa tutto d’un fiato un discorso così maturo, che probabilmente nessuno dei due cacciatori riuscirebbe a sostenere. Del resto lo sa, è solo l’aspetto a renderla una bambina. Loro due invece.. Forse un po’ bambini lo saranno sempre. Scuote la testa, deciso a proseguire, anziché andarsene come lei gli consiglia] Mi dispiace.. Chandra. Lo so che.. Le mie parole arrivano troppo tardi.. E sono inutili ormai. Dici che non dipende da noi, eppure.. La colpa è stata nostra. Abbiamo perso di vista ciò che era più importante.. A causa del nostro egoismo. [L’influenza del male ha favorito questo, ma solamente perché ha trovato un fertile terreno su cui far crescere tutti quei sentimenti negativi che gli hanno portato via la lucidità necessaria per comprendere qual era la sua vera missione. Non si pronuncia sul suo consiglio, perché già sa che non la cercherà. Non ora, non dopo quello che si sono detti. In fondo prova ancora tanta rabbia, e questo rischierebbe di accecarlo di nuovo. E quando il rancore è accompagnato dall’orgoglio.. Non è facile scavalcarlo.] Come ti ho detto.. La situazione è complicata. E poi.. Non siamo gli unici a stare male. Chandra.. Non è vero che puoi farcela. Essere soli.. Non sempre rende più forti. Ti sbagli se credi che io sia qui.. Solamente perché ho fallito con tutto il resto. E’ vero, sì, tutto mi è sfuggito dalle mani. Ma se sono qui da te, stasera.. E’ perché è dove voglio stare. Che tu lo creda o no, Chandra.. Non intendo più lasciarti sola. Non stavolta. Lo so che hai bisogno di aiuto.. Quindi ti prego, non rifiutare la mia mano. So che rimediare agli errori del passato.. E’ impossibile. Vorrei cancellare tante cose.. Ma non posso. [Ironico che invece lei.. Il passato potrebbe mutarlo in un attimo] Posso solo andare avanti.. Ed imparando dai miei errori.. Fare in modo che non ricada più in essi. [Si ferma, facendo un respiro profondo prima di proseguire. Lo sa che sta perdendo Leah. Sa che sta perdendo anche Blanche. Ormai è qualcosa di inevitabile. Ma non vuole perdere Chandra, e non solamente per la promessa fatta ad Aniac. Lo sa bene, se la perdessero di nuovo.. Anche lei perderebbe sé stessa. E questo non può permetterlo. Ad ogni costo, tenterà e tenterà.. Non importa se farà male.
Ne vale la pena. Poi magari.. Penserà al resto] .. Il mondo è già sconvolto.. Posso solo rimetterlo a posto. [Tende una mano verso di lei, deciso, senza alcun timore] ... E’ questo il sentiero che voglio percorrere ora, Chandra. Lascia che io ti aiuti.

Chandra
Credo, invece, che la situazione sia molto semplice..[obietta la bambina, non persuasa a girarsi verso il mezzo demone. Certo, le parole che usa le arrivano al cuore. Le giungono, e sa quanto batterebbe forte se fosse viva. Quell'immobilità, invece, proprio a maggior ragione risulta dolorosa. Anche sapendo che non può cambiare ciò che è. Non ha scelto lei..con che natura nascere. Strofina il dorso della mano dagli occhi, infastiditi.. forse da lacrime? fortunatamente non è così, solo un pò di pulviscolo..ma per chi la vede di spalle può essere sicuramente altra l'interpretazione] ..non ti rendi conto che stai facendo a lei, proprio ciò che è successo a me? Io avevo bisogno di voi, e non c'eravate. Anzi, vuoi l'ironia? Quando ho cercato di tornare qui, di cercare un ambiente sereno..ne sono stata cacciata. [La situazione con Elbereth e Legolas è stata una pesante lezione, è certo. Probabile che abbia capito che il proprio metodo era sbagliato per aver ciò che voleva..ma..era così impregnata dell'energia negativa di PoE. Le era sembrato così giusto..così dovuto. La tristezza di quella causa è che, purtroppo, le ha solo marcato di più..che il suo posto non è nè da Point of Evil..nè a Point of Good. Non avrebbe dovuto esistere. Senza di lei cosa sarebbe mutato, in fondo? A tratti è matura per l'aspetto che dimostra ma, in altri, su certi temi, è ancora sperduta come una bambina. E non ha più forze, è così stanca] ..io mi sento comunque sola..Dante. E..fidati..cancellare il passato, cambiarlo, non riesce a migliorare il presente. Il presente se deve far pena, fa pena comunque. Come con quella ragazza, zio. Lei ha perso il suo passato..ma non può sfuggire da quello. Non può sfuggirvi nessuno, sai? nemmeno chi può cambiarlo. [risulta forse troppo complicata in quel parlare, perchè in effetti solo pochi hanno avuto modo di vedere in azione i poteri della vampira bambina] ..io sono nata senza che vi fossero i presupposti perchè potessi avere una vita felice. Guardami, zio..è tutto sbagliato. [si sente sbagliata, totalmente. Pare effettivamente più il discorso di un'adolescente che non riesce a convivere con sè stessa, perchè non si piace. Purtroppo la sua depressione è lungi dall'esser passata. Si solleva in piedi, sulla balaustra. In equilibrio sul bordo, con il facile rischio che possa scivolare da un momento all'altro. Anche se un vampiro ha ottimi riflessi, deve desiderare poterli usare. Pare comunque tranquilla, nel parlare, niente lascia presagire che voglia commettere sciocchezze] ..ci sono mondi scolvolti che non si possono aggiustare, Dante. Il mio mondo..non è un mondo che può essere riparato. Vattene..ti prego..[lo supplica davvero di farlo, di lasciarla sola. Inizia a sentire il proprio tono vacillare, la fame prevalere] ..sono stanca..di far del male alle persone..sembra che non possa farne a meno. Non farmi odiare più di quanto mi stia già odiando da sola. Vai da Leah. Se non vuoi farlo per lei, fallo per me. Perchè sono gelosa che vada da quel vampiro. Perchè mi fa rabbia che non l'abbia fermata quando ha quasi ucciso la ragazza di cui ti sei presa cura. E' pericoloso, Armand. Lo è come per me lo è stata la Contessa. Portala via da lui, anche se ti odierà per questo. Aniac lo vorrebbe, e forse è una delle poche cose che sento di riuscire ad avere in comune con lei. Oggi ha fatto male a Blanche..ma domani potrebbe far del male a chiunque, perchè una volta che prendi la via della vendetta..anche il minimo torto giustifica il dolore che infliggi. Io lo so bene, questo. Non voglio che la zia possa convivere con un simile peso non posso accettare che per lei sia qualcosa di cui andare fieri. Se ne renderà conto solo tardi, se lascerà che il sangue sia la sua strada..assieme alla rabbia..

Dante
[Semplice per lei, forse. Per lui non lo è mai stata, e forse non lo sarà mai. Ironico che veda le cose molto più chiaramente qualcuno che da lui dovrebbe essere protetto. La vede strofinarsi gli occhi, che stia piangendo?Un’altra stretta al cuore, perché sia che piangesse davvero o meno.. Si sente che lei sta soffrendo ancora molto. Come non desiderare di poter porre fine a tutto quel dolore?Andarsene, ora, è l’ultima cosa che il mezzo demone vorrebbe] .. Lo so, noi non c’eravamo. Ma sono qui ora e.. Non intendo andarmene da nessuna parte. [Ancora una volta ignora la parte su Leah, spostando l’attenzione su ciò che dice la bambina poco dopo. Cacciata via da un ambiente che avrebbe dovuto donarle felicità. Lasciata da sola, in pericolo, senza curarsi che qualcuno avrebbe potuto farle del male. Stringe i pugni, con la rabbia crescente per chi le ha fatto questo. In un modo o nell’altro.. Sono tutti colpevoli. Non vi è un singolo innocente in questa triste storia] .. Quello che ti è accaduto.. Non è giusto. Non lo meritavi, come non meriti ora di restare sola. Nessuno ha compreso quando soffrissi.. Neanche io. Soltanto ora riesco ad aprire gli occhi. E adesso.. L’hai detto, no?Sono un testone. E se mi metto in testa che posso cambiare il presente.. Allora lo cambierò. [L’allusione a Blanche gli fa comprendere che Chandra sa molto più di quanto credeva. Non ha ancora compreso fin dove si spingono i poteri della piccola, ma immagina che con il tempo ella sia diventata molto più forte, e questo spiegherebbe tante cose] Anche se non si può sfuggire dal proprio passato.. Si può comunque cambiare il proprio futuro. Sono le scelte che compiamo, a deciderlo. Non ho mai creduto al destino.. E ad altra roba simile.. Proprio perché sono convinto che ciò che il nostro futuro possiamo costruircelo da soli. Se credi che i presupposti della tua nascita ti precludano la felicità.. Non è detto che tu non possa raggiungerla in futuro, in un modo o nell’altro. Non sei sbagliata, Chandra. Non lo sei mai stata. Ti sarà difficile crederlo, forse.. Ma noi ti abbiamo sempre amata così. [Sapevano che non sarebbe stato facile, con lei, proprio a causa delle nature pericolose che convivono in lei. Ma ciò nonostante non ne hanno mai avuto timore, né l’hanno mai considerata come un errore, qualcosa che non dovrebbe esserci. Chandra.. Era parte della loro famiglia. Si allarma un po’ quando si alza in piedi sulla balaustra, avvicinandosi ulteriormente. Non può sapere quali sono i suoi intenti, anche se sembra tranquilla. Ed è visibile quanto lui sia realmente preoccupato per ciò che può accaderle] … Mi rifiuto di credere che sia così. Non esiste.. Un mondo che non possa essere riparato. [Forse si illude troppo, in questo, ma lui ci crede davvero. Non si perde mai d’animo, tenta il tutto per tutto.. Finché non è finita davvero. E non sarà finita finché sarà vivo.] Non me ne vado.. Perché non ho paura. So che ciò che senti è un richiamo a cui è difficile resistere.. Ma so che non vuoi fare del male. [Anche le sue parole successive.. Sa che sono terribilmente giuste. Nonostante il suo rancore ancora bruciante nei confronti di Leah.. Non può lasciare che cada ancora una volta nell’oscurità. Deve impedirle di fare del male, far sì che lei non segua la stessa strada.. Che l’ha condotto alla parte peggiore di sé. Questo, nonostante tutto, glielo deve. Poi non sa come andranno le cose tra loro. Ma sarà tutto da vedere] .. E va bene. Lo farò. Ma come hai detto tu.. Non è detto che io possa farcela da solo. [Tende nuovamente una mano verso di lei] .. Vieni con me. Aiutami a salvare Leah. E salveremo.. Anche tutti noi. E’ la tua scelta.. A decidere il tuo futuro, Chandra. E tu lo sai, nel profondo..Ciò che è giusto. [Aspetta che lei risponda, con la speranza che non rifiuti ancora una volta la sua mano]

Chandra
[Per quanto le affermi che non sia sbagliata, ciò non riesce proprio a scalfire la considerazione che ha di sè stessa. Sicuramente troppo severa, perchè la vergogna di ciò che è diventata a Point of Good la può percepire meglio che in qualunque altro luogo. L'aria notturna le carezza la pelle, al di sotto del mantello che, innaturale, resta accollato al corpo. Ha già scelto la propria strada. Il ragazzo dai capelli bianchi le parlò con troppa suadenza e parole troppo giuste per mostrarle in queste inganno. Non vi è inganno nella Morte, solo un destino segnato che non è concesso rimandare a lungo. Niente è eterno. E non tutti possono avere un futuro, gli nega di esser partecipe di questo pensiero, talmente intimo da essere inconfessabile a chiunque meno che a sè stessa. Riesce a mettere a nudo il suo timore, Dante. La paura di non controllarsi, di fare nuovamente un passo falso irreparabile che l'avrebbe fatta soffrire nuovamente] ..credi davvero che possa essere io...chi è in grado di aiutarti? [e come? gli direbbe. Sicuramente trapela lo scetticismo dall'intonazione che usa, scoraggiata, laconica nel proseguire] ..sono solo una bambina..[Anche se sa che non è vero. E' rendersi solo più facile accettare di non essere in grado di crescere, di essere come tutte le altre sue coetanee. Abbassa il volto, confessando nuovamente parte del suo pensiero] ..tu non hai paura..ma io sono terrorizzata, zio. Ho fame...[mormora, la sofferenza che trapela] ..ho tanta fame...[Proprio per questo resta immobile, temendo di perdere il controllo che tanto a fatica cerca di preservare, quello che si aggrappa con tutto sè stesso alla volontà di non soccombere a quanto sarebbe un errore. Un tragico errore. Uno dei tanti, ma perchè aggiungerne ancora?]

Dante
[Lui stesso aveva una severa considerazione di sé, prima di tornare a PoG. Forse ce l’ha anche adesso, dopo tutto quello che ha fatto. Ma ha compreso che non ha senso restare a crogiolarsi nel rimorso, quando si può guardare avanti.. E rimediare agli errori del passato. Si può sempre ricominciare, se si ha la volontà di farlo, ed è quello che spera per Chandra. Forse.. Se la facesse sentire nuovamente parte di quel luogo.. Lei stessa si sentirebbe a casa. Aiutare Blanche ha aiutato lui a ritrovare la propria strada. Forse.. Sarà così anche per lei. Ci spera, ci spera davvero] .. Sì, lo credo. So benissimo quanto vali, Chandra.. E lo sai benissimo anche tu. Una bambina.. Molto più matura di quel pessimo elemento che ora sta provando a convincerla. Lo so che è difficile.. Cercare di cambiare le cose. Accettare di essere ormai una causa persa è la via più facile, lo so bene. Ci sono.. Passato anch’io. Ma se anche tu tendessi la mano, Chandra.. Potremo aiutarci a vicenda. So che questo non riporterà tutto a come era una volta, ma.. Sarà il nostro passo avanti. Un po’ alla volta, insieme..Troveremo la strada giusta. Non importa come.. Tu vuoi aiutarla. E questo basta ed avanza.. Non credi? [Finalmente la piccola lascia trapelare le sue paure, rendendo ancora più palese agli occhi del mezzo demone la sofferenza che prova. Come poterla aiutare? Quello stesso desiderio che Leah non ha potuto, o forse non ha voluto, controllare, ora domina anche lei. Non ha potere per fermare quest’impulso. Non può fare..Praticamente nulla. Ma ciò non basta a farlo arrendere. Niente sarà mai abbastanza difficile da impedirgli di cercare una soluzione. Il giorno in cui Dante si arrenderà.. E’ ancora molto molto lontano.] Non devi avere paura.. Perché troveremo una soluzione. Non so in che modo, ma.. Io.. [E si ferma, colpito da un’idea improvvisa. Forse è davvero inevitabile che in queste condizioni Chandra faccia del male a qualcuno. Ma se lo facesse a qualcuno.. Che non può farsi davvero troppo male?Potrebbe calmare la sua sete, almeno per un po’. E non dovrebbe più sentirsi così. Sì, ormai ne è certo, è la decisione più giusta. La guarda deciso, senza timore, pienamente sicuro di ciò che sta per dire] .. Bevi il mio sangue. Ok, forse non è di prima qualità ma.. Magari ti piacerà lo stesso, chi può dirlo. Non aver paura.. Non mi accadrà niente, te lo garantisco. Metterò fine alla tua fame per un po’ e.. Andrà tutto bene, vedrai. [Non ha paura. Sa che non verrà ucciso, ed è pronto a sacrificare ogni goccia del proprio sangue, se può farla stare bene]

Chandra
[Purtroppo Chandra è scettica, su questo. A volte la volontà di voler aiutare non è affatto abbastanza. Non basta per niente avere buone intenzioni. Ma sa essere lungimirante su qualcosa, e quel qualcosa è che non vuole che la zia resti con quel vampiro. Certo, torna da lei, ogni volta. Ma.. forse egoisticamente ritiene che non potrà mai esser quella la via corretta per Leah. Forse teme che gliela possano portare via..e non ha tanto tempo per restare con lei. Non sa quando verrà suo papà a prenderla, e in merito ha promesso di non dire assolutamente niente. Non vuole che gli ultimi ricordi che potrà avere siano con Dante e la zia che litigano. Vorrebbe avere la forza di lasciarli, sapendo che saranno uniti. Non può fare molti altri doni, ma questo lo desidera con tanta forza. Resta immobile, in equilibrio sulla balaustra, ancora per un pò. Sapeva che le avrebbe detto di bere il suo sangue. Si chiede quanto riuscirà a compierlo senza fargli del male. Peccato che questo consenso faccia tacere la coscienza, più il profumo della carne del mezzo demone le riempie le narici] Se tu sai così bene..quanto sia difficile sentirsi una causa persa..promettimi che non permetterai che sia la zia a sentirsi così. E' brutto sentirsi giudicati da coloro a cui vuoi bene. Siete tutti e due degli incorreggibili zucconi. Ma il vostro orgoglio è ancora più stupido, e non c'è bisogno che ve lo dica una bambina. Rimpiangereste di esservi persi..vi dannereste ogni giorno perchè sapete che non c'entra nessun Armand e nessuna Blanche.. siete voi due che cercate di provare l'uno all'altro qualcosa che vi sta soltanto distruggendo. Per cosa? per essere quello forte? quello nel giusto? [Non è esplicitamente rivolto a Dante, bensì a entrambi, sia a lui che a Leah. Con un piccolo balzo indietro si pone al sicuro, sulla balconata atterrando leggera, innaturalmente agile] ..nessuno dei due è quello forte. Nessuno dei due, forse, è davvero nel giusto. Andiamo...dalla zia, Dante. [gli si avvicina, tenendosi bene in ombra tramite mantello e cappuccio. Pare una piccola ombra, se non fosse per lo scorgersi del chiaro del vestitino. Allunga la mano destra sopra la propria testa, per aggrapparsi al cappotto di Dante. Vuole essere presa in braccio, sicuramente. E ciò espone i segni degli artigli, ferite mica belle a vedersi anche se si stanno cicatrizzando] ..andiamoci insieme. Basta fare i bambini, solo io posso farla..[attende, quindi, che esegua la sua richiesta. Quella di esser presa in braccio, poi..chissà che non dia sfogo alla propria fame, una volta compiuto questo]

Dante
[Lui è determinato, di conseguenza crede che sì, ce la faranno.. Anche se hanno solamente la volontà dalla loro parte. Più di una volta questo ragionamento l’ha portato a farsi molto male, ma ciò non gli fa comunque cambiare idea, c’è ben poco da fare. E poi, nonostante il rapporto tra lui e Leah potrebbe essersi ormai incrinato per sempre.. Non vuole abbandonarla al suo destino con Armand, che non potrà portarle nient’altro che male. Poi magari.. Ognuno andrà avanti con la loro vita, ma prima devono sistemare questo. E magari.. Tutto questo farà bene anche a Chandra. Sentirsi di nuovo utile, in grado di fare davvero qualcosa per qualcuno.. Ti fa tornare la voglia di vivere.. Forse. E’ quello che spera. Annuisce deciso alla piccola, sicuro di sé come non mai. Non mente, e mantiene sempre la parola data, costi quel che costi] .. Lo prometto. Non lo permetterò.. [Il discorso di Chandra, poi, sottolinea ancora una volta quanto sia molto più matura di entrambi. Non sa come rispondere, a tutto questo. E’ così, ha ragione.. Terribilmente ragione. L’orgoglio li ha sempre distrutti, e stavolta forse più del solito. Non sa se le cose torneranno mai a posto. Ed è inutile mentire a sé stesso. Non sa neanche.. Se vuole che le cose tornino a posto. La delusione è ancora troppo grande. Può salvarla quindi, aiutarla. Ma il resto.. E’ da vedere. Manterrà la promessa fatta a Chandra. Aiuterà entrambe, anche a costo di dover essere ferito.. Ormai tanto ci ha fatto l’abitudine!Sospira, ma poi le sorride, mentre scende dalla balaustra e finalmente si avvicina a lui. Non ha paura davvero, anche se sa che per i vampiri è impossibile controllarsi adesso. Come ha detto.. E’ il primo passo. Le deve questo ed altro.. E non vuole più vederla soffrire, mai più] Com’è che alla fine.. Sei sempre tu quella con più sale in zucca tra noi? [Ci scherza su, ma poi torna serio, quando si china per abbracciarla. Anche se le ferite si mostreranno non proverà disgusto, né altro. Solo il desiderio.. Di far sì che quella sofferenza cessi una volta per tutte. Lascerà che lei lo morda, quindi, senza tirarsi indietro, sopportando il dolore. E finchè avrà forze.. La terrà stretta tra le sue braccia, con un abbraccio colmo di sentimento. Anche se lei potrà non crederci.. Lui le vuole bene. Tiene a lei non perché figlia di Aniac, ma perché è lui stesso a sentirsi così legato a lei. Lo sa che per Leah è lo stesso. Erano davvero come una famiglia, una volta. Ma le cose sono cambiate adesso.. E chissà se potranno mai riavvicinarsi a ciò che era prima.] Andrà.. Tutto bene.. [Le ripete ancora una volta, e non è solo lei a dover convincere.]


Chandra
Potresti essere una peccatrice
Ma la tua innocenza è mia


Dante

Edited by ~Kaya. - 28/10/2011, 20:19
 
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view post Posted on 31/10/2011, 16:25
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Poco prima dell'incontro con Elle - Giardino di Pog

Lilja

Sicuramente se vi è qualcosa che non manca a Lilja è indubbiamente il Tempo. Da una creatura sospesa nell'immortalità da quel sentimento chiamato Speranza non ci si può certamente aspettare niente di differente. E' notte, in questo momento. Una notte fredda che sa essere comunque dolce nel giardino di Point of Good, in cui il bianco unicorno ama essere, quando non è nella Foresta. L'autunno non permea in esso, forse proprio per la presenza di lei, che serba nella sua essenza l'elogio all'eterna primavera, che sempre l'accompagna. Non vi è altra stagione che conosca, Lilja. Anche nel buio i colori di quel magico giardino fioriscono rigogliosi come toccati dal più dolce dei soli. Cespugli di rose profumate, gigli bianchi e la fragranza della lavanda sono quelli che maggiormente si possono sentire all'olfatto, ed è un vero invito a soffermarsi su di essi. Con la coda dell'occhio, l'unicorno può scorgere una coppia di paradisee appollaiate sul tronco di un ciliegio. Basta un lieve movimento di quelle due creaturine perchè i petali dei fiori sbocciati sull'albero, prima mezzo spoglio, inizino a cadere e, sospinti dall'aria, danzino come una nuvola soffice, una pioggia deliziosamente piacevole da osservare. Anche se l'isola non è in pace, in questi momenti non può che rendere grazie, l'unicorno, della bellezza che è insita in ogni elemento dell'esistenza. Sono dettagli che non tutti riescono a cogliere, o su cui si emozionano. Ma all'unicorno piace pensare che non sia davvero così. Che tutti, privi di distinzione, possano davvero provare ammirazione e commozione nel cogliere quanto possa esser straordinario quel percorso chiamato "esistere". Per questo non comprende come si possa voler deturpare tutto ciò, cosa mai vi sia sbagliato nella pace da ostinarsi a proseguire a versar sangue e sofferenza, quando tanto gratificante sarebbe la cessazione di ogni ostilità, di ogni dolore. E' così bello, il mondo. Sa essere così magico, e la cosa davvero straordinaria è che non serve nessuna magia per renderlo tale. Basta sapersene prender cura. Uno dei petali svolazzanti finisce sul muso di lei, ed è scrollandoselo di dosso che ha modo di vedere, visivamente, una creatura che già aveva avuto modo di percepire, nel giardino. Una presenza che le è stata richiesta di cercare. Povero Dante, le viene da pensare. Poichè è lui che prova pena per quel fagottino avvolto in un mantello scuro, che sarebbe sicuramente passato inosservato tanto è silenzioso là, fermo su una panchina nascosta. Ancora non si avvicina, vuole darle modo di rendersi conto che non è sola. E fine è la tecnica, poichè forse..nemmeno quella pioggia di petali è casuale

Chandra

Si domanda quanto tempo ci vorrà ancora, prima che il ragazzo dai capelli bianchi mantenga la sua parola. E' un pensiero che da qualche giorno non le sta dando pace, anche se la pace effettivamente è concetto che disconosce da un pezzo. Ha preferito star fuori, questa notte, a riflettere, una volta che il sole è tramontato e, come tutti i vampiri colpiti dall'incantesimo di Harleen, anche lei si è svegliata. Si è svegliata col ricordo del sangue di Dante, della sua dolcezza. E di quanto ancora ne vorrebbe. Sa che lo *zio* non potrebbe negarglielo, e non perchè lei lo pretenderebbe, ma perchè lui stesso conclude che sia meglio che si nutra da lui, piuttosto che far del male agli altri. E' lodevole, e lei lo apprezza. Solo..vorrebbe poter non bere, nemmeno da Dante. Ha bisogno di forze, lei lo sa. Per questo che vengano spese per nutrirla le pare solo uno spreco. Perchè darle -quelle energie- a una creatura che è, letteralmente, un morto che cammina? E non tanto perchè colpevolizzi la propria natura, o meglio, non è proprio per quello questo rimuginare. Ma per via di quella promessa che le venne fatta nella foresta. Quella che ha portato il viso e il corpo della bambina a ferite profonde sulla carne pallida. Segni di artigli, impetosi furono a sfogarsi in un gioco in cui la si riteneva incosciente dello stesso. Oh quanto lo sapeva, invece. Quanto lo sapeva che avrebbe dovuto morire e, adesso, tutto ciò le pare solo un averla lasciata in sospeso, a metà. Ancora una volta incompleta. Tra le mani, celate dal mantello scuro, ancora si rigira una bottiglietta di vetro che è riuscita a racattare al villaggio. Sicuramente è stata imprudente ad andarci da sola, ma doveva farlo, era necessario. Tutto per quella bottiglietta, per una possibilità flebile che, ora, è indecisa se confermare. Perchè così non fosse, significherebbe dover accettare definitivamente che..il proprio sopravvivere dovrà necessariamente esser legato al sangue, che le piaccia o meno. Lo sguardo di lei è tenuto basso sul volto contratto dalla concentrazione del proprio pensare. Un pensare che viene distolto quando qualcosa si adagia sul proprio mantello, seguito poi da un'altro identico. Trattiene la bottiglietta con solo una mano, per cui, perchè l'altra -la meno martoriata- la esce dal mantello per toccare ciò che vi è caduto. Un petalo. Due petali, per esser corretti. Tantissimi petali successivamente, come stessero nevicando. Una nevicata soffice e rosa di fiori di ciliegio, il profumo che li accompagna e che le strappa un sorriso amaro] Piove felicità.. [poichè è questo il significato dei fiori di ciliegio. Adora conoscere il significato dei fiori, glielo insegnò Cassiel e, ormai, è uno dei pochi ricordi in cui riesce ancora a guardare a quel passato con tenerezza. Quello dei gesti quotidiani. Perchè Cassiel non era di molte parole, e per una chiaccherona come lei questo poteva essere un vero problema. Ma il fatato lo percepiva, che i suoi silenzi spesso potevano trarre in inganno poichè riusciva a metterle soggezione, e incuterle di conseguenza il timore di intralciarlo, con quei silenzi profondi anche se era un emblema di serenità, di pace. Allora aveva iniziato a insegnarle che, anche se le creature non parlano, non vuol dire che siano arrabbiate o indisposte. Glielo insegnò iniziando a lasciarle piccoli mazzetti di fiori, ogni giorno. E tramite quelli comunicavano. Era un scambiarsi parole unico, tutto loro, senza che dovessero parlare. Mazzetti di fiori per dire che la trovava bella. O che capiva che era triste. Ne trovò uno anche quando lui se ne andò, ma per la rabbia finì per bruciare quel messaggio di rammarico. Ora se ne pente, perchè avrebbe avuto qualcosa di lui, di tangibile. A volte le sembrava che Cassiel ed Aniac non fossero stati altro che una favola da cui era stata svegliata troppo presto per andare incontro alla realtà. E ora..quei fiori di ciliegio piovevano su di sè, forse come un messaggio, o forse lei desidera semplicemente che sia così, anche se non riesce a crederci. Non riesce a credere davvero nemmeno a quel *andrà tutto bene* che Dante le ha sussurrato ieri. Uno dei fiori si posa sul palmo della mano, proteso verso l'alto, e se lo accosta al volto per sentirne il profumo. Chissà se è davvero di ciliegie che profuma la felicità. Gli occhi della piccola vampira, in cui l'oro si tuffa nel verde prendendone il sopravvento con facilità, solo allora scorgono avanti a sè qualcosa. Non ha bisogno di alcuna luce per vedere quel manto bianco che viene risaltato dalla luce della luna, un piccolo spicchio di luce che, tuttavia, basta per dare al giardino un aspetto paradisiaco. Ma..è davvero merito della Luna? Avverte qualcosa di strano e, velocemente, ritrae la mano sotto il mantello, sospettosa. Come mai un cavallo bianco è nel giardino? Forse appartiene a qualcuno?

Lilja

Ha udito le parole della bambina. Ma quello che maggiormente colpisce l'unicorno, è il constatare che una creatura così piccola, che dovrebbe conoscere solo innocenza, e risate, in realtà sia talmente disillusa da giungere, la sua amarezza, come un pugnale crudele e impossibile da evitare. Che tristezza, che così possa essere. Che nemmeno una bambina possa riuscire a vederla, forse perchè si dà per scontato che i bambini debbano essere intoccabili dalla sorte avversa da godere sempre della loro età, di quell'arcobaleno che solo i loro occhi fanciulli possiedono. Ora che si è accorta di lei, l'unicorno volge il muso nella sua direzione, fissandola docilmente, quieta. Ancora non rivela la sua natura, forse perchè intende rendere questa scoperta graduale per la bambina. In modo che possa ancora una volta comprendere che le favole, talvolta, sono più vere di quanto non ci si possa immaginare. Rammentando, nel proprio cuore, la tristezza di un fatato che sapeva di essersi lasciato alle spalle il dolore di un'innocente per aver accolto le suppliche di mille altri che invocavano il suo intervento altrove. *Oh Cassiel..* pensa la bianca creatura, scrollando la folta criniera * quanto erano corretti i tuoi timori* Il timore che Chandra venisse corrosa dalla propria solitudine, dal senso di abbandono. La vede su di lei, ed è cosciente che ci vorrà tanto tempo, e una pazienza ancora più forte, per vincere quell'aura ormai rassegnata a sè stessa. Può vedere la fragilità di cristallo ancora non spezzata se non per un filo sottilissimo che tiene insieme infinite crepe scricchiolanti. Forse un angelo sarebbe più adatto al compito che le è stato affidato. Ma, nell'unicorno, è pur sempre racchiuso un frammento di paradiso che non attende altro se non di essere conosciuto da coloro che apriranno il loro cuore all'amore innocente che rappresenta. Ed ora, quell'Amore è lì, per Chandra. Per Dante. Per coloro che non ci sono più, e di questo provano nostalgia. Per tutti coloro che ancora restano, ma per questo soffrono incessantemente una pena che non dovrebbero patire.

Chandra
Si guarda attorno, perplessa. Ebbene si, non le pare poi così solito che qualcuno lasci uno dei cavalli libero dalle stalle. L'animale non ha finimenti, questo osserva e si ritrova sorpresa, oltre che incantata, nel constatare che a differenza di tanti equini, questo possiede degli occhi di un colore davvero insolito. Non ricorda di aver mai visto un cavallo che avesse gli occhi di un viola tanto soave. E' anche pur vero che si è sempre più incentrata su vestiti e ninnolanze piuttosto che sugli animali. L'unica eccezione è stata Sciustolina, la puzzola che apparteneva al suo papà e che decise di lasciare libera, anche se a volte andava a nutrirla. Ormai è tempo che non la vede più, chissà che fine possa aver fatto quella povera bestiola. Allontana il pensiero dall'animaletto, perchè si accorge che, nonostante tutto, il cavallo ancora la osserva nemmeno stesse aspettando qualcosa. Non crede che sia una buona idea avvicinarsi ad esso: ora è una vampira completa, lo spaventerebbe. Tutti gli animali sono inquieti e spaventati dai vampiri, forse perchè al loro olfatto..lo sentono che portano morte, che portano dolore. Sicuramente sono più assennati di tanti sull'isola, su questo ci riflette. Tuttavia l'insistenza con cui quella bestiola la guarda la fa sentire, ancora una volta, strana. Scende dalla panchina, ponendosi in piedi. Da quella posizione il cavallo le pare anche più grande, e anche se sono pochi metri a separarli, ha come la sensazione che siano in realtà distanti anni luce. Forse è suggestione, suggestione data da quel manto bianco, dal paesaggio che, ora se ne rende conto sempre più, si accresce in dettagli..magici, meravigliosi. Nemmeno avesse varcato inconsapevolmente la soglia di un altro mondo, pur senza aver mosso un singolo passo. "Ti sei..perso per caso?" Che stupida, mettersi a parlare con un cavallo. Però le viene spontaneo. Le orecchie dell'animale si fanno più dritte ed effettivamente pare gesto che le fa ben credere che la stia anche ascoltando. Fa un passettino in avanti, circospetta, proprio per scongiurare ogni possibile spavento "..non credo che tu debba esser qui, sai?"
Sono proprio dove devo essere, Chandra..
Immediato è l'indietreggiare della giovane vampira, i cui occhi si spostano freneticamente da una parte all'altra, in cerca dell'orogine della voce "Chi c'è?" domanda, rivolta a chiunque abbia tanto pessimo gusto da fare..qualcosa del genere! Il problema è che, per quanto sforzi i sensi..non avverte niente. Niente se non..il cuore del cavallo davanti a sè. Un battito dolce. L'unico cuore presente in quel luogo. L'unico profumo, assieme a quello dei fiori di ciliegio, dei gigli e della lavanda. Ora che ci pensa..quel cavallo..non odora nemmeno come gli altri. Non ha odore d'erba e di terra, come spesso hanno gli altri equini per il loro rotolarsi sul prato. Non odora nè di fieno nè di selvatico. Ha un odore.. buono. Un odore che avvolge il giardino, anzi, l'avverte come fosse lo stesso bianco animale..così parte di quel fiorire magico di fiori da essere tutt'uno con essi.
"Sto impazzendo.." decreta, parlando sommessamente "Non...non puoi essere tu a parlare..no? Insomma..siamo in un'isola dove accade di tutto ma..non sei TU che mi stai DAVVERO parlando.."

Lilja

Trova che sia più che giustificata l'incredulità della bambina. E' normale quando si è tanto abituati a esser delusi dal mondo, a chiudere i propri sensi alla magia che ancora vive in esso, anche se quella magia ti avvolge sempre ed è la tua realtà. Per questo le lascia assimilare la cosa con calma, senza sforzarne la comprensione imponendo la propria voce ma accostandosi al cuore ferito di quella piccina con una distensione sempre presente nella profondità del suo sguardo. Un essere accomodante, un invito gradevole, non oppressivo.
Perchè tanta incredulità, Chandra? In fondo..lo hai affermato tu stessa. Su quest'isola avvengono molte cose. E..si, può anche succedere di trovarsi nel giardino del Castello, convinti di esser soli nel proprio pensare, nella propria solitudine..per poi scoprire che soli non si è davvero, e che qualcuno -per quanto inaspettato, perchè non ero attesa da te- è giunto in risposta a quel bisogno che avverti da tanto.
Mi hai domandato se mi ero perduta. Come mai dovrebbe proprio esserti venuta tanto naturale quella domanda, rispetto a trovare la più semplice giustificazione possibile. Perchè non sarei il primo nè sarò l'ultimo animale che puoi trovare nel giardino di Point of Good..
Fa una pausa, ma ancora non è tempo per la piccola di parlare. E' la dolcezza della voce dell'unicorno a cercare di rasserenarne i dubbi che, sicuramente, le stanno insorgendo
Ti senti persa, vero? Anche se sei tornata a casa.. non è come prima, niente riesce a esserlo. E hai paura..di quello che ti sta succedendo. Sai..
La invita a riflettere C'è chi si sta preoccupando molto per te, Chandra. Io stessa non posso farne a meno, perchè credimi..è doloroso constatare che la gioia nei tuoi occhi si è arresa..

Chandra
Quanto ci si può rispecchiare nelle parole dette da un estraneo, e quanto sa essere sconvolgente farlo poichè ti rendi conto di quanto il tuo cuore, il tuo animo, sia messo a nudo senza che tu l'abbia desiderato. Non riesce nemmeno a indignarsene. Quella voce tenera all'udito non la raggiunge con accuse e nemmeno con giudizi in essa. Le pare di avvertire quelle singole parole divenire un abbraccio confortevole in cui rifugiarsi. E quanto le servirebbe, un porto sicuro che possa salvarla..da sè stessa.
Che sia un cavallo parlante a farlo rende semplicemente la situazione più bizzarra di quanto non sarebbe nella norma. Nelle stranezze c'è nata, per non dire cresciuta. Uno scorcio di normalità non l'ha posseduto se non per un periodo troppo breve da arrivare persino a dubitare che sia stato vero piuttosto che inventato di sana pianta. Tuttavia..le pare di quel magnifico esemplare colpiscono nel segno. E' vero, si sente persa. E' confusa, combattuta tra quanto un tempo avrebbe ritenuto giusto, e la vergogna di quanto le è capitato ciò che l'ha resa così spregevole da voler passare sopra la felicità degli altri con la convinzione di esserne più meritevole di loro. Avrebbe dovuto smettere di crederci nel poter esser felice. Semplicemente c'è a chi è permesso.. e chi deve rassegnarsi che la sua vita sarà sempre così. Solo la Morte le ha promesso quella libertà che le manca anche se nessuna catena la tiene legata. L'amarezza e la depressione con cui convive da lungo tempo sono più forti di qualunque catena possa mai essere inventata. Annuisce, non riesce a dirlo vocalmente quanto sia straziata. Non riesce a esprimerlo perchè non riesce a capire come poterne uscire, o se ne voglia davvero uscire. In fondo..lei non avrà alcun futuro..a che pro il compierlo?
Si è arresa, ha ragione Lilja.
Scrolla le spalle, estremamente disillusa su quella preoccupazione di cui il cavallo bianco, una femmina a quanto pare vista la voce e visto che si rivolge a sè stessa come tale, si dice portavoce.
" Alcuni si preoccupano, immagino di si. Ma è una preoccupazione che non serve, davvero. E poi..anche tu non mi conosci, perchè mai dovresti farlo? Non è che abbia mai visto i manifesti nè persone che si siano strappate i capelli pur di aiutarmi. Ma va bene così"
Stai mentendo e lo sai, Chandra
Prosegue a dirle l'animale, che attualmente non riesce nemmeno a guardare negli occhi. Di nuovo a ragione. Mente a sè stessa e sa di farlo. Anela così tanto l'aver qualcuno che possa comprenderla, che possa amarla. Ma è così..sbagliato tutto.
"Ho fatto tante cose di cui non vado fiera.." Lascia sospesa la frase, non conoscendo il nome dell'entità nel giardino. Ma ella pare comprendere, poichè le risponde senza in realtà voler interrompere il suo confidarsi
Lilja. Mi chiamo Lilja..
" Va bene, Lilja.." un bel nome, le ispira per evocazione nelle lettere che lo formano i Lilium. Sono dei fiori molto belli, crede che siano davvero adatti a quella creatura con cui si sta confrontando. "Ho fatto delle cose brutte, sono stata egoista e cattiva. E..hanno sofferto in tanti, per questo. Io..credevo davvero di essere nel giusto, ma non si può essere nel giusto prendendo ciò che vogliamo quando ci manca perchè nessuno è intenzionato a preoccuparsene, che a te manchi. Non è corretto. Ma ero.." Lo è tutt'ora "..così ferita.."

Lilja
L'unicorno non ha certamente mai provato su di sè quel senso di abbandono che schiaccia la personalità di Chandra riempiendola di dolore, e rimorsi. Lei, che nacque dalla Speranza, e che visse in quel paradiso -regno del Padre- fino a quando le venne indicato che fosse a Return che avrebbe dovuto essere, e.. anche se lontana da quanto aveva conosciuto come casa..non riesce a sentirsi straniera, o lontana, da Colui che le diede forma.
Egli è ovunque, in ogni spirito e in ogni paesaggio che l'avrebbe accolta, anche se questo fosse stato così impuro da renderla sofferente. Cerca quindi di comprendere cosa possa voler significare l'aver reciso un simile contatto, così importante nello sviluppo dei giovani quale può essere quello con i propri genitori, e la sicurezza che i loro insegnamenti danno anche se li si può disapprovare. Quella sicurezza che ti fa capire che non sarai comunque solo nel tuo cammino, senza che tu debba chiederlo. Chandra questa sicurezza le è venuta meno, sentendo accrescere sempre più l'indifferenza degli altri verso la propria sorte. E nella fragilità di una bambina il Male ha prosperato facilmente, già è così arduo per un adulto non cedere alle sue lusinghe..figurarsi per una creatura che ancora si sta plasmando e che non è in grado di aver sperimentato nel completo cosa sia davvero giusto o sbagliato se non come teoria.
Può solo cercare di comprendere, e dare il proprio conforto a quell'anima sofferente che necessita di esser placata. Non può andare contro il libero arbitrio di una creatura, non può salvare ciò che non vuole esser salvato. Ma ciò non la dissuade dal voler provare, a offrire un varco di luce in un'esistenza altrimenti oscura e triste.
Credo, dolce bambina, che tu conosca meglio di chiunque altro la tua sofferenza da sapere che..è vero che non possono comprenderla. Non è egoismo, è logica.. perchè nessuno ha davvero passato quello che hai patito e nessuno lo ha conosciuto se non come una recriminazione che hai portato avanti contro il mondo, contro la sorte che hai sentito avversa e tanto ingiusta. E' capibile, non ti si può colpevolizzare per aver voluto esser felice. Lo sai questo, vero? perchè è importante..
Anche se Chandra fa gesto di ritrarsi, Lilja avanza verso di lei, gradualmente perdendo la forma con cui i disillusi e gli empi riescono a scorgerla, spogliandosi di una forma mortale per mettere innanzi agli occhi della piccola vampira un frammento di divino. Un frammento di misericordia e comprensione, quella che a lungo le è mancata.
La piccola schiude le labbra, incredula. Quello che poco prima altro non era che una cavalla bianca sta sempre più perdendo quella definizione riempiendo anche più di magia e incanto quel pezzo di giardino. Un Eden che si ripropone in quel piccolo angolo di mondo, terra del Bene e di coloro che sono discepoli di quei valori che non cederanno alle Tenebre.
"Ma..tu...tu sei.."
La vede esitare nel pronunciare il nome che definisce il proprio essere. Il collo si abbassa nel gesto di annuire.
Un unicorno, si. Sono ciò che ora vedi. Ciò che, in fondo, tu ancora desideri bambina..
Essere innocente. Essere qualcosa di bello che gli altri avrebbero amato, non compatito.. oppure odiato.
La piccola cela anche più il suo volto, non vuole certamente che possa vederla così rovinata. Ma non solo per le ferite che la deturpano. Ha già veduto quel tipo di vergogna, quella di chi si trova davanti al Bene e non se ne sente degno. Le ricorda sua madre, anche se non lo sa quanto le sia simile.
Giunta davanti a lei, sfiora il suo capo con il muso, cingendola come abbracciandola, anche se lei non ricambia. L'avverte rigida nella postura, incredula. E proprio per questo non cessa di parlarle, materna come avrebbe dovuto esserlo chi la mise al mondo.
Non devi aver paura di ciò che sei..o di quello che hai compiuto. Il tuo cuore è puro, o io non potrei avvicinarmi. Hai solo affrontato da sola troppe cose che persino un adulto avrebbe faticato a sopportare sulle proprie spalle senza nessuno vicino. Non sei meno meritevole di esser felice di chiunque su quest'isola. Ma ora sai come sia giusto ottenerlo. So che sarà difficile per te, ma non sei da sola, non lo sei mai davvero. Non lasciare che il rancore possa negarti qualcosa di speciale.. a volte la strada per la felicità inizia proprio da un piccolo passo d'umiltà. Se sai di aver fatto qualcosa di sbagliato..chiedi perdono, e sii cosciente che il bene che fai..ti verrà restituito, piccina. Magari non subito, non si ha potere di decidere le scelte degli altri e non tutti perdonano facilmente, ma se parlerai a chi hai ferito spiegandoti invece che colpevolizzandoli..ti stupirai di quanto riceverai indietro. E cosa più importante..saprai esser felice, perchè sarai in pace con te stessa.

Chandra
Un unicorno. Stenta a crederci. Un unicorno la sta tenendo vicina a sè, riempiendo il gelo del suo corpo morto di così tanto calore, così tanta comprensione, che anche se il cuore non le batte..le pare di sentirlo. Vorrebbe dirle che non è vero, non è pura, e non è nemmeno meritevole della sua attenzione. Ma il farlo vorrebbe significare dare a quella creatura fantastica della bugiarda, cosa che non farebbe mai. Fa fatica a rilassarsi in quell'abbraccio, e ha paura che toccandola giunga a contaminare qualcosa di così bello. Rimuginando sulle parole che le rivolge è inevitabile ripensare a tutti coloro che ha incontrato dalla sparizione di Aniac e Cassiel. Dante e Leah, che comprese troppo tardi quanto il loro disinteresse fosse frutto dei poteri della terribile Contessa. La stessa Bathory.. fu così buona con lei. Certo non poteva amarla come desiderava, ma l'ha abbandonata alle conseguenze della sua sparizione senza rimorso e, forse, quest'irriconoscenza sente che sia profondamente ingiusta. Forse troverà modo per porvi rimedio. E infine.. già, Legolas ed Elbereth. Questo è un tasto dolente, dolentissimo. Ha fatto loro del male, ha rischiato di essere così assuefatta al proprio desiderio che avrebbe distrutto la loro famiglia per mero capriccio. Per quanto si dica che è naturale che volesse una famiglia.. è così ingiusto che per questo altri vi abbiano rimesso. E la vergogna si accentua di più, che affonda il volto tra la criniera soffice di Lilja, trattenendosi dal far trapelare la sofferenza del proprio rimorso. Forse è davvero meglio che affronti tutto questo.. prima che il ragazzo coi capelli bianchi e il suo papà la vengano a prendere. A Chuck non piacerebbe che se ne vada con delle questioni in sospeso. Lui non ha avuto modo di risolverle prima che fosse troppo tardi..ma lei può ancora. Sperando che il tempo non sia tiranno proprio con lei più di quanto già non sia stato crudele.
"Lo farò.." ha il tono di una promessa, ma è detta più che a sè stessa che rivolta a Lilja. Deve farlo. E per far questo..deve tornare ciò che era. Aiuterà gli zii a riappacificarsi. Cercherà di fare in modo che la Bathory possa aver un aiuto anche da parte sua, sa che ne avrà bisogno e sa chi potrà cercare perchè questo possa avvenire. Almeno in parte avrà pareggiato l'averla lasciata sola. E..chiederà perdono ai due elfi, e alla loro famiglia. Anche se non la perdoneranno..non può lasciare che le cose restino ancora così quando, per tanto tempo, ha sofferto proprio per la mancanza di interesse negli altri alla sua causa. Non si mostrerà indifferente al male che ha portato, non deve permettere che succeda.
Sono tante cose da fare, tante per una bambina così piccola.
Avrai la forza per riuscirci..
La tranquillizza l'unicorno, anche se è quasi certa che abbia indovinato le proprie intenzioni perchè non si allenta quel sentore di esser stata guardata nell'anima, e compresa. Annuisce, e separa il volto dal collo dell'animale. Addirittura azzarda una piccola carezza alla criniera, così leggera che non è convinta che Lilja l'abbia percepita.
"Avrò bisogno di un aiuto..credo"


Avrà tutto l'aiuto di cui ha bisogno. Ma questa..sarà un'altra storia.


Chandra
Potresti essere una peccatrice
ma la tua innocenza è mia


Lilja
Io come luce sono venuta nel mondo, perché chiunque
crede in me non rimanga nelle tenebre.
 
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~Kaya.
view post Posted on 31/10/2011, 20:06




Foresta comune, Qualche giorno fa.


Dante
[Nel bel mezzo della foresta comune, dopo molte ore di cammino, un mezzo demone con il respiro affannato e l'aria esausta si ferma, adagiando a terra la ragazza che portava in braccio. La fa appoggiare con il busto sul tronco di un albero, con la massima delicatezza possibile, perchè la fanciulla ora sembra una bambola di porcellana sul punto di rompersi da un momento all'altro. E' bianca, molto più del solito, e totalmente priva di forze, tanto che è riuscita solamente a dire a Dante chi le aveva fatto questo.. E poi più nulla. Ha provato a cercare qualcuno che potesse guarirla, ma la risposta è stata una soltanto: Ha bisogno di una trasfusione. Per questo, portandosi dietro Blanche, ha cercato per tutta l'isola suo fratello, l'unico che può fare qualcosa per lei adesso. Peccato che.. La maledizione che pesa su Dante gli ha reso l'operazione impossibile. Non ha intenzione di arrendersi, nè ora nè mai, ma se non si ferma ora rischia di ritrovarsi nello stesso stato di Blanche.. E allora sì che potrebbe fare davvero ben poco. Cerca di riprendere fiato, mentre si guarda intorno, con la fronte aggrottata] Dannazione.. Di questo passo non lo troveremo mai.. [E' come se parlasse da solo, perchè Blanche ora non avrà le forze per rispondergli..]

Harlan
<il demone biondo sta da un paio di giorni cercando sua sorella.. ha avuto un po' di contrattemi legati a Xavier ed al fatto che sia morto quindi.. ha dovuto arginare la crisi isterica della moglie ma.. dato che questa è ormai risolta si è finalmente deciso a cercar la gemella. E' nella foresta comune e bè.. direi che manca davvero poco a che veda Dante e sua sorella mezza dissanguata in braccio.. che giubilo non appena scorge i due. si ferma e li osserva.. ora ammazza dante pensando sia colpa sua> ti conviene lasciarla andare.. a meno che tu non voglia morire.. <ecco *_*>

Blanche
[Per il bene di Dante, Blanche non è in grado di dirgli quanto di norma sarebbe stato logico fare. Strategicamente parlando il portarla da una parte all'altra dell'isola, in simili condizioni, è qualcosa di così..stupido che è OVVIO che sia Dante ad aver avuto questa brillante idea. Ma è così debole, che non si comprende come possa esser possibile che sia ancora viva. Non ha sangue in circolo, e i battiti del cuore sono dolorosi proprio perchè non stanno pompando niente nel suo corpo. E com'è che è tanto lucida? Non dovrebbe esserlo senza apporto di sangue al cervello. Tutto ciò viene pensato da lei negli istanti in cui viene trasportata e, successivamente, restando inerme contro il tronco dell'albero. Non riesce a tenere aperti gli occhi, ci prova a schiudere le palpebre ma sono così pesanti da diventare snervanti solo per questo. Ignora la locazione, ignora dove diavolo l'ha portata. Le cose che sa sono tutte cose che non le piacciono, e la rabbia, forse, è qualcosa che sta prendendo il posto di quel sangue mancante nelle vene. Fallito il tentativo di aprire gli occhi, prova a riacquistare sensibilità alle dita, o alle gambe, ma si scontra col fatto che, se già aprire gli occhi era titanico, muovere altro è anche più impossibile. Quanto è..terribile esser coscienti ed essere ridotti nel corpo ad essere inermi. Sono giorni che ha ripreso memoria, e questo peggiora soltanto le cose. Peccato che nessuno abbia avuto modo di capirlo che lei..è tornata in sè. Ma almeno pare che la ricerca di Dante sia andata a buon esito. La voce di Harlan la riconoscerebbe tra mille, rendendo il suo stato anche più detestabile]

Dante
[Era nel panico, furioso, con la sfiga addosso.. E sì, già stupido di suo, era ovvio che non sarebbe riuscito a combinare molto da solo. Fortunatamente è Harlan a trovarli, facendo terminare così quella lunga ricerca. Aveva il viso rivolto verso Blanche, per cercare di vedere in lei qualche segno di miglioramento, anche se in fondo sa che è una vana speranza.. Ed è per questo che non vede subito Harlan avvicinarsi. Sente solo la sua voce, che non riconosce subito, dato che l'ha visto una volta soltanto, sbirciando una conversazione tra lui e Blanche che lo credevano svenuto] Ti conviene farti gli affari tuoi, perchè ora ho altro da fa.. [Alza gli occhi, ed aggrotta la fronte, finalmente vedendolo. Sbirciando con gli occhi socchiusi non si può di certo vedere così bene una persona. Ma.. Gli sembra proprio lui. Possibile?] .. Aspetta. Harlan?Sei.. Suo fratello?! [Ecco, magari se Dante spiegasse che non è lui il colpevole sarebbe anche meglio.. Ma al momento è troppo stupito per averlo trovato, per iuscire a pensarci]

Harlan
<povero dante.. ma tu guarda in che casino si è cacciato! Harlan ovviamente continua ad avvicinarsi ai due e finalmente si accorge pure di quanto sia grave la situazione> già .. sono suo fratello.. e ti conviene lasciarla subito prima che decida di farti fuori... <si, lui è convinto che sia dante ad averla ridotta in quello stato e bè.. si inizia ad innervosire notevolmente, tanto che nella sua manina compare un pugnale, che era nascosto chissà dove, ma ancora non lo usa> che vuoi fare? morire o.. morire? <...>

Dante
[Inarca un sopracciglio, guardandolo piuttosto perplesso. Ovviamente si rende conto solamente dopo.. Quello che può sembrare ai suoi occhi. Aggrotta la fronte, alzandosi in piedi di scatto ed affrettandosi a dare una spiegazione al fratello furioso, perchè non vuole essere fatto a fette anche da lui, la sorella basta ed avanza..] Ehi, vedi di calmarti.. Non sono stato io!E' stata attaccata da.. Due vampiri.. [La voce si fa appena più rabbiosa nel dirlo] .. E purtroppo non sono riuscito a trovarla in tempo. Miracolosamente è viva, ma.. [Si volta a guardarla, sospirando prima di tornare a guardare Harlan] .. Sembra che abbia bisogno di una trasfusione per guarire del tutto. Per questo stavo cercando te!Quindi prima di prendertela con l'unico che ha cercato di aiutarla.. [E marca per bene la parola unico.. Non ha molta simpatia per la famiglia di Blanche lui] .. Fa' qualcosa per lei! [Si accorge che è riuscita a muoversi appena, il che dovrebbe essere.. Buon segno?Eh, non lo sa, bella domanda. Però fa uno sforzo immane per dire le parole successive, perchè per Blanche.. Deve] .. Per favore. Ha bisogno.. Del tuo aiuto..

Harlan
<quando sente le parole di dante decide di dargli il beneficio del dubbio.. gli sembra un po' stupidotto ma sincero> due vampiri.. già .. da umana direi che se l'è vista decisamente male quindi.. <avvicinatosi ai due guarda prima Dante e poi la sorella> non credo ci sia bisogno che tu mi preghi, per aiutare mia sorella.. non credi? <si abbassa quindi e prende in braccio Blanche con molta delicatezza> l'hai portata fin qui.. senza nemmeno provare a darle un po' di sangue? <lo guarda malissimo, della serie hai fatto una cazzata *_*> comunque dobbiamo rimediare alla svelta.. <guarda blanche e le sfiora la fronte con le labbra> stupida.. potevi morire.. <ma lui mica sa che era senza memoria e a pog *_* sa solo che era senza erinni ò_ò> Layla è venuta fino a pog a cercarti <si ma non l'ha trovata> andiamo.. <al castello>

Blanche
[Due vampiri. Che razza infima, non ha mai avuto gran rapporti con loro se escludiamo per i mezzi sangue, ma anche quel pensiero lo chiude bruscamente, tacendo quella fetta di passato che non vuole per niente ricordare adesso. Brucia il senso di vendetta. Brucia quanto sa che a chiunque lo possa rivolgere non potrà agire senza che Aletto abbia dato la sua approvazione. Essere umana davanti a suo fratello accentua soltanto il suo senso di frustrazione. E' così.. debole. Detesta esserlo. Detesta tutta la situazione, specialmente visto per quanto tempo è rimasta a Point of Good. Le viene la nausea. Pochi giorni aveva detto l'Astro. Qualche giorno per riflettere, per rinforzarsi. Ora ciò che pare che si sia rinforzato è solo il suo rancore. Se fosse morta davvero..sarebbe morta come innocente, con tutte le implicazioni del caso. C'è chi lo vedrebbe come un dono, un esser stata salvata dalla dannazione eterna delle fiamme infernali. Peccato il suo pessimo rapporto con le schiere celesti. Peccato l'esser cosciente che questo avrebbe significato..che Aletto avrebbe sfruttato i gemelli, priva di scrupolo per ciò che è nato per esser parte di sè stessa e nient'altro. Nel momento che viene presa in braccio sente di perdere contatto col terreno. Anche se cieca, persino l'odore lo identifica come quello del gemello. Sicuramente avrebbe la sua da dire in merito all'esser stupida ma, se non altro, si sorprende sul fatto che Layla l'abbia cercata. E' trascorso..così tanto senza che vedesse uno della famiglia. Non può far altro che sperare di arrivare presto al Castello, deve rimettersi in sesto, il prima possibile. Non sa nemmeno che fine hanno fatto i bambini, è in ansia per questo..erano neonati quando li ha lasciati]

Dante
[Almeno gli crede, è già qualcosa.. Ha poca fiducia nei Von Frazen, sarà per la pessima esperienza con Brian, forse.. O per il fatto che comunque l'hanno lasciata da sola e in pericolo pur essendo la sua famiglia. Dal suo punto di vista sono i cattivi della situazione.. Aggrotta la fronte, rivolgendogli un'espressione poco amichevole] Beh.. Con voi non si può mai sapere. [Sospira, scuotendo la testa] Non potevo mica darle del sangue qualsiasi!Serviva il suo.. Il tuo.. Il vostro, insomma.. Per questo stavo cercando te. Altrimenti ne avrei fatto volentieri a meno.. [Ok, è già amore tra i due. Si incammina con loro, perchè non vuole lasciare Blanche così.. E di Harlan non si fida, per l'appunto. E' cocciuto..] Non se l'è cercata. L'hanno attaccata.. Senza che avesse la minima possibilità di reagire. Ma immagino che tu non abbia la più pallida idea di cosa le sia successo in questo periodo.. [Ma ti sembra il caso di fare frecciatine?]

Harlan
Lo so che serve il nostro sangue.. ma.. anche il sangue estraneo poteva servire per rimetterla momentaneamente in forze.. <si stringe la sorella a se, gli sembra così piccola al momento> so che Aletto non è più dentro di lei.. e che si è divertita a lasciarla senza protezione.. ma pensavo che fosse meno stupida di quel che pensavo.. <non lo dice con cattiveria, è solo tanto arrabbiato di averla ritrovata così. Nel mentre cammina eh, che vuole arrivare al castello per darle il suo sangue il prima possibile> umana a return significa morte certa.. lo sa bene.. e lei c'è comunque cascata.. invece di venire da me.. ha fatto tutto da sola come al solito.. <si volta verso Dante> evita quel modo di parlare.. o ti taglio la lingua così.. la fai finita..

Blanche
[Non menzioniamo gli incontri simpatici con il piccolo di casa Von Frazen, Alan. Fratello per cui tanto Blanche quanto Harlan nutrono proprio un amore spassionato, non c'è che dire. Avesse avuto le proprie capacità quando ha incontrato di due vampiri. Inizia a essere un pensiero un pò troppo ripetuto, ma veritiero. Non avrebbero potuto farle del male senza patire tre volte su di loro il castigo di aver osato tanto. Harlan purtroppo non sa del permesso di Lucifero. Che è volontà dell'Astro se Blanche è rimasta senza Aletto a darle il tormento. E ciò che ha dato il via al tutto..un effetto collaterale di un evento tanto casuale quanto fortuito per chi non avrà altro che vantaggio dalla sconfitta di Blanche, in ogni piano che questa può esser contemplata. Probabile che ci speri che Harlan mantenga la sua parola e che tagli la lingua a Dante. Non ha bisogno di alcun avvocato difensore. Si sente un qualcosa, come avesse cercato di parlare. Ma resta qualcosa di indistinto tranne nel sentimento che ne è pregno. E' contrariata. Ma per cosa? per Dante che mette parola dove non deve o per Harlan che se la prende con chi l'ha aiutata? Libera interpretazione!]

Dante
[Guarda Blanche tra le braccia di Harlan.. E trova così strano che non sia lui a portarla in braccio. Si è occupato di lei per così tanto che ora è spiazzato dall'idea che lo faccia qualcun altro.. Anche se è suo fratello. Sbuffa, mi sa che la lingua dovrete tagliargliela davvero se volete che stia zitto..] La stupida.. Non è di certo lei. Se tu ti fossi interessato un minimo a tua sorella avresti saputo che lei non avrebbe potuto difendersi in alcun modo, e non solamente perchè era umana!Qualcuno le ha.. Fatto perdere completamente la memoria. Non ricordava più neanche chi fosse.. Figuriamoci tutto il resto. Perchè avrebbe dovuto chiedere aiuto a te.. Quando lei è sparita e tu non te ne sei minimamente preoccupato?! [Blanche spariva spesso, è vero, ma lui non sa come erano le cose tra loro. Può solo immaginare, ecco, e gli dà fastidio a prescindere l'atteggiamento di Harlan..] .. Già, sei proprio suo fratello.. [Commenta a bassa voce la sua ultima frase, che non si distaccava molto da quelle che gli ha sempre detto la solita Blanche. Ma ora.. Noterà mica qualcosa, in lei?Forse ha detto qualcosa, ma è sfuggito ad entrambi. Aggrotta la fronte, guardandola] Ehi, ha.. Detto qualcosa? [Lui ovviamente continua a seguire Harlan.. Ergo mi dirà la sua player quando saranno arrivati. A lui Poe non fa sicuramente bene.. Ma è l'ultima cosa a cui pensa al momento]

Harlan
Mia sorella è grande abbastanza da difendersi da sola.. e se tu la conoscessi meglio sapresti che se non fosse quasi morta in questo momento sarebbe impossibile per me o te occuparcene.. <si perchè Blanche è una persona che fa sempre tutto da sola ò_ò> e anche se non avesse perso la memoria non sarebbe mai venuta a chiedermi aiuto.. l'unica persona che la capisce non sono ne io ne te credimi.. l'unica è mia figlia.. <si Layla ha un feeling particolare con la zia> non ha detto niente.. e se lo ha fatto è stato per mandarti a quel paese.. <la guarda e cambia completamente espressione> senti fammi un favore.. corri al castello, tanto ormai siamo vicini, e scendi nell'infermeria.. così quando noi arriviamo, faremo prima.. <non è una richiesta, è un ordine *_*>

Dante
[Lui continua a guardarlo male, c'è poco da fare. Magari con Layla potrebbe andare meglio.. Ma lui con gli uomini della famiglia Von Frazen non va decisamente d'accordo. Chiediamo anche ad Alan, sicuramente lo sa bene anche lui] Certo che non sarebbe mai venuta a chiedertelo.. Avresti dovuto pensarci tu, dannazione!Sei suo fratello.. E hai pensato bene di ignorare la situazione.. [Gli rivolge un'occhiataccia quando dice che l'avrà mandato a quel paese, anche se per quanto ne sappiamo è possibilissimo. E' un pò sospettoso sull'ultima frase.. Che sia solo un tentativo per toglierselo dai piedi?Possibile ma.. E' palese che bisogna fare tutto il possibile per Blanche. Si sofferma a guardarla per un attimo, osservando i pochi segni di vita che riesce a dare, prima di annuire] .. Bene. Vedi di fare in fretta. [Detto ciò correrà verso l'infermeria, sperando che non si perda e che non tocchi fare una trasfusione anche a lui.. Ed alla prossima azione sarà già lì]

Blanche
[Magari fosse riuscita a dire qualcosa. Magari. Invece si trova a restare spettatrice di questo dialogo, della situazione in sè. Vuole tornare nella propria stanza, vuole riprendere quel controllo sulla propria esistenza di cui si è sentita defraudata una volta recuperati i ricordi. Purtroppo Blanche l'ha sempre posseduto quel tratto per cui non permette di avvicinarsi a sè tranne quando è così allo stremo che è impossibile vagliare qualunque altra soluzione. Il passato forma chi sei nel futuro, e per sè il riuscire a cavarsela non è mai stata un'opzione ma l'unico modo per farcela. E meno persone con sè vengono coinvolte, meglio è per tutti perchè ha patito abbastanza perdite tra coloro a cui tiene per volerne ancora. E ancora non sa di Xavier. Appena se ne renderà conto, con il ritorno di Aletto nel suo corpo, sarà un'altra cosa che spiegherà il malessere che l'aveva colpita a pog..e non sarà affatto piacevole farci i conti..con un altro che se ne va. Specialmente quando questo qualcuno..è stato uno dei primi a capirla quando ancora non aveva nemmeno la speranza di poterlo avere il proprio gemello. Non è un movimento volontario quello per cui si appoggia con volto tra il collo e la spalla del gemello, meglio che Dante si sbrighi, perchè continua a patir male..solo che stavolta è con metro umano, e non erinnico]

Harlan
Io non posso ignorare quello che non so.. <queste sono le sue uniche parole.. ovvio.. sia mai che dica a Dante che abbia ragione.. non lo ammetterebbe mai, nemmeno sotto tortura.. ma si sa com'è Harlan.. lui sta un sacco di tempo a farsi i fatti suoi.. e si dimentica del resto del mondo. per quello c'ha rischiato pure di perdere il rapporto con la figlia.. l'unica che continua a sopportarlo è Marleen> ci metterò il tempo necessario.. <ovvero sarà li alla prossima risposta :P>

Blanche
[Per cui il percorso verso il Castello avviene esclusivamente con la presenza del fratello. Lo preferisce, sicuramente. Dante è così chiassoso che avrebbe attirato troppe attenzioni. Harlan, invece, lo sa che se c'è qualcosa che sua sorella disprezza..è che qualcuno possa scorgerla quando è in difficoltà, ed esposta. Agli occhi dell'isola.. la Morte non deve conoscere debolezza, anche se alla fine tutti sono coscienti di quanto Aletto sia crudele verso la sua ospite. Non è un mistero. Ma è ignoto quanto subdolamente agisca. Blanche sembra sempre talmente distaccata dal piano mortale, tranne che in rari frangenti: la famiglia, coloro che hanno la sua fiducia, e quando proprio non è costretta da causa di forza maggiore..come in questo caso. Avverte che il passo del fratello è sostenuto, rapido. Forse riesce un pò più a rilassarsi, anche se soffre. Andrà avanti anche questa volta. Ora la priorità è ristabilirsi]

Dante
[Arriverà in infermeria ma.. Una volta arrivato lì non saprà cosa fare, se non camminare avanti e indietro nervosamente, sempre più agitato.. Ci sarà mica la lama che pulsa più del solito?Ma sì, siamo a PoE.. E lui era già ben predisposto allo status negativo che gli impone sempre quel luogo. Guarda continuamente la porta, in attesa che i due spuntino fuori da un momento all'altro come per magia..] Dannazione.. Quanto diavolo ci mette ad arrivare fin qui?! [E se l'avesse semplicemente fregato, per poi portarla altrove?Cominciano a gironzolare nella sua testa moltissime ipotesi sempre più paranoiche.. Meglio che Harlan si sbrighi prima che lui dia di matto]

Harlan
<ma nessuno li noterà , dato che Harlan ha un potere figo che permette a lui e a chi tocca di diventare trasparente.. cosa che fa quando Dante si è allontanato e riapparirà con la sorella solo in infermeria> ci siamo.. tra poco starai bene.. <lo dice quando apre la porta e nota Dante in fase di agitazione> ma ancora non sei pronto? <fortuna che l'imprecazione non la sente o fa finta di niente> prendi due aghi ed una flebo.. muoviti idiota! <e così dicendo mette Blanche sul lettino, liberandole il braccio per la trasfusione, poi fa lo stesso con il suo braccio, rigirandosi la manica della camicia> avresti già dovuto preparare la roba.. sennò perchè ti ho detto di venire qui.. <scuote la testa guardandolo con un po' di disprezzo...>

Blanche
[Ok, può dedurre dall'incazzatura di Harlan che 1- Dante non ha fatto quello che gli era stato fatto capire che andava fatto e 2- si è arrivati nell'infermeria. *Ancora poco, porta ancora un pò di pazienza...solo poca* si ripete tra sè e sè, contrastando quel battito di cuore. Quante cose da fare, quanto tempo che ha perso intrappolata nella falsa identità di un'innocente che lei non può essere! Meno male che il fratello sprona Dante a compiere quanto serve. Anela il sangue, ne ha una necessità impellente. Pur con sensibilità limitata riesce a sentire la pelle del braccio esposta, una sensazione di freddo accentuata ma che accoglie con il desiderio di provarlo, quel freddo. Significa che presto potrà riprendere da dove ha lasciato. Attende, perchè null'altro può fare]

Dante
[Non si aspettava di vederli riapparire così dal nulla, per questo si sorprende non appena compaiono davanti ai suoi occhi. Era anche tutto intento a fare congetture apocalittiche sulle reali intenzioni di Harlan, per questo l'hanno colto alla sprovvista] Ma che.. Mi hai preso per una dannata infermiera?! [E' più scontroso del solito, ma è anche colpa di PoE.. Almeno un pochino. Se potesse gli ringhierebbe anche contro quando lo chiama idiota, ma lo sguardo che gli rivolge basta ed avanza per esprimere tutto l'odio di cui è capace. Però l'obiettivo principale è salvare Blanche, dunque invece di imprecare contro il mondo e prendere a testate le pareti cerca in giro quello che serve.. Ci mette un pò in realtà, perchè la sfiga vuole che le cose siano infilate sotto ad un mare di roba inutile il che rende difficile trovarle. E' un miracolo che appena preso ciò che serve non lo lanci ad Harlan, ma glielo passi semplicemente] .. Ecco. Fai quello che devi fare!

Harlan
Ti ho preso per un inutile essere.. a quanto vedo.. <e presi gli strumenti del mestiere sistema la flebo e l'ago nella vena di Blanche facendo attenzione a non sbagliare e poi, quando controlla che tutto sia come si deve, si mette il laccio emostatico al suo braccio e fa la stessa cosa che ha fatto alla sorella.. il sangue inizia subito a defluire e molto presto entrerà in circolo nel corpo di Blanche> direi che ci siamo.. <e così dicendo, si siede al fianco della sorella, dimenticandosi che c'è pure Dante li con loro> Blanche.. devi riprenderti in fretta.. e devi riprenderti pure Aletto.. perché credo che sia il caso che tu torni ad essere quella di prima.. <si, perché da umana è comunque sempre in pericolo anche se ha di nuovo la memoria>

Blanche
[Finalmente. E' il caso di dirlo. Avverte il sangue, il formicolare del braccio a partire dalle dita, che vengono mosse. Poco, pressochè un movimento appena accennato, ma è sintomo che il sangue ci sta arrivando. Non avrebbe mai creduto che il riappropiarsi di sangue sarebbe stata una sensazione così piacevole, poichè il corpo gelido pian piano arriverà a scaldarsi. Almeno non avrà più la temperatura cadaverica di prima. Deglutisce, gli occhi ancora chiusi perchè non è il vedere dove si trova quello che adesso deve essere il primo passo. Sa di essere in infermeria. Non è luogo a lei sconosciuto. E' altro che le preme. Può riuscire a parlare, forse. Ma per sicurezza attende ancora, anche se non sembra ha sentito bene quanto il fratello le ha detto. E lo sa che è così che deve andare. Si libererà della protezione di quell'unicorno. Quello sarà il primo passo per richiamare a sè Aletto] ..i...bam..bini..[risulta arrocchita la voce, è un sussurro che sembra partorito dall'oltretomba tanto l'intonazione è stentata. Ovvio che il primo pensiero è rivolto a quelle due creature che, anche se non ama, ha comunque messo al mondo. Che fosse costretta è sempre un altro discorso]

Dante
[Imprecherà tra sè e sè dunque, ed invece di starsene fermo e buono buono ad osservare ricomincia a fare avanti e indietro, in attesa che l'operazione finisca. E' poco nervoso, non si vede.. Guarda di continuo Blanche, sperando di vedere da un momento all'altro un qualsiasi miglioramento. Si capisce fin troppo bene che è agitato per le sue condizioni.. Già solo il fatto che non ha lanciato qualcosa contro Harlan significa che la sua salvezza gli sta molto a cuore. Ma non può restarsene zitto quando sente Harlan dire che dovrebbe riprendersi Aletto. Spalanca gli occhi e si ferma, guardandolo malissimo] .. Che cosa diavolo hai detto?Riprendersi.. Riprendersi Aletto?!Come puoi volere una cosa simile per lei?Come puoi assecondare quel destino pur sapendo quanto ne soffrirà?! [Lui l'ha vista felice, umana e senza Aletto.. Tanto felice. Per questo non riesce a tollerare la cosa, perchè sa che per lei questo significherà soltanto farsi del male. Certo, potrà difendersi ma.. Quello avrebbe potuto farlo lui. O almeno credeva di poterlo fare, prima che la maledizione glielo impedisse. Probabilmente continuerebbe così per ore, urlandogli contro, ma finalmente Blanche inizia a riprendersi.. Tanto che riesce anche a dire qualcosa. I bambini.. I suoi figli, immagina. Ecco, questo non l'aveva tenuto in conto. Non è mai riuscito a vederli come dei normali bambini, e la perdita della memoria di lei.. Aveva aiutato lui a dimenticarsene, diciamo. Sentirne parlare ora lo spiazza, tanto che per una volta non riesce a dire nulla. Bambini.. Significa che ha recuperato la memoria. Significa che è pronta a tornare da loro. Significa che è pronta a tornare da Aletto. Abbassa lo sguardo, stringendo i pugni, in silenzio]

Harlan
<sospira nel sentire le parole di Blanche appena sussurrate> non so dove siano Blanche.. ma Aletto è dentro di loro.. <quindi trova aletto e trovi i tuoi figli. poi voltandosi vesto Dante alza un sopracciglio> e pensi che lei lascerà che Aletto rimanga dentro quei.. bambini? si vede che tu non la conosci.. si è legata a quella creatura per impedire che altri potranno mai averla.. e comunque lei si è servita di mia sorella per.. ottenere due nuovi corpi.. <sospira> quindi smettila di urlare cose senza senso.. e fai silenzio.. lascia che si riprenda e poi.. bè si, poi dovrà trovare i bambini e riprendere Aletto.. perchè è giusto così, anche se a te non sembra.. <e direi che poi tace e aspetta che la sorella si riprenda>

Blanche
[Aggrotta la fronte, non lasciando comprendere se il suo è fastidio per l'alzarsi della voce di Dante o per altro. La cosa sicura è che lei..reputa inutile tutto quello sbraitare. E' uno spreco di forze e nient'altro. Non ci si può opporre a quanto deve essere. Il Bene è solo un'ipocrisia che cela quanto la realtà sia spietata e se ne freghi dei desideri che uno può possedere. C'è però qualcosa in tutto questo che la sta infastidendo, compie un respiro più profondo ma, essendo in sè, che esterni i suoi pensieri è difficile. Il sangue le fa sempre meglio, anche l'incarnato sta abbandonando il pallore insalubre dei morti, quello che possedeva prima perchè, si, avrebbe dovuto essere morta] ..So..che Aletto..è in loro [precisa. Chissà cos'è che le va tanto di traverso di questo concetto. La propria voce riprende corpo nel tono, anche se è stanca, terribilmente stanca. Riesce, finalmente, a riaprire gli occhi al mondo, il che significa fissare il soffitto dell'infermeria. Ok, è un soffitto conosciuto, davvero. Forse avrebbe aggiunto altro, ma non è da lei parlare di cose di famiglia davanti a chi non è compreso nella stessa e per questo..evita, semplicemente] e so come farmi trovare. [lo spiega? no, ovviamente. Gira il collo, quindi il viso, forse cercando qualcosa nella stanza. Ovviamente il tutto è esasperatamente lento per le sue condizioni] ..non ho..le..lame..[ha bisogno di un'arma?] non..posso trovarli..disarmata..

Dante
[No, non riesce a trovarci proprio niente di giusto in tutto questo. Ma sa benissimo che è così.. Che Blanche non lascerà le cose come stanno. Tornerà a PoE, da Aletto, alla sua vecchia vita. Tutto tornerà.. Esattamente come una volta. Sorprendente quanto faccia male.. Anche solamente pensarlo. Insomma, che cosa credeva?Che quella felicità sarebbe durata per sempre?Forse.. Un pò si era illuso, sì. Scuote la testa, voltandosi altrove. Non riesce ad accettarlo, è più forte di lui. Ma come salvare qualcuno.. Che non vuole essere salvato?] Dannazione.. [Impreca a voce bassissima stavolta, con un tono molto più amaro. Il tono di chi vorrebbe fare qualcosa, ma si sente più impotente che mai. La vede riaprire gli occhi, una volta che acquistato più colore.. E sembra quasi stare bene. Ma lui lo sa che.. Quello non è stare bene. Lei stava bene quando sorrideva, quando era a PoG e tutto era bello. Ma era lei a stare meglio.. O lui?Aggrotta la fronte, guardandola mentre cerca in giro un'arma. Ora è innocente, e finchè lo è Aletto non può toccarla, questo lo sa. Può deciderlo soltanto lei.. Se lasciare che tutto torni com'era] Blanche.. Tu.. Hai ancora una scelta.. [Dice solamente, a bassa voce, come ultimo, probabilmente vano, tentativo. Ma ha visto il buono che c'è in lei.. E non può lasciarlo cadere così senza aver provato] Pensaci.. Ti prego..

Harlan
Mi fa piacere che ti sia tornata la memoria sorellina.. <lo dice con un po' di sarcasmo.. ancora non capisce come sia riuscita Blanche a farsi fregare così.. ma lui s'è dimenticato di quando Xavier gli ha fatto il lavaggio del cervello? ehh facile dimenticare le proprie cose> comunque se hai bisogno di una mano.. sono qui.. <poi sposta lo sguardo di nuovo su Dante> credo che dovresti tornartene a PoG adesso.. <non gli sembra un essere di PoE, per nulla.. soprattutto per quel suo modo di parlare ._.> e non immischiarti più negli affari della nostra famiglia.. <nemmeno lo ringrazia.. gentile> Blanche ha bisogno di tranquillità ora, deve riprendersi.. e tu così non aiuti.. <poi volgendosi di nuovo verso la sorella> ti fornirò tutto quello di cui hai bisogno, non temere.. risolveremo questo "problema" al più presto, ora ci sono io.. <e così dicendo le prende la mano e gliela stringe appena e bè, io li lascerei li ad aspettare la ripresa di Blanche>

Blanche
[L'udito le funziona ancora bene. Non fine come quello dei vampiri o degli elfi, ma abbastanza per udire quella supplica che le viene rivolta. Potrebbe farlo. Potrebbe mandare tutto all'aria e lasciare le cose come stanno. Ma come potrebbe convivere con il pensiero di tutte le conseguenze che il proprio gesto comporterebbe? Un tempo..si illudeva di potercela fare. L'hanno illusa di poterla aiutare. Non è più tempo per le illusioni, ormai. Non lo è..da lungo tempo. Non dice niente per contrariare le parole di Harlan. Ha ragione, non è il posto di Dante quel castello. Deve starle lontano. Dal castello, da lei, da Aletto. Anche se sa che non solo l'erinni lo richiamerà per il mero gusto di compierlo, ma lui stesso sarà così stupido da non saper ritirarsi dal gioco. Buffo, nemmeno lei. Anche se in fronti totalmente opposti. Sanno entrambi quali sono i loro doveri ma, purtroppo, non coincidono affatto. C'è motivo d'altronde se sono di due fazioni diverse. Chiude gli occhi, restando incentrata a pensare solo alla mano del fratello che stringe la propria. Preferisce non dar voce a quanto ha già scelto. Anche se non le piace. Anche se il ricordo diventa la peggiore lama entro il proprio corpo. Quanto avrebbe voluto..che tutto ciò fosse avvenuto in un altro tempo..nel tempo in cui l'Erinni non spadroneggiava e lei..aveva la forza di combattere, non importava contro chi dovesse farlo, per inseguire i suoi sogni. Stringe a sua volta la mano di Harlan senza lasciare che sia passivo il proprio aver la mano nella sua. Dante si sbaglia. Lei non possiede una scelta..semplicemente perchè il compierlo vorrebbe dire distruggere la vita di troppe creature. Non è pronta a sostenere un peso del genere. Preferisce accontentarsi di briciole di benessere che esser causa di una sofferenza che non abbia altra giustificazione se non una vendetta contro sè stessa. Ha giurato, e non si rimangerà la propria parola. Già valuta i prossimi passi da compiere mentre dà l'unica risposta possibile. Secca, del tutto priva d'empatia al mezzo demone e alla sua preoccupazione, che rifiuta. Trovare i bambini, riferire all'Astro. E porre rimedio a questa inadempienza che si è protratta per troppo tempo] Ti consiglio di seguire..le parole.. di mio fratello. Questo non è il tuo posto. Se hai tanta nostalgia del dolore..sarò lieta di accontentarti. [le costa dire questo più di quanto lei mai sarà disposta ad ammettere. E mai lo farà. Deve smettere di credere che vi potrà essere altro futuro se non quello che ha tracciato nel sangue e nel dolore. Non lo merita. Non potrà mai essere la sua vita] Vattene, Dante. Non ho bisogno di te. Ho tutto ciò che voglio..tranne il tuo silenzio. Se vuoi farmi del "bene"..defilati e non tornare se non quando Aletto lo vorrà.

Dante
[Aggrotta la fronte quando Harlan si rivolge a lui, e vorrebbe tanto rispondergli male, ma ora è della risposta di Blanche che gli interessa. C’è una parte di lui che spera che Blanche non abbia dimenticato il tempo che hanno passato insieme a PoG. Per quanto quei ricordi, e tutto quello che è successo siano pericolosi per lui.. Vorrebbe che lei ci pensasse.. E che le cose potessero proseguire così com’erano. Ma in fondo lo sa.. Che questo è impossibile. E’ così doloroso assistere alla fine di tutto.. E non poter fare più nulla per impedirlo. Basta guardarla in quegli occhi così freddi per comprendere che la Blanche che gli sorrideva, che si emozionava per delle piccole cose, che era felice insieme a lui.. E’ persa per sempre. Diviene sempre più chiaro qual è il suo posto.. Sicuramente non lì, non da qualcuno che non ha più bisogno di lui.. Né desidera il suo aiuto. E’ triste che la stessa ragazza che fino a pochi giorni prima si intristiva se lui non era lì con lei.. Adesso lo vorrebbe lontano, dall’altro capo dell’isola. La guarda negli occhi, ma è come se comunicasse con un’altra persona. Le emozioni che prima trasparivano da un semplice sguardo sono state spente per sempre, come se ci fosse un interruttore in lei, riattivato una volta ripresa la memoria. E’ così decisa nel dire quelle parole.. Che spegne anche del tutto la volontà del mezzo demone di ribattere, e di tentare in qualche modo di cambiare le cose. Già.. Perché farlo?Perchè stravolgere tutto.. Quando non è ciò che lei desidera?Curioso che in altre circostanze.. Si sarebbe impuntato lì e si sarebbe anche fatto ammazzare, pur di farle seguire la strada che secondo lui sarebbe stata più giusta. Ma ora.. Sente mancare di colpo tutta la motivazione. Dopo tutto quello che c’è stato.. Lei desidera riavere soltanto la sua vecchia vita. E’ come se si aprisse una nuova, profonda ferita.. E stavolta la lama non c’entrerebbe.] …. Bene. Se è questo quello che vuoi.. [Abbassa lo sguardo, indietreggiando di qualche passo] .. Fa’ come ti pare. [Le rivolge solamente un altro sguardo, prima di voltarsi ed incamminarsi verso PoG.. Senza fermarsi più. Durerà?Lascerà davvero che le cose vadano così.. Senza fare nulla?Chi può saperlo.]


Dante
Harlan
Blanche


Edited by ~Kaya. - 31/10/2011, 20:53
 
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view post Posted on 1/11/2011, 12:11
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Ho dovuto sbrigarmi, e non poco, per rientrare nella camera della zia prima che fosse l'alba. Ho di che esserne contenta per la velocità che la condizione in cui verso mi fornisce. In fondo.. essere vampira sa dare qualche vantaggio. Tuttavia tutti quelli che si possono ottenere sono davvero irrisori rispetto tutto ciò che ti viene negato. Il sole è uno di questi. E' strano perchè ero a conoscenza che dei vampiri potessero comunque andare in giro durante il giorno su quest'isola. Ora che non posso più vedere un tramonto o ammirare l'alba ne sento una mancanza indescrivibile, tralasciando che l'alba era più facile la vedesse Cassiel mentre io restavo ancora a poltrire tra le coperte. Ciò che è negato diventa qualcosa di cui improvvisamente non riesci a fare a meno. E faresti di tutto per la possibilità di riuscire ad abbattere quel muro che ti impedisce di vivere ciò che ti è stato sottratto. Io lo so bene. Di cose importanti me ne sono state tolte tante senza che potessi aver voce in capitolo. Sarebbe meraviglioso se, per una volta, questa regola mutasse a mio favore.
I miei poteri mi permettono di guardare il vissuto passato, presente, e spesso anche di una buona fetta di futuro di coloro che incrocio. Ma evidentemente colui -o colei- che è causa di questo mutamento nei vampiri, anche per chi come me è un mezzosangue, non devo averlo incrociato mai. Nessuna memoria mi è utile in questo caso. Nessun futuro mi anticipa cosa potrei compiere per risolvere questa situazione che sta causando così tanta sofferenza. Non sono sicura che sia opera di Lilith, anzi, lo escluderei a priori. Perchè far si che le proprie creature debbano patire nuovamente la reclusione nelle tenebre e perdere ciò che, a Return, li rendeva senz'altro più forti?
Non ha alcun senso, appunto. Se avessi un pò più di coraggio..dovrei scriverle, chiederle di incontrarmi. Ma sono corrosa dal dubbio, è impossibile negarlo. Perchè ora che sono tornata a PoG..so che non voglio andare altrove. Qui è dove sono cresciuta (anche se in senso molto figurativo) e, quando sarà il momento di tornare con il mio papà.. è qui che voglio che mi trovi.
Sono preoccupata per questa situazione. Non si ripercuote solo su di me, ma anche sulla zia.. e vorrei ci fosse Aniac vicino a lei in questo momento, perchè lei saprebbe cosa dirle, come spronarla. Come farle comprendere che quanto sta facendo non è..per niente giusto. Quel vampiro, quell'Armand, è pericoloso. Ne sono sempre più convinta. Non riesco a credere che il suo aiuto sia spassionato, che quanto fa non abbia insita una macchinazione per tenere a sè Leah. E' una Cacciatrice, ma sembra che se lo stia dimenticando un pò troppo facilmente. Mi è bastato assistere al male che ha fatto a quella ragazza dai capelli bianchi che era con Dante. Non volevo credere fosse la zia chi stava facendo qualcosa di tanto orribile. Tuttavia so anche che era la rabbia a guidarla, e la rabbia nei vampiri è fonte di distruzione incontrollabile per chi non ne è abituato alla loro natura oscura. E' facile spezzare una vita. E' semplice perchè è nella natura del vampiro farlo. Ma che si abbia la possibilità di compierlo non significa che questo lo faccia automaticamente diventare giusto. E ho paura che la zia questo non riesca a scorgerlo, la sta inebriando il sangue. La sta legando sempre più a sè. E non posso permettere che questo divenga motivo di un'altra nostra separazione.
Ma come compierlo? io..non sono una guerriera come Aniac. Non riesco ad avere la sua determinazione, non sono nemmeno certa davvero di quello che posso fare e se faccio bene o no. Vorrei poter dire che confiderò allo zio tutto questo, ma l'ho veduto nel suo futuro dove adesso si trovi, e che la zia versi in queste condizioni.. non gli farà affatto bene. Se gli dicessi i miei timori..ho paura che perderò anche lui, perchè potrebbe commettere qualche sciocchezza ora che ha i nervi tanto a fior di pelle per la perdita della Blanche che aveva tanto apprezzato. E ciò mi riporta al punto di partenza. Io come posso risolvere tutto questo? C'è davvero una soluzione?
Sono combattuta tra il distogliermi da tutte queste situazioni e cercare di godermi un minimo di serenità, e la consapevolezza che non è affatto il momento per compierlo, il rilassarsi. E lo vedo ogni notte. Il sangue sintetico non riesce a nutrirmi. Bere quello degli animali è semplicemente rivoltante. Io..so cosa dovrei fare per far cessare le fitte allo stomaco che mi colgono durante la Notte. So che conoscerei la pace dei sensi affondando i canini nel collo di una creatura, e a volte la tentazione di compierlo con chiunque, qualcuno che non conosco affatto e non sarebbe per cui una grande perdita in caso finisse male, è un richiamo ammaliante da cui riesco a sottrarmi per non so qualche sprazzo di lucidità. Lo zio mi ha fornito una valida alternativa e..spero sia abbastanza fintanto che tutto ciò non sarà concluso, in un modo o nell'altro.
Non potrei perdonarmelo, il far male a qualcuno che non avrebbe modo di salvarsi dal mio morso. Almeno..Dante so che non può morire, in ogni caso. La Morte ha imposto il suo marchio nel suo cuore, e lui non smetterà mai di battere fintanto che essa gli resterà legata. Per quanto questo faccia soffrire lo zio, io non riesco a esserne scontenta. Vuol dire che non mi lascerà mai. E, sicuramente, questo gli darà modo di combattere ancora per quel *andrà tutto bene* che mi ha sussurrato mentre da lui traevo il mio sollievo, il mio nutrimento.
Nella stanza che condivido con Leah è presente, nella camera da letto, uno specchio. Si trova proprio vicino al letto e spesso mi perdo a guardare il vuoto che rimanda, ora che non riflette più la mia immagine. Non riesco a vedere il mio volto guarito dalle ferite. Non riesco a scorgere nemmeno un segno di quella bellezza maledetta che impedisce al mio cuore di vivere ancora una volta. Da lì posso vedere la penna muoversi mentre scrivo, ranicchiata sulla mia sedia a dondolo preferita. Sembra che un fantasma la stia impugnando. Che cosa agghiacciante.
Devo sbrigarmi, non ho molto tempo prima che il sole imponga la morte al mio corpo, facendolo cadere in una catalessi tale da non trovar fine se non con il giungere delle Tenebre.


[Biglietto che verrà recapitato a Matt e Lyra da un'elfo domestico. Riceveranno una busta rosa con stampe di fiori e cuoricini e una carta da lettere con la medesima fantasia al suo interno. Insieme alla lettera verrà consegnato anche un Iris, il fiore che rappresenta la fede e la speranza oltre che il desiderio di mandare un messaggio. La calligrafia è tipica dei bambini, tutta cicciottosa e si vede che vi ci si è messa tanta cura a scriverla con la grafia più bella che potesse venire]

"Non abbiamo mai avuto modo di conoscerci, e mi spiace che ciò debba avvenire in simili circostanze. Non è certo il modo migliore per iniziare una missiva, ma non ho molto tempo e purtroppo non posso soffermarmi a spiegare con poche righe quanto sarebbe necessario per farvi comprendere chi vi stia scrivendo. Il mio nome è Chandra Krystle, come voi abito qui, a Point of Good e vi sono determinate cose che mi uniscono a voi due benchè, appunto, finora non abbiamo mai avuto modo di incontrarci. Ma.. ho bisogno di incontrarvi, Matt e Lyra. Vi prego di credermi, non ho alcuna cattiva intenzione, e neppure è mia volontà aggravare la vostra situazione, già delicata. Ho bisogno di confrontarmi con chi, come me, è stato colpito dalla maledizione che sta facendo impazzire i vampiri perchè, su questo posso avvisarvi, sono una mezzosangue. O, almeno, lo ero. So che lo sei anche tu Matt, da qui potete capire come mai abbia scelto di scrivervi. Avrei potuto incontrare solo te, ma invece ho bisogno anche di tua moglie, Lyra, per una questione che non ha minor importanza. Riguarda la Contessa, Lyra. So che l'hai cara come amica, e ho un debito verso quella donna, per cui spero vorrai accogliere la mia richiesta d'incontro, esattamente come lo auspico per tuo marito.
Fatemi sapere quando questo sarà possibile riferendo all'elfo a cui ho consegnato la lettera. Per voce o per scritto non importa, gli elfi domestici a Point of Good sono affidabili da non travisare niente quando gli chiedi qualcosa, per fortuna.

Chandra
"

[Il secondo biglietto che manda è rivolto, invece, niente poco di meno che alla stessa Regina dei Vampiri. Si, proprio a Lilith. Per quanto sa che sia un azzardo è comunque logico che in questo caso debba incontrare lei. Magari ponderando di non andarci da sola. Oltre la busta rosa con carta da lettere uguale, verranno recapitate due rose intrecciate tra loro. Una bianca e una rossa, il cui significato è Unità. Tra le spine di queste è presente il sangue di Chandra, forse poichè si è punta appositamente per definire il mittente anche prima che fosse aperta la lettera]

"Spero che il mio sangue vi abbia evitato di gettare subito nel fuoco la lettera che vi è giunta. Immagino che la fantasia non possa esser di vostro gusto, ma non avevo tempo prima dell'alba di trovarne altre. Poi, ve lo confesso, a me piace comunque molto. Ma non è per scrivervi di frivolezze che vi ho mandato un biglietto. Credo che il motivo non vi giunga, comunque, nuovo. Sicuramente tanti vampiri si stanno rivolgendo a voi, e non potrebbe essere diversamente. Ho bisogno di capire cosa sta succedendo. Ho bisogno di sapere che, in qualche modo, posso contribuire a spezzare questa malìa che sta portando dolore a chi ne è colpito. Sono piccola, è vero, ma è passato tempo dal nostro ultimo incontro, Elaine era nata da poco, e posso assicurarvi che tanto è mutato in me. Quello che non è mutato è che quando mi viene tolto qualcosa che reputo mio ho tutta l'ostinazine che serve per riappropiarmi di ciò che mi appartiene. E io..rivoglio la mia vita, come prima. Resto a disposizione per aver conferma del nostro incontrarci e..vi prego..non uccidete il messaggero, non ha colpe se l'ho mandato da voi e ne ho ancora bisogno. Per cui..risparmiatelo, non vale il vostro tempo ve lo assicuro.

Chandra Krystle
"


[ Prima di scrivere l'ultimo biglietto, Chandra si concede un momento per soffermarsi sulle proprie memorie recenti. Sulla spontaneità di una bellissima bambina dai capelli bianchi che l'ha convinta a lasciarsi sanare le ferite che le affliggevano il corpo. Un'esperienza così diversa dalle altre il poter finalmente parlare pari a pari con una che le sia coetanea..almeno in apparenza. Ma va bene così, per ora..andrà comunque bene che si ritenga questo, tacendosi che avrebbe dovuto essere adulta come il padre di Elle, invece che simile alla sua bambina. Quanto è stato piacevole trascorrere la notte in sua compagnia. Quanto a lungo aveva sperato di poter avere qualcosa del genere e per troppo tempo le è mancato. Forse, dopottutto, l'unicorno aveva ragione..
La lettera non sarà differente nella confezione a quelle che ha mandato a Lyra, Matt e Lilith. Ciò che muta è l'essenza che impregna la carta e i fiori che l'accompagnano: fiori di ciliegio. Quelli che le hanno fatte incontrare giorni fa]

"Ciao Elle!
Avrei preferito parlarti di persona, e non sai quanto mi sia dispiaciuto lasciare la tua stanza l'altra sera ma..fidati che quando è giorno è meglio per entrambe se io torno nella mia camera. Mi sono divertita tantissimo con te. Può sembrare assurdo ma non ho mai fatto niente del genere con nessun altro, e già mi manca molto (per non dire moltissimo) il tempo che abbiamo condiviso insieme. Ho delle novità da raccontarti, e vorrei che ci fossi anche tu. Potremmo incontrarci in giardino, sotto il ciliegio dove ci siamo viste la prima volta. Magari sembrerà sciocco, e non mi importa di sembrarlo, ma quello è il nostro posto e voglio che sia lì che ci vediamo di nuovo. Anche se ci sarà quel falco che ti dà tanto noia, non preoccupartene, ti ho già detto che ci sono cose che è giusto che tu possa avere come vantaggio dal conoscermi? Presto vedrai una delle principali. Sono gelosa del mio tempo, e non mi piace che possano tenermi controllata. E dato che so che anche per te è lo stesso..non trovi che sia più che giusto incontrarci?
Ti aspetterò là, tu però non farmi aspettare troppo eh! Sono gelosa del mio tempo e mi annoio anche facilmente!
Non vedo l'ora di vederti. A presto (prestissimo, mi raccomando!) amica mia!

Chandra
"


Sarà gradevole, per una volta, addormentarsi con la coscienza di aver fatto qualcosa di giusto. L'alba la trova preparata nel lettone, con un sorriso che non si spegne nemmeno quando il sonno diurno prende il sopravvento e la mente cessa di accavvallare tanti pensieri, tanti percorsi, che mirano tutti verso un unica, precisa, direzione.



Chandra
Potresti essere una peccatrice
ma la tua innocenza è mia
 
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~Kaya.
view post Posted on 2/11/2011, 15:49




Una camminata furiosa e senza sosta, quella che conduce il mezzo demone.. Oh, beh, a dire la verità non lo sa neanche lui dove è diretto precisamente. Solamente.. Lontano da Point of evil. Lontano da lei, da quella stramaledettissima ingrata che non ci ha neanche pensato molto, prima di cacciarlo via.
Vattene, Dante. Non ho bisogno di te.
Ripete le sue stesse parole, imitandone anche il tono femminile, anche se forse in modo un po’ troppo caricaturale, dovuto all’eccessiva rabbia che prova in questo momento. Non ha bisogno di lui?Non ha bisogno di lui?!Dopo tutto quello che ha fatto per lei!Dopo tutto il periodo trascorso insieme, dopo tutte le volte in cui l’ha salvata e si è occupato di lei!Oh, se non fosse stato per lui.. A quest’ora lei sarebbe morta da tempo, ne è sicuro.
Bene!Che se ne vada al diavolo allora.. Lei, la dannatissima Aletto, tutte le dannatissime erinni e tutta quella dannatissima PoE in cui le piace tanto stare!
Sì, non sembra preoccuparlo troppo il fatto che stia parlando, e soprattutto imprecando, completamente da solo. Ma del resto.. Come sfogarsi diversamente? Ormai, tutto ciò che stava vivendo si è completamente sgretolato tra le sue mani. E la colpa.. E’ tutta di quella stupida che ha deciso di dargli il ben servito così.. Come se niente fosse. Come se non fossero mai stati così vicini. Come se non fosse accaduto nulla di tutto ciò che è accaduto tra loro e che..
.. Tanto peggio per lei!Se vuole farsi ammazzare.. Chi se ne frega!Se l’è cercata!
Già, impossibile pensare a bei ricordi senza che riprenda ad imprecare di nuovo. Possibile considerarli davvero belli, poi?Ah.. Ora come ora vorrebbe che niente di tutto ciò fosse avvenuto!Si sarebbe risparmiato tante belle delusioni, questo è certo. E tanta fatica, perché occuparsi di quell’ingrata non è stato mica facile, anche per colpa di quella..
… Dannata Ophelia!
L’ennesima imprecazione, dopo essere inciampato in un ramo, finito nel bel mezzo del villaggio non si sa come. Certo, nel luogo più semplice da percorrere di tutta Return.. Lui è incappato nell’unico ostacolo che si trovava in mezzo alla strada. Ma certo.. La colpa è tutta di quella stramaledettissima sfiga e soprattutto.. Di quella stramaledettissima tizia che gliel’ha attaccata. Ma certo che è colpa sua!Oh, se solo ora potesse averla tra le mani ora.. Sicuramente saprebbe che cosa fare, e non quello che lei vorrebbe!Non importa se si tratta di una donna.. E’ l’ennesima stramaledetta creatura infernale che gli ha causato non pochi problemi. In fin dei conti.. Se non fosse stato per lei e per la sua stupidissima maledizione.. La situazione con Blanche non se ne sarebbe mai andata a quel paese. Lei non sarebbe mai stata ferita dai vampiri, perché non ci sarebbe stata nessuna sfiga di turno ad impedirgli di proteggerla. Sì, proteggerla proprio da..
.. Leah!La colpa è solamente sua!
Maledizione, se non fosse stato per Leah non si sarebbe mai incasinato così tanto. Lei è senz’altro la più stupida, perché ogni singola volta che cosa fa?Torna da quel dannatissimo Armand!C’è un problema?Oh, si, corriamo subito da Armand!Non c’è un problema?Oh, si, corriamo subito da Armand lo stesso!Beh.. Al diavolo lei, Armand, e tutti gli stramaledettissimi vampiri dell’isola!Neanche si rende conto di aver sbagliato. Continuava a dire di aver ragione, e che se lo meritava.. E’ sempre così dannatamente testarda!Invece di ammettere semplicemente di avere torto, com’è giusto che sia.. Si schiera ancora una volta dalla parte di quel vampiro!Che poi.. Cos’avrà mai di speciale quell’Armand?
Oh, guardatemi, sono un vampiro losco e tenebroso, amatemi tutti!
Lui lo detesta invece, eccome se lo detesta!Lo prenderebbe volentieri a calci, esattamente come lui ora prende a calci quel ramo su cui si è inciampato poco prima. Continua a non capire perché alla fine.. Leah torna sempre da quel bastardo. Non potrebbe semplice ascoltare lui, quello che è sempre stato il suo.. Ehm..
Oh, dannazione!Chi se ne frega.. Visto?In fin dei conti è stato meglio non definire mai effettivamente che rapporto c’era tra loro. Forse. O forse no. Ma perché preoccuparsene, del resto?La colpa è solamente sua!Sua, di Blanche, di Ophelia..
Dannate donne!E’ sempre tutta colpa loro, lo è sempre stata!Sono sempre riuscite solamente ad incasinarlo, con il loro stupidissimo atteggiamento da.. Da donne!Dicono una cosa e ne pensano un’altra, pensano una cosa e non la dicono, ti trattano continuamente come un perfetto idiota mentre loro hanno la situazione sotto controllo.. E guai a dire che vorresti proteggerle!Perchè no, se le proteggi non vogliono essere protette.. Ma se non lo fai sei tu il bastardo che le ha abbandonate al loro destino!Non si sa mai cosa vogliono.. E sicuramente non lo sanno neanche loro!Certo, perché prima hanno bisogno di te.. E subito dopo sono pronte a mandarti a quel paese e tanti cari saluti!E invece di ascoltarti.. Preferiscono sempre e comunque fare di testa loro, maledizione!
Che se ne vadano tutte al diavolo, allora!Perchè occuparsi di loro quando diventano tutte così dannatamente irritanti, alla fine?Se succede qualcosa.. E’ sempre e solamente colpa loro!
Da una parte è quasi sollevato dal fatto che Chandra è rimasta una bambina. Avrebbe mai potuto tollerare un’altra donna e le sue crisi isteriche?Certo, non che sia facile gestirla, ma.. Sempre meglio occuparsi di una vampira impazzita in miniatura che di tutte quelle che fin’ora gli hanno solamente complicato la vita!
Lei dice che lui e Leah dovrebbero rappacificarsi. Ma.. Come?E soprattutto.. Perché?Ne vale la pena, dopo tutto quanto?In fondo.. E’ chiaro che ogni volta che spunterà fuori anche il più piccolo, minuscolo problema.. Lei tornerà da Armand. E poi.. Per quanto ci provi.. Non riesce a superare il rancore per ciò che ha fatto a Blanche. Ed è inutile ingannarsi.. Certo, il fatto che lei abbia fatto così del male ad una creatura innocente, senza provarne rimorso, è già grave di suo. Ma che ad essere colpita sia stata proprio Blanche gli ha fatto ribollire il sangue nelle vene. Ma è inevitabile che inizia a frullargli in testa il pensiero che.. Leah l’abbia colpita proprio perché era lei. Per.. Gelosia, quindi. Ma se è davvero gelosa allora.. Perché alla fine va a consolarsi sempre da quello stramaledetto vampiro?!
Non ha importanza, non ha più nessunissima importanza. Anche perché.. Alla fine prendersela per Blanche non è servito proprio a niente. Insomma, lei per lui era importante, e questo era ormai palese. Mentre lui.. Una volta che non le serviva più.. E’ stato semplicemente cacciato via come se fosse niente, quando aveva tentato in tutti i modi di tenerla lontana da PoE, da Aletto, e da tutto quello che potesse minare alla sua felicità. Allora quindi.. Peggio per lei!Che soffra quanto le pare, che si riprenda Aletto e tutti i dannati demoni dell’inferno, se così vuole!Ciò che è certo, ora.. E’ che non alzerà più un dito per lei. Se le servisse aiuto.. Che si arrangi da sola, Dante ha smesso!Ha smesso con lei, e ha smesso con Leah, d’ora in poi.. Se la caveranno da sole, dannazione!
Ma ora che ci pensa.. No, non può. Ha promesso a Chandra che l’avrebbe aiutata, in ogni caso. Ecco, alla fine anche le donne in miniatura si rivelano problematiche!Ma una promessa è una promessa, in ogni caso.. Ed intende mantenerla. In fondo.. Non le ha mica promesso che si sarebbe rappacificato con lei, no?Quindi l’aiuterà a rimettere la testa a posto, lontano dal maledetto Armand.. E poi basta!Basta con lei, basta con tutte quelle dannatissime donne che gli hanno complicato la vita!
Insomma.. La vita di un eroe è già abbastanza difficile da sola, quando poi ci si mette una donna di mezzo.. E’ finita, completamente, irrimediabilmente.
Con tutti questi pensieri.. Si è anche dimenticato dove stava andando. Come se avesse in testa una meta ben precisa.. In fondo, Blanche gli ha detto semplicemente di andarsene da PoE, e così ha fatto. Beh.. In realtà gli aveva detto esplicitamente di tornarsene a PoG, ma sappiamo bene che Dante ascolta sempre e solo quello che vuole lui.. Per questo ha cominciato a camminare in fretta e furia.. Senza sapere dove sarebbe andato a finire. I suoi pensieri furiosi l’hanno distolto da qualunque tentativo di orientarsi, ed ora è costretto a guardarsi più volte intorno per capire dov’è finito.
Il villaggio è alle proprie spalle, o almeno la parte più centrale. Sembra essere in una parte più marginale della zona, in cui vi sono solamente poche piccole case isolate dalle altre.
Chissà se sia stata la sfortuna a mandarlo lì.. O solamente il suo inconscio. Ma facendo qualche altro passo.. Si trova davanti ad un’abitazione che non gli è affatto sconosciuta. Piccola, ma essenziale per due persone. Due persone che vi hanno trascorso.. Momenti davvero belli. La porta di casa è stata lasciata semi-aperta, il che fa pensare che sia ancora disabitata. Non ci riflette molto, prima di provare ad entrare in quella casa vuota. Ed è come se per un attimo tutta la rabbia che l’ha condotto fin lì sparisse, assorbita dal buio in cui è immersa l’abitazione. Ma anche nel buio.. Riesce a vedere chiaramente delle scene, quasi come se fossero vive davanti a sé.
Nella piccola cucina, sul tavolo da pranzo vi sono sedute due persone sorridenti. Parlano di cose leggere e tranquille, come se nessun problema potesse mai raggiungerli. La ragazza ha l’aria un po’ svampita, forse, ma felice. Il ragazzo scuote la testa, ma ride alle sue parole. Sembrano stare così bene.. Anche troppo.
Esce in fretta da quella stanza, trovando la camera da letto. E sembra tutto esattamente come l’avevano lasciato. Un mare di coperte abbandonate lì, senza alcun ordine, ma che avevano l’aria più comoda del mondo. Di nuovo la rivede, sempre infreddolita, cercare conforto sotto quella cuccia di stoffa, con l’aria sempre più buffa, e la stanza che sembra illuminarsi quando lei sorride.
Ma tutto.. Fa presto a tornare buio, insieme alla realtà. Sì, perché lui lo sa bene.. Che tutto questo non tornerà mai più. Svanito per sempre, come quei sorrisi.
Allora perché.. Questi ricordi devono esistere ancora?Perchè non si può eliminare anche tutto ciò che resta?La rabbia che era svanita esplode nuovamente, in un lampo. Ed è come accecato, mentre tutto ciò che ha davanti viene distrutto. I mobili vengono fatti a pezzi, gli oggetti lanciati ovunque, sparpagliati in giro per la casa che in poco tempo cessa di essere quello che era stata. Adesso è solamente.. Un’insieme di cose distrutte, come tutto quello che il mezzo demone ha ora. Nient’altro che macerie di bei ricordi.. Di cui vorrebbe solamente disfarsene una volta per tutte.

Vattene, Dante. Non ho bisogno di te.
… Beh.. Allora neanche io.


Dante

 
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view post Posted on 3/11/2011, 19:22
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Qualche giorno fa - Villaggio

Blanche
[Sono ormai diverse ore che ha lasciato il Castello. Una volta rimessa in piedi non aveva senso restarci, non senza aver adempiuto scrupolosamente ai doveri che si era imposta come avuta coscienza di sè. Ritrovare i bambini. Riprendersi l'erinni. Fare rapporto all'Astro. Esattamente in quest'ordine, e per ovvia ragione. Ritrovare i bambini è un atto dovuto. Quelle creature sono nate per una ragione e sono state senza la propria supervisione per mesi. Non sa quanto ciò abbia mutato in loro, e quanto in profondità il male li abbia resi anche più terribili di quanto non avesse intuito per i loro natali..fuori dal comune. E non può permettersi di ignorarlo ulteriormente. Dovesse capitar loro qualcosa..con quale faccia lo direbbe ai Caduti? lei ne è responsabile. Per cui è importante trovarli. Di conseguenza, per tutelare quelle due creature e soprattutto sè stessa, per quanto arduo è ammetterlo..ha bisogno della forza che solo Aletto è in grado di fornirle. Non può restare ancora umana, sarebbe un mettere a rischio troppo, e lei non azzarda mai niente, è troppo metodica nel proprio lavoro. Infine..rendere partecipe l'Astro di questo periodo. Confermare che tutto è andato per il meglio, che la Morte è nuovamente pronta a mantenere i propri voti nei suoi confronti. Ma, prima di questo, è altrettanto importante trovar modo perchè un incidente del genere..non possa più capitare. Non se lo perdonerebbe. Ha provato a lambiccarsi per ricordare chi le abbia fatto perder memoria, e ha solo un enorme buco vuoto, l'unico rimasto di quella brutta avventura. Perchè il resto..lo ricorda interamente. Non avendo memoria di questo, è passata quindi al punto A del piano. Le è stato riferito che i gemelli sono stati visti in compagnia di un individuo biondo, uno stregone. Le hanno anche detto che non può non riconoscerlo poichè possiede delle ciocche rosse sul ciuffo, e decisamente questo è un dettaglio che non hanno in molti sull'isola. Sa il suo nome, e a quanto pare è uno stregone dedito alla conoscenza. Per questo niente di strano che il primo posto in cui le è venuto in mente da cercare fosse la biblioteca del Castello. E' risultato un buco nell'acqua, e ha dovuto lasciare la logica per affidarsi al suo vecchio istinto. Al Castello ha potuto sapere solamente che di rado vi passa, pare che stia alla larga dal maniero da differente tempo, mesi si parla. Non ha tempo di chiedersi la ragione, ora è diretta verso il villaggio. Ancora una volta. Vi sono differenti librerie in quel luogo ma, andando a deduzione, come si fa largo per le stradine secondarie del villaggio ecco che si sposta per un vicolo stretto, che sprigiona moniti a tutt'andare. Una volta di più si assicura che le lame che le ha fornito Harlan siano al loro posto, prima di soffermarsi sulla soglia di un negozio dai vetri oscurati. E' una libreria anche questa, anche se non si direbbe. Una libreria di magia nera. C'è passata qualche volta. Ed è da lì che intende iniziare la sua ricerca. Varca la soglia, una volta aperta la porta in legno verde scuro. Il suono di un campanellino non la distrae dallo scrutare quell'ambiente buio che vede avanzare con cautela la Morte, ancora umana certo, ma riappropriata del suo atteggiamento integerrimo, freddo]

Alistair
[Non sbagliava di certo Blanche, quando ha deciso di cercare lo stregone in quel luogo buio e poco frequentato. E’ lì che infatti si trova, e non solamente perché un luogo simile agevola il nascondersi quando si hanno dei lupi alle calcagna, ma anche perché non può resistere molto.. Senza essere circondato dalla conoscenza. Non importa se questa viene appresa nel metodo tradizionale, o assorbita con il proprio potere. Ne sente costantemente il bisogno, quasi come se fosse una vera e propria droga. Desidera averne sempre di più, non essendone mai sazio. Tuttavia.. La prima persona che Blanche potrà scorgere all’interno del negozio non sarà proprio lo stregone. Poco dopo l’ingresso, infatti, seduto sul pavimento, vi è un uomo, un elfo.. Probabilmente il gestore della libreria. Ha un’aria incredibilmente disorientata, ed il suo sguardo è confuso, mentre si guarda intorno.. Quasi come se non sapesse perché si trova lì.. Insieme a tante altre cose. Eppure non ha una sola ferita, né un livido.. O qualsiasi altro segno che possa indicare una lotta. Sembra semplicemente qualcuno che si trova catapultato in un modo di cui non sa nulla. Era proprio necessario, assorbire anche la sua conoscenza?Forse sì, forse no.. Lo stregone è poco interessato alla cosa. Le conoscenze apprese da lui non sono state rilevanti, rispetto a quello che già sapeva, eppure.. Lo desiderava lo stesso. In fondo, in questi giorni.. Diverse questioni l’hanno tenuto lontano da ciò che da sempre brama, perché sappiamo bene che organizzare un matrimonio non richiede di certo poco tempo. Ormai.. Manca così poco. E c’è ancora molto da fare, come ad esempio ritrovare la sposa. Sì, lei era di certo l’ultima cosa di cui intendeva occuparsi. Prima tutto il resto, poi colei che gli permetterà finalmente di portare a termine il suo piano, e che potrà farlo smettere di nascondersi, una volta per tutte. Per far sì che tutto vada come previsto.. Sarà necessario che Aletto sia soddisfatta. E se gioca bene le sue carte.. Lo sarà, eccome se lo sarà. Era in piedi, davanti ad uno degli scaffali polverosi della libreria, intento a scorrere con la punta delle dita i vari tomi ordinatamente posizionati su di essi, leggendone il titolo, ma non prendendone in mano ancora nessuno. Il rumore del campanello, non appena si apre la porta, gli impedisce di continuare. Qualcuno è entrato nel negozio, il che lo porta a fare tutta l’attenzione possibile. Non può essere tanto sciocco da lasciarsi trovare dai lupi proprio ora, quando il suo piano sta per andare a buon fine. Rimane immobile e si guarda intorno, osservando la struttura del luogo. Se un lycan dovesse trasformarsi lì non riuscirebbe a muoversi, tanto è stretta quella libreria. Questo è già un punto a suo favore, ma la prudenza non è mai troppa, con quelle creature. Per prima cosa, cerca di assicurarsi che eventuali curiosi non lo facciano allarmare per nulla. Per questo alza la voce, per farsi udire da chiunque sia entrato, pur rimanendo ancora tra gli scaffali.. Come se fosse impegnato] Spiacente.. Siamo chiusi. Ripassate più tardi.. [Dice come se fosse impiegato nella libreria. Se chi è entrato non se ne andrà.. Sa che dovrà studiare in fretta una strategia.]

Blanche
[Appena varcata la soglia, l'odore di antico e di carta le invade le narici. Ma questo odore è qualcosa di irrisorio rispetto a quello della paura. Gli occhi della Morte si soffermano nel buio e non hanno difficoltà a individuare l'elfo seduto per terra. Si inginocchia di fronte a lui, per comprendere cosa gli sia accaduto. E' disorientato, confuso. Non dà segni di comprensione circa il luogo in cui si trova. Un atteggiamento che le ricorda decisamente qualcosa. Non si pronuncia, ascolta qualcuno vociferare circa il fatto che siano chiusi. Oh certo, le viene da pensare. C'è ancora chi crede che questo funzioni davvero? Stordisce l'elfo, colpendolo con un colpo secco alla base della nuca, per evitare che possa parlare o fare..qualunque cosa per intralciarla. Solo allora si solleva in piedi, silenziosa come è entrata. Trascina l'elfo, notoriamente una creatura dalla corporatura leggera, fin dietro il bancone, celandolo alla vista. Non le occorre molto per farlo, è vicinissimo a sè, pochi movimenti e ha raggiunto il suo scopo] ..Scusate. Non ne avevo idea. A..più tardi allora [dice, camuffando in maniera davvero semplice il tono della propria voce dandole anche quel tono d'incertezza di chi dovrebbe aver visto l'elfo e aver nasato la cattiva aria. Sono trucchi che si imparano quando sei la Morte. Non è poi così difficile, molto meno di quanti pensano. Si dirige verso la porta, facendo sentire i passi che si dirigono verso quella senza enfatizzarli. Apre quindi la porta, fa nuovamente suonare il campanello, e la rilascia, approfittando del suono per porsi a sua volta dietro il bancone, schiena premuta contro questo per restare a sua volta nascosta. Ora attende. Perchè vuole comprendere chi le stia mentendo. E per quale ragione. Poi ci penserà lei a farlo parlare..se non le piaceranno le risposte]

Alistair
[Rimane in silenzio, ad ascoltare ogni rumore che possa raccontargli che cosa sta avvenendo all’ingresso, dietro gli scaffali. Ma purtroppo il suo udito è pressoché umano, per questo non può farvi molto affidamento. Sente solamente una voce rispondergli.. Una voce femminile, che al momento non riconosce subito, anche perché lei la camuffa. Una semplice ragazza che ha deciso di allontanarsi in fretta. Ma.. Sarà davvero così?In fondo sa bene che Morgan può mutare non solamente l’aspetto, ma anche la voce. Se fosse una trappola?Sente comunque i passi andare verso la porta, che ancora una volta viene riaperta per poi richiudersi. Potrebbe sembrare che se ne sia andata, eppure.. Qualcosa gli dice di stare in guardia. In fondo ha nella mente tutte le conoscenze proprio di colei che ha appena teso questa trappola, è normale che non ci cada subito. Si sporge appena, dietro lo scaffale, per scrutare l’ingresso.. Vuoto, a quanto pare. Forse chi è entrato è uscito davvero, o forse.. No. Uno sguardo viene gettato ai piedi del bancone, dove aveva lasciato il proprietario della libreria, che ora invece è scomparso. Qualcuno deve averlo spostato, allora.. Quel povero sciocco non avrebbe saputo di doversene andare, dato che faceva fatica a capire dove si trovasse. Che fare, dunque?Uscire allo scoperto in attesa che chiunque fosse entrato faccia lo stesso?Giocare a lungo a nascondino è stancante, in fin dei conti. Volge lo sguardo verso una porta che si trova nel lato più esterno del negozio, un’uscita secondaria. Se si rivelasse Morgan, o uno degli altri lupi.. Potrebbe approfittare di quella, per fuggire. Il luogo renderebbe l’inseguimento difficoltoso ad un lupo, quindi una speranza di cavarsela l’avrebbe. Bene, non resta altro da fare. Con pochi passi, lenti ed apparentemente tranquilli, esce allo scoperto. Rimane comunque non troppo distante dalla porta secondaria, in caso dovesse correre in quella direzione] Credevo di aver detto.. Che siamo chiusi. [Dice semplicemente, lasciando intendere che sa che lì c’è ancora qualcuno. Rimane fermo però, attendendo che sia lei ora a mostrarsi]

Blanche
[Possibile che chi è presente nella libreria l'abbia percepita? Non può essere un vampiro, è giorno in questo momento, ma un Lycan potrebbe aver riconosciuto il proprio odore. Ma, ascoltando con maggior attenzione la voce, una memoria inizia a farsi largo. Non è possibile, si dice. E dei collegamenti iniziano a gettare radici, strisciare nei meandri dei neuroni che non possono che constatare l'ovvio. Un ovvio che ha dell'assurdo. Sa come muoversi in simili ambienti, sa che dal bancone può riuscire a raggirare lo sguardo di chi è sbucato dalla libreria. E' un trucco che i proprietari sfruttano per controllare che non vi siano clienti che fanno i *furbi* credendo di poter prendere dei libri senza esser visti. Qualcosa che le risulta senz'altro utile nel momento in cui è cosciente che chiunque sia chi è oltre al banco..sta deducendo che il proprietario è stato trascinato lì dietro. Calcola ogni movimento, agendo con perizia per eluderlo e percorrere gradualmente la libreria che è riuscita a raggiungere. Riesce a raggirarlo, spuntando alle sue spalle. Un uomo, questo l'aveva già dedotto dalla voce. Un uomo dai capelli biondi, e inizia ad aver memoria di chi sia. Quando si dice..il caso. Si appoggia con la spalla alla libreria, le braccia conserte al petto] Non per me. [Inarca un sopracciglio, restando in silenzio per il tempo che lui impiegherà a girarsi] Voltati. E niente scherzi. Saresti morto prima di poter fare il pensiero.

Alistair
[Non riesce a scorgere i movimenti di Blanche, può soltanto immaginarli. Un qualsiasi sprovveduto crederebbe subito di essere solo, ma.. Non lui. Non dopo tutte le conoscenze apprese. Non sarà di certo una creatura potente o un grande guerriero, ma l’astuzia e la prudenza non gli mancano affatto. Quando la mente è la tua sola arma, fai in modo che essa sia più efficace possibile. Continua a guardarsi intorno, concentrandosi soprattutto sulla zona del bancone, ma evita di avvicinarsi. Sarebbe troppo sciocco.. Chiunque avrebbe potuto tendergli quella trappola. Fortunatamente scopre che non ha alcun bisogno di avvicinarsi, perché chi poco prima è entrato, furtivamente, è riuscito ad aggirarlo. Sente la sua voce alle proprie spalle, ed ora.. La riconosce. Per l’appunto.. Quando si dice il caso. Ma sarà davvero lei?Insomma, quando si ha a che fare con una lycan che potrebbe essere chiunque non si è mai troppo attenti. Ma se invece si trattasse davvero della sua futura sposa, beh.. Si potrebbe dire davvero che la fortuna stia iniziando a girare a suo favore. Si volta lentamente, alzando anche le mani, mostrandosi quindi disarmato e privo di cattive intenzioni. O almeno così pare] Non ho alcun interesse.. A fare scherzi. Soprattutto quando si tratta di qualcuno a cui ho offerto il mio aiuto.. [Finalmente possono guardarsi negli occhi. Sì, è lei, e se non lei.. Qualcuno che ha le sue sembianze. Ha recuperato la memoria, alla fine.. Oh, meglio così. Il piano può proseguire.. Molto più in fretta. Ma questo.. Sempre ammesso che sia davvero lei. Altrimenti dovrebbe iniziare a correre..] .. O almeno.. Qualcuno che somiglia incredibilmente.. Alla ragazza a cui ho offerto il mio aiuto. Perdonami ma.. Ultimamente ho spesso a che fare con.. Ladri d’identità.. [Rimane fermo sul posto, senza accennare un qualche movimento, ma con la coda dell’occhio controlla le possibili uscite]

Blanche
[Si, è lui. L'uomo che l'aiutò nelle segrete e di cui, ancora, ignora l'identità. Non si scosta dalla libreria, lo guarda girarsi e tenere le mani in vista. Se fossero sulla Terra, sicuramente, sarebbe una bella garanzia. Ma in un isola di poteri straordinari, spesso pericolosi, quel gesto le sembra semplicemente plateale, ma futile. Decisamente futile. Il buio dell'ambiente, ora che ha sensi umani, le rende più difficile scorgerlo bene quando la penombra lambisce quel volto. Fortunatamente ha una buona memoria -quando ce l'ha- che le permette di catalogare con precisione chi incrocia da indovinarne le fattezze anche quando queste sono parzialmente, o totalmente, celate. Un aiuto non da poco in caso di scontri] ..tu hai qualcosa che mi appartiene [dritta al punto, senza fronzoli prosegue il discorso tralasciando il fatto che lui le chieda di perdonarlo e l'allusione all'averla aiutata. Vi è diffidenza che la mette in guardia sempre. Tanto dai nemici ma, soprattutto, verso chi ti si mostra alleato] ti concederò di parlare, riferirmi l'ubicazione, e forse anche di spiegarti proprio perchè ho ricevuto il tuo aiuto. Ma illeso o meno questo dipende da te Alistair. [velata minaccia con cui si esorta a esporre come mai l'abbia aiutata e dove sono i gemelli. Sono le principali questioni. Poi potrà dedicarsi ad altro] ..dovrai essere convincente.

Alistair
[La Blanche di ora è molto diversa dalla Blanche che lui ha visto nelle segrete, ma non può sorprenderlo, dato che conosce quella ragazza più di chiunque altro, ora che possiede tutto ciò che lei ha sempre avuto in mente. Il suo comportamento è perfettamente identico alla vera morte.. Possibile che Morgan riesca ad emularla così bene?Dubita che la lupa potesse essere a conoscenza di alcuni dettagli come i bambini di Blanche, dato che fin’ora ha rivelato le sue intenzioni solamente a Tlegìas.. Solamente dopo essersi accertato che quello fosse il vero Tlegìas. Abbassa le mani, ma rimane comunque in guardia, sebbene a quella vicinanza sarebbe quasi del tutto impossibile difendersi. Compie un respiro profondo, prima di rispondere] Qualcosa.. Che ti appartiene. Qualcuno.. Potrebbe stupirsi di sentire una madre paragonare i propri figli a delle cose.. Ma fortunatamente non io. Del resto.. Quando mi sono preso cura di loro, ne ero cosciente. [Non perché conoscesse Blanche, ma perché è stata Aletto a parlargliene.. Così farà intendere se Blanche glielo dovesse chiedere] Ad ogni modo.. Si trovano in un’abitazione non molto lontano da qui, sempre al villaggio. Il castello, per me quanto per loro.. Non è sicuro, ultimamente. Ora desideri sapere.. Perché ti ho aiutata?Beh.. Ormai saprai che per tutto questo tempo.. Aletto si trovava nel loro corpo. E’ proprio da lei.. Che sono venuto a conoscenza della tua situazione. Ed era ovvio che aiutandoti.. Ti saresti ricongiunta a lei quanto prima. E se ti stai domandando come mai ho deciso di aiutare Aletto a raggiungere i propri scopi.. Converrai con me che è meglio essere suoi alleati, piuttosto che nemici. A me serviva aiuto, così come serviva a lei, ai bambini.. E a te. Abbiamo deciso.. Di combinare i nostri interessi. Desideri sapere altro, Blanche?

Blanche
[Studia lo stregone, senza che questo gesto per sè divenga un sottovalutarlo, o un'imprudenza. E' attenta a cogliere possibili minacce, è ancora umana e deve ben ponderare gli scontri se le si pongono innanzi. Può essere preparata, e letale, anche senza essere un'erinni. Ma è anche vero che l'isola è piena di creature dall'apparenza mansueta o debole di fisico, che poi si rivelano compensati da doti terribili. E lei ignora quelle di Alistair. Non si è dimenticata del proprietario della libreria, di fatti quella coincidenza aiuta molto a restare accorta anche mentre le viene menzionato quel che le occorre: i gemelli sono al villaggio. Se ne sente sollevata, o almeno una parte di sè riesce a esserlo perchè ripensare ad Anteros e Deimos i sentimenti divengono contrastanti tra la propria umanità e..la consapevolezza di cosa siano quelle due emanazioni a cui, suo malgrado, ha dato forma] Sii più preciso. In..quale abitazione. [Il messaggio implicito è semplice: non si farà accompagnare dai bambini. Ci andrà da sola, lo stregone è rimasto implicato nella vicenda ma non è comunque gradito nel suo finale, quale che sarà. Si sbaglia. Perchè ancora è ignara dei meccanismi e la congiura ai suoi danni che è partita da lungo tempo e, presto, avrà il suo apice. Non è certa per niente di potersi fidare di qualcuno che, per necessità, ha deciso di essere alleato di Aletto, e questa prudenza avrebbe fatto meglio..a preservarla] No [risponde, secca, alla domanda conclusiva di Alistair] non mi occorre altro. Per ora. [forse già pondera di andare dai gemelli? Probabile. Indietreggia piano, spostando il peso da una gamba all'altra per pochi, passi, misurati, che la riportano nelle Tenebre del piccolo corridoio tra gli scaffali]

Alistair
[L’espressione che le rivolge non include minacce, né spiacevoli intenti nei suoi riguardi. Sembra tranquillo.. Forse perfino troppo per qualcuno che si sta confrontando con Blanche, sapendo cosa rappresenta. Certo, non è facile avere a che fare con lei, ma fortunatamente Alistair è un uomo molto paziente, ed accorto a sua volta.. Non agisce mai, senza aver prima studiato la situazione, il che lascia pensare facilmente.. Che avesse già immaginato il loro incontro dal momento in cui aveva ideato il suo piano. Come aspettarsi che un piano vada a buon fine, del resto.. Se non si hanno sempre pronti un piano B, un piano C, e magari anche un piano D?Per questo motivo sa subito come rispondere, senza apparire spiazzato per il comportamento della morte. Sembra essere abituato a trattare con lei, sebbene non la conosca affatto..] Posso dirti la precisa abitazione in cui si trovano, Blanche, e lo farò se tu desideri. Ma sei comunque sicura di volertene andare sapendo.. Che ciò che ti è accaduto una volta.. Potrebbe capitare di nuovo?Da un momento all’altro, fuori da quella porta..Potrebbe accadere un nuovo imprevisto. E tu perderesti non solo i gemelli, Blanche, ma anche.. Ogni altra cosa. [E Blanche sa che probabilmente non ci sarebbe nessuno a difenderla.. Adesso] Per quanto tu sia all’erta.. Hai appurato che non puoi difenderti da tutto. [Fa un altro respiro profondo, prima di riprendere il discorso, guardandola negli occhi] Vedi, Blanche.. In realtà attendevo questo incontro, anche se avvenuto in maniera imprevista.. Perché ho valutato una proposta da farti. Un’alleanza non con Aletto, stavolta.. Ma con te. [Non dice che in realtà questo fa parte dell’alleanza con Aletto. Intende far credere a Blanche che sarà lei a prendere la decisione.. Una decisione per cui stranamente Aletto non avrà da ridire] Un’alleanza.. Che impedirebbe che simili imprevisti.. Non ricapitino. So che hai poche informazioni per fidarti di me, ma so anche che nessun’altro, sull’isola.. Potrebbe offrirti un simile supporto. [Vogliamo far leva sui contrasti di Blanche con la famiglia da cui si sente abbandonata?Ma certo che sì]

Blanche
[Una famigliarità con sè stessa che non le va molto a genio. Disprezza quando si fa uso del proprio nome indebitamente. Prima poteva averlo lasciato passare, il pensiero era rivolto alla scaletta che si è fabbricata per prestar fede ai propri impegni. Sfila, impassibile, una lama del fianco. Con una precisione spaventosa questa sibila nell'aria un secondo dopo conficcandosi a un millimetro dal volto dello stregone senza che lei si sia avvicinata] usi troppa confidenza con la Morte. Se fossi un pò più furbo capiresti che pronunciare il mio nome non ti dà alcuna garanzia di incolumità, semmai l'opposto. [Poche creature possono chiamarla Blanche. E, soprattutto, che lasci trasparire quasi preoccupazione per sè, lei che non riesce a fidarsi solitamente di nessuno, ora la infastidisce. La preoccupazione per sè non ha mai mutato niente, anzi. Chissà perchè le torna in mente un certo mezzo demone dai capelli bianchi, e il gelo nel proprio sguardo si accentua, implacabile. Le parole dello stregone sono razionali. E la Morte è altrettanto razionale di suo. Ma in questo momento la indispone tutto ciò, un senso di fastidio la fa restare piccata dalla situazione. Non è solo l'orgoglio quello che viene ferito dalla coscienza di non esser stata in grado di difendersi. Sorgono pensieri inconfessabili soprattutto a sè stessa. E poi..perchè mai questo stregone..dovrebbe volersi alleare con l'ospite dell'erinni, pur avendo già la protezione di Aletto..da quanto ne ha sentito] Non mi serve..nessun supporto. Specialmente da chi.. sembra che vada a valutare il partito migliore con cui schierarsi. Perchè mai dovresti volerti alleare con me? [Perchè le creature danno per scontato che tu segui ciecamente il volere di Aletto, si risponde da sola. Perchè quindi allearsi con te significa fortificare l'alleanza con l'erinni, prosegue a spiegarsi. E..nessuna creatura sull'isola è nota per il proprio senso dell'onore sulla parola data..se non quella che difende i voti dal tradimento. Tuttavia queste sono le proprie risposte. E' Alistair che deve menzionare quanto non è certa di voler sentire, e a cui nuovamente dedica ancora un pò di tempo anche se è più vicina alla porta del retro]

Alistair
[Sposta il viso non appena la lama viene sferrata contro di lui, ma si rende conto di averlo fatto troppo tardi. Non l’ha colpito comunque, ma era questione di millimetri. Bene, questo serve a ricordare ancora una volta quanto debba andarci piano, con lei. Ma se le cose andranno come desidera.. Non dovrà temere più niente di tutto questo. Si volta ad osservare la lama, conficcata sugli scaffali presumo, dato che stavano parlando lì davanti, ed inarca le sopracciglia, come a constatare la sua bravura, prima di tornare a guardarla] .. Lo terrò a mente. Ma se ho usato questa confidenza.. E’ soltanto perché in nome di ciò che voglio proporti.. La confidenza sarà davvero utile. [Insomma, non potranno essere due perfetti estranei, se sono marito e moglie] Puoi immaginare perché io desideri un’alleanza con te.. Morte. Ma principalmente.. E’ perché i miei accordi con Aletto.. Termineranno nel momento in cui tu ti sarai ricongiunta a lei. E’ stato un fruttuoso aiuto reciproco ma.. Purtroppo non è sufficiente. Non negherò che a me serve ancora aiuto.. Ma è impossibile negare che un aiuto..Possa fare comodo anche a te. Non intendo che tu non possa cavartela, lungi da me.. Sei l’ospite più efficace, determinata ed affidabile, da quanto mi hanno riferito. Tuttavia.. Qualora dovesse capitare nuovamente un imprevisto del genere.. Come potresti avere la certezza di poterne uscire in fretta, senza che nulla intralci ulteriormente il tuo ruolo? Un piccolo aiuto dall’esterno.. Impedirebbe che simili avvenimenti si ripresentino, rendendo così il tuo lavoro ancora più impeccabile, e con esso la certezza che nulla accada ad Anteros e Deimos. Pensaci.. Morte. L’alleanza che ti offro.. Non può che presentare vantaggi, per te. [Non prova ad avvicinarsi, attende ancora, perché non è ancora certo di come potrebbe reagire Blanche] Io posso impedire che tu venga distolta dal tuo compito. Anzi, mi correggo.. Se desideri accettare la mia proposta, io.. Ne avrei l’obbligo. [Lascia cadere lì l’allusione, immaginando che lei capisca dove voglia andare a parare]

Blanche
[Sa parlare bene, questo stregone. Per quanto cerchi di trovare il cavillo che lo farà cadere in errore, non trova effettivamente niente di strano nelle sue considerazioni. Conosce Aletto. Come avrà ripreso il proprio ruolo non le importerà di proseguire a mantenere protetta un'altra creatura che non le sia più utile. Cosa mai potrebbe presupporre che sia così necessaria la confidenza con sè? Se non altro l'argomento getta un'ombra di curiosità nel proprio animo, anche se ben dissimulato dalla serietà con cui guarda lo stregone dall'oscurità del corridoio. Alistair parla con la sicurezza di chi non mente, gli occhi dello stregone sono limpidi, decisi, non vi legge fremito alcuno di dubbio. Non sa se esserne rassicurata o, piuttosto, mettersi ancora più sul chi va là. Riconosce che è bravo, esattamente come lui ha lasciato captare che ha mirato la bravura con le lame, e la loro precisione letale. Peggio per Alistair, se tenterà di fregarla. Finirà..molto male. Forse pecca di eccessiva sicurezza di sè, essendo ancora umana. Tuttavia, secondo le prospettive future, non lo sarà a lungo. Le basterà..trovare i bambini. E tutto sarà..come prima] Se ti riterrò idoneo a una risposta..saprò trovarti [decide di congedarsi con queste parole. Non una di più. D'altronde vi è molta realtà in questo dire: è la Morte, e alla morte nessuno sfugge. Se vorrà trovarlo, saprà trovarlo. Non importa in quale anfratto dell'isola lui sarà celato. Ha compreso fin troppo bene la sua allusione. Quanto renderebbe vincolante per lo stregone l'aiutarla in caso le accadesse qualcosa che rischierebbe di farle mancare i suoi impegni. Lo sa. Perchè tutela proprio ciò che viene menzionato. E la delusione di questi mesi non fa che sottolineare la razionalità di un pensiero che, sicuramente, è ben lontano da amore e comprensione. Ma va bene così. Dovrà sempre andar bene. Quindi..perchè non dar ascolto a quanto suggerisce che non le resta davvero altro se non questo. Il poter rendere reale che il proprio operato sarà sempre efficente, in eterno. Sente bisogno di riflettere, ed è strano che pensasse proprio a un modo per garantire questa sicurezza a sè stessa e ai Caduti e..tanto provvidenzialmente giunge questa proposta. Fortuna? perchè non riesce proprio a credervi? Lascerà lo stregone senza proferire altro, uscendo dalla porta sul retro senza chiarire nè sbilnaciare il pensiero con quell'estraneo. Lo farà davvero? compierà quello che sembra solo il farneticare folle, per quanto razionale, di qualcuno che semplicemente ha toccato il fondo..e prosegue ad affondare in esso? ]


Blanche
The Death (?)

Alistair
Chi aumenta il sapere
aumenta il Dolore
 
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view post Posted on 8/11/2011, 21:25
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Oggi, dopo il tramonto..

Catherine

Era appena tramontato il sole a a Return e questo poteva voler dire solo una cosa: tutte le creature della notte erano a caccia. Nei pressi della cascata c’era un silenzio inverosimile, solo il rumore dell’acqua che si infrangeva sulla parete rocciosa, per poi finire nel laghetto, produceva un suono che aveva qualcosa di magico ma allo stesso tempo acuiva il silenzio lì attorno. Seduta su un ramo di un salice, che si trovava proprio a ridossi dell’argine del laghetto, sembrava esserci una creatura. Era immobile, le gambe che pendevano dal ramo e i lunghi capelli neri, abboccolati, ricadevano sulla schiena. http://weheartit.com/entry/14797031/in-set...uliot-catherine Vestita di bianco e con la pelle ancor più chiara, aveva un’espressione assente, come se fosse rapita da quel silenzio fino a perdersi dentro di esso. Qualcosa non quadrava.. forse quella non era la vampira timida e dolce che tutti conoscevano, anche se aveva le sue sembianze. In quei giorni sull’isola tutti i vampiri avevano qualcosa di diverso ma.. non era solo quello. Dentro di lei si nascondeva una predatrice che solo il sangue della regina poteva risvegliare. Era una creatura nata dalla notte e, probabilmente, stava aspettando qualcuno.

Castiel


Nella stessa sera in cui una vampira attendeva la sua prede, un angelo passeggiava lungo le sponde del fiume, nei pressi della cascata. Non era li per nessun motivo particolare, se non quello di trovare conforto nella meraviglia che la natura di quel luogo offriva la notte. L'acqua e la stessa vegetazione era rischiarata dalla luna e a lui quel bagliore magico e quasi ultraterreno era sempre piaciuto.
che ci fosse un'altra creatura nelle sue vicinanze lo sentiva, ma non dava segno di preoccuparsene, soprattutto perchè in quell'isola, d'altronde, non si è mai soli e, sebbene sia spesso guardingo e su chi va la, ultimamente aveva provato a fidarsi anche delle creature meno vicine a un angelo, come ad esempio draghi o vampiri. Chissà che questa notte non si imbatta proprio in una della creature che lui conosce.

Catherine

Il vento leggero continuava ad accarezzarle la pelle. Era una sensazione unica come lo stesso profumo che lo stesso vento le portava alle narici. I suoi occhi erano chiusi, adesso, concentrata a non perdersi il minimo movimento che la creatura angelica -che l’altra parte di se aveva già conosciuto- compiva sotto i suoi piedi. Era una sensazione particolare perché se da un lato non vedeva l’ora di assaporare quel sangue tanto particolare, dall’altro sapeva che sarebbe stato molto più divertente.. giocare.
Appoggiò le mani sul ramo e dopo aver aperto gli occhi, che erano di un colorito ambra intenso, inclinò la testa da un lato mentre cantava una melodia che ella stessa aveva scritto, con voce sottile e cristallina. L’angelo l’avrebbe udita e forse anche riconosciuta. Peccato che lei non era più la gracile vampira che aveva conosciuto. Non lo era adesso e.. chissà quando sarebbe tornata tale.

Castiel

Infatti il fine udito dell'angelo percepisce subito le dolci note del canto della vampira, tanto che si ferma poco lontano dal salice, puntando subito i suoi occhi chiarissimi in direzione delle fronde più nascoste della pianta. Rimane per qualche istante fermo, chiedendosi appunto dove avesse già sentito quella voce.. Poi, ricordandosi della vampira amica di Anthea, si avvicina senza alcun timore al salice, alzando lo sguardo per individuare la figura della vampira poco più in alto.
"Catherine.. Se dico che questa melodia è a dir poco angelica, spero tu non ti offenda.." Magari no, peccato che non è proprio la Catherine che lui si aspetta quella che canta ora.

Catherine

Restò sul ramo, consapevole che l’angelo non poteva vederla se nascosta dalle lunghe fronde. Il suo sguardo in quel momento bramava sangue e non poteva mostrarsi così o l’angelo avrebbe capito troppo presto cosa stava per accadere. Sapeva anche che la stava ascoltando e lei continuava a deliziarlo con la sua voce melodiosa, tipica di molti vampiri. Amava quella canzone anche se era conscia del fatto che la vera Catherine l’aveva scritta per un amore perduto, cosa che la vampira di adesso trovava sciocca. L’amore non esisteva.. solo il sangue valeva la pena di provocare sofferenza. Si interruppe, poco dopo le parole dell’angelo e continuando a guardare di fronte a se, gli rispose dopo aver ritirato i canini affilatissimi. “Perché dovrei offendermi.. è la verità dopotutto. E’ proprio vero che gli angeli non possono mentire..” Lui non poteva cogliere i suoi gesti, era troppo veloce in quello stato. E probabilmente non si sarebbe accorto che lei era arrivata alle sue spalle se non gli avesse sfiorato la schiena con un dito.. quasi come fosse una carezza. “Ciao Castiel..”

Castiel

Annuisce alle sue parole, infondo è vero che per natura lui non può mentire, anche se quel complimento a una creatura simile a Chaterine avrebbe potuto dare fastidio. D'altronde, un vampiro è ciò che più lontano possa esserci da un angelo.
"Paragonando la tua voce alla nostra, pensavo di cogliere.. Rammarico.. O stizza, ma così non è stato, quindi, sono contento tu l'abbia recepito come un complimento.." Si gira esattamente quando lei gli sfiora la schiena con un dito, togliendo Catherine dall'impiccio di essere nel bel mezzo dell'ombra ingombrante che nient'altro sono che le sue ali in forma *nascosta*.
"Buonasera a te, Catherine.." Si accorge di qualcosa? Ovviamente, d'alronde sulle sue spalle porta innumerevoli millenni di esperienza. Catherine al momento è una vampira pura, ma lui è un soldato con infiniti combattimenti alle sue spalle. Sa cosa sta succedendo ai vampiri? Probabile anche questo. Ma non sembra momentanemanete abbia intenzione di andarsene da li.

Catherine

Certo un vampiro è quanto di più lontano dalla luce possa esistere, ma in quel momento a Catherine interessava altro, piuttosto che una conversazione filosofica su luce ed ombra. “Rammarico, dici? Oh no.. Castiel, no..” un sorriso si palesò sulle sue labbra, niente di angelico questa volta, anzi.. era tutt’altro. “Un complimento è pur sempre un complimento.. e forse non sai che noi vampiri adoriamo essere.. adorati.” Una risata questa volta, ruppe il maestoso silenzio. Era la risata di una bambina che aveva tutta l’intenzione di fare la predatrice, dato che l’altra parte di se teneva spesso celato quell’aspetto dell’esser vampiro. Le piaceva il modo in cui l’angelo la guardava. Sapeva che aveva colto quella diversità che si manifestava in lei e ciò non fece altro che accrescere il suo desiderio. “Io vi piaccio, Castiel? Intendo la mia razza? Perché non mi sembrate per nulla spaventato..” sbatte le ciglia lunghe e nere e si spostò al suo fianco per posargli una mano sulla spalla e quindi sporgersi oltre questa. Voleva ammirare ancora l’ombra di quelle ali maestose che l’angelo celava nell’ombra. “Perché le nascondete? Ciò che è bello deve sempre essere mostrato..”

Castiel

Castiel coglie ogni sfumatura delle diversità che la vampira presenta, non gli sfugge nulla, ma ancora sembra mostrare una calma assoluta.
"Lo so benissimo, Catherine, eccome se lo so.. Ecco perchè con voi bisogna dosare le parole.. Una in più o una sbagliata potrebbero scatenare l'ira della vampira più docile.." Che sia un'allusione proprio di quello che sta succedendo a lei? Probabile.
"Sono un angelo, Catherine.. Non ripudio nessuna razza senza prima averla conosciuta.. Certo ammetterai che continuare ad attentare alle gole delle più delicate e innocenti creature, non fa di voi i miei beniamini.." Infatti. Osserva ogni suo movimento, rimanendo calmo anche quando la vampira gli si apposta sulla spalla. Le ali, o meglio l'ombra di queste, ha appena un fremito, ma continuano a rimanere tali e a non palesarsi nella loro forma originaria.
"Perchè al momento sono molto più utili in questa forma, non trovi?" Perchè glielo chiede? Perchè ha ovviamente capito le sue intenzioni.

Catherine

Lei continuava a sembrare una bambina capricciosa, che voleva semplicemente quello che più desiderava al momento. Ma non sembrava esser turbata dalla calma di Castiel. Lui era un angelo del paradiso e non poteva aspettarsi altro. “Su questo ti sbagli, le parole per noi non hanno molto peso. Piuttosto ci interessa quello che sentiamo provenire da..” tornò davanti a lui posando, con un gesto leggero, ma per certi versi sensuale, il dito pallido e sottile sul cuore dell’angelo. “da qui. E’ quello che sento provenire da voi.. è una sensazione che non si può descrivere a parole. Vi dico solo che il vostro cuore, è in grado di svegliare anche le vampire più docili..” Lo guardò per un momento seria, con lo sguardo fisso nel suo. Poi una risatina cristallina accompagnò la mano che, dal petto, si spostò fin sulla guancia dell’essere celestiale. “Uhm.. credo di non capire questo ragionamento. Voglio dire.. a voi è concesso uccidere creature solo perché ve lo ha ordinato qualcun altro.. e noi non possiamo farlo per semplice sopravvivenza? Io se non mi nutro.. non *vivo*..” Cercò di assumere un’espressione dispiaciuta, lasciando allontanare la mano dalla guancia di Castiel. Poi si voltò, dandogli le spalle. “io continuo a pensare che dovreste mostrarle.. non credo vi sarebbero comunque d’impiccio”

Castiel

Guarda il ditino scivolare sul suo cuore, segue il movimento con il capo, ma ancora una volta sta fermo, anche se ora lo sguardo che punta su Cathy è un po' più serio. Non si capisce se voglia farla arrendere per sfinimento mostrandosi ipercalmo o cosa. Però quando lei fa risalire la mano ha un leggero sussulto, un po' perchè al tocco di una qualsiasi creatura non è abituato, un po' perchè è in parte sulla difensiva ora.
"A noi è concesso uccidere solo se questo è il limite, l'ultimo gradino da scavalcare per raggiungere lo scopo prefisso.. Non per sopravvivere.." La guarda voltarsi,a retrando di un passo e, ancora, con le ali ridotte ad ombra.

Catherine

La vampira non si scompose di fronte a quella calma innaturale. Certo, avrebbe preferito sentire la paura nella sua preda, sentimento che l’avrebbe fatta scattare al suo collo in poco più che un secondo. Ma quella calma le dava il tempo per continuare a parlare con l’angelo, come se il suo obiettivo non fosse lo stesso, ovvero quello di bere quel sangue.. “Quindi mi stai dicendo che è più naturale uccidere perché ve lo ordina qualcuno.. perché è necessario per la lotta tra bene e male, piuttosto che farlo per salvare la propria esistenza? Farlo per scelta propria..” Tornò a guardarlo con aria imbronciata. “non è proprio il discorso che ci si aspetta da un angelo, consentimelo..” Alzò le spalle e prese a girargli attorno, lentamente, lo stava studiando cercando di non incantarsi a guardare l’ombra di quelle ali ombrose.

Castiel

"Catherine.. stai rigirando le mie parole come più ti piace, te ne accorgi almeno? Ho detto che ci è *concesso*, non ordinato.."
che sono due cose ben diverse. Se lui non vuole farlo, non lo fa, nessuno lo obbliga, opera con i mezzi che ha a disposizione senza arrivare al verdetto finale per forza.
"il che significa che non devo venir posto sullo stesso piano di un vampiro.." La segue con lo sguardo, iniziando a girare anche lui su sè stesso, tanto per non dare mai le spalle alla vampira che sa non essere pienamente in sè.

Catherine

Si fermò, con fare sorpreso, puntando gli occhi azzurri dell’angelo. “Con le tue parole stai praticamente dicendo che voi, intendo gli angeli, avete facoltà di scelta.. io pensavo che solo gl’umani l’avessero. Sai.. tutta quella faccenda del peccato originale. Credo di averla letta da qualche parte..” Sorrise, alzando appena le spalle. Non le interessava niente del discorso sul libero arbitrio, lei sapeva di avere scelta e quello che voleva era proprio davanti ai suoi occhi. Continuò a guardare Castiel negli occhi, questa volta però con espressione più seria. Poi, in un attimo.. svanì.. lasciando all’angelo campo libero per guadare il laghetto. Era andata via? Impossibile.

Castiel

"Dove vuoi andare a parare con questo discorso, Catherine? Lo so benissimo che in questo momento non te ne importa niente.." e la conferma gl'arriva quando la vampira sembra sparita nel nulla. Rimane di nuovo fermo, chiudendo gl'occhi e aspettando. Le ombre dietro a lui sembrano fremere, aspettando qualcosa, qualcuno.. o solo per sembrare mosse dalla leggera brezza fresca.
"Catherine?" la chiama, ma di certo senza aspettasi che la vampira gli risponda.

Catherine

Non rispose, sebbene lo stesse guardando dallo stesso ramo su cui si trovava al momento dell’arrivo dell’angelo. Bramava quel sangue, lo voleva più di ogni cosa al mondo e, anche se era certa che l’angelo non si sarebbe fatto mordere così facilmente come invece gli capitava con gli elfi, decise che era arrivato il momento di agire. Così, con un salto degno del miglior vampiro puro, gli saltò addosso, atterrandolo e fissandolo negli occhi, famelica. “No, hai ragione.. non mi interessa affatto.” I suoi occhi scintillavano e, obbligandolo a piegare il collo con un gesto potente della mano, mentre era a cavalcioni sopra di lui, cercò di affondare i canini.

Castiel

Si accorge dello spostamento d'aria solo quando ormai si ritrova la vampira addosso. è un soldato millenario e ben addestrato, ma contro di lui c'è comunque un vampiro puro e soprattutto giovane. Se da un lato Catherine è più inesperta, dall'altro è più istintiva e, a volte, questo aiuta negli attacchi.
"Catherine, non mordermi.." non è una richiesta, nè una preghiera. è un ordine e un avviso per lei. Non teme che succeda quanto è successo ad Adam e Ginevra, perchè sa che a confronto del suo pupillo, lui è in grado di reagire. Ma è anche ciò di più puro che esista, è un angelo del Signore e il suo sangue finirebbe solo per far del male a una cretura come Catherine. Ma è troppo tardi perchè il suo viso viene girato con forza e la vampira riesce ad affondare i canini nel suo collo. Non una smorfia nell'angelo, non un gemito di dolore. Solo la militaresca lucidità che gli impone di reagire, portando veloce la mano alla cintura, approfittando della distrazione di Cathy, per impugnare il suo stiletto angelico e dirigerlo repentinamente verso il ventre della vampira.

Catherine

Si, era una vampira inesperta ma questo lato di se sapeva benissimo cosa fare. Ascoltare ciò che le diceva l’istinto. Non badò alle parole dell’angelo, decise che l’unica cosa sulla quale doveva concentrarsi era il morso e la sensazione che avrebbe provato grazie a questo. Il momento in cui affondò i canini fu meraviglioso.. sentiva il sangue angelico fluirle nella gola e si sentiva viva. Il suo cuore sembrava battere all’unisono con quello dell’angelo, anche se era solo un’allucinazione dovuta a quel sangue. Chiuse gli occhi, tenendo una mano ferma sulla testa di Castiel. Cosa avrebbe dato per non staccarsi mai da lui.. sarebbe rimasta a nutrirsi per sempre di quel sangue tanto puro, divino. E anche se sapeva cosa era capitato alla sua amica Ginevra, non le importava.. le sarebbe per fino piaciuto poter dipendere in eterno da lui. Peccato però, che niente riusciva a distrarla.. nemmeno lo stiletto che si faceva strada sul suo ventre. Doveva bere.. doveva finire ciò che aveva iniziato e nulla l’avrebbe distratta. A parte la morte.. quella vera.

Castiel

L'angelo si accorge che inizialmente non è facile per lui riuscire a staccare Catherine e, sppur contro voglia perchè la vampira la conosce, ne va della sua vita. Infila ancora più in profondità lo stiletto, che essendo di fattezza angelica e intriso di quanta più fede esista al mondo, è come se Catherine di immergesse in un bagno di acqua santa con tante croci consacrate al posto delle paperelle di gomma. Direi che non le farà bene, per niente. Ma è l'unica arma che ha lui per scrollarsela di dosso, se non contiamo che le sue ali diventano in un lampo di luce di nuovo bianche e piumose, tanto da dargli la spitna per rialzarsi e, possibilmente se Cathy si è staccata dal suo collo, levarsela di dosso.

Catherine

Lei continuò a bere, come se inizialmente quel bruciore al ventre nemmeno esistesse. Ma la sensazione di benessere durò soltanto un altro attimo. Non riusciva a capire cosa stesse accadendo. Un minuto prima sembrava essere in pace con se stessa, adesso invece quel sangue era diventato veleno puro che la costrinse a staccarsi dal collo dell’angelo senza la minima cortesia, portando con se pezzi di pelle. Il sangue le schizzò sul viso mentre il dolore lancinante la costrinse ad piegarsi su se stessa restando con le ginocchia sull’erba. Non poteva parlare, ma lo sguardo che rivolse a Castiel era di puro e immenso odio. Dalle sue orecchie, dalle narici, dagli occhi e perfino dalla bocca, rigettava il sangue divino che l’aveva portata fino all’estasi. E tutto con il dolore immenso che quel colpo intriso di vera fede, le aveva provocato. Un urlo scacciò il silenzio attorno a loro e mentre sentiva che le forze la stavano abbandonando, cercò di alzarsi per sferrare un calcio nel petto dell’angelo. Probabilmente non sarebbe servito a niente, ma perlomeno avrebbe dovuto placare la rabbia che le montava dentro. “Maledetto.. angelo..” la voce sembrava come fatta di fuoco, un ruggito che non aveva nulla a che vedere con il canto melodioso di prima. Era una vampira ed era stata appena trafitta dalla luce divina. Crollò nuovamente sulle ginocchia, rigettando sull’erba tutto il sangue che aveva bevuto da Castiel.

Castiel

Si porta veloce una mano al collo, senza nascondere un gemito di dolore quando Catherine si porta via con sè anche la sua pelle. La guarda iniziare a rigettare da ogni poro il suo sangue, sfilando lo stiletto per nasconderlo di nuovo nella sua cintura, al suo posto al sicuro.
"Catherine, eri stata avvertita.. Il mio sangue non può farti bene, è veleno per te.." e ancora di più lo è stato lo stiletto, intriso di tutta quella fede che con la maledizione vampirica imposta a Catherine ci va veramente a nozze. Rimane in piedi davanti a lei, illuminata dal tenue bagliore che le sue ali emanano, gl'occhietti chiarissimi puntati in quello spettacolo sanguinolento.
"Diamine, Catherine, ti avevo avvertito.." Ma non se ne va finchè non è sicuro che la vampira non gli muoia li davanati, perchè ora se può aiutarla lo farà.

Catherine

Era incapace di parlare con tutto il sangue che le riempiva la bocca per poi ricadere sull’erba. Aveva un colore innaturale, quasi nero, segnale che le diceva quanto questo le avesse fatto male se fosse rimasto in circolo nel suo corpo già morto. Tuttavia, continuava a provare odio per la creatura che l’aveva privata di quel nutrimento tanto speciale, tanto puro. Non riusciva a dimenticare quanto fosse stato bello nutrirsi di lui, anche se adesso stava male. Non si era mai sentita così. Chinò la testa, incapace di assistere allo spettacolo di luce che emanavano le sue ali. La accecavano adesso che sul suo viso, e tutto intorno alle labbra, si scorgevano le sagome di quelle vene violacee che si stavano svuotando. “Il vostro corpo mi diceva di prendervi.. il vostro cuore urlava nelle mie orecchie. E’ questo l’unica cosa che i vampiri ascoltano e voi.. avete mandato tutto a puttane.. ma..” La sua voce continuava a sembrare innaturalmente roca, quasi fosse indemoniata. Anche se era ridotta a un sibilo. “ve la farò pagare Castiel.. ma adesso devo proprio salutarvi..” Ferita quella parte della vampira si stava assopendo, lasciando il posto alla vampira dolce e delicata che Castiel aveva conosciuto. Fu come se la creatura malvagia si fosse addormentata lasciando distesa sul prato, una vampira addormentata, ancora visibilmente scossa per quello che il suo corpo aveva dovuto affrontare.

Castiel

"Ti avevo avvertita, Catherine.." Lo ripete ancora una volta, guardando l'esile corpo della vampira accasciarsi. Sospira e, una volta assicuratosi che non può più nuocergli, la solleva in braccio. E' stanco anche lui, non è stato facile liberarsi di lei, ma da buon angelo soldato pensa prima a mettere al sicuro Catherine, in seguito prenderà accorgimenti per la sua di ferita. Dove andranno non è ben chiaro, sicuramente in un luogo dove riuscirà a tenere al sicuro entrambi.


Catherine&Castiel
 
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view post Posted on 10/11/2011, 16:56
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Ieri notte - Castello di Point of Evil

"Tu non puoi sposare quello lì!"
Ancora a ripeterlo? Per quanto pensava di portare avanti quell'ostinato ribadire quel concetto su qualcosa che, comunque, non lo riguardava affatto.
La ragazza si ferma sulle scale dopo aver compiuto una decina di gradini dal pianerottolo. Passi compiuti con la determinazione di andare altrove, ovunque, tranne il castello. Un intento che si è scontrato con l'essersi trovata letteralmente tra i piedi quello stupido mezzo demone di Dante. Figurarsi se le avrebbe dato retta sul restarsene a PoG. E ha certezza che Aletto non l'ha affatto convocato. Pur provandolo intensamente dentro sè, l'esasperazione che le opprime il petto non viene trasmesso dai muscoli del volto: quello -il volto- resta impassibile al recriminare di Dante. Una recriminazione che tra l'altro non può che giudicare del tutto fuori luogo.
E' stato lui a mostrarle quanta rabbia covasse verso sè. Credeva forse che le sarebbe passato inosservato l'aver completamente distrutto l'interno dell'abitazione in cui, per mesi, una parte di sè stessa che aveva ritenuto perduta era stata portata alla luce? seppure, lo deve ammettere, da circostanze del tutto..assurde e delle quali ancora non è venuta a capo.
E poi da quale pulpito. Ora osa persino dirle cosa può o non può fare? LUI? Se riuscisse esternare un sentimento sarebbe senz'altro l'astio.
"...perchè mai dovrebbe interessarti.." Non lo domanda, compie una cruda constatazione dei fatti. Lui non è niente per interessarsi a quello che ha deciso di compiere. Non può capire. Nessuno riesce a quanto pare. Rispettare i propri giuramenti non dovrebbe essere così difficile. Deve compierlo, con ogni mezzo di cui può disporre ma, certamente, tace sul perchè di tanta determinazione su un passo mai valutato, quale è il matrimonio, per concretizzare ulterioremente quell'obiettivo. Non vi è lama più crudele della realtà e la Morte, questa la ragazza sui gradini che fissa Dante con il chiaro cipiglio vitreo di chi le risposte le possiede a prescindere, non ha alcuna remora a usarla. " Non sono quella a cui nessuno vorrebbe star accanto nemmeno se costretto? " Lo incalza ripetendo quella frase che, tramite le lame, gli ha udito pronunciare dal fiume. Uno scorcio di conversazione, non vi si soffermò se non per quel breve frangente. Prese atto della sua opinione, sciocco anche solo il valutare che potesse essere differente. Ha ragione, non glielo confesserebbe mai ma è così: per gli altri è solo un bene non aver a che fare con lei. Anche se questo non vuol dire che ciò non la faccia soffrire. Alla solitudine ti abitui, ma l'abitudine non è desiderare. Ora qualcuno che vuole starle accanto c'è. Quello stregone, Alistair. Ha compreso quello che è necessario, quello di cui ha bisogno per..togliersi dalla mente quanto di sovversivo stava nascendoci, e che razionalmente non solo non vuole permettersi, ma sa che non si perdonerebbe mai. Ha delle responsabilità, e non può sottrarsene. La vita non è una favola. E' un incubo, un orrendo incubo. E' la sua realtà, è quella che è giusto patisca solo lei. Perchè..la libertà ha un prezzo alto, e questi mesi le hanno mostrato che avrebbe potuto esserlo davvero, libera. Ma quel prezzo per l'appunto..lei non può pagarlo. Non quando questo significa lasciare Aletto ad infierire su altre creature, non quando questo significa mettere in potenziale pericolo la propria famiglia. Si, anche se quella famiglia per mesi ha del tutto ignorato cosa potesse esserne di lei. Adesso..andrà comunque bene. Non dovranno più preoccuparsi, ci penserà..un altro a prendersene cura, costretto dal vincolo infernale, da un voto inscindibile quanto la parola eternità. E' disposta a contraccambiare quel patto, tutto per una misera certezza. Scontata per altri, vitale per sè stessa.
Esce da queste considerazioni osservando la sorpresa sul viso del mezzo demone. Ha fatto centro. Le ha menzionate davvero quelle parole e non può ritrattarle. "Ma che.. Come.. Allora mi spii!.." Non del tutto corretto, vorrebbe dirgli. Ma tace. E' legato a sè dall'Erinni, ovvio che sa molto di lui senza ricercarlo. E il frammento di lama nel suo cuore richiama sempre quel pugnale da cui proviene. Non può farci molto quando due parti della stessa essenza vorrebbero ricongiugersi. E quella notte aveva concesso alla lama di cercarlo. Si era dovuta bloccare per forza, giunta al fiume la lama aveva individuato Dante ma le reliquie infernali, per quanto potenti, non possono entrare in quel confine senza perdere l'essenza di cui sono ricolme. Così ha sentito. Altrettanto velocemente ha ordinato la ritirata delle lama, non voleva sentire altro. Ma evidentemente ciò che non ha udito lì, le si riproporrà ora " Non hai sentito tutto!Quella frase.. Messa così.. Sembra tutta un'altra cosa!Era quello che c'era dopo, che era importante! " Oh bene, questa è bella. Ora vorrebbe anche giustificarsi, divertente. Si scosta dal volto una ciocca di capelli con fastidio prima di porre le braccia conserte, strette al petto. Non è più abituata ad averli lunghi ma evidentemente Aletto vuole il suo tocco personale per la cerimonia e, valutando il contesto, che le abbia portato i capelli a crescere in maniera vergognosa è l'ultimo dei suoi problemi. "..e cosa sarebbe stato quello che era importante? avanti, sentiamo..." Il tono monocorde, privo di stimoli, che usa non esonera la frase da quel filo di sfida che è possibile cogliervi tra le parole. Sentiamo, pensa tra sè e sè. Sentiamo cosa avrà da dire il cavaliere dall'armatura lucente, riflette con ancor più sarcasmo. Le sciorinerà qualche patetica frase per uscirne bene. Allora..perchè deve sentire fastidio nel petto a questa prospettiva? Indignazione? Delusione? Che seccatura.
Dante sembra proprio in difficoltà a voler esprimere il concetto. Anzi, si blocca proprio. E muoviti, le verrebbe da spronarlo, non ho tutta la notte a disposizione.
"Ecco.. Era.. Insomma.. " Era..forse..proseguirebbe il pensiero nel più totale cinismo sulla sua esitazione se Dante non sbottasse per concludere una frase che non dovrebbe, in effetti, essere difficile da terminare. Ecco il problema coi *buoni*. Quando c'è da esser schietti diventano privi di spina dorsale con le loro paranoie. "..Ma se sei tanto decisa a sposare un altro tizio allora perchè vuoi saperlo, eh?!?"
Potrebbe propinargli differenti risposte. Curiosità femminile ad esempio perchè, anche se talvolta ci si stenta a credere, è una donna anche lei. Oppure mille altre scoccate che forse avrebbero anche il pregio di darle quel piccolo senso di rivalsa che non guasterebbe. Affatto. Da una parte, tuttavia, come lui dice la frase.. fa partire differenti teorie su questa cosa..*importante*. Davvero poco opportune. Ma non sono la realtà. Lui è semplicemente un mezzo demone ostinato come un cane col proprio osso: quando gli viene tolto ringhia e diventa aggressivo finchè non gli viene restituito. Bhè..lei non ci tiene per niente a fare la parte dell'osso, questo si dice. "..hai detto che era importante.."
Questa logica non può essere contradetta. Ma inizia a stancarsi di star lì a cercar di cavar fuori qualcosa di sensato da Dante. Questo suo temporeggiare è snervante. Non ha davvero tempo da perdere. Le nozze sono alle porte, e ha ancora da terminare parecchie cose prima che quell'evento abbia inizio. Ma per qualcosa di importante, forse, un pò di tempo si può sempre trovare. Dicono che una sola parola potrebbe anche cambiarti l'esistenza no? Concediamo il beneficio del dubbio. Peccato che Dante non colga tutto questo, perchè non fa altro che ripetere quanto già era diventato, per lui, uno specchio su cui scivolare inesorabilmente "Questo è vero!Però.. Insomma.. Se tanto ti sposi.. Perchè vuoi saperlo, eh? "
Tanto basta per decretare che ne ha davvero abbastanza. Bisogna insegnargli anche i concetti più basilari della comunicazione. Buffo che sia lei a pensarlo quando solitamente è la prima a non dire quel che pensa. Ma, almeno spera, di essere decisamente più brava ad eludere le cose. Questa scenata è penosa, seriamente. Solleva le sopracciglia, illustrandogli quindi quel concetto che a Dante è sconosciuto " ...se non lo menzioni vorrà dire che allora così importante poi non era" Perchè se sai che qualcosa è sbagliato, o che stai per perdere qualcosa..dovresti dare il tutto per tutto per non lasciartelo sfuggire o per far si che un errore madornale non venga compiuto. Non è solo Dante a esser contrario al proprio matrimonio. Nemmeno il proprio gemello si è dimostrato ben disposto a concepire quanto lei ha maturato con una logica senz'altro calcolatrice, ma per sè necessaria. Deve poter sopravvivere. E la verità, per quanto devastante da accettare, è che nessuno è in grado di salvarla da quel cappio che si è stretto attorno al proprio collo e che da anni la sta soffocando. Lei stessa ha aiutato i Caduti a stringere quei nodi che permettono ad Aletto di controllarla. Ora sembra che una scelta ce l'abbia. Ha deciso di non essere sola. Potrebbe chiedergli provocatoriamente se allora preferisse esser lui a sposarla, non è che chi sia lo sposo le importi molto a dire il vero. Ma è inutile infierire, farsi dare una risposta che sarebbe solamente un soffrirne. Perchè Dante non ci tiene a lei fino a questo punto. Alistair, se non altro, è stato onesto quanto lei nel mettersi davanti al fatto che questo passo avrebbe portato vantaggi a entrambi. Logico. Controllato. E la logica è un dato di fatto che le piace, molto più che moralismi e sentirmenti che si fregiano di tante belle parole ma di ben poca fattibilità.
Ha concesso a Dante fin troppo, per questa notte. Ora deve adoperarsi per il cammino che ha scelto. E non tornerà indietro. Non ne ha alcun motivo. Per tutti questa sarà la scelta migliore. Per tutti, deve ripeterselo " ..sto solo perdendo tempo" Intende congedarsi così. Infierisce facendogli pesare che la sta ostacolando, vuole che così sia. Ma vuole anche che venga recepito che lo considera una seccante perdita di tempo, proprio come ha menzionato. Non fa poi molta strada, o per meglio dire, non discende molti altri gradini prima che abbia percezione che anche Dante le stia venendo dietro. Di nuovo. Controbatte alla propria razionalità. Che mezzo demone stupido.
".. Invece lo era! E' solo che.. Non posso dirtelo.." Non può o non vuole? Viene da chiedersi. Forse entrambe. In fondo non è niente, proprio niente, per lui. Solo qualcuno che ha raccolto come si fa con un cucciolo e che non riesce a capacitarsi che non sia così ".. Ma lo era!Sei tu che come al solito credi di capire tutto quanto, dannazione!"
Capisce fin troppo bene, invece. Lui vuole..ciò che era stata in quei mesi in cui l'aveva colta l'amnesia. Una ragazza che è..così sconvolgente concepire di esser stata, di aver potuto esistere come tale. Un tempo..quanto avrebbe voluto vivere così, lo avrebbe desiderato così tanto. Ma quella ragazza è morta. Lei non può essere innocente. Non è quello il suo mondo. E..Dante non può far parte del proprio. Basta vedere quanto gli ha già fatto Aletto, non è abbastanza? Quanto altro tempo ci vorrà prima che quella sua sete di giustizia, la preoccupazione per sè, divenga solo un modo per vederla con gli occhi della verità: un'assassina. Un boia che non può essere altro, e che verrà disprezzata perchè si mostrerà, come sempre, fiera di esserlo, quel boia. Se lui non ci arriva..deve esser lei a porre fine a tutto questo. Deve. Deve assolutamente. Essere disprezzata a questo punto farà meno male. E se in futuro quello che avrà fatto si rivelerà un errore.. sarà la sola ad affogare, accetterà le conseguenze delle proprie azioni così come ci si aspetta che faccia. Non di meno.
Scende le scale con maggior lena, le parole taglienti tra le sue labbra, fidate lame molto più delle relique infernali " ...se era qualcosa di importante che mi riguarda, a parte che mi ritieni una stronza che farebbe bene a bruciare all'inferno, e comunque prosegui a non dirlo...o non c'è niente effettivamente da dire, oppure la sua importanza non è tale da sorpassare i miei impegni"
".. Vedi?Ancora una volta hai deciso tutto tu!Non è vero che io ti ritengo.." Non fa davvero nemmeno in tempo a farci il pensiero cinico, stavolta. Il passo del mezzo demone è interrotto da un suono ben diverso. Scendendo così di fretta non ha proprio pensato che avrebbe agevolato la sfiga. Basta poco perchè Dante metta male il piede e ruzzoli lungo i gradini. Il cuore sembra le arrivi al cervello. Un attimo terribile. La razionalità giunge solo successivamente, e per fortuna quando si gira per constatare il danno. Stupida, si rimprovera da sola, tanto lo sai che non può morire. Ma può farsi comunque molto male. "Maledizione!Dannata sfiga! "
Se riesce a imprecare allora non è grave, almeno. E' facile sotto questa prospettiva riprendere controllo di sè. A Dante lei appare come nemmeno fosse inciampato, là, sul fondo delle scale, che anche se lo guarda da una posizione più in basso..in realtà sembra comunque troneggiarlo dall'alto per la sola, gelida, presenza. Non deve aiutarlo, se la caverà. Sarebbe un errore davvero idiota da parte propria cedere al primo impulso che la sua parte umana le ha fatto rimbalzare nei muscoli come una pallina impazzita. Ferma. Controllata. Lui non deve essere aiutato dalla Morte. E la Morte non ha bisogno di lui.
Altera lo osserva, senza muovere un solo muscolo. Nuovamente le braccia conserte, rigida nella postura come un soldato. Nemmeno s'informa sulle sue condizioni, tant'è che gli replica come quella caduta non fosse effettivamente avvenuta " ..ma davvero? e cosa non dovrei decidere, mh? smentiscimi allora"
Lo sguado furente del mezzo demone le definisce che è riuscita in questo intento. Non gli fa piacere che ignori le sue condizioni. Che continui a pensarlo. La disprezzi, così tutto tornerà come un tempo, quando furono costretti a condividere uno spazio troppo angusto per due caratteri colmi di rancore, l'uno per esser stato incatentato alla Vendetta, l'altra perchè quello sciocco aveva causato questa invasione dei suoi spazi credendo di poterla davvero contrastare, la Vendetta.
".. Non devi decidere a priori.. Ciò che gli altri pensano di te!Insomma, se fosse vero.. Allora.. " Allora cosa? Non poteva affatto prevedere che sarebbe riuscito a spiazzarla con la frase successiva ".. Come spiegheresti le settimane che abbiamo passato? E come spiegheresti... Tutto il resto?"
Una volta di più deve ritenersi molto fortunata a possedere un self control pressochè perfetto. Impari presto come celare le tue emozioni quando dal tuo non mostrarle dipende quel confine che separa il vivere o il morire. Questo caso non fa eccezione, solo la posta è terribilmente più alta.
Lei ricorda. Anche se vorrebbe negarlo. Ricorda..la felicità che ha provato in quei mesi. Quanto era patetica, nemmeno riusciva a difendersi. Ma..era felice. Lo era perchè Dante lo rendeva possibile. Le aveva spalancato un mondo pieno di scoperte, in cui aveva potuto vedere il mondo non attraverso il sangue..ma meravigliandosi di quanto fosse bella la vita. E..quella vita aveva un senso infinitamente più bello se lui era presente da rabbuiarsi quando così non poteva essere. Le stesse creature che come Morte aveva conosciuto..come Erynil..o Avon..le aveva vissute su un piano talmente diverso che non le sembravano nemmeno più le stesse creature. Ma, sicuramente, questo perchè lei non era la stessa creatura. Anche Dante..lo vedeva davvero come un eroe pronto a salvarla e che avrebbe potuto riuscire in ogni impresa laddove, adesso, vede un illuso che non si rende conto di come stiano le cose. Purtroppo non può salvarla da sè stessa, perchè sarà lei a impedirlo. Torna a salire i gradini, dando voce alla sua logica "...la spiegherei come un non aver memoria di ciò che sono" Nient'altro. Puro e semplice. Era così perchè priva di memoria. Tutto quello che è avvenuto tra loro nient'altro che una parentesi sfociata da una creatura che non esiste "..tu come la spiegheresti, Dante?" gli domanda a sua volta, fissandolo con una tale intensità malevola da ritenere una fortuna che le Lame non siano presenti. Pare prendersi gioco di lui nel continuare ad affondare, con maestria, in quei ricordi condivisi "Una favola con un bel per sempre felici e contenti?" Illuso. Davvero un illuso. Non può essere la ragazza che lui accompagnava in giro per l'isola e che restava incantata ad ascoltarlo per ore, supplicando ogni giorno una nuova favola, una nuova avventura "Svegliati. Non c'è mai un finale del genere" Ha compiuto questo in modo potesse guardarla negli occhi. Ora che questo frangente si è esaurito può tornare a scendere le scale. Manca poco al primo piano, poi potrà sparire nelle ombre della Notte, ovunque il grido della Vendetta la porterà. Sperando non in un altro negozio in cerca di frivolezze per la cerimonia. Schifa il pensiero. "Quindi mi stai dicendo che.. Tutto.. Era dovuto alla tua amnesia?"
E' quello che gli ha appena detto. Cos'altro deve dirgli per far intendere che deve cancellare ogni cosa. Ogni sensazione, per quanto bella. Ogni ricercarsi, perchè non avrà alcun futuro. Ogni bacio e ogni favola..che restano nei libri, o nei ricordi, non nella realtà.
".. Solamente.. Alla tua amnesia?" Torna a chiederle, perchè ancora non ha risposto mentre resta ferma là, a un gradino dal pianerottolo, dalla meta. Certo che è più ostinato di quanto non avrebbe creduto. Deve cancellare tutto ciò che le rammenti che, nel momento in cui doveva trovare nuovamente Aletto e i bambini, ha..esitato. Il suo silenzio si prolunga più del dovuto, negando la risposta che lui voleva. Momenti in cui quelle memorie tornano a riavvolgersi nella mente come un film che torna a guardare per la prima volta, da un'ottica differente. Ha esitato. Se non fosse per il suo enorme senso di abnegazione, se non fosse stata lei..avrebbe ceduto a quel richiamo. Quel richiamo che prende il nome di speranza in un futuro migliore. Un futuro senza morte, senza dolore..senza alcuna entità a poter decidere del tuo futuro, indipendentemente dal nome che porta, fosse questo Lucifero o Dio. Ma poi eccoli, quei fotogrammi maledetti. Il disprezzo di Leah che le dice che è un mostro e niente può modificare ciò che ha compiuto. Rivede l'interno della casa distrutta dalla rabbia di Dante. Rivede Anteros e Deimos, e sente ancora la propria sorpresa nel vederli cresciuti così tanto..da soli, con Aletto nei loro occhi e le menti svuotate di ogni arbitrio che non fosse quello dell'Erinni. Una stretta al cuore. Sono pur sempre i suoi figli, anche se non li ha voluti. Deve pensare a loro. E se pensa a cosa avrebbe voluto per i propri bambini, fermo restando che non li avrebbe voluti mai, è proprio che potessero crescere senza l'orrore dell'Erinni nel loro corpo. E' suo dovere far si che non succeda mai più. E la strada è una sola per garantire quel futuro. Chiude gli occhi, tanto non la vedrà perchè ancora gli dà le spalle. Può concederselo. Menziona quelle frasi come una sentenza. Ma solo il suo cuore sa quanto questa sia pesante. "..questo è il mio posto, Dante" E' il posto che merita un'impura come lei. E' il posto di chi porta Morte. E' il posto di chi sa che il sangue sulle proprie mani, e sulla propria anima, non verrà mai cancellato " questo è ciò che sono. Aver perso la memoria non lo cambia."
Quando riapre gli occhi Dante le è davanti. Ha fatto proprio in tempo giusto a schiudere le palpebre prima che quel suono di passi concitati si tramutasse nel guardarsi reciprocamente negli occhi. E' indignato, glielo legge con una facilità disarmante. E nel guardare in quello sguardo che è tanto simile al proprio nel colore non può fare a meno di cogliere che lui sa benissimo che ha appositamente tralasciato di specificare un tassello fondamentale di quei ricordi. Loro due. Le sbarra la strada, e le risponde con la voce fomentata da quei sentimenti forti, istintivi, che lei deve dimenticare.
".. Non hai risposto alla domanda!Era tutto dovuto alla tua amnesia?Si.. Oppure no?Avanti, rispondi soltanto a questo.. E se è davvero così, allora.. Ti lascerò in pace. Ma voglio una risposta, adesso. Non me ne vado finchè non l'avrò. "
Che gli dovrebbe rispondere? Si, di te mi importava, e ancora mi importa razza di idiota? Darebbe soddisfazione, se non altro per poter marcare il suo essere idiota da non comprendere quanto.. lei non si lascerà mai guidare dai ricordi, per quanto piacevoli. Ma, se su qualcosa sono simili, è che inseguono ciò che per loro ha valenza di *giusto*, costi quel che costi, non importa quanto si fanno male. Diamine, non è affatto molto lusinghiero paragonarsi a Dante in questi termini. La differenza sostanziale però..è che lei non teme nemmeno di far del male per ciò che considera la scelta migliore. O il male minore. E il male minore, per entrambi, è finirla lì. Con dei ricordi che nessuno potrà togliere loro. Ma che non possono creare niente, soprattutto un futuro, perchè quel che è stato..è stato una parentesi dettata da un caso. Dante nè nessuna creatura di Point of Good può salvarla. Non sono abbastanza forti, e in due mesi che ha passato con loro lei l'ha visto. Dovrebbe scatenare l'ira dei Caduti, di Aletto, e di conseguenza delle altre Erinni..per..questo? Quanti pagherebbero per la sua incapacità di fermezza? Non intende scoprirlo. Scegliere il Male Minore. E' la strada più idonea. Per tutti. Anche se per sè e Dante vorrà dire ferirsi. Lo farà lei stessa.
" Chi tu hai protetto non ero io. Qualunque cosa sia avvenuta.." E marca particolarmente il tono sul termine *qualunque*. Non vuole lasciargli speranza per avere dei dubbi in merito. Distruggi le sue speranze. Un giorno guarderà avanti come già stai facendo tu, e capirà che tu saresti stata solo un male. E allora vedrà il buono dietro tutto questo. Con queste parole si ritempra, riuscendo ad accrescere la propria impertubabilità, l'indecifrabile nel suo sguardo. "..era frutto di un'identità fasulla. Ora smettila di intralciarmi il passo" che lo voglia o no passerà oltre. Ma non ha fatto i conti con la sua ostinazione. Il mezzo demone, ancora più nervoso, si sposta con lei per proseguire a non lasciarla passare. E meno male che le aveva detto che l'avrebbe lasciata stare "No, no e no!Non è così, lo so, e lo sai bene anche tu!Anche senza memoria.. Eri sempre tu!E adesso non può essere sparito tutto quanto solo perchè hai recuperato tutti i tuoi ricordi. Non è possibile!" Non gli darà speranza. Anche se lui ci prova con tutto sè stesso a rinnegare quella possibilità. Ma che diamine ci fa, lei, agli uomini di Point of Good coi capelli bianchi per farli diventare così testardi? E ogni riferimento passato non è affatto casuale. "Non ci credo che è come dici tu. Mi stai mentendo."
E' vero, gli sta mentendo. Lei lo sa che quell'identità non era fasulla, ma semplicemente libera dal peso dei propri errori, e del proprio destino. Tuttavia la vita non è una storiella che si risolva con un lieto fine per tutti. E lei l'ha provato troppe volte quanto sia amaro quel finale. Non ha più forza per lottare. Ha troppo da perdere nell'accettare quella possibilità che Dante vorrebbe che potesse considerare, a cui sarebbe senz'altro bello arrendersi. Perchè..in fondo..lei quella vita..la voleva.
"Ah no?" Glaciale lo guarda. A questo punto..non può far altro che ricorrere ai mezzi estremi. Non crede che sia di nuovo quella creatura sanguinaria e dispotica che era prima dell'amnesia. Lo farà ricredere. E' brava in quel ruolo tanto quanto sa di essere inadatta ai sentimenti " ..evidentemente devo ricordarti qual'è il tuo posto. Ti prendi un pò troppa libertà nei miei riguardi..dovrei scorticarti solo per avermi impedito di tornare al mio ruolo." Finora aveva voluto tenere le Lame fuori da tutto questo. Si vede costretta ad agire diversamente e, con la coda dell'occhio, può scorgerne una che silenziosamente vira nell'aria per posizionarsi dietro la schiena di Dante. Lui è troppo concentrato dal riuscire a interpretare i propri occhi per notarla. Sciocco, crede davvero che potrà trovare qualcosa se lei è intenzionato a reprimerlo così bene che non parrà mai esistito? "..guardami bene negli occhi quando te lo dico, così forse il tuo cervello arriverà a comprendere almeno il labiale.." Ordina alla Lama di colpire. E gli occhi di Dante si spalancano per la sorpresa. Barcolla sotto il dolore di quel pugnale che penetra sempre più a fondo nella carne, seguendo la lentezza delle parole della Morte. Le più crudeli. Proferite con distacco, prive di qualunque appiglio di empatia per la sofferenza di lui. Scandite inquietanti. "..io...non...provo...niente"
Dante è costretto ad appoggiarsi al muro appena la lama inizia a fuoriuscire dalla carne. E tanto le basta perchè possa passare e andar oltre. Degna persino la lama sporca di sangue di un'amorevole carezza come si può fare con un gatto. Non si gira verso Dante, non si cura di cosa ne sarà di lui. Non può morire in fondo, e sa precisamente i danni che gli ha causato con la lama.
Tramite questa ha solo la fugace visione di lui che stringe i denti, e umiliato da questo evita a sua volta di guardarla. La lama non è giunta fino al suo cuore, ma è sicura di averlo sentito infrangersi. Meglio ora, si dice. Meglio ora che poi.

Questa volta non la segue. Le loro strade si separano nel Castello. Una verso il cammino che ha scelto. L'altro, lei spera, ritorni a quello che ha lasciato. Lontano da quell'inferno. Lontano da quell'orrore. In un posto dove potrà ancora vivere una favola con qualcuna che, quella favola, potrà renderla davvero reale.

Blanche
The Death

Edited by Lithea - 10/11/2011, 18:11
 
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view post Posted on 12/11/2011, 18:22
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Baby child

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*Vippina*
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Il paese dei Balocchi

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Mercoledì sera, castello di PoE.. dopo il tramonto..

I'm A broken rose..



divisori17



Dulcinea

Seduta in camera sua, su un divanetto in velluto grigio, si trovava la vampira http://weheartit.com/entry/16853663 . Stava aspettando qualcuno, molto probabilmente sua figlia che,ormai, non rientrava da giorni. Era preoccupata, ma nonostante ciò, aveva deciso che sarebbe stata dura con lei quando sarebbe rientrata. Probabilmente non era mai stata una buona madre, e di questo se ne dispiaceva amaramente perché i suoi figli erano l’amore della sua vita. Ma questa volta, Catherine aveva esagerato disobbedendo alle poche regole che sua madre le aveva imposto. Non era rincasata e non dava sue notizie da giorni. Non poteva lasciargliela passare liscia.
“In cosa ho sbagliato, Ren? In che cosa abbiamo sbagliato?”
Aveva tra le mani la lettera che Darius aveva spedito a sua figlia. Era ancora sigillata, nonostante Dulcinea desiderava sapere cos’avesse di tanto urgente Darius da far sapere a Catherine per mezzo di una epistola. Il piccolo Ren http://data.whicdn.com/images/15935811/gre...1x375_large.jpg , dal canto suo, guardava sua madre mentre cercava di mettersi a gattoni, invano, sul grande tappeto al centro della stanza. Era troppo piccolo per capire, eppure fu lui il primo a voltarsi in direzione della porta come se avesse colto la presenza di qualcuno. Dulcinea sospirò. Era Catherine.

Catherine

Si era svegliata in infermeria sola e avvolta dalle tenebre. Castiel era stato bravo nel sigillare ogni finestra affinchè nemmeno un raggio di sole potesse entrare nella stanza in cui lei stava riposando. Sentiva ancora il dolore lancinante al ventre, ma di quei tempi i vampiri erano in grado di guarire molto più velocemente rispetto alle altre creature. Si alzò e cercò di mettersi seduta sulla barella tenendo una mano premuta sul ventre. Non sanguinava più, lo sentiva.. ma faceva male. Soffocò un urlo di dolore. Doveva farsi forza e raggiungere camera sua. Aveva bisogno di sua madre, di suo padre e, anche se sapeva che sarebbe stato difficile confidare loro tutto, era convinta che fosse l’unica cosa giusta che potesse fare. Sollevò lo sguardo puntandolo verso la porta dell’infermeria. Non era molto lontana e se fosse riuscita a percorrere quel breve tratto di strada sulle sue gambe, dopo avrebbe potuto contare sul supporto delle pareti e dello scorrimano, sulle scale, per raggiungere la sua stanza. Strinse i pugni e facendo leva con questi sul lettino, si alzò con un gemito di dolore. Riuscì a raggiungere la porta con passi lenti, aveva rischiato di cadere ma aveva ragione. Da lì fino alla sua stanza fu decisamente più semplice.
Le difficoltà maggiori le avrebbe dovute affrontare una volta aperta quella porta che aveva di fronte. Le sue condizioni erano pessime http://weheartit.com/entry/14797031/in-set...uliot-catherine
: il vestito era completamente coperto di sangue, i capelli arruffati, gli occhi spenti e il colorito pallido tendente al violaceo. Non si era più nutrita da quando aveva rigettato tutto il sangue di Castiel. Facile capire quindi, che non riuscì nemmeno a portare la mano sulla maniglia. Si era sforzata troppo per arrivare fin lì e adesso le sue gambe, chiedevano pietà.
E cadde, producendo un tonfo.

Dulcinea

Un tonfo. Silenzio.
“Catherine!”
Si alzò di scatto dal divano e raggiunse la porta per aprirla. Quello che vide non le piacque. Sua figlia stesa sul pavimento, completamente ricoperta di sangue putrido e un odore di sangue ancora fresco che sembrava proprio provenire da lei. Era ferita e pallida. Era successo qualcosa di grave. La prese tra le sue braccia, restando per qualche momento accucciata con lei tra le braccia, sul pavimento. Le carezzava la testa.
“Oh bambina mia, non hai più niente da temere, c’è la tua mamma adesso con te.”
Tutta la disapprovazione che aveva provato per il comportamento della figlia, adesso era svanita in quell’abbraccio. La sentiva debole e dolorante e il suo colorito sembrava confermarlo. Cercò di ragionare lucidamente: per prima cosa doveva portarla in casa, dove Ren guardava verso la porta le due donne della sua vita, e poi doveva farla nutrire. La sollevò, tenendosela sempre stretta al petto ed entrò chiudendo la porta con un piede. Perfino il piccolo Ren pareva capire che fosse accaduto qualcosa e, facendosi forza sulle braccia piccine, si mise a gattonare verso le due, fermandosi poi in prossimità del divano. Catherine sembrava priva di sensi, ma Dulcinea sapeva che non era così. La adagiò sul divano e le accarezzò la fronte più fredda del solito.
“Catherine.. “
Sospirò, chiudendo gli occhi. Non sapeva cosa dire, voleva solo farle mille domande per sapere cosa fosse successo e quindi cercare di aiutarla il qualche modo, ma la vampira minore sembrava non avere più nemmeno la forza per parlare.

Catherine

E sua madre non aveva torto. Provava una sofferenza mai provata fino ad allora e riusciva a malapena a tenere gli occhi socchiusi. Parlare in quello stato le sembrava impossibile e l’unica cosa che fece fu lasciarsi sfuggire una lacrima. Era dispiaciuta per essersi presentata in quello stato da sua madre, per aver preoccupato perfino il suo fratellino ancora così piccolo. Ma era l’unico posto dove si sarebbe sempre sentita al sicuro. Era casa sua. Si portò una mano alla ferita quando la madre la fece stendere sul divano. Lo sforzo l’aveva fatta sanguinare un’altra volta e sapeva bene che non poteva perdere altro sangue. Sua madre avrebbe dovuto farla bere al più presto.. sentiva la sua voce lontana.. sempre più lontana.

Dulcinea

Vedere sua figlia versare quella lacrima la indusse a ragionare lucidamente. Non poteva farsi prendere dal panico e dal dolore, e un vampiro sapeva bene come fare per spegnere tutte le sue emozioni. Le raccolse la lacrima con un dito.
“Lotta Catherine, non lasciare che il dolore prenda il sopravvento su di te. Sei una vampira, la più pura della tua specie. Guarirai.. molto presto.”
Si rimise in piedi e si allontanò dal divano. Sentiva i gemiti della figlia, ma davanti a se aveva la gabbia in cui teneva rinchiusi i pipistrelli vampiro. Erano animali in grado di succhiare il sangue alle creature.. era quanto di più vicino al sangue elfico che ella stessa si sarebbe mai potuta permettere. Avrebbe ucciso per sua figlia, sfidando le regole di Manuel.. ma non aveva abbastanza tempo per la caccia. La gabbia d’argento si aprì controllata dalla sua volontà. Non poteva toccarla ma non le sarebbe servito perché poteva controllare i metalli. Afferrò una delle sue bestie, quella più succulenta, e dopo aver richiuso la gabbietta, tornò da sua figlia per avvicinare il pipistrello alle sue labbra.
“Adesso tocca a te, Catherine.. senti il cuore che pulsa.. senti il suo sangue.. ti sta chiamando e vuole solo te”
Ren ormai era ai piedi del divano e cercava di sporgersi il più possibile. Voleva vedere la sorella, voleva aiutarla anche lui e a modo suo, con i suoi versi, glielo stava dicendo.

Catherine

Tutto era sfocato nella sua mente: suoni, colori, si confondevano tra loro aumentando il suo dolore. La voce di sua madre andava e veniva a tratti.. anche se avvertiva la sua presenza al suo fianco cosi come avvertiva la presenza di Ren. Sapeva da sola, però, che avrebbe dovuto lottare, ma più continuava a sanguinare più sentiva le forze abbandonarla. Non sarebbe riuscita a mordere nessuno in quello stato, anche se avvertiva la presenza del pipistrello, del suo sangue e del suo cuore che le martellava nella testa, non riuscì a spalancare la bocca per morderlo. Sua madre avrebbe dovuto fare molto di puù di questo.. lei non poteva farci niente.. era esausta.

Dulcinea

Capì che Catherine non sarebbe riuscita da sola a mordere quella bestia. Nonostante le sue parole e lo sforzo che stava facendo per non azzannare il pipistrello lei stessa, la figlia non riusciva nemmeno a mostrare i canini.. quelle due piccole lame taglienti che facevano parte di lei, sempre. Ma non adesso. Guardò Ren, che si allungava per cercare di raggiungere la sorella, ma era ancora troppo piccolo per reggersi sulle sue gambe. Tornò a guardare Catherine e capì quale era l’unica cosa che le restava da fare. Doveva farla bere come faceva nutrire Ren, doveva aiutarla a come faceva quando era ancora troppo piccola per poterlo fare da sola. Con l’unghia recise la vena che pulsava sul collo dell’animale. Era il sangue di una bestia che aveva in circolo sangue elfico. Non l’avrebbe rimessa in sesto completamente ma l’avrebbe sicuramente aiutata. Avvicinò il pipistrello alle labbra appena socchiude della figlia lasciando gocciolare il sangue all’interno della bocca.
“Spera che funzioni, Ren..”
Chiuse gli occhi e attese..


Catherine

Era arrivata al limite, non sarebbe riuscita a resistere ancora per molto in quelle condizioni. Certo, non sarebbe potuta morire, era un vampiro puro, ma l’assenza di sangue avrebbe potuto costringerla per sempre a un’esistenza di stenti, priva di qualsiasi cosa. Ma qualcosa stava succedendo. Sentiva le labbra inumidite e il nettare scorrerle nella gola. Era un sapore rugginoso, forte, pizzicante.. non buonissimo.. ma sembrava funzionare. Sentiva di poter riuscire a muovere le braccia tanto che non le sembrò nemmeno di sforzarsi quando allungò la mano per afferrare la bestia e si attacco al suo collo con le labbra, succhiando come un bambino succhia dal seno materno. Era un po’ quello che stava accadendo, dato che sua madre non sembrava voler mollare l’animale. Riuscì ad aprire gli occhi e poteva guardare sua madre che le carezzava i capelli. Non riusciva a staccarsi dal collo del pipistrello, sentiva di averne ancora bisogno anche se sapeva che l’animale stava per morire e questo le avrebbe provocato altri, gravi, problemi. Le forze le erano tornate in parte ma, toccava ancora a Dulcinea aiutarla. Dopotutto.. lei era ancora una bambina e quella scena sembrava confermarlo.

Dulcinea

Osservava la figlia. Il sangue stava circolando nel suo corpo e riusciva a vedere quelle venuzze bluastre, che le ricoprivano il viso, scomparire man mano sotto il colorito pallido che stava riacquistando colore. Sorrise quando vide le sue labbra chiudersi attorno al collo dell’animale. Stava bevendo e ci stava riuscendo da sola. Fissò gli occhi di Catherine che si stavano illuminando. Le lacrime erano pronte a scendere ma fu pronta a ricacciarle indietro. Le accarezzò i capelli neri e setosi come i suoi, anche se in quel momento erano tutti arruffati. Si accorse, però, che il pipistrello stava morendo e che Catherine non aveva alcuna intenzione di allontanarsi. Con delicatezza, ci pensò lei a scostarlo dalla sua bocca.
“Basta così, Catherine.. Dopo ne avrai un altro, ma adesso..”
Era arrivato il momento di sapere.
Uccise il pipistrello agonizzante, torcendogli il collo, e lo appoggiò su un tavolino lontano dalla portata di Ren che, seppure avesse già avuto la sua cena, sembrava insaziabile in quei giorni. Poi tornò a guardare sua figlia. La sua espressione era chiara. Doveva parlare.

Catherine

Lasciò ricadere la testa all’indietro che si posò sul morbido cuscino. Continuava ad aver voglia di sfamarsi ma non sarebbe riuscita a reggersi sulle sue stesse gambe e forse non ci sarebbe riuscita per un bel po’. Sospirò, presa da un profondo sentimento di tristezza e chiuse gli occhi per non fissare quegli occhi che imploravano conoscenza.
“Grazie, mamma..”
Non era certo questo che Dulcinea voleva sentirsi dire, e lei lo sapeva. Ma non era semplice parlare di quello che era successo. Era stata una stupida a credere di poter bere da un angelo senza subirne le conseguenze ma.. dopotutto.. non era lei a controllare il suo corpo quando ciò era successo. Girò la testa, e quando aprì gli occhi aveva davanti lo schienale del divano.
“Suppongo che tu voglia sapere per quale motivo tua figlia si sia presentata dietro la porta di casa ridotta a brandelli..”
Era esattamente ciò che Dulcinea voleva sentirsi dire. Ma Catherine non riuscì ad aggiungere altro. Non ancora. Un singhiozzo ruppe il silenzio.. per ora sua madre avrebbe dovuto ascoltare il suo pianto.

Dulcinea

Catherine stava meglio.. ed era quello che le importava di più. Ma non bastava. Era necessario che lei sapesse, per i vampiri quelli erano tempi duri e se qualcuno aveva attaccato sua figlia lei si sentiva in diritto di sapere.
“Mi ringrazi per cosa? Per averti aiutata? Sei mia figlia Catherine.. sangue del mio sangue. Cosa avrei dovuto fare? Lasciarti fuori dalla porta agonizzante?"
Ren ormai era esausto dal tentare di arrampicarsi sul divano, così si diresse verso la lettera che la madre si era lasciata cadere quando era corsa ad aiutare la figlia. Ma Dulcinea riuscì a recuperarlo, prima che se la portasse alla bocca cancellando con la sua saliva quelle parole che per Catherine dovevano essere importanti. Se lo sistemò sulle gambe e gli tolse la lettera di mano. Per il momento avrebbe dovuto aspettare. Prima doveva scoprire cosa era successo.
“Credo che sia il minimo che tu possa fare, Catherine. Hai disobbedito alle poche regole che ti ho imposto e ti sei ripresentata a casa in condizioni che.. “
Sospirò, aveva creduto per il peggio. Ren, adesso riusciva a vedere la sorella e tentò di allungarsi verso di lei. Ma sua madre lo mantenne fermo.. Catherine si stava sfogando ed era giusto che lo facesse senza che nessuno la disturbasse.

Catherine

Ascoltò sua madre ma continuò a piangere. Sarebbe stato difficile parlare in quelle condizioni.. quindi passarono dei minuti prima che riuscisse a fermarsi. Aveva dentro tanta rabbia per quel che aveva fatto. Ce l’aveva con se stessa ma allo stesso tempo era consapevole che non sarebbe mai riuscita a controllare quella.. cosa.. se non avesse chiesto aiuto a chi ne poteva sapere più di lei.
“Mamma..”
Era proprio arrivato il momento.
“Ho morso un angelo e, come puoi ben vedere a lui evidentemente non andava di esser disturbato”
Non era stata propriamente lei a mordere Castiel. Una parte di se, forse lo avrebbe voluto ma non era colpa della sconsideratezza che avevano i vampiri in quei giorni se si era lasciata andare a quel richiamo. C’era qualcosa di più e lei adesso, forse, sapeva cosa fosse.
“Io credo di avere qualcosa dentro di me. Un qualcosa che non riesco a controllare e non si tratta di semplice istinto.. mamma..Io.. non ne sono sicura ma tutto è successo da quando la regina mi ha donato il suo sangue”
Questa rivelazione avrebbe sconvolto Dulcinea ma doveva saperlo perché forse lei sarebbe stata l’unica a riuscire a saperne di più dalla regina.

Dulcinea

Non riusciva a credere alle sue orecchie. Catherine era stata tanto avventata da mordere un angelo nonostante sapesse quello che era capitato a Ginevra. Non poteva pensare che sua figlia fosse tanto stupida.
“Cosa? Hai.. hai morso un cosa?”
No, non poteva essere. La sua Catherine non era così e nessuno meglio di sua madre lo poteva sapere meglio. La guardò, con sguardo severo mentre cercava ancora di tenere a bada Ren che voleva raggiungere la sorella.
“Cosa vuol dire che hai qualcosa dentro di te? Sei un vampiro Catherine è logico che sia così. Si chiama desiderio.. intenso in tutte le sue forme..”
Avrebbe voluto aggiungere altro, ma la sua espressione si fece di ghiaccio nel sentir parlare di Lilith. Cosa c’entrava lei con sua figlia? E perché le aveva donato il suo sangue tanto letale, ma tanto potente se regalato nelle giuste dosi?
“Continua..”

Catherine

Allungò entrambe le braccia per far distendere Ren accanto a se. Erano entrambi molto esili da poter riuscire a stare entrambi distesi sul divano. Fece solo attenzione alla ferita che adesso, lo sentiva, stava lottando contro la morte del suo corpo per rimarginarsi. Il piccolo incassò la testa sulla spalla della sorella e chiuse gli occhi. Era quello il suo posto.
“Io veramente speravo che potessi dirmi tu qualcosa a proposito. Io.. non so cosa mi sia successo ma, ogni volta che questo qualcosa si impossessa di me non riesco più a ricordare cosa faccio. Quando mi sveglio ho di fronte a me il vuoto.. la morte.. e la consapevolezza di averla procurata.. mamma io..”
Chiuse gli occhi, le faceva fatica raccontare come si sentiva ma era sua madre e, insieme a Darius, era l’unica in grado di capirla veramente.
“Cosa mi sta succedendo, mamma?”
Riaprì gli occhi.. erano imploranti.

Dulcinea

Rabbia. Odio. Istinto.
Avrebbe voluto correre da Lilith in quel esatto momento ma chiuse gli occhi, furenti, e rimase seduta.
“Sei stata una stupida.. stupida e.. Cristo Catherine! Per quale ragione mi stai parlando di questo solo ORA?”
Pensava che sua figlia si fidava di lei e sapere che le aveva tenuta nascosta una cosa tanto importante la fece sentire.. delusa. Riaprì gli occhi e puntò lo sguardo in quello della figlia. Erano così diversi quegl’occhi in quel momento.
“E’ chiaro quello che ti sta succedendo Catherine.. il tuo istinto lotta per farti essere la predatrice che sei e pare che Lilith, abbia deciso di darti una bella spinta..”
Oh, ma le avrebbe dovuto dare una spiegazione per questo. Non avrebbe certo perso occasione per fare una visita alla sua *amica*, non adesso che sapeva che aveva influenzato la vita di Catherine.
“Sei fortunata che non abbia deciso di ucciderti..”
Il sangue di Lilith poteva essere letale, ma aveva anche sperimentato sulla sua pelle che sui vampiri poteva avere effetti, diversi.. dopotutto era la loro.. madre originaria.
“Temo di non saperlo nemmeno io con esattezza, ma lo scoprirò molto presto.. stanne certa.”
Guardò la lettera e poi decise. L’avrebbe aperta e letta per sua figlia.
“Questa te l’ha mandata tuo padre..”
Iniziò a leggerla e man mano che proseguiva i suoi occhi si velavano di tristezza. Darius stava per avere un altro figlio e questo la spiazzava, soprattutto perchè adesso se ne era andato. Lei ci soffriva ma sapeva che per Catherine sarebbe stato anche peggio. Sospirò e, senza leggere ad alta voce la parte finale, guardò la figlia.

Catherine

Sua madre aveva ragione. Se quello che diceva corrispondeva alla realtà, Lilith sarebbe stata l’unica che avrebbe potuto dirle cosa le stava succedendo. Ma si sentiva affranta, per averla delusa escludendola in quel modo dalla sua vita. Dopotutto era sempre stata lei a rimproverarla per averle mentito, ma in fondo.. si era comportata nello stesso modo adesso. I ruoli avevano preso le loro giuste posizioni. Lei era tornata ad essere la figlia e sua madre, la madre.
“So di averti delusa mamma.. mi dispiace io.. pensavo che mi sarebbe passata ma.. va sempre peggiorando.”
Gli episodi di violenza erano aumentati da quando qualcosa era successo a tutti i vampiri di return. Ma il suo problema non aveva a che fare solo con questo. Sbarrò gli occhi, quando sua madre le mostrò la lettera di suo padre. Aveva deluso anche lui e si era perfino dimenticata di andare a cercarlo per scusarsi.
Ma..
Non riusciva a credere a quello che sua madre stava leggendo. Liz era incinta e Darius aveva deciso di portarla a Londra per salvaguardare il frutto del loro amore. Per salvaguardare suo figlio. Non lei.. un altro. I suoi occhi brillarono per la rabbia.
“Mi.. mi ha lasciata qui.. con una lettera..”
Non riusciva a crederci. Suo padre, il suo adorato padre le aveva fatto questo. Proprio adesso che aveva più bisogno di lui. Chiuse le mani a pugno e la ferita sembrò pulsare. Le faceva male ma non era quello il suo dolore più grande in quel momento.
“Perché?”
Guardò sua madre, in cerca di risposte che forse nemmeno lei avrebbe potuto darle.
"Perché?”
Urlò, con un’insana voglia di fare a pezzi qualsiasi cosa. Perfino Ren aprì gli occhi per guardare la sorella, incredulo di scorgere tanta vitalità in quel corpo ferito.

Dulcinea

Capiva la rabbia di sua figlia, ma comprendeva anche Darius. Lei era madre e sapeva che un genitore avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di salvare il proprio figlio.
"Non ti ha lasciata.. Catherine. Sei sua figlia non potrebbe mai.”
Sapeva che nessuno sarebbe stato in grado di controllare la rabbia di Catherine in un momento tanto delicato, ma non le faceva bene perché aveva ancora bisogno di tempo per rimettersi in forza.
"Perché cosa? Anche io ti ho dato un fratello, dovresti esser felice di sapere che anche tuo padre si è rifatto una vita. Cosa ti aspettavi?”
Faceva male anche a lei. Era passato diverso tempo da quando la sua relazione con Darius era giunta al capolinea. Si era innamorata di un altro, dal quale aveva anche avuto un figlio.. eppure faceva male. Chiuse gli occhi e poi le porse la lettera.
“vuole che lo raggiunga a Londra e io credo sia una buona idea..”

Catherine

“Mai!”
Avrebbe preferito morire o restare agonizzante per sempre pur di non partecipare a quell’idillio che si stava svolgendo a Londra, lontano da lei.
“Scordatelo, perché io.. io.. ho chiuso con lui..”
Amava suo padre, con tutta se stessa e adesso.. aveva solo paura che qualcun altro prendesse il suo posto nel cuore del vampiro.
“Lui mi metterà da parte perché ci sarà.. quel bambino. Io.. non voglio.”
Non spettava a lei poter decidere, ma non poteva lasciare che sua madre decidesse sul serio di lasciarla partire. Non avrebbe mai potuto sopportarlo. Lei non odiava Elizabeth, non aveva nulla contro di lei ma era convinta che quel figlio avrebbe allontanato Darius per sempre dalla sua vita. Pianse e si strinse a Ren come se fosse la sua unica ancora di salvezza. Era suo fratello anche lui, ma era diverso perché lei partecipava alla crescita di quel fagottino pallido. Lei viveva con sua madre mentre.. mentre Darius avrebbe cresciuto quel figlio come non aveva fatto con lei.
Pianse ancora.

Dulcinea

Era dura doverla costringere a lasciare Return. Non avrebbe mai voluto separarsi da sua figlia, ma visti gli ultimi avvenimenti le sembrava la cosa più sensata da fare per il suo bene.
“E invece è proprio quello che farai.. piccola mia vampira sconsiderata. Ti servirà per capire che un genitore non potrà mai metter da parte un figlio. Mai. E io sono certa che tuo padre ti ama più di qualunque altra cosa.”
Si sentiva in colpa perché era consapevole che la gelosia di Catherine, derivava in parte dal non aver potuto godere di un padre durante la prima infanzia. Era stata lei a separarli, credendo di fare il loro bene.. ma si era sbagliata e adesso doveva rimediare.
“E’ deciso. Scriverò io stessa a Darius per avvertirlo della tua partenza, appena sarai abbastanza in forze per lasciare return, partirai. E non voglio sentire una parola di più a riguardo.”
Si alzò per sottrarre Ren dall’abbraccio di Catherine. La figlia aveva bisogno di riflettere da sola, perché solo il tempo e l’affetto di Darius l’avrebbero potuta convincere che nessuno avrebbe mai potuto ledere il rapporto di un padre con la propria figlia.
Lei lo sapeva.. e in cuor suo, doveva saperlo anche Catherine.


Dulcinea, Catherine & Ren.
 
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..Kady..
view post Posted on 14/11/2011, 19:16




Point of Evil – Camera di Dagon. Tardo pomeriggio

“Papà, tu sei come le disgrazie, arrivi all’improvviso e sempre nel momento peggiore. Non vedi che ho da fare? Torna a casa, va tutto bene.”
La discussione con James, suo padre, durava ormai da diverse ore e Dagon non voleva proprio saperne di cambiare idea a proposito di quanto sarebbe accaduto il giorno dopo.

“No che non va tutto bene” – James sbuffò, arrivato quasi all’esasperazione – “la ucciderai, Dagon. Perché Diavolo non vuoi ficcartelo in quella testa dura che ti ritrovi? Lei non ha battito cardiaco, tu non hai battito cardiaco, come pensi di comprendere l’esatto momento in cui dovrai darle da bere? Avrai pochi secondi a disposizione, troppo pochi per..”

“Per cosa, papà! Per cosa? E’ almeno la ventesima cazzo di volta che ti ripeto che non saremo da soli ed ora smettila, lasciami in pace per cortesia. Lasciami in pace!” – sbatté con violenza la sacca sul pavimento, allontanandosi da suo padre prima di rompergli la faccia. Dagon sapeva di poterlo fare, era diventato forte, molto forte. Non quanto un Demone Vampiro torturatore dell’inferno, ma prendendolo alla sprovvista avrebbe potuto seriamente fargli male.

“Ah, fantastico” – l’uomo si appoggiò con le spalle al muro, le braccia conserte – “non sarete da soli, ci sarà con voi niente poco di meno che” – mimò il classico rullo di tamburi – “un angelo del paradiso!”.
Scoppiò a ridere mentre suo figlio lo guardava con un’espressione che se avesse potuto, lo avrebbe ucciso – “Dagon, ti prego dimmi che non hai intenzione di affidare la vita di quella vampira nelle mani di un angioletto che non ha ancora idea di quale sia il suo posto del mondo. Dimmi che il tuo piano è migliore di questo.”

“Giuro che se potessi mi metterei a piangere, tanta è l’angoscia che mi stai facendo venire. Ma la vuoi smettere? Prima mi fai passare l’infanzia con un bisturi in mano a scavare dentro i corpi dei peccatori, poi mi cacci di Casa ed ora vieni anche qui a dirmi cosa devo fare? Cazzo, sei indisponente in una maniera incredibile!” – allargò le braccia, lasciandole poi cadere lunghi i fianchi. Gli occhi innaturalmente grigi fissi su suo padre.

“Maleducato. Ma non ti hanno insegnato che non ci si rivolge così al proprio padre, eh? Chiederò provvedimenti a tuo nonno, non credere che no!”.

“Vaffanculo.”

A James venne da ridere, pienamente consapevole di essere il primo responsabile delle attuali condizioni di suo figlio. La follia negli occhi di Dagon era qualcosa di meraviglioso da vedere per i Discendenti dell’Inferno e il Demone vampiro sapeva che Manuel avrebbe sicuramente apprezzato. Maleducazione a parte, s’intende, il suo secondogenito era quanto di più infernale si potesse incontrare a Return parlando di nuova generazione. Dagon era potente, istintivo – anche troppo - , crudele e, soprattutto, sapeva agire a sangue freddo e senza provare rimorso. L’unico difetto erano le donne, con quelle era un combina guai di prima categoria . Dopo quindici minuti circa di silenzio, a James venne naturale dire qualcosa, qualcosa che, lo sapeva bene, avrebbe fatto andare il suo ragazzone fuori di testa – “Non sei capace di stare accanto ad una donna senza metterla nei guai, eh? La piccola Ginevra, l’aliena che ha completamente perduto quel poco di senno che aveva per te. E l’umana, la dolce promessa sposa quasi abbandonata sull’altare” – cercò di guardare di sottecchi il mezzo Demone ma non fece in tempo. Due secondi più tardi la sua testa ciondolò da un lato ed il sangue colò di getto dal naso fino al pavimento. Lo aveva colpito. E se l’era meritato.

“Ti avevo avvertito di tenere la bocca chiusa su Yvonne, papà” – disse guardando suo padre che si teneva il naso rotto – “e devi tenerla anche sulle altre donne della mia vita. Non sono affari tuoi quello che faccio o non faccio, falla finita e tornatene sotto le gonnelle della mamma. O forse dovrei dire sotto quelle di Marèe?” – un sorriso sadico gli dipinse il volto perfetto, ora toccava a lui prendersi un pugno, probabilmente, ma James non si azzardò a toccarlo.

Continuò a massaggiarsi il naso e, con un movimento secco, lo rimise a posto. Il bello di non dover sopportare il dolore. Guardò negli occhi suo figlio, serio come non lo era ancora stato durante tutta quella lunga chiacchierata – “non ti rovino quella faccia solo perché sarebbe un vero peccato, Dagon. Ma sappi che avere la bellezza e il potere di un Dio non ti da il diritto di pensare di essere migliore o di poter sparare sentenze.”

“Tu spari sentenze di continuo su di me” – disse porgendogli un fazzoletto per tamponarsi il naso.

“Io sono tuo padre. Io ti ho reso parte di ciò che sei oggi.” – Prese il fazzoletto e pulì via il sangue dal viso, senza mai distogliere lo sguardo da Dagon. Sospirò, rimase in silenzio per qualche altro minuto, ed infine esordì – “lasciala in pace. Lasciale vivere la sua vita come vuole, esattamente come pretendi di viverla tu.”.

“No.”

“Sei più testardo di un mulo, Dagon. E non so se essere fiero di te per questo o se considerarti semplicemente un’idiota. Se non vuoi lasciarla andare, perché non inizi a comportarti come Dio.. no cazzo, come Dio no” – roteò gli occhi e maledisse i comuni modi di dire – “comportarti come si deve con le donne? Prendi una decisione e rispettala. E soprattutto rispetta loro.”

“Io non sto mancando di rispetto a nessuno, papà. Ginevra sa che non sono un Santo ed Yvonne per quanto ne so non è stata mai costretta a baciarmi” – sollevò le sopracciglia – “almeno, l’ultima volta sembrava abbastanza contenta.” – Si voltò per riprende la sacca dal pavimento, non aveva ancora terminato di prepararla.

“E’ innamorata di te.”

“Chi?”

James ridacchiò. – “Questa è un’ottima domanda. Ma non ha affatto bisogno di risposta. Dagon, prima o poi dovrai scegliere con chi passare il resto della tua vita, non puoi passare da una donna all’altra per evitare di ammettere a te stesso quello che senti.”

Dagon alzò gli occhi su suo padre e rise – “proprio tu parli? Dovrei fare come te allora? Scegliere la strada più facile solo perché la donna che voglio mi incasinerà la vita?”.

“Io non ho scelto la strada più facile. Io amavo e amo tua madre.”

“Sì, ma non hai mai visto Marèe come una semplice amica. Andiamo papà, vuoi che segua i tuoi consigli quando tu per primo non sei sincero nemmeno con te stesso? Tu amavi la madre della mia migliore amica, ma per te era importante anche Sofia. Hai semplicemente lasciato che Nonno scegliesse per te, liberandoti dell’impiccio di ammettere che la vera donna che ti faceva battere il cuore, era un’altra. Io non voglio che succeda questo, io non voglio scegliere per evitare complicazioni.”

James sorrise appena e si voltò verso la finestra. Il sole era già tramontato – “E’ vero, Marèe non è ne sarà mai per me una semplice amica esattamente come per te non lo è ne lo sarà mai Yvonne.” – si voltò a guardare suo figlio – “ma io ho saputo lasciarla andare, perché sapevo di non poterle dare ciò che meritava. Era la donna più bella che avessi mai visto ed è stata la prima che abbia mai veramente amato. Ma aveva sofferto così tanto in vita, che volevo passasse un’eternità accanto ad un uomo degno di lei. Se non vuoi scegliere non farlo, puoi continuare ad amarla per sempre ed in silenzio. Ma non tenerla legata a te nella speranza che un giorno le darai qualcosa di più di un semplice bacio. E’ una mortale, Dagon.”

Il mezzo demone si lasciò cadere sul letto, le mani tra i capelli, il viso chino verso il pavimento – “Non sopporterei di saperla innamorata di un altro. Non so come tu abbia fatto con Marèe, ma io non sono te papà. Lei ha bisogno di me, io lo so. Non la lascerò da sola”.

Il padre sospirò ancora una volta, era difficile far ragionare una persona simile – “lei ha bisogno di te quanto tu hai bisogno di lei. Credi che le faccia piacere saperti avvinghiato alla vampira? Accidenti, Dagon, le hai persino mostrato i ricordi della tua scopata con la lupa, sei un coglione!”

“Tu” – lo indicò con un dito – “ti ficchi troppo nei fatti miei, l’ho detto e lo ribadisco. Ma che diavolo, mi spii?”

“Ad ogni modo ho ragione, no? Le hai fatto del male, molto male. Così come lei ne ha fatto a te e così come state stupidamente continuando a farvene e, chissà perché, ho quasi l’impressione che lo farete per tanto altro tempo ancora” – sollevò le mani in segno arrendevole – “d’accordo sono fatti tuoi. Ma concedimi di confermare che NON c’è una donna nella tua vita che tu non abbia ferito. Vuoi continuare a prenderle tutte per il culo? Bene, ma almeno per cortesia potresti evitare di ucciderle? Di sotto è già abbastanza sovraffollato!”

“Io non sto prendendo per il culo nessuno! Non è colpa mia se..”

“..se sono figo e le donne mi lanciano le rose quando passo per strada?”

“Non fare il coglione, papà. Hai capito cosa intendo” – indicò la porta – “ora per cortesia, devo fare la doccia e voglio andare a prendere un po’ d’aria. Sai com’è, qualcuno mi ha rovinato l’intero pomeriggio.”

“Ma, per Ginevra cosa provi?"

“Papà!!!”

“No, perché se non ti interessa magari posso organizzarmi e mandarla a lavorare giù nelle caldaie..”

“PAPA’!!!!!!!”

James ridacchiò e si avviò verso la porta – “devo dire a Belial di smetterla di farti questi regali però, contribuisce alla tua follia..”

“Sta parlando il tizio che ha inventato lo strip poker all’Inferno tra i peccatori, in cui quello che perde non deve strapparsi i vestiti ma i testicoli?” – Dagon aggrottò la fronte. Giravano un sacco di voci sul conto di James e dei suoi modi di tortura, ma non si sapeva quali fossero veri e quali pura fantasia.

“Non ero io.”

“Sei detestabile, lo sai? Vattene..”

“Ma..”

“FUORI.”

Una volta varcata la soglia della porta, Dagon la richiuse violentemente, lasciandosi alle spalle suo padre e l’intero pomeriggio. Tolse la maglietta, jeans e biancheria intima e si infilò sotto una doccia gelida. Aveva bisogno di ritrovare la calma, altrimenti la purificazione di Ginevra sarebbe stata un disastro, e non poteva permetterlo.
Provava qualcosa per lei? Indubbiamente. Non voleva che morisse.
Che cosa? Non ne aveva la più pallida idea.

Dagon (e James, se non si fosse capito.)

Edited by ..Kady.. - 14/11/2011, 19:31
 
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view post Posted on 16/11/2011, 13:26
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Baby child

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Questa mattina, all'alba. Foresta comune. Return.

ZV



Su quel letto chiazzato di sangue, l’angelo soldato dormiva ancora. Il sole stava per sorgere e fuori il vento ululava tra le fronde degli alberi. Sarebbe stata una mattinata grigia, quella a Return. Dopo il rosso della notte, probabilmente la pioggia sarebbe scesa sull’isola per lavare via tutto e restituire quelle varie sfumature che andavano dal bianco al nero e che erano sinonimo della normalità. Ma probabilmente, per i protagonisti di quello strano trio, niente sarebbe stato più.. normale. Non per Adam. Niente sarebbe riuscito a lavargli via la colpa. Niente gli avrebbe restituito la pace. E con questo che doveva fare i conti adesso che Ginevra non dipendeva più da lui. E nemmeno da Dagon.
Aveva lottato contro se stesso per portarla indietro. Aveva vissuto sulla sua pelle, ancora una volta, l’esperienza della separazione che, in questo caso, era molto simile alla morte. Ci erano andati vicini quella notte, lei era giunta davanti alle porte degli inferi e loro due, un angelo e un demone, il bianco e il nero, l’avevano riportata indietro.
Era l’alba quando l’angelo riaprì gli occhi. La notte che aveva appena trascorso era stata difficile e lo aveva steso, letteralmente. Non ricordava esattamente a che ora aveva chiuso gli occhi, ma adesso vedeva filtrare luce attraverso le finestre della casa sull’albero e ciò poteva voler dire solo una cosa: Ginevra e Dagon erano andati via. Voltò la testa per assicurarsi che il demone l’avesse portata via, ed era proprio così. Dagon era stato perfetto. Lei era libera. Quello che aveva dovuto affrontare, affinchè ciò avvenisse, gli ritornò nella mente ancora stordita dal sonno. Era andato incontro alla morte per lei, aveva sperimentato quel dolore sulla sua pelle e aveva dovuto sopportare, ancora una volta nella sua vita, cosa volesse dire separarsi da qualcuno di importante, molto importante. Dopotutto se aveva agito in quel modo per la vampira era perché sentiva qualcosa per lei, forse non ancora amore, ma sicuramente le era legato tanto da disobbedire a regole per lui, un tempo, importanti. Sul letto c’erano ancora macchie di sangue e l’odore nella stanza era acre e forte. Era odore di morte.
Chiuse gli occhi.
Stesa sul pavimento giaceva il corpo dell’elfa che aveva dato nutrimento a Ginevra. Adam non riusciva a dimenticare quello sguardo azzurro e implorante. Quel sorriso che gli aveva regalato prima di morire. Come aveva potuto lasciare che un delitto tanto orribile venisse compiuto? Aveva agito in nome dell’istinto che gli urlava di salvare Ginevra ma, quella creatura non aveva colpe. La colpa era sua e mai avrebbe trovato pace per questo. Sospirò, passandosi una mano sul volto. Era devastato, nonostante avesse dormito. Ma non era la stanchezza che si leggeva sul suo viso. Era la pena. Riaprì gli occhi, si alzò e decise che si sarebbe occupato di quella povera creatura. Come minimo meritava una sepoltura degna. La prese tra le braccia, dopo averle tolto il giubbino di pelle dal volto, ormai era rigida e fredda, ma era ancora molto bella. Scese le scale con lei in braccio, prestò molta attenzione onde evitare di cascare con la creatura priva di vita tra le braccia. Non riusciva a pensare ad altro se non a lei e alle sue urla terrorizzate. Ginevra si era salvata, questo era quanto.. ma a quale prezzo? Sarebbe dovuto morire lui al posto di quella ragazza. Anche lui era puro e avrebbe potuto lasciare bere Ginevra da se stesso. Perché non ci aveva pensato? Perché forse non avrebbe funzionato.
Erano queste le sue riflessioni mentre si occupava del corpo della ragazza. Inutile raccontare nei dettagli quello che fece, ma dopo poche ore, si ritrovò seduto su un masso a fissare il punto in cui aveva sepolto l’elfa. La terra era ancora smossa e sopra, vi aveva posato un fiore colto da un cespuglio lì vicino. Non era molto lontano dalla casetta sull’albero, eppure in quel momento si sentiva lontano da tutto e tutti. Era troppo fresco il ricordo di quella notte e la sofferenza di Adam si era trasformata in puro tormento. I suoi occhi erano di un azzurro intenso, il suo ciondolo a forma di ali, appeso al collo, sembrava vibrare, come se quelle volessero spuntare sulla sua schiena senza che lui potesse averne il controllo. Era strano tutto questo, non gli era mai successo prima. Solitamente riusciva sempre a gestire la sua forma angelica ma, davanti a quella tomba, l’angelo spingeva per uscire. Iniziò a sudare freddo e strinse le mani a pugno. Era difficile lottare contro una forza tanto potente ma non voleva liberarsi di quella parte di se stesso, altrimenti sapeva, che non sarebbe più riuscito a controllarsi, a controllare le sue emozioni. Si distese per terra accanto alla buca,ormai coperta di terra, in cui si trovava l’elfa e si rannicchiò su se stesso. Riuscì a contenere un urlo ma forse sarebbe stato meglio se si fosse lasciando andare a quello sfogo perché la forza che stava usando per trattenersi gli faceva vibrare ogni muscolo, perfino quelli del cervello. Respirava affannosamente e con le unghie scavava nella terra graffiandosi i polpastrelli. Non riusciva a stare fermo e si dimenava come scosso da un fulmine. Aveva le convulsioni e non era affatto piacevole. Sentiva la schiena umida e un dolore lancinante percorrergli i lati della spina dorsale.. lì sulle scapole. Il quel punto, sulla maglietta, apparvero macchie di sangue. Non aveva il dorso nudo eppure si riusciva a scorgere il bagliore che le ali producevano ogni volta che lui le lasciava uscire. Ma era diverso perché in quel momento lui stava lottando per contenerle e faceva più male del solito. Si girò, finendo a pancia in giù. Respirava terra ma non riusciva a smettere di farlo. Faceva male, molto male e non poteva farci niente. Alla fine urlò, quando le ali riuscirono a squarciare la maglietta e a mostrarsi nel loro immenso candore. Non era finita però, perché lui sentiva che stava per liberarsi completamente della parte angelica e più lottava per impedirlo, più si faceva male. Se non fosse riuscito a controllarsi si sarebbe ritrovato in balia delle sue emozioni e a quel punto, sarebbe stato un vero problema evitare di lasciarsi andare completamente. Pensò a Ginevra, era lei il motivo per cui, in quei giorni, aveva disobbedito alle regole divine. Non riusciva a smettere di pensare a lei e al modo in cui lo faceva sentire così.. umano. Strinse i pugni sul terreno e raccolse un po’ di terra. In parte anche lui era fatto di quella.. gli umani erano nati dalla terra.
“Basta, ti prego..”
Era quella la sua punizione? Volevano privarlo della grazia per quel che aveva fatto? Per aver lasciato morire un’innocente? Credeva che fosse la ragione più probabile. E in parte era così. Lui non lo sapeva ma, si stava punendo da solo per quel che aveva compiuto.
All’improvviso sentì una mano che gli toccava una spalla. Non riusciva a capire di chi si trattava eppure, gli sembrava una stretta amica.. qualcuno che volesse tenerlo ancorato lì.. in quel corpo. Aprì gli occhi e scorse due meravigliosi occhi azzurri, simili ai suoi in quel momento.
Era Castiel.
“Adam, resta qui.. “
Sentiva la sua voce e il suo incoraggiamento, ma era difficile lottare contro se stesso, non dopo ciò che era avvenuto quella notte.
Castiel continuò a tenergli la mano sulla spalla e a stringere. Sapeva che l’amico aveva bisogno di aiuto, mai più di allora e lui era lì.. pronto ad aiutarlo.
“Non è fuori da te stesso che devi trovare una ragione per restare.. ma è dentro di te. Cercala Adam.. cercala..”
Una lacrima scivolò sulla guancia dell’angelo minore. In quella lacrima era contenuto il dolore per quello che aveva commesso. Gli angeli non piangevano mai,ma in quel caso, quella goccia che si versò sulla terra sotto la quale si trovava l’elfa, significava qualcosa di più che un semplice pianto. La terra sembrò illuminarsi sotto di loro e Adam sembrò implodere di luce. Era riuscito a non lasciare andare la sua grazia e ci era riuscito per merito di Castiel. Le ali scomparvero e gli occhi del mezzo angelo fatato, tornarono verdi ma.. erano ancora sofferenti.
“Portami via di qui..”
Era stremato e non riusciva nemmeno a reggersi sulle sue gambe, voleva tornare a casa. Castiel lo aiutò, regalandogli un sorriso comprensivo.
“Grazie, Castiel..”
“Adam.. famiglia non vuol dire avere solo lo stesso sangue..”

No, voleva dire molto di più e Adam lo sapeva. Avrebbe sempre potuto contare su Castiel e ora più che mai, sapeva anche di avere estremo bisogno di lui.


Adam con la cortese partecipazione di Castiel*

*Grazie Serena ♥
 
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MedeAthena
view post Posted on 16/11/2011, 15:42




"I am half sick of shadows," said
The Lady of Shalott.

***

“Ciao, mamma. Ho trovato una stanza, me ne vado.”

“Prego?”

Lilith è in salotto, seduta su una poltrona vicina al camino acceso più per estetica che per reale necessità di calore. Sta leggendo, o meglio dire consultando, un libro di proporzioni considerevoli e di certo molto antico, a giudicare dallo stato penoso in cui si trovano la copertina annerita e graffiata e le pagine rese tanto sottili dal tempo da sembrare in procinto di sbriciolarsi ad ogni contatto con la mano della Regina. Quando la porta si apre e compare Elaine, nel crepuscolo autunnale del tardo pomeriggio, nemmeno alza la testa da tanto che è concentrata sulla lettura.

“Ciao mamma. Ho trovato una stanza, me ne vado.”

La ragazza attraversa il salotto, diretta in camera sua, come se avesse appena detto qualcosa di completamente normale e trascurabile. Un dato di fatto.

“Prego?”

La donna alza un sopracciglio ma non lo sguardo, come se le avessero appena detto qualcosa di totalmente irrilevante e trascurabile. Un’assurdità.

“E’ ora che io lasci il nido. Prendo le mie cose e me ne vado, ho scoperto una stanza libera in cima alla torre ed ho intenzione di trasferirmi lì il prima possibile. Ti dispiacerebbe cedermi qualche tuo servo per trasportare i mobili?”

Finalmente Lilith alza la testa dal libro, molto lentamente, ed apparentemente tranquilla. Punta gli occhi verdi sulla schiena della figlia.

“Non credo.”



Dovevo aspettarmelo. Quando mi guarda in quel modo, perché anche se sono girata so che è *quel modo*, mi sento come se si avesse presa al collo con una corda dal nodo scorsoio. Sento i suoi occhi, fisicamente, sulla mia pelle, mi trattengono, ed il proposito di entrare diretta nella mia stanza per iniziare da subito a fare le valigie va a farsi maledire.

“Mamma…per una volta, forse per la prima volta, non ti sto chiedendo il permesso. Ho deciso che è così, e basta. Ho sedici anni e un’esperienza che li fa valere almeno il doppio, qual è il problema? Mi sembra di averti dato diverse dimostrazioni del fatto che io sappia badare a me stessa, perché non dovrei? Non trovi anche tu ridicolo che alla mia età sia ancora nella stanzetta accanto alla vostra e debba rendere conto di ogni spostamento, rispettare orari da voi stabiliti e…tutto il resto?”

Le sfugge un sospiro ed io mi sento sollevata, ero già pronta ad essere investita da un’invettiva degna del peggior tribunale dell’Inquisizione, invece quando mia madre sospira significa che non è così arrabbiata come si teme. Almeno spero.

“Il problema, signorina, è che in fondo non sei così grande ed esperta come pensi. E ne è dimostrazione il fatto che, pur essendo così posata, razionale, addestrata ed ubbidiente, a volte perdi ancora la testa e ti lasci manovrare da chi è più abile o più potente di te. Devo ricordarti di come hai messo la tua vista al servizio di Uriel? O magari di quando hai sfidato Lucifero, rischiando di uscirne a brandelli se non fossi stata mia figlia? Se preferisci posso ricordarti come stavi meno di una settimana fa, quando ti portavi in giro il risultato di un’evocazione al di sopra delle tue capacità, oppure…”

“Basta così. Credo che l’elenco dei miei errori sia completo, complimenti per non averne dimenticato nemmeno uno. Ammesso che si tratti realmente di errori, visto che alcune cose le rifarei esattamente da capo, perché le ho fatte con il cuore…cosa che effettivamente forse per te riesce difficile da capire.”

Lei è così. Sa sempre dove colpire. Forse perché è mia madre, forse perché mi conosce meglio di chiunque altro, forse proprio perché, in fondo, ci somigliamo. Non volevo risponderle male, ma riesce a tirare fuori il peggio di me. Perché è una delle persone che amo di più al mondo, ma sarebbe stupido negarlo: mia madre è cattiva. Mia madre è una parte di inferno, la più antica ed oscura, ed esserne figlia non mi risparmia totalmente dalla sua natura profondamente malvagia. E quando la vedo così, e la sento parlarmi in quel modo, non so se detestarla o ammirarla con tutta me stessa.

“Appunto, Elaine. Non ti sto rimproverando per i tuoi errori, ti sto solo mettendo in guardia su alcune…tue debolezze. Sono orgogliosa di essere madre di una ragazza tanto seria e forte, ma non posso non essere preoccupata per ciò che, è naturale, ancora ti rende vulnerabile…il tuo cuore. Tu forse pensi che io e tuo padre ti vogliamo in questa stanza per controllarti, ma non è così. Solo…per il momento, è meglio che tu stia ancora vicina a noi. Non credo che tu sia pronta per affrontare da sola il futuro, sedici anni non sono sessanta…e sono certa che tu, intelligente come sei, ne converrai…"

Ora sono io a sospirare, e lasciar ricadere lungo il fianco la mano che ancora tenevo sulla maniglia. “Appunto! Come posso imparare a cavarmela da sola, fino a che sarò legata alla vostra protezione? Io non sto dicendo che non sbaglierò, voglio solo essere lasciata libera di farlo, e di apprendere qualcosa dagli errori che farò, ammesso che ne faccia…per favore, non è un capriccio…ho bisogno di sentirmi libera…anche di ascoltare il mio cuore, e ti assicuro che, anche se per te è assurdo, non è solo una fonte di debolezza, anzi…”

Finalmente Lilith si alza, avvicinandosi in un frusciare di gonne ingombranti fino a prendere le mani di Elaine. La guarda negli occhi senza più ombra di rimprovero, con un’espressione che forse nessuno ha mai avuto la fortuna di vedere. E’ lo sguardo di una madre preoccupata.

“Non sono un’indovina, ma non ci vogliono capacità divinatorie per capire che tutto questo c’entra con…la rottura con Jude, vero? Io…vorrei solo che tu non prendessi decisioni affrettate, spinta dalla confusione che c’è in questo momento dentro alla tua testa, e sono sicura che puoi capirlo anche tu. Perché non mi racconti cosa è accaduto? Potrei aiutarti a fare un po’ di chiarezza…”

Non riesco più a trattenermi. Lascio le mani di mia madre con uno scrollone e faccio un passo indietro, sentendo la rabbia tornare a salirmi fino al cervello come era accaduto qualche ora prima con Jude. Dicono che sia la vera pericolosità delle persone calme e posate: quando esplodono, fanno più danni di chiunque altro.

“Vedi come sei? Decisioni affrettate, confusione, errori! Ma chi te lo dice? Solo perché per una volta non rimango a testa bassa ad accettare gli ordini che mi vengono impartiti da chi è più grande o più forte o più autorevole di me, significa che sto sbagliando? Solo perché per una volta decido della MIA vita con la MIA testa, allora significa che sono confusa? Sono stanca, stanca di tutto questo! Non ne posso più di vivere dentro le gabbie che gli altri costruiscono su misura per me secondo il loro giudizio e le loro valutazioni, per poi sentirmi dire che lo fanno per il mio bene e che se non riesco a capirlo alla fine la ragazzina sciocca sono io…sono stanca di essere poco più che una segregata in casa, di non conoscere nessuno, di dover rendere conto a te di ciò che faccio o non faccio, di essere apprezzata solo quando chino la testa e faccio niente più e niente meno del mio dovere, o meglio di ciò che *gli altri* hanno deciso che sia il mio dovere, sono stanca di essere considerata forte quando vi fa comodo e una creaturina sventata e fragile quando invece vi torna utile per tirare il guinzaglio, non sopporto più di dover stare ai comodi degli altri, di chi prima mi cerca, poi mi allontana, poi mi cerca di nuovo e si stupisce anche del fatto che io non sia lì pronta a gettarmi ai suoi piedi, io…”

Mia madre interrompe il flusso sconnesso dello sfogo che mi esce dalla bocca senza che nemmeno io pensi a ciò che sto dicendo. E’ come se tutto ciò che ho represso negli ultimi tempi avesse fatto saltare il tappo dell’autocontrollo, e come il vaso di Pandora una volta aperto stesse facendo uscire tutti i Mali che mi ero tenuta dentro fino ad allora. Lilith appoggia solo un dito gelido e sottile sulle mie labbra, per zittirmi. Il suo sguardo è indecifrabile, non capisco se stia per punirmi solennemente o se quello che vedo nei suoi occhi sia davvero un barlume di comprensione.

“Basta, Elaine. Pur indirettamente, hai confermato ciò che pensavo. Capisco come ti senti, ma come la tua stessa reazione evidenzia è ovvio che parli spinta dalla rabbia, dalla delusione e forse dal desiderio di vendetta verso chi ti sembra che ti abbia manovrata per i suoi comodi o secondo i suoi umori. E per questo non puoi aspettarti che io ti permetta di prendere le decisioni autonome a cui tanto agogni se le argomentazioni che porti sono inconsistenti e prive di ragionevoli fondamenti. Se non ti fosse ancora chiaro, siamo all’inizio di quella che senza dubbio sarà una guerra sanguinosa, e tu rimarrai in questa casa, vicina a me, fino a quando io non stabilirò che non ci sarà più alcun pericolo che incombe sopra la tua testa. E’ tutto ciò che ho da dire, e non ho intenzione di sprecare altre parole al riguardo, ci siamo capite?”

Da un lato mia madre ha ragione. Rivolgendomi a lei in quel modo ho sbagliato, perché piuttosto che avvalorare la mia tesi ho fatto l’unica cosa che mai si dovrebbe fare quando si vuole ottenere qualcosa dalla Regina dei Vampiri: l’ho offesa. Sicuramente in questo momento sta pensando che io sia solo una piccola irriconoscente che non capisce quanto lei abbia fatto per me, e tutto ciò che le ho spiegato, anche se forse con toni sbagliati, passa totalmente in secondo piano. Se solo avessi incontrato papà, rincasando…forse lui avrebbe capito e mi avrebbe appoggiata, e lui è l’unico di fronte al quale perfino la mamma si ferma e non fa obiezioni…

Intanto, però, l’unica cosa che ci ho guadagnato è l’ennesimo ordine. A cui devo sottostare, senza possibilità di replica né di licenza. Soldato Elaine, attenti! Attieniti alle disposizioni dei superiori, e non ambire mai a diventare generale. Non solo di un esercito, ma della tua stessa vita.

“Benissimo…forse ti renderai conto che nemmeno tu ti sei smentita. La prossima volta puoi anche risparmiarti la parte della madre comprensiva e disponibile ad ascoltare la figlia, perché ti riesce malissimo. Sai solo fare la Regina, comandarmi come se fossi un oggetto di tua proprietà e non una persona, senza nemmeno provare a capire cosa c’è in quella che tu chiami “confusione dentro la mia testa”. Nemmeno io ho altro da dirti, Lilith…come sempre la discussione si chiude qui, nel punto in cui *tu* hai deciso che dovesse terminare.”

Sta per replicare qualcosa, ma la anticipo aprendo la porta della mia stanza e sbattendola con forza per richiuderla alle mie spalle. Vi rimango appoggiata con la schiena, e sento che anche lei è ancora lì. Non è solo qualche centimetro di legno che ci divide, ormai. Sarà una grande Regina, ma come madre fa proprio schifo.
Io non sono sua. Non sono sua, né di Jude, né di nessun altro che creda di potermi manovrare. Essere brava e diligente nell’eseguire gli ordini non è sinonimo di mancanza di personalità, o di libero arbitrio. Ed è ora che lo capiscano…Jude, mia madre, tutti.

Il respiro è ormai tornato regolare, sento il rossore svanire dalle guance diventate roventi per la rabbia e la frustrazione, alzo una mano ed apro le dita per controllare che non tremi più. E’ perfettamente stabile e ferma. Ora sì che ho la lucidità che secondo mia madre non posseggo più. Le dimostrerò che si sbaglia. Estraggo da sotto al letto una valigia di pelle, nemmeno ricordo più dove l’abbia presa né da quanto tempo sia lì sotto, ed inizio a riempirla senza fare rumore. Solo le cose indispensabili. Non importa se domani all’alba Lilith saprà già dove trovarmi, importa solo ciò che dimostrerò.

La mia stanza nella torre mi aspetta.



Elaine
Con la simpatica partecipazione di Lilith


She went down to her little boat
And she broke the chains and began to float away
And as the blood froze in her veins she said,
"Well then that explains a thing or two
'Cause I know I'm the cursed one
I know I'm meant to die
Everyone else can watch as their dreams untie
So why can't I?
 
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view post Posted on 16/11/2011, 17:35
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Poco dopo il tramonto, castello di PoE

"Isis se non la pianti di soffiare ti spedisco da papà, è inutile che continui a dormire qui se poi non ti lasci nemmeno toccare.."

La vampira sbuffa, guardando ancora una volta l'ocelot che, accortosi della presenza vigile della vampira ormai sveglia, le soffiava contro, nemmeno avesse davanti il suo peggiore nemico. Eppure ogni giorno in qualche modo riusciva a sgattaiolare nella cesta ai piedi del letto della vampira per dormire li, ma, puntualmente, ogni volta che Ginevra si svegliava, ricominciava la stessa commedia.
La vampira ancora non si capicitava di questo, il suo fedelissimo ocelot le si ribellava contro come una bestia in gabbia da ormai un mese, da quando, in effetti, erano cominciati tutti i casini.

"Se eviti di graffiarmi, ti apro la porta così puoi andare a.. Fare quel che ti pare.."

Con un sospiro e un po' di fatica si alza dal letto, attenta a non toccare niente con i polsi che, seppur reggono bene il bendaggio, ormai è più di dodici ore che sono aperti e deve stare attenta a non macchiare nulla, le manca solo di dover cambiare le lenzuola anche li. Si avvicina alla porta, guardando dispiaciuta l'ocelot che a ogni passo di lei, si fa rasente al muro, pronta a scattare non appena vedrà la luce del corridoio. Si ferma un istante, con la mano sulla maniglia. Alla fine apre la porta, con una leggera smorfia per la flebile torsione che il movimento rimanda al polso ferito. Isis si fionda contro lo spiraglio di libertà, lasciando la vampira di nuovo sola in pochi secondi. Scuote la testa, ma sa che è inutile cercare risposta ora, si è scervellata per più giorni per comprendere il comportamento della sua Isis, ma nessuna risposta plausibile al momento la solleva da qualche dubbio, anzi, ben ne accumula sempre di più. Si appoggia con la schiena al muro, decidendo che è il momento di verificare le effettive condizioni in cui verte: il vestito è lo stesso della sera precedente, ancora intero se non per qualche macchia di sangue sui fianchi, dove le poggiavano i polsi mentre era supina nel letto. Questi bè.. Sono bendati, ma il sangue inizia a macchiare ormai la medicazione, segno che è ora di cambiarla. Inizia a fare qualche passo verso il bagno, poi si ferma quasi di botto, guardandosi in giro. Non ricorda bene come è finita la serata, se si è addormentata o forse, ed è probabile, se sia svenuta per qualche tempo, esausta per il dolore e le sensazioni provate. Per questo ora si sta domandando come diavolo ci sia finita in camera.. Ah, diavolo, giusto, si era dimenticata per un istante che suo nipote era uno dei coprotagonisti della storia che ora sembrava aver trovato finalmente fine. Un breve sorriso le increspa le labbra al pensiero che lui sia effettivamente entrato li. Cosa avrebbe dato una settimana fa per la stessa cosa? Di tutto, ora il pensiero invece semplicemente la diverte. Riprende la strada verso il bagno, ormai il tramonto è passato da un'ora abbandondante e non ha intenzione di rimanere chiusa li dentro. Non vuole ripetere lo stesso errore, passare il tempo segregata in camera a piangere e pensare, no. Ormai quel che stato è stato, i danni sono stati fatti ma, fortunatamente, sono stati anche risolti. Riesce in qualche modo ad aprire la zip del vestito senza torcere troppo i polsi, essere una vampira pura al momento la aiuta, è veloce e sente meno il dolore anche se le basta il ricordo di un bisturi a farla rabbrividire. Sistema il vestito nell'appendino dietro la porta del bagno, andando verso il lavandino e alzando la testa verso lo specchio. L'inutile specchio. Per un momento ha pensato di avere ancora quel lato umano che le permette di riflettere la sua immagine, ma ora su quella superficie non vede nient'altro che la parete dietro a lei. Con uno sbuffo prende a togliersi le bende, non senza qualche smorfia,guardandosi entrambi i polsi quando questi sono liberi: due precisissimi tagli simmetrici, dritti e profondi, il riflesso l'uno dell'altro. Le sembrano quasi due tatuaggi fatti da un folle artista. Apre l'acqua corrente facendola scivolare sulle ferite. Presto l'acqua da trasparente diventa rossa, mano a mano che il sangue rappreso va via e che parte di quello fresco continua a farsi avanti, sgorgando però ormai lentamente dai tagli.
Due ferite, due dolori, un po' come i due ragazzi per cui ha dovuto sopportare l'esperienza terribile della purificazione. Con il pensiero della sua quasi morte, e non senza qualche brivido, si avvicina ora alla vasca, aprendo un forte getto d'acqua bollente; anche se sa non sentirà la temperatura, il solo ricordo del piacere del caldo sulla pelle la convince che è un'ottima scelta. Si sistema sul bordo, aspettando che la vasca si riempia, mentre dentro riversa anche qualche goccia di sapone profumato, per ottenere la schiuma. è viva, ma per un istante aveva provato cosa voleva dire non esserlo più. Eppure anche ora non si poteva definire tale, era un vampiro, la maledizione della non morte (ma anche della non vita) era parte di lei, ma la sensazione provata ieri era qualcosa di totalmente diverso. Quel famoso cancello l'avevo visto, e questa volta non era un artefizio dell'Isola. Aveva quasi poggiato una mano per spingerlo ed entrare, perchè li non sentiva dolore. Era in pace con sè stessa, non c'era nè dolore fisico nè emotivo, erano solo lei e quel cancello. Ma poi le voci di entrambi i suoi salvatori le avevano ricordato che non doveva morire, e doveva farlo per loro. Avrebbe mai lasciato Adam? No, lo sapeva che era in balia del suo stesso dolore, cosa sarebbe successo se fosse morta? Probabilmente qualcosa di terribile, l'angelo sarebbe morto lui stesso o, comunque, avrebbe patito per il resto dell'eternità. Non avrebbe mai permesso che qualcosa di simile gli potesse capitare, non quando era così tanto legato a lei per un patto che nessuno cercava, ma a cui entrambi avevano stupidamente acconsentito. Avrebbe mai lasciato Dagon? No, la stava aiutando più di quanto potesse interessare a un demone del suo rango. Poteva lasciarla morire, drogata per l'eternità finchè lei stessa non avesse deciso di porre fine al suo dolore con la morte. Invece era la anche lui, vicino a lei a darle forza. Poteva lasciarli? No, erano li per lei e non avrebbe mandato al vento i loro sforzi.
L'acqua ormai arriva al bordo, con un sussulto si desta dai suoi pensieri, chiudendo i rubinetti e immergendosi completamente. Di nuovo quella sensazione di pace e calma. Ora c'era il lieve dolore delle ferite a convincerla di non essere morta, ma ancora quel silenzio interno le pareva strano. Non li sentiva più, era sola con sè stessa e, seppure questo la alleviava di un peso, doveva abituarsi ancora a sentirsi così.

Ginevra
 
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