The Return Incidents, Topic di Scrittura

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nith85
view post Posted on 23/3/2012, 17:34 by: nith85
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Baby child

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Il paese dei Balocchi

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Inferno.

Che ieri m’illuse, che oggi t’illude..


E’ la vampira Dulcinea che parla ed ho una storia da raccontarvi. Una storia che mi riguarda e che cominciò sulla terra, nel regno di mio padre Georgian Mirel I. Il capo master della Transilvania.
E’ importante cominciare a raccontare dall’inizio, perché quei fatti rivestono un ruolo essenziale. Partono dal giorno in cui tornai al castello dopo aver lasciato la mia primogenita ancora in fasce, alle cure di suo padre nel posto in cui vivevo. Non erano trascorsi molti giorni dal mio arrivo quando mi accorsi che il braccio destro di Georgian, Darren, mi guardava come gli uomini avevano smesso di guardarmi da tempo. All’epoca ero davvero molto fragile sentimentalmente perché avevo da poco perduto l’amore della mia vita, il padre di mia figlia. Fu un corteggiamento lento e graduale ma, alla fine, ci ritrovammo avvolti in un abbraccio d’amore. Sussurrava di amarmi, di volermi tenere con se.. e il mio cuore si sciolse di fronte alle sue parole. Ma non potevo restare. Non potevo abbandonare mia figlia al suo destino sull’isola.. così vi tornai, lasciando l’uomo di cui mi ero innamorata.
Ma lui mi aveva lasciato qualcosa di se. Mi aveva dato un figlio: Ren.

“Mamma! Su andiamo, Noah mi sta aspettando! Ha promesso di portarmi a vedere Cerbero.. Se non vado subito sono certo che cambierà idea fifone com’è!”
Il ragazzino vampiro di ormai 11 anni, stava trascinando sua madre per la mano verso la porta. Era un vulcano e da quando erano giunti all’inferno, non riusciva a restarsene fermo in camera per più di cinque minuti.
“E dai, sbrigati! Cosa hai da restare lì impalata come uno stoccafisso? Sono stufo di starmene qui senza fare nulla!”
Sua madre lo guardava con gli occhi vacui. Nella sua mente si stavano facendo strada i ricordi e la consapevolezza che quanto le aveva detto Darius era esatto. Volevano portarle via Ren. Suo padre lo voleva con se.
“Ren, non credo di poterti accontentare oggi. Ho bisogno di parlarti. Quindi fermati e siediti un attimo. Cerbero lo vedrai un’altra volta..”
Abbassò la testa per guardare l’espressione accigliata di suo figlio. Non gli aveva mai parlato tanto seriamente e, sebbene Ren era solo un bambino, aveva perfettamente capito che sua madre non stava scherzando. Gli accarezzò la testa con una mano. Le dita scivolarono nei suoi capelli scuri che gli sfioravano appena le spalle. Somigliava così tanto a suo padre e questo le strinse il cuore.
“Sediamoci. Ormai sei un ometto ed è tempo che tu sappia la verità sul perché siamo venuti qui.”
Ren per una volta obbedì. Si sedette sul bordo del lettone vittoriano che si trovava al centro della stanza, sovrastato da un enorme baldacchino ornato di stoffe damascate.
“Lo sapevo che la visita ad Aleesha non c’entrava niente. Siamo qui per me. Non è vero? Non volevi che restassi a Return. Ma.. perché?”
Sua madre lo raggiunse, sedendosi accanto a lui. Era la seconda volta che affrontava una situazione tanto delicata con i suoi figli. Era successo con Catherine e non era andata molto bene. Adesso stava riaccadendo con Ren e sperava che, raccontandogli la verità prima che la scoprisse da solo, le cose si sarebbero potute sistemare.
“Perché a Return non eri al sicuro..”
Iniziò a dire, prendendogli la mano per stringerla nella sua. Era suo figlio quello e non avrebbe permesso a nessuno di portarglielo via. Lo avrebbe protetto a costo di vivere all’inferno per sempre.
“Invece sono al sicuro all’inferno?”
A Ren venne da sorridere. Non si immaginava l’inferno come il luogo più sicuro in cui portare un bambino della sua età. Un bambino curioso come era lui.
“Qui vivono i demoni più pericolosi che possano esistere. Perfino le piante vogliono mangiarmi..”
Dulcinea sospirò, avvicinando quella mano così piccola alle sue labbra per sfiorarla con un materno bacio.
“Non sono i demoni le creature che ti stanno cercando, Ren.”
Scosse la testa, sentiva già le lacrime affiorarle.
“E allora chi?”
“Tuo padre.”
“Mio.. mio.. padre?”
Il ragazzino spalancò gli occhi. Aveva sempre desiderato conoscerlo e continuava a desiderarlo ogni giorno. Tutti i suoi compagni di scuola parlavano delle loro giornate trascorse a pescare, giocare, leggere, divertirsi con i proprio papà e lui.. beh lui aveva Charon ma non era la stessa cosa.
“E per quale motivo non dovrei essere al sicuro da lui? Vuole farmi del male? E tu come lo sai? Quando lo hai visto?”
Si alzò di scatto, fermandosi davanti a sua madre mentre cercava di contenere la sua rabbia. Se pensava che sua madre lo aveva incontrato e non gli aveva permesso di conoscerlo.. no, non l’avrebbe mai perdonata.
Dulcinea scosse la testa, lasciando la mano del suo ambino ma cercando il suo sguardo.
“Non lo so cosa ha in mente per te, Ren. Non lo vedo dall’ultima volta in cui l’ho chiamato a Return e tu eri solo un fagotto. Ma se c’è dietro mio padre, sono certa che non v’è nulla di buono che ti aspetta. Ren..”
Si alzò, inginocchiandosi davanti al figlio per prendergli il viso tra le mani.
“.. devi fidarti di me. Qualunque cosa stiano tramando non mi piace che tu ne sia coinvolto. Loro non sono come noi. Loro sono accecati dal desiderio di potere, sono accecati dalla morte e ti assicuro che non è quello che tu vorresti. Hai un sacco di amici. Hai me e Catherine. E tutti gli altri. Non devi mai lasciare che loro ti convincano che seguirli sarebbe giusto. Va bene?”
Gli occhi di Ren divennero due fessure mentre sua madre gli stringeva il viso.
“Ho tanti amici. Ma non ho un padre..”
Dulcinea sospirò lasciando cadere quella lacrima, che cercava di trattenere, dopo che le parole del figlio gli arrivarono come un paletto dritto nel cuore.
“Voglio stare da solo. Non voglio più ascoltarti. Lasciami andare, per favore..”
Aveva bisogno di sfogarsi anche lui.i suoi occhi erano lucidi, probabilmente di collera. Ma non voleva farlo davanti a lei. Appoggiò le mani sui polsi della madre e glieli fece allontanare dal suo viso.
“Ren, mi dispiace tanto..”
Ma per cosa si dispiaceva? Perché suo padre aveva mire egoistiche sul suo futuro? Perché non gli importava nulla di lui se non per arrivare al conseguimento dei suoi obbiettivi? Beh, questo era tutto da dimostrare. Sua madre non gli aveva detto come aveva fatto a sapere quelle cose e lui, non volva crederci. Si allontanò e subito scappò via da quella stanza per andare dall’unica persona che al momento avrebbe sopportato di vedere. Il suo amico Noah.
Dulcinea continuò a piangere disperatamente, lasciandosi cadere sul pavimento. Sperava che questa volta dire la verità l’avrebbe aiutata a proteggere suo figlio. Ma Ren non era Catherine. Ren non si sarebbe mai fidato delle sue parole se non se fosse accertato direttamente. Era un ragazzino scaltro, diffidente e, ormai ne era certa, prima o poi avrebbe incontrato Darren.


Ero scappata all’inferno per evitare che prendessero mio figlio e lo strappassero via dalle mia braccia.
Ma non potevo evitare che accadesse perché Ren voleva un padre.
Che cos'altro c’è da aggiungere, davvero?
La storia è finita.

Dulcinea&Ren
 
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