The Return Incidents, Topic di Scrittura

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nith85
view post Posted on 24/3/2012, 15:10 by: nith85
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Londra - Ieri pomeriggio


DAGON
<il buon (°°) Demone è uscito un paio d'ore da solo questo pomeriggio. Chissà, magari ha portato Ginevra in un qualche supermercato/negozio e ce l'ha lasciata dentro, dal momento che è veramente poco incline allo shopping sfrenato. Passeggiando per le vie londinesi ha deciso di passare a casa di Stephan, sperando di essere fortunato e di non trovarlo, per andare a salutare Catherine dato che dopo la sera dell'arrivo non è più riuscito a vederla. Bussa alla porta quindi, in attesa di una risposta. Nel frattempo ne approfitta per accendere una sigaretta e fumarsela beato, poggiato al muro di fianco alla porta stessa.>

CATHERINE
<la fanciulla umana www.supermodels.nl/ModelPics/anaispouliot/138.jpg è in casa, ma era anche inutile specificarlo perché da quando è arrivata non si è praticamente mossa da lì. Stava cercando di preparare la cena per lei e Stephan, ma cucinare è davvero un’impresa ardua per chi non ci ha mai provato prima. Il suo ragazzo probabilmente sarà uscito per fare delle commissioni e quando lei sente bussare alla porta, afferra uno straccio per pulirsi le mani dalla farina> Stephan, non hai le chiavi? <aspetta qualche istante ma, vedendo che non apre nessuno, si avvia verso la porta e guarda dallo spioncino. Dagon. Questa non se l’aspettava. Sospira, poggiando la testa sulla superficie della porta e solo prima di aprire si stampa sulla faccia un bel sorriso, peccato sia abbastanza tirato> Dagon.. <fa anche ridere, perché ha la punta del nasi tutta sporca di farina>

DAGON
<ed infatti solleva le sopracciglia quando la vede. Getta via la sigaretta nell'apposito cestino, butta fuori dalla bocca il fumo ed infine sorride alla ragazza sulla porta> disturbo? Mi sa che eri alle prese coi fornelli.. o forse dovrei dire che i fornelli erano alle prese con te. <dato che ha la farina addosso, appunto> non.. <si guarda attorno> mi trattengo molto, devo riandare a prendere Ginevra in non so quale negozio londinese, mi ha solo avvisato di portare la macchina. <starà comprandosi una valanga di roba, dal momento che lui gliel'ha strappata quasi tutta di dosso *_*> come stai? <sospira> mi dispiace per.. l'altra sera, non volevo farti del male. Spero che tu lo sappia.. <perché ricorda che si è ferita mentre la teneva in braccio.>

CATHERINE
<lo guarda, cercando si mostrargli la sua espressione migliore. In verità anche lei avrebbe voluto parlargli in privato ma in quanto a coraggio, Catherine è abbastanza carente ultimamente> No. Sono un disastro in cucina, ma sto cercando di impegnarmi.. <si scansa dalla porta, lasciando lo spazio al demone per poter passare. Di lui si fida e non ha senso farlo restare sulla porta> Ti prego, entra. So che non ti piace questo posto ma.. sono sola e mi farebbe piacere poter parlare da sola con te, Dagon. <nello spostarsi si è ritrovata davanti il suo riflesso nello specchio e sobbalza un momento. Non è abituata a specchiarsi ed è sempre un casino quando accade. Si pulisce la punta del naso con le dita e poi torna a guardare lui. Stavolta seria> No. Io sto bene adesso, davvero. E non credo che tu debba scusarti di nulla.

DAGON
<indica il fondo della via> di là ho visto una rosticceria.. se tu e il tuo ragazzo non volete restare a dieta. <quando lei si sposta rimane un pò titubante, ma alla fine annuisce per educazione> solo un attimo. Non è molto carino in effetti parlare sulla porta di queste faccende.. <no infatti, anche se parlano italiano non è il caso di far sapere a mezza Londra i fatti loro. Si guarda attorno ed infine si mette seduto sullo stesso divano dove la prima notte ha fatto da balia alla sua donna. Alza gli occhi su Catherine e sorride brevemente> beh, non ho usato modi molto gentili <alza le spalle> non mi sono comportato da gentiluomo, in nessun senso.. <ne per come l'ha raggirata fingendo di baciarla, ne per averla portata di peso alla barca.>

CATHERINE
Lo so, è da lì che ordiniamo le nostre cene. Volevo provare io per una volta però. <ma sicuramente finirà per ordinare il cibo d’asporto un’altra volta. Richiude la porta e poi segue Dagon fin dentro la sala, fermandosi in piedi davanti a lui> Mi sento un po’ in imbarazzo. Non ho idea di come si facciano gli onori di casa ma.. <finisce di pulirsi le mani sbattendosele sul sedere, ma pare che stia facendo di tutto per evitare il suo sguardo> .. di qualsiasi cosa tu abbia bisogno, non hai che da chiedere. <si va a sedere sul divano di fronte a quello dove è seduto lui, più precisamente si accomoda sul bracciolo con le mani posate sulle ginocchia> Alt, Dagon. Davvero non è il caso che tu prosegua perché qui l’unica che dovrebbe scusarsi sono io. E’ colpa mia se sei stato costretto a comportarti così con me. Se non fosse stato per te e Ginevra io sarei ancora il burattino di Armand. Quindi.. <scrolla le spalle, continuando ad avvertire quella sensazione di disagio di chi sa di essersi comportata da stupida>

DAGON
<agita una mano> Catherine, non hai bisogno di alcun onore di casa, ricordi chi sono? <allarga le braccia. E' sempre un Demone dell'inferno, abituato a ben altro che modi carini e vestiti inamidati> non devi sforzarti di apparire educata e gentile, non con me.. <le sorride. Non è il tipo che bada a queste cose, del resto lui è il primo ad essere poco gentile la maggior parte delle volte *_* ad ogni modo scuote la testa> non hai niente di cui scusarti TU. Semmai dovrebbe farlo il tuo alter ego cattivo, che fortunatamente per ora è stato spazzato via.. <accenna un sorriso> è stato un piacere strapparti dalle mani di Armand. Ed ancor di più un piacere rivederti in 'salute'..

CATHERINE
Si hai ragione. Ma io sono completamente umana qui.. di conseguenza i miei modi sono questi e lo saranno per sempre d’ora in poi. <a lui può dirlo, anche perché avevano già avuto modo di parlarne quando lei aveva deciso di starsene nelle segreta. Gli sorride, tenendo sempre lo sguardo basso. E’ una gran fatica doverlo guardare negli occhi perché si vergogna. Si vergogna del modo in cui si è comportata con lui negli ultimi tempi> Non credo che quella me tornerà più, dovrai accontentarti delle mie di scuse.. <anche perché quel lato di Catherine, dubito sappia cosa vuol dire scusarsi. Si lascia scivolare sul divano e si raccoglie la testa tra le mani. E’ il salute, fisicamente. Ma per il resto si sta solo sforzando di apparire tranquilla> Andiamo Dagon, lo sai anche tu che non riesco a guardarti negli occhi. Questo non mi sembra essere in ‘salute’. Vado avanti e lo faccio per Stephan. Perché lui ha bisogno che io sia forte in questo momento..

DAGON
Ho capito, ti stavo solo spiegando che non devi sforzarti per fare alcun onore di casa.. <le sorride. Lo fa di continuo solo perché se rimane serio rischia di sembrare incazzato, si rende conto di non avere esattamente un aspetto da bravo ragazzo, ne di saper mettere a proprio agio le persone, anzi> ed in questo è compreso il vano tentativo di apparire tranquilla <appunto> non mi devi davvero nessuna scusa e non hai alcun motivo per non dovermi guardare negli occhi. Non sono stupido, so che quella delle scorse sere non eri tu.. <le sposta le mani dal volto per farsi guardare> è quello che devi fare infatti, andare avanti ed essere forte. Sia per Stephan sia per te stessa. Ma per prima cosa devi perdonarti ciò che hai fatto a Return e per farlo devi capire che noi <lui e Ginevra> non ce l'abbiamo avuta con te nemmeno per un momento, Catherine. Non puoi farti una colpa per qualcosa che non è dipeso da te..

CATHERINE
<lo ascolta, abbassando lo sguardo quando lui le fa scostare le mani dal viso. Ancora non riesce perché appunto non riesce a perdonare a se stessa ciò che ha fatto. Magari a Return si sarebbe ripresa con più facilità essendo lì vampira, ma da umana.. beh non è così semplice> E’ quello che mi sento ripetere da giorni un po’ da tutti. Che devo andare avanti. Che devo essere forte. Che devo capire che quella non ero io. Pensi che non ci stia provando Dagon? <con lui sa di poter essere ‘dura’ nei discorsi. Non è certo il tipo da abbracci e carezze il demone, sebbene con Catherine sia sempre stato molto pacato> Ci provo ogni momento e mi sembra di riuscirci ma poi, per qualsiasi cosa, mi ritornano alla mente le mie parole, i miei atteggiamenti. Le persone che ho morso e quelle che ho ucciso.. <le sta venendo da piangere, ma probabilmente non ne ha nemmeno più di lacrime da versare. Si alza, avvicinandosi al camino, che si trova tra i due divani, per guardare la fotografia incorniciata dei genitori di Stephan> Non ho avuto nemmeno il tempo di conoscerlo.. <questa è una riflessione che Dagon non coglierà. Ma si sta riferendo all’uomo nella foto>

DAGON
Evidentemente no, non ci stai provando.. <appunto, con lui può essere dura nelle risposte e riceverà altrettanta schiettezza> il fatto di essere umana non ti da affatto il diritto di arrenderti Catherine. Ci sono umani che hanno cambiato il mondo, davvero tu non riesci a ficcarti in testa che quel che hai detto e fatto è come se sia stato detto e fatto da Armand? Non eri altro che un corpo manipolato. E devi smetterla di pensare al passato, perché è PASSATO. Rivangare ciò che è successo, quando tutti ti abbiamo detto di non aver niente da perdonarti, è inutile. E' una settimana che sei a Londra, anziché stare chiusa in casa da sola quando Stephan non c'è esci, conduci la vita che hai sempre desiderato e che ora puoi avere, invece di struggerti per ciò che è stato, intanto non puoi cambiarlo. <quando si alza la segue con lo sguardo, aggrottando la fronte perché non ha infatti colto> non hai avuto il tempo di conoscere chi?

CATHERINE
E invece si. Pensi che mi sarei messa ai fornelli, altrimenti? Sto cercando di distrarmi, cerco di abituarmi a questa nuova vita. Ma ho uno strano presentimento. Ho paura, paura che questa apparente tranquillità possa finire prima o poi. <non vuole pensare in negativo, ma dopo quello che ha dovuto passare a causa di Armand è il minimo che lei abbia paura. Si volta, stringendosi la cornice al petto con entrambe le mani. Adesso lo guarda anche se non fissandolo> Ho paura che uscendo possa ritrovarmelo alle spalle. Ho paura di sentire la sua voce nella mia testa. Ho paura che venga a portarmi via quello che ho adesso. Mi ha fatto del male, Dagon. E la cosa peggiore è che continua a farmelo anche adesso che non c’è. Adesso che tutto dovrebbe essere alle mie spalle. <le scappa una lacrima che subito raccoglie con il dorso della sua stessa mano. Poi gira la cornice, in modo che il Demone possa guardare la foto dei genitori di Stephan> Suo padre. E’ morto. <per questo lei si sta trattenendo tutto dentro, perché non le sembra giusto addossare sulle spalle di Stephan anche i suoi problemi>

DAGON
Non ti ho detto che non devi avere paura.. tutti ne abbiamo.. <rotea gli occhi> persino io ne ho, adesso. <?> Anche se è un genere di paura diversa dalla tua.. <la paura di perdere la donna che ama, anche se non glielo dice è convintissimo che lei capirà cosa può temere una persona come Dagon> ma questo non mi impedisce di vivere il momento, di sorridere e di godermi la felicità che mi è stata data. Perché ho la vaga sensazione che tu non lo stia facendo? Perché ho la vaga sensazione che tu stia sprecando ogni momento a pensare ad Armand quando dovresti solo prendere il tuo uomo, cambiarti ed andare a gioire fuori di qui? <si alza, avvicinandosi a poggiarle le mani sulle spalle> te l'ho già detto una volta, questo è il modo migliore per dargliela vinta. Lui <armand> non è qui adesso, ci siete tu e Stephan e non devi pensare ad altro che voi due.. <abbassa poi la testa a guardare la foto, prima di riprendere a fissare lei> mi dispiace. Per te e per lui, anche se non lo conosco affatto. Ma per quanto dolorosa possa essere una perdita del genere, non puoi passare il tempo a piangerti addosso.. non ti abbiamo portata qui perché tu sprechi la tua occasione di stare bene, Catherine..

CATHERINE
<ascolta le sue parole incapace di trattenere le lacrime che rapidamente prendono a scorrerle sulle guance. E’ un pianto silenzioso ma non per questo meno sofferto. Sa bene che non è giusto il modo in cui sta affrontando questa cosa, ma Catherine è una ragazza fragile, seppur è nata vampira> Ma non è bello avere paura. Perfino per uno come te deve essere difficile pensare di poter perdere quanto di più prezioso abbiamo. <sospira, asciugandosi nuovamente le lacrime con la mano> Mi piacerebbe tanto poter essere più forte. Mi piacerebbe potermi godere ogni singolo istante della vita qui con Stephan. Uscire, incontrare gli amici o semplicemente passeggiare. Ma non ce la faccio, non riesco a togliermi di dosso questa terribile sensazione di sporco. E’ come se la vergogna che provo per quanto ho fatto mi stesse logorando da dentro.. <abbassa la testa quando lui le si avvicina per posarle le mani sulle spalle. Sa che Dagon sta dicendo il giusto ma lei non ce la fa a reagire diversamente. Si sta creando una maschera che le permette di fingere che tutto vada bene. Almeno quando c’è il suo uomo. Ma appunto, è solo una maschera che non sempre è capace di tenere alzata, come adesso che l’ha lasciata cadere. Rimette la cornice al suo posto e solleva la testa per guardarlo> Non voglio sprecare la mia occasione di felicità. Ma lo hai detto anche tu, prima devo perdonare me stessa. Solo così potrò lasciarmi Armand alle spalle. Solo così non gliela darò vinta..

DAGON
<aggrotta la fronte> no, non è bello avere paura. Non è bello avere un enorme punto debole costantemente visibile che potresti anche non riuscire a proteggere. Non è bello sapere di essere totalmente dipendente da qualcuno. Ma credimi, fa ancora più paura l'idea di viverci senza quel qualcuno.. e allora si va avanti, perché in amore siamo tutti egoisti e preferiamo tremare di paura in due, piuttosto che vivere da soli.. <le sorride, quasi dolcemente, spostando la mano tagliata per asciugarle le lacrime, istintivamente> è a questo che devi pensare Catherine, che per quando doloroso sia quello che provi hai Stephan e senza di lui sarebbe sicuramente molto peggio. E sono certo che lui non merita le tue bugie, la tua finzione e tutto ciò che fai per mostrarti tranquilla mentre dentro scoppi.. è la persona con cui hai scelto di dividere la tua vita, l'unica persona per la quale vivi e per la quale DEVI andare avanti. Perciò <le indica il cuore> togli fuori la forza e volta pagina..

CATHERINE
<lascia che lui le asciughi le lacrime e sorride a quel gesto. Non è la prima volta che Dagon la aiuta ad andare avanti. Proprio lui, l’ultimo dal quale ce lo si aspetterebbe> Mi sembra di leggere qualcosa di autobiografico nelle tue parole. Va tutto bene con Ginevra? <cerca di ridarsi un contegno, tra poco tornerà Stephan e non vuole farsi vedere in quello stato. Dagon ha ragione, deve guardare avanti, deve condividere con lui i suoi problemi. Ma adesso è lui ad avere bisogno di lei> Io non potrei nemmeno pensare di vivere senza di lui. E non mi terrei nemmeno tutto questo dentro se non sapessi che adesso quello debole è lui. Ha perso suo padre Dagon, ed anche se lui dice di star bene io lo conosco. So che sta soffrendo. Guarderà avanti e lo farò per lui.. <gli posa una mano sulla guancia, accarezzandolo appena. E’ un gesto puramente fraterno, un gesto di stima e di affetto> Mi ritrovo ancora una volta a doverti dire grazie. Non so perché ma.. con te riesco sempre a sfogarmi e poi.. mi sento meglio.. <probabilmente, aveva solo bisogno di dire a qualcuno come si sentiva dentro, nel profondo. E Dagon è sicuramente quello più adatto al quale potesse dire certe cose senza correre il rischio di ferirlo>

DAGON
Alla grande.. <le sorride, mostrando la dentatura perfetta, un sorriso spontaneo che le farà capire che stanno veramente bene insieme adesso. Dopo le prime settimane un pò °° incasinate> siamo innamorati e profondamente possessivi.. <figurarsi, nemmeno a dirlo. Sospira appena> credo che tu e Stephan dobbiate imparare a dividere i vostri dolori Catherine. Il fatto che lui stia soffrendo non significa che tu stia meglio.. e che non abbia bisogno della stessa spalla su cui piangere di cui anche il tuo ragazzo ha bisogno. Se ci si mette insieme, uno dei motivi è anche per poter superare ogni cosa, INSIEME appunto.. <le prende la mano con cui gli ha accarezzato la guancia e gliela bacia, prima di lasciarla andare> oh, sarà perché ho delle belle spalle, un sacco larghe e perché con me non devi metterti il problema di farmi restare male, così come io non lo faccio con te. <no, Dagon ti dice ciò che pensa realmente, anche a costo di farti male, non è il tipo che invece ti dice ciò che vuoi sentire. Tale player *_* - guarda l'orologio> credo di dover andare adesso..

CATHERINE
<gli sorride di rimando, lieta di sentirgli dire quelle parole> Mi fa piacere per voi. Ve lo meritate entrambi. Sai, Ginevra è un po’ tarda alle volte.. <ama la sua amica, ma era chiaro all’inizio che Ginevra non aveva idea di cosa volesse dire essere una coppia> .. ma è la mia migliore amica e sa come fare per farti sentire importante. Su di te non mi esprimo, ho già detto a lei quello che penso.. <ovvero che, nonostante l’aria da bad boy, sotto sotto nasconde un cuore d’oro. Sempre di metallo si tratta.> Non fraintendere quello che ti ho detto, Dagon. Lui sa.. <ed intende di quello che ha dovuto sopportare per Armand> .. ma in amore alle volte è anche necessario mettere da parte se stessi per dedicarsi a chi ha più bisogno dell’altro. Io, in fin dei conti, me la sono cavata. Ma.. <affrontare la perdita di un padre non deve essere semplice. Lo guarda baciarle la mano e sorride> Credo che Ginevra metterebbe il muso a entrambi, se ci vedesse.. ma devo farlo.. <gli si fionda tra le braccia, stringendosi a lui in un abbraccio di gratitudine> Grazie, Dagon.. per tutto quello che hai fatto per me. <annuisce e, allontanandosi da lui, lo accompagna alla porta> Credo anche io, prima che costringa qualche commesso a venirti a cercare per tutta Londra. Avresti dovuto vederla l’altro pomeriggio. Stavo per picchiarla..

DAGON
Un pò.. tarda? <gli scappa da ridere, poi scuote la testa> no, è solo priva di esperienze in questo senso Catherine. Non aveva mai avuto una relazione prima e non è facile relazionarsi o sapere cosa è giusto o sbagliato agli inizi, inoltre metti anche in mezzo il fatto che io non facilito certo le cose.. <no, anzi ._.> so che mi ama, anche se alle volte mi fa saltare i nervi, ma le coppie perfetta, sai, quelle non piacciono a nessuno.. <le fa l'occhiolino> importante è che tu non metta TROPPO da parte te stessa e che non lasci che il tuo dolore resti dentro, pronto a scoppiare al momento peggiore. <ride appena quando se la ritrova tra le braccia> io credo di no invece, siamo le persone di cui si fida di più, non crederebbe a della malizia tra noi nemmeno se la vedesse coi propri occhi.. <la stringe, accarezzandole piano la schiena prima di sciogliere l'abbraccio> l'altro pomeriggio mi sono addormentato in albergo.. chiedo scusa, immagino ti abbia ridotto il cervello in poltiglia.. <no, mica! Si avvia alla porta ed una volta in strada si volta a salutarla> mi raccomando. Intanto ci rivedremo prima di partire.. e controllerò di persona se starai seguendo i miei consigli..

CATHERINE
<sorride anche lei, sfiorandogli il braccio con la mano mentre scioglie l’abbraccio> Si, intendevo quello con tarda.. e anche se tu non faciliti le cose, io sono certa che non poteva avere di meglio dalla vita. <si sistema la coda sulla schiena e annuisce> Le coppie perfette esistono solo nelle favole. E diciamocelo, la perfezione è noiosa.. <non per nulla le loro vite sono sempre così movimentate. Una volta sulla porta lo guarda, davvero sollevata dopo la chiacchierata> Uhm.. non lo so sai? Lo hai detto tu che è possessiva. Sicuro metterebbe il muso anche se, sa bene che può fidarsi di entrambi, ricordi? Sei mio cognato.. fai parte della mia famiglia ormai.. <gratta l’aria con la mano quando lui si volta e annuisce> Non pensavo di certo che sareste partiti senza salutarmi. Avrei anche potuto non rivolgervi più la parola. <stava per chiudere ma alla fine riapre la porta all’ultimo> ah, Dagon.. Mi sposo. Quindi prepara i biglietti per Londra un’altra volta.. <e dopo l’ennesimo sorriso, ritorna in casa, in attesa di poter abbracciare il suo amato Stephan>


Dagon & Catherine
 
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